Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Finestra45    11/07/2016    0 recensioni
Avvenne così che entrarono in possesso della pietra, la pietra che dava il potere oltrepassare i confini del giorno.
Non furono gioiosi i giorni che seguirono quell'evento, perchè quella razza oscura, non vide più limiti alla sua espansione. Uccise. Rubò. Distrusse. nessuno era più in grado di fermarli. Allora il consiglio dei MagisterMagi si riunì di nuovo laggiù dove la pietra era stata creata; laggiù dove quel fuoco magico era ancora acceso. In esso gli stregoni gettarono una manciata di pietre ,rosse come il cielo che si rispecchia nell'acqua, durante un tramonto estivo.
Fu così che la fiamma prese vita. Si innalzò nel cielo con le sembianze di un maestoso uccello. Questo illuminava la notte come se fosse giorno, e si dirigeva laggiù dove quel popolo maligno dimorava. Non ci fu scampo per loro, vennero sterminati da quella mistica creatura, che poi scomparve, e la pietra andò persa.
Questo fino a che...
Genere: Fantasy, Guerra, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Mizar rimase in silenzio per qualche minuto, continuando a guardare negli occhi il suo principe, cercando di organizzare le migliaia di domande che sconvolgevano la sua mente.

-Quindi molti sono morti a causa di una pietra?- Pronunciò, infine, Mizar.

-Esatto-

-Non ci voglio credere è davvero così importante?-

-Cos'è? Insieme alla memoria hai perso anche il tuo carattere? Dov'è finita la tua voglia di conquistare tutto e tutti?-

-Menomale che ho perso anche il carattere, il prezzo che stiamo pagando è troppo alto!-

Urlò Mizar alzandosi in piedi

-Davvero?-

-Si, Cambierò tutto questo!-

-Quanto entusiasmo hai, sono curioso di vedere come ci riuscirai-

Nella cella calò il silenzio.

Questo finchè Mizar disse -E che mi dici di te, come sei finito qui?-

-Era quasi l'alba, il sole era ancora nascosto dietro la vetta del monte Bancara. Si sentì un boato; la terrà tremò, la battaglia si interruppe per un attimo. Tutti erano girati a guardare verso le montagne, la cima stava franando, molte rocce erano state scagliate in aria. Altre stavano rotolando lungo il fianco visibile, lentamente ma inesorabilmente la montagna diventò collina, la collina diventò pianura; un grande vuoto era apparso laddove un tempo si ergeva l’antica montagna.

Fu una strage, la cenere dei vampiri carbonizzati era tale da creare una nube nera, veloce come il vento. Io rimasi impietrito a guardare tutte quelle vite spezzate, tutti quei soldati ora diventati polvere e portati via dal vento. Fu quello il momento in cui mi catturarono, e mi salvarono dallo stesso destino, coprendomi con un grande sacco. Quando mi liberarono ero già chiuso in questo luogo. Non ho ancora idea di come faremo ad uscire da qui.

 

 

I MagisterMagi sono una setta di stregoni. Questa è composta da cinque membri ed ognuno è padrone di un a delle essenze della materia. Acqua. Fuoco. Aria. Terra. Luce. Loro gestiscono le questioni delicate nella terra di Hamok ed il loro giudizzio è incontestabile, anche se non sempre compiono la cosa giusta. Quando non si riuniscono in consiglio, sono sparsi per i territori a regolare il flusso della vita. A colte capita che vengano ritenuti spietati, ma è perchè alcuni non concepiscono il motivo delle loro azioni. Non sono Una setta malvagia, credetemi. Io sono uno di essi, lo stregone Beltan, Padrone della luce.

 

 

Passarono giorni, o forse settimane, prima spezzasse la monotonia di quell’interminabile tempo passato rinchiuso. Finalmente una notte, o un giorno, mentre entrambi dormivamo, fummo svegliati da dei passi provenienti dal corridoi, niente luci giungevano verso di noi, non era la solita pattuglia di quei puzzolenti elfi. Erano sempre più vicini, sempre più frequenti. Quando si fermarono, non c’era nessun’altro rumore, era come se tutto il mondo si fosse fermato, sia io che Mizar eravamo in piedi, aspettando che qualcosa si muovesse.

All’improvviso l’assordante rumore dei cardini della porta che esplodevano, mi assordò mentre Mizar era stato investito dalla porta e schiacciato contro il muro.

Stordito e assordato mi voltai verso la porta che sarebbe dovuta essere li, al suo posto si stendevano quattro ombre, che nel mentre avevano fatto irruzione nella stanza.

-Sire, siamo noi. Siamo venuti a salvarla-

Erano delle mie guardi d’elite, mi tirarono fuori dalla cella, mi dettero da bere sangue nel tentativo di farmi riacquistare un minimo di forze. Poco dopo eravamo fuori dal castello, poi fuori dalla foresta, diretti verso il nostro luogo d’origine.

Mi fermai a pensare, qualcosa non andava. Qualcosa di importante era stato dimenticato, ma ne io ne le guardie riuscivamo a capire cosa fosse.

Poi il lampo, Mizar.

Era stato lasciato indietro, svenuto e solo sulla scena di un’evasione.

Mi chiesi se l’avrei mai più rivisto.

 

 

 

Al momento solo io e Mizar sappiamo come lui riuscì a scappare dal palazzo.

 

 

 

- Siete pronti a partire?- Chiese Suail ad una delle sue guardie.

- Si la sua scorta è pronta a seguirla ovunque lei andrà.-

- Ottimo. Partiamo- Disse mentre inseriva la sua spada nella fodera.

Suail e una manciata di guardie stavano partendo per andare alla ricerca di Mizar, di cui ancora non si aveva alcuna informazione. Tutti si tramutarono in fumo denso e partirono alla velocità del vento diretti verso Waldes. Mentre stavano attraversando la foresta Lasia, a sud dei monti Bancara, i raggi della luna si rifletterono su qualcosa nascosto dalle foglie posate per terra. Era davvero così insolito trovare qualcosa che riflettesse in tal modo i raggi lunari, che proprio Suail discese sul terreno per notare cosa fosse.

Impallidì davanti a quella vista. Ciò che aveva attratto la sua attenzione erano gli occhi di Mizar. Fu devastante per il vampiro vedere l’amico in quelle condizioni, e i suoi occhi un tempo neri come la pece ora erano lì, vitrei, a riflettere la luna. Sarebbe rimasto lì a guardarli, immobile, come se non riuscisse a concepire il fatto. Per fortuna gli altri vampiri non rimasero ipnotizzati, e levarono le foglie morte da sopra il corpo immobile di colui che avrebbero dovuto salvare. Siccome la notte era ancora giovane e la strada abbastanza illuminata, trasportarono a piedi il corpo inerme di Mizar fino al castello. Dove in una stanza il suo corpo era disteso su una branda e il principe accanto a lui rimase in attesa.

Non ci volle molto prima che il dolce benessere che traggono i vampiri dall'oscurità, ridesse a Mizar le forze. Si svegliò e la gioia che provò nel vedere il suo più caro amico seduto accanto a lui, è difficile da descrivere e desisto dal provarci. Entrambi erano molto contenti di quel risveglio.

Camminarono insieme attraverso i corridoi del castello, in silenzio, diretti alla dispensa.

- Vieni Mizar, siedi. - Sussurrò Suail porgendo una sedia

- …-

- Bevi questo e ti sentirai meglio fidati.- Porse un calice di cristallo riempito con sangue, Mizar lo bevette tutto, come se avesse avuto sete per secoli senza potersi dissetare, ma non bastò, ne chiese subito un’altra e un’altra ancora. Sembrava che più bevesse e più ne avesse sete. Dovette intervenire Suail per mettere fine a quel riempire e vuotare.

Non appena l’amico fu calmo chiese –Allora, cosa è successo?-

Silenzio. Mizar fissava le ultime gocce di sangue rimaste sul fondo del bicchiere.

-Sono davvero curioso di sapere come sei riuscito a fuggire da quel fatiscente castello.- Lo incitò Suail ridacchiando. Non ottenne una risposta immediata, passò qualche minuto prima che Mizar replicasse

- Io.. non lo so..- Il principe si sbalordì e replicò –Come puoi non saperlo?-

-Non ne ho idea. Sono sconvolto, fino a qualche giorno fa non sapevo nemmeno chi ero, vagavo per la foresta in cercando di sopravvivere, poi vengo catturato, sbattuto in cella dove tu dici di conoscermi, mi dici che mio padre è morto e mi narri di una mistica pietra che ha scatenato la guerra. E adesso non so nemmeno come sono riuscito ad arrivare qui. Più mi sforzo di ricordare e meno risposte ottengo.- Rispose il vampiro con voce rassegnata mentre fissava il calice adesso vuoto, cercando di non far notare che stava mentendo.

-Non ti preoccupare. Ti darò tutte le risposte che posso.- La voce di Suail era rassicurante e la sua mano era poggiata sulla spalla dell’amico. –Mi giuri che saprò solo la verità?- Chiese Mizar con tono debole.

-Si.-

I due passarono il resto della notte in quella stanza. Uno faceva domande e l’altro rispondeva. Fino a che non venne giorno e mentre si ritiravano nelle proprie stanze per riposare Mizar pose l’ultima domanda all’amico.

-Avrei un’ultima domanda prima di coricarci.-

-Dimmi-

-Il sangue che ho bevuto era umano, vero?-

-Si.-

-Da dove proviene? Voldy?.-

-Si laggiù vivono liberamente, pur essendo confinati in quell'isola. Ogni mese un certo Klutc o Klatc, non ricordo bene, si reca li e sceglie i migliori esemplari per ucciderli e estrarne il sangue che poi vende nelle nostre regioni.-

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Finestra45