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Autore: Cecile Balandier    12/07/2016    25 recensioni
Tutta la giornata del 12 luglio e i momenti che hanno avvicinato sempre di più Oscar e André, portandoli a vivere il loro amore nella notte delle lucciole. Una fanfiction di tre capitoli del momento che amo di più di tutto l'anime.
".... voglio solo vedere il suo ritratto su quella tela...
Provo di nuovo, stringo i pugni, le dita si inceneriscono... e mentre supplico tutto il mio essere, con tutto l'amore che provo, di trovare un varco... il tuo viso improvvisamente si definisce e mi appare tra i raggi del sole, nel colore e nella vita.
E allora capisco che sei là dove vivi da sempre, là dove diventi eternità..."
"Forse sono nato per vivere davvero solo in questa notte..."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Brezza d'infinito

12
luglio
1789

Una frangia di nuvole scarlatte imporpora l'orizzonte davanti a voi. 
Si specchiano nel canale, insieme agli alberi alti e al sole che si spinge lento verso il basso, verso l'acqua, dove l'incontro col suo riflesso appare stagnante, al contrario del fiume irrazionale di ribelli urlanti e armati di ogni mezzo possibile, diretti al Palazzo degli Invalidi. 
Tiri le redini, freni la corsa di Cèsar, e immediatamente tutto ti è chiaro.
"Ma certo! Al Palazzo degli Invalidi ci sono munizioni, fucili e persino dei cannoni, André!"
Credi di essere abbastanza lontana per avere il controllo e il tempo necessario per allontanarti insieme a lui, nel caso dovessero accorgersi della vostra presenza. Ma proprio mentre lo pensi e ne sei quasi convinta, due spari alle vostre spalle tuonano come cannonate, ma vanno a vuoto nell'acqua quasi statica del canale. Non hai il tempo di rifiatare, perché la folla inferocita, si getta su di voi.
"Guardate!! Due soldati della Guardia! Prendiamogli le armi!!!"
Non è possibile, ti dici... 
Sono già armati di così tanto odio?
Non così in fretta... non così...
Dagli occhi spalancati e urlanti di quella gente corri ai suoi, così smarriti... e cerchi immediatamente la risolutezza che ti contraddistingue da sempre. 
"André! Qualsiasi cosa succeda, resta vicino a me!!"
Non guardi nemmeno l'effetto che sortiscono le tue parole, solo il suo piccolo sussulto brucia nella tua gola un dispiacere che si dissolve e scivola sul tuo cuore. 
Inizi ad attraversare il canale con il tuo cavallo, seguita da lui. La corrente per fortuna è calma, non piove da settimane.
In fretta... dovete fare in fretta, perché iniziano a lanciare senza tregua pietre, bastoni e oggetti contundenti. 
Siete quasi arrivati alla sponda, pensi di avercela fatta, ti parla quella sicurezza, quella convinzione che ti porta il fatto di aver scampato tanti pericoli insieme. Ancora un poco, ci siete quasi ma non è così semplice... e l'urlo di André ti strappa improvvisamente dalla speranza. 
Ti volti di scatto a cercarlo.
"André!! Che cosa ti hanno fatto??André!!"
Urli, scansi e fendi con la spada una forca diretta alle tue spalle. 
"André!! André.."
Ti disperi, perché lo hanno colpito proprio alla testa ed ora si lamenta riverso sul cavallo. Ne afferri le redini e lo trascini per quei pochi metri che vi permettono di uscire dal canale e mettervi in salvo al galoppo. 
Dopo un tratto che consideri abbastanza lungo per poter stare al sicuro, ti inoltri in una stradina che si nasconde in un gruppo di querce, un boschetto che segue un canale d'acqua fino al suo arrivo alla Senna.
Fino a Parigi. 
Rallenti il passo dei cavalli, fino a fermarli del tutto. Smonti da Cèsar, ti senti più tranquilla ora, nonostante qualche colpo improvviso di tosse spezzi il silenzio del bosco. Ti allontani di qualche passo e copri con la mano la bocca. Ingoi il tuo affanno, vuoi contenerlo... ci devi riuscire... lui non deve assolutamente sapere.
Sembra passare...
Con il volto sudato e ansimante ti volti a guardare André. Ormai il sole è tramontato del tutto ma uno spicchio di luna ti consente di vedere quasi ogni cosa, attraversata dalla sua luce evanescente. 
Ti avvicini al suo cavallo.
"André..."
Lo chiami bisbigliando, perché in realtà non sei ancora sicura di aver seminato del tutto i ribelli. Sembra tornare in sé anche se ti risponde soltanto con un mugugno, e noti che la sua tempia è striata di sangue. Lo senti poi gemere mentre lo aiuti a smontare da cavallo. 
"Forza André... "
Sembra ancora confuso, ma riesce a saltare giù con la sua solita agilità. Lo aiuti a sedersi su una roccia coperta di muschio e nella semioscurità azzurra della sera, tu rimani ferma come una statua di marmo, a chiederti perché sei stata così egoista.
Perché, Oscar? 
Lui non vede più il pericolo, questa è la verità, insieme a quella ancora più devastante per te, che presto la tua stessa immagine non si potrà più riflettere nella purezza del suo sguardo. 
E tu ti senti disfare da questa verità. 
Ma non ti frena ancora, perché ne esiste un'altra... la più potente di tutte.
Lo ami perdutamente.
Le braccia lungo i fianchi, lo sguardo basso, i tacchi degli stivali infilati nella terra brulla e asciutta, tra i cespugli che diventano macchie sempre più scure man mano che passano i minuti.
Lo senti inspirare, lamentarsi per il colpo alla testa, con le mani sugli occhi, e ti si stringe il cuore, avverti un dispiacere infinito.
Poi d'improvviso sussulta e balza in piedi. 
"Oscar! Tu... tu stai bene, vero?"
Corruga la fronte mentre parla convulso, fermandosi in piedi davanti a te, con una mano aperta sulla ferita e l'altra che vorrebbe arrivare con premura forse inconsapevole alla tua spalla. Ma avvolto dalla notte proprio non ci riesce... perché non ti trova.
"Sì... sto... sto bene André."
Lo strazio di vedere che non riesce a toccarti. Balbetti, sei confusa per questo contatto così tanto voluto da entrambi, ma così difficile da accendere.
Allora ti avvicini, solo quel poco che gli permette di trovare le frange della tua uniforme, all'altezza della spalla. Trattieni il respiro, ma forse tutto di te ora gli parla di questo amore che non ne vuole più sapere di restare custodito, al sicuro, come un bambino. 
Brama di nascere, piangere, camminare. Vorrebbe parlare, baciare, ridere, donare... donare tutto...
"Sono contento che tu stia bene."
Sfiora appena l'aria della sera la sua voce, con la dolcezza che solo lui possiede, mentre l'altra mano gli scivola via dalla ferita e cerca l'altra tua spalla. 
È quasi un abbraccio... quasi un vero abbraccio... e accende una fiammella nel tuo petto... e rimani senza fiato.
Guardi il movimento delle sue labbra, si schiudono, vorrebbe dirti qualcosa... ma alla fine si frena.
Vorresti che continuasse, invece... che ti tirasse a sé e tra le braccia ti facesse sentire i suoi battiti furiosi e tutta la forza del suo amore.
Amore...
Osservi il suo sangue... e pensi che l'amore che provi per lui è in realtà il suo più grande nemico. 
Devi soffocarlo, condannarlo!
Devi dimenticarlo... 
Devi farlo tornare immediatamente a casa. 
Non c'è tempo da perdere, continuerai da sola... 
Da sola...
Muori dentro... ma lo devi fare... e te lo ripeti fino a non poterne più.
Continuare da sola... 
Fai un passo indietro, e lui abbassa le mani. 
Senti quasi dolore mentre lo fa.
"Mi sento meglio Oscar. Dobbiamo continuare, è già notte."
Ti vuole dimostrare di non essere d'intralcio. 
Diglielo ora, farà in tempo ad andarsene, a ritornare da Nanny, a fuggire lontano dalla Rivoluzione, a curarsi, rifarsi una vita, creare una famiglia... magari... 
Incenerisci il tuo cuore con questi pensieri.
"È molto pericoloso continuare per te André... sei... sei ferito."
"No, sto bene."
Sorride e la sua voce ostenta una sicurezza che in realtà non può più possedere.
Guardi a terra... tra i sassolini e i fiori spontanei.
"Allora... vado a controllare la strada principale."
Fuggi svelta da lui.
Ancora un instante per pensarci, ancora soltanto un piccolo istante per capire cosa fare...
Senti delle voci, lo immaginavi che non dovevano essere poi tanto lontani. Immobile, da dietro un cespuglio, ascolti parlare con fervore un gruppo di ribelli attorno al fuoco, mentre sbocconcellano qualcosa da mangiare. Di certo non permettono un passaggio indisturbato, perciò decidi di proseguire a piedi, lungo il canale, sotto le fronde protettive degli alberi e la luce della luna a indicarvi la strada.
Quando torni da André lo trovi pronto, con le redini dei vostri cavalli tra le mani. 
"È impossibile passare, cambiamo strada."
Mentre camminate, il silenzio si adorna della vostra presenza. Al frinire dei grilli si unisce il rumore degli zoccoli dei cavalli e a quello degli animali notturni, i tuoi sospiri trattenuti, che a te sembrano essere strilli acuti nella tenerezza di un sogno.
Un profumo umido e intenso ti arriva alle narici, pervaso da tutta la profondità che lascia il sole quando scioglie resina e linfa durante il giorno, per farle spumare nella notte.
"La ferita alla testa ti fa male?"
Lo chiedi che quasi non te ne accorgi. 
"È soltanto un graffio Oscar. Non ti preoccupare."
Quel sorriso costante che usa per rassicurarti, non lo riesci quasi ad accettare più. 
Basta... dovrai ferirlo, lo sai... usando la sua più grande debolezza per convincerlo... solo per salvarlo.
Solo perché lui conserva la tua vita in sé. 
Solo per amore, semplicemente.
"Perché mi hai mentito per tanto tempo?"
La verità ora... ne senti il profumo pungente... e l'audacia... perché a te piace essere diretta e vera. 
"Come?"
Non si aspettava questa domanda. 
"Il dottore mi ha raccontato tutto. Vedi con molta difficoltà, non è vero?"
Arresta i suoi passi, lo devi convincere una volta per tutte. Gli dirai di ritornare a casa e fingerai di essere abbastanza forte da poter continuare da sola. 
E deve essere un ordine.
"Vorrei... vorrei che tu lasciassi l'uniforme André. Comunque domani, quando andrò con il mio reggimento a Parigi, preferirei che tu non venissi. Vorrei che tu tornassi a casa, dove tua nonna si prenderà cura di te."
Ti avvicini a lui, perché ti possa vedere il meglio possibile e perché vuoi che senta bene la tua presunta sicurezza aleggiare tra le vostre risposte. 
Ma inizi a tremare davanti alla sua fermezza... e hai l'impressione che lui se ne renda perfettamente conto. 
Supplichi te stessa con tutta la forza che hai di continuare a parlare, di controllare quella maledetta fiamma prendere sempre più anima e forma nel tuo petto.
Non vuoi, non devi sentire quanto sta bruciando.
"Ti supplico di darmi retta André, non puoi combattere in quelle condizioni! Cerca di capire... non posso permettere che ti succeda qualcosa."
Perché non parla? 
Perché non dice qualcosa?
Qualsiasi cosa... ma non che ha smesso di amarti... preghi questo nella vastità del silenzio impregnato di sospiri nascosti. 
E come si alza quella fiamma ora... come prende vigore...
"No. Vengo con te, come sempre."
Quel fuoco ora diventa lava incandescente e salendo nella tua gola ne brucia le pareti.
Schiudi le labbra, osservando il luminoso gocciolio delle lucciole che si specchia nel suo sguardo. 
"Sono sempre stato con te in ogni occasione, non posso certo cambiare adesso, ti pare?"
Si è sciolta, vero Oscar? 
La lava sta diventando acqua cristallina che cerca l'etere attraverso i tuoi occhi grandi e indifesi.
E diventa verità che si impone ancora nelle parole che non riesci più a frenare. 
"André, io... una volta sono stata innamorata di Fersen, anche se sapevo chiaramente che tu mi volevi molto bene.. che mi amavi. È mai possibile che tu... possa ancora amare... una donna come me, André?"
Adesso sei solo cuore, corpo e anima, che diventano parti di un'unica sfera celeste, simile alla luna piena o a una bolla trasparente, che oscilla imperfetta nella brezza d'estate. 
"Certo Oscar... io amo tutto di te... da sempre... e per il resto della mia vita."
E respiri... perché senti che il respiro è diventato illimitato come il mondo e tu stessa puoi essere tutte le cose del mondo solo aggrappandoti al confine del suo petto.
Solo pronunciando quelle parole.
Ora lo puoi fare.
Ora, tra le lacrime, puoi conoscere la vera felicità.
"Oh... oh... André... anch'io... anch'io ti amo... ti amo André!"
Le tue dita scavano nel suo petto, per non cadere, ma la sua mano le raccoglie nella sua calda stretta. 
"Questo l'ho saputo da sempre, Oscar. Davvero, l'ho saputo da sempre... adesso niente potrà più dividerci."
Piangi, il fuoco che ardeva e che divorava la vita non esiste più... esiste solo pioggia e canto stellato che lava via il dolore e che lui asciugherà col suo alito e le parole che riserverà solo a te. 
Freni i singhiozzi, sollevi il capo, lo vuoi guardare. Le mani scivolano aperte sul quel petto di uomo che urla la felicità. 
La felicità che straripa anche nel tuo cuore. 
Non aspetti, chiudi gli occhi... gli vai incontro... vai incontro alle sue labbra... 
E più lui ti stringe a sé, più è dolce il gusto della felicità.
Più simile all'acqua che al fuoco... ora... Perché bagnata di un piacere inesauribile.
Le labbra tremano quando si schiudono di più alle sue, e ti sembra che una musica vibrante si generi da ogni vostro movimento o che ogni respiro fuso a quello dell'altro accenda una stella o una delle piccole luci che incorniciano questo momento. 
Ti stringe forte, ti bacia profondamente... e giuri che potresti morire in questo momento e che non avresti rimpianti.
Morire di felicità.
Morire di amore. 
"Ti amo."
Lo ripeti, vuoi vedere il suo viso esplodere di gioia.
E lui lo fa, esplode e sorride.
Sorride il tuo uomo mentre ti guarda e forse un raggio di luna gli permette di aprire un piccolo spiraglio sul tuo viso innamorato affamato di quell'amore che ti strazia le carni. 
"Dimmi ancora... che mi ami."
Dita lunghe e forti attorno al tuo viso, la cornice più preziosa per il tuo volto, l'unica che desideri.
"Ti amo Oscar."
La voce così bassa, mischiata al tuo sapore... 
Ed esplode anche sul tuo viso una luce divina...
Ora lo sai, cosa significa essere davvero felice.
E ora vuoi di più.
Vuoi tutto... tutto di lui.
****
Forse sono nato per vivere davvero solo in questa notte.
Ti voglio bene... 
Ti amo... 
E se esistesse un sentimento più elevato o più forte ancora dell'amore, allora pronuncerei il suo nome a chiara voce, offrendotelo tra il cuore e il dolore... perché sto volando con te Oscar.... e non mi voglio più fermare. 
Non questa notte.
Piangi ancora, sul mio petto, che non vuoi più lasciare.
"Oscar... non piangere..."
Un piccolo gemito, l'emozione che vibra nella mia voce e nelle mie mani, che vogliono muoversi ancora teneramente tra le dune di sabbia dorata della tua nuca. 
Ti bacio la fronte, il capo, ti abbraccio di nuovo...
"Perché non me lo hai detto prima?"
Una domanda insieme ad un sorriso.
"Non lo so... io... avevo paura per te..."
Sussurri e sei dolcissima.
"Paura per me?"
"Sì. "
Un bacio dopo quest'ultima sillaba. 
Un bacio esigente, un bacio che riduce le forze. 
"Stringimi ancora."
La tua voce si sbriciola sul mio fiato e nella sua debolezza mi ricorda la brezza del mare, quando arriva leggiadra sul viso e sul collo, incostante, perciò imperfetta... ma sempre preziosa, sempre inebriante... e imperitura. 
Ad ogni bacio schioccante ci fermiamo, per guardarci, accarezzarci il viso e ripetere parole d'amore.
Amore...
Che sensazione strana porta la felicità di poterlo assaporare... sembra di cadere e insieme di volare.
Ti stringo tra le braccia, come avrei voluto fare da anni... senza paura, senza fretta... e ci baciamo per un tempo che non ha misura, e imparo a conoscere la tua voglia di me. 
Tu mi vuoi, tu sospiri per me, tu sussulti e poi trattieni il fiato quando le mie mani iniziano ad esplorare le tue forme. 
Solo la vita e l'ansa lieve dei fianchi... 
Vorrei spogliarti, desidero con prepotenza averti, cedere al desiderio che prende forza ed estensione, che scansa ogni paura o difetto... ma fermo le mie carezze, aspetto che sia tu a dirmi cosa fare.
Ti volti e ti allontani solo di un passo, lasciando scivolare via lentamente le dita dalle mie. Sganci la spada dalla cinta, la getti a terra, insieme alla pistola e agli stivali, che sfili in fretta. Poi ti fermi, e guardi davanti a te, dandomi ancora le spalle. Mi avvicino, respirando profondamente, poi getto il copricapo da soldato e le mie armi dove hai lasciato le tue cose e inizio a slacciare la mia uniforme, mantenendola però ancora addosso. 
Sei ad un soffio da me, sei davanti al mio respiro... che non controllo più, ora che si fa prossimo ai tuoi capelli, che raccolgo tutti e li porto chiari e morbidi al viso. 
Chiudo lo sguardo, respiro con tutta la voglia che ho di te...
Respiro i tuoi capelli e penso ai prati di settembre, quando il sole diventa meno abbagliante ma lascia la sua essenza in ricordo dell'estate sui lunghi fili d'erba e sulla pelle delle braccia abbronzate. 
"Profumano di sole..."
Trema la mia voce... e tremi tu... che sorridi e forse gemi, mentre appoggi il capo al mio petto.
"André... fammi tua..."
Le dita perse nei bottoni della tua giubba non appena lo dici, mentre le mie labbra riarse cercano sulle tue gote le lacrime di gioia che hai deciso di donare a quest'uomo assetato... che ti ama più della sua vita. 
La slaccio agilmente tra il tintinnio delle medaglie e delle mostrine. Non ho bisogno di vedere bene per farlo... l'ho immaginato migliaia di volte... l'ho avviluppato nei miei pensieri e desideri più intimi di uomo.
Te la sfilo e in un attimo la prendi tra le mani e la getti a terra.
"Continua."
Lo mormori appena, ma tradisci il tuo nervosismo. Accarezzo il tuo mento e ti faccio voltare solo con il viso, in cerca dei tuoi baci. 
"Io... non... non ho mai... io non so.."
Lo confessi proprio sulle mie labbra e non riesci a celare l'imbarazzo e la tensione. Ti accarezzo una guancia, sei un corpo che freme e un'anima desiderosa di spiccare il volo... con la mia.
"Sai che ti amo."
L'unica cosa che ti serve sapere e io te lo sospiro sul collo, dopo aver nascosto le mani tra i tuoi capelli, chiari come la luna e le stelle che questa notte ci sta regalando come strada per raggiungere l'eternità. 
Anch'io sono nervoso... e voglio perdermi ancora un poco nei momenti più fluidi e innocenti. Sfioro il tuo collo, scivolando con le dita sulla tua pelle trasparente... un gesto che ti fa sorridere come da bambina, perché hai sempre sofferto il solletico in quel punto, nascosto dai boccoli biondi.
Sorrido, ti conosco bene.
Sorrido e in questa notte d'argento non ti vedo come vorrei. 
Eppure non m'importa.
Sei felice, questo soltanto conta.
Sei mia... l'unico mio sogno divenuto ora reale. 
Hai il respiro affrettato mentre inizi a sbottonarti la camicia. 
Deglutisco, l'eccitazione inizia a manovrare i miei pensieri...
Non ti volti ancora, ma sei urgente nel prendere le mie mani e portarle a cercare tra la stoffa la parte di te che mi porta al delirio.
E io credo di morire davvero quando inizio a sfiorarti le rotondità più morbide e desiderate.
Tu ansimi... e io sento di essere fatto di solo fuoco rovente. 
Stringo e sigillo piano le mie dita attorno ai tuoi piccoli e perfetti seni e poi ai capezzoli... e sono certo di stare bruciando.
Ti volti, in fretta, e ti sfili la camicia, facendola volare come un cigno bianco sul letto verde di un lago.
"Sei stupenda..."
Non rispondi e anch'io smetto di parlare, quando le tue mani cercano il mio petto e stavolta s'intrufolano e piccole e svelte fanno ciò che ho appena fatto io con te.
Le tue labbra schiuse e per nulla silenziose sono una tentazione troppo grande e ti bacio di nuovo, con più passione, dopo aver gettato a terra anche la mia maglia e poi, con affanno, tutto il resto dei nostri abiti. 
Sei ancora tra le mie braccia, nella mia bocca... e i nostri corpi ora li vedo celesti spiriti d'ombra... ma caldi, sudati, vogliosi d'infinito, tesi al terreno, con il respiro però alto, verso stelle che solo tu puoi vedere. 
Tu... ora sotto il mio corpo di uomo.
Tu amore... completamente nuda sull'erba piegata dal tuo bianco peso.
Tu... Oscar... la mia donna.
"Amore mio, quando siamo insieme... sento di vivere... io sento di vivere!"
Le labbra sfiorano dolci e struggenti queste parole e mentre parli e le mani si aggrappano alle mie spalle, spingo in te, amore mio... frenando il più possibile tutta la passione che vorrebbe urlare e liberarsi dentro il tuo corpo.
Una spinta che voglio diventi carezza profonda e desiderata da entrambi. 
"È pieno di lucciole, sai..."
Reclini la testa mentre sussurri e mi offri il collo... lo sento con le labbra.
"Davvero? E... sono belle?"
Lo percorro con la voce sulla tua pelle a ottenebrarmi la ragione. 
"Sì. Oh!!"
Gemi, soffochi un lamento e io cerco di soffocare il piacere che divampa inarrestabile, riempiendoti di baci.
Sono arrivato a te amore.
Sono arrivato al cuore del tuo corpo di donna... e l'ho sciolto, Oscar.
Bacio la tua fronte, sudata come la mia, e raccolgo i tuoi gemiti con le dita che rabbrividiscono insieme alle tue labbra piene.
Ricomincio a muovermi solo quando ti vedo sorridere e sento le tue mani tornare ad accarezzarmi i capelli.
Ti guardo per capire cosa provi... e mi sembra di cogliere un tremore nelle tue ciglia e nei tratti del tuo pallido viso, simile ad un battito d'ali. Sento con tutto me stesso che mi ami.
Sento che sei felice. 
E il mio cuore si spalanca.
Il tuo sorriso trema, perché ti sto facendo ancora mia, senza più frenare la forma e l'urgenza della mia virilità. 
Baci e mordi le labbra e stringi le gambe attorno ai miei fianchi.
Sussulto un po' e rido con te quando il morso adorabile si imprime di più nella mia carne. 
"Così impari..."
Sussurri, sei bellissima nella tua finta smorfia. 
"Scusami..."
Una breve risata sulle tue labbra, che diventa subito bacio sciolto di voglia... e continuo a spingere... e sento il tuo piacere mischiarsi alle nostre lingue.
"Ti amo."
Lo pronunciamo ancora... l'uno sul respiro dell'altra, muovendoci disperatamente... 
E disperatamente insieme urliamo e concediamo finalmente alle anime di vibrare e gioire all'unisono attraverso i corpi.
Sono pazzo di te, Oscar.
Sono quasi... dentro l'infinito.
****
Il dolore è lontano ora...
Ogni tipo di dolore, lui ha il potere di dissolverlo solo col suo amore.
L'avessi saputo prima, pensi...
Se avessi capito prima cosa vuol dire amarlo ed esserne riamata...
Ora il tuo seno preme contro il suo petto, che scivola sudato mentre spinge in te... e tu godi di lui... e diventi donna con lui.
Il tuo André... ansimante di piacere tra i tuoi capelli e l'erba scura.
Il tuo André... e tu pulsi ancora di lui.
Le sue spalle larghe sopra di te... e oltre vedi la Via Lattea. 
Gliela proverai a descrivere domani, quando tutto sarà finito...
Guarda come ti chiama quella splendida scia azzurra di brividi. 
Brividi della pelle del cielo che gioisce di voi due, finalmente allacciati dall'amore.
Chiudi gli occhi, ti riempi il respiro del suo odore caldo, taumaturgico e meraviglioso.
Esce da te e nel suo sorriso bellissimo vedi tutta la vostra vita scorrere lontana... 
Siete nati adesso... siete nati insieme.
Ti bacia e senti il cuore gonfiarsi ancora.
Ti stringe a sé e nel buio del bosco esistete solo voi e il presente.
Ma non il silenzio, perché tanto avete da dirvi...
"Sai... non dormo molto negli ultimi tempi... "
Lo ascolti parlare, senza osare staccarti dal suo abbraccio nudo e caldo.
"Allora... sogno ad occhi aperti."
Sorridi, guardi il riflesso di luna sui vostri palmi accostati.
"E cosa sogni?"
Bisbigli, e ti piace la dolcezza naturale della tua voce.
"Di rivedere il mare... e noi due che cavalchiamo insieme sulla riva."
Intrecciate le dita delle mani, le intrecciate forte e lui se le porta alle labbra mentre parla. 
"Poi?"
Vuoi sentire il più possibile solo la sua voce, in questo silenzio dolce... che tra poche ore diventerà rumore di rullo di tamburi e violento grido di battaglia. 
"Nel mio sogno c'è tanta luce... i raggi del sole ci attraversano... e io non sono cieco..."
Ti mordi le labbra, cerchi di trattenerti, non vuoi piangere proprio ora.
"... montiamo insieme su Cèsar... tu sei innamorata di me e io... l'uomo più felice del mondo."
Ti sollevi dal suo petto, il suo volto tra le mani.
"Promettimi che non mi lascerai mai sola, André."
Inspira e ti bacia, portandoti sopra il suo corpo, accarezzandoti le natiche e tra loro ancora la tua scia di donna, fino alla schiena, liberandola dai capelli. E quando senti la morbidezza della sua bocca schiusa muoversi nella tua, credi di impazzire... e ti domandi cosa fare...
Cosa devi fare?
Fuggire?
Sì...
Tu e lui... 
Dovete fuggire lontano, pensi... così vi metterete in salvo, almeno voi e il vostro amore.
Forse... forse guarirai... 
Perché tu non vuoi morire!
Ma subito avverti una fitta nella tua coscienza e un angolo del tuo cuore si contrae. Pensi alle persone che contano su di voi, alle persone disperate che vi aspettano per combattere insieme, per credere in quei valori che senti vibrare anche nel tuo cuore e in quello di André.
André... 
Lui non ti chiede ancora cosa hai deciso di fare.
Lui non sa ancora che tutto il mondo d'ora in poi ti vedrà come la donna di André Grandier... 
A tutti dirai che sei la sua compagna, che lo seguirai per sempre. 
Sì... se lui te lo chiederà, combatterete uniti agli amici... al popolo... per la libertà!
Farete questo.
"Dimmelo... amore mio... ho bisogno di sentirtelo dire."
La tua voce si salda al suo respiro.
"Te lo prometto... Non ti lascerò mai sola... "
I pensieri si placano.
Il tuo cuore ora ti dice solo di amare. 
Perché l'alba arriverà e si espanderà per infrangere il mondo in cui avete rinchiuso la vostra felicità.
Intanto amalo, Oscar.
Intanto sogna, ancora un po' tra le sue braccia. 
~
Siete felicità, cuore e carne, distesi e intrecciati, tra la gioia ormai irrefrenabile e le stelle che cadono nell'acqua e rinascono con voi in fluttuanti perle d'oro. 
E tu ancora non lo sai... 
ma sarete di più...
Sarete il coraggio e la fedeltà... il piombo e il valore... il sangue e il fuoco di un dolore che vi separerà solo il tempo di un grido disperato. 
Sarete il fulgore di una gloriosa stella cadente nel breve momento in cui disegna se stessa nella densa e mortale coltre di fumo. 

E sarete per sempre... 
imperfetta 
brezza d'infinito.
_________________
Infinitamente grazie di aver letto...
Cecile
   
 
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