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Autore: PaleMagnolia    22/04/2009    2 recensioni
Avete mai pensato che Dirk, Summer, Al e compagnia bella fossero (anche se in buona fede! XD) decisamente, inequivocabilmente e senza possibilità alcuna di redenzione, una gran massa di allegre Mary Sue (sì, anche gli uomini)?
Io, con tutto il bene che voglio a Clive e ai suoi personaggi, l'ho sempre sospettato, in fondo in fondo (sapete, giusto quando parla, ehm, dei capelli più rossi del fuoco, degli occhi più verdi del mare, delle chiappe alte come montagne e sode come marmo, delle notti di passione selvaggia - unghie che si conficcano, sudore che scorre a fiumi, ormoni che girano in ciabatte per la stanza - del coraggio sovrumano e dei muscoli guizzanti); e, con la presunzione e le manie di grandezza che mi contraddistinguono, ho autonomamente deciso che qualcuno dovrà fargli abbassare le penne. E quel 'qualcuno' sarà proprio...
Genere: Parodia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Parli e tutti ascoltano
ridi e tutti ridono
è una gara a chi
ti asseconda di più
mentre tu
giochi e un poco provochi
però mai esageri
sul più bello vai via
sola e lasci tutti così

Max Pezzali su Mary Sue.


Quando suo padre entrò, Summer Pitt sedeva sul divano a guardare la tv, mangiando biscotti al cioccolato direttamente dal sacc

Quando suo padre entrò, Summer Pitt sedeva sul divano a guardare la tv, mangiando biscotti al cioccolato direttamente dal sacchetto, e bevendo coca-cola da una tazza da tè.

Portava una tuta di poliestere elasticizzata e aveva i capelli raccolti in una coda di cavallo.

“Dov’è la mia bellissima ragazza?”, gridò Dirk Pitt, a mo’ di saluto, appoggiando le chiavi su un ripiano ricavato dall’assito dell’Andrea Doria.

Poi la vide.

“Tutto bene?”, chiese, un po’ perplesso.

“Hmm-m”, grugnì Summer, agitando una mano per indicare di essere momentaneamente troppo occupata per rispondere. Pescò un altro biscotto con le dita grassocce.

Stava guardando La Ruota Della Fortuna. Una concorrente grassa coi capelli tinti stava ridendo a una battuta del presentatore.

Summer guardava, tutta intenta. “Ecco, vedi”, disse, distogliendo finalmente gli occhi dallo schermo, quando ci fu un’interruzione pubblicitaria. “Quelli che portava lei sono esattamente il tipo di collant contenitivo che cercavo di descrivere a quella stupida commessa. ”.

 

Summer si svegliò urlando, e rimase seduta sul letto, a rabbrividire d’orrore. Tre settimane nello stesso ufficio di Rudi Gunn e di quella pazza della sua assistente l’avevano stroncata.

Quel che l’avviliva di più, era il fatto che sembrassero sempre divertirsi per qualcosa che lei non capiva. Tutte le volte che li sorprendeva a sghignazzare, e ne chiedeva il motivo, si ricomponevano in fretta e la mandavano a fare altre fotocopie.

Per la prima volta da quando aveva memoria, erano due interi giorni che non si lavava i capelli. Ne erano rimasti talmente sconvolti che, quella mattina, aveva persino dovuto pettinarli.

Roba da matti.

Tanto, pensava Summer, al momento di applicare il fluido ristrutturante al germe di grano, le cartelline dell’archivio non sembravano apprezzare in modo particolare i suoi riccioli selvaggi.

Nessun raccoglitore di documenti era ancora caduto dal proprio scaffale, sopraffatto dalla sua bellezza.

E questo era perlomeno strano.

E come se non bastasse, il toner della fotocopiatrice non aveva avuto alcun rispetto per la sua camicetta in shantung di seta, quando aveva dovuto ricaricarlo manualmente.

 

 

Summer guardò verso il quadrante luminoso della sveglia, sperando di avere davanti ancora qualche ora di sonno – e quella si mise a squillare proprio in quel momento, facendole fare un sobbalzo sul letto.

“Hmmm”, mugolò. Diede una manata alla sveglia, per spegnerla, e si tirò le coperte sulla testa.

 Non ricordava di essersi mai svegliata con altri sentimenti che non fossero un’assoluta e gioiosa consapevolezza del fatto che la sua vita fosse fantastica. Non aveva mai capito come mai la gente facesse così fatica ad alzarsi la mattina: per lei, ogni nuovo giorno era un altro giorno meraviglioso della sua favolosa vita. Non sapeva spiegarsi come mai non si svegliassero tutti con un sorriso pieno di entusiasmo.

Be’, pensò. Adesso lo sapeva.

 

  
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