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Autore: ARed    11/07/2016    8 recensioni
Isabella ha trentadue anni ed è madre di due figli, Charlie (nove anni) e Renèe (tre anni), è sposata con James Tanner, importante uomo d’affari di New York.
Il loro non è un matrimonio felice, Isabella lo sa, e non reagisce, per il bene dei suoi figli.
Ma quando arriva Jacob, suo fratello, le cose cambiano, grazie anche all’entrata in scena del consulente legale di suo marito, Edward Cullen.
" « Grazie Renèe, ti voglio bene », quel disegno rappresentava benissimo la sua famiglia: mamma, lui e la piccola."
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, James | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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DOVE ERAVAMO RIMASTI..
Il giorno della vigilia di Natale, Jacob torna dall’Iraq. James dall’arrivo del cognato comincia a cambiare, ed Isabella lo prende come un segnale positivo.
Lei crede che il marito con la presenza del fratello sia cambiato, ma si ricrede quando una sera Edward Cullen si presenta con un video.

CAPITOLO III

CON MOLTA CALMA

FEBBRAIO 2016

BELLA


Edward se ne era andato da poco, dovevo reagire, smettere con i sorrisi finti, smettere di non vedere. Dovevo prendere in mano la mia vita per il bene dei miei figli. Quindi mi asciugai le lacrime, e feci quello che da tempo avrei dovuto fare, e che grazie ad Edward, avevo trovato il coraggio di fare.
Andai nella cabina armadio di James, presi una delle sue costosissime valige e cominciai, con molta calma, a metterci dentro le sue camice costose, i suoi pantaloni, le sue cravatte, le sue magliette. Mi faceva schifo tutto, lui mi faceva schifo. 
Chiusi la sua valigia e la portai nell’armadio accanto all’entrata, con altrettanta calma andai nella camera di Jacob, quella sera avevo perso un fratello.
Presi il suo borsone e cominciai a cacciarci dentro di tutto, la tranquillità era andata a farsi benedire, ero incazzata, da tutti mi sarei aspettata il tradimento, ma non da mio fratello, da lui no. Non l’avrei mai perdonato, non si sarebbe meritato nulla, così come il suo amico.
Presi anche il suo borsone e lo misi accanto alla valigia, sarebbero spariti entrambi dalla mia vita. Prima di andare a letto, andai a controllare i miei due angeli, dormivano sereni, ignari dello schifo che due delle persone più importanti delle loro vita stavano facendo la fuori.
Alle quattro del mattino sentii il materasso piegarsi, erano rientrati, nell’aria c’era puzza di alcool. James mise, come sempre, una mano sul mio fianco, cominciò a baciarmi il collo, mi veniva la nausea, chissà quante se nera fatte quella sera. Non risposi ai suoi baci, continuai a fingere di dormire.
« Isabella.. so che sei sveglia », le sue schifose mani cominciarono a vagare sul mio seno, si stava spingendo oltre, per quello aprii gli occhi e con un colpo di reni salii a cavalcioni su di lui.
« Io farei anche sesso con te.. », dissi mentendo, la sola idea mi dava la nausea. 
« Brava bambola..>>, rispose mettendo le sue mani sul mio fondoschiena.
« Sei ubriaco.. quindi ora dormi, ti conviene.. », scesi da quel corpo che odiavo da tempo, mi guardava confuso, era troppo ubriaco per capire, doveva godersi quel letto, perché non ci avrebbe mai più dormito. 
« Buongiolno mamy », disse la mia piccolina quando entrai nella sua cameretta il mattino seguente. Splendeva il sole, la vista dal solone di Central Park era stupenda. Era la cosa che più amavo del nostro appartamento.
« Buongiorno principessa », risposi prendendola in braccio e riempiendola di baci, lei assieme a suo fratello erano la mia forza, per loro avrei combattuto. 
« Mamma io sono pronto », il mio ometto si era già vestito per andare da zia Alice, come ogni domenica.
« Allora siamo pronti, andiamo », presi la mia borsa e quella per i bambini e scendemmo. James e Jacob dormivano profondamente, e questo per me era un bene.
« Charlie, Renèe oggi starete tutto il giorno dalla zia », gli dissi scendendo dalla macchina per entrare nel palazzo dove abitava mia sorella.
« Perché? », i miei bambini non dovevano sapere, almeno per il momento, loro non c’entravano niente con quello che stava succedendo tra me e loro padre. 
« Io e papà dobbiamo parlare e Marie ha chiesto di passare la domenica assieme ai suoi cuginetti », non era una vera e propria bugia, mia nipote amava stare con i miei figli.
« Che bello!! », disse Renèe sbattendo le sue dolci manine.
Come tradizione Alice aveva già preparato tutto, il profumo di pan cake si sentiva dalle scale.
« Buongiorno amori della zia », disse lei aprendo, io in questi casi non esistevo.
« Buongiorno Bella », mi salutò Jasper con in braccio la piccolina, che sorrise appena mi vide.
« Tiaa », urlò agitando le piccole mani, Jasper si avvicinò e me la passò. « Ciao piccola »
Renèe e Charlie cominciarono a mangiare come dei forsennati, la cosa mi dava fastidio e mi faceva ridere allo stesso tempo, assomigliavano molto a mio padre in quell’aspetto.
« Ricordatevi di respirare! », gli ripresi mentre Jasper se la rideva, anche la piccola Marie stava prendendo esempio dai due cugini.
« Alice mi puoi tenere i bambini? », domandai dopo aver finito la mia razione di pan cakes.
« Certo, Bella è successo qualcosa? », non volevo coinvolgere nemmeno lei per ora.
« No, devo solo risolvere un problema »
« Sei strana, sembri più.. non so, è da tanto che non ti vedo così.. », mi sentivo di riconquistare la mia libertà.
« È ora di cambiare Alice », risposi dandole un bacio, salutai i miei bambini, sapendo che per loro stava per cominciare un periodo difficile, ma io per loro ci sarei stata sempre, sarei stata per sempre al loro fianco, non gli avrei lasciati da soli.
« Buongiorno », dissi al telefono mentre in taxi raggiungevo casa.
« Buongiorno signora, in cosa posso esserle utile? »
« I vostri servizi sono estesi anche al week end, giusto? », mi informai.
« Certo »
« Devo cambiare la serratura della porta d’entrata, è una porta blindata »
« Nessun problema, siamo specializzati in tutto »
« Ottimo, potrebbe venire questa mattina? », speravo in una sua risposta affermativa.
« Siamo occupati in questo momento, potrei mandare qualcuno questo pomeriggio », non ci voleva, quella serratura doveva essere cambiata immediatamente.
« La prego è urgente, pago qualsiasi cifra »
« Visto che è urgente, vengo io personalmente allora, dove abita? »
Gli diedi l’indirizzo di casa e il nome della marca della porta, entro mezz’ora si sarebbe messo al lavoro. Quando rientrai in casa, James e Jacob ancora dormivano, ne approfittai e misi su chiavetta USB quel maledetto video.
« Buongiorno », dissi al fabbro quando suonò il campanello.
« Buongiorno, allora mi metto subito al lavoro », rispose mettendo la cassetta degli attrezzi a terra e cominciando a svitare le prime viti.
« Si, il mio ex marito ha perso la copia delle sue chiavi, quindi preferisco cambiare, non vorrei mai che qualcuno decidesse di fare un giro in casa mia », dire ex marito mi era piaciuto più del lecito, mi dava un senso di libertà unico.
« Ha ragione, di questi tempi è meglio cambiare, tanto per essere più sicuri » 
« Esatto, vuole un caffè? »
« Volentieri », disse mentre continuava il suo lavoro, andai in cucina e preparai il caffè per entrambi, ne avevo bisogno anche io.
« Ecco a lei », dissi dandogli la tazza di caffè.
« Grazie mille, ho quasi finito »
« Molto bene »
« Che cos’è tutto questo rumore? », domandò James uscendo da camera nostra con solo i pantaloni del pigiama addosso.
« Ho perso le chiavi, non vorrei che certa gente entri in casa mia », ogni riferimenti a lui era puramente casuale.
« Ah, ok », stava ancora dormendo, tra poco l’avrei svegliato per bene.
« Vai a vestirti », non ero così cattiva da cacciarlo di casa mezzo nudo.
« Io ho finito », mi annunciò il fabbro alzandosi da terra.
« Bene, quanto le devo? », domandai andando a prendere il mio portafoglio.
« Le farò mandare la fattura domani »
« Oh, perfetto »
« Questa è la sua nuova chiave », disse passandomela.
« Grazie, arrivederci », il fabbro raccolse tutti i suoi attrezzi e salì sull’ascensore.
Chiusi la porta di casa e presi dall’armadio, vicino all’entrata, la valigia e il borsone, mettendoli davanti all’ingresso.
Dal PC presi la mia chiavetta USB e la inserii nella Smart Tv, mi sarebbe tornata utile più tardi. Era tutto pronto, quando si sarebbero svegliati avrebbero trovato una bella sorpresa, entrambi.
« Di chi sono quelle valige? Jacob parte? Non mi ha detto nulla ieri sera », mi domandò James rientrando, si era cambiato.
« No », dissi sfidandolo con lo sguardo, non stavo mentendo, non era l’unico a doversene andare.
« Buongiorno sorellona », Jacob uscì dalla sua stanza, non riuscivo a guardarlo, la mia rabbia nei suoi confronti era troppo alta, ed io non volevo urlare, non volevo esplodere, almeno non in quel momento. Per questo decisi di ignorarlo.
« Vi porto qui la colazione, ho cominciato a fare un dolce in cucina », non volevo essere gentile, volevo entrambi davanti alla televisione.
Andai in cucina e con molta calma, preparai l’ultima colazione che entrambi avrebbero fatto in quella casa. La tentazione di scambiare lo zucchero con il sale era alta, ma ci rinunciai. Facendo un bel respiro, con il vassoio in mano, rientrai in sala. James e Jacob stavano guardando le notizie sportive, non si accorsero nemmeno del mio arrivo. Posai la loro colazione sul tavolino da caffè e presi il telecomando della Smart Tv.
« Bella manca la Nutella », disse Jacob cominciando a mangiare.
« È finita », risposi semplicemente.
« Che razza di casa è, se non c’è la Nutella? », mi dovevo calmare, altrimenti avrei rovinato tutto.
« Quando andrai a fare la spesa per te, la comprerai, non è molto complicato »
Era arrivato il momento, erano entrambi ben concentrati sulle notizie sportive, presi il telecomando e feci partire il video dentro la chiavetta, amavo la Smart Tv, un attimo prima c’era il football ed un attimo dopo il video di un locale, il video di due uomini che tradivano, in maniera diversa, una delle persone più importanti delle loro vita. 
Un video che mi faceva schifo vedere, un video che distruggeva quel legame profondo che avevo sempre avuto con mio fratello. Un video che metteva la parole fine al mio matrimonio.
Si voltarono entrambi verso di me, erano sconvolti, senza parole, nei miei occhi c’era soltanto pura delusione. Gli occhi freddi di James erano su di me, sembrava voler dire qualcosa, ma non ci riusciva. Non c’era nulla da dire, era tutto molto chiaro.
« Chi ti ha dato quel video? », riuscì a dire dopo qualche minuto.
« Non cerchi nemmeno di giustificarti? Solo questo t’interessa? », non avrei mai fatto il nome di Edward.
« Isabella io.. »
« Tu cosa? »
« Non succederà mai più te lo giuro », quella frase l’avevo già sentita, molte volte.
« Bella.. io ero », cercò di parlare Jacob, ma non volevo sentire la sua voce.
« Stai zitto! », gli urlai.
« Isabella parliamone », James si stava avvicinando, il video sulla televisione continuava a ripetersi, a mostrare lo schifo di cui erano protagonisti.
« Di che cosa vuoi parlare? Di che cosa? Del fatto che sono anni che ti scopi le altre? Del fatto che mio fratello era li accanto a te, magari incoraggiandoti! », urlai stringendo i pugni, dovevo mantenere la calma.
« Cosa vuoi da me? »
« Voglio che tu te ne vada da questa casa, dalla mia vita »
« Vuoi mettere fine a dieci anni di matrimonio? È questo che vuoi? », cercava di incolparmi, per lui era colpa mia, ed in un certo senso aveva ragione, avevo fatto durare quel matrimonio per troppi anni, avrei dovuto svegliarmi prima.
« È quello che voglio »
« Bella, ti prego ascoltami », mio fratello si avvicinò a me.
« No Jacob non ci provare, io mi fidavo di te.. io mi fidavo di te », abbassò lo sguardo, se il pavimento si fosse aperto inghiottendolo, gli avrebbe fatto un favore.
James andò alla Smart Tv e ne estrasse la chiavetta, la buttò a terra, e cominciò a calpestarla, la ruppe. Veramente pensava che fossi così stupida da farne una sola copia? Illuso. 
« Questo video non ti servirà a nulla Isabella! Non mi puoi cacciare da casa mia! »  
« È quello che sto facendo, essendo casa mia, non ricordi l’hai intestata a me, come regalo di nozze »
« Io ti rovino, sai cosa dirà la gente? », l’unica cosa che gli interessava, il parere dell’alta società newyorkese. 
« Ti vedranno per quello che sei! »
« Dove sono Charlie e Renèe? »
« Non sono in casa, volevo risparmiare a loro il vostro spettacolo! »
« Voglio vedergli », da quando aveva questo forte istinto paterno?
« Quando vorrai, non impedirò loro di avere un padre »
« Sei solo una puttana! Una scalatrice sociale! », come diavolo si permetteva di dirmi quelle parole? Vidi Jacob scattare verso di lui e dargli un pugno in faccia.
« Non ti premettere di dare della puttana a mia sorella! », gli urlò prendendolo per il colletto della camicia, ma questo non cambiava le cose.
« Quelle sono le vostre valige, se vi manca qualcosa ve lo farò recapitare, entro due minuti vi voglio fuori da casa mia! », indicai le due valige all’entrata, guardandoli con puro odio, entrambi. Mi facevano schifo uno più dell’altro.
« Bella per favore ragiona, io non.. », Jacob continuava a cercare di giustificarsi.
« Ti ho detto fuori, sei un agente del FBI, dovresti capirle le mie parole! »
« I tuoi figli io te gli porto via, ti lascerò sola, e poi verrai da me strisciando! », le sue minacce non mi facevano paura, avrei combattuto per i miei bambini.  
« Ci vediamo in tribunale allora », voleva la guerra, guerra avrebbe avuto.
Jacob e James presero le loro valige e sbattendo la porta uscirono da casa. Crollai sul pavimento priva di forze, cominciai a piangere, tremavo tutta. Non era vero che non avevo paura, io ero completamente terrorizzata. Non gli avrei mai permesso di portarmi via i miei bambini. Mai.
Presi il telefono e chiamai l’unica persona che mi avrebbe aiutato.
« Bella? Bella che hai? », domandò preoccupato.
« Edward.. »


Ciao, io davvero sono senza parole, non so che dire se non GRAZIE.
Ecco a voi il nuovo capitolo, come vi è sembrato? Ci sono parti che più vi sono piaciute di più?
Io vi aspetto mercoledì con il quarto capitolo.
Un bacio

AlmaRed

 
   
 
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