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Autore: Clara_Oswin    22/07/2016    1 recensioni
[SPIN OFF - DEEP ALLEY, IL DESTINO DI ELENA]
Questa storia è uno spin off di un racconto pubblicato nella sezione della sirenetta,
Ayla è la secondogenita del capo di una tribù insediatasi da poco in una radura nei pressi di un misterioso lago, costretta a sposarsi con Skan primogenito del capoclan vicino se ne innamora sinceramente e il loro rapporto seppur all'inizio complicato diventa sempre più stretto... fino a che nella loro vita non entra lui, un misterioso tritone che farà innamorare di sè Ayla condannandola così ad un destino che mai si sarebbe sognata...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Capitolo 3. La cerimonia del passaggio d’età

 

Il cuore mi batte fortissimo, è da questo pomeriggio che sono agitata per la cerimonia di questa sera, la notte prima quasi non sono riuscita a chiudere occhio tanto era l’eccitazione. Negli anni passati io e Anna assistevamo sin da piccole a quelle cerimonie, una delle poche vere occasione in cui si poteva festeggiare liberamente ed eravamo sempre rimaste affascinate da quello splendido falò che veniva acceso la sera e dalle danze che sembravano non finire mai e solo al pensiero mi ritorna il formicolio ai piedi.

La giornata di ieri sembra volata, dopo che io e Skan siamo ritornati dal fiume mi sono rinchiusa in cucina a riflettere su tutto quello che stava accadendo e tra un pensiero e l’altro ho cucinato le tre quaglie che mio fratello avevo cacciato preparando così un bel pranzo. Papà mi ha fatto un occhiolino di apprezzamento mentre Skan si è lanciato facendo un apprezzamento a voce alta, mi ha fatto piacere ricevere dei complimenti visto che dopotutto era una specie di esame e la prima impressione è quella che conta. Dopo cena papà li ha accompagnati in un ostello in via di ampliamento non lontano da casa nostra, le nostre usanze sui fidanzati che dormono sotto lo stesso tetto della fidanzata sono molto severe, non è permesso dormire assieme prima del matrimonio, ed io sono stata felice di avere avuto un po’ di privacy per prepararmi al meglio per oggi.

La cerimonia del passaggio d’età si tiene una volta l’anno il secondo martedì dopo il solstizio d’estate. Tutti giovani che hanno compiuto i 17 anni o che entro la fine dell’anno li compiranno parteciperanno alla cerimonia che li determinerà finalmente pronti ad entrare nel mondo degli adulti.

Anna è qui da me dal primo pomeriggio e mi sta aiutando ad acconciarmi i capelli, in casa adesso ci siamo solo io e lei, papà e Kota sono già nella piazza ad aiutare gli altri con gli ultimi preparativi dato che questa sera il compito di accompagnatore toccherà al mio nuovo fidanzato. Ancora mi devo abituare all’idea di essere impegnata con qualcuno e ancora sto cercando di abituarmi a questa nuova condizione ma ammetto di essere stata fortunata, poteva essere molto più sgradevole ed invece sembra una brava persona… devo confessare però che mi ci è voluto un po’ prima di accettare che oggi non avrei partecipato alla cerimonia con mio padre e se non fosse stata per qualche parola dolce della mia amica non avrei mandato giù questa cambio improvviso così velocemente…

“questi fiori bianchi sono bellissimi sui tuoi capelli, ti danno un aspetto radioso.” Se non avessi avuto lei in mancanza anche di una figura materna mi sarei già sentita molto scoraggiata ed invece riesce sempre a farmi ritrovare il buon umore. Sta intrecciando due ciocche laterali adornandole con dei fiori bianchi, credo siano gelsomini e roselline perché sprigionano un profumo dolcissimo, le ha colte questa mattina nel suo giardino. I capelli ho deciso di lasciarli sciolti lungo le spalle, non voglio sembrare nulla di ciò che non sono, semplicemente me stessa, quindi le morbide onde ricadono sotto l’intricato intreccio fin sotto la schiena come fossero un manto dorato.

“quando verrà il tuo momento Anny, con questi fiori chiari nei tuoi capelli scuri, sono certa sarai bellissima” le sorrido mentre sento le sue mani che abili continuano ad intrecciare.

Il mio vestito è pronto sul letto che aspetta solo di essere indossato, ovviamente è rigorosamente bianco perché oggi tutti noi ragazzi abbiamo l’obbligo di vestire di bianco mentre i nostri accompagnatori saranno in rosso con solo un fiore appuntato in bianco dello stesso tipo della loro accompagnatrice.

“scommetto che tu e Skan sarete bellissimi insieme, siete una splendida coppia, sarete l’invida degli altri.”

“sai quanto ci tenevo ad andare con papà…” sussurrò con un po’ di malcontento

Anna si ferma e ammira la sua opera finita, mi ha proibito di guardarmi sino a che non sarò completamente vestita e sistemata.

“non dovresti lamentarti così, oggi è il tuo giorno, cosa ti importa se è tuo padre o tuo marito… emh il tuo fidanzato, poteva andarti molto peggio ed invece non fai che lagnarti. Skan è forte gentile e pure attraente! Ti poteva capitare un ragazzo mingherlino idiota o un vecchietto presuntuoso, hai tutte le fortune tu e non ti rendi conto di quanto tu sia stata baciata dalla fortuna!”

Il suo tono è severo, so che mi vuole bene ma le sue parole sono dure da digerire, in fondo so che ha ragione, tutto quello che ha detto lo condivido e in effetti sono stata fortunata e non faccio altro che lamentarmi…

“se continuerai a fare la musona si stancherà di trattarti come fossi una principessa e diventerà tutto l’opposto di com’è adesso. Sai come sono fatti gli uomini, se capisce che questo approccio non funziona ne troverà un altro, o potrebbe persino stancarsi. Mettiti nei suoi panni.”

“quando mi ha accompagnato al fiume infatti era molto arrogante, poi ha iniziato a cambiare atteggiamento ed è molto migliorato…” rifletto io.

“visto? Dovete lavorare insieme per far funzionare questo rapporto, mi sembra che stia facendo tutto lui o che tu non ti stia impegnando abbastanza”

“no aspetta, io però non sapevo nulla fino a ieri, non puoi pretendere che inizi a diventare una brava fidanzatina così tutt’a un tratto”

“si, ma adesso lo sai ma non stai facendo lo stesso niente, prova a dargli una possibilità,”

“non esistono i colpi di fulmine, lo sai meglio di me” le rispondo imbronciata mentre mi infilo il vestito, la stoffa fresca mi accarezza il corpo come un abbraccio.

“ok, è vero, ma puoi almeno iniziare ad essere sua amica, no? Quante ragazze che conosciamo si sono sposate con i loro migliori amici? L’amore arriva dopo… dagli almeno la possibilità di essere tuo amico.”

Abbasso il viso e guardo i miei sandali bianchi con i lacci intrecciati fino alle caviglie, dovrei almeno provarci.

Anna si avvicina e mi lega il vestito da dietro, “scusa, non volevo rimproverarti giusto oggi che è il tuo grande giorno… ma sentivo che dovevo dirtelo.”

Le metto una mano sopra la sua, “lo so, hai ragione. Qualcuno doveva dirmelo e sono contenta che tu l’abbia fatto. Rifletterò sulle tue parole.”

La mia migliore amica mi fa un grande sorriso sollevata probabilmente che io non c’è l’abbia con lei, come potrei?!

Mi allunga la sua mano, io la prendo e mi avvicino allo specchio, quando mi guardo stento a credere che quel riflesso sia io.

Il vestitino bianco ha delle bretelline sottilissime, una curva a forma di cuore all’altezza del seno e poi si stringe in vita esaltando la mia silhouette sinuosa, la gonna ricade poi morbida fino alle ginocchia, tre strati di velo chiarissimo bianco rendono la stoffa quasi impalpabile, faccio una giravolta su me stessa quasi fossi una bambina e il tessuto si solleva ad onde seguendo il mio movimento, i capelli lunghi ricadono ad onde e incorniciano il tutto e nella parte alta Anna ha fatto davvero un lavoro eccezionale, gelsomini e rose decorano come un diadema la mia testa. Mi scende una lacrima e non posso fare a meno di pensare a mia mamma.

“sarebbe così fiera di te” mi sussurra Anny intuendo i miei pensieri.

Asciugo rapidamente la lacrima, poi l’abbraccio. “Grazie. Sei la migliore amica che si possa mai avere,” lei ricambia il mio abbraccio.

“vuoi che ti faccia compagnia fino a che non arriva Skan?”

Strofino via altre due lacrime che sono sfuggite al mio controllo.

“no, stai tranquilla, vai pure a prepararti, ci vediamo più tardi dopo la cermonia…”

“sicura?”

Annuisco mentre l’aiuto a radunare le sue cose e poi l’accompagno alla porta.

Una volta finita la cerimonia potremo stare un po’ insieme e finalmente le racconterò cosa si prova a partecipare ad un evento del genere.

Ormai manca davvero poco.

*

Sento bussare alla porta, lancio un ultima occhiata allo specchio per assicurarmi che tutto sia apposto.

Quando apro la porta non sono colpita di vedere Skan vestito splendidamente di rosso e con una rosa bianca appuntata alla divisa.

I suoi capelli spettinati tutti verso un lato con attenta cura sono di uno splendido nero lucente, le ciocche sembrano così morbide e soffici che mi viene la tentazione di affondarci le mani. Il colore rosso gli sta molto bene, la pelle abbronzata mette in risalto i suoi lineamenti e gli occhi azzurri sembrano brillare di luce propria quasi avessero fatto un patto con la luna per catturare tutti i suoi raggi.
Sembra davvero un cavaliere, uno splendido e valoroso cavaliere.
Forse Anna aveva ragione, questa sera tutti gli occhi saranno dedicati a noi due.

“sei bellissima” Ero così concentrata a studiarlo che non mi ero accorta che anche lui stava facendo lo stesso, sento il suo sguardo vagare su ogni mia linea e il rossore salirmi fin alla punta delle orecchie.

“grazie, anche tu stai molto bene” riesco a dirgli sincera mentre spero di essere ritornata ad un colore normale.

Mi sorride e i suoi denti bianchi brillano nella notte poi mi porge la rosa bianca che ha preso per me.

“non potevo rischiare di farti fare brutta figura”

“grazie” la prendo tra le dita e mi accorgo che ha eliminato tutte le spine, non voleva che mi ferissi accidentalmente e ha fatto una cosa davvero inaspettata.

Chiudo la casa e mi avvicino a lui. “aspetta,” mi sporgo in punta di piedi per arrivare al bavero dove è appuntato il fiore tutto storto. Lo raddrizzo rapidamente e poi sorrido. “adesso va meglio”

Quel gesto sembra così intimo, come se ci conoscessimo da anni anziché solo da due giorni…

Mi accorgo che si è imbarazzato anche lui ma non lo vuole dare a vedere, mi spingo oltre e cerco di rompere quella barriera e lo prendo sotto braccio.

“andiamo”

E dopo una breve esitazione ci incamminiamo per la strada principale.

*

L’aria della sera è frizzantina e fresca, oltre le montagne il sole è quasi tramontato ma si ostina a lanciare qualche ultimo raggio che tinge il blu notte di rosso e arancio. Le prime lucciole iniziano a risvegliarsi e ronzano negli alberi vicino a noi. La strada principale è stata adornata per l’occasione con delle lanterne di carta che poste ogni dieci passi ci illuminano la via. L’atmosfera è molto suggestiva e cerco di imprimere nella mia mente ogni singolo istante consapevole che lo ricorderò per tutta la vita.

Per la strada si iniziano a vedere le prime coppie di ragazzi in bianco e in rosso, qualche padre con il figlio e qualche ragazza con il fidanzato, la strada sembra punteggiata di tocchi di colore bianchi e rossi, come margherite e tulipani.

“sei emozionata?”

“un po’” ammetto stringendomi al suo braccio.

“dopo la cerimonia sarai comunque la stessa persona che sei adesso” mi sorride e cerca di rincuorarmi.

“lo so ma… è da quando ero bambina che sogno questo momento, un po’ come quando sin da piccole sogniamo di sposarci con il nostro principe azzurro.”

“beh, spero che la realtà non ti deluda. Non credo di essere proprio il principe azzurro” ride, ma sento nella sua ironia una velo di tristezza, forse senso di colpa, non saprei. Forse pensa di non essere quello che io mi aspettavo e vuole mettermi in guardia.

“beh, solo perché sei vestito di rosso non vuol dire che tu non lo sia.”

Mi guarda stupito, forse è la prima volta da quando ci siamo conosciuti che lo incoraggio e questa sera mi sento particolarmente coraggiosa perciò credo che non mi fermerò qui.

“allora dovrò fare del mio meglio per non deluderti.” Mi risponde seriamente stavolta.

“beh, anche io dovrò fare del mio meglio” gli rispondo per le rime, non è il solo che si deve impegnare per fare funzionare le cose e adesso credo di capire cosa intendeva dire Anna, bisogna cercare di lavorare insieme, di adattarsi l’uno all’altra se vogliamo che funzioni.

“Dopotutto un fidanzamento non si basa solo su un bel visino” gli do una leggera spinta scherzosa.

“e chi ti ha detto che hai un bel visino eh?” i toni della discussione diventano più leggeri e ci mettiamo a scherzare.

“uno dei miei tanti ammiratori” rido io.

“beh, mi sa che si sbagliava proprio.”

Sbuffo facendo finta di essere offesa.

“bello è veramente riduttivo.”

Raggiungiamo il centro della città mentre le altre persone iniziano a radunarsi intorno come a formare un grande cerchio, i primi occhi iniziano a scrutarci curiosi e molte persone iniziano a bisbigliare il mio nome, mi sento vacillare sotto tutta quell’attenzione ma Skan diventa la mia ancora di salvezza e concentrandomi su di lui riesco quasi ad ignorare gli sguardi incessanti.
Camminiamo davanti alla folla di persone radunate per assistere perlopiù parenti amici o solamente curiosi, come è strana la vita, fino all’anno scorso c’eravamo io e Anna lì in mezzo a guardare le coppie sfilare diventare adulte e adesso ci sono io a percorrere quella strada.

Davanti a noi ha preso forma una fila indiana formata da coppie che aspettano con pazienza di attraversare a turno i sedici archi ricoperti di fiori bianchi e rossi che conducono al centro della piazza dove è stato allestito al centro un enorme falò.

Mentre la coppia davanti a noi, una ragazza vestita di bianco e il padre in rosso iniziano a camminare per il tunnel floreale Skan mi rivolge la parola.

“andrà tutto bene” mi rassicura “e se dovessi essere nervosa stringi quanto vuoi.”

Abbasso lo sguardo sul suo braccio, gli ho stretto la camicia tanto da fare delle pieghe, anche volendo non riuscirei ad allentare la presa.

Con la mano libera mi sfiora la mano, ormai è giunto il nostro turno.

Mentre gli mormoro un grazie sottovoce mi prende la mano ed iniziano ad attraversare gli archi, sedici come gli anni di vita che ci lasciamo alle spalle il cui percorso simboleggia l’allontanarsi dall’età fanciullesca per abbracciare il futuro davanti a noi; quello che è rimasto dietro, gli archi superati, sono parte del passato ormai.

Oltrepassato anche l’ultimo arco tiro un sospiro di sollievo mi sentivo estremamente tesa come se qualcosa potesse andare storto da un momento all’altro ed invece per fortuna mi sbagliavo.

Ci avviciniamo alle coppie che si sono già schiarate ai lati per attendere che anche gli ultimi attraversino gli archi così da ritrovarci tutti riuniti a formare un grande cerchio attorno al fuoco. Più in là inizio a scorgere i vari tavoli che sono stati allestiti con il rinfresco, i musicisti che accordano gli strumenti e la tenda bianca dove ci verranno consegnati i nostri doni per il raggiungimento della nostra maggiore età. Solitamente ad ognuno viene regalato un oggetto diverso, ed infine ci viene consegnata una pergamena che è stata scritta al momento della nostra nascita e che ci rivelerà che tipo di futuro ci aspetta. La pergamena è una cosa molto privata, ognuno può leggere e custodire la propria ma solitamente non divulga il suo contenuto, dice solo se è buona o discreta per indicare il suo apprezzamento, rivelarne i segreti porterebbe sfortuna.

Siamo più di una quarantina di coppie e quando anche l’ultima, un padre ed un figlio ci raggiungono il cerchio si chiude sancendo anche l’inizio della cerimonia ufficiale.

Il sole è tramontato ormai da un po’, la luna è alta nel cielo e le stelle brillano luminose su di noi, tutt’attorno le lanterne e le altre luci creano un atmosfera magica, lucciole e grilli assieme agli altri animali notturni si sono risvegliati ed iniziano la loro attività serale.

Il cerimoniere si avvicina al centro del nostro cerchio ed inizia a camminare in circolo raccontando la tradizionale storia.

“siamo qui oggi per presenziare il passaggio d’età dei nostri figli e delle nostre figlie, oggi entrano di diritto nel mondo degli adulti con tutto ciò che questo comporta. Il vostro passato potrà essere stato gioioso o infelice ma ormai è stato scritto; il vostro nuovo futuro vi attende, pagine nuove della vostra vita tutte da scrivere, un destino diverso per ognuno di voi. Da adulti prenderete il posto nella nostra società ed insieme cresceremo per divenire sempre più forti, saggi e giusti.

Oggi è il tramonto della vostra fanciullezza ed il sorgere della nuova alba.

Lasciate alle spalle il candore della vostra infanzia e accendete la vostra fiamma della vita.”

L’uomo sulla cinquantina ha terminato il giro, per tutto il discorso ci ha guardato tutti negli occhi e quando è toccato a me quasi rabbrividivo dallo sguardo penetrante che mi ha lanciato. Apre le mani verso il cielo e il silenzio cade su tutti noi in attesa del prossimo passo, l’accensione del fuoco.

La prima ragazza fa un passo avanti con la sua calla bianca in mano, accanto al cerimoniere c’è un vaso rosso dove ognuno di noi deve posare il proprio fiore, poi subito accanto in un vaso bianco ci sono le fiaccole intrise d’olio che dovremo prendere. La ragazza si avvicina, fa un inchino verso l’uomo, posa il suo fiore e prende una torcia dopodiché torna indietro da dove è venuta, consentendo così all’altro ragazzo di partire, è un susseguirsi di semplici passi eppure ho il terrore che le gambe mi cederanno sotto tutti quegli sguardi.

Tra non molto tocca a me e sento l’ansia salire sempre di più, per fortuna che Skan ha tolto le spine altrimenti starei già sanguinando abbondantemente.

La ragazza che mi precedeva torna indietro e finalmente tocca a me, lascio a malincuore la mano di Skan, era la mia ancora di salvezza che mi ricordava che non ero da sola, lui mi guarda incoraggiandomi e lo vedo sillabare con le labbra vai .

Raddrizzo le spalle e cammino decisa verso il vaso poi mi inchino e poso il mio fiore, lo stelo è molto lungo e questo lo fa spiccare in mezzo a tutti gli altri già posati, mi accorgo ora di essermi effettivamente tagliata, evidentemente qualche spina sarà sfuggita… il taglio brucia ma la mia ansia è rivolta tutta alla mia rosa bianca adesso macchiata di sangue, non sono particolarmente sensibile a queste cose ma persino io capisco che non è un buon presagio. Il cerimoniere se ne accorge e sgrana gli occhi, mi affretto a prendere la mia torcia e sento gli occhi di tutti puntati su di me o più precisamente sulla mia mano, non oso guardare, torno indietro lentamente e mi rimetto al mio posto come se niente fosse, spero che lo stesso trattamento non sia toccato al mio vestito...

Cerco disperatamente la mano di Skan che si inclina per parlarmi all’orecchio.

“la tua mano sta sanguinando.” Non gli rispondo nemmeno e scendo a controllare la sinistra che stringe la torcia macchiando il legno di rosso cremisi, intravedo un taglio proprio nel palmo e mi chiedo come una rosa possa fare così tanto male, adesso distinguo chiaramente il bruciore ma non posso fare niente per alleviarlo.

“riesci a resistere ancora un po’?”

Annuisco mentre il cerchio si completa.

“non appena accenderai la torcia e sarai libera ti porto subito a fasciarla,”

Gli stringo la mano grata di averlo accanto, il suo carattere calmo mi fa sentire al sicuro, sa quello che dobbiamo fare e non mi ritrovo a gestire quella situazione da sola.

e adesso figli e figlie avvicinatevi.”

Il falò si è acceso all’improvviso, rimanevo sempre incantata quando succedeva ogni anno e anche quest’anno non sono riuscita a trovare una spiegazione di come sia possibile. Il fumo si alza alto nel cielo e il fuoco ha preso a divampare riscaldando tutt’attorno, noi tutti ci avviciniamo di qualche passo, poi contemporaneamente gli accompagnatori vestiti di rosso si avvicinano al fuoco, prendono una torcia e l’accendono.

accendete in loro la fiamma della nuova vita, rischiarate il loro cammino, dissipate le tenebre.”

I nostri accompagnatori voltano le spalle al cerimoniere così ci ritroviamo ognuno con il proprio custode di fronte, qualche passo ancora ed entrambi ci ritroviamo l’uno di fronte all’altra.

A questo punto ognuno personalizza la propria benedizione, sono curiosa di sentire cosa mi dirà Skan.

In un attimo è come se esistessimo solo noi due, tutte le altre coppie sembrano sparire così come il brusio della gente o gli sguardi invidiosi delle ragazze.

“Ayla, accogli la fiamma della vita e i miei auguri più sinceri; che tu possa avere una vita lunga e felice e se il cielo vorrà, rimanere con me per sempre.”

Le sue parole mi commuovono, mi conosce ancora da così poco eppure le sue parole arrivano dritte al mio animo, inclina la sua torcia e non appena viene in contatto con la mia l’olio inizia a sfrigolare per poi accendersi con una vampata.

Sorrido e rispondo in coro con tutti gli altri.

“che il tuo cammino possa illuminare sempre il mio, veglia su di me o mio custode.”

E poi la frase conclusiva del cerimoniere

congratulazioni a tutti! siete adesso ufficialmente adulti!”

Gli applausi iniziano a scrosciare ancor prima che l’uomo finisca, il perfetto cerchio che si era formato si rompe e tutte le persone rimaste ai margini si riversano al centro in cerca dei propri cari a cui rivolgere i loro auguri. Tutt’attorno c’è il caos ma è come se non ci fosse nessuno, davanti a me vedo solo Skan che mi sorride fiero. Mi prende la mano e insieme schivando la folla ci dirigiamo al grande falò dove adagiamo le torce e le facciamo fondere con quel bellissimo tutt’uno di fiamme rosse e gialle.

“e ora, musica!” sento gridare in lontananza.

Prima che nella folla possa individuare mio padre o Anna, Skan mi trascina via. La ferita sta ancora sanguinando ed io me ne ero completamente dimenticata.

“andiamo a sistemare quel taglio prima, non vorrei che ti si macchiasse il vestito” vedo solo le sue spalle mentre apre le fila tra le persone andando nella zona meno affollata. “e sarebbe un peccato visto quanto ti sta bene”

Arrossisco ma fortunatamente lui non può vedermi. Ci avviciniamo ad un tavolo dove vi è acqua vino e del cibo, Skan prende dell’acqua e poi nascoste in un angolo vede dei bendaggi messi lì in caso di bisogno. Si china sulla mia mano.

“potrebbe bruciare un po’” mi avvisa, mi prende il palmo con entrambe le mani e lo volta verso di sé, poi ci rovescia dell’acqua. Il contatto mi fa trasalire, sento un bruciore insopportabile mentre l’acqua lava via il sangue caldo rivelando un taglio a mezza luna.

“è solo un taglietto superficiale” mi rassicura “guarirà presto.” Le sue mani grandi sono incredibilmente abili e delicate mentre si destreggiano con e bende e mi fasciano la ferita.

“mani troppo delicate” mi prende in giro. Certo, in confronto alle sue sembrano fatte di petali di fiore tanto sono chiare e delicate, le sue invece sono scure e forti, callose e con qualche cicatrice superficiale.

“prendimi ancora in giro e queste mani delicate non ti concederanno neanche un ballo” lo canzono io.

“oh, non puoi farmi questo! Sono venuto apposta!” fa finta di supplicarmi ma sembra abbastanza felice.

“forza, abbiamo ancora un po’ di tempo prima del ballo, vediamo se riusciamo a trovare tuo padre e tuo fratello”, dopo gli auguri dei familiari ci si rimette di nuovo in formazione e non appena la musica inizia tutti i ragazzi e le ragazze dopo aver scelto un partner aprono le danze, per i fidanzati è il primo ballo insieme e non è un’occasione da poco.

Mi porge la mano destra e questa volta, senza alcun timore l’afferro sicura.

Avere quel contatto non mi spaventa più.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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