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Autore: _Ala_    21/04/2009    3 recensioni
Inspirato al romanzo di David Almond
Quando Sasuke mi baciò la fronte e mi riportò in vita era buio fuori e noi due eravamo rimasti da soli.
- Che cosa è successo? - chiesi con voce tremante.
- Sei morto -
Impaurito, ma anche stranamente felice lo abbracciai stretto, e lui mi lasciò fare.
- È come se ti stessi aspettando da un sacco di tempo. Sapevo che saresti arrivato -
Mi sussurrò, le labbra sepolte tra i miei capelli biondi.
[Sasu/Naru]
[Naru/Saku]
Genere: Generale, Romantico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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riassunto

 

 

 

KIT’S WILDERNESS

CAPITOLO 8

"Oh, mama, mama, sarò cattivo
ma sono carne e sangue, insomma vivo.
Eccomi, mama, col capo chino,
com'è il castigo?
Perché il castigo?"
Ligabue
 
 
Inghilterra, Stoneygate
Ottobre 2003

 
 
Rimase fermo e immobile per tutta la durata della cerimonia. Io provai a dirgli qualcosa di consolante ma non si voltò nemmeno a guardarmi, limitandosi a irrigidirsi sulla panca al suono della mia voce. Notai che quando stavo in silenzio sembrava più tranquillo, così non parlai più.
Sakura recitava ogni preghiera a fior di labbra e si univa ad ogni coro richiesto dal sacerdote.
Io non conoscevo nessuna di quelle frasi, era da molto tempo che non prendevo parte a una qualunque funzione e in ogni caso non ero minimamente religioso.
Sasuke seguiva perfettamente tutte le mosse necessarie alla cerimonia, si alzava, si sedeva, si inginocchiava, ma nessuno di quei movimenti gli sembrava naturale.
Quando fu il momento di fare il segno della croce al principio sbagliò addirittura mano, ma si corresse immediatamente ad una sola occhiata del prete. Io mi resi conto dal rossore che gli aveva colorato leggermente le guance che non l’aveva fatto apposta, non era un gesto di provocazione o qualcosa del genere…era solo confuso.
Incrociai lo sguardo della mia ragazza spesso e ogni volta lei mi guardava come a pretendere qualcosa, delle spiegazioni forse.
Sasuke ignorò la nostra presenza per tutto il tempo. Teneva il viso leggermente chinato in avanti e gli occhi fissi sul prete che invece sembrava evitare attentamente il suo sguardo, specialmente dal momento del segno della croce.
L’atmosfera era tesa, cupa. Sbirciai le espressioni delle persone che erano presenti in chiesa: erano tremende.
Non ce n’era nessuna di reale dolore.
Certo, molte erano composte e sembravano in pena, e qualcuna sembrava disgustosamente curiosa e attenta, fremente di chissà quale morbosa novità sulla famiglia maledetta, sulla madre suicida, il padre alcolizzato, il figlio assassino e satanista…che schifo…nessuna di quelle persone era distrutta o almeno addolorata dalla morte della signora Uchiha.. e Sasuke incluso.
Tuttavia sapevo che per lui era diverso, il suo dolore era semplicemente nascosto, ma vivo e straziante e io ne avevo avuto una chiara dimostrazione l’altra sera.
Pensai che il legame che Sasuke provava per me, o quello che sentiva nei miei confronti doveva essere incredibilmente profondo e forte se si era mostrato solo a me…
Non mi vedeva da anni, da anni non ci sentivamo, e il solo avermi davanti, sapermi preoccupato per lui lo aveva fatto crollare.
Io per lui ero importante e ora ne avevo la piena certezza.
Ero qualcuno di cui gli importava e a cui importava di lui (forse l’unico insieme a Sakura, riflettei pensando a come aveva reagito a lei prima) e aveva pianto, aveva condiviso il suo dolore, si era lasciato andare con me, con me che ero praticamente uno sconosciuto ormai.
Ma quanto bene doveva avermi voluto questo ragazzo? Quanto? E ora quanto me ne voleva?
Mi voltai a guardarlo, e lo fissai con insistenza perché volevo si voltasse anche lui.
Aveva i capelli raccolti e riuscivo a vedere tutto quello che l’altro giorno mi aveva nascosto, ogni sua espressione, ogni cosa. Aveva la linea della mascella contratta e da come si stavano corrucciando le sue sopracciglia intuii che era meglio distogliere lo sguardo, che tanto non si sarebbe voltato.
Feci un breve sbuffo prima di accorgermene e Sakura mi appoggiò una mano sulla coscia. Mi voltai verso di lei che mi guardava con il viso concentrato in una smorfia di impotenza.
Annuii e lei si morse un labbro, poi tornò a guardare il prete, fremeva di nervosismo, io le presi la mano che stava stringendo al tessuto dei miei pantaloni e gliela distesi, cercando di tranquillizzarla senza parlare.
Lei lo capì e la sua gamba smise di agitarsi.
Quando fu il momento di alzarsi per avvicinarsi alla bara aperta Sasuke rimase seduto un istante in più del normale. Lo guardai stupito chiedendosi incredulo se aveva intenzione di non alzarsi ma poi lo fece.
Si muoveva in modo rigido e controllato e mi ricordai improvvisamente di quanto era agitato anche se non lo dava a vedere.
- Tutto bene? - Sussurrai vedendolo barcollare nell’atto di entrare nel corridoio centrale della chiesa.
Lui si voltò leggermente verso di me, annuì con sguardo spento. Mi mossi per seguirlo ma Sakura mi prese per un braccio, trattenendomi lì con lei.
Credetti che volesse dirmi qualcosa così quando mi guardò in silenzio io, un pò confuso, feci di nuovo per raggiungere Sasuke.
Lei mi afferrò di nuovo e questa volta mi superò, parandosi davanti a me. Io, del tutto stupito dal suo gesto, la guardai in faccia perplesso: - cosa..?-
La ragazza alzò gli occhi al cielo.
-Bisogna sembra spiegarti tutto Naruto! Ma non lo sai che in situazioni del genere bisogna dare un pò di privacy ai parenti? È un segno di rispetto…tutti gli altri vanno dopo, in code unite, ma fra la famiglia e la defunta dev’esserci un momento intenso..e di norma..-
Mi chiesi perché parlasse tanto per esprimere un concetto così chiaro e la calmai a bassa voce dicendole che avevo capito.
Sakura si fece un pò rossa e commentò - mi faccio ancora più logorroica quando sono agitata..- poi si voltò a guardare gli Uchiha.
Io le strinsi brevemente la vita per rassicurarla, ma anche la mia attenzione era tutta rivolta a Sasuke.

 

Il mio amico era in piedi davanti alla bara aperta e vi teneva gli occhi incollati. La sua schiena era rigida e un pò chinata in avanti, le spalle larghe e contratte leggermente sollevate come per avvicinarsi alla testa, o forse era quest’ultima ad essere incassata, non riuscivo a capirlo. Non vedevo il suo viso per intero e la cosa mi dispiaceva molto, perché non riuscivo a capire che emozioni stesse provando.
Sapeva benissimo che quella era l’ultima volta che l’avrebbe vista, e il suo cuore doveva essere lacerato…non riuscivo neanche a immaginare il viso di Sasuke afflitto da tale pena. Basta, il conto alla rovescia era finito, e quei pochi secondi che stavano dividendo insieme erano tutto ciò che gli restava. Qualche minuto con un cadavere.
All’improvviso un flash gli illuminò il viso e notai per un istante lo sforzo che stava facendo per rimanere impassibile, sforzo che mutò rapidamente in panico appena si rese conto che un tizio dall’altra fila di panche gli aveva appena scattato una foto.
Sasuke rimase immobile un istante, di certo valutando la possibilità di andare dal panzone e strapparli dal collo - oltre alla macchina - tutta la testa.
Invece la gravità della situazione era troppa, e lui lo percepiva anche più di tutti gli altri, così ignorò il fatto; si limitò a ruotare lentamente il corpo nella direzione opposta al fotografo (cioè la mia) e continuò a guardare sua madre, ricercando l’impassibilità.
Mi chiesi se si fosse reso conto che così, pur nascondendosi a tutta la parte est della chiesa, io e Sakura riuscivamo a vedere chiaramente il suo viso. Ne dubitavo. Non credevo ci stesse pensando. Fatto sta che finalmente lo vedevo in faccia, e riuscivo a scorgere ogni sfumatura del suo volto.
Mi accorsi subito che il ragazzo non era affatto impassibile come avrebbe voluto, anzi, ospitava una vasta gamma di espressioni. La fissava, e sembrava non riconoscerla.

 

Vedevo sul suo viso la difficoltà di trovare in quel corpo privo di vita sua madre e lo sforzo che stava compiendo (unito alla delusione e alla paura di quel che stava succedendo) traspariva dai suoi occhi neri e si allargava sulla sua faccia. Poi vacillò appena, e dalle labbra gli uscì un respiro tremante, le vidi anche muoversi, come sussurrando qualcosa.
Immaginai fosse ‘mamma’, ma non potevo esserne sicuro.
Adesso Sasuke vacillava, ma così leggermente che se non fossi stato così attento non l’avrei notato, sembrava che un vento invisibile lo stesse costringendo a ondeggiare piano. Notai che aveva ripreso a muovere le labbra e mi chiesi che cosa stesse dicendo a sua madre.
Mi chiesi quali fossero le sue ultime parole. Io cosa avrei detto, al cadavere di mia madre suicida disteso in una bara?
Evidentemente però lui di cose da dire alla sua ne aveva tante. Non lo so se erano confessioni o scuse o parole di rabbia. Qualcosa mi diceva che erano domande.
Quando si voltò per andarsene non c’è la fece e con uno scatto tornò indietro. Si chinò sulla bara, e sotto lo sguardo di mezza Stoneygate sfiorò le mani di sua madre con tutta la dolcezza e la tenerezza e la dedizione di cui un figlio può essere capace. Fu un gesto così pieno d’amore e di devastante bellezza che sulle gote di Sakura cominciarono a scorrere lacrime calde.
Sasuke doveva tornare da noi, ma non credevo ci sarebbe riuscito.
Era lì in piedi, gli occhi rivolti al suo pubblico la faccia voltata verso la madre ed era scosso da ondate di gelo. Lo vedevo sul punto di crollare, era troppo tutto questo per lui. Era troppo chiedere a un ragazzo di diciassette anni di sopportare da solo ciò che lui stava vivendo.
E Sasuke era da solo; stava annegando nella solitudine.
Fece un passo verso le panche in cui ci trovavamo io e la mia ragazza e vacillò, così si mise di nuovo fermo.
Lo vedevo che era spaventato. Era stufo e orripilato da quella esistenza, era succube della vita e tormentato dalla morte, e non avrei saputo prevedere il suo futuro ne dire quale dei due destini era meno doloroso per lui. Forse alcuno.
Sembrava che stesse per cedere da un momento all’altro e in faccia s’era fatto ancora più pallido di quant’era di solito. Era cinereo. Sasuke era solo sull’orlo del burrone.
" Ti prego guardami, sono qui per te, qui per aiutarti. Non mi vedi? Mi sto sporgendo. Un solo sguardo e correrò da te."
Lui tentò di nuovo di camminare ma ormai era chiaro quant’era debole. Tentò di trovare una qualunque soluzione che gli consentisse di uscirne in solitaria , ma non c’en’erano e dal modo in cui vedevo la disperazione e la frustrazione e la vergogna diffondersi nel suo sguardo capii che lo sapeva.
Io ero così teso in avanti che mi aspettavo di sbilanciarmi da un momento all’altro e cadere sul pavimento, ero così rigido e in attesa… E quando pensavo che non c’è l’avrebbe più fatta e che le gambe gli si fossero piegate sollevò il viso verso di me.
Fu straziante il dolore che vi lessi, fu straziante vedere quanto gli costasse chiedere aiuto. Capii che per lui appoggiarsi a qualcuno era fallire e mi sentii agghiacciato dalla vita che doveva aver vissuto per aver tanto radicato nell’animo questo concetto. Ma non importava.
Ero già da lui, e Sakura con me.

 

Sasuke mi guardò con una tale carica di sofferenza che dal mio viso trasparì in un attimo tutta la pietà e l’affetto che provavo. Lui non riuscì a reggerlo e con un gemito distolse lo sguardo.
Immediatamente Sakura lo superò e raggiunse la bara della signora Uchiha.
Capii che voleva far finta che tutto fosse normale e che semplicemente fosse arrivato il suo turno. Stava cercando di evitare a Sasuke un pò di quella tortura, o almeno la pena derivata dalla vergogna di mostrarsi debole davanti agli altri, e l’amai per questa sua toccante sensibilità.
Il ragazzo la seguì con gli occhi per un breve momento, poi riportò il suo sguardo sul mio viso.
Era un supplizio, per me, vederlo ridotto così, ridotto all’estremità peggiore di ciò che era stato un tempo il mio migliore amico. Non sapevo cosa fare, ma in realtà tutto era molto facile.
Lo abbracciai e tenendolo stretto con un braccio gli sussurrai - ritornerà il bel tempo Sasuke. Anche l’inverno non dura per sempre.-
Il mio amico non rispose, ma sentivo il suo peso contro al petto e il suono del suo sollievo prendeva forma in respiri rauchi e sospiri umidi di lacrime mai scese.
-Appoggiati a me. Per favore. Non voglio vederti da solo, sei ancora il mio migliore amico, lo sei sempre stato. -
Lentamente, molto lentamente, si aggrappò alla mia spalla e mi consentì di portarlo fino alla panca.
Appena poté si staccò da me e si poggiò sul legno inanimato. Non voleva essermi di peso un istante più dell’indispensabile.
Feci per scivolare accanto a lui, ma allora -e solo per un secondo- mi guardò negli occhi e mi chiese di andare da Lei. Non gli chiesi chi intendesse o perché, gli girai le spalle e raggiunsi Sakura.
Lei, lo vedevo, aspettava solo che io arrivassi per andare via.
A Sakura faceva impressione la morte.

 

Mi sostituii alla mia ragazza e ci scambiammo uno sguardo d’angoscia. Poi sospirò e prima di andarsene prese quell’aria determinata che le conoscevo così bene. Speravo sarebbe riuscita a mantenere la stessa sicurezza davanti al nostro amico, evidentemente in crisi.
Ma poi dovetti distogliere la mia attenzione da lei e Sasuke (anche se, indirettamente, il protagonista dei miei pensieri restava il ragazzo) perché era il mio turno.
Non indugiai a lungo davanti a Mikoto Uchiha, non la conoscevo e inoltre avevo paura che se l’avessi fissata troppo a lungo la sua immagina avrebbe perseguitato i miei sogni per troppe notti.
Così, più rapidamente che potei, tornai sulla panca.
Nel clima pesante che era sceso fortunatamente c’era Sakura al mio fianco. Mi strinse forte la mano e mi sorrise determinata. Era così bella, così forte sotto quell’aria fragile che portava dipinta addosso… l’avrei voluta baciare anche adesso, così, sporti sulle panche di una chiesa.
Lei arrossì leggermente e chinò il viso con un’espressione che, anche se sicuramente non se n’era resa conto, era prima di tutto di invito. Ci guardammo dolcemente per qualche istante, poi all’improvviso perse l’aria ammaliante per adottare un atteggiamento preoccupato.
Inclinai le sopracciglia sorpreso, poi mi stupii nel rendermi conto che la leggera preoccupazione di Sakura stava diventando un vero e proprio turbamento, anzi timore.
- Sakura-chan..? - cominciai cercando di riattirare la sua attenzione e farmi spiegare ciò che stava succedendo, ma lei non mi diede retta e allarmata, senza degnarsi di darmi una spiegazione o qualcos’altro, mi spinse fuori dalla panca e mi seguì abbandonando lì l’Uchiha.
Io, esterrefatto, riuscii ad alzarmi in piedi per un pelo, o sarei caduto culo a terra.
- Hey! - sbottai in un sussurro, ma lei mi guardò con occhi di panico e prendendomi per mano mi tirò lontano da Sasuke.
Io, mentre venivo semi-trascinato, lo guardai e anche lui mi lanciò un’occhiata un pò stupita, poi (appena incrociò il mio sguardo) tornò rapidamente a fissare il nulla di fronte a lui, fingendo disinteresse. Tipico in realtà…
- Sakura-chan! - Sbottai, - ma che succede? -
Lei mi guardò con gli occhi di un coniglietto spaventato e mi si avvicinò all’orecchio con slancio, sussurrando parole che solo io potevo udire.
- H-ho visto il padre di Sasuke, davanti all’ingresso, dietro i vetri…e poi un uomo, vestito da parroco, che lo portava indietro e gli impediva di entrare! Naruto! Sembrava arrabbiato, strano!-
La sua voce vibrava preoccupata e confusa, si allontanò scivolando sul pavimento e lanciò uno sguardo verso il fondo della chiesa, dove c’era il portone contornato da due alte finestre di stampo più moderno, dalle vetrate semi-trasparenti.
Le misi le mani sulle spalle, - strano come ubriaco? - chiesi, pretendendo una risposta onesta.
Lei annuì, - si..io…non lo so, ma era molto alcolico come atteggiamento..io..credi che dovremo avvertire Sasuke? -
Non lo sapevo…non avevo la più pallida idea di quello che avremmo o non avremmo dovuto fare, e Sakura mi guardava negli occhi. Mi passai una mano fra i capelli, poi cercai di mascherare la mia insicurezza con un atteggiamento sicuro.
- Ok, credo che l’unico in grado di gestire la situazione, e con il diritto di farlo, sia lui.-
Lei mi guardò con occhi liquidi e un pò socchiusi.
-Io…non credo proprio di riuscire a farlo. -
Cercai di farle un sorriso per tranquillizzarla, - ci parlerò io-
-Oh..grazie Naruto. Tu sei…non trovo le parole.-
-Va bene Sakura-chan, sono solo suo amico.-
Nonostante ciò che avevo appena detto alla mia ragazza sentivo in gola il sapore amaro della paura, e cercai di deglutire per calmarmi un pò, ma allo stesso tempo dovevo fare in fretta.
Mi infilai sulla panca accanto a Sasuke, che non mosse un muscolo, e lanciando uno sguardo a Sakura, che si era accodata a un gruppo di gente che attendeva nel corridoio centrale il proprio turno per visitare al bara, presi fiato.
-Sasuke?- bisbigliai con una certa urgenza nella voce.
Il ragazzo seguitò a guardare davanti a sé, stringendo le labbra fra loro e corrugando appena le sopracciglia.
- Non fare così, devi ascoltarmi. -
Girò il viso dall’altra parte di qualche centimetro e sfuggì con lo sguardo al pavimento.
Non c’è l’avrebbe fatta, e lo capii in quell’esatto istante.
Ma io non sapevo cos’altro fare, dovevo dirglielo per forza, era l’unico che potesse affrontare una situazione del genere. O almeno sperai potesse farlo.
Mi sporsi verso di lui e come Sakura prima di me gli passai un braccio attorno alle spalle, avvicinandomi. Sentii il suo corpo irrigidirsi immediatamente e avere uno scatto involontario.
Lo tenni fermo e gli sussurrai, - senti, Sakura ha visto tuo padre, lì fuori dall’ingresso. -
Smise di muoversi. Smise anche di respirare. Smise di fare qualunque cosa.
- Hey…?-
Lo udii emettere un lungo sospiro che lo svuotò completamente e poi appoggiarsi a me. Fui preso da una tenerezza incredibile e cercai di guardarlo in faccia. Era smarrito, e stanco.
-E..che cosa devo fare io?- lo mormorò contro la stoffa della mia giacca, e la sua voce, così fragile, mi fece male, ma prima che io potessi fare una qualunque cosa mi respinse e si sollevò di nuovo.
Lo guardai in faccia, scioccato.
Era vuoto di tutto ora, anche della paura e della stanchezza, mi lanciò un’occhiata pesante e si alzò in piedi. Era sicuro. Era stabile. Era un ragazzo tranquillo.
Mi sentii così meravigliato della sua metamorfosi che per un secondo rimasi impietrito a guardarlo. Come poteva essere così calmo adesso? Prima era terrorizzato! E invece ora mi guardava con sguardo fiero e scocciato, ma nient’affatto teso, si stirò le spalle con un movimento pulito.
Io lo fissai a bocca aperta. -Mh..ma..- mi passò davanti senza dedicarmi la minima attenzione.
Appena riuscii a riprendermi gli fui dietro.
Camminava veloce, a falcate decise, lungo la navata centrale della chiesa e spinse i battenti della porta per uscire all’esterno. Lo fece senza nessuna esitazione.
Sentendomi stordito e confuso, e per nulla dimentico di ciò che sentiva e sentivo per empatia io fino a due minuti prima, lo seguii.

 

 
 
 
 
Scusate se questo capitolo arriva un po’ in ritardo rispetto agli altri, ma la maturità si avvicina sempre di più e sono sommersa di compiti e recuperi vari.
Della serie, ecco chi non impara mai che bisogna studiare un po’ alla volta!
Rispondo subito ai commenti, ringraziando all’infinito chi trova il tempo e la voglia per seguire me e le mie fic! Un bacio^^
 
Quistis18: Non potresti avere più ragione, naruto, Sakura e Sasuke sono un po’ come una famiglia, nel caso di quest’ultimo poi, loro due sono l’unica famiglia che gli rimane e a cui tiene (anche se ovviamente deve fare il capoccione e sostenere il contrario! Bacio!
 
Rosa_elefante: Hai ragione, sia quando fa il testardo che quando finalmente si lascia un po’ andare (specialmente quando si lascia andare, cosa che succederà prima o poi! ) Sasuke è adorabile! I motivi del suo essere scontroso con tutto il mondo, e con Naruto in particolare non sono precisissimi: un po’ la realtà difficile da cui proviene lo ha indurito, un po’ il fatto che Naruto a conti fatti se ne è andato via da lui qualche anno prima..! Bacio!
 
Nikynaa: Grazie mille per i complimenti, tra l’altro apprezzo tanto che ti piaccia come scrivo o come uso gli intercalari (giuro, non sapevo nemmeno cosa fossero! XD)… Sì, Sasuke è incorreggibile, fattone fino al midollo, anche quando fa lo stronzo! Bacio^^
 
Un abbraccio anche a chi ha aggiunto la fic tra i preferiti e a chi legge solamente!
_Ala_
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

   
 
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