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Autore: Ray Wings    15/07/2016    3 recensioni
Che Bokuto fosse un idiota era appurato.
A scuola non c'era persona che non conoscesse il suo nome e non per le sue qualità e capacità. Bokuto dormiva in classe e spesso russava, non scoprirlo era difficile. Bokuto aveva quella ridicola capigliatura che solo a guardarlo avrebbe portato al suicidio di massa intere generazioni di parrucchieri. Bokuto era rumoroso e faceva sempre un sacco di figuracce. Non era galante neanche un po', era tonto, sciatto, smemorato, credulone e aveva sempre quell'espressione da gufo sconvolto in faccia, con quelle sopracciglia innaturalmente a boomerang. Spesso camminava a gambe larghe, si sedeva scomposto e aveva la cravatta legata male o la camicia fuori dai pantaloni.
Che Bokuto fosse un idiota era appurato.
Ma che Yukie desiderasse che fosse il suo idiota, quello era già più difficile da concepire.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Koutaro Bokuto
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Fammi un'alzata!


Yukie raggiunse la palestra che l'allentamento era già cominciato. Non era in ritardo, lei non lo era quasi mai, ma erano loro in anticipo. Lo spirito combattivo della Fukurodani era quasi terrificante e forse proprio quello spirito aveva convinto Yukie a prendere posto come manager, perché non c'era cosa più bella che vedere quei ragazzi gonfiare ogni muscolo per superare i propri limiti.
O almeno, questo era quello di cui lei voleva convincersi.
L'intera squadra Fukurodani era a dir poco strepitosa e vederli combattere su quel campo era eccitante come nient'altro, eppure tutti i disegni di Yukie, che in quel periodo aveva sfornato con frequenza sempre maggiore, raffiguravano quasi sempre lo stesso soggetto.
Asami le andò incontro, salutandola. Era l'attuale manager della Fukurodani, ma essendo ormai al terzo anno avrebbe presto passato il testimone.
«Hanno cominciato prima» osservò Yukie, finendo di mettersi le scarpe da ginnastica per entrare in palestra.
«Oggi sono carichissimi. È un piacere per gli occhi» disse Asami, prima di voltarsi a guardare la squadra intenta a schiacciare una serie di palle oltre la rete.
Yukie terminò di allacciarsi le scarpe e alzò lo sguardo, guardando Bokuto in fila, dietro Washio. Era dritto su se stesso, sempre pieno di sè, col petto gonfio e lo sguardo combattivo.
Eikichi fece volare la palla alta, poco distante dalla rete, e Washio la raggiunse con un salto, dopo una breve corsa. La schiacciò e corse a rimettersi in fila dietro.
Bokuto si illuminò quando finalmente si rese conto che toccava a lui e il suo volto si infiammò ancora di più.
«Fammi una bella alzata, Eikichi-san!» disse poco prima di prendere la rincorsa e raggiungere la sua palla, in volo. Gli occhi puntati su di lei parvero dilatarsi in maniera impressionante, come un predatore che avvista la cena, e infine la colpì con tutta la forza che aveva, facendo rimbombare la palestra.
Quando atterrò alzò le braccia al cielo, gridando entusiasta per la buona riuscita della sua azione.
«Che colpo eccezionale!» disse, prima di aggiungere: «Eikichi-san fammene un'altra!»
«Lascia il posto a chi viene dopo, Bokuto!» lo rimproverò Konoha, dietro di lui.
«Già, non ci sei solo tu!» sottolineò Sarukui, un paio di ragazzi più indietro.
Bokuto ne rimase turbato, rendendosi conto di essere stato egoista, e imbronciandosi per essere stato brontolato si fece da parte, camminando a spalle basse.
"Sì, è proprio un piacere per gli occhi" sorrise Yukie, divertita dalla scenetta. Bokuto era così pieno di vita e energia che a volte si dimenticava del resto, perfino di avere altri ragazzi dietro di sè che aspettavano di giocare. La pallavolo l'assorbiva completamente e non c'era cosa che amava di più che saltare e schiacciare.
«Puoi raccogliere quelle palle lì, per favore? Io sto compilando la tabella delle percentuali» le disse Asami, distogliendola dai suoi pensieri. Yukie annuì e si mise finalmente al lavoro. Stava imparando molto sui compiti di una manager, anche se in realtà non era poi così difficile. Era ancora una novellina, perciò al momento i suoi unici compiti erano quelli di stare dietro Asami e fare quello che lei le diceva.
Raccolse un paio di palle e corse poi verso il carrello più vicino, per posarle all'interno.
Fece appena in tempo a sentire qualcuno che gridava: «Attenzione!» che una palla in piena velocità le attraversò il campo visivo, sfiorandole il naso. Un passo più avanti e l'avrebbe presa in pieno.
Yukie si irrigidì, un attimo terrorizzata, ma non emise un suono tenendosi dentro quell'ondata di panico che per un istante l'aveva travolta.
Ma mentre lei restò in silenzio, apparentemente come se niente fosse successo, Bokuto dall'altra parte della palestra non fece altrettanto, dando fiato, come al solito, a tutta la sua voce con un urlo spaventato.
Poi si voltò rabbioso verso Matsumoto, uno stangone di quasi un metro e novantacinque, del secondo anno, con lo sguardo sempre apatico.
«Se vuoi tirare certe bombe, per lo meno centra il campo invece di mandarle fuori!» lo rimproverò. «Stavi quasi per colpire la nostra preziosissima manager!»
Matsumoto si limitò a guardarlo contrariato, dall'alto al basso data la differenza d'altezza, e si scansò lasciando il posto al compagno successivo, senza rispondergli.
«Non ignorarmi!» gridò ancora Bokuto, contrariato, prima che Komi comparisse alle sue spalle sghignazzando: «"Preziosissima"? Suona un po' ruffiano.»
«È per via di tutti quei disegni che lei gli fa in cui appare più figo di quello che è realmente» spiegò Konoha, unendosi al duo.
Bokuto rispose con una fragorosa risata, alzando il mento al cielo e portandosi le mani ai fianchi.
«Non sono strepitosi? Proprio degni di un asso!» disse Bokuto.
«Ma tu non sei ancora asso» osservò Satou, un altro giocatore del secondo anno.
«Lo diventerò!» rispose Bokuto a tono.
«Secondo me invece l'adula tanto solo perché lei gli ha prestato dei soldi più di una settimana fa e lui ancora non glieli ha riportati» disse Komi e Bokuto, di fronte a quella dolorosa verità, non potè far altro che zittirsi.
"Diamine! Li ho scordati di nuovo!" pensò sbigottito.
«Smettete di chiacchierare e tornate in fila!» li rimproverò Iwata, l'attuale capitano della Fukurodani.
L'allenamento proseguì fino a quando il sole non cominciò a calare, ormai arrivato a sera. La palestrà iniziò a svuotarsi, mentre Asami e Yukie sistemavano le ultime cose.
«Sono rimaste solo quelle borracce, le puoi mettere via tu?» chiese Asami, caricandosi un borsone in spalla. «Stasera ho un impegno e non posso trattenermi troppo»
«Sì, ci penso io» rispose Yukie, correndo a mettere ordine dove le era stato detto.
«Grazie. A domani» salutò Asami, uscendo dalla palestra, subito seguita da altri tre ragazzi. Pian piano, tutti stavano salutando e andando via, solo Bokuto rimase con una palla in mano e lo sguardo ancora pimpante.
«Eikichi-san! Alzamela ancora!» chiese, arrivandogli alle spalle con irruenza.
«Ancora?» chiese Eikichi, dopo che si fu ripreso dall'infarto. «È tardi, Bokuto. Vai a casa.»
«Se voglio diventare asso devo allenarmi fino allo sfinimento!»
«Non è vero, non ti servirà a niente portarti allo sfinimento. Il riposo fa parte dell'allenamento.»
«Ma io non sono stanco!»
«Io invece sì» rispose secco Eikichi, prima di voltarsi e andarsene, lasciando Bokuto solo con la sua delusione. «A domani. Bokuto vai a casa» disse prima di uscire.
E presto la palestra restò quasi deserta, se non per poche persone che finivano gli ultimi accorgimenti prima di andarsene.
Tra queste, Yukie che stava mettendo dentro a un borsone le ultime cose.
«Yukie-chan, me la fai tu qualche alzata?» gridò Bokuto, arrivando anche a lei alle spalle. Yukie si lasciò scappare un urlo terrorizzato, prima di voltarsi e chiedergli sconvolta: «Che dici? Io non so giocare!»
«Non ci vuole niente, devi solo farla volare alta sopra la rete.»
«Fosse così semplice allora Eikichi non avrebbe tanto bisogno di allenarsi, no?»
E Bokuto spalancò gli occhi, prima di esclamare: «È vero!» poi aggiunse: «Ma sta' tranquilla, hai un futuro asso davanti a te! Sono capace di colpire qualsiasi alzata, anche la più sbilenca»
«Non sei forse un po' troppo sicuro di te?»
«Sciocchezze! Vieni!» rispose lui repentino, prima di afferrarle la mano e trascinarla sottorete.
Per Yukie quel semplice contatto, anche se senza doppi fini, bastò a farle dimenticare ogni sorta di preoccupazione o controreplica. La mano di Bokuto era calda, più calda rispetto alla sua, anche se un po' ruvida forse per le continue schiacciate che la riempivano di calli, ma era comunque a suo modo delicata. Arrossì delicatamente, mentre Bokuto si fermava sottorete e si voltava nuovamente verso di lei.
«Stai dritta» spiegò, prima di prenderle i polsi e sollevarli sopra la sua testa. «Piega un po' i gomiti. Ecco, così» e continuò a muoverla, come fosse stata una bambolina, facendole assumere una posizione vagamente corretta. Fece un passo indietro e la osservò concentrato, tirando fuori la lingua. Dopo una breve pausa tornò vicino a lei e le raddrizzò un po' di più la schiena.
«Così! Perfetta! Tieni la testa alta e quando vedi arrivare la palla sopra la tua testa la spingi via con questo movimento» disse mostrandoglielo.
«Capito?» chiese poi.
Ma Yukie ormai aveva fatto tutto tranne che capire. Sentire le mani di Bokuto su di sè, in quel modo così naturale, l'aveva mandata un po' in confusione.
"Che stupida!" pensò, contrariata dal fatto che provasse quei sentimenti.
«Così! Così!» ripetè Bokuto, notando come Yukie non sembrasse dargli nessun cenno.
«Ho capito!» ruggì lei, sentendosi presa per cretina.
«Perfetto! Vado, allora! Te la passo e tu alzi, ok?» disse Bokuto, senza aspettarsi una reale risposta. Si mise in posizione e lanciò la palla sopra la testa di Yukie, preparandosi poi a prendere la rincorsa e saltare per schiacciarla.
Yukie restò immobile nella posa in cui l'aveva messa Bokuto e vide la palla arrivarle contro, cadendo dall'alto. Provò a concentrarsi e si spostò leggermente per mettersi meglio sotto, poi, così come le aveva detto Bokuto, alzò le braccia di colpo nel tentantivo di spingerla via.
Ma la mancò e la palla le cadde dritta sul naso mentre lei spingeva via l'aria e il vuoto.
Bokuto la guardò perplesso qualche istante prima di scoppiare a ridere ed esclamare: «Fai proprio schifo.»
Yukie sentì il fuoco ribollirle nelle vene e mossa dall'istinto e dal nervoso prese quella stessa palla e gliela lanciò contro, colpendolo dritto in testa. Poi con passi pesanti si avviò verso l'uscita della palestra, ingrugnita.
«Idiota» gridò.
«Aspetta!» si allarmò Bokuto, vedendola reagire in quel modo. «Mi dispiace!» disse, unendo le mani davanti al viso e chinando la testa, mostrando così a gesti il suo rammarico. «Non te ne andare, dai, riproviamo!» insistè, mentre Yukie si sistevama il borsone in spalla e si avviava verso l'uscita.
«È tardi» disse lei. Nonostante fosse tranquilla nel tono, trasudava collera da ogni poro. Le spalle rigide e il mento alzato, l'aria da sufficienza, mettevano ben in evidenza il fatto che si fosse offesa. «Vado a casa. Ci vediamo domani.»
"Si è arrabbiata" pensò dispiaciuto Bokuto, "Sono un disastro." E a testa bassa e lo sguardo depresso ondeggiò verso il carrello dei palloni, per posarci all'interno quello che avevano appena usato.
Yukie si voltò appena, guardandolo, stupita del fatto che non avesse insistito oltre. Insomma, lei glielo aveva detto che non sapeva giocare, che bisogno c'era di deriderla in quel modo?
Però alla fine Bokuto era una mente semplice, questo l'aveva capito da tempo, e probabilmente non l'aveva fatto col chiaro intento di umiliarla. Osservò le spalle chine e il viso rattristato del ragazzo. Sembrava proprio un bambino certe volte e ciò che la faceva più incazzare era il fatto che sembrasse uno di quei bambini adorabili che quando mettono il broncio sembrano orsacchiotti che chiedono un abbraccio.
Si corrucciò appena, infastidita da quei suoi stessi sentimenti che ora tanto si avvicinavano al senso di colpa.
"Non è cattivo, non l'ha fatto apposta. Forse ho sbagliato ad arrabbiarmi così" pensò continuando a sentire quel sentimento di tristezza crescerle dentro e invaderla.
Alla fine lui voleva solo giocare un altro po', ci teneva tanto, e nessuno dei suoi compagni l'avevano voluto accontentare.
"Diamine, perché mi deve fare così tenerezza?" si innervosì e scosse la testa, come se così facendo sarebbe riuscita a far uscire dalla sua mente quei pensieri.
"Stupido Bokuto!" sospirò, alla fine vinta, facendo cadere a terra il borsone e tornando sui suoi passi.
«E va bene» sospirò. «Ci riprovo.»
Bokuto si raddrizzò improvvisamente, guardandola con uno dei suoi sguardi più entusiasti e corse di nuovo al suo posto, urlando di gioia.
«Ma...» lo freddò Yukie con una calma che metteva i brividi. «Se ridi ancora ti faccio diventare pelato.» E sorrise, come se avesse appena detto una carineria.
Bokuto sentì un brivido corrergli lungo la schiena, terrorizzato, poi annuì vigorosamente.
Yukie si rimise al posto dell'alzatore e provò a riassumere la posizione che Bokuto le aveva fatto vedere.
«Così va bene?» chiese conferma.
«Aspetta!» disse lui, correndole incontro. Le si mise dietro e di nuovo afferrò con delicatezza i suoi polsi. Le sistemò mani e braccia sopra la testa e cercò di spiegarle meglio quello che avrebbe dovuto fare, parlandole da sopra la spalla, a pochi centimetri dall'orecchio.
Il cuore di Yukie prese a battere un po' più forte del normale nel sentire la presenza del ragazzo così vicino a sè. Il fiato che quasi le sfiorava i capelli, le dita delicatamente avvolte sui propri polsi, le braccia allungate insieme alle sue, a sfiorarsi, e il petto che toccava la sua schiena ad alcuni movimenti, mentre cercava di guidarla, simulando insieme a lei un'alzata.
«Ti abbassi leggermente, tocchi e spingi» spiegò lui, guidando le sue mani verso l'alto, e nell'allungarsi schiacciò completamente il proprio petto contro le spalle della ragazza davanti a sè.
Yukie sentì lo stomaco attorcigliarsi nella pancia, mentre guardava le sue mani strette in quelle di Bokuto, entrambe spinte verso l'alto, quasi a toccare il cielo.
Avrebbe voluto restarsene così per sempre, a sentire il suo calore avvolgerla.
«Tutto chiaro?» chiese conferma lui, sempre da sopra la sua spalla.
Yukie si voltò a guardarlo, pronta ad annuire per dargli conferma, ma il trovarsi il viso di Bokuto così pericolosamente vicino al suo le fecero per un istante mancare il fiato.
"Pessima mossa" pensò, capendo come forse sarebbe stato meglio se fosse rimasta ferma, senza voltarsi a cercarlo.
Le guance le si arrossarono e lei pregò che non fossero così evidenti, mentre il tamburellare del suo cuore non le dava tregua.
Si sforzò di sorridere comunque e annuì con la testa, già consapevole che non avrebbe potuto fare affidamento sulla sua voce.
Bokuto le sorrise di rimando e quello fu il colpo di grazia.
Distolse lo sguardo, non riuscendo più a sostenerlo, ormai al limite dell'emozione.
Bokuto ne rimase un attimo sorpreso, chiedendosi cosa le fosse preso, ma poi non gli diede peso e si allontanò a grandi passi, tornando nella sua posizione.
«Avanti! Te la passo! Fammi una bella alzata, Yukie!»



Note:

Sì, non c'è Akaashi xD
Ora spiego tutto quello che c'è da spiegare. Bokuto e Yukie sono del terzo anno ai tempi di Haikyuu, mentre Akaashi è del secondo, questo vuol dire che loro sono un anno più grande dell'alzatore. Queste prime scenette/storielle le sto ambientando al momento durante il loro primo anno, indi per cui... non c'è Akaashi, ma arriverà.
Ovviamente, Eikichi, Iwata, Asami, Matsumoto e Satou sono tutti di mia fantasia.
Mi sto rendendo conto, inoltre, che per le idee che mi stanno venendo questa raccolta potrebbe trasformarsi più in un "Bokuto e i suoi anni del liceo", piuttosto che una pura romanticheria su lui e Yukie xD
Più avanti andrò probabilmente a toccare i momenti salienti della sua vita tra cui il giorno in cui è diventato Capitano, l'arrivo di Akaashi e, sì, anche il primo incontro con un certo Bro-Gatto xD e chissà che non mi venga altro ancora in mente...
MA! Il titolo è "Give me love, Baka-to" perciò il Love sarà sempre al centro di ogni pensiero (almeno in quello della povera Yukie).
Felice di aver avuto la vostra approvazione, vi ringrazio delle visualizzazioni e sopratutto delle recensioni, spero che quest'altra OS sia stata di vostro gradimento, io vi saluto e spero di risentirvi presto :3
Miao miao.

Ray

   
 
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