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Autore: Mia addams    21/07/2016    1 recensioni
Harry, Ron ed Hermione abbandonano la scuola per partire alla ricerca degli Horcrux... ma la storia non finisce con la loro partenza, la storia continua con la rivoluzione di Ginny, Neville e Luna, con la rifondazione dell'Esercito di Silente, con un nuovo malvoluto Preside, con i fratelli Carrow nel corpo insegnanti, con una nuova Hogwarts, spaventosa, oscura... un'altra Hogwarts.
Genere: Avventura, Dark, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Punizione nella Foresta Proibita.



« Se qualcuno ci scopre siamo... »
« ... come i cavoli a merenda, per caso? »


Al solo udire quella voce melliflua, i tre ragazzi si erano bloccati di colpo, gli occhi spalancati dal terrore e il cuore in gola: erano davvero come i cavoli a merenda. Severus Piton, in piedi davanti a loro, li fissava con una smorfia severa, i capelli neri e unti che gli incorniciavano il volto pallido e il solito mantello nero che coronava la sua figura tetra. Ginny, d'istinto, aveva alzato la spada verso di lui in segno di difesa, lasciando ritirare le mani ai due amici. Neanche un secondo dopo, l'uomo puntò la sua bacchetta contro i tre e la Grifondoro fece cadere la spada dalle mani per la sorpresa. Questa fece un rumore così fragoroso che avrebbe potuto svegliare mezzo castello e infatti, dopo neanche un minuto, apparve il custode Gazza con Mrs Purr, coi capelli arruffati e l'aria di chi gioiva alla cattura dei tre ribelli da parte del Preside stesso.
Ginny non osava guardare negli occhi i suoi amici, le speranze l'avevano schiacciata ed erano sparite lasciandola agonizzante a terra come se fosse appena sopravvissuta ad una lenta tortura: sarebbe stato troppo bello per essere vero, troppo bello e decisamente impossibile.
« Osi puntare la spada verso di me? Mocciosa che non sei altro... » riuscì a dire Piton, dopo quella che sembrava una lotta interna sul fare fuori i tre ragazzi immediatamente oppure mantenere il controllo di se stesso. « Come avete osato rubare nel mio ufficio? Cento punti in meno ad entrambe le Case! »
« Noi non abbiamo rubato un bel niente! » rispose Ginny furibonda, osservando con una certa irritazione Piton riappropriarsi della spada di Grifondoro che giaceva sul pavimento gelido mentre li teneva fastidiosamente d'occhio. Con uno svolazzo di bacchetta, la spada si librò in aria accanto a lui, restando immobile e scintillante. « La spada di Grifondoro non appartiene a lei! »
« La spada non appartiene a me? » volle sapere Piton con finto interesse, in tono ironicamente disgustoso. « E invece credo proprio che ti sbagli. » non aveva occhi che per la ragazza, che non osava battere ciglio per non perdere il contatto visivo con l'uomo e dimostrargli che di lui non aveva paura. « Vedo che Potter ti ha contagiata a tal punto che ti senti in diritto di giudicare le persone come un Dio sceso in terra, di stabilire cosa deve essere di chi e cosa no. Ma devi sapere, Weasley, che ci sono cose che tu e il tuo beato fidanzatino non capite, non conoscete. Non siete altro che dei ragazzini. »
Ginny strinse i pugni con rabbia, si sentiva le guance ardenti come carboni: voleva gridare all'uomo di chiudere quella boccaccia che si ritrovava, di sciacquarsela quando parlava di lei e del suo fidanzato, ma le parole le morirono in gola, mentre Piton continuava ad avvicinarsi a lei facendo svolazzare il mantello nero dietro di lui come una caricatura di un pipistrello troppo cresciuto.
« Potter ha fatto proprio le cose come si deve con te, vero? E proprio come lui hai pensato bene di portarti dietro altri due balordi come te, per rubare nel mio ufficio questo antico cimelio della scuola! »
« Noi non abbiamo rubato! » si intromise Neville, determinato come non mai. Piton l'aveva sempre spaventato tantissimo: era affannato, ma sembrava deciso a non farsi prendere dal panico, deciso ad affrontare il Preside come non aveva mai fatto in tutta la sua vita, vita che l'uomo aveva passato a rendere un inferno. « E quell'ufficio non appartiene a lei! »
« Taci, stupido Paciock! » aveva sbottato Piton, con una vena che pulsava nella tempia al solo udire la voce di Neville, che ammutolì, fissandolo torvo. « Rubare quell'antico cimelio per farne cosa, esattamente? Utilizzarlo... contro di me, forse? Credevi sul serio di potermi infilzare con la spada di Godric Grifondoro, Weasley? » fece una lieve risata beffarda che fece venire i brividi ai tre. « Poveri illusi. Beh, e dato che siamo in tema Grifondoro, via altri cinquanta punti! Gazza, tenga d'occhio questi mocciosi. » e con uno svolazzo del mantello, sparì dietro ad un arazzo a passo svelto trascinando con lui anche la spada.
Ginny aveva il respiro affannato e riusciva solo a pensare a come Piton si sarebbe vendicato su di loro, forse torturandoli, oppure uccidendoli direttamente senza rimpianti, come aveva fatto con Albus Silente. E quella volta non ci sarebbe stato nessuno a battersi per loro, nessuno ad aiutarli, neanche la McGranitt. Avrebbe chiesto ai Carrow di fare il lavoro sporco oppure se ne sarebbe occupato da solo? La ragazza non poteva fare a meno di sentirsi in colpa per la sorte toccata agli amici: era stata lei a raccontare la faccenda della spada, lei a decidere di penetrare nell'ufficio per rubarla. Era colpa sua se i suoi amici avrebbero sofferto...
« Siete nei guai... oh, certo che lo siete! » canticchiava Gazza felicemente, mentre la sua gattaccia puzzolente soffiava contro di loro.
« So a cosa stai pensando. » sussurrò Neville irato, afferrando l'amica per un braccio. « E non ti permettere di farlo, l'abbiamo voluto anche noi. L'abbiamo fatto insieme, non ti addossare la colpa di qualcosa che abbiamo fatto in tre. »
« Sono d'accordo. » disse Luna, con tono abbastanza tranquillo. « Abbi fede, abbi fede e vedrai. Staremo benone, Gin. »
« Non avrei mai dovuto... »
L'improvviso arrivo di Severus Piton interruppe la ragazza.
« Punizione per tutti e tre! » aveva annunciato, senza guardarli in faccia ma avendo occhi solo per l'antica spada di Grifondoro.
« No! Loro due non c'entrano nulla! » esclamò Ginny disperata, indicando i suoi amici. « Sono stata io! Solo io! »
« Ah... non c'entrano nulla? » fece Piton con tono canzonatorio, mentre Neville e Luna aprivano la bocca per protestare. « Beh, a me non importa un'accidente di quello che dici tu. Ti sei giocata le uscite dal castello, Weasley, non ci saranno gite ad Hogsmeade per te fino a tempo indeterminato! »
« Ma loro... »
« Domani sera eseguirete tutti e tre la vostra punizione: nella Foresta Proibita. » concluse Piton, definitivamente. I tre ragazzi, attoniti, si scambiarono sott'occhio uno sguardo stranito. « E non pensate neanche per un momento che vi mandi lì per farvi divertire con quello zoticone di Rubeus Hagrid. Se scopro che provate a ribellarvi nuovamente, me la pagherete cara. E tu. » fece, puntando minacciosamente il dito contro Ginny, che si sentiva sempre più confusa e stordita. « se provi a fare un passo falso ti giochi il posto di Capitano. »




Il mattino successivo, non si sapeva come ma tutti gli esseri viventi e non di Hogwarts erano a conoscenza del fatto che i tre ragazzi erano riusciti a penetrare nell'ufficio del Preside per rubare la spada di Godric Grifondoro. Pix aveva contribuito moltissimo a far circolare quella voce, con l'estremo particolare che la ragazza Weasley aveva avuto l'intenzione, una volta beccata in flagrante dal Preside stesso, di usare la spada di Grifondoro per infilzare Severus Piton. Gli insegnanti non presero molto bene quella notizia, soprattutto quella della calunnia inventata da Pix.
I tre protagonisti di quell'avventura furono bombardati di domande a colazione ma Ginny non aveva alcuna intenzione di rispondere a tutti i loro quesiti: non riusciva a far altro che tormentarsi, chiedersi dove avessero sbagliato, come avrebbero fatto ad aiutare i ragazzi nella missione quando lei, Neville e Luna stessi avevano fallito.
L'unica cosa che li rincuorava era il fatto che avrebbero trascorso la serata insieme al loro grosso amico nella Foresta Proibita. Incontrare un volto familiare dopo aver passato giorni a contatto coi Carrow era una fortuna, esattamente come la punizione che avrebbero svolto. Avevano affrontato prove più pericolose di una foresta di notte... possibile che non li avrebbero torturati di brutto?
Un mattino, comunque, a torturare la ragazza fu la Strillettera della madre che urlava a pieni polmoni nel dormitorio...
« GINEVRA MOLLY WEASLEY! »
Mary MacDonald si era voltata di scatto, inorridita, dopo un sobbalzo rumorosissimo.
« Come diavolo hai osato entrare nell'ufficio del Preside e rubare la spada di Godric Grifondoro? Non hai rubato una cosa qualsiasi... ma la spada di Godric Grifondoro! Ti rendi conto, Ginevra?! POTEVI MORIRE! MA NON TI IMPORTA PROPRIO NIENTE DI NOI A CASA, CHE SOFFRIAMO OGNI SANTO GIORNO? Non me lo sarei mai aspettata da te! MAI! Stamattina mi son trovata Bill spaventatissimo a casa che mi ha raccontato l'accaduto, i giornali non parlano che di voi e la Gringott sta nel caos totale! Che cosa intendevi fare, eh? Usare la spada contro il Preside? Incartarla e fare un regalino a qualcuno? Io e tuo padre siamo preoccupatissimi, maledizione! Giurami che non farai più sciocchezze, Ginevra. Giuramelo! Altrimenti sono guai! »
Era un orrore per le orecchie della ragazza, un orrore udire gli strilli spaccatimpani della madre. Riuscì a provare un senso di benessere solo quando la busta scarlatta prese fuoco, mettendo fine a quelle urla rauche e fastidiose. Capiva la madre e la sua preoccupazione ma non era stato carino ricevere quella lettera. Se solo lei avesse saputo che non intendeva infilzare Piton... ovviamente le sarebbe piaciuto, ma non era quella la sua intenzione. La madre non capiva, non avrebbe mai capito. Nonostante questo, avrebbe dovuto aspettarsi certe cose da sua figlia: era cresciuta, non era più una bambina.
« Arrabbiata, eh? » fu il commento della MacDonald, che fissava la cenere della Strillettera con occhi spalancati.
« Direi proprio di sì. » rispose Ginny, rintontita.
Riusciva ancora a sentire le urla della madre come eco in tutto il dormitorio femminile.
« Davvero volevi infilzare il Preside della scuola? » chiese la MacDonald sconcertata, facendo Evanescere con un colpo di bacchetta la cenere scaturita dalla lettera scarlatta mentre la osservava incuriosita e impressionata allo stesso tempo.
« Una cosa del genere... » aveva borbottato l'altra, strofinandosi la nuca.
Mary fece una risatina piuttosto divertita. « Grandioso. » disse, scuotendo i capelli neri. « Quanto vorrei essere in America, in questo momento. »
« Sei Americana? »
« Sono nata a Salem ma ho studiato privatamente in Inghilterra... » la MacDonald fece un sospiro.
« Ti fa paura Hogwarts? »
« No. » rispose la nuova arrivata, sinceramente. « Non ho paura di morire, di essere torturata o altro... sono dispiaciuta, più che altro, dispiaciuta per me. Non ho mai avuto una scuola fissa, insegnanti fissi, amici fissi e approdare qui sapendo che continuo ad essere sola e spaesata non mi alletta. Alla fine non mi importa. » chiarì, imbarazzata al sol pensiero che potesse passare come una vittima, quasi infuriandosi per quel piccolo attimo di debolezza. « Non mi importa, ci speravo soltanto. Detesto questa scuola. » concluse, facendo un altro sorriso e voltandosi in fretta per non attirare l'attenzione sulla sua probabile tristezza.
A Ginny ricordava molto lei stessa al suo primo anno lì al castello...




Intanto, nel dormitorio maschile di Grifondoro, Neville scartava la lettera di sua nonna e sorrideva al contenuto.
« Caro, Neville. » lesse. « Non immagino neanche a cosa ti servisse la spada di Grifondoro ma immagino tu abbia avuto tantissime ragioni per infiltrarti in quell'ufficio! Stai dimostrando carattere, lo stesso di tuo padre e di tua madre. Sono sicura che se loro lo sapessero sarebbero fieri di avere un figlio forte e in gamba come te. Mi sono sbagliata in tutti questi anni, volevo cercare in tutti i modi di rimpiazzare il vuoto lasciato dal mio Frank, credevo che suo figlio avrebbe mostrato da subito tutto lo splendido carattere del padre ma in te avevo notato solo l'estrema timidezza, il suo essere goffo e la dolcezza di tua madre. Oscurata dal loro vuoto, non mi ero accorta che eri il degno figlio di due persone che avevano deciso di morire insieme piuttosto che darla vinta al male. Non mi ero accorta che sei un grande uomo, Neville, e sarai un grande eroe.
Tua nonna.
»
Il ragazzo sorrise, asciugandosi l'unica lacrima che gli aveva solcato il viso...




Luna fece un sorriso enorme quando ricevette la lettera di suo padre tra le mani.
« Luna, bambina mia, non credevo alle mie orecchie quando mi hanno avvertito dell'accaduto. Sono molto ammirato e felice che non vi sia capitato nulla di spiacevole, la mamma sarebbe fiera di ciò che stai facendo. Io sto benone, la mia ricerca sul Ricciocorno Schiattoso e sui Nargilli continua ma al momento voglio dedicarmi ad un articolo di giornale davvero interessante che riguarda te e i suoi amici. Presto saprai, non posso svelarti nulla!
Un forte abbraccio, babbo Xeno. »

« Oh, wow, finisco ancora sui giornali! » fu il commento di Luna, che stava baciando una foto della madre che aveva sempre sul comodino del dormitorio.




Alle dieci di sera, i tre ragazzi respirarono l'aria fredda fuori al castello scortati da un a dir poco esuberante mastro Gazza per la punizione nella Foresta Proibita. Hagrid li attendeva al limitare della foresta e la sua espressione non era rilassata, ma di pura ansia e nervosismo. I tre, probabilmente, immaginavano che non sarebbero stati immuni neanche alle domande del loro amico.
« I mocciosi stanno qui con me come previsto! » aveva annunciato Gazza eccitato, spingendo brutalmente Neville al limitare della foresta mentre Luna indicava un corvo che aveva appena spiccato il volo e faceva uno strano commento. « Ecco qui, se la meritano proprio questa punizione. Rubare la spada di un fondatore di Hogwarts nell'ufficio del Preside. Ah, qui ci volevano la frusta e le catene! Ricordo ancora quando il vecchio Preside appendeva per i pollici i mocciosi ribelli. Mi mancano troppo quelle urla! »
« D'accordo, adesso ci penso io. » lo interruppe Hagrid con una certa stizza, e Gazza corse via quasi trotterellando. I tre si avvicinarono al grosso amico per salutarlo ma non avevano fatto neanche un passo che lui stava già urlando a pieni polmoni nella notte. « Dico io, ma che diavolo vi passa per il cervello a tutti e tre, eh? La spada di Godric Grifondoro, per tutti i Gallesi Verdi! Ma avete idea del casino che avete combinato? Cosa credevate di fare, eh? Di conficcare Severus Piton e farlo a pezzettini, per caso? »
« Ci risiamo con questa storia di Piton... » disse Ginny, scuotendo il capo in direzione dei due amici.
« Beh, forse non era male come soluzione, dico bene? » fece Neville, divertito; Hagrid sembrava sconvolto. « Sto scherzando. » disse in fretta, notando la faccia del guardiacaccia che era una maschera di puro panico.
« Ma vi state rendendo conto?! » si mise ad urlare nuovamente quest'ultimo, e la sua voce possente fece eco tra gli alberi.
« Hagrid, volevamo recuperare la spada per aiutare i ragazzi in missione. » disse Luna rapida, e la smorfia del loro grosso amico fu improvvisamente ancor meno rilassata. « Ne avevano bisogno, volevamo soltanto aiutarli, mica metterci nei pasticci. »
Il guardiacaccia fece una fatica immensa per dire: « L'avete comunque combinata grossa... nell'ufficio di Severus Piton, maledizione! »
« L'ufficio di Silente, semmai. » corresse Ginny, piccata.
« Purtroppo adesso l'ufficio appartiene a Severus Piton. » disse Hagrid angosciato, abbassando la voce. « Ascoltate, non dovete mettervi contro di Piton. Sono stato chiaro? Perdiana! Quell'uomo è pericoloso, sapete cosa è stato capace di fare. Non fatemi venire le preoccupazioni! E tua madre sta agitatissima, Ginny... agitatissima! »
« Mamma non capisce. »
« Manco voi, eh! Non dovevate entrare in quell'ufficio. » insistette Hagrid. « Piton ha faccende più importanti a cui pensare, ma i Carrow hanno la testa freschissima. Ve la faranno pagare cara! » accluse, e un brivido gli percorse tutto il grosso corpo. « E voi non avete idea di cosa cela la foresta di questi tempi... » altro brivido.
« Che cosa dobbiamo fare? » chiese Luna incuriosita, la più tranquilla del gruppetto.
« Trovare alcuni ingredienti per le pozioni... piccoli ingrati, ecco che siete! Mi farete spaventare a morte. »
« Risparmiaci i rimproveri, Hagrid. » disse Neville, sconsolato. « Cosa dobbiamo raccogliere di preciso? »
« Questa roba qui. » rispose Hagrid rude, lanciando a Neville un foglio di pergamena. « Al centro della Foresta Proibita! E dovrete vedervela con le creature mostruose che pillulano lì dentro negli ultimi tempi! Ma io vi ammazzerei con queste mani qui! Vedete? Con queste mani qui. La spada di Godric Grifondoro... nella foresta... »
Ginny annuì verso i due amici. « Muoviamoci. »




« Credevo ci avrebbero torturati di brutto. »
« E io che ci avrebbero dato in pasto ad un branco di Eliopodi. »
« Luna, quelle creature non esistono... sentisti Hermione, due anni fa? »
« Ma certo che esistono, ci sono tantissime testimonianze oculari! Ohhh, Neville... guarda! Un dente di leone! »
La Foresta Proibita era silenziosa ma lo stesso non si poteva dire di Neville e Luna, che si tenevano compagnia a vicenda ed erano piuttosto chiacchieroni e ben disposti sul da farsi (Neville voleva concludere in fretta e scappare via da quella foresta). Ginny, invece, era stranamente taciturna: si sentiva strana, quasi stordita... come se quella punizione non fosse nulla rispetto a quello che avevano affrontato in passato, e quello le metteva addosso una strana sensazione di panico. Mentre superava con passo svelto gli arbusti e le piante, il foglio delle istruzioni sugli ingredienti da trovare stretto in grembo, la ragazza non faceva che pensare alla spada di Grifondoro: ogni speranza di aiutare i ragazzi era svanita. Quanto avrebbe voluto ricambiare il favore del suo amato, consegnargli personalmente la spada... e non come una ragazzina bisognosa di aiuto ma come una guerriera.
La sua guerriera.
« Non ne posso più di stare qui dentro. » disse Neville inquieto, per la quinta volta di seguito. « Siamo qui dentro da ore e proseguire fino all'alba non mi pare proprio uno spasso, devo essere sincero, non sono abituato a scorrazzare per la foresta. Hagrid? »
« Sta raccogliendo un paio di funghi dietro quella radura. » rispose Luna, indicando un punto dietro un grosso albero. « Era piuttosto angosciato, avete notato? »
« Sembrano tutti particolarmente su di giri, in questo periodo. »
« Sono d'accordo con te, Neville. » Luna fece un sospiro, afferrando l'amico per un braccio. « Ragazzi, fermiamoci. Vediamo cosa abbiamo raccolto. »
I tre ragazzi controllarono tutto quello che avevano raccolto e cosa mancava secondo la pergamena che Piton aveva spedito ad Hagrid. Avevano raccolto molti ingredienti per le pozioni nella foresta, avrebbero di sicuro trovato la roba mancante prima che il sole fosse spuntato all'orizzonte.
Ginny lanciò uno sguardo ai due ragazzi, abbozzando un sorriso. « Comunque, anch'io ho creduto che ci accadesse qualcosa di brutto. Piton mi mette i brividi... avete visto come ci ha guardati? » chiese, riprendendo il discorso che Luna aveva interrotto un attimo prima. « Siamo stati davvero fortunati a finire qui dentro e non nel suo ufficio o in quello dei Carrow. Ci avrebbero davvero torturati di brutto! »
« Sì, e a proposito... » s'intromise Neville, inarcando le sopracciglia e incrociando le braccia al petto con stizza. « Non avresti dovuto addossarti la colpa per me e Luna! Anche noi volevamo appropriarci di quella spada, ricordatelo. »
« Sei il nostro capo e la nostra migliore amica, non la combatterai da sola questa battaglia. » fece eco Luna, testarda quanto Neville.
Ginny scosse la testa lasciando ciondolare la coda di cavallo. « Ma sono stata io ad architettare tutto, ragazzi! Non volevo che voi subiste... santo cielo, risparmiati quell'espressione, Neville! »
« Piton ti ha punita abbastanza, sei stata l'unica a cui ha tolto le gite ad Hogsmeade e se non fai attenzione ti giochi il posto di Capitano, e sappiamo tutti benissimo che ci tieni un mondo a quel ruolo. »
« Lo so, ma dovrei lasciarmi mettere i piedi in testa da Piton e dai Carrow per non giocarmi il ruolo di Capitano della squadra? » rispose la ragazza, piuttosto duramente. « Non era questo il nostro intento ad inizio anno, e non è mai stato il mio. Niente è come prima, neanche il Quidditch. È tutto una buffa imitazione della normalità e a me non va di giocare sporco, anche se bisogna sacrificare qualcosa. Ma le cose importanti no, quelle non le sacrifico. »
Neville e Luna si scambiarono uno sguardo; quest'ultima disse, mostrando la sua solita dolce schiettezza: « È molto bello e audace da parte tua dire queste cose. Sei molto forte, non ho mai avuto un'amica come te. »
Ginny fece un sorriso sincero, lievemente imbarazzata dalle parole sincere dell'amica. « Mi hanno proibito le gite ad Hogsmeade, d'accordo, che lo facciano pure. Certo, era bello uscire di tanto in tanto dal castello ma... troveremo un modo per fregare il sistema! I gemelli non mi hanno lasciata senza indicazioni, sapete. »
« E noi siamo con te, non ti abbandoneremo. » disse Neville con determinazione e Luna annuì, fissando l'amica con sguardo affettuoso.
La Grifondoro rimase a contemplare i due amici mentre un moto di affetto zampillava nel suo petto ma non ci fu modo per dire nulla: un rumore sinistro lì nella foresta la distrasse totalmente, mandandola a cozzare contro la corteccia di un albero. Era stata distratta da qualcosa che faceva uno strano rumore, come se tirasse respiri lunghi, rochi e profondi... qualcosa che sembrava freddarti il sangue nelle vene, che non ti faceva più essere felice, che ti faceva rivivere i tuoi più oscuri incubi. Qualcosa che somigliava spaventosamente a un Dissennatore. Anzi... a più di un Dissennatore.
Con un sussulto, i tre si ritrovarono ad osservare i lunghi profili oscuri dei Dissennatori. Erano cinque e avanzavano con le braccia tese in avanti, come una minaccia, e i brutti ricordi spaventarono Ginny più della loro stessa presenza. La ragazza si sentì in un attimo irrigidita, proprio come accadde la prima volta che ne aveva incontrato uno nell'Espresso per Hogwarts, ma quella volta non c'era nessuno a salvarli: avrebbero dovuto vedersela da soli.
Sei stata tu ad aprire la Camera dei Segreti, Ginny Weasley.
La ragazza chiuse gli occhi, cercando di concentrarsi sul suo Patronus a forma di cavallo mentre la fredda ed inquietante voce di Tom Riddle rimbombava nella sua testa.
Ti resta poco tempo.
La bacchetta le tremava tra le mani, la mente incapace di formulare un pensiero felice.
Hai messo troppo te stessa in quel diario, troppo te stessa in me...
Si sentiva le gambe cedere dal peso del ricordo, riusciva ancora ad avere paura del misterioso ragazzo del diario che l'aveva tanto affascinata.
Harry Potter arriverà ma per te sarà troppo tardi.
Udire quel nome le diede tutta la forza di cui aveva bisogno. Aveva le gambe paralizzate ma la mente era tornata lucida. Un ricordo felice... quale ricordo più felice del giorno in cui Harry Potter l'aveva baciata davanti a cinquanta persone? Se non era quello un ricordo felice, quale? Formulò velocemente il suo pensiero, che era così intenso che perfino un gigante alto come un grattacielo si sarebbe allontanato da lei, e puntò con ferocia la bacchetta verso quei grovigli di mantelli scuri.
« EXPECTO PATRONUM! » il suo cavallo argenteo fece inciampare due Dissennatori, e li sconfisse.
« Expecto Patronum! »
« Expecto Patronum! »
Una lepre scintillante sparì via, trasciando insieme a loro i tre Dissennatori; il Patronus di Neville non c'era.
« Grazie, ragazze. Non sono mai stato capace di evocare un Patronus vero, solo sbuffi di fumo argento... » disse impacciato Neville, pallido e sudaticcio, mentre tentava di riporre la bacchetta nella tasca.
« Non importa. » rispose in fretta Luna, ancora molto provata. « Un giorno ce la farai, ne sono sicura. Andiamo via da qui, su, troviamo Hagrid! Non è al sicuro neanche lui qui dentro e non mi pare sia un mago molto abile. »
« Come facciamo con la spada? » chiese Neville all'improvviso, in tono preoccupato e nervoso. « Dove potrebbe nasconderla Piton? »
« Troppo tardi, Neville. Piton l'ha deposta alla Gringott... » rispose Ginny cupa, calciando un rametto che si trovava sulla strada e impedendo all'amico di infilarsi la bacchetta in tasca. « Mai abbassare la guardia, ricordalo. »
Neville arrossì, ancora scosso. « Sì, grazie. Ma come sai della spada di Grifondoro? »
« Mia madre mi ha mandato una Strillettera stamattina. Mio fratello Bill lavora alla Gringott e l'ha avvertita, ha saputo sicuramente da qualche folletto che la spada si trova nella sua camera blindata. Non c'è più modo per recuperarla, ormai. »
Neville gemette. Luna si rivolse all'amica: « La Strillettera sarebbe quella buffa lettera rossa che urla? » chiese, interessata.
« Buffa, certo! » fu il commento sarcastico di Neville. « Davvero divertent... auch! »
Ginny sfoderò immediatamente la bacchetta dalla tasca, voltandosi per affrontare il pericolo. Ma non c'era nulla contro cui combattere: Neville era solamente inciampato per terra, il viso immerso nelle foglie secche, e tossicchiava, sputacchiando terriccio e erbetta.
Le ragazze aiutarono l'amico ad alzarsi.
« Stai bene? » chiese Luna serena, come se Neville fosse atterrato su un pavimento fatto di zucchero filato.
« Sì. Cavolo, voglio andarmene subito da qui! » sbraitò il ragazzo, pulendosi i vestiti e guardando a terra come se con lo sguardo potesse maledire il terreno. « Questa foresta sta iniziando seriamente a seccarmi, dico davvero. Prendiamo queste ultime cose e andiamo a cercare Hagrid! »
« Sì, meglio tornare. » convenne Ginny, spazzolando dalla spalla di Neville le foglioline autunnali. « Insomma, a che scopo farci affrontare dei Dissennatori nella Foresta Proibita? Quale dovrebbe essere lo scopo della punizione? Non era una cosa grave rubare nell'ufficio del Preside? »
« Forse volevano tenderci una trappola nella Foresta coi Dissennatori. » azzardò Neville, dubbioso.
« O forse non vuole che corriamo pericoli. » disse Luna, e gli altri due la guardarono in modo piuttosto scontento. « Mi avete sentita! Loro non ci vogliono morti, ci vogliono vivi e ubbidienti. Piton ha ordini specifici, non dimenticatelo. »
Neville scosse il capo, irritato. « Ma sono cose da primo anno queste! Cosa ha in mente? »
« Non ne ho idea. » rispose Ginny pensierosa, facendosi largo tra gli arbusti. « Ma di certo non deve essere niente di buono. »

   
 
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