Aaaaallora, prima di tutto in questo capitolo nella prima parte avremo un breve resoconto della vita delle due protagoniste ma....ma il capitolo sarà abbastanza lungo xchè succederà qualcos'altro di IMPORTANTE....cosa non vi dico, sarei troppo buona =P=P
Ma ora, passiamo ai ringraziamenti....
p.s io non sono molto sadica, non come le mie due loveeeee <3 ossia Marta e Maggie, quindi non dovrete attendere molto per un avvicinamento tra Mary e....ooooops, stavo parlando troppo!! =P=P
Maggie_Lullaby: tesoro miooooooooooo allora allora prima di tutto IO come ho già detto NON sono sadica come te xDxD {scherzo amorinaaa spero non ti offenderai =P=P} comunque, motivo per cui in questo capitolo verrano svelate un bel pò di cosette =) sei fantastica quando parli con il tuo pc mi ricordi meeee xDxD spero questo pc ti piacerà....si vabbè sto scimunendo pure volevo dire questo CHAPPY ti piaccia...xDxD un bacione, ti adoro =)
jeeeeee: sono felice che il chappy ti piaccia....in questo capitolo scoprirai molte cose quindi....buona lettura e tanti baciii! Bea.
EllieGoodman: tesoro non ti preoccupare proprio della recensione corta anzi mi ha fatto molto piacere comunque {e poi non era neanche tanto tanto corta, eh! xDxD}....sono contenta che la fic ti piaccia....spero che questo chappy non ti deluderà, un bacione! Bea.
Mary Alice: grazie per la recensione =) un bacio!
Egg____s: ciao! sono felice che il chappy ti sia piaciuto e anche il prologo....in effetti ne vado molto fiera =P spero che anche questo ti interesserà come gli altri....un baciooo!!Bea.
Ah,
un ultima cosa. Prima di passare al capitolo, vorrei dedicare questo
capitolo ad una persona che fino a poco tempo fa è stata una
delle più importanti della mia vita.... ma purtroppo ho dovuto
dire basta alla nostra amicizia perchè...perchè ....
perchè non riuscirò mai a dimenticare il modo in cui mi
guardavi. i tuoi occhi sapevano ferirmi come un pugnale dritto al
cuore. ed un attimpo dopo erano l'unico appiglio a cui volevo
aggrapparmi per non cadere risucchiata nel vuoto delle tue parole.
Parla pure, continua a fare come hai sempre fatto e non prenderti cura
di me. Non ha importanza. Non si può chiedere ad un muto di
parlare, ad un sordo di ascoltare, ad una persona come te di
capire.
Capitolo due
Stories, Coffe and Punches =P
- Stavolta è stata proprio un’asta da ricordare! – sentenziò Marylin
lasciandosi cadere su uno sgabello e afferrando due noccioline salate dalla
ciotolina sul bancone. – E c’è bisogno
di dirlo?? – disse Leslie sedendolesi accanto e ordinando due coca-cole. – Il ragazzo e quella signora, che sfida!
Però, 9.000 dollari, sarei curiosa di sapere dove diavolo li prende… - continuò
distrattamente la bionda giocherellando con la cannuccia della sua coca. – Ma
che ti importa! – esclamò l’altra scoppiando a ridere, subito seguita da
Leslie. – Notizie dalla Francia? – chiese Marylin piegando la testa di lato e
guardando l’amica – Niente di che…mamma e papà oggi hanno visitato Nizza, sono
andati su quel buffo trenino che quando ero piccola mi faceva impazzire…si
saranno divertiti un mondo! – rispose Leslie pensando divertita ai suoi
genitori, i quali avevano deciso meno di una settimana fa di andarsi a fare una
vacanza in Francia lasciando i figli a cavarsela da sé. – Dopotutto – aveva
sentenziato il signor Keine, il padre di Leslie appunto, mentre caricava la
valigia in auto e osservava con disappunto la moglie piangere in un fazzoletto
– Ormai sono grandi tutti e tre… Vivienne ha quasi 18 anni e sta più fuori che
a casa… Alex ne ha 13 e le sue sorelle sapranno benissimo badare a lui… e
Leslie potrà andare a pranzo da Marylin, così siamo sicuri che almeno lei non
mangerà solo schifezze… - A queste parole i silenziosi singhiozzi della signora
Keine erano stati interrotti da un singulto, per poi aumentare leggermente di
volume. – Oh papà sei un disastro! – aveva esclamato Alex lanciandogli
un’occhiataccia - E poi cosa credi, che solo Lex abbia una migliore amica? –
aveva sbuffato Vivienne battendo colpetti affettuosi sulla spalla della
mamma – Alex potrà andare da Justin e
io…. io potrò andare da Marck… - Il signor Keine aveva avuto un sussulto –
Marck? Quel Marck? Il tuo…ecco… - - Fidanzato papà. Si chiama fidanzato… dai,
ripeti con me che forse ci riesci… f-i-d-a-n-z-a-t-… - - Lo so, lo so… e va
bene va’, è meglio che andiamo… non trovi Licia, cara? Perderemo l’areo,
altrimenti. – e così erano partiti. Da quattro giorni. Ormai, in casa i tre
fratelli Keine ci mettevano piede solo per dormire… una vera pacchia, insomma.
Purché ogni tanto facessero i letti e comprassero qualcosa per la prima
colazione. – E tu invece? – chiese Lex sorseggiando la sua coca avidamente – Notizie…spagnole??
– pronunciò l’ultima parola con cautela, temendo di scatenare l’ira dell’amica.
Ma ormai Marylin era abituata al fatto che la sua famiglia fosse… un po’ fuori
dall’ordinario. Diciamo pure anormale, va’. Sua mamma, Annamarie, francese, e suo
padre, Gordo, scozzese, si erano conosciuti in Italia e si erano sposati dopo
due giorni a LasVegas. Poi si erano trasferiti a NewYork in seguito ad una
proposta di lavoro come broker per lui. Lei aveva trovato un lavoro in una
galleria d’arte. Rebecca, la sorella maggiore di Marylin, era nata 19 anni
prima, poi era stato il turno della mezzana, e poi quello di Jisel, 9 anni.
Quando però l’ultimogenita aveva 4 anni, la mamma si era innamorata
perdutamente del suo capo e aveva chiesto il divorzio, per evitare poi di
cadere nel peccato tradendo il marito quando ancora erano uniti in matrimonio.
Rebecca non lo aveva mai perdonato alla mamma, e così quando il signor McDonald
aveva deciso di uscire sdegnosamente di scena scappando in Spagna, la più
grande delle tre sorelle l’aveva seguito. – No, assolutamente niente di nuovo.
– esclamò Marylin sbuffando e passandosi una mano tra i capelli – Rebecca
continua a studiare lettere moderne…l’ultimo esame che ha fatto è stato circo
un mese fa… ha preso 30 e lode… papà era così orgoglioso di lei…avresti dovuto
sentirlo mentre me lo raccontava! Lui invece continua a saltare di lavoro in
lavoro… certo che però anche lui…smettere di fare il broker per scappare in
Spagna… Uff… e poi mamma adesso che cambia un fidanzato al mese… davvero non ne
posso più.. – Leslie posò una mano sulla spalla dell’amica e la guardò con
tenerezza – Oh dai amore… non fare così… ne abbiamo parlato altre volte,
giusto? Nella vita ci sono bivi, e qualunque strada prenderai ha delle
conseguenze e degli ostacoli diversi…l’importante è essere felici e convinti
della propria scelta… e poi, non mi ti deprimere proprio ora che è iniziata
l’estate, sa! – Marylin sorrise – Va bene Lex, hai ragione… senti, vieni a
mangiare da me? - - Perché no? Vivienne sarà in un ristorantino romantico con
il suo fidanzatino ereditiero multimilionario, Alex con Justin in un fast food
a fare la corte a qualche povera cameriera… mi sa proprio che accetto! – Le due
amiche scoppiarono a ridere e si alzarono. Leslie lasciò qualche moneta sul
bancone e salutò la cameriera con un sorriso e un cenno del capo. Marylin
invece, dopo aver salutato anche lei la gentile ragazza mora che le aveva
servite, si girò di scatto per avviarsi verso l’uscita e… - Ma cosa
diavolo….??? - - O-oddio scusa, ho combinato un pasticcio madornale, ti prego
perdonami! – un ragazzo alto e riccioluto davanti a lei si sdilinquiva in mille
scuse per aver fatto cadere il caffè
sulla maglia di Marylin, mentre reggeva la tazzina semivuota in mano. – Oh…non
importa, tranquillo…mi sono solo un po’ scotta… - - TU! – li interruppe Leslie
puntando un dito verso il ragazzo. – Io ti conosco! So chi sei! – il ragazzo
indietreggiò cautamente, quasi – chissà come mai? Venne da pensare a Marylin –
temesse che la bionda potesse saltargli addosso… - S-si? E chi sarei, sentiamo?
– la sua voce era flebile e rassegnata, come un bambino scoperto a rubare la
marmellata che tenta di inventare qualche scusa improvvisata… - Tu sei il
ragazzo dell’asta! Quello del quadro di Romeo&Giulietta!! – Il ragazzo fece
un sospirò un po’ troppo esagerato forse, poi si ricompose e sorrise – Esatto,
sono io. Eravate presenti anche voi all’asta? - - Si! – esclamò Marylin
guardandolo e, ora, riconoscendolo. – Ma, dove hai messo il quadro? – chiese
Leslie, con la sua solita sfacciataggine curiosa, guardando alle spalle del
ragazzo per vedere se avesse qualche pacco. Marylin le dette una gomitata nelle
costole e le lanciò un acchiata come a dire “Cosa diavolo vai a chiedere ad uno
sconosciuto??” ed in effetti non aveva tutti i torti. Il ragazzo rise e rispose
– L’ha portato a casa il mio autista… io invece volevo farmi una passeggiata e
raggiungere casa a piedi… così ho deciso prima di venirmi a prendere un caffè…
- - Capisco…- esclamò Marylin, impaziente di tornare a casa e cambiarsi - Ora noi dobbiamo andare… è stato un piacere
conoscerti. - - Il piacere è stato tutto mio! – esclamò il ragazzo con un
sorriso, e si girò verso la cameriera per ordinare un panino. Leslie e Marylin
si avviarono verso l’uscita del bar, e proprio prima di aprire la porta, chissà
perché, Mary si girò a osservare il ragazzo, che era ancora di spalle “Però,
niente male quelle spalle…proprio sex…” – Marylin?? Ti muovi o no??... ho una
fame! - - Arrivo arrivo!!! –
- Ah-ah!! Ho vinto ho vinto!! – Jisel McDonald cominciò una sfrenata danza
per il salotto facendo la linguaccia a sua sorella maggiore e lanciando in aria
carte francesi – Ti ho battuta un’altra volta! – Marylin si stiracchiò e guardò
la sorella – Hai ragione El, mi hai battuta di nuovo…adesso però raccatta
tutto…io vado in camera mia… - - No no no signorina, tu mi aiuti!! – Jisel
battè con disappunto una mano sul tavolo, ma la sorella si era già defilata di
sopra. Una volta al sicuro nella propria camera, Mary recuperò il suo pc rosa
shocking e lo accese, sendendosi sulla scrivania di fronte alla finestra, in
modo da poter vedere fuori, e mise i piedi sulla sedia poggiando il computer
sulle gambe. La ragazza si stiracchiò e accese il pc, sbuffando. A quell’ora
sarebbe dovuta essere in giro con Leslie, se non che, quel malandrino di Alex
era caduto dallo skate rompendosi un braccio e le sorelle avevano dovuto
accompagnarlo all’ospedale subito dopo pranzo. “Povero Alex però…” stava
appunto pensando la ragazza, quando una nuova e-mail arrivò nella sua casella
di posta.
Weee amò! Senti, x fortuna Alex sta bn (cm ci ha ftt spaventare!), sl 1
fasciatura x qlc mese… ma 1’altra volta si impara ad andare sullo skate così
veloce! Cmq, Vivienne ha deciso di accompagnarlo a prendere 1 gelato x fargli
tornare il buon umore, così io sn libera… tra mezz’ora al CP? Baci, Lex.
- Oddio, meno male!! – esclamò Marylin – Alex sta bene e ho qualcosa da
fare!! –
Wewe Lex! Mi fa piacere ke Alex sta bn…salutamelo =)…cmq, x me va bn al
CentralPark… ci vediamo tra mezz’ora lì, ok?? 1 Bacione…t’amu di bn… Mary.
- Perfetto! – esclamò la mora dopo aver inviato l’e-mail. Si diede un
rapido sguardo allo specchio. Indossava una t-shirt semplice nera con la
scritta “Rock n’roll” in rosso (si era cambiata appena tornata a casa). Poi
aveva ancora le sue amate converse rosse a cuoricini brillantinati, e un
cerchietto nero con un adorabile fiocchettino nei capelli. Si spruzzò due gocce
di Moschino sul collo e si lavò i denti, dopodiché scese al piano di sotto –
El, Mamy, io vado al Central Park con Lex!! - - Ok tesoro, come sta Alex? –
chiese la mamma dalla cucina – Bene bene, solo una fasciatura per pochi mesi! –
e così dicendo uscì sotto il magnifico sole di giugno e si avviò verso il CP.
Stava appunto svoltando l’angolo per prendere una scorciatoia conosciuta da
pochi, i-pod nelle orecchie sparato al massimo volume, che si fermò
agghiacciata. In un vicoletto puzzolente e deserto due ragazzi ne picchiavano
un altro, che, poveretto, giaceva a terra gemendo con il volto coperto di
sangue. Senza sapere che fare, Marylin uscì dallo stato di totale panico in cui
si era ritrovata e cacciò il cellulare dalla tasca. Non voleva realmente
chiamare la polizia, perché non sapeva assolutamente nulla della faccenda e non
voleva combinare casini più grandi di lei, però si fece coraggio e urlò – Voi
due, laggiù!!! Sto per chiamare la polizia! – e così dicendo sventolò in aria
il cellulare. I ragazzi si voltarono tutti e tre verso di lei, i due in piedi
terrorizzati, quello per terra speranzoso. Dopo poco, i due energumeni
scapparono a gambe levate, temendo davvero che Marylin potesse chiamare la
polizia. Quando furono scomparsi, la ragazza si precipitò vicino al poveretto
che, con uno sforzo immenso, si era tirato su e si era appoggiato ad una parete
sudicia del vicoletto, vicino ad un cassonetto della spazzatura. – Ehy, stai
bene? – Marylin si inginocchiò davanti al ragazzo ed ebbe un sussulto – Non ci
credo, ancora tu? – il ragazzo era quel riccioluto dell’asta, quello incontrato
al bar… - Ehi sei tu…g-grazie per avermi aiutato… - - Di niente…senti, casa mia
è a pochi passi da qui… perché non vieni e ti tamponi un po’ queste ferite? – E
così i due si avviarono, lui totalemente appoggiato lei, lei imbarazzatissima e
rossa in volto, e raggiunsero casa McDonald. La ragazza prese le chiavi dalla
borsa ed aprì la porta, poi entrò dentro. – Ecco, vieni…siediti qui…- disse Marylin
indicando al giovane una sedia in cucina. Sul frigo c’era un post-it: “Io ed El
siamo andate a fare la spesa e un giro per i negozi… saremo di ritorno per le
sei. Baci, mamma.” Mary lanciò un’occhiata nervosa all’orologio sul frigo. Le
quattro meno un quarto. Bene, aveva tutto il tempo di “curare” per così dire,
il ragazzo, prima che arrivasse sua mamma. –Allora… - cominciò, prendendo dalla
valigietta del pronto soccorso del disinfettante e cominciando a tamponare il
volto del ragazzo con dell’ovatta imbevuta - Si…si può sapere cosa volevano
quei due da te?- - Soldi… volevano derubarmi… - esclamò lui, deliziato dal
tocco leggero delle mani di Marylin sul suo volto. – Accidenti… ti hanno preso
qualcosa? – - No, perché non avevo contanti con me, solo il libretto degli
assegni, ma per fortuna non l’hanno visto. – Marylin annuì e prese un altro po’
di disinfettante. – Ahiahi! - - Scusa, scusa! Farò più piano… - tra i due
ragazzi era calato un silenzio imbarazzatissimo, lei praticamente quasi sulle
sue ginocchia, lui con gli occhi chiusi e le guance rosse… - A-allora,
come…come ti chiami, tu? – chiese il ragazzo dopo che Marylin ebbe finito –
Io…mi chiamo Marylin, Marylin McDonald piacere… - sussurrò lei con voce bassa,
timida. – E tu? - - Oh, io sono… sono Nick, Nick Jonas. – esclamò lui
sorridendo. “Dio, che bel sorriso!” fu la prima cosa che pensò Mary. – C-come
mai ti trovavi in quel vicolo? – chiese lei con noncuranza – Stavo andando al
Central Park e quella è una scorciatoia… e tu? - - Oh, anch’io stavo… - la
ragazza si fermò di scatto, e una serie di pensieri le attraversarono la mente
alla velocità della luce.
1.
Leslie.
2.
Central Park.
3.
Appuntamento.
4.
Mezz’ora.
5.
Oh cazzo.
Quasi
a leggerle nel pensiero, il telefono di camera sua squillò.
– Scusa
un secondo!! – eslcamò Marylin, e si precipitò di
sopra. – Pronto! – urlò con
il fiatone afferrando il ricevitore – DOVE CAZZO STAI? - -
L-lex… scusa io…ho
avuto un imprevisto e… mi dispiace, senti… - Ma stai
bene?? – chiese Leslie
dall’altra parte, passando dall’essere incazzata
all’essere preoccupata. – Si
si, io sto bene, benissimo solo che…senti, è un po’
lunga da raccontare… perché
non vieni a casa?? ti spiego tutto per bene… - -
D’accordo, d’accordo… sono già
lì! - - Va bene, e scusa ancora… un bacio… ti
adoro… - E così dicendo chiuse la
telefonata con un sospiro. Quando si girò, vide, appoggiato al
battente della
porta, Nick, che la osservava divertito. – Cosa ci fai tu qui??
Spii le mie
telefonate? – chiese arrossendo Marylin. Il ragazzo
scoppiò a ridere – Forse.
Piuttosto ero curioso di vedere la camera della mia…
“salvatrice” – e sorrise.
Marylin arrossì a quel sorriso, e sentì le gambe tremare
leggermente. – Però,
veramente molto… ordinata! – disse il ragazzo ridendo,
guardando i libri e i
vestiti sparsi per terra, i trucchi sul letto e i cuscini sulla
libreria. –
Ohh, senti… non è disordine è… ordine
creativo, ecco!! – i due si guardarono un
secondo e poi scoppiarono a ridere. – E bhè, ordine
creativo, perché no. –
concluse il ragazzo. Timidamente entrò in camera… -
Posso?? – chiese
educatamente – Oh, certo! – rispose sorridendo Marylin. La
prima parte dove si
avvicinò Nick fu la parete destra. E la cosa non
meravigliò affatto la ragazza.
Era orgogliossissima di quella parete. Tutti, quando andavano la prima
volta in
camera sua, ne rimanevano affascinati. – Wow… - disse
infatti Nick passando
incerto una mano sul muro – E’…incredibile… -
Marylin sorrise. L’idea le era
venuta pochi anni fa. La sua camera era con le pareti bianche,
perché a sua
mamma piaceva così. Solo che invece Marylin non gradiva il
contrastro tra i
mobili e gli oggetti colorati, così… così aveva
deciso che la parete di destra,
quella più vuota e spoglia, l’avrebbe riempita di scritte
colorate. Aveva
incominciato firmando qua e là con colori diversi, in diverse
scritture di
diverse grandezze, poi aveva fatto firmare il padre, la mamma e le
sorelle,
tutto con colori diversi. Poi Leslie e poi tutti i suoi amici che
invitava a
casa… poi aveva cominciato a scarobbocchiarci sopra quando era
sovrappensiero,
a scriverci le frasi che le venivano di getto o quelle che leggeva in
un libro
e che le erano piaciute. Ci scriveva date per lei importanti, Jisel ci
disegnava sopra quando erano a corto di fogli. E così, scritta
dopo scritta,
firma dopo firma, disegno dopo disegno, la parete era diventata un
esplosivo
mix di colori sovrapposti… Marylin era davvero orgogliosa di
quel muro. –
E’…stupendo… - continuò Nick ancora
più affascinato. – Posso?? – e così dicendo
indicò un mucchio di penarelli colorati ammassati su una
poltroncina ad uovo
verde mela. – Certo, anzi, ne sarei felicissima… -
esclamò Mary arrossendo.
Così Nick prese un pennarello blu e scrisse “Nick
Jonas” appunto. Poi ne prese
uno rosso e scrisse da un’altra parte “Grazie per avermi
aiutato… sei fantastica…
Nick”. Il ragazzo si girò timido verso Marylin, la quale
era arrossita, e aveva
sussurrato un “Prego” a voce bassissima. Nick lasciò
cadere il pennarello sulla
poltrona e si avvicinò alla ragazza, portandole un ciuffo di
capelli
castano-ramato dietro l’orecchio. – Ci…ci dovremmo
rivedere qualche volta, non
credi? – chiese guardandola rapito -
Oh…io…si… si. – balbettò Mary senza
sapere
cosa dire. Fu così che Nick mise una mano in tasca e
cacciò un bigliettino da
visita. Lo porse a Marylin e le sorrise. Mary, senza sapere bene cosa
stesse
facendo, lo afferrò incerta e ne afferrò uno suo, finito
chissà come nel vaso
di primule che aveva sulla scrivania. Lo scosse un po’ per levare
il terreno e
mentre Nick sorrideva divertito, glielo porse, senza staccare i grandi
occhi
verdi da quelli suoi, profondi e castani. –
Bhe…sarà…sarà meglio che io vada,
mi sa… i miei fratelli mi avranno dato per sperduto… -
disse Nick, e così
dicendo si chinò appena per dare un bacio a Marylin sulla guancia, all’angolo
della bocca. – Ci si sente… Ylin… posso chiamarti così, vero? - - C-certo… ci
si sente Nick… - e il ragazzo se ne andò. Marylin incerta, si lasciò cadere sul
letto toccandosi il punto dove lui aveva posato le labbra, come non credesse a
quello che era appena successo e…
DRIIIIIN DRIIIIN DRIIIIN
…e Leslie che suonava impazientemente il campanello la riportò, purtroppo,
alla realtà.