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Autore: Slytherin2806    22/07/2016    6 recensioni
STORIA INTERATTIVA, ISCRIZIONI CHIUSE.
[INTERROTTA]
Piper Sawyer contemplò ad occhi spalancati dalla meraviglia, quel lato nascosto di Hogwarts. Non curandosi del pericolo imminente nel quale si stava cacciando, si avvicinò furtivamente alla parete per tastarne ogni singolo centimetro. Un ghigno le si formò sul volto-incorniciato dai lunghi capelli neri- quando seguendo uno schema ben preciso-delle mattonelle lasciarono spazio all’apparizione di un’enorme portone grigiastro.
“Alohomora” pronunciò la Serpeverde per varcare la soglia della sala, nota solamente ad altri tre studenti.
Piper non ebbe bisogno di metterla a soqquadro: sapeva già cosa dovesse fare, e voleva mostrarlo ai suoi amici.
Proprio coloro che credevano fosse soltanto un'antica leggenda, tra poco avrebbero scoperto la verità grazie a lei.
Con il petto gonfio di orgoglio per se stessa, ridusse la distanza tra lei ed un cassetto tempestato di gemme dorate. Afferrò velocemente la chiave appesa al suo collo per aprire la serratura.
Un senso di soddisfazione la pervase in quel breve attimo; l'accuratezza nel muoversi venne sostituita dalla sua inguaribile curiosità. La scritta argentea si illuminò, facendo risaltare la rilegatura in pelle.
Piper poteva già sentire l'odore della pagine dell'Ordine di Merlino, chiamato anche Libro Proibito.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuova generazione di streghe e maghi
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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 ​Chapter two: Reactions part two.
 
"​Tutti abbiamo dentro un'insospettata forza che emerge quando la vita ci mette alla prova."
 
 
​Giorno di Halloween, ore 8:35
"​Smith, Anderson, ancora non ci siamo intesi? Dovete assolutamente ritornare nei vostri Dormitori, e quant'è vero che mi chiamo Dolores Blake vi faccio pentire di non avermi ascoltata!" I due compagni di stanza non vollero controbattere, essendo la situazione alquanto degenerata. A dirla tutta, nessuno voleva ritrovarsi nelle grinfie della perfida preside, la quale era una donna sulla cinquantina dalle maniere composte ed educate con chi non le intralciava il cammino.
Nata a Londra, in una fresca mattinata di autunno, era cresciuta a stretto contatto con le più famose famiglie benestanti, e questo le permise di vivere nella beata lussuria. Le erano state insegnate dai suoi genitori le regole del bon ton e a non perdere la calma contro un individuo che le desse fastidio.
Tuttavia, ogni anno ad Hogwarts diventava un'agonia: si svegliava con dolori dappertutto ed indaffarata, poi andava a dormire quasi senza voce per essersi sgolata.
Quegli studenti erano capaci di far uscire il peggio di lei, perciò era costretta ad usare estremi rimedi laddove il rispetto e la disciplina non venissero presi sul serio.
Fortunamente, dei Prefetti approfittarono della confusione generale dopo due interminabili ore, per portare dell'ordine a scuola e cercarono dunque di spedire dritti nella loro camere il maggior numero possibile di alunni.
Tra questi, un noto giovanotto dall'evidente fascino accelerò il passo e si mise esattamente al centro del corridoio principale, luogo in cui regnava il caos.
Lui era James Altair Burke, e senza ombra di dubbio la gente avrebbe tenuto le orecchie ben aperte per dargli retta. Si schiarì la gola e alla velocità della luce urlò a tutti di calmarsi e seguire quanto la Blake avesse chiesto.
Eppure, molti di loro erano più preoccupati per la loro vita da poter stare attenti alle parole del Serpeverde.
Leggermente stizzito, pronunciò a voce bassa, serrando i pugni "Ma tu guarda se questi mi considerano" e di fronte a lui incontrò la soluzione che faceva al caso suo. Ringraziò mentalmente Hogwarts per avere migliaia di sciorciatoie, corridoi e stanze collegate.
Scivolò rapidamente tra una persona e l'altra, attirando gli sguardi di un elevato numero di ragazze, sorridendo a trentadue denti.
Arrivò a destinazione, e con un balzo salì le scale per farsi sentire. Riprese fiato, sebbene avesse abbastanza resistenza da far invidiare gli altri, e con un tono agli antipodi dall'essere mellifluo, comunicò con i maghi lì presenti.
"Non so se sia chiaro il concetto. In caso la risposta sia negativa, lasciate che ve lo rispieghi." In quel preciso istante, si mosse su e giù per le scale e si toccò i capelli biondi.
"Forse non avete compreso la gravità della situazione, o magari siete fin troppo agitati da poter pensare razionalmente. Invece che girare per la scuola come scimmie impazzite, proporrei che ognuno di voi si recasse dov'è stato richiesto."
Nella folla intravide delle ragazze piuttosto interessate, probabilmente più alla sua bellezza che al discorso, e sfruttò il suo charm per convincere parte di loro, sapendo che sarebbe riuscito nell'intento alla perfezione.
Con un semplice occhiolino, puntò lo sguardo su una di loro nel mezzo e poi disse "Adesso siete consapevoli di quel che dovete fare, se non erro." Sicuro di se, scese di sotto e fu quasi certo di aver sentito un "No, tu non sbagli mai." Un ghigno gli apparve sul volto e al contempo gli occhi azzurri si illuminarono per il senso di soddisfazione: non gli dispiaceva udire quelle parole, però doveva ammettere che se l'aspettasse. D'altronde era uno dei ragazzi più belli ed intelligenti di Hogwarts, quini non potè far altro che essere d'accordo con chiunque avesse proferito con tale saggezza.
Dal lato opposto in cui si stava dirigendo James, Elaine era ancora pensierosa, quasi avesse l'impulso di svelare l'arcano in un tempo ridotto per le sue qualità da detective. L'omicidio l'aveva portata a seguire una pista e la giovane Corvonero era oltretutto abile nel "psicoanalizzare" le persone tanto quanto nel risolvere misteri. Inoltre, era convinta che Altair c'entrasse qualcosa, visto il rozzo modo con cui era scappato via.
"Ragazze, era lui il biondo Serpeverde ..il suo nome è James! Buffo, perchè facciamo parte della stessa casata..avrò avuto un lapsus. Ma come ci si dimentica di un ragazzo del genere?" Aileen aveva la faccia di una donzella tra le nuvole, immersa in fervide fantasie, e Cora sospirò, massaggiandosi le tempie per il forte mal di testa che le era venuto.
"Ah già, Burke. Il perfetto Prefetto da strapazzo, esilarante." Con uno scioglilingua improvvisato e uno sviluppato sarcasmo, la Parker non potè nascondere la sua diffidenza per l'argomento introdotto.
"Esatto, è lui!" Gridò con gioia mentre si spostava a destra e manca dalla felicità, la quale ebbe breve durata per l'avvicinamento del diretto interessato.
James, infatti, accortosi di avere un ultimo essenziale compito da svolgere, aveva cambiato direzione.
"Si, sono io. Non ho potuto fare a meno di sentire il mio nome, pur essendo abituato all'apprezzamento delle ragazze. Come biasimarle...immagino abbiate assistito anche voi alla raccomandazione di poco fa." Si guardò intorno, notando che le sue parole avessero avuto una certa influenza e che il corridoio si stesse svuotando piano piano. "Mi domando perchè delle fanciulle belle come il sole stiano qui. Volete che vi porti nei vostri Dormitori?"
"Si!"
"No, per carità."
Mentre Elaine si era trovata al loro fianco per tutto il tempo senza aver fiatato, Aileen e Cora si erano occupate di dare delle risposte completamente opposte al Prefetto.
La Parker fulminò la Serpeverde, inarcando un sopracciglio, facendole capire che avessero pure loro dei piedi con cui tornare sul posto, senza che un ragazzo-men che meno lui- le scortasse.
"Ehm, io..no, cioè f-forse." Aileen era talmente confusa da aver iniziato a mettere insieme parole a casaccio. Si passò con nervosismo una mano tra i capelli rossi, preferendo azzittirsi dal panico. Dannata timidezza che l'aveva fatta sembrare un'emerita idiota.
Si incaricò Cora di salvare la sua amica da quell'incontro fin troppo ravvicinato da poter reggere, strattonandola per una manica, seguita da Elaine.
"Conosciamo la strada a memoria, il tuo aiuto non ci serve."  La Grifondoro fece per dargli le spalle, ma James le sfiorò il gomito con il palmo della mano.
"E' stato un piacere incontrarvi, ragazze." Ammiccò in direzione di entrambe, vedendo che una terza di loro non se l'era neanche calcolato.
"Anche per me, beh.. per noi. PER TUTTE, AHIA!" Cora le aveva appena pizzicato il braccio per evitarle ulteriori figuracce.
Aileen si voltò di nuovo per osservarlo in lontananza, ma lui aveva già preso un'altra strada.
"Ho fatto fiasco, vero?" Si ritrovò a domandarle disperata all'amica.
Cora fece spallucce, riflettendo che fosse successo di peggio negli anni precedenti. Non curandosi della conversazione avuta con il Serpeverde, le disse solo che sarebbe potuta andare meglio.
Camminarono sotto braccio per qualche minuto, provando a far scendere sul pianeta Terra Elaine, ma non ci fu verso di ottenere quel risultato.
A malapena le uscì un "ciao" dalla bocca, che accanto al Dormitorio dei Corvonero..Cromwell si stava allontanando di soppiatto dalla stanza per raggiungere la biblioteca.
Si separò dalla sue amiche, e per quanto avesse voglia di scoprire cosa stesse succedendo, rimandò il progetto e rientrò assonnata in camera. Grazie al giusto riposo, avrebbe ripreso le indagini con una mente più fresca.
 
 
Stava per svoltare a sinistra per visitare sua sorella Aerin, dopo tutto quel frambusto volevo solo dirle che tutto avrebbe assunto una piega migliore e non avrebbe lasciato che qualcuno le facesse del male.
Nonostante i continui battibecchi, le voleva bene-teneva molto sia a lei che alla sua seconda sorellina-e sarebbe stato disposto a passare le pene dell'Inferno per abbattere la minaccia incombente. Di conseguenza si sarebbe messo a lavoro per conto proprio: l'essere ripugnante che aveva osato uccidere una giovane sedicenne innocente, nonchè amica di Aerin, meritava una peggiore fine della morte. E James Altair Burke non era il tipo che si sarebbe tirato indietro, al contrario! Appena scovato il colpevole, gli avrebbe fatto pentire di essere nato.
All'angolo del corridoio si scontrò con uno studente del sesto anno, Altair Cromwell, il quale pareva abbastanza contrariato, e dalla camminata altezzosa non guardava in faccia a nessuno.
Ciò significava che stesse cercando una persona, e per un attimo ignorò il compito di riportarlo indietro. D'altro canto, anche lui stava trasgredendo le regole per poter spendere due minuti con la sorella.
 
Quando il giovane Corvonero entrò in biblioteca, si affiancò alla sua fidanzata..colei che era intenta a leggere un libro, e che di sicuro non voleva essere disturbata.
Senza alzare lo sguardo, Bonnie si rivolse ad Altair con un tono neutro. "Sei venuto fin qui per chiedermi scusa? Ti avverto che non sarà facile." La Grifondoro si spostò una ciocca di capelli caduta davanti agli occhi, la quale non le permetteva di proseguire l'nteressante lettura.
"Non ho bisogno del tuo perdono, esigo delle spiegazioni." Cromwell mostrò senza scrupoli la rabbia che lo aveva avvolto alla scoperta della morte di Piper.
Bonnie sbattè il libro sul lavoro per chiuderlo, e poi lo ripose su uno dei polverosi scaffali. Si sfregò le mani per togliere lo sporco e finalmente i suoi occhi si incrociarono con quelli di Altair.
"Non ho tempo per gli inconvenevoli, sputa il rospo." La ragazza era conosciuta per essere una delle maghe più meritevoli della scuola, ma il suo carattere freddo non l'aveva portata lontano a livello d'amicizia. A lei però aveva giovato avere la fiducia di pochi, sebbene odiasse che uno di questi fosse in conflitto con la sottoscritta.
Inoltre, i giri di parole non le erano mai piaciuti, perciò se Altair non si fosse sbrigato a parlare, non ci avrebbe messo nulla a girare i tacchi e andarsene. Si era accorta che tra loro due non ci fosse più la stessa intesa dell'anno scorso, ma detestava far trasparire le proprie emozioni a riguardo: reputava che facendo ciò, sarebbe apparsa debole.
"Piper è morta. Non doveva andare affatto così! E non te ne andrai finchè non mi avrai raccontato cos'hai fatto in questi ultimi giorni. Hai mangiato poco, a lezione non prestavi attenzione e credi che io non mi sia accorto di nulla?" Si morse il labbro e tentò di tenere i nervi sotto controllo, così che non si mostrasse vulnerabile per la dolorosa perdita.
"Mi stai forse dando dell'assassina? Davvero pensi che io abbia a che fare con l'omicidio?" Imprecò guardando in alto e sollevando le braccia, per poi decidere di mantenere calma e sangue freddo.
"In realtà non mi azzarderei mai a sporcarti di un simile delitto. Eppure dalla tua voce trapela insicurezza." La distanza tra i due si ridusse a pochi centimetri e Bonnie lo affrontò puntando gli occhi color nocciola nei suoi.
"Mi stai nascondendo qualcosa?" Con un gesto veloce, le mise un ciuffo di capelli dietro l'orecchio e volle avvicinarsi per manipolarla. Per Altair non era poi così complicato dire la verità, soprattutto se il confronto fosse tra lui e la sua fidanzata.
Bonnie afferrò la sua mano con forza, respingendolo. Si avviò verso l'uscita e parlò.
"Riesci solo a pensare il peggio di me, non ti vergogni? Che razza di ragazzo sei? Dovresti essere il primo a credermi, ma non fai altro che dubitare!" Totalmente affranta, volle recuperare gli appunti di scuola lasciati sul tavolo, e in un secondo toccò la maniglia della porta.
"Cosa ci sta succedendo Altair?" Quelle furono le fatidiche e laceranti parole che il Cromwell ascoltò. Si sentì in colpa per aver provato a estorcerle informazioni in tal modo, ma il comportamento di Bonnie non gli aveva consentito altrimenti.
Scelse di andare a riposarsi: magari chiudendo gli occhi, si sarebbe accorto di essere stato coinvolto in un interminabile incubo, e al suo risveglio Piper sarebbe stata lì con loro per riappacificarsi con il gruppo. Lui, Bonnie, la Sawyer e anche Theodore-che non gli era spesso andato a genio, ma sentiva che fosse a causa della timidezza del Tassorosso.-
I fantomatici studenti del sesto anno che erano diventati amici, nonostante appartenessero a quattro casate differenti. Loro erano l'esempio che tutto fosse possibile e che degli insulsi pregiudizi non avrebbero spezzato l'indissolubile legame.
 
Bonnie potè respirare: aver mentito ad Altair rientrava nei piani. Aveva messo in atto lo spettacolo della finta addolorata, al fine di non destare sospetti. Aveva la netta sensazione che non si fosse attenuta per bene al suo dovere, perchè sperava di essere pervasa da un senso di potenza, di leggerezza per essersi schierata dalla parte dei vincitori. Un eco nella sua testa le impedì di ragionare sul da farsi: le dava della complice, delle traditrice, della codarda per non aver rivelato le sue intenzioni al Corvonero. In cuor suo, sapeva di aver preso la decisione migliore per non voltare le spalle ai suoi familiari.
Tra le scartoffie che aveva dentro il baule nel Dormitorio, tirò fuori-rovistando tra i vestiti posti alla rinfusa-una boccetta d'inchiostro. Non badò alle occhiate stranite dei suoi compagni, si sdraiò sul letto per scrivere una lettera al volo, che avrebbe spedito tramite il suo gufetto del pelo nero, Rufus.
L'inizio fu breve ma coinciso, e dopo le parole vennero da sole.
"Carissimo zio Caesar,
mi rincresce annunciarti che abbiamo un problema: si tratta di Altair."
 
 
Ore: 8.47 ( in corrispondenza dell'incontro tra Altair e Bonnie)
Un Grifondoro dall'aria sfacciata superò la fila di studenti creatasi nel corso di due buone ore, in conseguenza alla perdita di una maga Serpeverde. Sicuramente aveva adocchiato Piper per un pò, scambiando quattro chiacchiere tanto per fare il cascamorto, nulla di più. Non ricordava i suoi lineamenti nel dettaglio, però era quasi certo che l'avesse vista parlare con la sua migliore amica Skyler Jones diverse volte.
Si domandava da un paio di minuti dove diavolo fosse finita, non sopportando l'idea di passare l'intera mattinata di Halloween a gironzolare per la scuola.
A debita distanza, suppose che una figura slanciata, alta all'incirca un metro e settanta, dalla chioma di capelli scuri e mossi, potesse essere la Tassorosso che voleva beccare.
Ethan la vide sedersi, si sistemò i capelli neri come la pece-a cui teneva in maniera maniacale-, e si allisciò la divisa scolastica: il suo principio di vita era che per sentirsi bene bisogna essere curati fuori.
Le luci fioche della Sala Grande, che pullulava ancora di maghetti di ogni fascia d'età*-erano concentrate sulle delizie poste sui tavoli di fronte a lui.
Prese un piatto, riempiendolo di qualsiasi alimento avesse un aspetto squisito e infine raggiunse Skyler.
Un punto interrogativo spaziò per la mente del giovane, che non potè fare a meno di chiedersi come mai la Tassorosso non fosse circondata da una schiera di adolescenti, pronti a rivolgerle la parola per la sua indole amichevole.
Con fare canzonatorio, per interrompere l'imbarazzante silenzio, optò per un semplice saluto, contornato da una delle solite battute che soleva scambiarsi con lei "Buongiorno Skyler, dov'è finita la tua sciolta parlantina? Mi sa che dovrò cercarla sotto alla tovaglia."
La Tassorosso lo ascoltò eccome, e sul suo viso apparve un sorriso appena accentuato , il quale si trasformò in un'espressione vacua. Non diede nemmeno segno di risposta al ragazzo, e sebbene Ethan fosse strafottente, non potè lasciar correre la tensione.
"E' per Piper, non è vero?" Skyler ebbe la forza di voltarsi e annuire flebilmente, per poi sorseggiare un goccio d'acqua dal suo bicchiere.
Lo posò con delicatezza, ammirandolo quasi volesse estraniarsi del mondo, persino dal Grifondoro accanto a lei.
Clarke, tuttavia, non demorse così tanto facilmente. "Scusi signorina" le disse con tono scherzoso, picchiettandole la spalla sinistra "Non vorrei disturbarla, ma starei cercando la mia migliore amica Skyler Jones. Non so se ce l'ha presente: ha gli occhi azzurri, un fisico atletico. E' sempre in vena di fare scommesse, che perde miseramente, ed è una ragazza testarda come un mulo." Notando che il livello d'attenzione della Tassorosso fosse aumentato, continuò  "Mi creda signorina, non ammetterebbe mai di stare nel torto marcio! Sa per caso dove la posso trovare? Perchè qui nei paraggi non la vedo proprio." Fece finta di contemplare l'ambiente intorno a se e sfoggiò uno dei suoi sorrisi ammalianti. "Potrei anche averla davanti a me senza rendermene conto...forse mi sono alzato troppo presto e la stanchezza inizia a farsi sentire." Si stropicciò gli occhi e improvvisò uno sbadiglio riuscito malissimo, dettaglio che fece ridere Skyler. "Eppure lei dovrebbe conoscerla bene, le assomiglia molto. Non è che è la sua gemella silenziosa e la Tassorosso mi sta giocando uno scherzo? Ne sarebbe capace."
"Mh..non so, magari potrebbe comparire sotto il suo naso da un momento all'altro, se vuole posso aiutarla nella ricerca, signore." Calcò l'ultimo termine, aspettando che Ethan proseguisse nei panni del suo personaggio.
"Ma allora sei proprio te Skyler, a malapena ti avevo riconosciuta! Dovrei andare in infermeria, potrei giurare di avere le allucinazioni. Sicura di essere tornata in te?" Sbattè la palpebre più volte-atteggiandosi da ragazzo fintamente incredulo-e una ciglia cadde sul naso diafano, spruzzato di piccole lentiggini. Detestava quella parte del volto, in quanto riteneva ch gli dessero un'aria tenera, tipicamente bambinesca.
"Falla finita, Clarke." Staccò un pezzo di pane dal piatto del Grifondoro e glielo tirò addosso, scoppiando in grasse risate soffermandosi sull'espressione assunta dal migliore amico.
"Mi hai dato del signore e ora mi lanci del cibo, non pensi che dovrei vendicarmi cara Jones?"
"Sono del parere che tu debba stare zitto, hai avuto la faccia tosta di dirmi che perdo le scommesse! Bugiardo che non sei altro, ne potremo fare a centinaia e l'esito finale sarebbe sempre la mia vittoria." Si mise a bere di nuovo, stavolta con un senso di allegria, divertita dalla situazione.
"Le tue parole mi colpiscono, coraggiosa maga. Non osare mettere la mani sul fuoco però. Oggi mi sento invincibile!" Alzò il mento in modo tale da assumere la sembianza di un prode cavaliere, pronto ad affrontare impossibili imprese.
"Ancora che parli? Il cibo si sta ammuffendo a forza delle tue vane parole al vento, e tanto per la cronaca: io ho sempre ragione." Diede un morso al pane usato precedentemente come arma e la sua spensieratezza mutò sedutastante.
"Ascolta, so che è difficile andare avanti con la propria vita dopo una perdita del genere, ma non ti devi scoraggiare in un nonnulla." Ethan Clarke non era il tipo da smancerie, ma non voleva assolutamente che la Tassorosso si abbattesse per l'accaduto. E poi era disposto ad offrire una spalla su cui consolarsi, solo alle persone che lo meritassero davvero.
"Lo so Ethan, ma è stata uccisa..capisci? Non siamo più al sicuro e una prova inconfutabile è stata proprio la morte di una ragazza fantastica." Sopirò, deglutendo amaramente. "Lei era mia amica, sebbene non avessi lo stesso stretto rapporto tra lei e Theodore, ma ancora posso sentire la sua rumorosa risata o le sue battute acide per difendersi dagli altri. Eravamo simili e diverse in contemporanea, eppure andavamo d'accordo."
Prese una pausa per le troppe emozioni che la stavano logorando.
"Se ti stare meglio, troveremo l'assassino insieme. Chi, come, perchè..ogni domanda avrà una risposta degna di nota. E sai il motivo?" Incurvò leggermente la schiena per fissare il suo sguardo in quello di Skyler. "Due menti come le nostre possono andare lontano. Potrebbe essere rischioso immischiarsi in affari che non ci riguardano, ma è la nostra vena indagatoria che ci spinge a farlo. E il senso di giustizia nei confronti di Piper." Ancora più determinato a risollevare il morale dell'amica, si alzò in piedi, dandosi una stiracchiata rilassante e poi le porse la mano destra. "Che dici selvaggia Tassorosso, sei disposta ad avere il sottoscritto costantemente appiccicato per una buona causa?"
Skyler non mostrò un briciolo di titubanza afferrandola con tutta la forza che avesse in corpo.
E me lo chiedi pure? Certo che ci sto! E in secondo piano, convinceremo la preside a non rimandare la festa."
"Ben detto, questo è lo spirito giusto."  Le rispose fermamente entusiasta il Grifondoro.
E i due scalmanati si allontanarono dalla Sala Grande, assolti nei loro obiettivi.
 
 
Dopo aver visto uscire una sua compagna di casata e quel bellimbusto di Ethan Clarke, Charlotte seguì il loro esempio-avendo terminato di mangiare come una scrofa-.
Lo diceva lei che il cibo la stesse chiamando, quindi perchè non accontentarlo e farlo finire dritto nel suo pancino?
Adesso che era piena almeno fino a pranzo, aveva in programma di tornare in camera-anche secondo quanto chiesto dalla preside per non creare altro scompiglio-, ma la notizia dell'omicidio l'aveva talmente colpita da voler prendere una boccata d'aria. Da una parte non le piacque l'idea di dover passare nel luogo del crimine, ma i pro erano più numerosi.
Sgattaiolando via dalla Sala Grande in punta di piedi per non attirare l'attenzione, il Caposcuola era curioso di dove stesse andando.
Quel giovane non sapeva quanto fosse brava ad occultare la verità per non cacciarsi nei guai.
"Risponderò con piacere alla tua domanda: sai, ho mangiato tantissimo e come spesso accade dopo un'abbondante colazione..devo andare in bagno!" Fece per rimettersi di conseguenza a camminare verso il portone, ma venne fermata.
"E ci vai in punta di piedi?"
"Quando ti scappa, andare in questo modo ti aiuta! D'altronde, stamattina dalla fretta ho sbattutto i talloni sul letto e sono sicura al cento per cento che mi stiano venendo dei lividi." Nella sua mente si diede del genio per essere stata convincente come al solito, e il "complimento fine a se stesso" divenne uno dei tanti conservati nella memoria.
"Allora non ti tratterrò più, e scusami se ho dubitato. Non si sa mai cosa può succedere, visto quanto è accaduto questa notte."
Ripensare alla morte di Piper le fece venire i brividi, ma fu pure sicura che volesse varcare la soglia di Hogwarts per mettersi seduta al solito posto.
 
 
Luke Anthony Baton, studente del settimo anno e grande ammiratore della letteratura inglese, aveva avuto delle lezioni in comune con la Serpeverde deceduta, ma non aveva mai avuto modo di parlarle.
Di lei sapeva che fosse una maga modello, avendo ereditato la sue capacità da antenati che frequentarono Hogwarts nelle generazioni passate. Si diceva che fosse la pronipote di un nemico di Merlino, ma lui non dava ascolto alle voci di corridoio, preferiva conoscere la gente di persona per assicurarsi che fosse la verità.
Era necessario ammettere che Luke non si fosse impegnato poi tanto a fare amicizia  per via della sua personalità rissosa, introversa e taciturna. Quante volte si era dovuto sorbire la ramanzina della Blake per via delle sua irregolare presenza durante le lezioni, oppure per le sue "inadatte e sarcastiche sentenze" a detta della preside, la quale aveva perso le speranze...visto che in tutti e sette gli anni-sicuramente l'ultimo sarebbe stato come questi- si era salvato agli esami per il rotto della cuffia.
Di capacità ne aveva, probabilmente più di altri studenti, ma la voglia di applicarsi era pari a zero. Era un fuorilegge, pretendeva di fare ciò che volesse in ogni occasione e non aveva un futuro ben preciso a cui attenersi.
Quella mattina di Halloween per lui non aveva assunto poi un risvolto tanto differente dalle giornate precedenti...sebbene avesse notato in lontananza che una ragazza avesse occupato il suo posto.
Proprio così, non ci aveva visto affatto male: a giudicare dai colori della divisa, era una Tassorosso. In aggiunta, non superava il metro e sessanta di altezza e aveva dei lunghi capelli scuri: si era appena appoggiata con la testa su un albero di media grandezza, e aveva disteso le gambe per poi portare la braccia dietro la nuca.
La tempesta era terminata e il cielo-nonostante non si fosse schiarito-era semplicemente ricoperto di nubi. Il vento accarezzò il viso di Charlotte, che in tasca aveva trovato una merenda vecchia di chissà quanto, la quale rimise dentro.
Sentì uno scricchiolìo di scarpe sul terreno umido, e quando tentò di scoprire chi fosse, un ragazzo si era già avvicinato e la fissava mentre stava in piedi.
"Chi arriva prima meglio alloggia, ma da persona educata quale sono..c'è spazio per entrambi."
Luke fu abbastanza basito dalla gentile risposta della ragazza dai grandi occhi marroni/verdi, colore particolare-pensò il Corvonero.
Il giovane mago prese posto accanto a lei, dandole una leggera botta sulla spalla-mossa inevitabile, considerato il luogo-.
Per tutto quel tempo aveva tenuto tra le sue mani un libro, il quale avrebbe riletto per la decima volta come minimo, e che trovava altamente avvincente.
Lo aprì, togliendo il segnalibro che appoggiò sull'erba e fece per iniziare la lettura, quando una voce fin troppo contenta lo stordì.
"Storia dei re di Britannia! Non ci credo, l'ho finito all'incirca due settimane fa..mi piace tantissimo!" Luke l'aveva guardata di traverso, non volendosi però lamentare dello spavento che le avesse fatto prendere. E per avergli rotto un timpano.
Questo non fu ovviamente abbastanza per placare Charlotte, una Tassorosso incuriosita dai modi di fare del ragazzo affianco.
Non l'aveva nè rimproverata, nè ringraziata per avergli ceduto parte del suo "covo non così tanto segreto": aveva l'aria familiare, doveva essere di sicuro il giovane in cerca di litigate. Ogni pretesto era buono per fare a scazzottate, per rispondere male o per starsene alla larga dal resto del mondo.
"A volte mi domando se nel libro sia tutto vero ciò che c'è scritto." Luke parve
coinvolto dalla constatazione della ragazza, pur non sapendo dove volesse andare a parare.
"Cioè, prendi come esempio la storia di Re Artù e mago Merlino, che io personalmente adoro. Come possiamo essere certi che nella vita reale si siano comportati nello stesso modo in cui vengono descritti nel libro? Magari Merlino era un giovane sbadato, inaffidabile al principio, timido, inconsapevole delle proprie doti. Qui invece sembra quasi che sia solamente il più potente di sempre e che lo sappia." Adesso il Corvonero aveva perfettamente compreso cosa volesse intendere la Tassorosso e trovò gratificante il pensiero della ragazza: almeno c'era qualcuno che amasse la lettura tanto quanto lui.
"Immagino che non lo sapremo mai. Questo è solo un antico manoscritto uno dei pochi in circolazione, con all'interno le avventure dei re britannici più famosi. A me piace pensare che gli autori abbiano avuto una sorta di collegamento con i personaggi di cui parlano,come se si conoscessero e che quindi a lui spettasse il dovere di tramandare le loro avventure di generazione in generazione." Si passò il libro tra le mani, rileggendo il titolo quasi del tutto cancellato "Ad ogni modo, c'è chi aggiunge dettagli mai accaduti per rendere la storia avvincente, e chi la stravolge-omettendone alcuni- dato che i racconti vengono la maggior delle volte diffusi ancora a voce. Si sai, si fa per intrattenere il pubblico nella piazze e anche alle corti. Non possiamo essere certi che i fatti siano quelli, ma quando un libro è fatto bene a me non importa. Mi immedesimo nei protagonisti e mi immergo nel loro mondo per domandarmi cosa avrei fatto io al loro posto, come avrei reagito..se fossi disposto a lottare per amore o se potessi essere accecato dall'invidia per poi trasformarmi in una persona totalmente diversa da quella che ero." Per la prima volta Luke era felice di essere in compagnia..non che lo desse a vedere con facilità, ma apprezzò molto lo scambio di opinioni con la Tassorosso.
"Sono d'accordo con te..però sono egualmente desiderosa di conoscere se i personaggi siano sul serio come vengono rappresentati nel libro. E' un sogno stupido, ma sarebbe bello poter viaggiare indietro nel tempo per guardare con i miei stessi occhi Re Artù e i Cavalieri della Tavola Rotonda, ma in primis Merlino.
Eri a conoscenza del fatto che fosse il pronipote di Salazar Serpeverde? Posso ritenermi soddisfatta che un mago come lui abbia studiato nella mia scuola!" Charlotte si sentì a suo agio a conversare con il Corvonero, nonostante gli avesse anche confessato che se mai avesse avuto la possibilità di tornare indietro con gli anni, si sarebbe autoinvitata ai banchetti per strafogarsi di cibo. Almeno aveva fatto ridere il ragazzo, il quale le era sembrato molto chiuso.
Luke era in procinto di citarle la sua frase preferita, per poi chiederle quale fosse la sua..ma un Caposcuola-non lo stesso con cui aveva parlato Charlotte- li informò che la Blake avesse ripristinato le lezioni, affinchè potessero concentrarsi negli studi. Sia alla Tassorosso che a Luke passò per la mente che la preside avesse fatto tutto questo solo per distrarli e prepararli in caso di un secondo attacco.
Come al solito, il Corvonero non aveva intenzione di rientrare a scuola, perciò si limitò a sgranchire le gambe e a rimettersi nella stessa posizione di prima.
Invece, Charlotte aveva dimenticato di finire i compiti, perdendosi in chiacchiere con il giovane mago, e pertanto maledisse se stessa per aver rimosso il tutto dalla mente.
Con uno scatto felino, la Tassorosso si diresse verso l'entrata dicendo "Se salto una sola lezione di Pozioni, non capirò più nulla con tutti i compiti arretrati e di conseguenza farò esplodere la scuola."
Luke si mise a ridere di gusto e osservò Charlotte allontanarsi piano piano, alle volte rischiando di sfracellarsi a terra per colpa dei sassolini diabolici.
Venne distratto dalla medesima voce che ebbe occasione di ascoltare per mezz'oretta buona.
"Te non vieni?" Gli gridò a squarciagola la Crawley per farsi sentire dal Corvonero.
"Ho la faccia di uno a cui aggrada lo studio?"
"Effettivamente no, ma non dovresti startene con le mani in mano..come affronterai l'ultimo, nonchè tostissimo anno ad Hogwarts?" Le rispose da lontano.
"Proprio come gli anni scorsi, mi sembra ovvio." Le sorrise mantenendo la sua espressione da ragazzo cocciuto come il marmo.
 "Ah giusto, tu sei troppo ribelle per sottostare alle regole...allora ci si vede in giro forse, ehm.." Non sapeva nemmeno il suo nome, che cosa avrebbe dovuto fare?
"Luke Baton" si rivolse a lei con prontezza, come se le avesse letto nel pensiero "Divertiti a essere sommersa da appunti!"
"Non esiste gioia più grande che lo studio!" La sua sentenza trasudava ironia da tutti i pori "Comunque io sono Charlotte" aggiunse inciampando, ma non dandolo a vedere "Charlotte Camille Crawley".
Luke udì la porta chiudersi rumorosamente dal vento, segno che Charlotte fosse definitivamente andata via, e per un attimo si incantò alla vista del Lago Nero.
 
Ore 9.57
 
"Ma cos'è tutto questo frastuono?" Si ritrovò a considerare Louis Cherwood, Grifondoro del settimo anno conosciuto per il suo innato sarcasmo e per il viso sbarazzino, da molti definito "da pagliaccio".
La notte precedente era rimasto sotto le coperte con la luce accesa, scervellandosi fino a mezzanotte e quaranta. La festa di Halloween era l'ideale per organizzare scherzi a tutto andazzo, ma aveva bisogno di qualcuno che lo aiutasse.
Oltre a correggere gli analcolici con del Whisky Incendiario, un classico trucchetto da pochi secondi, aveva riflettutto su come avesse potuto far sganasciare dalle risate i suoi compagni di stanza, incastrando degli studenti qualunque.
Quello sarebbe stato il suo ultimo anno ad Hogwarts, e si sarebbe voluto far ricordare come l'eterno carismatico dal forte senso dell'umorismo, o per farla breve il "ragazzo casinista".
Essendo fortemente meteoropatico, fu dura per lui alzarsi dal letto, specialmente quando delle figure ancora sfocate per via del sonno, lo riempivano di lamentele.
Per quel poco che aveva compreso, a molti di loro non andava di fare lezione.
Louis, che volentieri sarebbe stato riaccolto tra le braccia di Morfeo*, non spese molto tempo a domandarsi cosa ci fosse stato di tanto diverso il 31 d'Ottobre, dato che tutti avevano perso la voglia di studiare.
Qualcuno ordinò al Grifondoro di sbrigarsi per arrivare in tempo a lezione di Difesa contro le Arti Oscure, in compagnia dei Serpeverde.
Louis,in tutta risposta, farfugliò di rimando un "Si, cinque minuti e mi preparo" che suonò più come un grugnito.
Per quanto volesse rimettersi a dormire, si disse che dopo tutti gli sforzi compiuti fino ad ora, sarebbe stato ripagato alla festa.
C'era da aggiungere che il professor Logan lo avrebbe praticamente ucciso, se non avesse portato subito le sue chiappe in classe.
"Uffaaa.." Alle volte Louis tendeva a comportarsi come un bambino giocherellone e bisognoso di coccole, ma quel che avrebbe ottenuto con un ritardo sarebbe stato un calcio nel didietro.
Con chissà quale forza, risistemò il letto- il che valeva a dire sparpagliare le lenzuola come se fossero messe bene-si diede una veloce lavata per non assomigliare ad un maghetto trasandato e poi si incamminò, non proprio pronto a seguire la lezione, nonostante fosse quella di una delle sua materie preferite.
 
 
Cora Parker sarebbe svenuta appena avrebbe messo piede in classe, poteva giocarsi anche le gambe: si sentiva febbricitante e i primi sintomi-quali mal di testa, calore e una leggera nausea- si erano manifestati nell'arco di tre ore e mezzo.
Non le andava però di rimanere a letto mentre gli altri imparavano degli incantesimi in più, perchè sarebbe rimasta un passo indietro rispetto agli altri Grifondoro e non lo poteva permettere.
Per sua fortuna, Difesa contro le Arti Ocure era una materia alquanto interessante per lei: avrebbe tanto voluto che oggi venisse messa in coppia con un Serpeverde fannullone per sfidarlo a duello. Però, non potendo predirre il futuro, si accontentò di affacciarsi alla porta della classe-notando che Aileen non fosse arrivata-e si accaparrò un posto centrale, con una perfetta visuale.
 
 
Louis era ad un passo dalla destinazione, ma si accorse che il suo fisico statuario, scolpito soprattutto dai vari allenamenti di Quiddich, non poteva reggere la fame. Si era messo a correre su e giù per la scuola, sbagliando anche direzione due volte, e avrebbe fatto comunque tardi. Ormai non c'era più alcuna fretta, avrebbe potuto benissimo prendere un bicchiere d'acqua, accompagnato da una mela, sempre che qualcuno non le avesse finite. Di certo, non contava sul fatto che i dolci fossero avanzati, essendo lui uno degli amanti più accaniti.
Impresso nella mente era il ricordo di come il professor Logan gli avesse fatto scontare il suo ultimo ritardo: non ci teneva più a stare attaccato al soffitto, spinto dalla magia dell'esperto.
Si ricordò anche di essere tornato in camera con un tremendo mal di collo, tanto da dover chiedere di nascosto a degli elfi di passargli un pò di ghiaccio.
Giunto in classe, entrò con nonchalance aspettandosi un caldo saluto dei sui coetanei: tuttavia, si beccò una sguardo di fuoco dal professore per aver interrotto un serio discorso prima che dicesse cosa avrebbero fatto a lezione.
In quell'istante osservò con rammarico i volti degli studenti, e si preoccupò che non fosse al corrente di un fatto importante. Si sentì in dovere di rallegrare l'atmosfera, e quindi se ne uscì con una battuta delle sue.
"Di solito quando leggo un libro babbano, qualcuno ha una faccia come la vostra e le ragioni possono essere fondamentalmente due: o è morta una persona oppure c'è stata una partita finita male." Alcune espressioni mutarono radicalmente, e  fu come se Louis venisse trafitto da mille schegge, dato che nessuno sembrò essere divertito. "Scarterei la seconda ipotesi perchè io faccio parte della squadra e assisto ad ogni incontro, pure quando i Grifondoro non devono giocare.." Con il tono più spontaneo di sempre, non sapendo che avrebbe commesso un errore madornale, chiese "Dunque, chi è schiattato?"
Delle urla gli fracassarono le orecchie, ma ciò che potè udire innanzittutto furono le parole "insensibile" e "idiota", e per quanto fosse sconvolto dall'accanimento, non smise di riflettere sul perchè.
Si girò verso il professore, ma una ragazza rispose prima di lui.
"Coglione di prima categoria, Piper Sawyer è stata uccisa e tu che fai? Ti metti a scherzare su un avvenimento del genere?" La Parker era scioccata dalla sentenza del cosiddetto "simpaticissimo Louis Cherwood" che a lei aveva fatto venire solo voglia di prenderlo a pizze in faccia.
Il Grifondoro sprofondò nell'imbarazzo e nel dispiacere più totali, ripetendosi che dopo la lezione-se l'avesse superata-avrebbe dovuto fare una chiacchierata con gli amici intimi della Serpeverde. Il senso di colpa lo stava divorando, ma non c'erano parole che potessero riparare il danno.
Perciò, per non peggiorare la situazione, si sedette nell'unico posto libero rimasto e-sfortuna sfacciata, era proprio quello accanto a Cora- rimase in un silenzio di tomba per tutto il tempo, con lo sguardo basso.
"Direi che possiamo cominciare:ho bisogno di vedervi alla prova, quindi duellerete. Vince chi disarma il maggior numero di studenti, e proprio per questa ragione ci organizzeremo a mo' di torneo. Siate liberi di scegliere voi il compagno, e al prossimo round ci penserò io a mischiarvi come si deve." Lanciò un'occhiata a Louis, al quale era rivolta tutta l'attenzione da parte degli studenti, quasi lo volessero fare a fettine.
A questo punto rimanere a letto gli parve un desiderio irragiungibile e di certo non poteva fuggire come un codardo, ma avrebbe affrontato le conseguenze della sua azione. Avrebbe dato il massimo per uscire vivo e vegeto dalla classe, dimostrando di essere abile in quello che fa.
Non ebbe nemmeno il tempo di scegliere un compagno, che fu subito chiamato da Cora.
"Hey Cherwood, lotta con me." Anche ammalata, lo sguardo della Parker non prometteva affatto bene "Così ti distruggo."
Cosa fece Louis?
Ovviamente accettò la sfida.
 
 
 
 
 
 
Angolo autrice!
 *esulta dandosi alla pazza gioia*
*improvvisa un balletto alquanto osceno dalla felicità*
*riprende fiato per la fatica*
 
Ma ciaoooo a tutte!
Finalmente sono riuscita a scrivere un capitolo più lungo di quello precedente.
Ho cercato di seguire i vostri consigli, e vi ringrazio per non avermi ammazzata.
Ah già, i due asterischi!
*Il primo era dovuto a quel "di tutte le fasce d'età" o qualcosa di simile, giusto per precisarvi che intendo maghi di undici anni, ma anche di diciassette
Non sapevo in che altro modo esprimere il concetto *si dà uno schiaffo in faccia*
*Morfeo..si so che ho parlato di mitologia greca e che questa non è una ff di Percy Jackson (hello zio Riordan!), ma dovevo metterla perchè si. *complimenti per la spiegazione*
So che avrei dovuto inserire solo coloro che non erano stati descritti nel primo capitolo, ma io amo tutti gli OC e mi voglio male per questo. Ci avrò messo ore e ore a scrivere il capitolo, tra l'altro mal riuscito.
Ciancio alla bande (?), sicuramente mi scorderò di mettere qualche dettaglio importante, sbadata come sono.
Prima di tutto, ho aggiornato prima perchè settimana prossima non ci sarò molto e poi il 31 è il mio compleanno ( se mi fate gli auguri in anticipo, vi meno virtualmente)
Quindi mi sono rimboccata la maniche ed è uscita 'sta ciofeca.
Mi dispiace di non aver parlato di Theodore, anche se l'ho nominato un paio di volte, ma ci doveva essere una scena fondamentale.
Che ho deciso apparterrà al finale del prossimo capitolo, quindi attenderete per due settimane (?)..non saprei!
Alour, in caso avessi la folle idea di basare il chapter sulla festa *chissà se la preside accetterà* :
Vorreste che l'OC partecipasse? Se si, cosa combinerebbe? E con chi farebbe amicizia?
Potete anche dirmi "questi due si pestano di botte"...ADORO.
Se non dovesse esserci, che cosa farà in the meantime (nel frattempo) ?
 
Curiosità..
Quale OC vi sta interessando di più at the moment?
Vi lascio la pace, e spero che io possa pubblicare il terzo prima del previsto!
Adieeeeu

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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