Anime & Manga > Lady Oscar
Segui la storia  |       
Autore: Marianna 73    22/07/2016    16 recensioni
Scelte che uniscono, trascinano, separano e ricongiungono. Scelte che condizionano un'esistenza ma che spesso poco possono contro l'amore.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
 

Ogni cosa è  avvolta nella foschia opalescente e lattiginosa che precede l'alba, quella che sfuma i contorni delle cose e le rende quasi  irreali.
L'ingresso posteriore di Palazzo Jarjayes si intuisce soltanto, grazie anche al lucore appena percettibile che giunge da una delle finestre della cucina, quella prospiciente il gigantesco camino.
André  sospira piano e si lascia andare ad un piccolo sorriso stanco: le abitudini di sua nonna non sono mutate, in quel piccolo lasso di tempo in cui è  stato lontano. Malgrado ancora non sia spuntato il sole evidentemente è  già al lavoro, da sola, nella grande cucina silenziosa.
Si ferma un istante prima di affrontare i due gradini che lo condurranno all'interno, il cuore gravato da molti pensieri. 
Ogni cosa sta per cambiare nella sua vita, gli avvenimenti delle ultime ore stanno per far prendere alla sua esistenza una piega completamente inaspettata. Ma per poter affrontare un cambiamento di tale portata prima deve chiudere ogni legame con la vita precedente.
Deve salutare sua nonna, innanzitutto, e dirle che sta per partire per non fare probabilmente più  ritorno; e deve farlo senza poterle dare alcuna spiegazione, per questa sua decisione, può semplicemente pregarla di accettarla per quella che è.
Dopodiché,  nella fortunata eventualità gli riesca di scampare alle ire della sua dolce vecchietta, deve preparare una lettera per il Generale Jarjayes in cui lo informa della sua decisione di lasciare il suo posto di attendente al servizio di Oscar e infine salire in quella che è  stata la sua camera per recuperare le poche cose che gli appartengono... e andarsene, ben prima che il resto della servitù  di palazzo e soprattutto Oscar si sveglino.
Un ultimo sospiro, a testimonianza della tensione che tornare in quel luogo gli provoca, poi la mano trova la maniglia e la preme, spalancando davanti a sé uno scenario che ha accompagnato ogni suo mattina.
Le pareti bianche, coperte di pentole e paioli di rame perfettamente lucidati, il tavolo enorme ed il bancone di marmo su cui vengono preparate le vivande, il fuoco appena riacceso e una figuretta avvolta in uno scialle, china a ravviarlo.
Ha pensato a lungo a cosa dire a colei che di fatto è  stata la sua unica famiglia in tutti quegli anni, mentre si avvicinava a palazzo, ma ora che la vede, più  curva del solito, allungare una mano segnata dal tempo e dalla fatica per aggiungere un ciocco alle fiamme per rinforzarle, ogni discorso svanisce dallla sua mente per lasciar posto solo ad un moto di affetto che lo spinge verso di lei chiamandola piano, quasi un soffio, simile a quello che lei sta usando per riattizzare le braci.
"Nonna..."
La vede voltarsi e quasi non fa in tempo ad allargare le braccia che già se la ritrova addosso, incredibilmente gracile e stanca, in un frullo di abiti scuri e pizzi inamidati.
"André,  caro..." la sente mormorare, la voce scossa dal pianto. "Caro...caro..."
Non ci sono rimbrotti, o quelle percosse istintive che tante volte lo hanno costretto a riparare fuori dalla stanza correndo, una risata a stento repressa di fronte a quel considerarlo ancora un bambino... solo quel serrarlo stretto, e quel pianto silenzioso, a fargli comprendere quanto le sia mancata, quella donnina profumata di lavanda e lievito e quella cucina piena di schiocchi e ricordi.
E quanto il suo cuore riconosca ogni cosa e la brami, assetato di casa, nonostante tutto.
Rimangono abbracciati per alcuni minuti silenziosi, poi è la nonna a staccarsi da lui asciugandosi gli occhi e ad invitarlo a sedersi mentre lei si avvia alla madia per estrarne un piatto, coscienziosamente coperto da un tovagliolo. 
Tutto è  più facile, ora. Sopita la preoccupazione di quel periodo passato senza avere sue notizie e confortata dal vedere che non gli è successo nulla di male la nonna, servita per entrambi una tazza fumante di the, la sua accompagnata da una generosa fetta di torta, lo informa sommariamente di tutto ciò  che è successo a Palazzo in quei giorni.
La sua voce si rabbuia solo quando  inizia a parlare di Oscar, raccontandogli di come abbia preso l'abitudine di fermarsi a dormire alla Reggia, facendosi mandare in quegli alloggi tutto ciò  che le serve e di come sia stata sfuggente, quasi adirata, quando una volta si era recata lei stessa a portarle i ricambi puliti e le aveva chiesto spiegazioni per quello strano comportamento e notizie di lui, quando si era resa conto che contrariaramente a ciò  che aveva pensato, non era con lei a Versailles 
"Gli occhi le si sono riempiti  di lacrime," sussurra, lo sguardo perso nel ricordo.
"Me ne sono accorta anche se ha fatto di tutto per nascondermele... e la sua voce sembrava sanguinare quando mi ha risposto che non aveva più tue notizie da giorni...soffriva, e molto, anche se non voleva darlo a vedere..."
Per un attimo scende il silenzio in quella penombra odorosa di legno, poi risuona il fruscio della stoffa quando Marie allunga il braccio per stringere con una mano quella grande del nipote, che è rimasto immobile, la tazza a mezz'aria, gli occhi fissi a quel volto segnato dagli anni.
"So da tempo che le cose tra voi non sono ciò che dovrebbero essere..." sussurra, cercando gli occhi verdi di fronte a lei, scuri dello stesso dolore che aveva scorto in quegli altri, azzurrissimi, solo qualche giorno prima.
Sorride lieve, in un formarsi delizioso di piccole rughe intorno alle labbra,  di fronte all'espressione costernata che si dipinge sul volto di André.
"Non avete mai saputo nascondermi niente, voi due...figuriamoci una cosa come questa!"
La stretta si fa più  forte, ma non ci sono rimproveri o disapprovazione nel contrarsi di quelle piccole dita, solo affetto, per quei suoi due bambini a cui il destino aveva riservato prove più grandi di loro.
"So che è stato inevitabile, che ad un amore come il vostro non si può  sfuggire, nemmeno volendo." Fa una piccola pausa, quasi per cercare le parole giuste da dire, a quello sguardo fisso nel suo, a quel suo bambino diventato uomo che non è stata capace di proteggere dal dolore di un amore impossibile.
"Da quando l'ho compreso non ho fatto altro che pregare che il Signore perché  vi proteggesse  e vi desse la forza di scegliere la via giusta per voi,  quando ne fosse stato il momento... e ora temo che quel momento sia arrivato..."
La stretta diventa dolente, e il sussurro un lamento colmo di pianto.
"Te ne andrai via, vero?"
André non può far altro che stringere quella piccola mano tra le sue, contratta e già bagnata di lacrime.
"Si nonna..." sussurra.
"Non posso più  amarla in questo modo...Non ne sono più capace...ho paura di perdermi, di diventare qualcuno che non voglio essere."
Si alza in piedi, lasciando le mani della nonna e si avvicina al camino, lo sguardo catturato dal guizzare delle fiamme.
"Tu non sai quanto ho sperato.... quante volte mi sono detto che mi amava, che ero io la cosa più importante per lei..."
La voce quasi si perde, nello scoppio improvviso di una brace e mille scintille  dipingono sulla maschera che è diventata il suo volto una cascata di lacrime rosse.
"Ma ora so che non è così..."
Batte forte un pugno contro il bordo di legno del camino reso duro come pietra da anni di calore.
"Non sai quanto mi costa, andarmene, nonna, e quanto vorrei non essere costretto a farlo..."
Marie chiude un attimo gli occhi, poi con uno sforzo inghiotte un singhiozzo che le spezza suo malgrado la voce quando riprende a parlare.
"Anche lei ti ama, André, lo so... l'ho visto quel giorno alla Reggia, l'ho sentito nella sua voce ieri sera, quando..."
Il cigolio lieve della porta interrompe le sue parole e obbliga André a voltarsi verso l'ingresso della cucina. 
Il tempo si ferma e la domanda che stava per porre alla nonna gli muore tra le labbra. Ne percepisce il profumo, che si spande dalla nuvola scomposta dei suoi riccioli biondi, accesi di rosso dal riflesso del fuoco.. poi niente altro che il suo  sguardo stanco e bellissimo in cui annegare.
"Oscar!"


È  la foschia della stanchezza, quella che la avvolge, quella che sfuma i contorni dei pensieri e del volere, ma non li annulla, non li esclude come sa fare invece l'oblio grato del sonno, al quale purtroppo non è  riuscita ad abbandonarsi.
Si rivolta per l'ennesima volta tra le coltri profumate di spigo, gli occhi serrati nella disperata volontà di sfuggire al tormento del cuore, ma nulla, nulla...
Aveva sperato che  tornare a casa, ritrovare la sicurezza dei luoghi che da sempre l'avevano protetta, le avrebbe recato conforto, l'avrebbe aiutata a pensare con calma, a decidere cosa fare, a fare chiarezza su ciò che voleva davvero, nel profondo del cuore. Invece...
Quelle settimane di solitudine l'avevano provata oltre ogni sua supposizione.
Si era ritrovata ad avvertire il bisogno della presenza di André  in modo viscerale, fuori da ogni suo controllo ed in modo così spasmodico da toglierle il fiato.
E non era stato il piacere bruciante dei loro amplessi a mancarle di più. 
Con suo grande stupore aveva scoperto di anelare semplicemente alla sua voce, al conforto del suo sguardo e della sua presenza discreta, a quella fortezza di sicurezza e tepore che il saperlo accanto a lei le costruiva intorno.
Quella consapevolezza l'aveva sconvolta, scardinando le sue radicate convinzioni di essere bastevole a sé  stessa, di essere riuscita ad essere ciò che era semplicemente grazie all'addestramento ricevuto ed alla sua incrollabile forza di volontà. Certo anche quelle erano state importanti...ma l'amore di André  lo era stato altrettanto. Era stato il suo farla sentire adatta, capace, vera, a darle la forza di affrontare ogni giorno di quella vita in tutti quegli anni.
Si rigira di nuovo, esasperata, sprimacciando con forza il guanciale prima di tornare ad abbandonarsi, il movimento arreso a tradire la conclusione cui sono giunti i suoi pensieri. Ormai deve ammetterlo, non può  più farne a meno....Era stato l'amore di André, il suo desiderarla sempre, il suo volerla incrollabile, il suo farla sentire donna, nel profondo della sua anima, a farla riuscire ad essere un uomo  agli occhi del mondo.
Era lui il perno di quella sua vita, quello che le permetteva di camminare sicura in bilico tra due universi senza inciampare mai...
Senza di lui nulla era stato più come prima.
Ogni cosa era risuonata vuota e lontana,  privata di ogni sapore.
Anche  la sua casa le era sembrata nulla di più  di una vuota conchiglia, senza il suono della sua voce a rincorrerla su per le scale o la sua fame inestinguibile di cui ridere insieme, la bocca piena di biscotti  su cui premere lieve le dita.
Nessuna sicurezza, nessuna forza le era venuta da quelle mura, dallo sguardo triste di Marie, dalla cena consumata in silenzio in una sala tropo grande e troppo colma di ricordi.
Un movimento brusco, per scagliare lontano le lenzuola divenute di colpo pesantissime, oppressa da quel futuro che non sa come affrontare, spaventata a morte dall'idea di non riuscire ad essere più la sé stessa che è sempre stata accanto a lui, ancor più impaurita dal fatto di non essere più così certa di voler continuare ad essere quella sé  stessa...
È come se quel pensiero, alla stessa stregua di un'onda che pur senza infrangersi con violenza, invade e trascina ogni cosa con il suo lento insinuarsi, aprisse le porte ai suoi desideri più  nascosti, quelli che ha sempre tenuto serrati nel profondo della sua anima, quelli che non ha mai permesso a nessuno di conoscere, nemmeno ad André.
"Un letto sfatto, illuminato da un raggio di sole e noi, dentro quel letto che ci svegliamo abbracciati... l'ho sognato anche io André,  sai?" 
Spinge forte il viso contro il cuscino, ché non vuole lasciarsi vincere di nuovo dalle lacrime.
"Ma non ero ancora pronta, dannazione!  È  stato quel tuo maledetto ultimatum a farmi perdere il controllo, quella tua ostinazione caparbia a pretendere una risposta, lì, subito... se solo tu mi avessi dato un pò di tempo ancora..."
Un nitrito  basso ed il risuonare di zoccoli nella zona dell'ingresso posteriore della casa la fanno sedere di colpo sul letto, le mani improvvisamente ghiacciate  ed il cuore in tumulto.
"André..." sussurra.
Non sa da dove le venga quella sicurezza... Non sa cosa le sta suggerendo che è lui, proprio lui,  che sta arrivando a palazzo in quel momento, se la ragione - chi altri, a quell'ora potrebbe percorrere a cavallo il vialetto posteriore, quello che porta  alle cucine? Non di sicuro i fornitori, che giungono con i carretti o i domestici, che a quell'ora dormono ancora - o piuttosto quel cuore che batte di colpo impazzito  quasi avvertisse un richiamo silenzioso ma potentissimo da quella parte di sé che si è allontanata tre settimane prima.
Non saprebbe dirlo, ma sa di non poter far altro che alzarsi e raggiungere scalza le scale e scendere, i passi lievi  come piume sul marmo freddo, ogni frammento della sua pelle vibrante sotto il lino leggero della camicia da notte e arrivare alla soglia delle cucine.
Un istante per riguadagnare il respiro e udire la voce profonda di lui ed un singhiozzo soffocato di Marie, poi la mano che spinge il battente e la sua figura alta e possente davanti al focolare, i capelli d'ebano colmi di fiamma ed il verde dei suoi occhi come un mare caldo e travolgente, in cui annegare...
"André!"


continua....



Sono di nuovo a scusarmi con voi, amiche che seguite "Scelte" per questo nuovo ritardo. 
A mia parziale discolpa solo  un periodo davvero frenetico e qualche piccola magagna, per fortuna in via di risoluzione.
So che che sperate molto da questo incontro e so che mi odierete per averlo interrotto così... ma vi prometto che non vi farò attendere molto per il proseguo.
Vi saluto con un abbraccio e come sempre vi ringrazio tutti, davvero tanto per l'affetto con cui mi seguite. E come al solito un bacio speciale alla mia compagna d'avventura.
A presto!
   
 
Leggi le 16 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: Marianna 73