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Autore: BlackVanilla    21/07/2016    2 recensioni
...l'abilità speciale del Chirurgo della Morte riuscirà a salvare una giovane e bella ragazza da una misteriosa e sconosciuta malattia? A volte le emozioni non possono essere descritte con le parole, per quanto ci impegniamo per farlo, il risultato sarà sempre deludente.
Ma succede che in certi casi, diventi complicato anche solo capire cosa si stia provando esattamente, l’emozione stessa diventa fonte di confusione e sgomento...
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Pirati Heart, Trafalgar Law
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Al centro della piazzola poco distante dalla casa del boss Gatto Vipera, faceva bella mostra di se un enorme tavolo ricoperto di prelibatezze fumanti, c’era proprio di tutto: dalla carne arrostita al dolce più pretenzioso che Law avesse mai visto, non c’erano dubbi i visoni erano degli ospiti davvero premurosi.
La festa di quella sera era stata organizzata in onore di Gwennie, la quale si stava rapidamente mettendo in forze e il medico era abbastanza impaziente di vederla, per tutto il giorno era stata rapita dalle ragazze e non avevano scambiato che un paio di parole poco prima di colazione, quella mattina.
“Capitano, come sta Gwennie oggi? Non sono riuscito a vederla…”, Bepo portava fiero la spada del suo capitano.
Il dottore rispose laconico che immaginava stesse bene.
L’orso bianco lo osservò: qualcosa in lui era cambiato da quando aveva conosciuto la ragazza, sembrava aver ottenuto una marcia in più in tutto quello che faceva e il visone ne era davvero felice, vedere così il suo capitano era una delle cose che gli sarebbe piaciuto fosse diventato realtà, tuttavia manteneva sempre il suo modo glaciale di fare ormai caratteristico.
Vestito con un paio di pantaloni neri a macchiette bianche, una camicia a maniche lunghe arrotolate fino all’avanbraccio di colore bianco e l’inseparabile cappello morbidoso, Law quella sera era davvero al massimo del suo fascino, non era possibile dire se avesse studiato la cosa con intenzione o meno ma la certezza era il risultato eccezionale.
Il pirata vide Nami correre verso Wanda per poi tornare da dove era venuta, lei era già vestita perciò anche Gwennie avrebbe dovuto comparire tra non molto, così Bepo e il suo capitano si sedettero assieme agli altri nakama in attesa dell’ospite d’onore.
 
“Uff…davvero non capisco cosa avete per la testa voi…dove sta il problema?”, la pazienza di Gwennie stava per esaurirsi.
Aveva visto tutti i suoi abiti, che erano stati accuratamente piegati, gettati negligentemente alla rinfusa sul letto, si era prestata ad uno shampoo con piega della durata di circa un’ora, aveva acconsentito che le facessero provare diverse tipologie di calzature di tacchi più o meno vertiginosi, nonostante l’obiezione della protagonista, prima di tornare alla scelta iniziale delle ballerine ed ora che era praticamente pronta, le impedivano di uscire perché mancava un particolare essenziale.
La porta si aprì ed entrò una trionfante Wanda, reggeva in mano qualcosa ma Gwennie non riuscì a vedere di cosa di trattasse, il che fece aumentare la sua ansia.
“Chiudi gli occhi e poi vedrai!”, le ordinò Nami la quale poco prima era corsa fuori alla ricerca di quel famoso ultimo tocco misterioso.
La giovane sapeva di non avere altra scelta, perciò obbedì.
Non molto dopo le fu permesso di tornare ad aprire gli occhi: effettivamente quello che vide allo specchio le piacque abbastanza da giustificare le azioni della navigatrice: accanto al perfetto chignon nel quale erano stati acconciati i suoi capelli, spiccava un meraviglioso fiore di ibisco color rosa, quasi identico ai fiorellini della sua blusa orientale, i pistilli leggeri bianchi si muovevano leggiadri ad ogni piccola vibrazione del capo dando l’impressione che la gravità avesse un effetto diverso su di loro.
“Adesso possiamo andare!”, vedendo l’espressione felice di Gwennie, Nami sorrise soddisfatta.
La ragazza si alzò, sistemò i pantaloncini e diede un ultimo tocco ai piccoli brillantini che portava alle orecchie, si sentiva elegante ma allo stesso tempo vestita nel modo che più le piaceva ovvero senza troppe complicazioni come i tacchi ad esempio.
Il fatto di essere l’ospite d’onore della festa non era il massimo per una persona timida come lei, tuttavia sentiva di dover essere grata ai visoni per averle dedicato un pensiero così affettuoso e poi aveva voglia anche di divertirsi.
C’era anche un’altra cosa che aveva assolutamente voglia di fare: vedere Law.
 
Bepo aveva affondato i denti in un cosciotto enorme strappandone via senza fatica un grosso boccone di carne, in teoria avrebbe dovuto attendere l’arrivo della festeggiata ma non aveva resistito.
All’improvviso ci furono degli applausi e fece la sua comparsa Gwennie: era senz’altro più bella del solito, le guance arrossate per l’imbarazzo di vedersi intorno quasi tutti gli abitanti dell’isola che non aspettavano altri che lei per iniziare la festa.
L’orso girò la testa verso il capitano, era completamente ipnotizzato dalla figura di lei che stava pian piano avvicinandosi per salutarli, quando giunse davanti a loro la giovane sorrise in modo liberatorio.
“Ciao ragazzi, come state?”, abbracciò Orca mentre faceva un cenno di saluto a Mario, i pirati Heart erano davvero come fratelli per lei.
Per ultimo, in modo assolutamente innaturale, andò a salutare il suo dottore rimanendo quasi senza fiato, era bellissimo e affascinante come non mai, dovette imporsi di non correre tra le sue braccia usando tutta la sua forza di volontà.
Allo stesso tempo anche Law ebbe una reazione simile, i capelli raccolti in modo da lasciare nuda la nuca, il fiore rosa tra le ciocche castane domate, la blusa dallo stile elegantemente orientale ravvivata dai pantaloncini corti e le ballerine tempestate di brillantini e perle nere, erano tutti gradini che avevano permesso alla figura già graziosa della giovane di salite decisamente di livello raggiungendo una bellezza assoluta.
Quando gli sorrise lui sentì il cuore allargarsi, l’amore che provava per lei era incredibile, non pensava di essere in grado di arrivare a tanto e sentiva di poter fare molto altro ancora, non aveva ancora raggiunto il suo limite.
“Law…”, gli fece un piccolo cenno con la testa mentre uno dei suoi più splendidi sorrisi le illuminava il volto.
Lui le rispose allo stesso modo, nessuno avrebbe mai immaginato guardandoli in quel momento che fossero una coppia di innamorati, tutti tranne Bepo.
L’orso osservava estasiato la scena, adesso che il capitano gli aveva confermato i suoi sospetti, i sentimenti che i due pirati provavano l’uno nel confronti dell’altro erano quasi palpabili da quanto erano intensi, assoluti e incondizionati.
La festeggiata venne presto reclamata da un piccolo gruppo di visoni trai quali c’erano Wanda e il boss Gatto Vipera il quale si complimentò con lei per la rapida ripresa nonché per come era riuscita a sbaragliare l’avversaria, soprattutto nella condizione fisica nella quale si trovava.
Arrossendo violentemente, Gwennie aveva ringraziato approfittando dell’inizio della musica per distogliere l’attenzione da se, era stata poi scortata da Brook presso la tavola imbandita dove lei aveva il posto d’onore, facendola accomodare con eleganza.
La ragazza si divertì molto e le ora trascorsero liete tra musica fantastica, balli e siparietti organizzati dai soliti Usopp, Brook, Chopper e Rufy, alcuni di essi le provocarono il mal di stomaco da quanto stava ridendo, in particolar modo il numero delle bacchette infilate nel naso e nel labbro inferiore della bocca: Gwennie provò ad imitarli ma fallì miseramente rischiando di trafiggersi un occhio con un bastoncino di legno.
Verso mezzanotte circa metà della compagnia era caduta in un sonno profondo, alcuni erano riusciti a raggiungere le loro stanze, altri si erano addormentati nel posto dove si trovavano, in quel frangente di tranquillità Gwennie sgattaiolò via dal posto che occupava raggiungendo rapidamente Law che stava ascoltando distratto i suoi compagni chiacchierare.
Senza guardarlo gli passò accanto inoltrandosi verso la sua piccola radura preferita, aspettando che lui la raggiungesse per poter stare finalmente un po’ insieme: per tutta la serata non aveva desiderato altro che stargli vicino e fingere di non provare ciò che in realtà sentiva le era costato davvero molto.
Il vento si alzò forte, alcuni fiori accanto a lei ondeggiarono decisi piegandosi per poi tornare alla loro posizione originale, una nube scura passò davanti alla sottile falce di luna privando la foresta della debole luce lattiginosa che fino a poco prima l’aveva leggermente illuminata.
Un brivido freddo percorse la schiena di Gwennie, quando un rumore proveniente dalla sua sinistra catturò la sua attenzione: era il suo medico che stava arrivando, non potendo aspettare ancora scese con un balzo dalla roccia dove si era appollaiata e gli corse incontro nascondendo il viso nel petto di lui.
Lo strinse forte, avrebbe voluto non lasciarlo mai più, quando la sensazione di freddo sentita poco prima tornò a farle visita facendola sussultare.
“Cosa c’è? Ti senti male?”, si staccò un po’ da lei per guardarla in viso, era un po’ spaventata.
“Io…sto bene ma…ho avuto un brutto presentimento!”, tornò a stringerlo.
Averla impaurita tra le braccia scatenò nel chirurgo un sentimento di protezione fortissimo, sentì la forza scorrergli lungo le membra: nessuno l’avrebbe mai sfiorata nemmeno con un dito.
“Sei forse preoccupata per il tuo capitano….è normale. Ma non credo che il recupero del vostro compagno sarà un grosso problema per lui”, sedettero sull’erba soffice.
Gwennie annuì ma non era certa che la sua sensazione fosse da imputare a quello che aveva detto Law, in ogni caso posò la testa contro la sua spalla sospirando.
Una nuova folata di vento fece cadere il fiore rosa che era stato tutte quelle ora tra i capelli della ragazza, andando a cadere poco distante da dove si era seduta, entrambi i giovani si allungarono per prenderlo finendo per intrecciare le dita delle mani nel tentativo di afferrarlo.
Si guardarono negli occhi per un lungo momento: quelli verdi di lei, velati di imbarazzo, esprimevano tutto l’amore che custodiva nel cuore, leggermente umidi facevano trasparire l’intensità con il quale la sua anima si era legata a quella del medico; quelli grigi di lui erano completamente persi nei due smeraldi che stava fissando, la mente in completo tumulto incapace di pensare razionalmente, avrebbe solo voluto essere in grado di dirle tutto ciò che provava per lei.
Non essendo in grado di tradurre in parole ciò che sentiva, Law decise di dimostrarlo: prese tra le dita il mento di lei facendole avvicinare il viso al suo, poco dopo le labbra si toccarono dapprima leggermente poi con maggiore decisione.
Se, due anni prima, qualcuno avesse detto a Gwennie che si sarebbe sentita in quel modo, non le avrebbe mai creduto: le tornarono in mente per un secondo le parole di Marco, il comandante di quella che era stata la prima flotta di Barbabianca, mentre aiutava lei, Rufy e Jinbe a raggiungere la salvezza poco dopo la morte di Ace a Marineford.
La fenice si era caricato in spalla la ragazza mentre Buggy stava portando l’uomo pesce e il capitano, gravemente ferito, correvano verso il mare senza avere idea che a pochi chilometri di distanza ci fosse un certo sottomarino giallo pronto ad aspettarli.
“Gwennie, fatti forza…oggi io ho perso un padre e un fratello…ma so che per te la cosa è molto più dolorosa. Fatti forza ti dico, il sole tornerà a splendere e la vita a sorriderti!”, l’uomo si era parzialmente trasformato spiccando il volo, i marines erano quasi riusciti a raggiungerli.
Con il vento tra i capelli e le gote bagnate di lacrime, la giovane era solo riuscita a stringersi di più al pirata singhiozzando forte, in quel momento era certa non sarebbe riuscita ad amare più nessuno in quel modo, nessun altro avrebbe potuto donarle le emozioni che le aveva regalato Ace.
Oggi, sulla groppa di un elefante millenario, Gwennie stringeva la mano al suo miracolo personale, un uomo che non solo le aveva salvato la vita materialmente ma che le aveva donato di nuovo la possibilità di amare in un modo completamente nuovo, affascinante e travolgente, e soprattutto di essere ricambiata.
Se, un paio di mesi prima, qualcuno avesse detto a Law che si sarebbe sentito in quel modo, non gli avrebbe mai creduto: lui era diventato il chirurgo della morte, aveva vissuto tredici anni pregustando ogni giorno il sapore della vendetta che avrebbe avuto nei confronti del fenicottero, affezionato ai suoi nakama ma con il cuore completamente sigillato verso sentimenti come quello che invece stava provando esattamente in quel momento.
Aveva temuto di indebolirsi aprendo la sua anima all’amore, ma invece aveva constatato, sorprendendosi non poco, che l’effetto era stato esattamente il contrario: era diventato un guerriero con qualcuno da proteggere, qualcuno per cui valeva la pena anche di sacrificare la vita stessa e che, soprattutto, lo amava in un modo semplice e cristallino, puro, sentiva il suo potere combattivo come minimo raddoppiato.
Agendo d’istinto strinse ancora di più la mano della ragazza e con un gesto rapido la trasse a sé facendola finire direttamente tra le sue braccia, sorrise leggermente nel notare il rossore che si era allargato sulle gote di lei che, incredula, non riusciva a muoversi: aveva sognato tante volte quella vicinanza, quell’atmosfera…adesso che si trovava lì era immobile come una statua di pietra, il fiato corto e un leggero tremore alle mani.
Quando sentì le mani di lui cercare di slacciare la cintura di seta della blusa, abbassò lo sguardo sentendosi andare a fuoco il viso, gli occhi lucidi dall’emozione semichiusi e il cuore che batteva all’impazzata, il silenzio rotto dal fruscio delle foglie dondolate dal vento era il solo suono che in quel momento si potesse udire.
La sottile fascia nera ben presto cedette sotto l’abile manipolazione del medico lasciando che le due estremità morbide cadessero turbinando verso il suolo, l’indumento leggero scivolò senza opporre resistenza accompagnato da un impercettibile fruscio.
Law con un gesto lento quanto delicato le sciolse i capelli lasciandoli cadere sulle spalle color avorio, le scostò un ciuffo dal viso ora illuminato dalla debole luce della luna mentre le cingeva la vita facendola avvicinare ancora di più.
La bocca di lui si avvicinò all’orecchio della giovane, le sussurrò qualcosa.
Lei ascoltò le parole dell’uomo che amava e sorrise soavemente abbracciandolo forte, affondando il viso nel suo petto muscoloso, e, liberandolo dalla camicia candida che indossava, gli diede il bacio che aveva mille volte desiderato di potergli donare, lasciando che esso divenisse sempre più appassionato.
Caddero insieme sul morbido tappeto di erba profumata mentre, poco distante, il fiore di ibisco rosa veniva portato lontano dalla dolce brezza che aveva ricominciato a soffiare.
 
Un saluto affettuoso a tutti i miei lettori!!! ^.^
Allora, questo capitolo è molto importante per me…mi sono impegnata tantissimo per scriverlo e ogni volta che lo rileggo vorrei modificare sempre qualcosa così ho deciso che, prima di storpiarlo del tutto, fosse il caso di pubblicarlo! :P
Ci terrei tantissssssssssssssssssimo di sapere come lo trovate… :>
Approfitto poi per segnalarvi che giovedì prossimo vedrete online l’ultimo capitolo prima delle vacanze estive…riprenderò la pubblicazione regolare a settembre, mi serve tempo per staccare un po’ e riordinare le idee! :D
Un abbraccio forteeeee!!!
Vostra
BlackVanilla
   
 
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