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Autore: Waterwall    18/07/2016    2 recensioni
E se la sorte dell'amore tra Oscar e Andrè cambiasse? Se ci fosse qualcosa che nessuno ci volesse mai dire? Magari un segreto che con la loro morte non è mai stato detto.
E se vi dicessi che sopravvivessero alla rivoluzione e il destino gli serbasse qualcosa di molto più grande?
Che Alain incontrasse l'amore della sua vita e che anch'esso nascondesse un segreto?
E che il conte di Fersen non fosse stato così santarellino come credevamo?
Se vi ho incuriositi leggete con un grandissimo "grazie" in anticipo!
Ps. L'ispirazione mi è venuta leggendo la oneshot di fuko chan "Il ricordo segreto" (se troverai mai questa fanfiction ti prego di dirmi qualcosa perchè sei bravissima *-*)
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Andrè corse verso Oscar che si reggeva malamente al tavolo pur di star in piedi mentre Esperanza faceva lo stesso aggrappata ad Alain.
Avevano urlato al medesimo secondo, non c'era dubbio, quasi fossero stati due gemelli.
Andrè corse a sorreggerla e a prenderla tra le braccia per correre verso le stanze di sopra della residenza estiva.
Quando arrivò al piano superiore ringraziò il cielo che si ricordasse tutto a memoria, anche se aveva rischiato di cadere per l'ultimo scalino.
Ormai le ombre lo stavano prendendo sempre di più. 
La bionda fu portata in quella che sarebbe dovuta essere la sua camera mentre Esperanza in quella dove fino alla sera precedente avevano dormito con la sua cara amica.
In un attimo di quiete dal dolore, Oscar ascoltò i rumori che provenivano da sotto: gli ospiti erano in fermento e solo le poche donne salirono per andarle ad assistere.
Marie e Margueritte si catapultarono nella camera della loro "bambina" con delle tovaglie, dicendo che, a momenti, delle serve avrebbero portato una bacinella con acqua calda. Invece, con la stessa avvisaglia, Rosalie e Isabelle corsero ad assistere Esperanza.
Le due ex nobili erano lontane l'una dall'altra, ma erano così vicine dentro di loro.
Entrambe erano terrorizzate: i dolori non cessavano, la paura di quei movimenti veloci e dell'agitazione che dilagava tra le persone intorno a loro.
Oscar guardò il suo amato; l'aveva detto già una volta "Sono un'incapace, da sola non riesco a fare nulla."
E lei aveva bisogno di lui al suo fianco perché da sola non ce l'avrebbe fatta. 
Non parlò, con la mano avanzò nel vuoto verso la parte migliore di lei.
Essa gliela strinse, terrorizzata forse più di lei nel vederla star male e non poterla aiutare.
Lui le avrebbe tenuto la mano fino a quando tutto non sarebbe cessato e l'avrebbe abbracciata con loro figlio tra le braccia.
Andrè la vide cominciare a respirare affannosamente per poi accorgersi che sul volto della sua dea ci fossero delle lacrime fatte di lame e dai suoi occhi traspariva il terrore di chi ha l'oblio davanti a sé. 
《 Oscar... perché piangi? - le chiese a fil di voce - Andrà tutto bene, vedrai. 》
Ma Oscar strinse le palpebre e le labbra ferocemente come per ricacciare dentro qualcosa di più di semplici lacrime.
Andrè si sentì una brutta sensazione all'altezza del cuore come se in un attimo glielo avessero stretto in una morsa.
Poi la nonna le fece piegare le ginocchia e alzare la veste preparandosi una tovaglia di quelle portate prima, mentre una serva portava dell'acqua.
Il volto di Marie proponeva un'espressione seria: 《 Ora respira profondamente, Oscar. E appena cominci a sentire le contrazioni devi iniziare a spingere. 》

***

Alain si inginocchiò accanto al letto ove vi stava sua moglie. 
Le stringeva forte la mano mentre le riempiva di baci la fronte. 
Il volto della sua piccola Esperanza era invaso dal terrore e dalle lacrime: era così piccola e sola per affrontare tutto questo.
Anche ad Alain scese una lacrima: si sentiva un mostro.
《 Perdonami Alain... 》la voce di lei fu un tenero sussurro invaso dal pianto.
《 Di cosa, amore mio? 》lui cercò di negare le altrettante lacrime. 
《 Questa sarebbe dovuta essere la nostra notte di nozze e invece... 》non riuscì a completare la frase che un urlo le attraversò le labbra.
Alain si avvicinò al suo orecchio:《 Non ti devi preoccupare di questo. Mi stai per dare qualcosa di molto più prezioso e poi, ormai abbiamo l'eterno davanti a noi. 》
Isabelle le asciugò la fronte con un fazzoletto, poi Rosalie la guardò:《 Madame de Soisson, ora deve cominciare a spingere. 》

*** ( Per queste due parti a seguire consiglierei l'ascolto della canzone "Human" di Oscar Zia. ) ***

Il generale era in corridoio, di fronte alla stanza di sua figlia.
Non dell'ibrido che aveva creato, ma del suo più grande capolavoro.
Del suo unico e vero angelo che aveva combattuto per ciò che era giusto.
Della sua bambina.
Stava seduto fra tutti quei soldati che guardavano con preoccupazione le due porte di legno dipinte troppo elegantemente per loro.
Il conte di Fersen era uscito sul balcone alla fine del corridoio, ma Augustin non ne capì bene il motivo.
Si portò il volto tra le mani cercando di calmare tutti quei sentimenti che gli vorticavano dentro.
《 Perdonami Oscar, perdonami. 》 
Poi dagli scalini spuntarono Bernard e il dottore.
Il generale si alzò di scatto andando a stringere la mano a quest'ultimo. 
《 Salve dottore, spero che ci possa aiutare. 》
《 Farò tutto quello che posso, ma prima vorrei vedere entrambe le pazienti per vedere chi ha bisogno di maggiore aiuto. 》 
《 Certamente dottore, prego. 》e si scostò vedendolo entrare in entrambe le stanze delle donne.

Esperanza sentì la porta aprirsi, ma non badò molto alla figura paffuta e occhialuta che le si stava avvicinando: era presa dal mettere tutta la forza che aveva pur di far cessare il prima possibile quei dolori lancinanti.
Alain le stringeva la mano, anche se non si sapeva se la stretta era più forte da parte sua o di lei.
Si accorse che il dottore le prese per un momento il polso, molto probabilmente per controllarle i battiti, poi sentì le sue scarpe battere per un altro po' il suolo della stanza finché non si fu avvicinato nuovamente alla porta per ritornare lungo il corridoio.
Esperanza si sentiva diversa, quasi moribonda, non perché si sentisse morire nel senso corporale della parola, ma perché ciò che era stata fino ad allora stava scomparendo ad ogni spinta.
Lo sapeva bene che per quelli attorno al suo letto lei superava leggermente la parola "bambina" ma, ora, lei stava diventando donna.
Stava diventando più forte dentro, una combattente che brandisce la sua arma attraverso un mondo fatto di pregiudizi e modelli da non seguire se si ha quel poco di cervello che basta ad essere intelligenti.
Si sentiva come in mezzo al fuoco dei cannoni; la paura faceva parte della vita e quasi completamente di quella sua.
Ma questa volta anche lei si sarebbe sentita un po' umana come gli altri e non una bestia come la trattavano solitamente in Spagna.
Dentro di lei si sentiva finalmente forte, pronta a giocare col fuoco incandescente che l'aveva da sempre circondata.
Cominciò a capire cosa volesse dire essere donna, non un essere immondo; qualcuno d'amare, qualcuno che avrebbe potuto cambiare il suo mondo e non solo continuare a seguire il ruscello fino alla cascata che lo avrebbe fatto rovinare dandogli la morte.
Esperanza urlava e più urlava più lo faceva, più si sentiva viva dentro di lei.
Come se stesse affrontando una guerra e lei la stesse vincendo per ottenere la forza di avere coraggio non solo alcune volte nella vita, come fino ad adesso avesse fatto, ma sempre.
La voce di Isabelle era lontana:《 ... la testa! 》
La corvina prese un respiro profondo pronta alla prossima contrazione mentre la rossa le ripeté forte:《 Esperanza, gli ultimi sforzi! Si vede già la testa! Sei bravissima! 》
Per risposta ella le sorrise mentre raccolse le forze per gli ultimi sforzi, prendendo in mano il suo destino.

***

Oscar sudava maledettamente, non si era mai sentita così debole nella sua vita.
Non avrebbe mai pensato che partorire sarebbe stato così doloroso; che le donne sopportassero tutto questo.
Non era passato che un anno da quando aveva creato il pensiero di vivere come un uomo, significato di vivere senza appoggiarsi mai a qualcuno; e ora si trovava in questa situazione in cui tutto ciò che aveva ideato si era frantumato in mille pezzi.
Si ritrovò come in mezzo ai cannoni di quel lontano 14 luglio dove la battaglia, il fuoco e la gloria le pulsavano nelle vene, ma a differenza di allora si sentiva maledettamente debole; come se la sua spada le fosse stata tolta e il mondo le si stesse rivoltando contro per tutte quelle volte che gli fosse andato contro: i pregiudizi a cui non aveva mai dato peso; le mode che no aveva mai seguito; il suo essere diversa.
Tutto la stava divorando tragicamente. 
Oscar cominciò a capire cosa volesse davvero dire "essere donna". Non un essere debole e frivolo, ma qualcosa di molto più forte e combattivo.
E lei non lo era davvero, forse era incapace di cambiare il suo destino e rimanere sospesa fra quei due mondi.
Aveva sempre pensato di aver coraggio e forza da uomo ma, di questi ne aveva solo la loro ombra e la paura.
Non avrebbe mai pensato di ritrovarsi così.
La porta si aprì e sentì provenire dei passi che si avvicinavano sempre di più a lei: era il dottore, ne era certa, quei passi non li conosceva a memoria come quelli dei suoi famigliari ma, ne ricordava come qualche nota che aveva sentito un centinaio di volte nella sua vita.
Non lo guardò, non lo degnò neanche di un singolo sguardo essendo che il suo era impegnato a perdersi nel vuoto.
Nel frattempo che tentava di farsi forza per un'altra spinta, il dottore le prese il polso per controllarle i battiti e farfugliò qualcosa che giunse incomprensibile alle orecchie di Oscar.
Lo sentì continuare a camminare nella stanza; non le interessò cosa stesse controllando, ma sicuramente il suo cuore perse un battito quando il rumore delle scarpe del dottore si arrestò e non andò più verso la porta e i dolori aumentarono così tanto che non riuscì neanche a urlare perché le mancava l'aria nei polmoni segnati dalla tubercolosi.
Poi il nero e il cervello che volteggiava sulla domanda "sono umana?" per farla vacillare drasticamente tra questo mondo e uno dallo sfondo violaceo.

***

《 L'ultimo sforzo Esperanza! 》 le disse ad alta voce Rosalie mentre lei ansimava e Alain sembrava nel panico più assoluto.
《 Prendi un bel respiro e spingi con tutta la forza che hai! 》 le fece eco Isabelle.
Esperanza annuì leggermente col capo per poi lanciare uno sguardo e un sorriso colmi d'amore a suo marito, che ricambiò dolcemente, per tornare a fissare il baldacchino del letto in cui aveva dormito con Oscar fino alla sera prima.
Era giunto il momento.
Il momento in cui la sua vita sarebbe cambiata per sempre.
Il momento in cui la leonessa che era celata in lei avrebbe cominciato a ruggire.
Respirò profondamente e aspettò l'ultima contrazione che non tardò ad arrivare. 
Fu netta e dolorosa, ma Esperanza da quando aveva incrociato la sua vita con quella di Alain e della sua nuova famiglia aveva imparato a non intimorirsi mai.
E fu ciò che fece.
Urlò mentre fece l'ultimo sforzo con tutta se stessa e poi si lasciò cadere sui cuscini del letto di piume.
Per un attimo chiuse gli occhi prendendo fiato e ritrovò il braccio di suo marito che le cingeva le spalle, mentre con l'altro le stringeva la mano.
《 Sei stata bravissima. Oggi la mia piccola, grande, birbante è diventata mamma. 》lui le sussurrò all'orecchio mentre la riempì di baci colmi d'amore.
Poi l'urlo di un neonato attraversò la stanza arrivando fino al corridoio.
Erano polmoni forti quelli, quelli di un piccolo guerriero.
Esperanza sorrise, mentre Alain alzò lo sguardo titubante e allo stesso tempo eccitato. 
Isabelle porse ad Esperanza un piccolo fagotto fasciato da una tovaglia bianca:《 Congratulazioni, è un bellissimo maschietto! 》
I due neoconiugi cominciarono a piangere, stringendo il loro bimbo che quasi subito cominciò a cercare qualcosa da mangiare.
《 Sapevo che saresti nato tu, mia piccola canaglia. 》 disse Alain così felice di essere venuto al mondo.
Poi Rosalie e Isabelle si congedarono:《 Togliamo immediatamente il disturbo, andiamo a vedere come sta Madamigella Oscar. 》
Esperanza sorrise leggermente, stanca e piena di vita:《 Va bene, ma vi prego, cercate di dirmi il prima possibile come sta. 》
《 Certamente. 》 e andarono in corridoio dando la notizia della nascita del piccolo De Soisson.

***

Mamma...
La voce del bambino arrivava da lontano, dalla parte dove si vedeva la luce.
Oscar corse verso quella direzione: Reynier, bambino mio, dove sei?
Segui la mia voce.
Lei lo assecondò e dopo poco lo ritrovò davanti a sé: era lui che sprigionava quella luce splendente, ma non abbagliante.
Lo guardò e quasi si innamorò del suo stesso figlio per quanto fosse bello: i suoi occhi erano blu con delle screziature di verde e i suoi capelli erano ricci e di un biondo dorato come i suoi. Ma dura fu la morsa che ebbe al petto quando quegli occhi che facevano innamorare si velarono di lacrime.
Piccolo mio, perché piangi?  Oscar si inginocchiò e gliele asciugò con i pollici mentre gli teneva il viso tra le mani. 
Perdonami mammina mia se ti ho fatto soffrire e continuerò a farti soffrire così tanto... - Reynier singhiozzava convulsamente e il mondo viola che prima li circondava divenne pian piano sempre più nero- ... Ti sto uccidendo...
Lei lo abbracciò forte: Non ti preoccupare Reynier, se è per far nascere te allora morirò volentieri.
Il mondo divenne rosso sangue.
Ma che cosa stai dicendo? - Reynier era adirato - Perché sei così stupida?
Il cuore di Oscar sobbalzò; quelle parole furono lampi a ciel sereno.

《 Oscar, ti prego, rispondimi! 》 Andrè urlava disperato mentre cercava di scuotere la sua amata da quello stato come di dormiveglia.
Era tutto rimasto fermo in quel modo: l'aveva sentita urlare e come entrare in quel limbo, il dottore che la visitava preoccupato accorgendosi che il bambino non riusciva ad uscir fuori perché gli si era legato il cordone ombelicale attorno.
Era scoppiato il panico in un attimo.
Le due donne erano spaventate, non sapevano che fare e il generale era dall'altra parte del letto che piangeva sommessamente da quando aveva sentito le parole del medico mentre aveva leggermente aperto la porta per vedere come stesse andando.
Dopo che Isabelle e Rosalie entrarono entusiaste dalla nascita di Joseph e dando la meravigliosa notizia, si sentirono morire quando capirono cosa stesse accadendo in quella stanza.
Rosalie rimase lì, pietrificata, incapace di dire e di fare alcunché oltre a piangere.
Isabelle, invece, corse nuovamente nella stanza di Esperanza.
I coniugi si spaventarono quando la rossa fece irruzione nella camera:《 Isabelle, si può sapere che succede? 》
Lei ansimò un momento:《 Oscar, sta male... è come se fosse entrata in uno stato di trans e il bambino ha il cordone ombelicale attorno e non riesce ad uscire! 》
I due si ritrovarono sconvolti in quel momento di felicità frantumato in un attimo.
《 E ora cosa stanno facendo? 》Esperanza era così spaventata, sapeva che se non si sarebbe fatto in tempo avrebbe perso la sua adorata Oscar.
《 Siamo disperati... Stiamo cercando di rianimarla, ma nulla. 》
《 No... 》 questa volta a parlare fu Alain, con le lacrime agli occhi e un cruccio nel cuore al sol sentire quelle parole.
Aveva perso le persone più care al mondo, non poteva permettersi di perdere anche lei; quel comandante prima odiato e poi talmente amato che era diventato una parte importante della sua vita.
Esperanza gli rivolse lo sguardo per poi passarlo a quello del suo piccolo Joseph.
《 Alain... - lo chiamò lei- Ho bisogno che tu tenga Joseph per un po'. 》 
Lui scrutò lo sguardo serio di lei cercando di capire cosa volesse fare.
Prese il piccolo tra le braccia e poi vide sua moglie che quasi priva di forze scostò la coperta stropicciata e fece scivolare le gambe dall'estremità opposta del letto.
Alain era sorpreso e preoccupato allo stesso tempo:《 Esperanza si può sapere cosa stai facendo? Sei priva di forze, dovresti stare a letto! 》
Lei si aggrappò alla colonna del baldacchino, stringendo i denti:《 D-devo... s-salvarla... 》
L'uomo si alzò e la raggiunse velocemente:《 Che testaccia dura! - disse sorreggendola e accompagnandola verso il corridoio mentre sbuffava sonoramente- Ho capito; attaccati a me visto che cercare di convincerti di rimanere qui sarebbe del tutto inutile. 》
Lei gli sorrise dolcemente ed arrivarono in corridoio tra i complimenti dei soldati.

Perché sei così stupida?
Di colpo Oscar sentì una fitta lancinante nel cuore e gli occhi si riempirono di lacrime.
Perché mi dici questo bambino mio?  
Il volto del bambino era livido di rabbia: Non pensi alle persone che ti stanno circondando in questo momento? Le persone che ti vogliono bene?
Oscar si morse un attimo le labbra: era vero, ma per qualche motivo, se lui non gliele avesse detto, lei non se ne sarebbe rammentata. 
Non pensi a Rosalie? A nonna Marie? A nonna Margueritte e agli zii Alain ed Esperanza?
Alain ed Esperanza? Sarebbero dovuti essere nella loro camera.

《 Mon Dieu! Esperanza cosa stai facendo qui? 》Nanny osservò sorpresa la coppia insieme a Rosalie e Madam.
Ad Alain si fermò il cuore in gola quando vide la scena: le donne in lacrime vicino la porta, il dottore sembrava rabbrividito mentre controllava i battiti dal polso del suo comandante che sembrava aver già spirato con accanto il padre piangente e Andrè nell'oblio totale.
《 A-aiutami ad avvicinarmi ... 》 sussurrò Esperanza e lui accennò un "sì" con la testa.

Non pensi al nonno?
Oscar fu più sorpresa di prima: Mio padre? Che ci fa lì?
Reynier strinse i pugni: È corso immediatamente al tuo fianco quando hanno visto che sei entrata in questo stato: ha perso tua madre di cui era follemente innamorato, non vuole perdere anche te!
Lei abbassò lo sguardo e per la prima volta capì quanto veramente fosse importante per suo padre.

《 Oscar, ti prego, non lasciarmi! 》 Andrè urlava disperatamente tra le lacrime infinite, stringendo con forza la mano della sua amata.
《 Andrè... - lo chiamò piano il generale mentre lo seguiva in quel pianto ininterrotto- Giuro che sto pregando Dio non solo di non perdere mia figlia, ma anche che tu non provi mai ciò che ho provato io quando è nata lei... 》
Il moro alzò silenziosamente lo sguardo per un secondo e poi tornò su di lei, baciandole la fronte per poi scivolare al suo orecchio tra i singhiozzi:《 Non lasciarmi, Oscar... Io ho bisogno di te ... 》

" Non lasciarmi, Oscar... Io ho bisogno di te... "
Quelle parole riecheggiarono in quel luogo ancora tinto di rosso.
Oscar si guardò intorno come per cercare di capire da dove provenisse, nel frattempo Reynier continuava imperterrito: Non pensi a papà? Al tuo Andrè?
Il petto di lei fu come colpito da un proiettile. Una fitta forte e dolorosa.
Allora questa... Era lui che mi chiamava.
Sì, senza di te papà morirebbe all'istante!
Oscar cominciò a piangere silenziosamente: Il mio Andrè ...
Perché non dai tanto peso alla tua vita? Se tu morissi saresti la causa della morte di papà, perché lui non riesce a vivere senza te. Mamma, il tuo Andrè è in pericolo! Lo stai uccidendo!
Il mio Andrè... è... in pericolo...

Esperanza era arrivata; di fronte Oscar immobile.
Quando lasciò Alain, quasi cadde per lo sforzo che stava facendo.
Si inginocchiò e le divaricò le gambe che erano crollate sul materasso.
Prese un respiro profondo; era nervosa per ciò che stava per fare, ma per salvarle la vita era disposta a far molto di più. 
《 Esperanza...- su di lei, oltre a gli sguardi indagatori dei presenti, c'era quello speranzoso e spaventato di Andrè - ... Ti prego, salvala. 》
Lei annuì con decisione e poi avvicinò le sue dita sottili e affusolate fino ad entrare in lei.

Hai ragione bambino mio, il mio Andrè è in pericolo. E questa volta lo devo salvare io, non qualcun'altro.
Reynier le sorrise dolcemente e il mondo divenne roseo.
Finalmente hai capito.

***

Fersen guardava il cielo stellato, tenendo le mani strette allo corrimano del balcone:《 Signore, vi prego... Aiutate Oscar, lei che nella sua vita ha sofferto così tanto... Concedetele la felicità. 》 
《 Fersen? 》 il conte si girò di scatto incrociando il volto della sua consorte.
《 Lady Isabelle, cosa state facendo qui fuori? 》disse appoggiandosi alla ringhiera con la schiena.
Lei si avvicinò senza dire nulla, ad occhi bassi, stringendosi i bracci con i palmi della mani; quando fu a qualche centimetro da lui incrociò nuovamente il suo sguardo:《 Stavi pregando per Oscar, non è vero? 》
Lui fece scivolare la sua vista al pavimento:《 Sì, è così.  》
Lei si morse le labbra seguendolo nella stessa azione:《 È brutto dirlo ma, fate bene... 》
Fersen la guardò di traverso:《 Lady Isabelle, cosa vorreste dire? 》
La rossa non mosse un muscolo:《 Ci sono complicazioni ... 》
Il conte le strinse le braccia e la scosse leggermente costringendola a guardarlo:《 Spiegatemi bene Isabelle, ve ne prego! 》
Dopo un attimo di silenzio gli occhi di Isabelle si velarono di lacrime:《 Stiamo perdendo sia il bambino che lei. 》
Nel volto di Fersen si tinse un'espressione indecifrabile, come se fosse stato congelato in un attimo.
《 C-cosa? 》
《 Dispiace anche a me... 》
Lui ritornò a voltarsi verso il paesaggio scuro della notte:《 Oscar... lei non può morire... - disse quasi delirante, in un momento di caos interiore - Lei è il mio migliore amico ... la donna che se avessi conosciuto per ciò che è realmente, per la sua vera bellezza, avrei sicuramente amato al posto della Reine de France... 》
Isabelle sospirò con lo sguardo al suolo e rientrò senza aggiungere più nulla.
Fersen guardò il cielo:《 Ve ne prego Signore, salvatela! 》

***

Reynier guardò in giro: Ti stanno salvando.
Oscar lo guardò interrogativa.
Lui le sorrise: Ti voglio bene mamma e sappi che questo è solo un arrivederci.

Esperanza cercava di far girare il filo in modo di slegarlo dal collo del bambino.
Se non fosse per la paura che stava provando avrebbe già rivoltato l'intero apparato digerente.
Alain non guardava, avrebbe rimesso anche gli occhi.
La corvina si accorse che mancava l'ultimo giro e poi sarebbe riuscita a tirarlo fuori: mancava poco.

Oscar e Reynier erano legati in un tenero abbraccio.
Mi mancherai amore mio ... le lacrime le scivolavano copiose.
Ci rivedremo prima di quanto tu possa credere.
Poi il mondo cominciò a incrinarsi come vetro.
Reynier rimase abbracciato a lei intrecciando le sue piccole dita tra quei lunghi boccoli dorati.
Questa notte sarà la notte dei cigni neri.
Oscar lo guardò negli occhi: Cosa vuoi dire?
Due bambini belli come cigni; uno nero come la bellezza misteriosa che lo circonda, l'altro nero come la morte.
Gli occhi della donna si sbarrarono. 
Poi una luce intensa.

Esperanza lo stava tirando fuori, mancava solo la testa.
Respirò profondamente per poi riuscire in un attimo nel suo intento.
Andrè guardò Oscar che si sollevò di scatto prendendo un respiro profondo.
《 Oscar!- urlò stringendola forte- Grazie a Dio, sei viva! 》
Il generale la guardò tra le lacrime e le strinse forte la mano:《 Lode a Dio, sei viva! La mia bambina è viva! 》
Madam, Marie e Rosalie si avvicinarono velocemente al letto sorridendo per la gioia mentre il dottore le ricontrollava il polso con un'espressione alquanto incredula sul volto.
Alain, sorridente, si avvicinò alla moglie che sorreggeva il neonato.
Oscar dopo un attimo di stordimento si guardò attorno:《 Andrè dov'è il bambino? 》 non sembrava molto contenta pensò lui, ma decise di non dargli troppo peso.
《 Oscar... - la chiamò Esperanza -
... È un maschio! 》
I presenti sorrisero.
《 Oh, un erede alla famiglia Grandier! 》rise Alain seguito dagli altri. 
Oscar fece un sorrisino ma il suo stomaco e il suo cuore erano in subbuglio.
Il dottore si avvicinò al neonato.
Dopo che lo tastò in alcuni punti e cercò di fare alcune manovre rimase in silenzio.
Tutti lo guardarono perplessi tranne Oscar ed Esperanza, i loro volti emanavano solo tristezza.
《 Non c'è battito cardiaco ... 》 disse in un soffio.
Oscar sembrò rimanere immobile come una statua, sul volto scendevano solo lacrime e le sue labbra si erano inclinate in una smorfia di tristezza. 
《 Oh mio Dio ... 》 aggiunsero Alain e Marie all'unisono.
Il generale scrutò la scena ad occhi sbarrati mentre Andrè ricominciò a piangere disperatamente insieme alla sua donna, stringendosi in un abbraccio.
Alain fece alzare sua moglie che teneva ancora il bambino in braccio; in entrambi gli occhi c'erano lacrime.
Esperanza avanzò con le braccia verso i due, porgendo loro il neonato.
Loro lo presero, stringendolo al petto.
《 Perdonami Andrè, ti prego di perdonarmi... forse è tutta colpa mia... 》
Lui la guardò mentre li stringeva entrambi al suo corpo:《 No Oscar, non pensare così... Non.. non pensa... 》ma crollò in un nuovo singhiozzo prima di finire la frase.
Il generale girò dall'altro versante del letto e cinse le spalle ad entrambi.
Andrè si voltò di scatto verso di lui, sorpreso da ciò che era accaduto:《 S-signore... 》
Augustin abbassò lo sguardo verso quella famiglia spezzata:《 Voi siete i miei figli, Andrè... Anche se tu non sei veramente un mio erede, io ti ho visto sempre come quel figlio maschio che non ho mai avuto e ... - si rigettò indietro le lacrime, almeno lui si doveva far vedere forte - ... Ed è dovere di un padre e di miglior amico essere accanto ai propri figli quando non riescono a sorreggersi da soli. 》
Esperanza si strinse ad Alain che le baciava il capo come per rassicurarla, poi fu un attimo e Joseph pianse.
L'ex soldato cercò di cullarlo, ma non si accingeva a smettere; Oscar allora alzò lo sguardo, come se una flebile luce l'avesse raggiunta.
《 Alain ... - lo chiamò piano lei- ... Posso vederlo? 》
《 Certamente comandante. 》 e si sedette con la moglie sul materasso, inclinandolo un po' verso il viso sudato di lei.
Il piccolo smise di piangere e mugugnò.
Oscar sorrise leggermente guardando quel neonato dalla pelle di porcellana, gli occhi ancora indecifrabili e la peluria del colore dei corvi sulla testolina.
《 È un meraviglioso cigno nero. 》

***

Fersen era tornato in corridoio tra i soldati, sulla soglia della camera di Madamigella vi stava Isabelle che molto probabilmente aveva seguito da lontano la scena.
《 Allora? - disse a un certo punto - È nato? E Oscar come sta? 》
Uno dei soldati si alzò velocemente e lo prese dal bavero della camicia:《 Hey, quando si parla del capitano devi nominarla in maniera rispettosa. 》
Fersen lo guardò un secondo in maniera spaventata: era un bestione e se gli avrebbe alzato anche un solo dito non era certo di uscirne sano.
《  Máxim,  per favore lascialo, quello è un conte. 》
Il soldato lo guardò con disgusto per poi mollare la presa.
《 Hans... - Isabelle gli arrivò vicino - ... Oscar si è svegliata ... 》
Il conte sorrise vedendo la gioia anche dei soldati della guardia:《 Che bella notizia! 》 
Tutti si erano raggruppati attorno a lei chiedendo svariate cose, come ad esempio se fosse un maschio o una femmina o a chi somigliasse.
Isabelle guardò il parquet di legno:《 Il bambino ... Il bambino ... 》
La scrutarono in cerca di risposte che non tardarono a venire:《 Il bambino non ce l'ha fatta... È nato morto ... 》
《 Non può essere... 》 commentò Bernard.
Nel corridoio si alzò un mormorio tra i soldati che iniziarono a piangere, compresi il giornalista e il conte.
Fersen si ritrovò ad abbracciare Isabelle:《 N-non è giusto... Lei non lo merita... 》

Quando il dottore aprì la porta per uscire, fu quasi investito da un orda di militari e un giornalista che invasero la camera e circondarono il letto.
《 Oh capitano, ci dispiace così tanto ... 》Gérard fu il primo a parlare tra gli altri che cercavano di fermare le lacrime.
《 Comandante, Andrè... voi non ve lo meritate! 》fece Jérôme. 
I due sorrisero amaramente:《 Grazie ragazzi... voi ci siete sempre... 》
Poi l'orologio suonò le quattro del mattino del diciassette aprile 1790, all'incirca una mezz'ora dopo la nascita di Joseph.
   
 
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