Capitolo 3. La
cerimonia del passaggio d’età
Il cuore mi
batte fortissimo, è da questo
pomeriggio che sono agitata per la cerimonia di questa sera, la notte
prima
quasi non sono riuscita a chiudere occhio tanto era
l’eccitazione. Negli anni passati
io e Anna assistevamo sin da piccole a quelle cerimonie, una delle
poche vere
occasione in cui si poteva festeggiare liberamente ed eravamo sempre
rimaste
affascinate da quello splendido falò che veniva acceso la
sera e dalle danze
che sembravano non finire mai e solo al pensiero mi ritorna il
formicolio ai
piedi.
La giornata di
ieri sembra volata, dopo che io
e Skan siamo ritornati dal fiume mi sono rinchiusa in cucina a
riflettere su tutto
quello che stava accadendo e tra un pensiero e l’altro ho
cucinato le tre
quaglie che mio fratello avevo cacciato preparando così un
bel pranzo. Papà mi
ha fatto un occhiolino di apprezzamento mentre Skan si è
lanciato facendo un
apprezzamento a voce alta, mi ha fatto piacere ricevere dei complimenti
visto
che dopotutto era una specie di esame e la prima impressione
è quella che
conta. Dopo cena papà li ha accompagnati in un ostello in
via di ampliamento
non lontano da casa nostra, le nostre usanze sui fidanzati che dormono
sotto lo
stesso tetto della fidanzata sono molto severe, non è
permesso dormire assieme
prima del matrimonio, ed io sono stata felice di avere avuto un
po’ di privacy
per prepararmi al meglio per oggi.
La cerimonia del
passaggio d’età si tiene una
volta l’anno il secondo martedì dopo il solstizio
d’estate. Tutti giovani che
hanno compiuto i 17 anni o che entro la fine dell’anno li
compiranno
parteciperanno alla cerimonia che li determinerà finalmente
pronti ad entrare
nel mondo degli adulti.
Anna
è qui da me dal primo pomeriggio e mi sta
aiutando ad acconciarmi i capelli, in casa adesso ci siamo solo io e
lei, papà
e Kota sono già nella piazza ad aiutare gli altri con gli
ultimi preparativi
dato che questa sera il compito di accompagnatore toccherà
al mio nuovo
fidanzato. Ancora mi devo abituare all’idea di essere
impegnata con qualcuno e
ancora sto cercando di abituarmi a questa nuova condizione ma ammetto
di essere
stata fortunata, poteva essere molto più sgradevole ed
invece sembra una brava
persona… devo confessare però che mi ci
è voluto un po’ prima di accettare che
oggi non avrei partecipato alla cerimonia con mio padre e se non fosse
stata
per qualche parola dolce della mia amica non avrei mandato
giù questa cambio
improvviso così velocemente…
“questi
fiori bianchi sono bellissimi sui tuoi
capelli, ti danno un aspetto radioso.” Se non avessi avuto
lei in mancanza
anche di una figura materna mi sarei già sentita molto
scoraggiata ed invece riesce
sempre a farmi ritrovare il buon umore. Sta intrecciando due ciocche
laterali
adornandole con dei fiori bianchi, credo siano gelsomini e roselline
perché
sprigionano un profumo dolcissimo, le ha colte questa mattina nel suo
giardino.
I capelli ho deciso di lasciarli sciolti lungo le spalle, non voglio
sembrare
nulla di ciò che non sono, semplicemente me stessa, quindi
le morbide onde
ricadono sotto l’intricato intreccio fin sotto la schiena
come fossero un manto
dorato.
“quando
verrà il tuo momento Anny, con questi
fiori chiari nei tuoi capelli scuri, sono certa sarai
bellissima” le sorrido
mentre sento le sue mani che abili continuano ad intrecciare.
Il mio vestito
è pronto sul letto che aspetta
solo di essere indossato, ovviamente è rigorosamente bianco
perché oggi tutti
noi ragazzi abbiamo l’obbligo di vestire di bianco mentre i
nostri
accompagnatori saranno in rosso con solo un fiore appuntato in bianco
dello
stesso tipo della loro accompagnatrice.
“scommetto
che tu e Skan sarete bellissimi
insieme, siete una splendida coppia, sarete l’invida degli
altri.”
“sai
quanto ci tenevo ad andare con papà…”
sussurrò con un po’ di malcontento
Anna si ferma e
ammira la sua opera finita, mi
ha proibito di guardarmi sino a che non sarò completamente
vestita e sistemata.
“non
dovresti lamentarti così, oggi è il tuo
giorno, cosa ti importa se è tuo padre o tuo
marito… emh il tuo fidanzato,
poteva andarti molto peggio ed invece non fai che lagnarti. Skan
è forte
gentile e pure attraente! Ti poteva capitare un ragazzo mingherlino
idiota o un
vecchietto presuntuoso, hai tutte le fortune tu e non ti rendi conto di
quanto
tu sia stata baciata dalla fortuna!”
Il suo tono
è severo, so che mi vuole bene ma
le sue parole sono dure da digerire, in fondo so che ha ragione, tutto
quello
che ha detto lo condivido e in effetti sono stata fortunata e non
faccio altro
che lamentarmi…
“se
continuerai a fare la musona si stancherà
di trattarti come fossi una principessa e diventerà tutto
l’opposto di com’è
adesso. Sai come sono fatti gli uomini, se capisce che questo approccio
non
funziona ne troverà un altro, o potrebbe persino stancarsi.
Mettiti nei suoi
panni.”
“quando
mi ha accompagnato al fiume infatti era
molto arrogante, poi ha iniziato a cambiare atteggiamento ed
è molto
migliorato…” rifletto io.
“visto?
Dovete lavorare insieme per far
funzionare questo rapporto, mi sembra che stia facendo tutto lui o che
tu non
ti stia impegnando abbastanza”
“no
aspetta, io però non sapevo nulla fino a ieri,
non puoi pretendere che inizi a diventare una brava fidanzatina
così tutt’a un
tratto”
“si,
ma adesso lo sai ma non stai facendo lo
stesso niente, prova a dargli una possibilità,”
“non
esistono i colpi di fulmine, lo sai meglio
di me” le rispondo imbronciata mentre mi infilo il vestito,
la stoffa fresca mi
accarezza il corpo come un abbraccio.
“ok,
è vero, ma puoi almeno iniziare ad essere
sua amica, no? Quante ragazze che conosciamo si sono sposate con i loro
migliori amici? L’amore arriva dopo… dagli almeno
la possibilità di essere tuo
amico.”
Abbasso il viso
e guardo i miei sandali bianchi
con i lacci intrecciati fino alle caviglie, dovrei
almeno provarci.
Anna si avvicina
e mi lega il vestito da
dietro, “scusa, non volevo rimproverarti giusto oggi che
è il tuo grande
giorno… ma sentivo che dovevo dirtelo.”
Le metto una
mano sopra la sua, “lo so, hai
ragione. Qualcuno doveva dirmelo e sono contenta che tu
l’abbia fatto.
Rifletterò sulle tue parole.”
La mia migliore
amica mi fa un grande sorriso
sollevata probabilmente che io non c’è
l’abbia con lei, come potrei?!
Mi allunga la
sua mano, io la prendo e mi
avvicino allo specchio, quando mi guardo stento a credere che quel
riflesso sia
io.
Il vestitino
bianco ha delle bretelline
sottilissime, una curva a forma di cuore all’altezza del seno
e poi si stringe
in vita esaltando la mia silhouette sinuosa, la gonna ricade poi
morbida fino
alle ginocchia, tre strati di velo chiarissimo bianco rendono la stoffa
quasi
impalpabile, faccio una giravolta su me stessa quasi fossi una bambina
e il
tessuto si solleva ad onde seguendo il mio movimento, i capelli lunghi
ricadono
ad onde e incorniciano il tutto e nella parte alta Anna ha fatto
davvero un
lavoro eccezionale, gelsomini e rose decorano come un diadema la mia
testa. Mi
scende una lacrima e non posso fare a meno di pensare a mia mamma.
“sarebbe
così fiera di te” mi sussurra Anny
intuendo i miei pensieri.
Asciugo
rapidamente la lacrima, poi
l’abbraccio. “Grazie. Sei la migliore amica che si
possa mai avere,” lei
ricambia il mio abbraccio.
“vuoi
che ti faccia compagnia fino a che non
arriva Skan?”
Strofino via
altre due lacrime che sono
sfuggite al mio controllo.
“no,
stai tranquilla, vai pure a prepararti, ci
vediamo più tardi dopo la cermonia…”
“sicura?”
Annuisco mentre
l’aiuto a radunare le sue cose
e poi l’accompagno alla porta.
Una volta finita
la cerimonia potremo stare un
po’ insieme e finalmente le racconterò cosa si
prova a partecipare ad un evento
del genere.
Ormai manca
davvero poco.
*
Sento bussare
alla porta, lancio un ultima
occhiata allo specchio per assicurarmi che tutto sia apposto.
Quando apro la
porta non sono colpita di vedere
Skan vestito splendidamente di rosso e con una rosa bianca appuntata
alla
divisa.
I suoi capelli
spettinati tutti verso un lato
con attenta cura sono di uno splendido nero lucente, le ciocche
sembrano così
morbide e soffici che mi viene la tentazione di affondarci le mani. Il
colore
rosso gli sta molto bene, la pelle abbronzata mette in risalto i suoi
lineamenti e gli occhi azzurri sembrano brillare di luce propria quasi
avessero
fatto un patto con la luna per catturare tutti i suoi raggi.
Sembra davvero un cavaliere, uno splendido e valoroso cavaliere.
Forse Anna aveva ragione, questa sera tutti gli occhi saranno dedicati
a noi
due.
“sei
bellissima” Ero così concentrata a
studiarlo che non mi ero accorta che anche lui stava facendo lo stesso,
sento
il suo sguardo vagare su ogni mia linea e il rossore salirmi fin alla
punta
delle orecchie.
“grazie,
anche tu stai molto bene” riesco a
dirgli sincera mentre spero di essere ritornata ad un colore normale.
Mi sorride e i
suoi denti bianchi brillano
nella notte poi mi porge la rosa bianca che ha preso per me.
“non
potevo rischiare di farti fare brutta
figura”
“grazie”
la prendo tra le dita e mi accorgo che
ha eliminato tutte le spine, non voleva che mi ferissi accidentalmente
e ha
fatto una cosa davvero inaspettata.
Chiudo la casa e
mi avvicino a lui. “aspetta,”
mi sporgo in punta di piedi per arrivare al bavero dove è
appuntato il fiore
tutto storto. Lo raddrizzo rapidamente e poi sorrido. “adesso
va meglio”
Quel gesto
sembra così intimo, come se ci
conoscessimo da anni anziché solo da due giorni…
Mi accorgo che
si è imbarazzato anche lui ma
non lo vuole dare a vedere, mi spingo oltre e cerco di rompere quella
barriera
e lo prendo sotto braccio.
“andiamo”
E dopo una breve
esitazione ci incamminiamo per
la strada principale.
*
L’aria
della sera è frizzantina e fresca, oltre
le montagne il sole è quasi tramontato ma si ostina a
lanciare qualche ultimo
raggio che tinge il blu notte di rosso e arancio. Le prime lucciole
iniziano a
risvegliarsi e ronzano negli alberi vicino a noi. La strada principale
è stata adornata
per l’occasione con delle lanterne di carta che poste ogni
dieci passi ci
illuminano la via. L’atmosfera è molto suggestiva
e cerco di imprimere nella
mia mente ogni singolo istante consapevole che lo ricorderò
per tutta la vita.
Per la strada si
iniziano a vedere le prime
coppie di ragazzi in bianco e in rosso, qualche padre con il figlio e
qualche
ragazza con il fidanzato, la strada sembra punteggiata di tocchi di
colore
bianchi e rossi, come margherite e tulipani.
“sei
emozionata?”
“un
po’” ammetto stringendomi al suo braccio.
“dopo
la cerimonia sarai comunque la stessa
persona che sei adesso” mi sorride e cerca di rincuorarmi.
“lo so
ma… è da quando ero bambina che sogno
questo momento, un po’ come quando sin da piccole sogniamo di
sposarci con il
nostro principe azzurro.”
“beh,
spero che la realtà non ti deluda. Non
credo di essere proprio il principe azzurro” ride, ma sento
nella sua ironia
una velo di tristezza, forse senso di colpa, non saprei. Forse pensa di
non
essere quello che io mi aspettavo e vuole mettermi in guardia.
“beh,
solo perché sei vestito di rosso non vuol
dire che tu non lo sia.”
Mi guarda
stupito, forse è la prima volta da
quando ci siamo conosciuti che lo incoraggio e questa sera mi sento
particolarmente coraggiosa perciò credo che non mi
fermerò qui.
“allora
dovrò fare del mio meglio per non
deluderti.” Mi risponde seriamente stavolta.
“beh,
anche io dovrò fare del mio meglio” gli rispondo
per le rime, non è il solo che si deve impegnare per fare
funzionare le cose e
adesso credo di capire cosa intendeva dire Anna, bisogna cercare di
lavorare
insieme, di adattarsi l’uno all’altra se vogliamo
che funzioni.
“Dopotutto
un fidanzamento non si basa solo su
un bel visino” gli do una leggera spinta scherzosa.
“e chi
ti ha detto che hai un bel visino eh?” i
toni della discussione diventano più leggeri e ci mettiamo a
scherzare.
“uno
dei miei tanti ammiratori” rido io.
“beh,
mi sa che si sbagliava proprio.”
Sbuffo facendo
finta di essere offesa.
“bello
è veramente riduttivo.”
Raggiungiamo il
centro della città mentre le
altre persone iniziano a radunarsi intorno come a formare un grande
cerchio, i
primi occhi iniziano a scrutarci curiosi e molte persone iniziano a
bisbigliare
il mio nome, mi sento vacillare sotto tutta quell’attenzione
ma Skan diventa la
mia ancora di salvezza e concentrandomi su di lui riesco quasi ad
ignorare gli
sguardi incessanti.
Camminiamo davanti alla folla di persone radunate per assistere
perlopiù
parenti amici o solamente curiosi, come è strana la vita,
fino all’anno scorso
c’eravamo io e Anna lì in mezzo a guardare le
coppie sfilare diventare adulte e
adesso ci sono io a percorrere quella strada.
Davanti a noi ha
preso forma una fila indiana formata
da coppie che aspettano con pazienza di attraversare a turno i sedici
archi
ricoperti di fiori bianchi e rossi che conducono al centro della piazza
dove è
stato allestito al centro un enorme falò.
Mentre la coppia
davanti a noi, una ragazza
vestita di bianco e il padre in rosso iniziano a camminare per il
tunnel
floreale Skan mi rivolge la parola.
“andrà
tutto bene” mi rassicura “e se dovessi
essere nervosa stringi quanto vuoi.”
Abbasso lo
sguardo sul suo braccio, gli ho
stretto la camicia tanto da fare delle pieghe, anche volendo non
riuscirei ad
allentare la presa.
Con la mano
libera mi sfiora la mano, ormai è
giunto il nostro turno.
Mentre gli
mormoro un grazie sottovoce mi
prende la mano ed iniziano ad attraversare gli archi, sedici come gli
anni di
vita che ci lasciamo alle spalle il cui percorso simboleggia
l’allontanarsi
dall’età fanciullesca per abbracciare il futuro
davanti a noi; quello che è
rimasto dietro, gli archi superati, sono parte del passato ormai.
Oltrepassato
anche l’ultimo arco tiro un
sospiro di sollievo mi sentivo estremamente tesa come se qualcosa
potesse
andare storto da un momento all’altro ed invece per fortuna
mi sbagliavo.
Ci avviciniamo
alle coppie che si sono già
schiarate ai lati per attendere che anche gli ultimi attraversino gli
archi
così da ritrovarci tutti riuniti a formare un grande cerchio
attorno al fuoco.
Più in là inizio a scorgere i vari tavoli che
sono stati allestiti con il
rinfresco, i musicisti che accordano gli strumenti e la tenda bianca
dove ci
verranno consegnati i nostri doni per il raggiungimento della nostra
maggiore
età. Solitamente ad ognuno viene regalato un oggetto
diverso, ed infine ci
viene consegnata una pergamena che è stata scritta al
momento della nostra nascita
e che ci rivelerà che tipo di futuro ci aspetta. La
pergamena è una cosa molto
privata, ognuno può leggere e custodire la propria ma
solitamente non divulga
il suo contenuto, dice solo se è buona o discreta per
indicare il suo
apprezzamento, rivelarne i segreti porterebbe sfortuna.
Siamo
più di una quarantina di coppie e quando
anche l’ultima, un padre ed un figlio ci raggiungono il
cerchio si chiude
sancendo anche l’inizio della cerimonia ufficiale.
Il sole
è tramontato ormai da un po’, la luna è
alta nel cielo e le stelle brillano luminose su di noi,
tutt’attorno le
lanterne e le altre luci creano un atmosfera magica, lucciole e grilli
assieme
agli altri animali notturni si sono risvegliati ed iniziano la loro
attività
serale.
Il cerimoniere
si avvicina al centro del nostro
cerchio ed inizia a camminare in circolo raccontando la tradizionale
storia.
“siamo
qui oggi per presenziare il passaggio d’età dei
nostri figli e delle nostre
figlie, oggi entrano di diritto nel mondo degli adulti con tutto
ciò che questo
comporta. Il vostro passato potrà essere stato gioioso o
infelice ma ormai è
stato scritto; il vostro nuovo futuro vi attende, pagine nuove della
vostra
vita tutte da scrivere, un destino diverso per ognuno di voi. Da adulti
prenderete il posto nella nostra società ed insieme
cresceremo per divenire
sempre più forti, saggi e giusti.
Oggi
è il tramonto della vostra fanciullezza ed il sorgere della
nuova alba.
Lasciate
alle spalle il candore della vostra infanzia e accendete la vostra
fiamma della
vita.”
L’uomo
sulla cinquantina ha terminato il giro,
per tutto il discorso ci ha guardato tutti negli occhi e quando
è toccato a me
quasi rabbrividivo dallo sguardo penetrante che mi ha lanciato. Apre le
mani
verso il cielo e il silenzio cade su tutti noi in attesa del prossimo
passo,
l’accensione del fuoco.
La prima ragazza
fa un passo avanti con la sua
calla bianca in mano, accanto al cerimoniere c’è
un vaso rosso dove ognuno di
noi deve posare il proprio fiore, poi subito accanto in un vaso bianco
ci sono
le fiaccole intrise d’olio che dovremo prendere. La ragazza
si avvicina, fa un
inchino verso l’uomo, posa il suo fiore e prende una torcia
dopodiché torna
indietro da dove è venuta, consentendo così
all’altro ragazzo di partire, è un
susseguirsi di semplici passi eppure ho il terrore che le gambe mi
cederanno
sotto tutti quegli sguardi.
Tra non molto
tocca a me e sento l’ansia salire
sempre di più, per fortuna che Skan ha tolto le spine
altrimenti starei già
sanguinando abbondantemente.
La ragazza che
mi precedeva torna indietro e
finalmente tocca a me, lascio a malincuore la mano di Skan, era la mia
ancora
di salvezza che mi ricordava che non ero da sola, lui mi guarda
incoraggiandomi
e lo vedo sillabare con le labbra vai .
Raddrizzo le
spalle e cammino decisa verso il
vaso poi mi inchino e poso il mio fiore, lo stelo è molto
lungo e questo lo fa
spiccare in mezzo a tutti gli altri già posati, mi accorgo
ora di essermi
effettivamente tagliata, evidentemente qualche spina sarà
sfuggita… il taglio
brucia ma la mia ansia è rivolta tutta alla mia rosa bianca
adesso macchiata di
sangue, non sono particolarmente sensibile a queste cose ma persino io
capisco
che non è un buon presagio. Il cerimoniere se ne accorge e
sgrana gli occhi, mi
affretto a prendere la mia torcia e sento gli occhi di tutti puntati su
di me o
più precisamente sulla mia mano, non oso guardare, torno
indietro lentamente e
mi rimetto al mio posto come se niente fosse, spero che lo stesso
trattamento
non sia toccato al mio vestito...
Cerco
disperatamente la mano di Skan che si
inclina per parlarmi all’orecchio.
“la
tua mano sta sanguinando.” Non gli rispondo
nemmeno e scendo a controllare la sinistra che stringe la torcia
macchiando il
legno di rosso cremisi, intravedo un taglio proprio nel palmo e mi
chiedo come
una rosa possa fare così tanto male, adesso distinguo
chiaramente il bruciore
ma non posso fare niente per alleviarlo.
“riesci
a resistere ancora un po’?”
Annuisco mentre
il cerchio si completa.
“non
appena accenderai la torcia e sarai libera
ti porto subito a fasciarla,”
Gli stringo la
mano grata di averlo accanto, il
suo carattere calmo mi fa sentire al sicuro, sa quello che dobbiamo
fare e non
mi ritrovo a gestire quella situazione da sola.
“e adesso
figli e figlie avvicinatevi.”
Il
falò si è acceso all’improvviso,
rimanevo
sempre incantata quando succedeva ogni anno e anche
quest’anno non sono
riuscita a trovare una spiegazione di come sia possibile. Il fumo si
alza alto
nel cielo e il fuoco ha preso a divampare riscaldando
tutt’attorno, noi tutti
ci avviciniamo di qualche passo, poi contemporaneamente gli
accompagnatori
vestiti di rosso si avvicinano al fuoco, prendono una torcia e
l’accendono.
“accendete
in loro la fiamma della nuova vita, rischiarate il loro cammino,
dissipate le
tenebre.”
I nostri
accompagnatori voltano le spalle al
cerimoniere così ci ritroviamo ognuno con il proprio custode
di fronte, qualche
passo ancora ed entrambi ci ritroviamo l’uno di fronte
all’altra.
A questo punto
ognuno personalizza la propria
benedizione, sono curiosa di sentire cosa mi dirà Skan.
In un attimo
è come se esistessimo solo noi
due, tutte le altre coppie sembrano sparire così come il
brusio della gente o
gli sguardi invidiosi delle ragazze.
“Ayla,
accogli la fiamma della vita e i miei auguri più sinceri;
che tu possa avere
una vita lunga e felice e se il cielo vorrà, rimanere con me
per sempre.”
Le sue parole mi
commuovono, mi conosce ancora
da così poco eppure le sue parole arrivano dritte al mio
animo, inclina la sua
torcia e non appena viene in contatto con la mia l’olio
inizia a sfrigolare per
poi accendersi con una vampata.
Sorrido e
rispondo in coro con tutti gli altri.
“che
il tuo cammino possa illuminare sempre il
mio, veglia su di me o mio custode.”
E poi la frase
conclusiva del cerimoniere
“congratulazioni
a tutti! siete adesso ufficialmente adulti!”
Gli applausi
iniziano a scrosciare ancor prima
che l’uomo finisca, il perfetto cerchio che si era formato si
rompe e tutte le
persone rimaste ai margini si riversano al centro in cerca dei propri
cari a
cui rivolgere i loro auguri. Tutt’attorno
c’è il caos ma è come se non ci fosse
nessuno, davanti a me vedo solo Skan che mi sorride fiero. Mi prende la
mano e
insieme schivando la folla ci dirigiamo al grande falò dove
adagiamo le torce e
le facciamo fondere con quel bellissimo tutt’uno di fiamme
rosse e gialle.
“e
ora, musica!” sento gridare in lontananza.
Prima che nella
folla possa individuare mio
padre o Anna, Skan mi trascina via. La ferita sta ancora sanguinando ed
io me
ne ero completamente dimenticata.
“andiamo
a sistemare quel taglio prima, non
vorrei che ti si macchiasse il vestito” vedo solo le sue
spalle mentre apre le
fila tra le persone andando nella zona meno affollata. “e
sarebbe un peccato
visto quanto ti sta bene”
Arrossisco ma
fortunatamente lui non può
vedermi. Ci avviciniamo ad un tavolo dove vi è acqua vino e
del cibo, Skan
prende dell’acqua e poi nascoste in un angolo vede dei
bendaggi messi lì in
caso di bisogno. Si china sulla mia mano.
“potrebbe
bruciare un po’” mi avvisa, mi prende
il palmo con entrambe le mani e lo volta verso di sé, poi ci
rovescia
dell’acqua. Il contatto mi fa trasalire, sento un bruciore
insopportabile
mentre l’acqua lava via il sangue caldo rivelando un taglio a
mezza luna.
“è
solo un taglietto superficiale” mi rassicura
“guarirà presto.” Le sue mani grandi
sono incredibilmente abili e delicate
mentre si destreggiano con e bende e mi fasciano la ferita.
“mani
troppo delicate” mi prende in giro.
Certo, in confronto alle sue sembrano fatte di petali di fiore tanto
sono
chiare e delicate, le sue invece sono scure e forti, callose e con
qualche
cicatrice superficiale.
“prendimi
ancora in giro e queste mani delicate
non ti concederanno neanche un ballo” lo canzono io.
“oh,
non puoi farmi questo! Sono venuto
apposta!” fa finta di supplicarmi ma sembra abbastanza
felice.
“forza,
abbiamo ancora un po’ di tempo prima
del ballo, vediamo se riusciamo a trovare tuo padre e tuo
fratello”, dopo gli
auguri dei familiari ci si rimette di nuovo in formazione e non appena
la
musica inizia tutti i ragazzi e le ragazze dopo aver scelto un partner
aprono
le danze, per i fidanzati è il primo ballo insieme e non
è un’occasione da
poco.
Mi porge la mano
destra e questa volta, senza
alcun timore l’afferro sicura.
Avere quel
contatto non mi spaventa più.