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Autore: Leatessa    25/07/2016    1 recensioni
POSTATO CAPITOLO 28
Dalla storia:
“Possibile che nella nostra famiglia, nessuno e sottolineo nessuno, sia in grado di comportarsi normalmente? Chi ha avuto questa idea? Io non intendo partecipare … non contate su di me …”.
Quelle furono le ultime parole famose di Albus Potter. Ovviamente, come giusto che fosse, prese parte all’iniziativa.
Quella domenica mattina, Rose lo buttò giù dal letto di malagrazia. Lo spinse sotto la doccia e tra una lamentela, un Merlino e un Salazar invocati a pieno Impeto riuscì a trascinarlo al villaggio.
-Lily, quindici anni di astuzia e prodigi, innamorata e senza freni darà inizio alla rivoluzione. Jim e Al aiuteranno il padre e la sua squadra di Auror nelle missioni più disperate. Il resto della combriccola sarà lì a dare una mano, l'amicizia riuscirà a tenerli tutti uniti?
La paura costringerà vecchi nemici e muovi amici a riunirsi ad uno stesso tavolo, per risolvere una serie di gialli che sconvolgeranno l'intero mondo magico!
Buona lettura...
{Capitoli:Prologo/Intro/Alla scoperta dei Black/Le disavventure di Lily&Tunia/La terrorista/Segreti di Famaglia/Le scelte sbagliate}
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Famiglia Black, Famiglia Dursley, Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, James Sirius/Dominique, Lily/Scorpius, Teddy/Victorie
Note: Lime | Avvertimenti: Incest, Triangolo | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'FORBIDDEN lOVE '
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INTRODUZIONE: PARTE TERZA

 

L’inverno era arrivato. Lily non era molto contenta se doveva dirla tutta. Caso eccezionale, unico, anzi raro, nella Bretagna non era caduto nemmeno un fiocco di neve. La zia Hermione aveva licenziato l'avvenimento dicendo che tutto ciò era causa del surriscaldamento globale. Roba babbana in pratica e Lily non ci aveva capito granché.

Oltre la neve che non aveva proprio voglia di venir giù, quell'anno a mandare su tutte le furie la piccola di casa Potter era la sua età.
"Non voglio più ripeterlo Lily! Sei ancora piccola. Quando frequenterai anche tu il quinto avrai il permesso". Sua madre ripeteva per l'ennesima volta no alla sua richiesta. Suo padre non era molto di aiuto dato che appoggiava la decisione di Ginny, in pieno, e tante grazie.
Lily era stufa di essere quella piccola. Perché doveva sempre aspettare? Che James e Al uscissero, dopo la mezzanotte, per festeggiare il nuovo anno non era per niente corretto nei suoi confronti, per come la vedeva lei.
"E ora va a prepararti per la cena signorinella!" Sua madre stava diventando insopportabile, chiusa la questione.

La cena dell'ultimo dell'anno fu quanto mai bizzarra. Tutti erano abituati a recarsi alla tana, mangiare insieme, accendere i fuochi di artificio e giocare fino all'alba. Quell'anno non sarebbe andata così: lo zio Bill e combriccola, con tanto di Teddy al seguito, che diciamocela tutta non aveva resistito all'invito, si erano spostati negli Stati Uniti per far visita a Nicky; lo zio Charlie non sarebbe tornato dalla Romania neanche quell'anno e addio regalo super figo (pensò Lily); Georg che annusando l’aria che tirava, non aveva capito fino all'ultimo come si sarebbe conclusa la faccenda, con la scusa della trasferta di Angelina si era spostato in Irlanda con figli contrariati al seguito; lo zio Percy che dal lavoro non aveva nessuna intenzione di smuoverei se ne era rimasto lì, mandando a dire che data la partenza delle figlie, per chi sa dove, quell'anno sarebbero stati soli, lui e la sua mogliettina.
La nonna, stufa marcia della situazione, da gran donna qual era, il giorno di Natale aveva passato il testimone alla figlia. "Sei l'unica femmina, la cena dell'ultimo dell'anno si farà da te! Datti da fare!".

Ginevra Potter presa alla sprovvista a poche ore dalla cena dava i numeri, peggio dello zio Ron alla finale Cannony vs  Puddlemere United. La cena prevedeva pochissimi invitati in confronto al solito via vai Weasley. E oltre la nonna e alla famiglia dello zio Ron, l'unica intrusa era Tessa McGonagall.
Se la cena poteva essere un problema, il dopo cena non era da meno. Lily tentava ancora di convincere i suoi genitori a mandarla a quella festa, con scarsissimi risultati e fino all'ultimo tenne un broncio tale che lo zio Ron si era quasi convinto a lasciarla andare con Rose, quasi!
Dopo la mezzanotte e dopo essersi dati gli auguri, James, Al, Rose e Tessa entrarono nel camino si villa Potter per raggiungere la loro prima tappa dell'anno.

Albus non era molto eccitato all'idea di andare di nuovo in quella bettola sulla costa scozzese e, non capiva proprio come Rose ne fosse contenta. A Rose non erano mai piaciuti quei posti e, l'unico motivo per il quale l’anno precedente ci aveva messo piede era mettere alla prova la pazienza della madre. Con scarsissimi risultati. Valli a capire i genitori.

James per tutte le vacanze aveva sperato di vedere Dominique comparire sulla porta di casa. Sogni. Quella sera, aveva tutta l'intenzione di non stare a pensarci troppo, di divertirsi. Fred sarebbe arrivato dall'Irlanda e Tess sarebbe stata un’ottima compagna di bevute.

Il camino dal quale vennero fuori era così bianco che per alcuni secondi Tessa pensò di essere morta. Alzando la testa si rese conto che tutta la sala era bianca. Che non era morta. Che era nel salone dei Malfoy, dove avevano deciso di riunirsi per poi prendere la passaporta. La combriccola Serpeverde era tutta lì in pompa magna. Fred avrebbe detto che era tutto ardir poco vomitevole, se solo avesse avuto il coraggio di venirci.

Al si trovava in un ambiente familiare e con nonchalance salutò i presenti, sibilando alla sua maleducata famiglia di non metterlo in un tale imbarazzo. "Draco!"

"Siete in ritardo, vediamo di muoverci o la passaporta sarà così cortese da mollarci qui! Potter cos'è quella faccia? Casa mia ti mette in soggezione?". Proclamò Scorpius sorridendo beffardo al fratello del suo migliore amico.


Rose pensò che usare la passaporta dopo una cena made in Weasley, non era una delle idee più geniali che potessero avere. Sentì la cena arrivarle all’esofago e poi precipitare all'altezza della milza, un incubo! La Bettola era anche peggio di come se la ricordava lei. Una capanna sulla costa scozzese: decadente, circondata da fanghiglia e dall'odore di uomo morto. Che posto carino per passare l’inizio dell'anno, si ritrovò a pensare, per la seconda volta nella sua vita.

In realtà per quanto da fuori sembrasse una bettola e per quanto lo fosse di nome, l'interno del locale non era poi così male. Un incantesimo di estensione permanente rendeva l'edificio così grande all'interno che in un’intera notte potevi non riuscire a girarlo tutto.
James seguiva Al e i suoi amici in silenzio. Malfoy quella sera gli stava più antipatico del solito. All'entrata per poco non rischio una sincope quando il Malfoy disse al buttafuori - un troll delle Ande - che il tavolo prenotato rispondeva al nome Malfoy-Potter. Mai tale accostamento fu più orribile all'udito dell'uomo, si ritrovò a pensare.
 
Tessa, seguiva il gruppo. Come il primo di settembre era di nuovo sola. Certo c'era Rose ma questo non voleva dire nulla. Loro non avevano mai parlato molto neanche durante le vacanze. Quella Weasley stava tutto il giorno a studiare e quando non studiava, sembrava un Auror prossimo alla pensione: sempre in ansia in pratica.
Il tavolino loro riservato non era male, gli uomini del gruppo, sicuramente Nott, si erano assicurati che fosse in un’ottima posizione per guardare le ballerine mezze nude delle Ande e le loro particolari performance. Orrido.
Al contrario di come si aspettava Lily, la Bettola non forniva poi tanto divertimento per una ragazza. Tessa se ne era resa conto quando in modo vacuo si era ritrovata da sola, con James. Rose era scomparsa da qualche parte mezzoretta prima e Sophia si era spostata di tavolo, che se non aveva capito male, era riservato al fratello e i suoi amici. Un ammasso di Serpeverde in pratica.
"Siamo in un concentrato Slyterin!" Comunicò a James che non si era mosso dal divanetto di uno strano tessuto rosso. "Sarà, ma le ballerine non sono poi così male!"
"Male? Sono orrende! A quella manca un occhio Jim!" Le ballerine, poteva affermare con certezza, non erano classificabili con una normale scala di bellezza. Oltre la donna senza occhio e poco male, poteva anche starci, a una mancava una gamba ed era certa che la ballerina centrale, nascondesse una coda di cavallo, tra le gambe.
"Ha delle belle tette però! E comunque si muovono bene!".
Tessa, aveva seri dubbi a capire cosa ci trovasse di aggraziato James in quelle donne e, per tacito consenso dei suoi neuroni decise di dargliela buona.

Sophia Zabini si annoiava parecchio. Aveva sperato di incontrare suo fratello ma, di lui neanche l'ombra. Rose era sparita chi sa dove, del tutto insolito per lei e, si ritrovò a pensare che la sua unica soluzione fosse la McGonagall, se non aveva intenzione di morire lì per il disagio.
"Theleta andiamo a ballare o vuoi restare qui ad assistere quel vegetale di Potter?" Tessa sobbalzò, l' unica persona che la chiamava con il suo nome intero era sua madre. E non vedeva sua madre da più di sei anni. "Sei sicuro di farcela qui da solo?" Con un cenno del capo James la liberò dal caparbio compito di baby sitter e Tessa sconvolta dalla compagnia, entrò in pista con un’arzilla Sophia Zabini che, della Sophia Zabini che conosceva non aveva proprio niente.

James sapeva che non pensare a Dominique non era poi così facile. Quelle ballerine non avevano niente di realmente interessante. Spostò lo sguardo sulla pista, Sophia Zabini ballava al centro della pista e Tessa un po' timida cercava di starle dietro. Tessa non era proprio adatta a frequentare quei posti,  si disse.
Concentrato sul bicchiere di acquaviola, James non badò più molto a cosa accadeva intorno a lui. Era una strana serata. Niente era come al solito. Tutta una serie di nuove strutture iniziavano a prendere parte nella sua vita. Non aveva molto senso quello cui pensava, se ne rendeva conto lui stesso. Doveva per forse di cose parlarne con qualcuno. Con Tessa. Alzò lo sguardo per cercarla nella pista. Era lì. Ma non era lì.
Tessa aveva bevuto un po' troppo per come la vedeva lei. Dalla timida ballerina di venti minuti prima, si sentiva la ballerina audace dei venti minuti dopo. Sophia sembrava soddisfatta della situazione e lo era anche lei. Alzò lo sguardo e per una frazione di secondo ebbe la sensazione che James le stesse fissando.
James non stava fissando Tessa. Non proprio. Non in quel modo. Era un’idea assurda. Continuò a bere sperando che la serata finisse il prima possibile.

La festa del primo dell’anno tendeva a non finire mai. Alle sei del mattino i ragazzi erano ancora lì, tra la musica, l'alcol e le ballerine delle Ande che a quell'ora, per gli uomini, erano delle Veneri scese dall'Olimpo apposta per loro.
Albus si era abbastanza divertito, la ragazza che gli aveva fatto compagnia era una rossa islandese che gli aveva massaggiato la schiena, in modo sublime doveva ammettere. Tant'è che si ripromise di vederla ancora, prima della fine delle vacanze.
Scorpius lo aspettava all'uscita della Bettola, imbacuccato fino agli occhi e morto di sonno almeno quanto lui. "Che si fa? Non é ancora l'alba?"
"Se non dispiace a nessuno, io vado a casa." Esclamò James atono, pronto a smaterializzarsi. "Vengo anch'io. Ho i piedi a pezzi". Tessa si uni a lui e nel giro di un secondo scomparvero sotto gli occhi di tutti.
"Noi?"
La combriccola Serpeverde di finire la serata così non ne aveva la minima intenzione. Nott, che ne sapeva una più del diavolo, se li trascinò, a detta di Rose, nella peggiore delle bettole esistente in Scozia.
 
 

 
A Godric's Hollow non era ancora sorto il sole. James si era buttato sul divano. Con grazia.  Tessa, con due bicchieri di latte in mano si apprestava a fare lo stesso. La situazione era imbarazzante. James si rendeva conto, per la prima volta, di avere accanto a se una bellissima ragazza che di mascolino in fin dei conti aveva poco e niente.
Tessa non si era mai, mai, vestina male. Aveva sempre maglie che mettevano in mostra le forme e spesso gonne abbastanza corte da non essere legali. Suo cugino Fred aveva accennato a qualcosa del genere, comunque.
I suoi capelli erano sempre stati lunghi e voluminosi. E gli occhi, verdi chiari quasi bianchi, per quanto poco truccati erano di un’espressività disarmante. E il sorriso...
James non si spiegava come non avesse mai notato tutte queste piccole cose della sua amica. Era la sua migliore amica dopotutto. Forse aveva un fidanzato, bella com'era, e lui neanche ne era a conoscenza.
"Hai un fidanzato?" Lui non era Al, e non era Lily, questa storia di sparate a raffica tutto quello che gli passava per la testa doveva avere un freno. Subito, pensò James. "Un fidanzato? Sono uscita con Fill, ma non credo che possa essere definito come mio fidanzato!".
"Fill, Fill chi?"
"Il portiere di Grifondoro!" Fill era uscito con Tessa, come faceva James Potter a non saperne niente?
Avrebbe voluto dire che Fill era un idiota ma, non lo era e non sarebbe stato corretto. Chiedere perché non lo sapeva, ma era molto probabile che lei glielo avesse anche detto e che lui non ci avesse fatto gran che caso. Come poteva essere? Per quale motivo? Come poteva il mondo girare così? Aveva delle ferme certezze e quella di baciare la sua migliore amica non era tra quelle.

 
Non era tra quelle ma l'aveva appena fatto, ugualmente.
 
Tessa stava baciando James Potter. Sul divanetto dell'entrata con il primo sole dell'anno che perforava le finestre e, non sapeva come né quando, baciava James a cavalcioni su di lui. Non credeva di non avere la forza di opporsi a James. Voleva separarsi da lui, smetterla di baciarlo e gridargli che non potevano tradire Nicky così. Non era coretto. Ma non poteva staccarsi dalle labbra di James, non poteva non toccare il suo corpo e sbottonargli la camicia perché ogni centimetro di lei, in quel momento, gli gridava che era la cosa giusta da fare.
 
Il letto di James non gli era mai sembrato così bello e così profumato. Tessa lo sapeva bene. James era un tutt'uno con lei. Era su di lei e dentro di lei; era ogni cosa avesse mai desiderato. Fuoco vivo sulla sua pelle. James non poteva avere idea di cosa le stava facendo. Di cosa faceva a loro.
La pelle di Tessa era liscia come si aspettava, il seno più grande di come avesse sempre immaginato. Stare sopra di lei era all'infuori del suo immaginario. La sentiva come se non avesse dovuto fare altro tutta la vita.

Tessa invertì le posizioni, perché doveva, perché doveva guardarlo negli occhi e leggere dentro cosa stava provando. Perché James doveva guardare i loro corpi e quello che creavano insieme.
 
Nessuno dei due aveva mai potuto immaginare in cosa si stessero immischiando. Tessa quella notte, avrebbe fatto meglio a respingere James e James dal canto suo, se non si fosse accorto di quanto bella fosse la sua migliore amica, si sarebbe risparmiato innumerevoli difficoltà.

Lily aveva proprio visto tutto. Non era stato un gran bel vedere, si disse. Suo fratello mezzo nudo con imbraccio, su per le scale, una Tessa mezza nuda non erano poi chi sa quale film, continuò ad affermare. Lily continuava a non capirci niente dell'amore, questo non voleva dire però, che non fosse abbastanza razionale e intelligente per affermare, che il discorso che aveva fatto a James prima della fine dell'estate era molto azzeccato. Anzi, azzeccatissimo rimarcò, saltando sul letto e tornando a dormire.

Quando Tessa si sveglio quella mattina, riuscì solo a pensare che sì, doveva andare via da lì alla velocità della luce, per usare un detto babbano qualsiasi. Ricomposto il baule, chiese con cortesia all'elfo dei Potter di spedirlo a casa di sua nonna e, poi uscì frastornata, senza capire bene per quale assurdo motivo non fosse arrabbiata neanche un po' con se stessa o con James.
James si rese conto di essere solo nel letto una buona mezzora dopo che Tessa aveva lasciato la casa. Preso di sorpresa e da un attacco di stupidità multipla si precipitò nella camera degli ospiti. Più che stupidità era sospetto, si corresse poco dopo, quando trovò la camera in perfetto ordine senza nulla di appartenente a Tessa. "Bresser" l'elfo domestico si materializzò innanzi a James con una faccia felice e tranquilla. "La signorina ha mandato tutte le sue cose dalla nonna e poi é uscita di casa... Deve essere uno degli scherzi buffi che le fa la signorina, padroncino James".
L’elfo domestico non poteva avere gran torto giacché lui e Tessa passavano il tempo a beffeggiarsi. Quella volta non era proprio così.

Tessa doveva fare qualcosa. Qualcosa di concreto. Alle porte della chiesetta di Godric's Hollow una suora raccoglieva il giornale per il parroco. Tessa, da quando aveva lasciato la casa della madre, non aveva molto a che fare con i babbani ma, non aveva certo dimenticato il ruolo di una suora. Frenetica si avvicinò alla donna che con cura le concesse di parlare con lei, se ne sentiva proprio bisogno.
"Capisce? Ero vergine e come una scemotta qualsiasi ho fatto sesso con un ragazzo che non é il mio fidanzato! Il fidanzato della mia migliore amica! Sono una persona orribile. Come ho potuto fare una cosa del genere? A me? Lei che pensa? Mi dia una punizione ..." La suora non era sconcertata, il mondo ormai andava avanti così e i giovani di oggi, sapeva bene, quanto fossero più risoluti a differenza di diversi anni prima. "Non diamo punizioni cara. Basterà qualche preghiera e che tu ti senta meno sconvolta".
Tessa ipotizzò che la suora non avesse ben compreso e le rispiegò la faccenda da capo. Ottenendo la stessa risposta, oltretutto. Aveva sbagliato suora si disse. E sconfortata usci dalla chiesa chiedendosi se lanciarsi delle cruciatus da sola fosse una cosa difficile.

James la vide uscire dalla chiesa. Che cosa ci faceva poi in una chiesa!    Quando il loro sguardo si incrociò James pensò che insieme avrebbero potuto parlarne da persone civili. Si sbagliava. Di grosso.
"Abbiamo fatto un gran casino! Enorme Jim..." Lui proprio non capiva. O meglio capiva e come, capiva molte più cose di quanto Tessa immaginava. "Userò il camino é andrò a casa. Teniamo tutto questo per noi. Meno persone lo sanno. Più sarà alta la possibilità che la tua fidanzata non lo scopra mai!"
Lui aveva una fidanzata. Nicky. Amava Nicky ma, non poteva far andar via così Tessa. Non voleva. Ma James per l'ennesima volta si rese conto che tra quello che voleva e quello che poteva fare c'era un abisso di magia enorme. Così mentre la prima neve dell'anno cadeva sulla Gran Bretagna, James Potter decise che tutto quest’amore che provava, doveva essere sotterrato così in profondità da non poter far mai più ritorno. Poi ci rise sopra. L'amore era l’essenza di un Potter e lui avrebbe dovuto conviverci fino alla fine.

 
Lily Potter gridò di gioia quella mattina quando svegliandosi, vide tutto ricoperto di neve. Non poteva essere più felice di così, si disse. La neve era la cosa più bella del mondo.
 
 
 

Salve a tutti, ecco l'ennesima introduzione! Non sono ancora finite ma stanno per ...
Ringrazio chi segue la storia silenziosamente e chi è così gentile da recensire, grazie!
Alla prossima.
   
 
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