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Autore: beat    22/04/2009    3 recensioni
Otae, una bella mattina come tante, arriva al punto di non ritorno.
Chi ne fa le spese, naturalmente, è il povero Kondo.
Da allora, una catena di eventi che porterà alla nuova coppia dell'anno: Otae e...
... Sorpresa! Leggete per scoprire!
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kondo Isao, Otae Shimura, Toushiro Hijikata
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: i personaggi non mi appartengono e questa fiction non è stata scritta a scopo di lucro.

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Capitolo II: Le sorelle scomparse fanno ritorno quando meno te lo aspetti


“Buongiorno, che possiamo fare per le.....” le parole morirono in bocca al poliziotto di guardia.

Si era concentrato sulla ragazza che era entrata, senza scorgere immediatamente il fardello che si stava portando appresso.

“Comandante!!!” urlò la guardia, precipitandosi verso il suo superiore.

Otae però lo fermò con un gesto della mano, prima che l'uomo si avvicinasse troppo a lei o al suo carico.

“La prego, vorrei parlare con il suo capo!” disse, con un dolce sorriso.

L'uomo la stava guardando sconvolto, la mano che era corsa verso l'impugnatura della spada.

“Sta scherzando, vero? È lui il nostro capo!”

“Non più! O almeno...non credo che lo sarà più per un bel po'!”

L'uomo si avvicinò minacciosamente ad Otae, sfoderando la spada e puntandogliela contro.

“Lei adesso viene con me e...”

Non riuscì a terminare perché sentì lo scatto metallico di un'arma da fuoco.
Volse lentamente il capo e vide quelli della Yorozuya che gli stavano puntando contro le armi.

“Hai sentito la signorina. Vuole vedere il tuo capo.” gli intimò il ragazzo con i capelli d'argento.

L'uomo deglutì rumorosamente.
Fece un passo indietro, lentamente, tornando alla scrivania.
Con cautela premette un tasto, e dall'altoparlante si diffuse il suo avviso “Vicecomandante! Ci sono delle visite per lei...”



***


La situazione era piuttosto tesa.
Non appena era stato dato l'annuncio, metà Shinsengumi si era radunata all'ingresso.
Naturalmente ci erano volute le maniere forti per impedire che la Yorozuya venisse aggredita seduta stante da tutta la polizia di Edo.
Ovvero Otae che minacciava di rendere Kondo una voce bianca.
Per salvare il già scarso onore del loro Comandante, i suoi sottoposti avevano accettato.

E alla fine era arrivato Hijikata.
Un lampo d'ira gli era passato negli occhi, ma aveva mantenuto la calma e li aveva invitati ad accomodarsi.
E solo con fatica era riuscito a far tornare tutti gli altri al lavoro.
Quando finalmente furono soli – Otae, la Yorozuya, Hijikata, Okita e Yamazaki – Otae riconsegnò il corpo di Kondo ai suoi sottoposti.

“E credete di riuscire ad uscire vivi da qui se adesso ci consegnate il Comandante?” chiese sadicamente soddisfatto Okita, mentre Yamazaki portava Kondo in infermeria.

“Sogo, chiudi la bocca!”

Okita lanciò un'occhiataccia a Hijikata, ma non disse più nulla.

“Allora” cominciò il Vicecomandante, incrociano le braccia dopo essersi acceso una sigaretta “Si può sapere che è successo questa volta? Che diavolo hai combinato?” chiese, rivolgendovi verso Gintoki.

“Ehi, ehi! Frena! Io non c'entro proprio nulla questa volta!”

“Hai minacciato uno dei miei uomini” ribatté Hijikata con un ghigno.

Gintoki fece un gesto della mano, come a dire di sorvolare.

“Stava minacciando Otae. Sono qui solo per evitare che la facciate a pezzi, anche se se lo merita!” non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase, che Otae gli aveva tirato una gomitata nelle costole.

Hijikata – e poteva giurarci, anche Sogo – deglutì.
Non era la prima volta che incontrava la famigerata Otae, ma come ogni volta, si stupiva di quanto fosse grezza e pericolosa quella donna.
Provava davvero tanta, tanta compassione per Kondo.

“Allora, che è successo questa volta?” chiese di nuovo, questa volta rivolto ad Otae.

“Ha rotto! Non ne posso più di quel maledetto stalker. Lo denuncio!”

Okita ridacchiò piano.

“Non puoi denunciarlo. È il capo della Shinsengumi.”

“Sogo, sbaglio o ti avevo detto di cucirti la bocca?!”

“Oggi sei permaloso Hijikata. Anzi no. Tu sei sempre permaloso!”

“Sogo, se non stai zitto ti caccio fuori a calci!”

Okita fece una linguaccia al Vicecomandante, ma non ribatté. Sarebbe stato capace davvero di buttarlo fuori, e lui non voleva perdersi lo spettacolo.

“Signorina Otae, si rende conto che, anche volendo, non posso prendere seriamente la sua denuncia se porta qui lo stalker mezzo morto per le botte?”

“Chiuda un occhio, signor Hijikata!” disse lei, sorridendo innocente.

“Sta scherzando, vero?!”

“Se lei fosse un vero samurai, un vero uomo d'onore, ma soprattuto un vero poliziotto, dovrebbe per forza prendere sul serio la denuncia di una povera e indifesa ragazza perseguitata da un maniaco per mesi e mesi!”

“Io non vedo nessuna ragazza indifesa qui!” fece piano Gintoki.

“Ma come Gin? Io no ragazza indifesa? Sono anche piccola. Piccola ragazza indifesa!” gli rispose di rimando Kagura, strattonandogli una manica del kimono.

“Tu di piccolo hai solo il cervello, Kagura! E non sei certo indifesa! Come nemmeno quell'altra gorilla! Sai, a volte mi chiedo se per caso non sia la tua sorella scomparsa!”

“Io ho una sorella scomparsa?!”

“Ma certo! Non vedi quanto vi assomigliate?!”

“Gin...forse è meglio se la smetti...” provò ad avvertirlo Shinpachi.

Inutilmente, perché Otae aveva di nuovo colpito con tutta la sua forza il samurai.
Hijikata sentì di nuovo la fastidiosa sensazione del sudore freddo che gli scendeva lungo la spina dorsale.

“Signorina...così non mi aiuta di certo! Sarebbe lei da denunciare per aggressione aggravata!” provò a dire Hijikata, sperando di non venir preso di mira anche lui.

“Beh, anche lei, signor Hijikata, non è proprio da lodare. Sbaglio o era al corrente di quello che Gorilla stava combinando?!”

Toshi distolse lo sguardo per un attimo.
In effetti lo sapevano tutti che Kondo perseguitava da tempo quella ragazza. Ma nessuno si era mai preoccupato più di tanto, visto che la dolce fanciulla in questione si era sempre difesa più che egregiamente.
Hijikata sospirò. Forse avrebbe dovuto prevedere che le cose sarebbero degenerata in una situazione del genere.
E adesso il Vicecomandante della Shinsengumi non sapeva che fare.

“Che cosa pensi di fare adesso, Hijikata?” chiese Okita con il suo solito tono da santerellino.

“Perché scarichi tutta la responsabilità su di me, eh?!”

“Beh, sei tu il Vicecomandante. Tuo l'incarico, tua la responsabilità!”

“Opportunista!”

Okita ridacchiò.

“Beh, al momento non so bene che fare. Direi che dovremmo aspettare che Kondo si riprenda, per delineare bene la situazione..!”

“Se si riprende...” commentò mesto Shinpachi.

“Sarà meglio per voi che si riprenda! O finite tutti dentro per omicidio!”

“Eeeh?! Ma io che c'entro? È stata lei a fare tutto!”

“No, io voglio che sia condannato perché è un maledetto stalker!”

“Sorella...forse è meglio se ringrazi di non essere stata arrestata tu...ti prego, sii ragionevole..!”

Otae squadrò il fratello con aria di superiorità.
Shinpachi si fece piccolo piccolo, per cercare di suscitare almeno un po' di pietà in sua sorella – nel buonsenso non ci sperava poi molto.

“Va bene” concesse infine Otae “Aspettiamo che il Gorilla si riprenda.”

“E nel frattempo?” chiese Gintoki.

“Uhm?!”

“Nel frattempo come la mettiamo con lei e i tuoi uomini?” chiese indicando prima Otae e poi Okita “Non mi sembrano molto propensi a fargliela passare liscia.”

In effetti non aveva tutti i torti.
Hijikata stesso aveva fatto molta fatica per convincere gli uomini a non attaccarli, quando avevano visto le condizioni di Kondo.
Era sempre così quando c'era di mezzo il loro Comandante.

“Potrebbe essere un problema in effetti. Idioti come sono, sarebbe anche capaci di provare ad attaccarla...” meditò pensieroso.

“Non puoi semplicemente ordinare loro di non farlo?” chiese, nemmeno lui troppo sicuro delle sue parole, Shinpachi.

“Se c'è di mezzo Kondo non danno retta nemmeno a me”

“Un capo che non riesce a farsi rispettare dai suoi uomini, non è un vero capo!” commentò baldanzosa Kagura.

“Infatti il capo è Kondo!” ribatté Hijikata, un po' seccato.

“Ed anche il motivo per cui non sarai mai tu il capo. Anzi, non dovresti nemmeno essere il Vicecomandante!” sentenziò, quasi ridendo, Okita.

Hijikata si voltò per squadrarlo trucemente.

“Sogo, perché non vai a vedere come sta Kondo e non ti togli dalle scatole per un po'?!”

I due si squadrarono per qualche secondo.
Ma alla fine Okita fece una buffa smorfia e si alzò, dirigendosi all'uscita.

“Te l'ho sempre detto che sei permaloso, Hijikata!”

“Fuori!!”

Hijikata sospirò pesantemente, passandosi una mano sugli occhi.
Era davvero faticoso avere a che fare con tutta quella situazione.

“Allora?” chiese impaziente Shinpachi “Come facciamo a tenere al sicuro mia sorella?”

“Ha un altro posto dove poter stare, almeno per qualche giorno?”

Otae rivolse inconsciamente lo sguardo verso Gintoki. Su due piedi non gli venivano in mente altre persone su cui contare.
Hijikata colse quello che stava pensando la ragazza e si affrettò a commentare.

“No, stare da quello lì non va bene. Sarebbe il primo posto dove verrebbero a cercarla, dopo casa vostra.”

“Purtroppo non mi viene in mente nessun altro a cui chiedere...” disse sconsolata Otae. Solo in quel momento si rendeva conto di quanti pochi amici avesse.

“Forse ho una soluzione...”




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Angolo dell'Autrice:

Salve a tutti!
Ecco a voi il secondo capitolo! ^^
Ancora la coppia non si vede, ma vi assicuro che dal prossimo capitolo capirete tutto! Ehehe.

Ringrazio di cuore:
-Sayoko_Hattori: Carissima, hai indovinato! Evviva! (Beat lancia dei coriandoli)
- SesshomaruJunior: Ehilà, ciao! Grazie mille per i complimenti! Mi fa molto piacere che la storia ti piaccia! ^^
- Eva92: La tua curiosità verrà soddisfatta nell prossimo capitolo! ^^
- Gintokina: Grazie mille! Eh, già, in effetti Kondo che non ne esce mai bene fa pena anche a me. Un giorno verrà riscattato, ma per ora deve solo buscarle! XD

Per favore, fatemi sapere i vostri commenti, pareri o critiche!

Grazie a chi vorrà lasciare una recensione e a quanti leggeranno e basta.

Beat



   
 
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