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Autore: Kotku    12/07/2016    4 recensioni
Prendete Sansa Baelish e le sette certezze che aveva da quando era diventata un'abitante di casa Stark:
1 – Quando aveva detto che non c'era nulla di male in sua madre che si fidanzava con Eddard Stark, ovviamente si era sbagliata.
2 – Robb Stark era più montato della panna.
3 – Se Arya Stark non le rompeva le scatole ogni singolo giorno della sua esistenza non era completa.
4 – Jon Snow aveva bisogno di una ragazza.
5 – Margaery Tyrell era decisamente troppo interessata ai componenti della famiglia Stark.
6 – Theon Greyjoy era amico di Robb. (E questo diceva tutto)
7 – Daenerys Targaryen era decisamente tinta.
Ora, aggiungete a questo mucchio di informazioni e persone anche una scuola in comune, dei genitori severi, dei professori ambigui e un ballo di primavera.
Cosa potrebbe andare storto?
Indovinato. Tutto.
Perchè si sa, quando giochi al gioco della scuola di Westeros, o vieni incoronata reginetta, o la tua reputazione muore.
|Storia modificata e ripubblicata|
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Daenerys Targaryen, Jon Snow, Margaery Tyrell, Robb Stark, Sansa Stark
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1 - First day
 
Sansa Baelish addentò un pezzo del suo tortino al limone, unica gioia, insieme al bel tempo, di quella mattina.
Ricominciare la scuola era tragico tutti gli anni ma, dopo quell’orribile estate, studiare era l’ultima cosa che la ragazza avrebbe voluto fare.
Finita la colazione salì in camera sua, ravviò i capelli ramati e, sistemandosi le pieghe della gonna della divisa scolastica, prese la borsa con i libri.
Una delle poche cose positive del suo trasferimento era stato il fatto di essersi avvicinata alla Westeros High School, in modo da poterci andare a piedi, necessariamente da sola.
Non sarebbe andata a scuola con loro per nessun motivo.
Era strano, tra l’altro, non averli ancora incontrati, quella mattina. Tutti, a parte Brandon, che aveva solo otto anni e rimaneva alle elementari fino a pomeriggio inoltrato, andavano nella sua stessa scuola.
Sansa scese in fretta le scale, e per poco non andò a sbattere contro un ciclone di capelli castani, che andava nella direzione opposta.
Arya Stark, quattordici anni, unica figlia di femmina di Eddard, le lanciò uno sguardo truce.
- Levati – disse, e si diresse in fretta al piano superiore.
Sansa, vedendola, trattenne a stento un risolino.
Evidentemente Arya, che quel giorno avrebbe messo piede per la prima volta in quella scuola, non aveva preso troppo bene il fatto di dover indossare una divisa.
La cravatta non era annodata, e la gonna era abbassata ai limiti del possibile.
Ora, se si fosse trattato di una persona qualsiasi, Sansa sarebbe stata ben contenta di aiutarla a sistemarsi, ma non se si trattava di Arya Stark.
Quella ragazzina la odiava, neanche fosse stata sua la colpa di essersi trasferita lì.
Era maleducata e decisamente poco incline alle regole, ed ormai la rossa aveva rinunciato a capirla.
Semplicemente la trattava con freddezza, e a volte scortesia, come del resto faceva con tutte le persone di quella casa.
Afferrò la sua copia di chiavi e si tirò dietro la porta di casa, sospirando.
Un nuovo anno era iniziato. 
 
 
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Come Sansa potè notare, la notizia che era andata a vivere dagli Stark si era già diffusa. 
Mentre camminava avanti e indietro nel giardino della scuola – cosa che era solita far durante l’intervallo – le arrivarono alle orecchie mormorii e sussurri dei suoi compagni indiscreti, che evidentemente non avevano nulla di meglio da fare che spettegolare.
Sansa comunque non li biasimava, il fatto che le famiglie di alcuni studenti si unissero non era granchè comune, e parlarne per i ragazzi della Westeros High School era naturale.
Probabilmente essi avrebbero potuto spettegolare anche sulla pioggia che cadeva. L’ultima cosa che si erano inventati l’anno prima – e di cui tutti continuavano ad essere convinti – era che Cersei e Jaime Lannister, gemelli e rispettivamente insegnanti di letteratura ed educazione fisica, stessero insieme in segreto.
Sansa ovviamente non ci aveva mai creduto, soprattutto perché Cersei era la madre di tre biondissimi ragazzi, Joffrey, Myrcella e Tommen, ed aveva un marito.
Il fatto che poi uno dei tre figli fosse un totale maniaco decelebrato, però, era un’altra storia, a cui Sansa non aveva assolutamente voglia di pensare.
Intanto, senza che la ragazza se ne accorgesse, il cortile della scuola si era riempito.
I primini spaesati si erano radunati tutti in un angolo e parlottavano tra di loro, cercando di non attirare l’attenzione. Sansa non vide Arya tra loro, segno che probabilmente la sorellastra era già andata a fare casino da qualche parte.
Anche l’altro suo fratellastro e il suo quasi cugino erano arrivati.
Robb Stark era stato accolto dalla sua folla di amici, neanche fosse stato Dio sceso in  terra, i quali tra l’altro lanciavano delle occhiate a Sansa, forse pensando che lei non se ne accorgesse.
La ragazza non riusciva proprio a capire a cosa fosse dovuta tutta la popolarità di Robb. Certo, era l’unico studente che in quanto a buoni voti riusciva a competere con lei e Samwell Tarly, aveva gli occhi verdi ed un certo carisma – che Sansa non vedeva, in realtà, ma che era ritenuto presente dalla maggior parte degli studenti – ma di certo Robb era montato, ed aveva troppa fiducia in se stesso.
Jon Snow, invece, il suddetto quasi cugino, era il contrario.
Sembrava evitare la popolarità come la peste – tant’era che appena Theon Greyjoy si era avvicinato a Robb, Jon era praticamente scappato via – e preferiva stare con l’unico amico che aveva.
Sembrava sempre triste e ignaro del fatto che alcune ragazze gli andassero dietro, per qualche ignoto motivo. A Sansa quello stupido comportamento ricordava quello delle bellezze acqua e sapone insipide e insopportabili dei romanzi rosa – tipo di libri dai quali si teneva alla larga.
Comunque, la ragazza poteva affermare con certezza di sopportare Jon molto di più di quanto riusciva con Robb e i suoi amici.
Dopo l’ennesima occhiatina indiscreta di uno studente, forse più grande, Sansa decise di rientrare nella scuola per passare gli ultimi minuti in pace prima della lezione di matematica.
I corridoi erano meno popolati in quel periodo dell’anno, soprattutto nei rari momenti in cui il sole decideva di fare capolino tra le nuvole, e Sansa voleva approfittare di quella tranquillità finchè poteva. Sarebbe stato difficile evitare gli altri, quando sarebbe piovuto.
Se non altro in quel momento Sansa aveva trovato qualcosa di meglio da ammirare, che i fiori del giardino.
Davanti a lei parlottavano due ragazzi, probabilmente fratelli, che dopo neanche un’occhiata avevano scalato la lista delle persone più belle che Sansa avesse mai visto, piazzandosi al primo posto.
Il ragazzo aveva i capelli leggermente ricci e castano chiaro, che spostava pazientemente dagli occhi azzurri con un gesto scocciato della mano. Sembrava un ragazzo molto elegante, a giudicare dal modo in cui parlava – Sansa non riusciva a sentire la conversazione, ma si stava avvicinando progressivamente al duo.
La sorella non era meno bella del fratello. La divisa blu le cadeva addosso come fosse stata una cascata d’acquarelli, e i capelli castani le incorniciavano il viso in modo impeccabile.
Il ragazzo improvvisamente troncò la conversazione, come accortosi di aver dimenticato qualcosa, e se ne andò, non prima di aver salutato la sorella con un bacio sulla guancia.
Sansa si rese conto solo in quel momento di essere l’unica ragazza presente nel corridoio, e di non star facendo nulla – a parte fissare la ragazza che non aveva mai visto prima, attirando così la sua attenzione.
Sansa arrossì leggermente, mentre la sconosciuta le si avvicinava.
- Anche tu in cerca di tranquillità? – domandò a Sansa la ragazza.
Sansa annuì. – Non è carino essere sulla bocca di tutti – 
La sconosciuta sembrò pensare un attimo all’affermazione di Sansa. – Tu quindi devi essere la ragazza che si è trasferita a casa del tipo con gli occhi verdi, giusto? –
- Esattamente – rispose Sansa. – E si da il caso che il tipo con gli occhi verdi sia un completo idiota, che probabilmente andrà a raccontare i miei affari a chiunque –
La sconosciuta rise, con una risata cristallina, una delle più belle che Sansa avesse mai sentito. – Comunque non sei l’unica ad essere al centro dell’attenzione. Io e Loras siamo arrivati oggi, e sembra che tutti guardino noi. Mio fratello non è una persona estremamente socievole, e quindi ha preferito rifugiarsi qui –
Sansa non sapeva se essere più stupita del fatto che una persona appena arrivata sapesse del suo repentino trasferimento, o del fatto che la sconosciuta pensasse di essere al centro dell’attenzione solo perché nuova.
- Beh, visto il vostro aspetto, penso che sarete al centro dell’attenzione per un bel po’ di tempo, al contrario di me – disse Sansa.
La sconosciuta sorrise. Aveva un sorriso strano, dava l’impressione di sapere esattamente quando e come il mondo sarebbe finito. Una ragazza del genere sarebbe stata la prima tra la lista delle amiche di Robb. – Mi sono accorta di non essermi ancora presentata, che stupida. Il mio nome è Margaery Tyrell –
Sansa strinse la mano che la ragazza le porgeva, e sorrise istintivamente. – Sansa Baelish -
 
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 Dopo aver trascorso si e no cinque ore alla Westeros High School Arya Stark poteva dire di odiare la scuola.
Tanto, tantissimo.
A cominciare da quella cosa disgustosa che la gente si ostinava a chiamare divisa, con la gonna, che le aveva fatto mostrare a tutti le gambe da ragazzino.
Togliersela di dosso era stata la prima cosa che Arya aveva fatto quando era arrivata a casa, e subito dopo aveva cominciato ad allenarsi.
Neanche a dirlo, il sacco che era abituata a colpire con il suo rudimentale fioretto quel giorno aveva preso, nella su mente, le forme di Cersei Lannister.
La terribile professoressa la aveva presa subito di mira, quasi sicuramente per il suo modo di fare non troppo educato che di solito alla gente non andava a genio.
Ma lei era fatta così, cosa ci poteva fare?
Arya fece un affondo, immaginando di trafiggere il ventre della sua bionda insegnante con tutta la sua forza.
L’ambiente dove era finita le faceva proprio schifo, erano tutti degli spocchiosi arroganti come Sansa, e, in conclusione, non era riuscita neanche a vedere Jon o Robb, da nessuna parte.
Grazie al cielo invece non aveva visto la sorellastra dai capelli rossi, altra persona che era solita immaginarsi al posto del suo povero vecchio sacco.
Meno vedeva quell tizia superficiale che si era stabilita in casa sua e meglio era.
La porta della camera di Arya si aprì e la ragazzina, con uno scatto fulmineo, puntò la specie di arma che impugnava al collo del disturbatore.
- Oggi è stato un trauma così grande, sorellina? Allora è anche peggio di quanto pensavo - 
Davanti ad Arya, con le mani dietro la schiena, Jon sorrideva divertito.
La ragazzina arrossì leggermente e si lasciò sfuggire una risatina, per poi abbassare l’arma. – Si vede tanto, eh? –
Jon chiuse la porta alle sue spalle e si sedette sul letto, come era solito fare quasi tutti i pomeriggi. – Sei stata presa di mira da qualcuno? –
Arya annuì, colpendo un’altra volta il sacco, questa volta con un pugno. – Cersei Lannister, hai presente? Ecco, la odio, la odio, la odio. La ho vista solo una volta e già mi sale l’omicidio se penso al fatto che dovrò rivederla. –
- Lannister, letteratura, ho presente. Non è la mia insegnante, ma il mio amico Sam me ne ha parlato, e ha detto che è terribile. L’unico consiglio che posso darti è, nel caso fosse il tuo insegnante di educazione fisica, di farti amico Jaime Lannister. Sei brava negli sport, lo apprezzerà – Jon tentava di consigliare come meglio poteva la sorellina, ma, dato il carattere parecchio irascibile di quest’ultima, preferiva andarci piano con i suggerimenti.
- È il fratello della Lannister o suo marito? Comunque no, non ho lui come insegnante, ma una certa Brienne Tequalcosa, non ricordo – 
- Il suo gemello, fino a prova contraria, ma tutti pensano che tra i due ci sia lo stesso qualcosa, ipotesi totalmente insensata a parer mio, contando che la Lannister è sposata e con figli. Tuttavia è anche vero che il suo gemello non si è ancora fatto vedere con nessuno, che io sappia, e continua a rifiutare le avances… -
Arya alzò le mani in segno di resa. – Fermo, fermo, fermo. Se hai voglia di raccontare gossip, ricorda che ho una sorellastra che sarebbe ben contenta di sentirti. –
- Ricevuto – Jon sorrise alla reazione della sorellina, malgrado dovesse ammettere che raccontare le voci di corridoio lo divertiva molto. – Allora penso di doverti svelare il vero motivo per cui sono venuto qui –
- Quale? – Arya lasciò stare il sacco, e si girò verso il fratello, arrotolando le maniche della tuta nera che indossava. 
- Sono riuscito a convincere papà a farti fare un corso a tua scelta, sportivo. Ovviamente non uno qualsiasi, ma uno di quelli a cui aspiravi tanto. Pensi ti darai alla scherma, alla boxe o al football? –
La ragazzina sbattè le palpebre e sgranò gli occhi. – Papà ha davvero dato il permesso? E neanche Catelyn ha detto nulla? –
Jon sorrise. – Esattamente –
Arya gettò le braccia al collo del ragazzo. – Sei il migliore, fratellone –
Jon strinse a se la sorellina. Quello era uno dei pochi momenti in cui si sentiva a casa, in una famiglia che sembrava non appartenergli.
 
 
 
Salve, miei cari,
eccoci tornati con il nuovo capitolo – decisamente prima del previsto.
Sono molto contenta che abbiate apprezzato il prologo, e spero possano piacervi anche questo capitolo e quelli che seguiranno.
Di certo noterete che è un capitolo un po’ breve rispetto  a quelli che sono solita pubblicare, ma è di introduzione, quindi non vi resta altro che aspettare.
Che ne pensate di Sansa e degli altri personaggi? Fatemi sapere!
Grazie infine alle 4 persone che hanno recensito e a tutti i lettori silenziosi.
Un grande abbraccio,
Kotku

 
   
 
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