Potterina Weasley
Membro dal: 20/06/08
Recensore Veterano (283 recensioni)
Nome: Beatrice, per gli amici Bea. Data Di Nascita: 23/03/81 - Nata a: Parigi - Abitante a: Napoli Descrizione Fisica: Sono alta 1 metro e 75 e peso 60 chili, ho capelli castano-ramato mossi, occhi verdi che, se guardo il sole, virano sul giallo… se però c’è una cosa che odio del mio aspetto quelle sono le mie lentiggini, lentiggini che rovinano, a mio parere, il mio nasino all’insù un po’ snob. Descrizione Caratteriale: sono una pazza. È così che le persone che mi conoscono mi definiscono. Pazza. Ho voglia di fare cose pazze, divertirmi, dico tutto ciò che penso (pentendomene, talvolta). Amo la pizza come la sanno fare qui da noi a Napoli e il caffè, anche questo specialità nostrana, nero ed amarissimo. Sono orgogliosa, testarda, fantasiosa, un po’ rompiscatole… insomma, una classica napoletana! Pairing: quasi tutti i pairing di “Zietta Rowling”: Ron/Hermione, Harry/Ginny, Draco/Pansy… poi mi piacciono molto le Rose/Scorpius anche se le Lily/Scorpius non mi dispiacciono, le Dean/Luna e le Fred/Angelina/George. Libri: Mille Splendidi Soli, Il cacciatore di aquiloni, HP e tutti i libri del mondo leggibili!!!! Perché mi piace scrivere: perché, anche se NON SONO BRAVA, mi piace e voglio esprimere ciò che penso e provo almeno a migliorare!^^ La mia storia è una storia lunga, strana, dolce per certi versi, amara per altri. È una storia d’amore perso e ritrovato, è una storia felice e triste allo stesso tempo. Di solito non amo raccontarla, ma oggi ho deciso di parlarvi di me e così, affinché voi mi conosciate davvero, devo cominciare dall’inizio. Nasco a Parigi alle 23 e 54 del 23 marzo 1981, un lunedì notte fresco e stellato (questo me l’ha raccontato mia mamma, naturalmente!). I miei genitori, Gennaro e Concetta, sono due napoletani emigrati in Francia in cerca di fortuna. Fortuna che, grazie a Dio, hanno trovato. Sapete, noi napoletani (perché si, io mi considero napoletana D.O.C a tutti gli effetti) siamo molto… non so con che termine definirci.. patriottici?? Insomma, come dire… quando lasciamo il nostro amato Vesuvio, il nostro mare, la nostra gente, il nostro dialetto, soffriamo come leoni in gabbia. È così che i miei genitori, diventati abbastanza ricchi in Francia, quando avevo tre anni, mi portarono finalmente a Napoli. Ripresero casa e lavoro qui, e io fu così che io crebbi tra pizza, Inni a Maradona e Pulcinella. Non nascondo però che, conseguentemente, fui costretta e lo sono tutt’ora, come ogni napoletano, a vivere tra delinquenza e paura. Non tocchiamo questo tasto perché l’ingiustizia qui è tanta e ogni volta che ci penso sono sopraffatta dalla rabbia. Comunque, vi dicevo, quando feci dieci anni mia mamma, che era appena una trent’enne, mi disse di aspettare due gemelli. Immaginate solo la mia felicità. Gli anni passarono, e io e le mie due sorelle gemelle Dalila e Rebecca crescevamo. Le ultime due in maniera favolosa, io no. Prima bulimica, poi anoressica, poi di nuovo bulimica. Ho perso la verginità a quattordici anni. Ho rischiato quattro volte di rimanere incinta. E poi… poi… poi incontrai Giulio. Giulio era un ragazzo stupendo di cuore, di carattere e di aspetto, dolce, tranquillo, con grandi occhi azzurri e una gran massa disordinata di capelli neri. Ci fidanzammo e piano piano lui mi aiutò ad uscire da tutti i tunnel in cui, colpevole solo di volermi sentire qualcuno, mi ero infilata: droga, alcol, sesso e malattia. Riuscì persino a “rimettermi sulla buona strada” in tempo per laurearci insieme, io in Arte e lui in Storia, entrambi ventiquattrenni. Fu così che a venticinque anni scoprimmo che ero incinta. Dio, come eravamo felici. Ci sposammo il giorno stesso dopo aver saputo il risultato delle analisi. Io corsi a cercare un prete disponibile e lui delle fedi. Trascinammo uno stupito Don Carlo su una spiaggia di via Caracciolo e io, con un mini vestitino bianco e i capelli neppure pettinati, sposai il mio Giulio, lui in jeans e camicia a maniche corte. Don Carlo sconvolto accettò solo perchè feci un paio di occhioni dolci e dissi di essere incinta. E così diventai la moglie del mio amore, solo noi due, Don Carlo e il Vesuvio. Poiché era autunno, e cominciò a piovere, mentre il povero prete correva a casa, noi restammo a correre sotto la pioggia e a baciarci. Tornammo a casa come due furie e raccontammo tutto ai miei familiari, e loro metà fra lo sconvolto e il felice ci fecero gli auguri, poi chiamammo i genitori di Giulio, che naturalmente ebbero la stessa reazione. E poi però arrivò una triste notizia. I miei erano costretti a tornare per questioni di lavoro in Francia. Naturalmente, allora quindicenni, Dalila e Rebecca seguirono mamma e papà. Ci lasciarono la casa qui a Napoli e così io entrai in gravidanza, triste si perché non avevo accanto i miei genitori, ma felicissima. Mio marito lavorava al museo archeologico qui a Napoli, e io mi stavo cominciando a guardare intorno: appena fosse nata la bimba (si, ora lo sapevamo, era femmina) io avrei subito cominciato a lavorare. Trascorrevo le mie giornate a casa di mia zia Giovanna, con mia cugina, ora diciottenne allora sedicenne, Cristina. Poi, il tredici aprile 2006, nacque Isabella, questa piccola adorabile con capelli castano ramato e grandi occhioni azzurri. Io e Giulio eravamo felici, felici, felici. Poi, un giorno, Bella aveva tre mesi, bussarono alla porta. Io ero a casa perché, avendo un figlia piccola, avevo solo un lavoro part-time come segretaria in uno studio di design. Immaginate con che sorpresa, aprendo la porta, mi trovai davanti una ragazza alta e magra, con i lunghi capelli biondissimi legati in una treccia, occhi verdi come i miei e un neo chiarissimo sul sopracciglio sinistro. Mia sorella Rebecca, mi saltò al collo, lasciando cadere le sue due enormi valigie che si trascinava dietro. – Ho litigato con mamy papy e Lila… E poi diciamocelo: la Francia non mi è mai piaciuta molto… tanto i campioni del mondo siamo noi!!- Poi riuscì a farla riappacificare con l’altra mia sorella e miei, ma che volete? Napoli ha il suo fascino, e Reby decise di restare qui con noi. Dopotutto. Giulio fu subito d’accordo: la casa era enorme, fin troppo perché ci potessimo vivere solo noi tre. E poi arrivò un giorno, un giorno che non mi scorderò mai, mai, mai. Mia sorella Rebecca e mio marito Giulio morirono in un incidente stradale. Che dolore, quante lacrime… Bella aveva poco più di un anno… Nessuno capirà mai che vuol dire dover dire a una bambina di poco più di un anno "Piccola mia, Papà e zia Reby sono andati a fare un bel viaggio e hanno deciso di fermarsi su una stella" e poi sentirsi rispondere con una vocina triste triste "D'accordo, ma quando tornano mi devono portare un regalo". E poi i problemi economici, ero da sola con una figlia a carico e poi... è successo questo Natale. mia mamma mi ha presentato il figlio di una sua cara amica, Marco, di ventotto anni. E' stata una cosa dolorosissima e felicissima allo stesso tempo scoprire di provare qualcosa per quest'uomo quando ho incontrato i suoi occhi: dolorosissima perchè ho ricordato l'amore della mia vita, Giulio, lì ancora su quella stella, e felicissima perchè quando hai ventisette anni e perdi l'amore cominci ad avere paura di non riuscire ad amare più... e invece ci riesco capite?? ci riesco!! Amerò ancora, quest'uomo è dolce e gentile e mi vuole bene, è un dentista, e adesso che nascerà questo bimbo (o bimba??ancora non lo so!) andremo a vivere tutti insieme come una famiglia, e Dio, quanto mi mancava essere una famiglia... la cosa più difficile sarà spiegare alla mia Bella che né il papà né la zia torneranno ma... che la mamma è felice ed è tanto felice che avrà un fratellino o una sorellina. Sapete, mi chiedo cosa direbbe Giulio. Sono sicura che ci guarda da lassù... e sono sicura che è felice per noi. Non ce l'avremmo fatta io e Bella da sole. sono sicura che Giulio è felice che ci sia Marco a proteggierci dal mondo.... Oooook, scusatemi, vi avrò annoiato con la mia storia… ma io credo che per conoscermi dovrete conoscere anche la mia vita, che non è stata facile ma ora, grazie a Dio, tornerà ad essere felice.

...Devo smetterla, devo!.... ma chi voglio illudere… sarai sempre nel mio cuore, qualunque sarà la mia vita senza di te, sempre che varrà qualcosa, allora, la mia esistenza lontana dal nostro amore. Perché ti sento così vicino da poterti sfiorare ma così lontano per afferrarti una mano e gridarti di tornare con me. Se hai amato ed era amore, non è un errore, buffo, questa frase non l’avevo mai sentita in tutta la mia vita, finché non ci siamo lasciati. D’accordo, se hai amato ed era amore, non è un errore. Ma il problema è un altro. Se amo ancora, ed è amore… perché sento che è un errore? Perché sento che non posso amarti? P.S il titolo è provvisorio, se avete idee... dite pure!! Spero vi piaccia! Baci, bea.
Autore: Potterina Weasley | Pubblicata: 02/04/09 | Aggiornata: 22/04/09 | Rating: Verde
Genere: Romantico, Malinconico | Capitoli: 3 | In corso
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Nessuno
Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Categoria: Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers |  Leggi le 15 recensioni