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Autore: disneyanime95    14/07/2016    2 recensioni
Il ragazzino si risvegliò su un letto, molto morbido e si ritrovò in una stanza bianca. Dove si trovava? Accanto a lui c'era la sua sorellina: una bambina di 2 anni meno di lui, con i capelli bruni. Nella stanza entrò un signore con la veste bianca che andò dal ragazzino e chiese:
«Buon pomeriggio ... - sembrava gentile - Io sono il dottor Shinogawa. Tu come tu chiami?» Come si chiamava? Giusto! Il suo nome era ...
Genere: Avventura, Fantasy, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 1

- … Inumaru! Svegliati! – Il ragazzo, appena sentito chiamare il suo nome si svegliò senza fatica, stropicciandosi gli occhi; si guardò allo specchiò poco lontano dal letto, quello che vide era un giovane, di bell’ aspetto con capelli neri e inusuali occhi color ambra. Era il suo riflesso, quello di Higurashi Inumaru, di 17 anni; era un ragazzo  gentile, calmo e disponibile; il suo gruppo sanguineo era, AB negativo. Studiava alla scuola superiore, al terzo anno; eccelleva in storia antica ed era il presidente del club scolastico di tiro con l'arco. Nel tempo libero gli piaceva praticare yoga e rilassarsi con idroterapia.  
Inumaru, si lavò e si vestì, e nella sala da pranzo, trovando altri ragazzi dell'istituto (Il 13enne Saki, che andava ancora alla scuola media e Kenya e Sasuke, due monelli di 9 e 10 anni) e la signorina Momiji, seduta a capo tavola.

- Buon giorno! - salutò il ragazzo. Quando si sedette, si accorse che c'era qualcuno che mancava. - Hachiko dov'è? - ed ecco arrivare sua sorella: era una 15enne con capelli bruni/castani, con un carattere tutto pepe, grintoso, sempre in movimento e con l'arrabbiatura facile, il suo nome Higurashi Hachiko, con un gruppo sanguineo di 0 negativo; a differenza del fratello, andava al primo anno, era poco incline allo studio, ma era bravissima in educazione fisica, e frequentava il club di kendo; e le piaceva passare il tempo praticando il parcour. 
- Salva! - esclamò Hachiko. 
Inumaru sorrise e la salutò: - Salva per poco: stavo giusto chiedendo dov'eri - la ragazza fece un sorriso, mostrando tutti i denti bianchi che aveva. I due ragazzi tirarono su col naso, sobbalzando nel sentire l'odore della colazione. 
- C'è qualcosa che non va? – Chiese Saki. In risposta, i due ragazzi esclamarono insieme:
- Curry! – e, di lì a poco arrivò la cuoca, la signora con piatti colmi di riso e curry, che esclamava: 
- Incredibile, voi due riuscite sempre a capire cosa c'è da mangiare. – Nessuno si sorprendeva più di tanto: la particolarità dei due fratelli Higurashi, era quella di avere un olfatto sviluppato, come i cani. Non per niente si chiamavano Inumaru ("inu" vuol dire "cane" in giapponese) e Hachiko (come il cane akita giapponese, famoso per la sua fedeltà che lo aveva portato ad aspettare fino alla morte il suo padrone deceduto da tempo). I due mangiarono in allegria, insieme a quella che definivano la loro famiglia. 

Cinque anni prima, Inumaru e Hachiko erano stati trovati in un pozzo, che si trovava all’interno di un tempietto abbandonato da molti anni. Non ricordavano niente di se, a parte i loro nomi e la loro età; l'amnesia era però così profonda, che non sapevano come comportarsi, neanche nelle situazioni più ovvie, come accendere un lampadina, usare il wc eccetera. Ma pian piano si erano ambientati e ora vivevano una vita nella totale normalità.

I due ragazzi finita la colazione presero i loro zaini e andarono a scuola, dove li aspettava un pulmino per una gita al museo. Nel pulmino, Inumaru si sedette insieme al suo amico Hikibi Kaito. Mentre Hachiko vicino a Hojo Makoto, un suo compagno di classe.
- Non mi aspettavo che venissi pure tu, Higurashi, di solito non ti piacciono i musei - disse il ragazzo Hachiko arrossì, e disse con una strana allegria:
- Beh, è sempre meglio che stare chiusi a casa, almeno sto in compagnia - non era vero, l'unico motivo per cui ci andava era proprio lui: da quando si erano incontrati in 3 media, Hachiko aveva sempre avuto una cotta fortissima per Makoto, che non era ricambiata.
Arrivarono al museo di Tokyo, e passarono una giornata tutto sommato, tranquilla: gli studenti che non erano interessati al museo, erano agitati e parlavano sempre. Gli unici che si interessavano un minimo, erano Inumaru e Kaito, che era il più intelligente della classe, oltre che rappresentante.

La visita, era per lo più incentrata sulla nuova mostra dedicata all'epoca Sengoku ed Edo; ci misero quasi 4 ore a visitare tutti i reperti, quando arrivarono alla parte più incredibile della mostra, che si trovava nel seminterrato; la giuda turistica, una donna dall'età indeterminata, cominciò ad esporre una strano storia riguardo a demoni e antichi incantesimi per sigillarli. Inumaru insieme anche a Kaito, si chiese che motivo avesse la giuda a parlarne, visto che per loro erano solo storie inventate, ma poi lo capirono; infondo alla sala, c'era un enorme cristallo, liscio e senza imperfezioni, lungo 2 metri, e sulla sommità c'erano sette fuda (talismi e sigilli shintoisti). Sembrava una vera bara. Anche perchè al suo interno c'era, una persona: un ragazzo di circa 20 anni, con capelli castano chiaro, tenuti legati con un codino vaporoso; indossava un kimono piuttosto sfarzoso, colorato con sfumature che variavano tra il verde acqua e il color sabbia, ma la particolarità di quella persona, erano le sette code che spuntavo da dietro.
- Ecco il pezzo forte della mostra, ovvero una tomba di cristallo sigillata. Come potete vedere, al suo interno sembra dormire un essere, che gli esperti hanno classificato come un demone volpe. – i ragazzi rimasero a bocca aperta: non avevano mai vi sto un essere vivente, messo sotto ghiaccio: c'era un non so che di emozionante e misterioso che aveva fatto scalpore, anche tra i ragazzi più rumorosi.

Mentre gli altri si entusiasmavano e facevano domande, Inumaru e Hachiko, si estraniarono dal gruppo e rimasero in uno strano silenzio, come se stessero riflettendo su qualcosa di importante.
Arrivò l'ora di pranzo, mentre Inumaru, Kaito, Hachiko e Yozora, una ragazza occhialuta, che era la migliore amica di Hachiko, mangiavano insieme, mettendosi a parlare della mostra.
- Ѐ stato avvinciante! - esclamò Yozora - chissà poi come ci è finito, in quella bara! -
- Forse finito in un lago ghiacciato, ed è morto di ipotermia. Anche se, l' espressione di quel ragazzo era così tranquilla, anche la sua posizione era innaturale - rifletté Kaito. Già quale essere vivente si metterebbe, con le mani incrociate, mentre sta morendo congelato? Yozora addentò un grosso pezzo di onigiri e disse a bocca piena:
- Senpai Kaito, non pensi che possa essere un demone? – mentre parlava, sputò involontariamente alcuni cicchi di riso, in faccia a Kaito, che cominciò a guardarla storto – Oh! Scusami. – Si rivolse a Hachiko e chiese – Hachi, tu che ne pensi? –. Ma l’amica sembrava non ascoltarla; si alzò rispondendo: 
– Ah! Chi se ne frega? Che sia un tanuki o una persona, non fa differenza: è solo un deficiente, vestito in maniera discutibile che, in una maniera o un’altra, è finito dentro al ghiaccio come un baccalà! – E si girò annunciando: – Vado alla toilette –. Yozora sorrise, per lei era naturale vedere Hachiko fare commenti acidi, era il suo modo di essere; invece, Kaito la guardò stranito, si era alterata subito senza alcun apparente motivo. 
Anche Inumaru notò il comportamento di sua sorella, ma a differenza dell’amico, capì subito il motivo, perché era lo stesso che li aveva portati a rimanere in silenzio, fino ad ora di pranzo; si alzò e si diresse verso i bagni, ma poi svoltò e andò nel seminterrato, che a quell’ora era deserto, per vedere il ragazzo nella bara di cristallo. C’era anche Hachiko lì, non lo sorprendeva più di tanto, anzi, era sicuro che anche lei era là per lo stesso motivo. Hachiko si girò e, vedendo il fratello, disse: 
– Anche tu prima, hai avuto la sensazione di aver già visto questo povero sfigato, Fratellone? – Inumaru sorrise e annuì, avvicinandosi alla bara, di fianco alla sorella. Era strano da pensare, ma i due erano sicuri, di aver già visto, nel loro perduto passato, la creatura dentro la bara, o almeno qualcuno che gli assomigliava: dentro di loro c’era questa certezza, che si palesava nella loro testa, come un vuoto che dovevano colmare assolutamente. Inumaru avvicinò con prudenza la mano, toccando il cristallo, all’altezza della testa del ragazzo morto. Che strano, al tatto sembrava tiepido. 
– Chissà chi era – si chiese ad alta voce. Hachiko aggiunse 
– Forse non lo sapremo mai. – e appoggiò la mano all’altezza del petto. All’improvvisò, nella mente di entrambi i ragazzi, apparve il volto di una giovane donna, con i capelli neri e l’abito da sacerdotessa. E dalle loro bocche uscì una parola, che sembrava non dicessero da secoli.
“Mamma”.
L’interno della bara si illuminò, ricoprendo il corpo del ragazzo al suo interno. I due ragazzi si allontanarono, intimoriti. Che stava succedendo? I fuda si polverizzarono e la bara si frantumò, causando un rumore secco e forte. Inumaru fece da scudo a sua sorella, cadendo in avanti e rimbalzando sul pavimento. Passò solo qualche secondo quando riaprirono gli occhi, nessuno dei due era ferito anche se erano piuttosto confusi, e assordati dal rumore incessante dell’allarme. Si girarono verso il punto dove c’era la bara, e quello che videro fu impressionante: il ragazzo al suo interno si era risvegliato!
   
 
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