Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
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Autore: Zomi    13/07/2016    2 recensioni
Raccolta di AU e non:
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#1: Jealousy // Friendship & Family
#2: Alcohol // Tangerines (Oranges/Mikan)
#3: Tiger & Cat // Orange & Green
#4: Scar // First Meeting After 3D2Y
#5: Map // Road Trip [Capitolo partecipante alla challenge Chocolate Box, indetta dal FairyPieceForum]
#6: Cash Only // Join me at the Casino
#7: Jungle // Tiger VS Dragon
#8: Feudal Era // Rainy Day
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[ZoNami Week 2016 indetta da Tumblr] ~ [Raccolta partecipante al "The Alternative Universe Fest ❖ Take a Chance on Another Universe!" del forum Piume d'Ottone]
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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#3: A Green Tiger and a Orange Cat

 
Lo fissò curiosa, agitando la coda fulva con ritmo cadenziate vicino al profilo del ramo su cui sedeva.
Piegò il capo incuriosita, non staccando gli occhi di dosso da quel buffo felino verde che girava e rigirava sotto i suoi occhi, sbuffando e grattandosi la testa verdastra in mezzo a due vispe orecchie zigzagate di strane strisce nere.
“Una tigre” pensò tra sé e sé Nami, agitando le sue orecchiette da gatta e non smettendo di dondolarsi sulla fronda su cui era raggomitolata, lasciando che la brezza le scompigliasse i ricci ramati e le rinfrescasse la schiena semi nuda e al vento nella sua posizione supina.
Come visione, era abituata a vedere suoi simili gironzolare nelle città o lungo i sentieri del bosco, ma non ne aveva mai visti di così coraggiosi da inoltrarsi nella fitta boscaglia dove lei solitamente dimorava.
Le leggende che parlavano di quelle lande, non erano molto lusinghiere, e quasi nessuna fiaba che riguardava quel bosco finiva con un bel lieto fine.
Eppure quella tigre verde era lì, e incuriosiva la gatta con il suo continuo sbuffare e ringhiare mentre circumnavigava il Baobab su cui Nami ridacchiava studiandolo.
Lo vide fermarsi proprio sotto il suo ramo, e curiosa si sporse a squadrarlo dall’alto, guardandolo con attenzione mentre incrociava le braccia al petto nudo e ruotava lo sguardo attorno a sé in cerca di chissà che cosa.
Con i suoi occhioni di caramello vispi e sagaci, Nami riusciva a distinguere perfettamente le orecchie verdi a strisce nere della tigre spuntare dalla sua zazzera, arruffata e spettinata attorno al volto bronzeo contratto in una smorfia scontrosa.
Forse era scocciato perché continuava da ore a girare a vuoto attorno all’albero, eppure il sentiero non distava poi molto da lì e sarebbe stato facile raggiungerlo e tornare alle vie più popolate della zona.
Lo vide grattarsi la nuca e tender ei muscoli delle braccia, e no riuscì a celare un sorriso di apprezzamento nel vederlo così tonico e aitante.
Davvero una bella tigre, lo doveva ammettere.
Stirando la schiena, Nami mosse i muscoli indolenziti dalla posizione scomoda sul ramo, ruotando gli occhi e notando come l’atletica schiena nuda della tigre fosse segnata, sulla pelle quasi d’oro, da innumerevoli cicatrici chiare, alcune delle quali si vedevano a metà dato che erano coperte dai bermuda scuri che indossava, e da cui fuoriusciva una zigzagante coda verde con striature nere, che sferzava l’aria con forza, rendendo evidente la rabbia del visone.
La gatta ridacchiò divertita.
Era strano studiare un visone come lei, un felino, e notare come, anche se appartenevano a razze di animali differenti, le caratteristiche che li accumunavano fossero si poche ma molto evidenti.
Entrambi avevano una lunga coda colorata e sempre in movimento e due morbide e sensibili orecchie che spuntavano capricciose tra la capigliatura, impossibile da governare.
Per il resto, erano simili a tutti gli altri visoni dell’isola: simili agli umani che popolavano le terre più a nord in tutto e per tutto, se non per le caratteristiche da fiere che li distinguevano, e che prendevano il sopravento nelle notti di luna piena, in cui ogni visone tornava alla sua forma animale originale, ampliando e aggiungendo le peculiarità dell’animale che li distingueva.
Artigliando la corteccia e stiracchiandosi nuovamente, arcuando la colonna vertebrale da felina qual era, Nami sorrise e guizzò l’aria con la coda, prima di ridacchiare nel vedere la tigre verde ringhiare per essersi persa.
Si, ormai le era chiaro che quella belva non sapeva affatto dove si trovasse.
Come se non fosse stata a decine di metri da terra, la gatta scarlatta saltò giù dal baobab, atterrando con un morbido saltello a pochi metri dalla tigre, molleggiando sui piedi e ridacchiando per attirare la sua attenzione.
-Ti sei perso?- chiese ironica, fronteggiando gli occhi neri e perlacei della belva, che si era voltata di scatto verso di lei nel percepire il suo spostamento d’aria.
-Affatto- latrò il ragazzo, indurendo la coda che smise di fendere l’aria.
-A me sembra che tu ti sia perso…- lo canzonò, posando una mano a un fianco, sopra la cintura dei pantaloncini che indossava –Potrei accompagnarti io, dovunque tu stia andando…- assottigliò lo sguardo, ruotando una mano e sorridendo felina -… in cambio di un’equa ricompensa, ovvio-
-E io dovrei fidarmi di una gattina come te, che gironzola nella foresta più malfamata di tutte e che se ne sta appollaiata sui rami di un baobab a spiarmi?- ghignò la tigre, facendo tintinnare alcuni pensagli che gli ornavano un orecchio a strisce –Anche no!-
Nami soffiò acutamente, drizzando il pelo arancione della sua coda e delle orecchie.
Come l’aveva chiamata?
Passi che sapesse della sua presenza, ma come aveva osato chiamarla?
-Gattina?- sibilò –Chi ti credi di essere tu, che ti perdi a pochi metri dal sentiero e vaghi per ore sui tuoi stessi passi?!?-
Chi si credeva di essere quel bell’imbusto verde?
Gattina? Lei?
Ma aveva la più pallida idea di dove si trovasse?
Se lei aveva il coraggio di stare proprio , poteva star sicuro che non era affatto una gattina!
-Non mi sono perso- ribatté infastidito dall’accusa, storcendo le labbra –E per tua informazione…- ghignò strafottente -… sono colui che sconfiggerà la banda degli uomini pesce! Ma dubito che una gattina come te conosca certi ceffi-
Le iridi di Nami si annebbiarono un momento, stringendosi e dilatandosi rapidamente per la rabbia.
Che ne sapeva lei degli uomini pesce?
Oh nulla, assolutamente nulla!
Figuriamoci!
Sapeva solo che quello era il loro territorio, che chi vi entrava non ne usciva vivo e che lei era costretta a lavorare per quei loschi ceffi per poter salvare il suo villaggio, unico segno rimasto in vita di civilizzazione in quella foresta da quando quei visoni violenti e assassini ne avevano preso il comando.
-Idiota- soffiò scontrosa, avvicinandosi di qualche falcata e guardando dritta in faccia quella tigre boriosa e priva di cervello.
-Vattene da qui finché sei in tempo!- l’avvertì in un sussurro –Non è luogo per eroi, figuriamoci per tigri con scarso senso dell’orientamento e una superbia fuori dal comune…-
Lo superò astiosa e vogliosa solo di allontanarsi il più presto da lì.
Stupida tigre!
Che ne sapeva lui di ciò che lei e la sua gente dovevano sopportare a causa degli uomini pesce?
Non era un gioco, non era una fiaba in cui l’eroe arriva e salva le poveri genti: era la vita, e nella vita non vi erano eroi.
Soffiò rabbiosa, attraversando rapida la piccola radura che occupava il baobab.
Avrebbe trovato un altro albero su sui stendersi ad aspettare l’allocco perfetto da raggirare per derubarlo e portare il suo guadagno giornaliero ad Aarlong, il capo di quella banda di assassini che spadroneggiava la sua terra.
Stava per inoltrarsi nella foresta, quando lo sentì parlare, secco e duro, costringendola a voltarsi verso di lui.
-Sarò anche una tigre con uno scarso senso dell’orientamento e una superbia fuori dal comune- sbottò –Ma non lascio le gattine in pericolo…-
Nami lo fissò per un lungo istante.
Sembrava rapita dallo sguardo nero e imperturbabile, privo di paura, di quel visone.
Il suo tono di voce, la sua spavalderia, quel suo modo di rassicurarla non accennando però a un minimo di gentilezza.
Sembrava… sembrava l’eroe di una fiaba.
Rise tra sé per quel suo schiocco pensiero, e scosse la testa allontanandolo.
-Come hai detto che ti chiami?- rise, rivolgendosi alla tigre.
-Zoro- ghignò.
-Bhè Zoro, credo tu abbia sbagliato gattina- piegò il capo, lasciando che la sua chioma rossa ondulasse a ritmo con la sua coda felina –Io non sono in pericolo: io sono il pericolo…-
-Oh certo!- rise sguaiatamente –Una gatta: accidenti che paura…-
-Se non ci credi seguimi- l’invitò con un cenno della mano –Ti porterò da chi cerchi… e magari riuscirai anche nel tuo intento- sospirò sottovoce, speranzosa.
Zoro annuì e, infossate le mani nelle tasche dei bermuda, le andò dietro inoltrandosi nella foresta e ghignando all’idea che da lì a poco avrebbe affrontato il nemico che cercava.
Ma, ciò che ora lo spingeva ad affrontare quel visone di cui aveva sentito parlare nei villaggi vicini, e per la cui sconfitta si prometteva una lauta ricompensa, non era più la gloria e la ricchezza ma bensì qualcosa di un po’ più effimero…
Come il sorriso di quella gatta dal pelo arancione che gli faceva strada, e che sembrava nascondere molte più informazioni sugli uomini pesce di quanto non volesse dar a vedere.
Si leccò il profilo delle labbra Zoro, pregustando di già il momento in cui avrebbe rivisto le dolci labbra della rossa incurvarsi nuovamente all’insù per lui.
Ma ne sarebbe valsa la pena?
Affrontare un nemico con una temibile fama, solo per il sorriso di una gattina?
-Come hai detto che ti chiami?- chiese, avanzando dietro di lei.
Nami si voltò a guardarlo, sorridendo sornione.
-Oh, ma io non l’ho detto…- gli tirò una linguaccia per poi ridere con una risata cristallina e armoniosa
Zoro ghignò, inclinando il capo a fissarla.
Oh si, ne sarebbe valso la pena.
 







 





ANGOLO DELL’AUTORE:
Reboot della saga degli Uomini Pesce in versione AU!Visoni… più o meno.
In questa mia personale visione, i visoni non sono totalmente animali, ma sono umani con poche e ben distinte caratteristiche animali (le code o le orecchie come con Nami e Zoro) che riacquistano la totalità bestiale dell’animale che li contraddistingue solo con la luna piena… alla mannara way!
Spero che la Week fin qui vi sia piaciuta, e che questo nuovo capitolo –quello che mi convince meno fin ora- vi abbia almeno fatto sorridere. Aspetto le vostre impressioni!

Ciao e Buona Week ❤
   
 
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