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Autore: valemeo97    15/07/2016    1 recensioni
Due vite destinate a intrecciarsi secolo dopo secolo, legate da un passato oscuro segnato dalla brama di sangue e di potere.
Basterà l'amore tra due ragazze a cancellare gli oscuri meandri di un destino che sembra avere già in serbo per loro un finale già scritto?
Umano o mostro, scegli.
Essere, vuol dire essere la somma di tutto ciò che si è stati. L'uomo non comprende e non accetta l'immortalità se non a condizione di ricordare se stesso. Essere, per la creatura intelligente, è confrontare ciò che si è stati con ciò che si è.
- Victor Hugo.
Genere: Dark, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Non sentivo più nulla. Il mio corpo, inerme, giaceva sul ciglio di una strada sterrata. Riuscivo a percepire solo l’umidità  e il fango sotto la mia guancia. Dove mi trovavo? Come ero finita lì? Cos’era quel dolore straziante che mi strappava il respiro? Un’infinità di domande senza risposta mi balenavano in testa.
Così cercai con tutte le mie forze di alzarmi, ma ogni muscolo non rispondeva più al mio volere, come schiacciato da una forza invisibile che impediva qualsiasi movimento. Lentamente allungai una mano verso alcune radici che spuntavano dal sottosuolo, ai piedi di una maestosa quercia. Non potevo rimanere immobile, dovevo reagire, dovevo trovare un modo per tornare a casa. Sì, casa...
In quell’istante decine e decine di immagini affiorarono dai cassetti della mia memoria. L’abbraccio delicato di mia madre prima che io uscissi di casa quella sera, le sue parole di raccomandazione, l’occhiata fugace di mio padre, il suo sguardo sereno e fiducioso, come a dire “so che non farai sciocchezze, non berrai e che ti divertirai con i tuoi amici”. La litigata con Charlie, la mia più cara amica, e la successiva rabbia che scoppiò come un fulmine a ciel sereno, annebbiandomi la vista come mai prima d'ora. 
Poi il buio.
Questi flash erano tutto ciò che riuscivo a ricordare. Cos’era successo in seguito? Possibile che mi fossi spinta così lontana da Philadelphia... 
A denti stretti scacciai via il dolore lancinante che pervadeva ogni mia singola membrana e utilizzai quelle radici come perno per riuscire a capovolgermi, potendo così osservare meglio l’area che mi circondava.
L’oscurità, attanagliando quello che intuii essere il sentiero di un qualche bosco sperduto della Pennsylvania, non consentiva ai miei occhi di perlustrare minuziosamente il terreno circostante. Deglutii rumorosamente, pensando a quante bestie selvatiche si trovassero nei dintorni di quella piccola radura che si estendeva mano a mano che la stradina veniva inghiottita dalle felci e dagli innumerevoli alberi.
Non va affatto bene. 
Pensai. 
Tu ti sei messa in questa situazione di merda e TU devi uscirne... Se solo riuscissi a scacciare via il dolore...
Per prima cosa dovevo assolutamente alzarmi, ero troppo vulnerabile lì distesa. Girando il busto di quel tanto che bastava, protesi le mie braccia attorno al tronco della grande quercia su cui poggiavo, con la speranza di issare il mio corpo in piedi e, soprattutto, di resistere ai tormenti fisici che non accennavano a lasciarmi un attimo di tregua.
Con un ultimo sforzo, mi tirai sù, appendendomi con i polpastrelli sulla superficie irregolare del tronco.
Intorno a me uno strano silenzio, inusuale in un luogo simile. Non il cicaleccio di un insetto, non il cinguettio di un passero. Il nulla.
L’unico suono che udivo era il mio respiro affannato, quasi assordante.
Iniziai lentamente a mettere un piede davanti all'altro, strisciando appoggiata agli alberi, con l’intento di percorrere il sentiero accidentato che si apriva davanti ai miei occhi. 
Non sapevo dove mi trovassi nè tantomeno dove mi stavo dirigendo, avevo solo la sensazione che qualcuno mi stesse osservando, così accelerai il passo temendo di essere seguita.
Improvvisamente le mie ginocchia cedettero, il peso del corpo mi trascinò contro il suolo. E poi, più nulla.
   
 
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