Come al solito: la storia partecipa alla challenge 10 passi della tua OTP, indetta da BuckyBear sul forum di EFP e sul cosmic ocean.
Primo
appuntamento
Fottuto
Gallagher, non può fare a meno di pensare mentre cerca di
fare il nodo a una
ridicola cravatta e guarda i suoi capelli indicibilmente orribili. Come
diavolo
ha fatto a farsi convincere a fare quell’emerita stronzata?
Si chiede
incredulo, lanciando sul letto quel maledetto pezzo di stoffa e
sbuffando in
maniera buffa.
Col
cazzo, che non lo sa, se lo ricorda fin troppo bene come è
riuscito a
convincerlo, quel bastardo.
«Mi devi un
appuntamento» gli dice mentre stringe l’erezione e
Mickey sussulta.
«Non ti devo un
cazzo, Gallagher» Ian lo prende alla sprovvista, leccando
parte del suo collo e
succhiandogli la carne tenera.
«Sì, che me lo
devi» scende a lasciare un bacio umido sul pomo
d’Adamo «lo avevamo detto,
quella notte»
Mickey sa
perfettamente a quale notte si riferisce, si è fatto otto
anni di galera per
quella fottutissima notte. Ha aspettato otto anni per quella sega da
dieci e
lode che Gallagher gli sta regalando, a causa di quella notte. Si
è aggrappato
a una promessa che aveva il sapore rancido e amaro di una bugia, per
otto
fottuti lunghissimi anni, a causa di quella notte.
Non la
dimenticherà mai, quella maledetta notte.
«Eravamo
ubriachi, Ian» sussurra guardandolo negli occhi. Ian si
allarga in un sorriso e
stringe la mano facendogli inarcare la schiena.
«Mi stai
dicendo che bastava corromperti con una bottiglia di Jack?»
«Coglione»
risponde Mickey con un respiro strozzato, mentre Ian rallenta il
movimento
della mano e si alza sulle ginocchia. Mickey impreca aprendo di poco
gli occhi
e fulminandolo.
«Fanculo
Gallagher, va bene. Tutto quello che vuoi. Tutto. Basta che
continui» e Ian non
se lo fa ripetere due volte, scivola con il corpo verso il basso per
trasformare la sega da dieci e lode in un pompino da dieci e lode.
«Cazzo» si fa
sfuggire Mickey dalle labbra mentre lo sente umido e lascivo tra le sue
gambe.
Maledetto
Gallagher, lo ha corrotto con un pompino, pensa seduto sul letto
decidendo che
la cravatta del cazzo non la metterà mai.
Quando
arriva al campo dove troppe volte, da ragazzini, sono stati insieme, lo
vede
vestito di tutto punto e non riesce a trattenere quelle parole:
«Il North Side
ti ha trasformato in una fighetta del cazzo»
Ian
scoppia in una risata fresca e si bea di quel suono che per anni ha
ricordato
sbiadito da quella merda che quel ragazzo si porta nella testa.
È
così diverso da quel ragazzino che si è ritrovato
in camera in quel giorno di
febbraio, così follemente coraggioso da sfidarlo.
Un
Gallagher
che sfidava un Milkovich.
Eppure
ha ancora negli occhi quella stessa determinazione che lo ha fatto
cadere, a
poco a poco, quel luccichio puro negli occhi e quella stessa dolcezza
che lo ha
disarmato tante di quelle volte da renderlo un manipolabile cazzone che
si fa
convincere ad andare in un bel ristorante a mangiare piatti da checche
per
recitare la parte della coppietta felice.
Ian
si avvicina e in questo è diametralmente opposto a quello
che era otto anni
prima, non chiede più, prende quel che può,
quando può, prima che la vita e la
malattia gli neghino ogni cosa. Lo bacia e lo stringe a sé e
quanto cazzo lo
ama Mickey nemmeno lo sa, non riesce più a quantificarlo, sa
solo che farebbe
di tutto per vedere di nuovo quel sorriso sulle sue labbra, per
vederglielo
sempre, si vestirebbe pure da donna, se questo servisse a farlo ridere
ogni
giorno, ad allontanare la malattia che di tanto in tanto torna a
gettare ombre
sulla sua vita, così come gli ha raccontato dopo
l’orgasmo di quella notte,
dopo otto anni, in cui si sono dovuti fare un riassunto delle loro
miserabili
vite a metà.
«Tu
sei sicuro di non voler andare a casa a scopare?» Mickey
comunque ci prova a
non farsi trascinare in quella tortura. Sente Ian ridere e sa che
quelle
continue insistenze non lo offendono.
«Voglio
cominciare dall’inizio, Mickey»
«Noi
abbiamo sempre cominciato dalla fine» gli sussurra
attirandolo di nuovo a sé,
perché non gli fa più paura poggiare le sue
labbra su quelle di Ian, non lo
terrorizza più, come quando era un ragazzino idiota.
È
l’unico modo, oggi, in cui sa dirgli ti amo.
Spero che vi sia piaciuta, a presto, Cinzia N.^^