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Autore: Sara_Kissyou_15    19/07/2016    0 recensioni
Luise è assuefatta dalla monotonia della sua vita, ma lei non lo sa. Lei non sa di non essere al mondo per condurre la vita che ogni essere umano trascorre, non sa niente sulle sue vere origini, né del mondo celato agli occhi di tutti, come il bene più prezioso della terra.
Ogni riproduzione della storia, come frasi o/e parti del testo è vietato, se non autorizzato da parte dell'autrice dell'opera.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4


Nero. Il buio. L'ignoto. I dubbi. La paura. Il terrore. Il panico. Il risveglio. La luce.
 
Mi sveglio di soprassalto con la fronte imperlata di sudore. La prima cosa che faccio è guardarmi intorno e con meraviglia scorgo, nella penombra della mia camera, le pareti color panna tappezzate di mie fotografie e disegni, riconosco la morbidezza del mio letto e inconsapevolmente tiro un sospiro di sollievo.
Tornano vividi in me i ricordi di quel sogno/evento, prepotenti come lo scorrere del vento e inarrestabili come lo scorrere del tempo. La paura, talmente forte da bloccarmi davanti a quell'essere, che non può esistere se non in racconti dell'orrore, e la sicurezza nel vedere la figura di un 'uomo', tanto bello e forte da sembrare frutto della fantasia. Quegli occhi color miele ispiravano sicurezza e protezione solo a guardarli...
Non riesco a capire se sia stato tutto vero oppure se sia stato semplicemente un sogno. Per correttezza controllo la mia sveglia che segnala le 4:40 del 17 giugno. Confusa come non mai rovisto nella borsetta che porto sempre con me, alla ricerca dello scontrino della libreria. Controllo dappertutto, ma non riesco a trovarlo, provo a cercarlo in una tasca dei pantaloni e lo trovo in una tasca. Sullo scontrino sono riportati la data e anche l'orario in cui è stato stampato, cioè alle ore 16:24 del 16 giugno. Quindi ieri sono uscita! Prima di prendere in considerazione il fatto che non sia stato un sogno decido di aspettare le 7:15, orario in cui mia madre si sveglia d'estate. Nel frattempo cerco di riaddormentarmi, ma i frammenti di quel sogno tornano prepotenti nella mia testa. Allora, stanca di non riuscire a dormire, mi vesto con un paio di pantaloni della tuta neri e una t-shirt bianca, prendo il mio telefono ed esco di casa per andare a correre.
Consapevole della lavata di capo che prenderei se i miei mi vedessero uscire a quell'ora, cerco di fare il minor rumore possibile mentre scendo le scale e percorro l'ingresso, fino ad arrivare alla porta di casa, che chiudo lentamente.
Appena inizio a correre smetto di pensare ai miei problemi e disagi, stacco la spina e mi catapulto in un mondo dove gli unici suoni sono il mio respiro, le palpitazioni leggermente accelerate del mio cuore e i rumori dell'ambiente circostante a me, cosa che alle 4:55 di mattina non può esserci.
Percorro una strada sterrata in salita che a mano a mano si dirama in due vie, una che porta a un maneggio, l'altra che porta sull'argine di un fiume. Adoro andare sull'argine e riflettere. Penso che sia il posto migliore che conosco per pensare, il rumore rilassante dell'acqua che scorre, i canti degli uccelli e il rumore che producono gli altri animali che lo abitano, rendono questo posto speciale.
Mentre mi avvicino sempre di più all'argine del fiume sento una voce di ragazza cantare. Il canto non ha un testo scritto, ma è formato da una semplice melodia. Questa ragazza ha davvero una bella voce. Incuriosita mi avvicino sempre di più all'argine, fino a vedere Cristina seduta sull'erba che canta guardando l'acqua che scorre.
"Non sapevo che sapessi cantare, Cristina" le dico sorridendo. Devo averla sorpresa, perché appena sente il suono della mia voce si interrompe e si volta verso di me sorridendomi.
"Ciao Luise, anche tu sveglia a quest'ora?" mi chiede cambiando argomento. Ho capito: non bisogna parlare del canto, però io sono così curiosa!!!
" Non riuscivo a dormire" le spiego semplicemente "come mai sei sveglia?"
"Questo è il posto perfetto per liberarsi dal peso dei ricordi" mi spiega sorridendo mestamente. Mi siedo vicino a lei e osservo il fiume scorrere.
"Era qualcuno di speciale?" le chiedo
"Chi?" mi chiede
"La persona che hai perso" le dico. Mi guarda stupita e sorride, ma il sorriso non raggiunge gli occhi e non è luminoso, bensì malinconico.
"Si capisce così tanto? Che ho perso qualcuno intendo" mi chiede guardandomi negli occhi
"Non molto, solo chi ha passato la stessa cosa la riconosce negli altri...." le rispondo guardandola negli occhi.
"Mia madre" mi dice non guardandomi e coprendosi il viso con i capelli "Mia madre mi ha lasciato quattro anni fa".
"Mi dispiace Cristina, so che del mio dispiacere non puoi farci niente, però sappi che ci sono, anche se non ci conosciamo così bene"
"Tu invece? Chi hai perso?" mi chiede, non guardandomi ancora
"Mio fratello. Se n'è andato senza dire niente né a me né ai miei. Il giorno prima c'era, il giorno dopo no" le dico, confidandole il mio segreto "Ci sono rimasta molto male anche per il fatto che eravamo gemelli. Molti dicono che i gemelli hanno un legame indissolubile, magico, dicono che i gemelli siano capaci di sentire quando l'altro sta male o è in punto di morte, dicono che questo legame sia indivisibile, dicono che sia un patto di unione eterna, ma non è così. Evidentemente non lo è" le confido con un filo di tristezza nella voce.
"Nella vita succedono molte cose, Luise, tuo fratello può avere avuto tantissime motivazioni per non parlarti della sua partenza improvvisa, però non dubitare mai del bene che ti vuole: è impossibile non volerne al proprio fratello o alla propria sorella. Puoi solo sperare che stia bene " mi conforta, regalandomi un sorriso pieno di sicurezza e di dispiacere per la mia situazione.
   
 
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