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Autore: Leatessa    11/07/2016    2 recensioni
POSTATO CAPITOLO 28
Dalla storia:
“Possibile che nella nostra famiglia, nessuno e sottolineo nessuno, sia in grado di comportarsi normalmente? Chi ha avuto questa idea? Io non intendo partecipare … non contate su di me …”.
Quelle furono le ultime parole famose di Albus Potter. Ovviamente, come giusto che fosse, prese parte all’iniziativa.
Quella domenica mattina, Rose lo buttò giù dal letto di malagrazia. Lo spinse sotto la doccia e tra una lamentela, un Merlino e un Salazar invocati a pieno Impeto riuscì a trascinarlo al villaggio.
-Lily, quindici anni di astuzia e prodigi, innamorata e senza freni darà inizio alla rivoluzione. Jim e Al aiuteranno il padre e la sua squadra di Auror nelle missioni più disperate. Il resto della combriccola sarà lì a dare una mano, l'amicizia riuscirà a tenerli tutti uniti?
La paura costringerà vecchi nemici e muovi amici a riunirsi ad uno stesso tavolo, per risolvere una serie di gialli che sconvolgeranno l'intero mondo magico!
Buona lettura...
{Capitoli:Prologo/Intro/Alla scoperta dei Black/Le disavventure di Lily&Tunia/La terrorista/Segreti di Famaglia/Le scelte sbagliate}
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Famiglia Black, Famiglia Dursley, Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, James Sirius/Dominique, Lily/Scorpius, Teddy/Victorie
Note: Lime | Avvertimenti: Incest, Triangolo | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'FORBIDDEN lOVE '
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INTRODUZIONE: PARTE PRIMA

Caldo. Caldo é l'aggettivo corretto che si dovrebbe dare a quella lontana estate del 2020. Calda, come il cuore di ogni singolo elemento della sua bizzarra e asfissiante famiglia. Doveva ammettere che l'estate poteva essere definita un po' come la loro stagione preferita, perché no? Lily Potter questo pensava mentre se ne stava seduta sotto un albero di pero, in compagnia di un disagiato Hugo, che sembrava disinteressato a tutta quell’angustiante faccenda al contrario di lei che, lì, sotto quell'albero non riusciva a distogliere lo sguardo da suo fratello maggiore e dalla tristezza che lo martoriava.

James Potter seduto scomodamente sul davanzale della finestra sembrava in procinto di suicidarsi dalla disperazione, o almeno così pensava Lily che, a dodici anni poco ancora capiva dell'amore e di tutti gli intrallazzi che ne facevano parte.
La tana spopolava di parenti, parenti agitati che nelle ultime ore avevano preso una delle decisioni più difficili degli ultimi vent'anni, per quello che poteva saperne lei. Lei che se ne stava lì e non aveva granché da fare se non pensarci e sperare che alla fine in un modo o nell'altro, alla fine di quella lunga e calda estate, tutto sarebbe tornato alla normalità se, essere una Potter, la più piccola dei Potter e in aggiunta far parte dello smisurato clan Potter-Weasley potesse essere considerato un sinonimo di normalità.

Albus Potter, come la sorella, rimuginava in modo assai diverso sugli stessi avvenimenti dell'ultima settimana. Nella mansarda della tana, impolverata e angusta, affacciato al finestrone che nessuno si spiegava come fosse finito là, si nascondeva dal resto della famiglia, sperando con tutto il cuore che il primo di settembre si sbrigasse ad arrivare. Lui, di starsene lì ad ascoltare discorsi che non aveva mai creduto possibili potessero avvenire in quella accozzaglia di patentato che si ritrovava, ne aveva le pluffe piene se proprio doveva essere onesto e tante grazie se gli avessero riso dietro, continuava a ripetersi.
L’ammasso di pensieri che aveva nella testa e che di logico avevano ben poco, stavano per prendere vita e fuoruscire dalle sue labbra, tanto era vero che il giovane Potter mal sopportava non dire quello che pensava, soprattutto se la sua interlocutrice si chiamava niente po’po’di meno che Rose Granger- Weasley.

Rose con non poca fatica aveva appena raggiunto suo cugino nella mansarda, dimenticata dagli Dei, dove solo quell'apatico del cugino amava nascondersi da che ne aveva memoria e lei di memoria diciamocelo ne aveva da vendere. Albus guardava il cortile con interesse come se lì si nascondesse il più antico segreto dell'universo, osservò con appunto Rose che voleva un commento su quella situazione che potesse con certezza maniacale rassicurarla. E chi se non Albus poteva fare ciò?
"Come credi che si metteranno le cose?" Iniziò a chiedere, rimanendo alle spalle del cugino e soprattutto all'ombra. "Peggio di come credete che andranno, forse?".

Albus stava pensando al modo più corretto o per meglio dire opportuno, con il quale avrebbe dovuto impostare la conversazione. Di perder tempo a spiegarsi non né aveva granché voglia e Rose, conoscendolo doveva già esserci arrivata da sola.
"So che ieri sera, tuo padre e lo zio Bill ne hanno parlato a casa vostra?" Tentò di nuovo, iniziando a pregare gli Dei che Albus si decidesse, di grazia, a proferire parola. "Se parlarne é il termine corretto, beh sì. Leggeri toni soavi sono volati tra le mura della cucina di casa. Credo che sia anche saltato un lampadario, tanto per fare scena suppongo?".
"Al! Per l'amor di Morgana, dimmi di cosa diavolo hanno discusso ieri sera!" Si alterò, mentre una goccia di sudore iniziava a colarle dalle tempie. Caldo, faceva troppo caldo quell'estate. "Oltre all'incesto venuto a galla tra il mio virile fratello e la nostra altera cugina, i provvedimenti per l'angusto avvenimento sono stati l’ordine della serata." Iniziò a spiegare, pensando che, precisando cosa James e Nicky avevano combinato poteva in qualsivoglia modo render la faccenda meno ridicola, per come la vedeva lui. "L’idea più gettonata é stata quella di spostare James o Nicky di istituto e qui, apriti cielo! Avranno discusso per un’ora su chi dovesse essere esiliato, - rise, pensando che l'aggettivo supportasse a pieno l’avvenimento - e spedito in un altro stato". Non vedeva Rose, poiché continuava a darle le spalle, con ciò non poté vedere come la piega delle sue labbra aveva preso a incresparsi verso il basso. "Quindi?" L’ho spronò a continuare. "Quindi, per il bene comune, é intervenuta tua madre. E non chiedermi per quale insopportabile motivo fosse a casa nostra, alle due del mattino". Rose e la madre, di quei tempi non andavano molto d'accordo: sia il fatto che Hermione Granger-Weasley passava a casa il tempo indispensabile per darsi una sistemata e tornare al ministero, sia il fatto che Rose era una quindicenne problematica, portava entrambe ad essere su due lunghezze d'onda differenti e, questo determinava che le due si scontrassero di continuo.

"Zia Hermione é stata molto pragmatica e risoluta. Ha accennato al fatto che per una questione politica James non può lasciare il paese. La figura di mio padre, sembra possa risentirne. Ma? Salasar solo sta cosa stanno cambiando al Ministero tutti e due! Così, a causa di forze maggiori, ma, magari forse politiche é meglio che dici? Sarà Nicky ad abbandonare la Bretagna!" Finalmente la guardava in faccia. Come se tutte quelle cose non le avesse capite anche lei, pensò, spostandosi  vicino alla cugina e respirando all'ombra della mansarda. "Andrà a Beauxbâtons?!".
Non era una vera e propria domanda, il tono di Rose era piatto e asettico, più che altro confermava le sue teorie. "Cosa pensi?" Provò di nuovo.

"Rosi, non frega niente a me di chi si porta a letto mio fratello! Soprattutto se lo fa con coscienza e felicità! É sembra esserne cosciente dato che, con coraggio Gryffindor -sogghignò - ha avuto le pluffe di dirlo alla famiglia." Prese una pausa, quel caldo gli aveva asciugato la lingua e Salazar quanto stava parlando! "Sarò onesto nel dirti: un comportamento del genere dalla nostra famiglia non me lo sarei mai aspettato! Da anni non fanno altro che sproloquiare su quanto l'amore, con l’A maiuscola, sia il mezzo per ogni cosa e ora... BOH non é più così!".
 Il Boh era stato molto sentito, l’aveva perfino mimato con le braccia, come se non avesse sudore che gli grondava da ogni dove.

"Sarà per la nuova legge che vuole far approvare mamma! Né parlava con papà qualche giorno fa". L’attenzione di Albus era su di lei, che di leggi da approvare non aveva proprio sentito parlare la sera prima, mentre quatto quatto, origliava la conversazione tra i suoi genitori e i suoi zii. "Impedire i matrimoni tra i consanguinei, chiedeva a papà se secondo lui, era meglio proporre terzo o quarto grado di parentela." Concluse, legandosi i capelli con un fermaglio al quanto insolito per lei.
"Quindi la faccenda politica é la legge?No è impossibile Rose?" Disse pensandoci bene. Che centrava James con quella legge? Della relazione incestuosa a quanto avevano spiegato suo fratello e sua cugina non ne sapeva niente nessuno. Quindi anche fosse un problema e, a quanto pare lo era, l' unica cosa che bisognava fare era non disperdere la notizia. "Credo anch’io a questo punto. Il problema per loro resta però, la nostra famiglia non può mostrarsi favorevole a una legge e poi non rispettarla lei stessa! Dovremmo salutare Nicky a quanto pare!". Terminò sodalizia con tutta l'intenzione di porre fine al discorso. Si osservarono, faceva proprio caldo e il primo settembre era ancora troppo lontano.

La porta si aprì malamente, la testa di Lucy fece capolino chiedendo se fossero pronti a dare una mano di sotto giacché nessuno, ancora, si era preso la briga di apparecchiare la tavola. Lucy e i suoi lunghi, lunghissimi capelli rossi, li precedevano in quell’architettura di scale male assortita. Il pranzo della domenica era alle porte pensò Albus, chiedendosi se la nonna avesse preparato la torta al rabarbaro.

James non si era mosso di un millimetro, continuava a ripetersi che se non avesse insistito così tanto e, avesse dato ascolto a Nicky, tutta quella situazione non si sarebbe venuta a creare.
Nicky si era da poco accomodata vicino a lui, vicini ma distanti, le loro mani quasi si sfioravano senza il coraggio di toccarsi davvero, in quella casa dove tutti li osservavano con modestia parsimonia.
Voleva scusarsi, dirle che aveva ragione, ma non sarebbe servito a niente. Non sarebbe cambiato niente. Così stavano lì, vicini ma lontani. Com’erano sempre stati d'altronde.

In quel sodalizio silenzio Vicky fece la sua comparsa, seguita da Teddy, che povero dal canto suo si trovava tra due fuochi: James, amico e fratello; Vicky fidanzata e futura moglie, per come stavano andando le cose.
"Nicky! - sobillò a chiare lettere - aiutami, la tavola é ancora da apparecchiare!". Nicky che dal canto suo non aveva nessuna voglia di stare in compagnia della sorella che in quei giorni non aveva mai pensato di appoggiarla, si alzò di malagrazia, incamminandosi verso il vecchio garage di nonno Arthur, lasciando Teddy, il povero Teddy, in pieno fuoco amico\nemico.
Teddy che ne aveva vissute molte e che come Auror si apprestava a viverne altri cento di giorni come quello, si sedette vicino a James sperando di cuore che si aprisse con lui.

James pregava Godric che Victoria uscisse dalla stanza e andasse a fare qualcosa di utile per la nonna, invece, di starsene lì a fissarli come se il fatto che Teddy volesse stare con lui, significasse alto tradimento. Per fortuna capì l'antifona e li lascio lì a bearsi dal caldo. "C'è qualcosa che vuoi dirmi Jim?". James non aveva un granché da dire, neanche a Ted. James era sconfortato e umiliato dall'atteggiamento della sua famiglia e questo bastava a farlo stare ancor più da schifo di come in realtà avrebbe dovuto sentirsi. "No! Non c'è niente che io abbia voglia di dirti." Proferì ferendo l' amicizia fraterna che legava lui e Teddy.

James aveva sedici anni, aveva preso degli ottimi voti a G.U.F.O e si apprestava a frequentare il sesto anno. James aveva sedici anni e credeva che l'amore fosse la magia più forte dell'universo. Quell'estate però dovette ricredersi.
Si alzò sperando che nessuno lo seguisse, proprio mentre Fred e Roxie, sudati per il caldo e gli allenamenti di quidditch appena terminati, si immergevano nel tepore della casa. Nessuno dei due, sapeva bene cosa dire in realtà e, lasciarono che James uscisse in giardino osservando con sguardo rincuorante Albus e Rose che avevano appena terminato di scendere le scale e, una Lucy dallo sguardo frivolo che, di frivolo per loro che la conoscevano bene, non aveva proprio niente.
 
Hugo aveva appena iniziato a lamentarsi per la fame quando Lily vide scorgere la figura di suo fratello che si incamminava verso di lei. "Hugs, hei Hugo... Va dentro. Controlla se é pronto!" L’ ho spronò strattonandolo finché suo cugino non si decise ad alzarsi e a lasciarla lì da sola.
Hugo diede una pacca a James sulla spalla prima di lasciare i due fratelli da soli, poi il suo stomaco si lamentò e decise che avrebbe sgraffignato qualcosa dalla cucina, giusto per appuntarsi lo stomaco.

James si sedette vicino a Lily. Come prima non aveva una granché voglia di parlare, così non disse niente, sperando che lei, da dodicenne che nulla sapeva dell'amore non si intromettesse troppo in fatti che ancora non poteva capire. Lily dal canto suo che sí, di amore non voleva ancora capirne niente, aveva una gran voglia di parlare, perciò proferì parola sbattendosene se suo fratello non l' avesse ascoltata. Peggio per lui!
"Io voglio dire la mia!" Iniziò, sperando che James la ascoltasse. Lui, la osservo bene, come per dire: Sentiamo l' ennesima perla della giornata! Non aveva niente contro Lily ma su serio ne aveva le pluffe piene di ascoltare il parere degli altri.
"Non sono mai stata innamorata ma, avverrà presto quel giorno!" Affermò con decisione e James pensò che non era sul serio pronto all'avvento di quel giorno. "Da persona che non é mai stata innamorata, credo, ma potrebbe non essere corretta la mia opinione, che tu e Dominique avete preso un grande abbaglio! Un gigantesco abbaglio" mimò con le mani.

"Sai, sono sempre stata un po' gelosa del vostro rapporto. Quando eravamo piccoli credevo che preferissi lei a me come sorella! Ridicolo no? Eppure eravate sempre insieme. Avete fatto tutto insieme: Imparare a parlare, prima volta sulla scopa, Hoqwarts! Io ero sempre indietro come sorella! Questo capitava anche tra Rose e Al e, con il tempo ho notato che io e Hugo facevamo le stesse identiche cose. La nostra famiglia ci ha insegnato che l'amore é alla base dei nostri legami più profondi. Noi siamo cresciuti tutti insieme. Siamo fratelli e cugini. Siamo amici. Tu e Dominique siete cugini, siete amici... Il legame così profondo che esiste, tangibile fra di voi, vi ha fatto credere di poter essere anche qualcos'altro, per come la vedo io." Cercò di concludere, sperando che in quel breve discorso, fosse riuscita a mettere tutto il suo pensiero. Ci ripensò e riprese la parola prima che James potesse commentare qualsiasi cosa. "La distanza farà bene ad entrambi, e tra un po' di tempo verrai a dirmi: Hei sorellina sai che in fondo avevi ragione!" Terminò convinta, facendogli il verso. E sorrise, sorrise perché non poteva non dire quello che pensava a suo fratello. Perché lei ed Al, erano fatti così: le emozioni dentro proprio non potevano tenersele.

James osserva Lily con la speranza che un po' avesse ragione, magari! Con la speranza che quel dolore al petto si sarebbe attenuato nel tempo e che lo stomaco, prima o poi,  smettesse di contorcersi ogni volta che guardava la cugina. Sperava che Lily, la dodicenne Lily, fosse così matura da aver almeno in parte detto qualcosa che potesse farlo dormire la notte. Ogni notte.
"Hei voi due... É pronto!" Urlò Hugo dalla porta, sbracciandosi come fosse allo stadio e i Cannoni avessero appena preso il boccino.
 
Nicky si era chiusa in garage, aveva distrutto meta del suo contenuto alla babbana e ora piangeva isterica senza riuscire ad inveire contro qualche Dio lontano e cattivo. Louis la trovò così, con le mani nei capelli e il trucco sfatto.
Dopo essersi osservati per un po', Nicky che di non parlare con nessuno non ne poteva proprio più, inveì contro il fratello iniziando a gridare come una matta isterica tutto ciò che le passava per la testa. Solo quando si fu calmata le sue parole, iniziarono ad avere un senso. Louise aspettò che si tranquillizzasse e per tutto il tempo non disse una parola. "Non é affatto giusto! Non mi merito nulla del genere! Li odio, li odio e non voglio vederli. Mi mandano via neanche avessi ammazzato qualcuno o avessi decantato odi a Voldemort! Loro che ne sanno? Se ne stanno lì e sputano sentenze come se qualcuno li avesse eletti giudici della vita dei loro figli! Sono io il giudice di me stessa. Io misuro le mie colpe! Non loro. Io..."
Quando non ebbe più fiato in corpo Louis la abbraccio, rassicurante del fatto che in un modo o nell'altro tutto sarebbe andato bene. Ne era certo. La lasciò così, intenta a sistemare il trucco che le era colato su tutto il viso e che la faceva assomigliare ad un brutto scherzo del destino.

Vicky con cipiglio severo se ne stava lì, fuori dal garage, aspettando che uno dei due uscisse. Di quella situazione non ne poteva proprio più. L' unica cosa del quale si sarebbe dovuto discutere quell'estate era il suo imminente matrimonio. Di quando lei amasse Teddy e di come da persone mature avevano deciso che sì, avrebbero passato tutta la vita insieme.

Louis uscì per primo. Avevano parecchi problemi di quei tempi. Louis, che per giusto studiava all’accademia Auror, da qualche mese non portava i risultati sperati e che in tutti quegli anni l’avevano contraddistinto. Lei e sua madre, pensavano bene che le compagnie che aveva iniziato a frequentare, non fossero un toccasana per i risultati accademici del ragazzo. Ted affermava che non era un gran problema e, che ai giovani apprendisti Auror un po' di svago servisse. Lei non ricordava che Ted si fosse preso questi svaghi ai suoi tempi.

Louis interruppe i suoi pensieri afferrandole il polso malamente e costringendola a guardare verso di lui. "Dovresti essere comprensiva! Darle tregua ... Sei sua sorella, non sua madre!". Le lasciò il polso e rientrò in casa, lasciandola lì, con la consapevolezza che forse qualcosa non stava andando per il verso giusto se l'unica persona con cui era sempre d'accordo era la madre e che, con i fratelli, da anni, non riuscisse ad avere uno straccio di rapporto decente.

 
***
Un pranzo così alla tana non si era mai visto. Il silenzio assoluto regnava sovrano. Fred vicino ad Hugo, gli sussurrò, credendo che nessuno potesse sentirlo, che nemmeno quando Molly, Rose e Al erano stati smistati a Serpeverde, avevano assistito ad un evento del genere. Roxie che non era da meno, sproloquiò dicendo che nemmeno il taglio raso di Molly aveva provocato una caduta di lingue di quella proporzione. Ma, nessuna di quelle battute riuscì a smorzare la tensione e, il pranzo proseguì in assoluto silenzio finché la torta di rabarbaro che Al tanto agognava non fu servita a tavola.

Albus voleva veramente affondare la forchetta nella sua fetta di torta. Lo voleva con tutto il cuore! Ma quella giornata proprio non voleva smetterla di metterlo di cattivo umore.

Suo zio Bill si alzò e prese parola. Finalmente qualcuno parlava. Aveva sperato fosse suo padre. Chissà perché quando aspettava un discorso, pensava sempre a suo padre e alle sue filippiche sull'amore universale.

"Abbiamo concordato, ieri sera, che per smorzare la situazione che si é venuta a creare e mettere fine alla relazione ... " prese tempo Bill, prese tempo, sperando che qualcuno lì avesse ancora qualcosa da dire e, fosse così coraggioso da proporre un altra soluzione,  evitandogli di spedire sua figlia lontano dalla Bretagna. "Dominique andrà a studiare all'estero. Precisamente ad Ilvermorny, negli Stati Uniti!"

Se fino a quel momento non era volata una mosca al tavolo dei Weasley, adesso avevano anche smesso di respirare. Fu James che alzandosi diete vita ai pensieri di tutti i presenti.  "America" urlò!

"La mandate in America!" Questa fu l'ultima frase comprensibile che si riuscì a estrapolare dal litigio avvenuto da lì a qualche secondo.

In casa Weasley non era mai avvenuta una cosa del genere. Molly che di anni ormai ne aveva un bel po' pregava il marito che qualcosa di buono fosse ancora rimasto nella loro casa. Ma Arthur seppellito al cimitero del villaggio vicino, non poteva poi fare granché.

Quella per come la vedeva Lily, fu l'estate più calda che riuscisse a ricordare, un po' come l'inverno che stava per arrivare. Un inverno senza neve in Bretagna Lily non l’aveva mai visto!

 

 
Salve a tutte! Vorrei iniziare con il ringraziare chi ha recensito il primo capitolo e, chi ha inserito la storia in preferite/seguite/ricordate. Grazie a tutte/i.
Vorrei precisare per quale motivo la mia scelta è caduta su la scuola di Ilvermorny, esclusi gli ovvi motivi: è nuova e fighissima. Credo, ho immaginato (sarebbe meglio dire) che la tecnologia dei maghi nel 2020 sia ad un livello superiore rispetto a gli anni novanta. JKR in un suo scritto su Pottermore ha accennato al fatto che ci siano altri binari oltre al 93/4  , uno tra questi potrebbe benissimo portare a in Francia e quindi permettere a James di raggiungere la cugina. Spostarsi di continente è molto più complicato: permessi, documenti, passaporta intercontinentale ecc. ecc., sarebbero da ostacolo ad un sedicenne che ha disposizione solo una giornata (uscita ad Hogsmeade) per andare e tornare. Per questo motivo, la famiglia, conoscendo il temperamento dei ragazzi ha optato per questo brusco allontanamento. Credo sia tutto.
Alla prossima. Ciao.
   
 
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