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Autore: Mihit    20/07/2016    4 recensioni
Storia interattiva | Iscrizioni chiuse
Ad Hogwarts le cose sono cambiate parecchio rispetto ai tempi del Golden Trio. Questa nuova generazione di maghi, infatti, è ben lontana da tutte le preoccupazioni che avvolgevano Harry Potter e compagnia bella. Gli studenti si sentono al sicuro fra i muri del castello e, in particolar modo, alle loro feste, fra fiumi di alcool babbano. E fra il divertimento sfrenato, problemi adolescenziali, litigi e primi amori, arriverà il pericolo vero.
Succede, infatti, che la notte della Grande Festa, tanto attesa da tutti, uno fra loro viene ritrovato morto, nudo e con delle inquietanti incisioni, rappresentanti disegni all'apparenza scollegati tra loro, sul corpo.
Cosa diavolo sta accadendo?
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Nuova generazione di streghe e maghi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Berenike

 

 

 

 

 

 

"Do you know what it's like

to like someone so much 

you can't stand it and know that

they'll never feel the same way?"

-To all the boys i've loved before; Jenny Han

 

 

 

20 giorni alla Grande Festa

 

 

Berenike e Albus erano amici dal loro primo anno ad Hogwarts e a distanza di sei anni la ragazza poteva dire di non conoscerlo davvero. Albus Potter era così, inafferrabile. Aveva sempre il solito sorrisetto sghembo disegnato sul volto, i capelli perennemente scompigliati e uno sguardo indecifrabile. Lui non le aveva mai confidato niente, eppure lui sapeva ogni piccolo particolare di lei. Ogni suo piccolo segreto. Il fatto che il Serpeverde non le rivelasse mai niente la faceva andare su tutte le furie, avevano litigato seriamente per questo motivo anche più di una volta. Ma alla fine facevano sempre pace perché lui era l'unico che sapeva come comportarsi con lei in ogni momento. Berenike Harington difatti era una delle persone più lunatiche all'interno della scuola. Un giorno non ti rivolgeva nemmeno la parola, quello dopo sarebbe potuta venire ad abbracciarti come se foste amici da una vita. Quella mattinata, in particolare, era arrabbiatissima e solo la presenza del suo più caro amico riusciva a calmarla. Più o meno.

Era iniziato tutto quando, dopo essersi svegliata, aveva guardato l'orologio e si era resa conto di essere in ritardo. Non che la cosa non le capitasse mai, ma quel giorno in particolare le sue compagne di dormitorio non avevano nemmeno avuto la decenza di interrompere il suo sonno. Dal canto loro, però, chi poteva biasimarle? Probabilmente la Corvonero avrebbe preso la bacchetta e le avrebbe incenerite tutte. La ragazza quindi si preparò in fretta e furia (non che di solito impiegasse molto tempo, vista la scarsissima quantità di trucco che utilizzava) e aprì il cassetto dove si trovava la collana dal ciondolo cubico e rosa che portava sempre e che riponeva lì prima di andare a dormire. Per poco non urlò. Il gioiello era ancora lì ma qualcos'altro era sparito: il suo diario. Miliardi di pensieri attraversavano la sua mente: forse gli aveva cambiato posizione, oppure, più semplicemente, Rose e Rosalie (l'abbinamento dei loro nomi era disgustoso) l'avevano trovato. Si decise che era stata una delle due a rubarlo e immediatamente andò su tutte le furie. Il problema principale era che quello non era un normale diario e in questo di certo rappresentava Berenike. La ragazza infatti non ci scriveva praticamente mai, se non il primo giorno di scuola di ogni anno (l'aveva infatti iniziato appena giunta ad Hogwarts) ed era ormai diventata un'abitudine parlare del ragazzo che le piaceva in quel determinato periodo. Serviva per voltare pagina, dimenticare le persone che le avevano, consapevolmente oppure no, procurato lacrime e tristezza. Quel diario era ciò che nessuno aveva mai conosciuto, erano i sentimenti che Berenike nascondeva alla maggior parte della sua ristretta cerchia di amici; perché nonostante cambiasse umore facilmente e mostrasse tutti i giorni una nuova parte di sé, quella debole e sdolcinata non sarebbe mai dovuta emergere.

 

 

Berenike quel giorno decise di saltare le lezioni, la questione del suo diario era troppo importante, avrebbe potuto rovinarle la vita. Se l'avessero trovata, avrebbe improvvisato qualcosa. Certe cose scritte lì nemmeno le ricordava, eppure i ragazzi ai quali aveva dedicato quelle pagine erano impressi nella sua mente. Albus, Indra, Heath e Leigh. In quell'esatto istante si diede della stupida per aver provato qualcosa per ognuno di loro. Se gli ultimi tre ne fossero venuti a conoscenza (Albus già lo sapeva), sarebbe stata la fine.

La Corvonero, perfettamente a conoscenza dell'orario della compagna di casata, Rose Weasley, l'attese fuori dall'aula di Trasfigurazione. Finita la lezione, chiunque uscisse e incontrasse il suo sguardo, lo distoglieva spaventato. Berenike Harington aveva il fuoco negli occhi. Ma quando fu la ragazza a vederla, un sorrisetto divertito si disegnò sul suo viso. Rose Weasley non aveva paura di nessuno, nemmeno di quella lunatica della sua compagna di stanza.

«Ciao Nike!» si finse felice di vederla, ma in realtà non lo era affatto, aveva degli impegni e non poteva proprio perdere tempo. Berenike non era certamente una delle sue più care amiche: dover interagire con lei tutti i santissimi giorni era snervante, quella ragazza era totalmente ingestibile. Tutto sommato, però, le voleva bene.

«Dove l'hai messo?» sussurrò, afferrandola bruscamente per un polso e allontanandola dalla folla di persone che stava uscendo dall'aula. Berenike si domandò se avesse esagerato con quei modi un po' maneschi, ma alla fine non se ne curò più di tanto sia perché l'altra Corvonero non reagì in alcun modo sia perché per quel diario ne valeva la pena.

«Cosa?» Berenike lo notò il tono sorpreso della ragazza, e anche il suo sguardo innocente. A dire la verità, Rose non le stava affatto simpatica. O almeno, desiderava davvero che fosse così. Era perfetta e non aveva alcun difetto. Sempre col sorriso sul viso, simpatica, estroversa, bella, gentile, intelligentissima. Non c'era studentessa che non volesse essere lei e non c'era ragazzo che sotto sotto non provasse qualcosa per lei. E Berenike Harington avrebbe fatto passi falsi per avere almeno una delle sue qualità.

«Smettila di mentirmi e dammi immediatamente il mio fottutissimo diario.» Appena pronunciò quelle parole, Rose scoppiò a ridere.

«Mi stai prendendo in giro, non è vero? Nike devo subito andare in aula di Pozioni, la Fitzgerald ha detto che ci spiegherà una cosa molto importante, ti prego lasciami andare.»

Berenike ci rimase decisamente male quando la rossa le diede un bacio sulla guancia per salutarla e se ne andò. Aveva dato per scontato che la colpevole fosse lei, doveva pur fare qualcosa di sbagliato nella vita! Escludendola dall'elenco di persone che avrebbero potuto rubarle il diario, l'unica sulla lista restava Rosalie. Questa volta gliel'avrebbe fatta pagare cara.

 

 

Berenike, dalla camminata sicura e dai capelli rossi che si muovevano in una strana danza passionale e furiosa, esattamente come lei in quell'istante, si stava dirigendo in Sala Grande, pronta a fare un avada kedavra a Rosalie, quando iniziò a raccogliere i frutti di quella giornata disastrosa. La sorte, infatti, la fece scontrare con Heath. Non appena i loro occhi si incrociarono, un sorrisetto furbo, tipico da parte sua, si disegnò sul suo volto. La ragazza glielo lesse nello sguardo: lui sapeva qualcosa. Apparentemente, però, questo fece finta di niente e continuò per la sua strada.   

«Nike, penso tu abbia dimenticato qualcosa nella mia tracolla.» Berenike non fece nemmeno in tempo a tirare un sospiro di sollievo che il Serpeverde ritornò sui suoi passi e si avvicinò alla ragazza. Era completamente spacciata.

 «Cosa?» Forse la strategia migliore era quella di negare il tutto. Sì! Quello non era assolutamente il suo diario, l'avevano incastrata. Però non reggeva assolutamente perché in quelle pagine c'erano scritte cose che solo lei poteva sapere. In un attimo la rabbia svanì e prese il sopravvento il panico. Semplice e pura paura che la pietrificava; la collera che provava nei confronti di Rosalie era solo un lontano ricordo.

«Sembra una pagina di diario, credo che qualcuno ti abbia teso un'imboscata.» disse il castano, prendendo dalla tasca dei pantaloni della divisa un foglietto ripiegato in più parti, che pareva, per l'appunto, essere stato strappato da un blocco. La vita della Corvonero era ufficialmente finita. Ora c'era la delusione, non più la paura, perché una piccola parte di lei aveva sperato fino alla fine che quel diario fosse ancora nascosto da qualche parte dentro al suo comodino. La ragazza era talmente sconvolta che non aveva nemmeno le forze per improvvisare qualcosa per salvarsi la pelle e quello era assolutamente un avvenimento storico nella sua vita: era la prima volta che anche le sue doti recitative era venute meno. «Comunque, era il tuo primo giorno del quarto anno, dubito che continui a provare sentimenti per me, visto che è da una vita che non ci parliamo. Non lo dirò a nessuno, stai tranquilla.» continuò qualche istante dopo. Berenike era al settimo cielo, l'unico colpo di fortuna della giornata! Inoltre, le parole pronunciate da Heath le avevano persino ricordato la motivazione per la quale aveva provato qualcosa per lui una volta. Era perché ogni studente lo riteneva uno stronzo (per colpa di quello sbruffone di Fred Weasley che influenzava tutta la scuola), ma lei dopo averlo osservato attentamente si era resa conto che non era affatto così. O almeno, non era così nel profondo. Di certo di lui si poteva dire che fosse furbo, determinato e che non vedesse l'ora di finire nel letto di qualche sconsiderata. Unite queste cose potevano dare l'idea che non fosse proprio un ragazzetto timido ed innocente, ma in realtà era una brava persona. Era sincero ed altruista con gli amici e in particolar modo con Oralee, verso la quale era molto protettivo. E quest'ultima cosa, la sua amicizia con la sua acerrima nemica, si aggiungeva ai motivi per cui Heath Braxton piacesse a Berenike. Era iniziato tutto come una sfida intrapresa dalla rivalità fra le due ("se li allontano, lei soffrirà''), ma lei non era di certo intenzionata a fidanzarsi con lui. Voleva solamente dividerli, non aveva minimamente calcolato che lui l'avrebbe attratta così tanto. Le cose però erano andate male come al solito -Berenike non aveva mai avuto una relazione. Il suo legame con Oralee era più forte di qualsiasi cosa; non c'era posto per lei.

«Grazie mille, Heath!» Era talmente euforica, Berenike, che si fiondò tra le sue braccia e lo strinse forte a sé. Ebbe la sensazione che niente sarebbe potuto andare storto, perché la vita era bellissima. Ancora non immaginava quello che sarebbe successo in seguito. «Hai visto per caso Rosalie avvicinarsi a te?» continuò qualche istante dopo, quando mollò la presa da un divertito Heath.

«No..non credo..non lo so. E' talmente silenziosa, invisibile che potrebbe stare accanto a te per ore e tu nemmeno te ne accorgeresti.»

Sì, era stata decisamente lei.

 

 

Il sole era alto nel cielo (nonostante fosse autunno inoltrato), le lezioni mattutine erano appena finite e Berenike Harington era pronta a vendicarsi. Così come il significato del suo nome "portatrice di vittoria", la Corvonero era determinata a sconfiggere la compagna di Casata in quel folle gioco. Ma prima di portare a termine il piano, si decise -era stata convinta da Albus- ad interrogare la ragazza: doveva almeno avere uno straccio di prova prima. Rosalie Lane, dalla postura elegante e a tratti persino severa, sedeva al tavolo dei Corvonero nella Sala Grande. I capelli castani erano raccolti in un sofisticato chignon, mentre gli occhi marroni continuavano ad esaminare velocemente le poche righe che aveva buttato giù su un blocchetto, posto fra le posate e il piatto, per la quale, invece, non sembrava provare alcun interesse. Era troppo concentrata su quello che stava scrivendo. Per questo non si era minimamente accorta della presenza di Berenike al suo fianco. La rossa l'aveva osservata a lungo, nonostante non fosse di certo nella sua indole, chiedendosi quale sarebbe stato il modo migliore per farla parlare. Rosalie, difatti, veniva descritta da tutti come una persona incredibilmente fredda e distaccata. E Berenike non poteva certo dargli torto. Nonostante ciò, le due avevano un buon rapporto: si compensavano. Una era taciturna e riflessiva, mentre l'altra, nonostante cambiasse con una velocità sconcertante, restava estroversa e carismatica. Proprio per questo, Berenike  si chiedeva il motivo per la quale aveva rubato il suo diario. Cosa le aveva fatto di male?

«Ciao Lie!» La Corvonero ci aveva pensato su a lungo e, detto con franchezza, non era più tanto certa che l'amica fosse colpevole. L'aveva guardata negli occhi e aveva deciso che le avrebbe fatto qualche domanda per sicurezza. Riflettendoci, Rosalie era una ragazza sincera che si batteva per le proprie idee. Se avesse avuto qualcosa contro di lei le avrebbe sicuramente detto tutto in faccia, piuttosto che compiere quel gesto.

L'altra in risposta biascicò qualche parola di scusa, ignorando l'amica, mentre la penna d'oca si muoveva velocemente sulla pagina di pergamena; gli occhi illuminati come un bambino il giorno di Natale. Per quanto Berenike ci fosse rimasta male, era curiosa di sapere cosa stesse scrivendo la compagna. Si avvicinò ancora un po' a Rosalie e gettò lo sguardo sull'opera dell'amica. Ne lesse le prime righe. Era l'introduzione di una storia nella quale la protagonista, Rosemary, chiara riflessione di Rosalie, sentiva un gran peso sullo stomaco per via di un segreto che non aveva mai rivelato a nessuno. La ragazza non fece nemmeno in tempo a scoprire cosa fosse che Rosalie chiuse improvvisamente il blocchetto.

«Non provarci mai più.» Aveva un'espressione incredibilmente seria e rancorosa. Berenike, di rimando, e per la prima volta in quella giornata disastrosa, scoppiò a ridere. Sapeva che non era esattamente un atteggiamento carino, ma non riuscì proprio a trattenersi. Cosa poteva esserci di così riservato?

Immediatamente, Rosalie, mordendosi l'interno guancia per non dire qualche parolaccia (non era un atteggiamento che si addiceva ad una ragazza), si alzò di scatto dal tavolo, raccolse la sua roba e la dispose ordinatamente nella tracolla che portava con sé. La testa alta e fiera, mentre si allontanava da quella scena. E Berenike ancora rideva, perché quella maledettissima giornata sembrava una barzelletta.

Contemporaneamente a quella scena, dal tavolo dei Serpeverde si alzava un gran fracasso. Era insolito vedere i membri di quella Casata così uniti ma quel giorno si poteva percepire una gran eccitazione generale. L'argomento di conversazione principale, riservato esclusivamente a quelli più grandi, era la Grande Festa. Al centro della scena, c'era l'immancabile Scorpius Malfoy. Frivolo, falso ed esibizionista fino al midollo. Era una delle figure più in vista di Hogwarts e tutti avrebbero fatto carte false per diventare suoi amici. Tutti tranne Oralee Higher. C'era stato un periodo in cui i due avevano un buon rapporto, ma appena il Serpeverde si era avvicinato veramente alla ragazza ne era rimasto scottato. Si era spaventato ed era scappato, come la maggior parte delle persone che l'avevano conosciuta. Era difficile riuscire ad affrontare la realtà Oralee. Dall'esterno si vedeva solamente una ragazza minuta, con un sorriso largo, i capelli sempre tinti di un colore differente e il corpo ricoperto di lividi. In pochi si erano chiesti il motivo per cui li avesse. Per questo quando avevano iniziato a guardare al suo interno ne avevano avuto paura. Stentavano tutti a credere che quelle botte se le fosse procurate con l'aiuto del fratello e solamente perché gliel'aveva chiesto lei. Poi l'abbandonavano, come Scorpius. Il quale, per l'appunto, si proclamava uno dei più coraggiosi di tutto il castello. Stronzate. E lo faceva anche in quel momento, dicendo che la Grande Festa di quell'anno, non sarebbe stata nemmeno lontanamente paragonabile a quella degli anni precedenti. Aveva annunciato la presenza di nuove droghe magiche che ad Hogwarts non erano mai entrate. Allucinogeni talmente potenti che avevano creato numerosi problemi nel mondo magico e che il Ministero della Magia cercava disperatamente di rimuovere dalla faccia del pianeta. La pena per il possesso di questa erano dieci anni ad Azkaban. E Scorpius Malfoy se l'era procurata perché per stare sotto i riflettori avrebbe fatto qualunque cosa.

 

 

La giornata di Berenike, tutto sommato, non stava procedendo nemmeno così male. Era solamente nascosta dal mondo sugli spalti del campo di Quidditch, mentre pensava a come evitare Leigh ed Indra per il resto della sua vita. Prima di quel momento, aveva incrociato Albus mentre se ne stava andando nel Dormitorio e lui l'aveva avvisata della pagina di diario che riguardava lui che si era ritrovato in tasca. Immediatamente la consapevolezza che tutti i diretti interessati avessero ricevuto quella piccola parte di lei la spaventava a morte. Ma più di tutto la terrorizzava l'idea di Leigh che leggeva quella sorta di lettera. Era quello più recente, aveva scritto di lui e per lui solamente il mese prima, non poteva di certo dirgli che i sentimenti che aveva provato erano completamente spariti. Inoltre, era un gran pezzo di merda e l'avrebbe presa in giro fino alla fine dei suoi giorni. Il vero problema però era un altro. Leigh Stokes era stato il grande amore di Jared, fratello di Berenike. Si erano conosciuti grazie a lei perché due estati prima in quel periodo andavano particolarmente d'accordo e lui trascorreva molto tempo a casa di Berenike. A lei già piaceva. Il modo in cui lui la guardava la faceva sentire speciale. Anche se era stupido, meschino, arrogante e stronzo. Ma era proprio questo che l'attraeva. Cosa c'era di sbagliato in lei? Non fece nemmeno in tempo a rivelargli la cosa che lui e Jared erano già fidanzati. Era a dir poco sconcertata perché l'insensibile Leigh non si innamorava mai, ed invece era finito proprio con suo fratello. Che vita di merda! I due erano una coppia affiatata, nonostante le mille litigate per colpa del minore -Leigh; Jared aveva due anni in più di lui- ma quando l'altro si era diplomato avevano iniziato a vedersi meno frequentemente e si erano persi. Nonostante questo, Jared manteneva un buon ricordo di lui. Capitava spesso, inoltre, che ne parlasse con la sorella. "Spero che tu riesca a trovarti qualcuno come Leigh!", "Leigh è stato il mio primo vero amore". E come poteva dirgli che valeva lo stesso per lei? Berenike era troppo legata al fratello per fargli questo. La famiglia prima di tutto.

Passò un'ora della sua vita stesa sugli spalti a ripensare al fatto che l'unico amore che aveva realmente avuto era stato Leigh. Gli altri (Albus, Indra ed Heath) non erano altro che infatuazioni di una bambina o di una ragazzina. Gli erano tutti piaciuti per motivi stupidissimi: Albus perché era stato il primo con cui aveva stretto amicizia e che si era interessato a lei, Indra perché piaceva a tutte ed era stato il suo primo bacio (anche se era solo per gioco) e Heath perché così facendo avrebbe dato fastidio ad Oralee. Non gli era mai realmente importato di loro e proprio per questo i sentimenti che aveva provato erano svaniti in pochissimo tempo: era bastato metterli nero su bianco. Ma con Leigh era stato diverso. Per quanto avesse cercato di rimuoverlo dalla sua testa, non ne era stata in grado. Nonostante ciò, dopo tutte le riflessioni, si decise a continuare a vivere: non poteva nascondersi per sempre. Berenike era una ragazza coi controcoglioni e avrebbe affrontato la situazione di petto, accettandone tutte le conseguenze. Proprio per questo decise di raggiungere la biblioteca per recuperare la parte di programma che si era persa non presentandosi a lezione quel mattino.

Era sicura di sé Berenike. Era passata dalla disperazione al sentirsi una leonessa ed era proprio questo il bello del suo essere lunatica, tutto era temporaneo. L'incertezza in un qualche modo la rallegrava. Questo almeno fino a quando non vide Leigh venirle incontro con un sorrisetto sghembo. Tu sei forte, Nike. Vacillò appena, ma si fece coraggio.

«Ciao mia Giulietta!» Doveva ancora avvicinarsi a lei che stava già ridendo. La colse un imbarazzo profondo, avrebbe voluto scomparire dalla Terra, ma decise di stare al gioco.

«Ciao...Romeo?» domandò stranita, come se non avesse capito a cosa si stesse riferendo il ragazzo.

«Non fingere di non saperlo! Tu hai una cotta per il ragazzo più bello di Hogwarts!»

«Il più arrogante di Hogwarts.»

«Quindi ti piaccio davvero, bambolina?» Fu quell'ultima parola che la convinse a non confessargli un bel niente. «Sei uguale a tuo fratello!» continuò qualche istante dopo, avendo visto Berenike alzare gli occhi al cielo. Leigh non si meritava il suo amore.

«Vuoi la verità? ...Sto uscendo c..c.co.con un ragazzo.»

«Pause e balbettii?!» Scoppiò a ridere. «Se tu stai uscendo con un ragazzo, allora io sono il Papa.» Fu in quell'esatto momento che Berenike lo vide. Indra. Indra che stava camminando di fronte a lei, insieme a James Potter e a Fred Weasley. Un'idea folle le passò per la testa. Fanculo.

«Scommettiamo?» Questa volta era la sua versione incosciente e coraggiosa ad agire, in quel momento sarebbe potuta essere una perfetta Grifondoro. Corse in velocità verso Indra, il quale era stranito e divertito contemporaneamente. In un battito di ciglia si ritrovò fra le sue braccia e gli sussurrava sulle labbra uno "Stai al gioco". E lo baciò. Fu strano quel contatto fra le loro bocche, e non solo perché era tutto finto, piuttosto perché sembrava familiare. Si erano già baciati un'unica volta in un gioco della bottiglia durante il suo secondo anno, eppure sembrava che fosse passato pochissimo tempo. La piccola Berenike sarebbe saltata da tutte le parti, entusiasta per quel contatto, probabilmente avrebbe persino pianto dalla gioia al pensiero che quello che era il ragazzo più ambito nella sua classe di Storia della Magia l'aveva baciata, ma la Berenike del presente non aveva provato assolutamente niente, se non quella strana sensazione.

«Ci vediamo nel cortile di Trasfigurazione fra un'ora, ciao Nike!» pronunciò un Indra divertito e dalle labbra arrossate, mentre James e Fred si sbellicavano dalle risate. Inoltre, afferrò Berenike per un polso e poggiò la bocca sul suo orecchio. «Vieni seriamente» sussurrò per poi andarsene. Fu solo in quel momento che la ragazza si rese conto della puttanata che aveva appena fatto.

 

 

Alle 17 del pomeriggio Berenike Harington sedeva su una panchina di pietra del cortile di Trasfigurazione, mentre si torturava le pellicine delle dita. A prima vista sarebbe potuta sembrare una bambina, dall'espressione innocente e forse anche spaventata che aveva. Accanto a lei, Indra Parkin si ergeva bello da far schifo. I capelli biondo grano incorniciavo dei lineamenti raffinati che venivano completati da un sorriso accattivante. Si era appena seduto accanto a lei e l'aveva presa per mano, nonostante non sapesse minimamente nulla delle sue intenzioni. L'aveva fatto solamente perché quel piano folle lo divertiva. Berenike, invece, si sentiva decisamente a disagio, soprattutto quando tutti gli studenti che passavano accanto a loro li osservavano incuriositi. E sapeva anche il perché: una ragazza come lei non sarebbe mai piaciuta ad uno come Indra. Erano su due piani completamente diversi, lui era irraggiungibile. Solamente qualcuna come Rose Weasley sarebbe potuta essere al suo livello.

«Hai intenzione di raccontarmi tutta la storia oppure no? Perché ho una lettera scritta da te quattro anni fa in cui mi accusi di avere delle labbra illegali e che io mi diverto ad usarle per fare sempre nuove vittime. Andiamo, avevo tredici anni allora!» Indra ridacchiò e guardò intensamente Berenike negli occhi, obbligandola persino ad abbassare lo sguardo. Erano di un blu intenso e sarebbero piaciuti a qualsiasi ragazza del globo. E quella mossa, la maniera nella quale la fissavano, doveva sicuramente essere il suo metodo di conquista. Indra stava flirtando con lei perché non riusciva a farne a meno. Quel ragazzo era fatto così, flirtava persino con le insegnanti.

Berenike prese coraggio e gli raccontò l'intera storia, dalla sua cotta per Leigh al casino del suo diario scomparso, della sua ingenuità a dodici anni e dell'arroganza di Stokes. Quando ebbe finito il racconto scoppiò in una fragorosa risata poiché si rese finalmente conto di quanto fosse assurdo tutto. Sembrava una telenovela argentina. Anche Indra rise, scoprendo i denti bianchi.

«Berenike Harington devo dirti tre cose. La prima è che sei proprio una sfigata.» Si interruppe e rise ancora. Infine spostò una piccola ciocca di capelli dietro l'orecchio di Berenike. Era fottutamente disgustoso quando flirtava così spudoratamente. «La seconda è che stavo già progettando di fare ingelosire Rose. La terza è che io detesto quel nano malvagio di Leigh Stokes dal più profondo del mio cuore e voglio fargliela pagare, quindi..al diavolo..vuoi essere la mia finta fidanzata?»

E mentre Berenike ascoltava quelle parole come se fossero la sua unica ancora di salvataggio (e sotto un certo punto di vista era così), si rese conto di una cosa. Una cosa che la rallegrò e che le fece persino venir voglia di baciare quel sorrisetto nauseante di Indra. Quella maledettissima giornata era finita.

 

 

 

 

My Corner

 

Vi giuro che non mi sembra vero di essere qua a scrivere questo angolo autrice e non solo perché sto scrivendo da tre ore ininterrottamente, è mezzanotte e domani mattina mi devo svegliare alle 6 per andare in montagna (a proposito, ci starò 10 giorni quindi non so quando pubblicherò mai il prossimo capitolo). Sono una persona orribile ad aggiornare dopo tutto questo tempo ma ho un motivo: sono stata una settimana in crociera e mi ci sono voluti almeno cinque giorni per riprendermi psicologicamente (fun fact about me: mi affeziono tanto a persone che non rivedrò mai più, perciò tutte le volte che torno da una vacanza piango per un tempo infinito). Come avrete capito quindi, sono un disastro!

Per quel che riguarda il capitolo devo dire alcune cose. La prima è che ci manca il flashback, lo so. E nella mia testa era già pronto ma in questo momento non ho la forza per scriverlo. Svelava il cadavere. Quindi starete sulle spine almeno fino al prossimo capitolo. Altra cosa, credo di aver centrato modestamente la caratterizzazione di Berenike, quindi sono fiera di me. Ci tengo anche a dire che non è affatto una ragazza facile e che tre dei quattro ragazzi per cui ha provato qualcosa non le sono mai piaciuti veramente. Lei è una ragazza seria! Ultima cosa è che sono innamorata di Indra, so che non si dovrebbe dire ma fanculo e sono davvero dispiaciuta di non avergli dedicato molto spazio.

 

Approfondimento della settimana:

Cosa ne pensa il vostro OC della Grande Festa? Ne è entusiasta o è altamente schifato? Come si comporterà? Parlate di tutto ciò in almeno quindici righe.

Rispondetemi con un messaggio privato (non in recensione) intitolato nome e cognome oc + Grande Festa. Buona fortuna

Approfondimenti della settimana precedente (sui segreti degli oc) che mancano:

  • Oralee Higher, _Littles_
  • Leigh Stokes, Sabaku No Konan Inuzuka
  • Rosalie Lane, insilentscreams

{Ovviamente aspetto ancora che li mandiate perché il topic è molto importante}

 

Infine la classica domanda alla quale se volete potete rispondermi nella recensione:

Su chi volete che sia il prossimo capitolo? Potete rispondere con un solo nome e non potete dire ovviamente il vostro oc.

 

Ricordo che se Sabaku non recensisce il prossimo capitolo, il suo oc se ne andrà.

 

 

Alla prossima,

Mihit

   
 
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