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Autore: Sana_Akito_Kodocha    25/07/2016    6 recensioni
Fanfiction ispirata, almeno in parte, al manga/anime "Ranma ½".
Fuyuki Hayama e Misako Kurata, decidono di combinare un fidanzamento tra i loro rispettivi figli, Akito Hayama e Sana Kurata, entrambi praticanti di arti marziali, nella speranza che un domani possano gestire il dojo insieme.
Inizialmente i due ragazzi non saranno affatto d'accordo con questo "fidanzamento combinato", ma col tempo le cose potrebbero cambiare...
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Asako Kurumi/Alissia, Rei Sagami/Robby, Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Sana/Akito
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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«Cosa vuoi che faccia?» urlo, fissando con incredulità mia sorella Asako.
«Voglio che tu porga le tue scuse ad Akito»
Le appoggio una mano sulla fronte, per controllare la sua temperatura «Sicura di non avere la febbre?»
Asako alza gli occhi al cielo, spostando la mia mano da lì «Che ti piaccia o no, nostra madre ha deciso che abiterà sotto il nostro stesso tetto e gradirei che ciò che è accaduto ieri sera non si ripeta in futuro»
«Mi dispiace, ma non ho alcuna intenzione di chiedere scusa a quel troglodita» borbotto, incrociando le braccia sotto al seno «E' vero, l'ho colpito più volte, ma se l'è meritato»
«Ti rendi conto che l'hai colpito con così tanta violenza da fargli perdere i sensi?»
«Non è mica colpa mia se è un pappamolle!»
E pensare che si spaccia anche per un'artista marziale...
«Quando la smetterai di picchiare i ragazzi?» mormora afflitta, sospirando.
«Semplice, quando loro la smetteranno di infastidirmi»
Mi guarda con aria torva «Te l'avrò detto almeno un centinaio di volte che questo non è un comportamento adatto per una signorina»
Sbuffo sonoramente, scocciata all'ennesima potenza da questa sua fastidiosa ramanzina «E io ti avrò risposto altrettante volte, che non me ne può fregar di meno!»
«Se continui di questo passo, non troverai mai un ragazzo disposto a sposarti»
Mi alzo nelle spalle, per nulla preoccupata dal suo avvertimento «Lo sai che non m'interessano queste cose»
«Sana...» mi afferra entrambe le mani, congiungendole in un gesto implorante «Promettimi che non picchierai più i ragazzi»
«Ma io...»
«Ti prego, promettimelo»
Ce la metto davvero tutta per restare ferma nella mia posizione, ma alla fine, quell'espressione da cucciolo bastonato mi fa vacillare «Ti prometto che cercherò di trattenermi, ma non ti assicuro nulla»
Mia sorella si lancia verso di me, abbracciandomi così forte da rischiare di farmi uscire gli occhi dalle orbite «Sapevo che avresti capito» mi posa un bacio sulla guancia «Per ringraziarti cucinerò il tuo piatto preferito»
«Gamberetti fritti?» trillo entusiasta, ribaltando notevolmente il mio umore.
Annuisce, dirigendosi verso la porta della mia camera «Vado a mettermi subito all'opera, tu intanto renditi presentabile» continua, indicandomi dall'alto in basso «Non vorrai mica farti trovare dai nostri ospiti in questo stato»
«Ehy!» ribatto risentita «Cosa vorresti insinuare?»
«Che il pigiama di Dragon ball non è per niente femminile» conclude, chiudendo la porta dietro di sè, lasciadomi con un diavolo per capello.
Quando si decideranno a smetterla di rinfacciarmi la mia poca femminilità?



 
*


 
«Dovrei chiedere scusa a quella lì?»
Mio padre annuisce tranquillamente, ignorando il tono indignato con cui mi sono rivolto a lui «E' la tua fidanzata e...»
«Non è la mia fidanzata!» lo interrompo bruscamente «E non ho alcuna intenzione di continuare a vivere in questa casa»
«Ah si?» inarca un sopracciglio, incrociando le braccia sotto al petto «E dove credi di andare?»
«Te l'ho già detto ieri, me ne torno in Cina a continuare gli allentamenti che hai interrotto»
«Se vuoi andartene fa pure, sei assolutamente libero di farlo, ma sappi che non ti darò nemmeno un misero yen»
Serro la mascella e stringo i pugni lungo i fianchi, furioso come non mai «Questo è un ricatto bello e buono!»
Si alza nelle spalle con strafottenza «Fino a prova contraria, i soldi sono i miei e decido io come utilizzarli»
«Se la metti così, vuol dire che mi troverò un lavoro»
«Fa pure, intanto però sarai costretto ad abitare qui» constata, ghignando con fare vittorioso «E gradirei che d'ora in poi ti comportassi in maniera più civile»
«Lo farei, se non tu avessi deciso di accalappiarmi con quella pazza furiosa»
«Sono sicuro che in fondo sia molto più dolce di quanto voglia dar a vedere»
Ho sempre dubitato della stabilità mentale di mio padre, ma adesso ne ho la conferma.
Come può anche solo lontanamente pensare che quella lì, possa possedere anche solo un briciolo di dolcezza?
«Ieri sera mi ha spaccato una sedia sulla testa, facendomi perdere i sensi, te lo ricordi vero?»
«Sì, ma sei stato tu ad averla provocata per primo»
«Quindi adesso sarebbe colpa mia?»
«Proprio così» si limita a rispondermi, avanzando verso la porta della camera che mi hanno assegnato «E ora sbrigati, ti aspetto di sotto» conclude, lasciandomi finalmente da solo.
Controvoglia, mi affretto ad indossare i primi abiti che mi capitano a tiro ed esco da lì, incrociando quella che in "teoria", dovrebbe essere la mia fidanzata. «Ah, sei qui»
«Sai com'è, questa è casa mia!» ironizza acidamente.
«Perchè non cerchi di aumentare il tuo fascino prendendo le tue sorelle come esempio?O non troverai mai un ragazzo» la provoco, facendole serrare le labbra, rosse come ciliegie ed aggrottare le sopracciglia.
Ovviamente non penso veramente ciò che le ho appena detto, visto che purtroppo sono assolutamente consapevole del fatto che sia l'esempio perfetto di "bellezza orientale", ma non lo ammetterò mai, nemmeno sotto tortura.
«Se non la smetti subito io ti...» alza un braccio, con l'intenzione di colpirmi, ma poi inaspettatamente si blocca, lasciandolo ricadere sul fianco «Niente da fare, ho promesso ad Asako che avrai cercato di non picchiare più i ragazzi»
Mi limito a lanciarle uno sguardo di sufficienza, prima di darle le spalle «Non credo che evitando di picchiare i ragazzi, aumenti il tuo fascino visto che non ne possiedi nemmeno un briciolo» concludo, avanzando verso le scale.
La sento borbottare qualcosa tipo "Ma se vengo provocata in questo modo non avrà nulla da ridire", ma non le do peso o almeno finchè non la sento urlare un «FERMATI!»
Mi volto verso di lei, trovandola intenta a correre nella mia direzione «Chi è che non possiede nemmeno un briciolo di fascino?» salta e disegna nell'aria una tecnica perfetta, piega una gamba, distende l'altra e mi colpisce in pieno viso, atterrando alle mie spalle con una capriola.
«Ma sei impazzita?» sbotto, testandomi con una mano la parte dolente «Mi hai spaccato un'arcata sopraccigliare»
Kurata sposta lo sguardo dalla mia mano sporca di sangue, alla parte in cui mi ha colpito un paio di volte con fare colpevole, prima di riassumere la sua solita aria da belva feroce «Ma non avevi detto di essere un'artista marziale? Avresti potuto schivarlo!»
«Mi hai colto alla sprovvista, stupida!» le urlo contro, facendola sussultare.
Fa per rispondermi, ma il mormorio di qualcuno, intento a salire le scale la blocca «Cosa sta succedendo qui?» chiede Asako, avvicinandosi a noi, seguita subito dopo da mio padre «Akito, ma cosa ti sei fatto?» mi chiede preoccupata, afferrandomi il volto tra le mani «Sei caduto?»
«E' stata tua sorella!»
La sua espressione passa dall'essere sorpreso al furioso in una frazione di secondo.
Si volta di scatto verso di lei, facendola gelare sul posto «Maledizione Sana, me l'avevi promesso!»
«Ti avevo promesso che ci avrei provato e...»
«E non hai saputo resistere per più di dieci minuti?» la rimprovera, facendole chinare il capo.
«Suvvia, non rimproverarla» s'intromette mio padre, vedendola in difficoltà «E' una cosa da niente»
«Una cosa da niente?» ripeto infastidito «Ma hai visto cosa mi ha combinato?» continuo, indicandomi il punto in cui mi ha colpito.
Si avvicina a me, scrutandomi attentamente il viso «Non credo che ci vogliano dei punti, ma per sicurezza è meglio che ti faccia controllare da un dottore»
«E tu Sana, lo accompagnerai» asserisce Asako, con un tono che non ammette repliche.
«Cosa?E perchè dovrei accompagnarlo proprio io?»
La maggiore si punta le mani sui fianchi «Hai anche il coraggio di chiedere il perchè?Sei stata tu a ridurlo in questa maniera»
Sbuffa, roteando gli occhi al cielo «E va bene!» borbotta, scendendo le scale ed esortandomi con un cenno del capo a seguirla «Sbrigati, non ho tempo da perdere»
E' troppo chiedere scusa?
Se non fosse una femmina gliel'avrei già fatta pagare...stupida ragazzina violenta!



 
In poco tempo, giungiamo fuori ad una villa a due piani, con un piccolo giardino in stile orientale all'esterno .
«E' qui che ha il suo studio?» le chiedo, mettendo fine al silenzio che si era andato a creare tra noi, per tutto il tragitto.
«Sì, ha lo studio medico in casa sua» mi risponde, bussando un paio di volte alla porta, dove poco dopo viene ad aprirci un uomo muscoloso sulla ventina, dagli occhi verdi e i capelli castani.
«Vi stavo giusto aspettando»
Le gote della ragazza violenta si tingono lievemente, ma forse è solo una mia impressione «Ciao Rei» gli sorride timidamente «Ti ha avvisato Asako, vero?»
Annuisce «Mi ha chiamato poco fa» sposta lo sguardo su di me, porgendomi la mano «Io sono il dottor Rei Sagami, piacere di conoscerti»
«Akito Hayama» mi presento, stringendogliela.
Sagami si sposta quel poco che basta per permetterci di entrare in casa «Accomodatevi pure»
Giunti all'interno, inizio a guardarmi intorno, notando oltre ai libri di anatomia e  medicina vari, anche altri riguardati le arti marziali, posti proprio accanto a diversi trofei.
«Pratichi le arti marziali?»
«Sì, è la mia seconda passione, dopo la medicina ovviamente»
«E'bravissimo in entrambe le professioni» s'intromette Kurata, guardandolo con ammirazione, facendogli grattare la nuca con fare imbarazzato «Suvvia Sana, così mi metti in imbarazzo»
Lei arrossisce vistosamente, ma subito cerca di nasconderlo portandosi le mani sul viso «Ho solo detto la verità»
E' evidente che abbia una cotta per lui e sono sicuro che la cosa mi sarà parecchio utile per ricattarla in futuro.
«Sei troppo gentile» le risponde grato, per poi indicarmi una sedia «Accomodati pure Akito e fammi vedere questa ferita»
Faccio come mi è stato chiesto, mentre lui inizia la sua visita «Però, si direbbe che sei stato colpito da un uomo fortissimo»
«Veramente è stata una ragazza violenta» lo correggo, fissando la ragazza in questione, ricevendo un occhiataccia da parte sua.
Capendo la mia allusione, si volta di scatto nella sua direzione «Sei stata tu, piccola Sana?»
Quest'ultima abbassa lo sguardo, iniziando a tormentarsi le mani «Veramente io...»
Ed ecco che inizia a fare la santarellina...
«Sana rispondimi, è stata opera tua?»
«Sì»
Nello studio cala un silenzio tombale, che si protae per diversi secondi, spezzato dall'improvvisa risata da parte del dottore «Avrei dovuto riconoscere subito il tuo tocco!»
Si morde un labbro imbarazzata, mentre io continuo a fissare lo strano tizio al mio fianco che continua a ridersela di gusto.
Cosa ci troverà di tanto divertente?
«Comunque sia, non è una ferita profonda» constata, asciugandosi una lacrima scappata dal troppo ridere «Si rimarginerà in un paio di giorni» apre il cassetto, estraendo una medicazione con la quale mi copre la ferita «Questa basterà, non c'è affatto bisogno di mettere dei punti»
Mi alzo dal mio posto «Ok, la ringrazio»
«Figurati, per così poco» mi risponde, per poi voltarsi verso Sana «E mi raccomando, cerca di trattare meglio il tuo fidanzato»
«Non sono il suo fidanzato!»
«Infatti» si affretta ad assecondarmi «Hanno deciso i nostri genitori, senza chiederci il permesso»
«Già avete ragione, in fondo siete ancora dei bambini»
Kurata sussulta impercettibilmente, mentre i suoi occhi perdono vitalità e si spengono immediatamente.
Volta il viso dall'altra parte, e sembra...triste?!
«Io non sono più una bambina» mormora a bassa voce.
Sagami si avvicina a lei, spettinandole i capelli con una mano «Per me lo sarai sempre»
Cerca di distendere i suoi lineamenti in un sorriso, decisamente poco convincente «Adesso dobbiamo andare» si volta, dandoci le spalle «E grazie di tutto»
«Ciao piccola Sana, a presto»
«Arrivederci» faccio per seguirla, ma vengo prontamente fermato dalla presa di Rei «Akito, vorrei scambiare due chiacchiere con te, se non ti dispiace»
«D'accordo, come vuole»
«Ti aspetto fuori» afferma Kurata, uscendo velocemente dallo studio, senza nemmeno attendere una mia risposta.
«Cosa doveva dirmi?»
«Akito...» mi appoggia una mano sulla spalla «Dimentica la faccenda del fidanzamento e per ora sii gentile con Sana»
«Io non vorrei litigare, però lei ha un caratteraccio permaloso»
«Io credo che sia una ragazza gentile»
Sgrano occhi e mascella, non riuscendo a nascondere la mia incredulità «Cosa?»
«Andiamo, non essere così sorpreso, io la conosco da tempo e ti posso assicurare che ha un carattere mite in fondo»
Inarco un sopracciglio, per nulla convinto dalle sue parole «Sarà, ma a me non sembra»
Mi da una pacca sulla schiena, facendo pressione con le dita su un punto preciso della spina dorsale «Te ne accorgerai presto»
«Se lo dice lei» mi avvio verso la porta d'ingresso «Ci vediamo» alzo una mano in segno di saluto ed esco da lì, trovando la ragazzina scorbutica a pochi metri di distanza da me.
La raggiungo ed iniziamo ad incamminarci in silenzio, finchè non se ne esce con una domanda «Cosa vi siete detti?»
«Mi stava solo esprimendo la sua solidarietà per avere a che fare con una pazza lunatica e violenta come te»
Sospira, abbassando lo sguardo «Capisco»
Una stille salata riga il suo viso, ma subito si affretta ad asciugarla per non farmela notare.
Che razza di idiota, ci mancava solo che la facessi piangere...
Mi schiarisco la voce con un colpo di tosse «Guarda che stavo scherzando» mi affretto a rassicurarla «Non c'è che dire, ti offendi proprio come una bambina!» continuo, con il solo scopo di sdrammatizzare questa spiacevole situazione che si è andata a creare.
Si volta a rallentatore, lanciandomi saette attraverso gli occhi «Bambina a chi?» chiede stizzita, cercando di colpirmi con un pungo, che almeno questa volta, riesco ad evitare.
«Ecco la Sana Kurata che conosco» sghignazzo.
Mi dedica una linguaccia che non fa altro che aumentare il mio divertimento.
Bisogna ammettere che oltre ad essere odiosa, quando si arrabbia diventa davvero buffa «Sei proprio uno stupido!»
Riprendo a camminare, ma improvvisamente avverto le gambe venirmi sempre meno, portandomi a cadere come un sacco di patate sull'asfalto.
«Ma che ti prende?» domanda, fissandomi con confusione «Perchè ti sei seduto a terra?»
«Le mie gambe...» faccio per rialzarmi, ma cado nuovamente.
Dev'essere stata sicuramente opera di Rei, non può esserci altra spiegazione.
Ecco a cosa serviva quella pressione che mi ha fatto sulla spina dorsale...
Sana si abbassa per raggiungere la mia altezza e mi afferra un braccio, portandoselo intorno al collo «Su andiamo»
«Ma cosa fai?»
«Ti aiuto a camminare»
Volto il viso dall'altra parte, cercando di nascondere quanto questo suo gesto mi abbia colto di sorpresa «Non ho bisogno del tuo aiuto Kurata»
«Hai intenzione di rimanere qui sull'asfalto?»
«No, però...»
«Allora smettila di fare storie» si alza, aiutandomi a fare lo stesso e ci dirigiamo lentamente verso la sua abitazione.
E proprio ora, con il suo profumo alla vaniglia che mi invade le narici, i suoi capelli che mi solleticano il viso ed il suo corpo a stretto contatto con il mio, non posso fare a meno di pensare alle parole che mi ha rivolto poco fa quello strano dottore...
"Io credo che sia una ragazza gentile"
La guardo di sottecchi, mentre un dubbio s'impossessa di me...
Che abbia ragione lui?
   
 
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