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Autore: Demon CRI    15/07/2016    2 recensioni
Il Moulin Rouge.
Un locale notturno, una sala da ballo e un bordello, dove imperava il Conte del Millennio.
Un regno di piaceri notturni in cui i ricchi e i potenti venivano a divertirsi con giovani e belle creature di malaffare.
E la più bella tra tutte quelle creature…era lui.
Allen...un ragazzo che vendeva il suo amore agli uomini…
Era lui la stella del Moulin Rouge.
(Non vi spaventate per il prologo please, non pensate subito male...davvero, continuate a leggere, per favore XD Vi dico solo che sono una da lieto fine XD)
Genere: Erotico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Allen Walker, Tyki Mikk, Un po' tutti | Coppie: Rabi/Kanda, Tyki/Allen
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Mentre proseguivano il loro viaggio in carrozza nella cittadella, i due conti osservavano il meraviglioso gioco di luci e colori che si era formato in piazza, dove uomini e donne passeggiavano tranquillamente, in direzione del Palazzo Reale.

Quel castello, un tempo spettacolo di guerre e incursioni, oltre ad essere ora la dimora del Conte del Millennio, era diventato una delle attrazioni turistiche più famose della città, specialmente per la meravigliosa vista di Lisbona che offriva.
Ma quando calava la notte, il palazzo si trasformava in uno sfarzoso ritrovo per nobili e potenti che non si facevano scrupoli pur di raggiungere il proprio obbiettivo, che fosse concludere affari o altro.

Non appena il cocchiere fermò la carrozza, questa venne aperta dall’esterno, permettendo ai due uomini di uscire.
Tyki scese recuperando il suo bastone in vernice nera e osservando da vicino quel palazzo che ormai conosceva a memoria.
“Questo posto non cambia mai…” disse più a se stesso che al compagno di viaggio.
L’entrata del palazzo era ornata con grandi e costose decorazioni in oro e argento che rendevano il tutto ancora più appariscente e lussuoso, insieme alle numerose fontane presenti tutte lì intorno.
Il ragazzo spostò lo sguardo tra gli invitati, accennando un sorriso ammaliante a ogni gentildonna che gli passava accanto, causando il riso in alcune e imbarazzo in altre, probabilmente giunte per il loro debutto nell’Alta Società.
Sorrise, soddisfatto dalle loro reazioni.
“Già... non cambia proprio mai...” sogghignò entrando nel palazzo al fianco del Conte.

“Bentornati a casa Sig. Millennio, Lord Mikk.”
A quel saluto Tyki si girò verso i due maggiordomi del castello e gli porse il bastone, il cappello e il soprabito; stessa cosa fece l’altro conte, per poi entrare insieme a lui nella sala da ballo.
“Torno subito, tu divertiti pure.” Lo avvisò poco dopo Millennio, dirigendosi verso un gruppo di nobili con i quali aveva degli affari in sospeso, lasciandolo solo in quella sala che sembrava risplendesse di luce propria grazie a tutti i brillanti ornamenti sparsi per la stanza.

Il ragazzo si inoltrò in mezzo alla folla, salutando contesse e marchesi.
“Oh! Ma guarda se non è Lord Mikk! Quanto tempo Sir...” lo salutò una signora. “Il Conte del Millennio sta bene? Ultimamente non l’ho visto spesso...” sussurrò melliflua da dietro il suo ventaglio, sbattendo le ciglia.
“Mi scuso da parte sua per averla fatta preoccupare Madame, ma negli ultimi tempi ha avuto parecchio lavoro da fare. Farò in modo di informarlo del vostro disappunto...” sorrise cortese Tyki baciandole delicatamente il dorso della mano.
“Oh, se volete essere così gentile...Sono sicura che siate anche voi molto impegnato come al solito.” Lo ringraziò poi, al che il ragazzo sorrise cortese.
Notò poi una giovane ragazza al suo fianco.
“E questa adorabile lady?” chiese ammaliante.
“Mia figlia, questo è il suo primo ballo ed è molto nervosa...Sareste così gentile da farle da cavaliere?” chiese speranzosa, con gli occhi quasi supplicanti.
“Con piacere.” Si inchinò e tese la mano alla ragazza, la quale accettò un po’ titubante e imbarazzata, cominciando poi a dirigersi verso il centro della sala, dove la musica accompagnava dolcemente le danze di altre coppie.

Mentre ballavano seguendo il suono prodotto dall’orchestra, gli occhi attenti di Tyki saettavano da un lato all’altro della sala in cerca della possibile preda del conte, il tutto mantenendo l’attenzione anche sulla propria compagna di ballo.
Erano presenti una grande quantità di dame quella sera, ma non molte sembravano in grado di tener testa al padrone di casa.
Il suo sguardo cadde su una donna dai lunghi capelli biondo cenere, raccolti in una elaborata acconciatura, che le coprivano gran parte del volto serio, con una strana scimmietta sulla spalla che guardava in modo indecifrabile il Conte del Millennio, poco lontano.
Eccola.

Non appena la musica si fermò, il gentiluomo sorrise alla giovane, ringraziandola del ballo e riportandola dalla madre, per poi congedarsi e dirigersi verso lo zio, intento a parlare amabilmente con altri uomini d’affari.
“Perdonate l’interruzione signori.” si scusò non appena fu vicino al gruppetto.
“Vorrei discutere di una faccenda con il padrone di casa; se non vi dispiace ovviamente.” chiese cortese a uno dei vecchi nobili.
“Nessun problema Lord Mikk. Avevamo appena finito comunque. È un piacere rivederla dopo tanto tempo.” Gli rispose l’uomo, salutandolo con una stretta di mano.
“Il piacere è tutto mio Sir. Ora se volete scusarci.” li salutò sorridente allontanandosi con il conte.
“Allora, l’hai trovata?” chiese il più grande non appena furono abbastanza lontani da orecchie indiscrete, prendendo degli stuzzichini dal tavolo, cosa che fece anche il ragazzo: non aveva ancora cenato!
“Probabile: non ci sono tante donne che hanno il coraggio per tenerti testa ultimamente, quindi non è stato molto difficile notarla.” rispose alludendo alla donna con la scimmia.
“…Se solo però lei mi avesse dato qualche altra informazione l’avrei trovata ancora più facilmente…” lo accusò consumando la sua magra cena.
“Oh avanti Tyki-pon~” lo prese in giro come suo solito. “Dopotutto sei un professionista no? Ho solo fatto affidamento sulla tua incredibile capacità d’osservazione~” lo adulò il più grande ridendo.
“...Lo ammetta che si era semplicemente dimenticato di dirmi chi fosse...E quante volte le devo dire di non chiamarmi in quel modo?” sospirò ormai conoscendo lo zio.
“Oh ma guarda com’è tardi!” esclamò all’improvviso ignorandolo. “Se non ti muovi se ne andrà! Su, su! Vai e conquista!” lo spinse via facendo il tifo per lui e sparendo subito dopo.
Certo che la fuga è proprio il suo forte...pensò sconsolato il ragazzo, dirigendosi poi sicuro verso la donna dall’elegante vestito viola a balze.

“Buonasera madame.” proferì educato quando le fu abbastanza vicino.
La donna girò di poco lo sguardo verso di lui guardandolo con sufficienza e non degnandosi di rispondergli.
Oh? Tosta... ghignò mentalmente
“Scusi il disturbo m’am. Sono Tyki Mikk, piacere di conoscerla.” Si inchinò piano presentandosi e facendole il baciamano.
“...Cloud Nyne…” rispose solamente la donna, sapendo già chi fosse: il ragazzo era molto conosciuto nel mondo dell’aristocrazia, sia per la sua bellezza che per la sua grande abilità nel concludere affari di grande importanza.
Nonostante la poca loquacità della donna, il ragazzo non demorse.
“Mi concede questo ballo, madmoiselle Nyne?” le sorrise porgendole la mano guantata.
“Mi dispiace Sir, devo rifiutare.” lo liquidò semplicemente irritando un poco il ragazzo che però non lo diede a vedere.
“Perché mai una meravigliosa dama come lei non ha un accompagnatore?” chiese adulandola.
“Non ho bisogno di un accompagnatore per venire ad una festa del Conte del Millennio.” proferì atona, guardandolo poi con sprezzo mal celato.
“Invece di infastidirmi, preferirei che riferisse a suo zio che, per quanto si sforzi, i suoi miserevoli tentativi di abbattermi non funzionano e non funzioneranno mai...” sorrise derisoria scuotendo la testa e mostrando parte di una grossa cicatrice che le copriva quasi tutto il volto.
 “Oh? Mia signora…Sta forse insinuando che mi sia avvicinato a lei solo per un miserevole tentativo di abbatterla?” le chiese guardandola intensamente negli occhi.
Quello sguardo su di sé non la rassicurava affatto: si sentiva completamente denudata e scrutata nell’intimo da quei magnetici occhi dorati.
“É esattamente quello che sto dicendo.” Ricambiò lo sguardo con uno altrettanto intenso sentendo quegli insistenti occhi dorati su di sé. “Per cui le chiederei gentilmente di non infastidirmi più, signor Mikk.
Si girò e si diresse verso la grande balconata, lasciandolo solo in mezzo alla folla mentre la sua mascotte gli ringhiava contro.

Sentiva, però, gli occhi penetranti dell’uomo che le perforavano la schiena ed inspirò profondamente per calmare l'irritazione causata proprio da quest'ultimo. Non doveva assolutamente cedere alla disarmante sensualità dell’aristocratico, non ora che stava quasi per sconfiggere il Conte del Millennio e guadagnarsi il titolo nobiliare a cui ambiva da sempre. Aveva sputato sangue pur di raggiungere lo status di duchessa e non sarebbe stato certo un belloccio qualunque a rovinare tutto.

Intanto Tyki continuava a fissarla.
Adorava le donne combattive, e lady Cloud lo era fin troppo, ma non era di certo la prima con cui aveva a che fare. Sogghignò tra sé e sé mentre proseguiva verso il balcone con in mano due bicchieri di vino rosso.

“Posso offrirle da bere lady Cloud?” le sussurrò all’orecchio da dietro.
Gli occhi della donna si assottigliarono al suono di quella voce sensuale, e si allontanò velocemente dall’uomo dietro di sè guardandolo in cagnesco assieme alla scimmietta.
“Mi sembrava di avervi detto di lasciarmi sola o mi sbaglio?” gli chiese scontrosa, guardandolo con aria di superiorità.
Il nobile rise piano avvicinandosi con calma alla donna.
“Mi dispiace, ma purtroppo per lei non sono il tipo da arrendermi così facilmente...” la guardò sensuale mentre le porgeva un bicchiere che la donna accettò titubante e abbastanza restia a fidarsi.
“Brindiamo alla sua bellezza, mia signora!” fece scontrare i due calici, producendo un suono cristallino e bevendo il liquido rosso sangue.
La donna lo guardò decisa. Quel ragazzo stava davvero cercando di ammaliarla con il suo incredibile fascino, ma lei non si sarebbe lasciata andare: non poteva permetterselo, soprattutto con il nipote del Conte del Millennio, suo acerrimo nemico nel mondo della nobiltà.
Poteva esserci chissà quale veleno nel bicchiere ma non se ne preoccupò: non voleva mostrarsi debole o titubante di fronte a quell'uomo dallo sguardo magnetico.
“Anche se ci fosse del veleno, devo informarla che su di me non avrebbe alcun effetto... ci sono abituata...” lo avvisò con uno sguardo di sfida, a vicinanza di sicurezza.
“Non si preoccupi, non mi sembra il caso di passare a metodi tanto rozzi...” la rassicurò lui inutilmente, dato che la donna non gli credette comunque.
Si portò il bicchiere alle labbra e bevve velocemente tutto il contenuto del bicchiere senza mai spezzare il contatto con le iridi dell’altro, il quale fece lo stesso.
Come prevedeva, sentì un sapore diverso dal vino che conosceva: tutti gli anni passati al circo addestrando serpenti e animali velenosi di qualsiasi genere l’avevano perfettamente abituata ai veleni più vari, e quello era uno dei più deboli che avesse mai avuto la sfortuna di assaggiare.
“Tsk...sul serio signor Conte? Non si è affatto...impegnato...!?” cominciò a dire, fino a quando non sentì, dopo qualche secondo, la testa girare.
Spalancò gli occhi sorpresa, fissando l'uomo davanti a sè confusa. Che cosa le aveva dato quell'uomo...?
Barcollò piano rischiando di cadere ma si appoggiò al davanzale in tempo, sentendo le gambe che iniziavano a cedere.
Sentiva il corpo affaticato e non ne capiva il motivo.
Che fosse per il veleno?
Non le era sembrato molto potente e lei l’avrebbe dovuto comunque reggerlo...Ma allora perché…?
Perché si sentiva così…debole?
“Cosa…?” chiese debolmente cominciando a vedere la vista annebbiarsi.
Tyki la prese tranquillamente in braccio e, rientrato nella sala tenendola stretta, si diresse verso le stanze al piano superiore, rassicurando gli ospiti e liquidando l’accaduto come un semplice mancamento.
Non appena entrò in una delle tante stanze, poggiò delicatamente la donna sul letto e chiuse la porta, sogghignando.
“E ora...Che la festa abbia inizio...”
 

 

Sentiva la testa pesante...
Non udiva più le voci degli invitati...
Cercò di aprire piano gli occhi e si ritrovò su un letto a baldacchino dalle lenzuola rosso sangue. Non riconosceva quel luogo.
Sbattè un paio di volte le palpebre per abituarsi al buio e provò ad alzarsi, non riuscendo però a farlo a causa dell’incredibile senso di spossatezza che attraversò tutto il suo corpo.
“Siete sveglia madame?” sentì una voce familiare chiamarla dalla porta aperta che lasciava intravedere la luce esterna alla camera.
"Che cosa hai messo nel mio vino prima?" chiese poco amichevolmente, irrigidendosi immediatamente a quella voce sensuale, nonostante non riuscisse a muoversi più di tanto.
"Oh nulla di cui preoccuparvi mia signora: semplice sonnifero...con qualche piccola e innocua modifica...” sibilò Tyki Mikk avvicinandosi al letto, per poi sedersi elegantemente sulla sedia affianco a esso, continuando a guardare la donna negli occhi chiari, ora spalancati a causa della consapevolezza di essere appena stata drogata dal nemico.
“...Che cosa vuole da me?” chiese cauta, mentre la paura si inoltrava in lei, ostacolata però dalla tenacia della donna.
“Solo un piccolo favore per il Conte del Millennio. Sa...le campagne che ha organizzato contro di lui lo hanno leggermente infastidito, e mi ha incaricato di risolvere questa spiacevole situazione...però avevo bisogno della vostra collaborazione...” Sibilò il moro increspando le labbra a formare un leggero sorrisetto.
Si alzò, cominciando a spostarsi lentamente per la stanza, come un predatore che sonda il terreno prima di attaccare.
“Sa perché non vi era del veleno all’interno del suo bicchiere madame...?” Chiese avvicinandosi alla grande finestra della stanza. “Lei è una donna decisa e combattiva; conosce bene i suoi desideri, i suoi bisogni e sa bene come raggiungere i suoi scopi…” Continuò senza attendere risposta dalla donna. “Ma è anche consapevole di essersi ritrovata davanti a un uomo pericoloso ingaggiando questa specie di “battaglia politica” con il Conte. Per cui propenderei per una soluzione più ortodossa dell’omicidio, se lei è disposta a collaborare. Insomma, lei è una bella donna e non sembra esattamente poco dotata a livello di intelligenza, quindi credo che convenga anche a lei scendere a fare patti con noi.” Sibilò, tentando di convincerla ad arrendersi, illudendola di avere una reale scelta nonostante in quella situazione fosse in netto svantaggio.
La donna lo guardò sconvolta.
Un accordo? Davvero?
...
Conosceva bene il Conte del Millennio...era da tempo che controllava ogni sua singola azione e cercava di anticiparlo per mandarlo in rovina.
Durante le sue ricerche non le era sfuggita la figura del nipote del Conte, quello che poteva considerarsi il suo braccio destro.
Tyki Mikk era ben conosciuto nell’Alta Società: era considerato un dottore e un ricercatore eccezionale da chiunque ne avesse almeno letto un saggio o lo avesse visto all’opera.
Le sue scoperte avevano portato i medici a porsi domande sull’affidabilità delle attuali cure mediche, sulla sanità e le malattie meno conosciute, tra cui la temutissima tubercolosi.
Cloud però non si era limitata al lato pubblico della persona che era il signor Mikk: era a conoscenza del fatto che molto probabilmente fosse implicato in faccende non del tutto pulite come lo zio e l’intera famiglia Noah. Cose come contrabbando di armi, schiavi e addirittura alcuni tipi di sostanze illegali.
Purtroppo non aveva ancora alcuna prova per testimoniare tali voci e se non si fosse liberata presto dalla trappola del nemico non ci sarebbe riuscita mai: non poteva permetterselo…ma non poteva nemmeno rischiare di fare affari con il diavolo.
Era una donna curiosa ma purtroppo per lei la sua personalità era spiccatamente orgogliosa.
Dopo qualche secondo dalla richiesta dell’uomo gli rispose con un sorrisetto di sfida: “Credo di dover rifiutare.” Fissando quegli occhi dorati risplendere sotto la luce della Luna ingannatrice.
La trasformazione sinistra che aleggiò nello sguardo del moro fece venire i brividi alla donna, la quale, quando egli si avvicinò a lei fino ad essere a pochi centimetri dal suo viso, tentò di allontanarsi con caparbietà, non lasciandosi minacciare da un ragazzino che tentava invano di farla cedere al proprio volere.
Sfortunatamente per lei l’effetto della droga non era ancora sparito e Tyki, che aveva altro in serbo per lei, non era un uomo dalla stazza minuta e non appariva affatto debole, per cui non gli ci volle molta forza per bloccarla a letto.
“Non potevo chiedere di meglio.” Sibilò l’uomo con grande sorpresa di Nyne, la quale a quelle parole allargò leggermente gli occhi, precedenti qualcosa che non pensava le sarebbe mai capitato.
Si dimenò quando Tyki si portò una piccola pasticca alla bocca, avvicinandosi poi subito a lei, facendosi strada tra le sue labbra e facendole dono di essa costringendola a ingoiare contro la sua volontà.
Sentì il ragazzo su di lei mentre l’indesiderato bacio continuava e non si soprese quando cominciò a percepire uno strano senso di stordimento dopo quello che le sembrò un minuto eterno.
Quando il moro si staccò da lei sulle sue labbra si formò un inquietante ghigno che precedette tali parole: “Non sentirà altro che piacere…” Sussurrate al suo orecchio in un sospiro.
Non sapeva che medicina le avesse dato…ma ormai non importava più: non lo avrebbe mai scoperto, così come non sarebbe riuscita a provare l’immoralità e l’orrore delle malefatte di quella famiglia.
Quando era stata invitata a quella festa aveva già capito che sarebbe finita più o meno così...ma aveva represso quel pensiero con forza, riponendo la sua totale fiducia nelle proprie capacità e nella propria intelligenza...
Superbia…sarebbe per sempre stata la sua condanna.
 
 
 


La luce della luna piena filtrava dalla finestra lasciata aperta, illuminando le sporche lenzuola rosso sangue del letto sfatto su cui giaceva una donna.

Il nudo corpo pallido abbandonato sul letto era coperto solo da un leggero telo rosso, lasciando scoperto però il volto sfigurato dal terrore.
Gli occhi castani, spalancati dalla paura, fissavano il vuoto, e dalla rosea bocca scorreva il fatale liquido vermiglio.

Nel buio della stanza solo una sagoma si muoveva, finendo di rivestirsi.
“...Miserevole tentativo di abbatterla eh...” sospirò affranto non degnando nemmeno di uno sguardo la vittima e uscendo dalla stanza.




Controllò l’orologio da polso: le tre del mattino. Ecco spiegato il perché si sentisse così stanco.
Si diresse verso l’ufficio dello zio, sicuro di trovarlo lì nonostante l’ora.
Non si preoccupò nemmeno di bussare ed entrò nella stanza.
“Oh Tyki-pon! Com’è andata? Ti sei divertito?” gli chiese il conte seduto dietro la sua scrivania.
“Banale e patetica.” Sbottò lui accendendosi una sigaretta per sfogare l’irritazione.
“All’inizio mi era piaciuta perché opponeva resistenza, ma poi si è sciolta alle prime moine...In sintesi, poteva occuparsene benissimo anche da solo.” finì aspirando.
“Oh che peccato. E io che pensavo di averti servito la preda perfetta...Ma almeno hai potuto sperimentare i tuoi intrugli no, dottore?” gli chiese compilando alcuni moduli.
“Non sono intrugli, sono sostanze in fase sperimentale.” precisò il ragazzo. “Comunque si, ne ho provata qualcuna e ho avuto dei risultati interessanti. Almeno quella donna è servita a qualcosa.” fece un altro tiro dalla sigaretta lasciando cadere la cenere per terra.
“Bene. Ora che abbiamo finito qui, avrei un’altra cosa da chiederti Tyki-pon~” gli disse poi guardandolo negli occhi dorati mentre questo sospirava rassegnato.
“Cosa vuole ancora?” disse esasperato.
“Ti andrebbe una bella vacanza insieme a me~?” gli chiese di punto in bianco.
Il ragazzo lo guardò come se avesse bestemmiato.
“Perché mai?” gli chiese sospettoso.
“Vorrei portarti in un posto che credo ti potrebbe piacere molto...Vuoi venire~?” gli chiese di nuovo, guardandolo con occhi maliziosi.
“...Potrò scrivere?” Lo guardò serio mentre finiva la sua sigaretta e la spegneva nel portacenere. Era la cosa di cui più gli importava, insieme allo sperimentare le sue nuove invenzioni.
“Certamente.” Lo rassicurò il conte, pregustando la vittoria.
“...Va bene. Ma solo per un po’!” Non voleva perdere troppo tempo.
“Bene! Allora prendi i bagagli là nell’angolo~” Disse indicandogli le borse.
“...Era già sicuro che avrei accettato...?” sussurrò l’altro sconcertato. “Inquietante...” lo prese in giro come suo solito.
“Parla lo scienziato pazzo...” gli rispose di rimando l’uomo, alzandosi sorridente dalla scrivania.
“Tsk. Ebbene?! Dove andiamo?” gli chiese stizzito il ragazzo, mentre si risistemava per uscire.
Il conte ghignò guardandolo.
“Parigi! La città dell’amour~!” saltellò mentre si metteva il cilindro in testa.

Parigi eh...potrebbe essere una buona idea.

 
~~~~~~~~~~~~~~~~~~
 
Ed eccoci quaa!
Fine secondo capitolo.
Se vi è piaciuto recensite mi raccomando! Vi prego...Please?^^'
Grazie a quelli che hanno messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate e per chi ha recensito (♥)! Vi sono molto grata <3
Alla prossima <3
  
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