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Autore: mychemicalnirvana    25/07/2016    0 recensioni
Era la sera di Halloween, così Gerard, Mikey e Vyc ne avevano approfittato per stanziarsi a scuola, nei bagni delle ragazze, a cercare di invocare qualche spirito proprio la sera dei morti. Avevano una certa passione per l'occulto, e poi sapevano di quei poveri ragazzi morti in quella scuola una trentina di anni prima.
Genere: Dark, Mistero, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Nuovo personaggio | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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L'auditorium pullulava di studenti che non facevano altro che bisbigliare tra di loro, ignari del perché il preside avesse riunito tutti. Quando quest'ultimo mise piede nella stanza calò un silenzio tombale, solo il rumore delle sue scarpe trascinate a terra riempiva quelle quattro mura. A Gerard ricordava un po' Hitler: braccia dietro la schiena, petto in fuori, baffetti e una faccia da schiaffi. Camminò per un po' tra gli studenti, scrutandoli uno ad uno. «Alcuni di voi sanno perché siamo qui, oggi.» esordì, accennando un sorriso tutt'altro che gioioso. Intimidatorio, quasi. «Ma gli altri no, quindi mi sembra giusto informarvi.» andò a sedersi sul palco di legno scuro. Avrebbe potuto benissimo prendere un microfono, ma il suo tono di voce era alto come quello di Hitler, quindi sarebbe stato inutile. Gerard e Mikey si scambiarono uno sguardo preoccupato, sistemandosi nervosamente sulle loro sedie e continuando a far finta di nulla. «Sono stato stupido a permettervi di stare a casa il giorno di Halloween, già. Era un venerdì, ho pensato che allungare il weekend sarebbe stato un premio adeguato dato che siamo sempre tra le scuole migliori, e voi ve ne siete approfittati. Questo - alzò l'indice - è un segno di ingratitudine, e io odio gli ingrati. Qualcuno si è intrufolato qui, a scuola, tra venerdì e domenica.» disse, causando un brusio generale. «Mikey, siamo fottuti» girarono la testa per cercare di rintracciare Vyc tra la folla, ma fu inutile: c'erano troppi ragazzi. «No, non dobbiamo confessare, nessuno lo deve venire a sapere» rispose il minore, ma Gerard non ne era convinto. In prima fila videro qualcuno di familiare girarsi e fargli un mezzo sorriso: Frank. Sgranò gli occhi e cominciò a tirare la manica del fratello, indicando col capo il posto in cui era seduto il presunto fantasma. «Mikes, che ci fa lui qui? Cazzo, pensavo di essermi immaginato tutto, e ora è lì in prima fila a fingersi uno studente» borbottò velocemente, tra lo spaventato e... lo spaventato. «Il bidello ha trovato una di quelle... quelle... tavole magiche, nei bagni delle ragazze. E tanto altro, ovviamente. Anche qualcosa che forse il o gli intrusi non avrebbero voluto lasciare, dico bene?» mise una mano nella tasca della sua giacca, tirando fuori una piccola catena di ferro con un ciondolo: il simbolo anti-possessione di Supernatural. Chi avrebbe potuto associare Vyc a quella collana? Nessuno può rintracciarti con una collana, giusto? «È solo una collana, non ci può fare molto mi sa» tutti gli studenti si girarono a guardare Frank, seduto in prima fila, che sembrava voler sfidare il preside a giudicare dal suo tono. «Come, prego?» l'espressione sorpresa del preside fece ridacchiare il moro, che si mise seduto meglio. «Dico solo che questa cosa non ha senso. Come farà a capire di chi è quella collana?» e la sua domanda era alquanto legittima. L'uomo si passò un dito sui baffi, pensoso. «Be', non posso, ma posso punire tutta la scuola finché non salta fuori il colpevole, che ne dice signor...?» «Iero.» «Che ne dice, signor Iero?» Gli alunni cominciarono a lamentarsi e grugnire infastiditi, anche se ancora non sapevano quale sarebbe stata la punizione. «Dico che non ha senso neanche questo. Punire una scuola intera per colpa di due, tre persone? Inutile» il suo tono era irritante, sempre pronto a criticare il lavoro del preside che, ormai, era a dir poco incazzato. [...] «Riuscite a crederci? Dovremo venire a scuola anche di sabato e fare attività noiose e inutili. Tutta colpa di quel... quel... Reio» si lamentò Vyc, sbattendo l'anta del suo armadietto. «Iero,» la corresse Gerard. «E comunque la colpa è nostra, Vyc». «Lo so, ma è anche colpa sua. E come se non bastasse ho anche perso la collana. L'avevo pagata ben otto dollari, capite?» si lamentò, appoggiando la fronte sul freddo metallo degli armadietti. «Allora dobbiamo trovare il modo di rimandarlo indietro e liberarcene una volta per tutte. Potrebbe anche fare la spia, lo sapete?» disse Mikey incrociando le braccia al petto. La verità era che Gerard aveva paura. Di Frank, del sovrannaturale, delle conseguenze, di tutto. «Adesso dobbiamo andare a lezione» disse, e il fratello annuì. «Voi andate, io ho delle cose da fare» Vyc si girò e senza aspettare una risposta se ne andò. [...] Era ormai ora di pranzo, Gerard e Mikey si erano seduti al solito tavolo, in attesa che Vyc li raggiungesse. La ragazza fece il suo ingresso nella mensa con un libro enorme e dall'aria antica sottobraccio e un sorrisetto furbo, diretta verso i suoi due amici. Sbatté il libro sul tavolo; Gerard lasciò la forchetta a mezz'aria e lo guardò curioso. «Ho fatto delle ricerche» disse lei, soddisfatta di se stessa. «Ah sì?» domandò Mikey disinteressato. Per lui il modo migliore per rimandare Frank da dove era arrivato era estorcergli informazioni, ma nessuno era d'accordo con lui. «Cos'hai scoperto?» «Qui dice che i fantasmi non possono essere visti o toccati, a meno che...» Gerard si concentrò sulla persona che stava in piedi dietro Vyc, chino verso di lei, intento ad analizzare il libro. «Hey, mi stai ascoltando?». «Sembra interessante, quel libro» disse Frank prendendo posto accanto alla ragazza, facendola sobbalzare per lo spavento. «Lo è» rispose lei. «Però non è del tutto corretto, quello che stavi dicendo. Hai detto che non si può essere visti a meno che lo spirito in questione non faccia un patto con il diavolo in cui gli concede di prendersi le anime dei suoi famigliari, ma non è vero. Il patto prevede che si prenda le anime di chi mi invoca» ridacchiò leggermente, prendendo la mela dal vassoio di Gerard, che era a bocca aperta e in stato confusionale. «Quindi...» «Quindi le vostre, sfigati.»
   
 
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