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Autore: lottie e    12/07/2016    3 recensioni
Dal testo:Hinata aveva poche certezze nella sua vita, poche parevano dire tanto, quasi nessuna.
Ogni avvenimento nella sua vita era scandito da un continuo passaggio da un estremo all’altro, proprio come stava accadendo a lei, forse.
Trama: Konoha stava risorgendo dalla quarta guerra, ma nonostante ciò c'erano ferite che sembravano non potersi più rimarginare.
Durante la guerra, Naruto ha diffuso il suo chakra nel corpo di Hinata Hyuga, ciò ha portato alla vittoria ma anche al danneggiamento oculare della forza innata della corvina. L'unica soluzione sarebbe riuscire a controllare il Kyubi, ma solo una persona è in grado di fare ciò: Sasuke Uchiha.
Hinata, non deve solo affrontare questo problema fisico, bensì qualcosa di più grande, l'enorme vuoto che le ha lasciato la guerra. Una sofferenza che non pare avere soluzioni.
Genere: Avventura, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Neji Hyuuga, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Sasuke
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Titolo:Scelte.

 La sera del suo risveglio, Hinata aveva avuto modo di comprendere molte cose:
1°: ora mai era giunta la fine di novembre.
2°: le sue ferite esterne erano ancora gravi poiché avevano avuto paura (più per chi l’avrebbe curata che per lei) di agire ancora col chakra.
3°: aveva bisogno di una lunga doccia.
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Il giorno seguente, all’inizio dell’orario di visita, Neji era già pronto per cimentarsi nella stanza di sua cugina.
Aveva sul volto un’espressione agitata come se stesse aspettando quel momento da qualche tempo, ed era così in effetti. Lo sguardo dello Hyuga si cimentò verso il letto, che trovò vuoto, con le coperte arruffate da un lato, quel modo maldestro di aggrovigliare le lenzuola non era da Hinata.
Lo sguardo di Neji vagò per la stanza fino a che non trovò la giovane Hyuga seduta su di una sedia blu rivolta verso la finestra. Il capo della ragazza era posato sul davanzale in marmo. Neji si avvicinò lentamente e quando spostò i capelli dal viso di lei notò che riposava tranquillamente, con la pelle a contatto con la lastra di marmo freddo:le avrebbe provocato un mal di testa allucinante.
Neji lasciò cadere le borse con i cambi che aveva portato per sua cugina e si accovacciò vicino la sedia raggiungendo così con il suo volto quello di Hinata. Cercò di sollevare il braccio di lei il più delicatamente possibile, ma al più benché minimo movimento il corpo di Hinata agì come se avesse propria forza senza aver bisogno di una mente che agisse per lei.
Si svegliò di soprassalto e scacciò via la mano che l’aveva afferrata, attivando il Byakugan per difendersi contro eventuali nemici. L’espressione tesa e tutto il corpo in tensione le permisero di riconoscere il volto di Neji solo in un secondo momento.
-Hinata-sama, non volevo farvi del male, ho visto che stavate riposando e volevo adagiarvi sul letto.- Neji cercò di assumere un tono rispettoso per farle capire che era lì per il suo bene. Aveva assunto una posizione naturale con le mani tese verso di lei, capiva cosa provava: il continuo stato d’ansia ti fa apparire tutto alquanto astratto e differente; era esattamente ciò che aveva provato lui stesso i primi giorni dopo la fine della guerra.
Hinata continuò a studiare la figura di Neji attraverso l’utilizzo del Byakugan, le ferite erano quasi del tutto guarite, restava giusto qualche graffio.
-Nii-san…- sussurrò la corvina mentre gli andava incontro per abbracciarlo. Strinse le braccia intorno a suo torace e poggiò la testa contro il suo petto per sentire il battito del suo cuore, voleva accettarsi che non stava solamente sognando, ma che Neji fosse lì e fosse vivo mentre lei lo stringeva.
Il ragazzo, dal canto suo accarezzò con calma i capelli di lei, cercando di tranquillizzarla da quel tremore che la caratterizzava continuamente, e poi le cinse il braccio destro intorno alle spalle.
-Ora disattiva il Byakugan, Hinata.- il tono sentenzioso di Neji la costrinse a commettere il gesto richiesto. Il senso di spossatezza la colpì in pieno facendola cedere sotto lo stesso peso del suo corpo, ma il ragazzo come se sapesse a pieno cosa stesse succedendo la afferrò col braccio sinistro per le gambe e la adagiò delicatamente sul letto. In quei diciassette giorni di convalescenza era dimagrita eccessivamente, quasi che a Neji pareva di aver afferrato un mucchietto di ossa.
-Ti ho portato dei cambi, ho pensato che i pigiami dell’ospedale non ti piacessero, avevo pensato anche di portarti dei fiori per profumare l’ambiente, ma non ce ne sono di freschi e a te non piacciono quelli finti da decorazione.- Il tono di voce di Neji era quieto e rilassato, voleva provare a trasmetterle quel senso di tranquillità che Hinata ora aveva smarrito.
-Grazie, Nii-san. - rispose la corvina in modo gentile, la testa pareva aver smesso di girarle ma si sentiva terribilmente debole e senza forze. Si alzò con la schiena per adagiarsi contro la parete bianca che faceva da spalliera al letto. Restarono qualche minuto in silenziò guardandosi per capire come erano messi. Ciò che era accaduto a Neji l’aveva distrutta, aveva visto morire forse l’unica persona che l’avesse mai dimostrato dell’affetto e ora era lì a prendersi cura di lei. Non vi era tensione tra i due anzi quel silenzio era qualcosa che diffondeva serenità. Hinata si assicurava che lui fosse sul serio vivo e Neji, d’altro canto si accertava che lei fosse sveglia e fuori pericolo.
-Mi accompagneresti in bagno? Ho bisogno di farmi una doccia- Hinata iniziò a sporgersi dal letto e Neji l’aiuto ad alzarsi fino ad accompagnarla alla porta del bagno, raccolse una delle borse che aveva portata per lei e la adagiò sullo sgabello del bagno.
-Vado a prenderti qualcosa da mangiare alle macchinette e torno.- Neji era uscito dalla camera velocemente con la sua solita posizione austera e rigida.
Hinata, a quel punto, per la prima volta da quando si era svegliata le parve di riconoscere qualcosa.
Appena si chiuse in bagno aprì la doccia calda che a contatto con le mattonelle fredde creò subito una nuvola di vapore che si addensò verso l’alto. Hinata notò una piccola finestrella che andò ad aprire, anche se sentiva freddo non voleva rovinare le pareti di quel bagno col vapore. Subito dopo, con un’estrema lentezza iniziò a vagare nello zaino, trovò un pigiama lilla pastello, il bagnoschiuma alla vaniglia e lo shampoo al cocco, e una cambiata d’intimo, nonché uno spazzolino con del dentifricio.
Appena si tolse il camice fu un sollievo per la ragazza, era appiccicoso e sembrava più una busta della spazzatura che un pigiama d’ospedale.
Iniziò lentamente a sfasciarsi le ferite, quella intorno al gomito che andava lungo la mano sinistra, quella al ginocchio destro e al torace. Il suo corpo, solitamente bianco ora era un puzzle violaceo e ricco di chiazze rosse che mostravano la carne.
Non se ne preoccupò più di tanto e andò a rifugiarsi sotto la doccia, lavò prima i capelli facendo due shampoo e poi passò al bagnoschiuma passandolo sulla pelle ben quattro volte, voleva togliere dal suo corpo quei segni solo con l’acqua calda, ma quando le ferite giunsero al punto di essere rosse e sanguinanti lasciò perdere, decidendo così di uscire dalla doccia.
Avvolse i lunghi capelli corvini in un asciugamano ed asciugò il suo corpo con un altro asciugamano ruvido. Tamponò le ferite finché non smisero di sanguinare e si rivestì con cautela. Neji aveva avuto la buona idea di prenderle un pantaloncino con una canottiera, così che potesse rischiare una polmonite, ma questo era più pratico se avesse voluto cambiarsi le bende, peccato che non ne aveva di nuove e quelle che si era tolte poco prima erano incrostate di sangue secco.
Lasciò scivolare i capelli dall’asciugamano e li districò con le dita aggiustando alla meglio la frangia che era quasi asciutta. Ovviamente l’ospedale non era dotato di phon, non era certo in un hotel, così dovette lasciarli sciolti e bagnati. Buttò gli asciugamani e i vestiti in un angolo.
Quando uscì dal piccolo bagno notò che nella sua stanza non vi era solo Neji, bensì anche Sakura.
Erano disposti l’uno di fronte l’altro, con il tavolino a separarli, Sakura le dava le spalle mentre Neji riusciva a intravederla poiché posto frontalmente. Si avvicinò ai due e notò al centro del tavolo una merendina ad albicocche e un succo di carote, sembrava divertente se lasciavi il cattivo gusto da parte: carote per una persona che aveva problemi di vista; al quanto incoraggiante. A essere sincera, non le dispiaceva, aveva molta fame.
-Discutevamo sulle possibilità per poterti aiutare senza danneggiare il tuo Byakugan.- Spiegò Sakura in modo cauto mentre estraeva dalla sua borsa di medico delle bende e fasce. Il suo modo di lavorare era professionale e meticoloso, sembrava un’altra persona da quella che incontravi per le strade di Konoha. Sul volto aveva un’espressione stanca, come se fosse sveglia da giorni a girovagare per l’ospedale aiutando gli altri.
-Continua. - incalzò Hinata in tono calmo, voleva poter riutilizzare il Byakugan quando meglio le pareva,come ad esempio sotto la doccia quando c’era troppa nebbia, senza dover rischiare di svenire e spaccarsi la testa contro il pavimento duro.
Sakura prese a disinfettarle delicatamente ogni ferita per poi fasciarle con cura.
-Vedi io e Naruto abbiamo pensato a qualcosa che crediamo possa funzionare, se voi siete d’accordo.- Le ultime parole furono pronunciate con maggiore enfasi, ciò probabilmente era dovuto a qualcosa che non sarebbe piaciuto a nessuno in quella stanza.
-Cosa avete pensato?- sentenziò Neji in modo frettoloso e come se il karma avesse voluto rispondere a quella domanda entrò dalla porta Naruto.
Indossava ancora il camice d’ospedale, aveva un sorriso stampato sul viso e un’espressione buffa, così come lo erano i suoi movimenti teatrali.
-Cari ragazzi vi presentò la soluzione ai vostri più grandi problemi:- Naruto allungò le mani verso la porta e sobbalzò dalla felicità :- Sasuke Uchiha!-
Dalla porta non entrò nessuno, ovviamente, ma nel frattempo Sakura tirò un pugno sulla testa di Naruto blaterando su come questa fosse una situazione seria che non andava certo presa con l’ironia.
-Ma Sakura, Hinata-chan è già abbastanza triste di suo, volevo solo farla ridere un po’!- Quella scena comica che stava avvenendo diede da ridere a Neji e Hinata accennò ad un lieve sorriso, accompagnato da una chiara sfumatura rosea sulle guance.
Proprio in quel momento, nella stanza si presentò Sasuke Uchiha: braccia rilassate (apparentemente), mani lungo i fianchi, occhi bassi e passo strisciante. Indossava una tuta nera, era al quanto ridicolo se capitasse di pensare a come aveva agito in battaglia: torso nudo e talmente tanta forza da far paura.
La faccia di Neji e di Hinata si tramutarono in qualcosa di scandaloso. Non si aspettavano che le parole di Naruto fossero vero, troppo presi dalla scena esilarante.
Hinata fino ad allora le era parso non potersi sorprendere di nulla, né del fatto che avesse dormito per diciassette giorni, né che il suo chakra fosse compromesso, né che la sua visione a 359° gradi era ridotta a quella di un semplice individuo.
Eppure, quella situazione le appariva shockante, mai si sarebbe aspettata che chi era stato definito a lungo il peggiore dei nemici di Konoha potesse aiutare lei, l’ultima del clan Hyuga.
-Non se ne parla! Ho capito cosa avete intenzione di fare!- sbottò Neji indicando Sasuke:- Non permetterò che le metta una sola mano addosso!-
Tutti, tranne Sasuke, rimasero con la bocca aperta, d’altro canto l’Uchiha accennò a un misero ‘’mpf’’. A tal affronto Neji quasi gli saltò addosso, se Naruto non lo avesse trattenuto appena in tempo da lì a breve si sarebbe dato alito ad uno scontro.
-Neji lasciami spiegare per favore.- iniziò Naruto e quando sentì i muscoli dell’amico rilassarsi proseguì.
-Sasuke può aiutare Hinata attraverso il mangekyou, quelle cose mentali che fa possono aiutare Hinata!- Naruto parlò in modo serio e nel suo tono di voce Hinata distinse bene quel risentimento chiamato colpa.
-Chi mi assicura che non le farà del male?- Ribatté Neji.
-Non le farà del male, ma la salverà e se lo farà l’Hokage farà in modo  che non venga condannato a morte o mandato all’ergastolo per essere stato un traditore, ti assicuro che puoi fidarti di lui.-Stavolta fu Sakura a rispondere, ma gli occhi di Naruto vagavano in cerca di una risposta nello sguardo di Neji.
La situazione era un vantaggio per entrambi: aiutare un membro del clan Hyuga era qualcosa di importante di per sé, figuriamoci se si aiutasse il futuro erede della casata dalla perdita del Byakugan. D’altro canto Hinata non vedeva l’ora di riacquisire la sua forza innata senza effetti collaterali o si sarebbe sentita persa per sempre.
-La decisione spetta alla Hyuga, per quanto ci riguarda.- Sasuke aveva conferito parola da quando era lì per la prima. La sua voce era un mix tra qualcosa simile ad un suono rauco e caldo ed emanava una tensione che spinse Hinata a raddrizzare le spalle.
Quando sentì gli occhi degli altri puntati su di sé non seppe bene quale fosse la risposta giusta da dare, si spostò una ciocca ribelle dietro l’orecchio e sentendosi le guance bruciare crebbe che probabilmente fosse arrossita molto, ma non voleva farsi intimidire da Sasuke Uchiha.
-Voglio solo riavere il Byakugan, se questo è l’unico modo allora accetto.-
 

ANGOLO DELL’AUTRICE: Ciao ragazzi, sorpresina!!!

Avevo detto che avrei aggiornato solo lunedì, ma ho deciso di anticiparmi il lavoro perché sarò molto occupata e non voglio lasciarvi con il fiato sospeso!!!
Prima di tutto sono felice che la storia abbia già incuriosito qualcuno e ringrazio ancora chi l’ha recensita o inserita tra le seguite o preferite o da ricordare :). 
Questo capitolo è quello che può sembrare meno interessante ma spiega bene come le situazioni si incastonano tra loro e finalmente il nostro Sasuke dà un segno di vita! 
Sono un po’ preoccupata di non descrivere bene i personaggi, voi cosa ne pensate?
Siete sorpresi di come ho ideato l’idea del mangekyou per aiutare Hinata? Fatemi sapere!!!

Ora non voglio trasmettervi la mia ansia quindi vi abbandono!
Alla prossima,  la vostra dolce Lottie.

 
  
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