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Autore: vicky the killer    27/07/2016    0 recensioni
Renditi protagonista delle tue decisioni perché in futuro non ci sarà più via di ritorno. Draco, tu non sei un assassino-.
Il giovane Serpeverde aveva smesso di sentire il suo respiro già da parecchio tempo. Si sentiva preso in giro da tutto, da tutti, dalla sua stessa vita infame che non gli aveva mai fatto vedere le cose per bene. E adesso che doveva fare? Come diavolo faceva a combattere e soprattutto capire per cosa, combattere? Non era un eroe. In quella piccola stanza insignificante non era più il discendente di una delle più importanti famiglie d’Inghilterra. Era solo un ragazzino. Un normalissimo, insignificante ragazzino viziato che si sentiva impotente davanti a una delle più importanti scelte che la vita gli metteva davanti. E ora, si chiedeva se potesse fare qualcosa per cambiare quella situazione.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Va bene va bene, scusate il ritardo! In questi ultimi giorni ho lasciato perdere la scrittura e ho avuto diversi impegni. Spero che le prossime volte io riesca ad essere più regolare coi tempi.
 
Il signor Weasley prese in braccio il ragazzo inerme e guidò tutti verso la tenda, ignorando stizzito le proteste del trio. Ron aveva un’espressione sdegnata come se suo padre avesse fatto una cattiveria inaudita. –Ma spiegami- esclamò con forza –Perché ci dobbiamo sorbire Malfoy per una serata intera? Avrei capito un qualunque altro ferito, ma lui! Dovremmo sopportare tutte le sue angherie da moccioso viziato fino a che non sarà guarito!-  -L’idea non aggrada nemmeno me, Ron-  rispose Arthur stanco.  –Ma non possiamo lasciare un malato a se stesso in un posto così pericoloso. E comunque non credo che il ragazzo si trovasse con voi per puro caso, giusto? Consegnarlo al Ministero sarebbe come gettarlo in pasto agli squali. Lo avrebbero interrogato in mille modi “dato l’anomala sparizione dei suoi genitori” e venuto a conoscenza dei fatti Lucius vi avrebbe puntati ferocemente.. e fidatevi, se vi dico che è meglio non schierarsi troppo contro un tipo come lui-. Poi aggiunse, sorridendo un pochino: -Ma suvvia canaglie… Non sarà così male, vero?-. I tre grifondoro si guardarono con occhi sgranati e scoppiarono a ridere. Meglio lasciarlo nella sua comoda illusione, pensarono.
 
Dopo qualche minuto di cammino ritornarono al campeggio. Ora era tutto tranquillo; non c'era traccia dei maghi mascherati, anche se alcune tende distrutte fumavano ancora. Dalla tenda dei ragazzi spuntò la testa di Charlie. -Papà, che cosa sta succedendo?- gridò nell'oscurità. -Fred, George e Ginny sono tornati sani e salvi, ma gli altri.. Draco?! Ma cosa diavolo significa?-  -Non c’è tempo per le spiegazioni, Charlie! Aiutami a preparare un posto dove poterlo mettere!-. Il giovane filò nella tenda e tolse velocemente vecchi cambi d’abito e giornali dal suo letto, per poi ordinare alla meglio le lenzuola. Bill era seduto al tavolino della cucina e teneva un lenzuolo contro il braccio, che sanguinava abbondantemente. Charlie aveva un largo strappo nella camicia, e Percy esibiva il naso insanguinato. Fred, George e Ginny sembravano illesi, anche se scossi. Alla vita di un Malfoy inerme nelle braccia di Arthur tutti si drizzarono in piedi in preda allo sconcerto. –Papà, ma cosa significa tutto questo?-  -Ve lo spiego dopo io- rispose Hermione –Per ora vediamo  di sistemare il pargoletto-. Bill si occupò di svestirlo e coprirlo di pesanti coperte stipate da tempo in un angolo della cassettiera, Arthur invece si occupò di curargli la ferita al braccio e di fasciarla per bene. Mentre i grandi si occupavano di medicare il serpeverde, Fred, George e Ginny erano riuniti intorno al golden trio completamente increduli ai fatti che Hermione stava raccontando. A resoconto finito tutti sgranarono gli occhi con aria sbalordita. –E quindi- domandò infine George –Malfoy ti ha in qualche modo salvata?- -Non lo sappiamo- rispose la ragazza –Potrebbe aver avuto qualunque cosa in mente-. –Alla fine è pur sempre Malfoy, mai fidarsi- concluse Harry. Restarono qualche minuto in silenzio assorbendo lentamente le notizie ricevute poco prima. Infine, si alzarono per andare a vedere la situazione del ferito. –Adesso le sue condizioni sembrano essersi stabilizzate- sentenziò Arthur, riponendo distrattamente una fialetta di pozione rinvigorente nella valigetta dei medicinali. –Dovrebbe riprendersi fra poche ore. E nel frattempo dovrò assicurarmi che voi non lo importuniate in nessun modo. L’unica cosa che ci manca adesso sono i vostri dispetti maligni- e dicendo questo guardò di sbieco Fred e George, che intanto confabulavano qualcosa sottovoce con la sorellina. Harry, Ron ed Hermione si sedettero intorno al tavolo della cucina per discutere di tutto ciò che era successo quella sera alla finale di Quidditch. Doveva essere una serata diversa dalle altre, un pretesto per allontanarsi dalle preoccupazioni di quei  giorni e godersi un po’ di sano sport in ignoranza. E invece tutto si era trasformato in tragedia. –E adesso- domandò Ron, più a se stesso che agli altri –Che succederà? Dopo questo disastro, voglio dire-. –Il ministero è nel caos, non ci vorrà molto per creare un panico generale. Partiranno le peggiori dicerie, ve lo assicuro- rispose Hermione. –E se Voldemort stesse veramente ricomponendo il suo esercito? Quanto ci vorrebbe, a scatenare una guerra?-. –Adesso basta con queste discussioni- si intromise Bill gentilmente. –Questa è stata una nottata difficile per tutti, fareste meglio a riposarvi per la partenza di domani. Hermione, Ginny ha voluto dormire con noi stasera. Ho portato qui anche il tuo letto, ho pensato che non ti sarebbe piaciuto restare a dormire in tenda da sola. Puoi portare le cose in salotto-. –Hai pensato bene, grazie Bill-. Detto questo tutti si alzarono per coricarsi nei rispettivi letti. Tanto, lo sapevano, nessuno sarebbe riuscito a dormire. Ron ed Harry si avvicinarono al letto di Charlie dove Draco dormiva profondamente. –Però- sorrise Harry sarcastico –Quando non ha quel ghigno demente sulla faccia sembra quasi un ragazzino normale-. –Sarà- rispose Ron con un sopracciglio alzato. –Però io ho ancora una voglia matta di ficcargli Leotordo* in posti in cui non lo vorrebbe-. Tutti e due risero malignamente. Intanto Hermione e Ginny erano ritornate in pigiama e con le borse addosso, le quali quest’ultime gettarono con noncuranza sul pavimento. –Domattina ci aspetterà il lungo viaggio di ritorno- disse Arthur alla scatenata decina, appena si furono tutti sistemati. –Quindi.. buonanotte-. E detto questo, spense la luce.
 
*
 
Nelle ore che seguirono, Hermione si rigirò nel letto in cerca di un po’ di sonno. I fatti di quella sera l’avevano terribilmente scombussolata e tutto quello di cui aveva bisogno adesso era un po’ del gentile conforto di Harry, o del sorriso di Ron che metteva sempre di buon umore. Guardò i due ragazzi che dormivano profondamente nei posti accanto e decise che non sarebbe stato opportuno svegliarli. Con fatica si puntellò su un gomito e si aggiustò una ciocca dei suoi capelli ribelli dietro l’orecchio. Il chiarore di una notte senza stelle riempiva la stanza delineando a tratti i contorni dei suoi compagni stesi nei letti intorno. La piccola stanza bruciava di una tensione ignota, facendo sembrare quella situazione completamente surreale e quasi magica, e per un momento la ragazza sperava veramente che lo fosse, che non fosse tutto vero ma solo un brutto sogno. I suoi occhi scuri vagarono per la stanza fino a quando si posarono sul letto stranamente vuoto della piccola Ginny. Allarmata, cercò la folta chioma rossa gettando sguardi ovunque, in cerca di dettagli, scrutando l’aria circostante con crescente preoccupazione. E dopo un po’ di ricerca, finalmente la trovò, accoccolata fra le braccia del fratello Fred. Quella dolce vista la rasserenò fino a farle spuntare un sorriso. Evidentemente Ginny voleva un po’ di rassicurazione, come tutti del resto, ed era chiara da tempo la complicità fra loro due. A quel punto, Hermione si sentiva terribilmente sola.
-Ah…-
La ragazza si voltò di scatto. Draco si agitava nel sonno, leggermente sudato per la febbre e gli spasmi. Hermione non aveva ancora avuto modo di chiarire con lui -cercando possibilmente di tenere una conversazione quasi normale; non aveva intenzione di sentirsi riconoscente con una serpe di quel calibro quando magari di riconoscenza non ce ne sarebbe dovuta essere, e quindi anche se l’idea di parlargli non l’entusiasmava, via il dente, via il dolore. Si alzò delicatamente dal letto e in punta di piedi si diresse verso il malato, che ora come ora sembrava stare più male che mai. Prese un panno pulito e gli asciugò delicatamente la fronte, che al contatto con la sua mano scottava come se fosse stata marchiata con un ferro incandescente. Prese un bicchiere d’acqua e lo poggiò sul tavolino accanto. Si chiedeva che avrebbe fatto il ragazzo dopo aver scoperto di essere nella tenda dei Weasley. Nella peggiore delle ipotesi avrebbe raccontato tutto a suo padre, ma si rassicurò pensando che non sarebbe stato così stupido.
-D..Dove sono?-. Con un fil di voce Draco aprì gli occhi. La luce lunare, la febbre e il pallore abituale del ragazzo coloravano il suo viso di un bianco innaturale e ne assottigliavano le forme facendo sembrare il corpo dell’arrogante serpeverde terribilmente fragile e delicato. Gli occhi cerulei puntavano con fatica verso il soffitto, cercando di vedere più di quanto permettevano le sue forze. In un attimo di smarrimento Draco cercò di alzarsi a sedere, ma una fitta lancinante alla schiena lo costrinse a ristendersi. –Faresti meglio a non muoverti tanto, visto la fattura di Offuscamento che ti sei procurato-. Una voce fastidiosamente familiare lo fece voltare  e si ritrovò faccia a faccia con la sgradita grifondoro. –E tu che ci fai qui, zannuta?-  -Sei ripetitivo, Malfoy, dovresti rinnovare il tuo corredo lessicale. E comunque non credo che tu sia nelle condizioni di fare l’arrogante, in questo momento-. Il giovane si girò sbuffando e chiuse gli occhi in cerca di conforto: quel malessere generale non gli dava tregua. Milioni di domande gli occupavano la mente in quel momento e sapeva che se avrebbe voluto avere risposta ad almeno alcune di queste doveva porre fine alla lotta verbale per almeno qualche minuto. –Non ricordo nulla. Dammi qualche indizio-. Hermione lo squadrava attentamente. –Finale di Quidditch, attentato Mangiamorte, tutti che scappiamo nel bosco … Non ti ricorda nulla?-. All’improvviso numerosi ricordi tornarono a galla nella memoria del biondo serpeverde, che tremò appena di fronte a nuove consapevolezze. –Vedo che qualcosa la ricordi, allora- constatò la ragazza spazientita. –Bene, non ho tempo da perdere in frivole chiacchiere, dimmi perché mi hai aiutato-. Il ragazzo si girò all’improvviso senza saper che rispondere. Cercava una buona scusa, qualcosa per non destare sospetti, ma non trovava nulla. Il fatto è che non poteva dire che aveva avuto il suo momento di debolezza, il suo momento di compassione, e di certo non poteva dire della sua conversazione con Silente. –Allora?- -Non lo so-. Hermione aggrottò le sopracciglia decisamente perplessa. Si aspettava qualunque risposta, ma di certo non quella. Guardò il viso dell’albino segnato profondamente dalla stanchezza. Sembrava un ragazzo diverso, in quel momento. Le labbra di solito tirate nel suo tipico ghigno erano ora pallide e leggermente socchiuse, gli occhi contornati da leggere occhiaie e i capelli, di solito perfettamente in ordine, giacevano scompigliati sul cuscino. Da vicino poteva notare che il ragazzo soffriva di un leggerissimo tremore agli occhi, ma non riusciva a capire se era dovuto alla febbre o era un suo difetto naturale. ‘Beh, in effetti è la prima volta che tieni una conversazione vicino a lui’ pensò Hermione ‘E spero sia l’ultima’. –Veramente.. Non ne ho idea. Sarà stato un momento di follia. Ma non ti commuovere troppo. Non succederà mai più. Né ora né mai-. –Lo spero bene-. Il ragazzo tossì malamente e annaspò un poco. –E dopo l’apparizione del Marchio? Che è successo?- -Caos totale- rispose Hermione.-Il Ministero non è riuscito a catturare l’artefice dell’incantesimo e ora come ora brancola nel buio-. Con grande gioia dei tuoi genitori, si trattenne dal dire. Avrebbe avuto tutto l’anno per tirargli delle rispostacce. –E tutti i media sono stati informati al momento stesso, scommetto-. –Esattamente-. –Che seccatura. Quella vipera della Skeeter si inventerà le peggiori favole su questa faccenda tanto da riempirci di cazzate per almeno tre mesi. Ed Hogwarts sarà piena di tonti che se le berranno come se non sapessero fare due più due. Mi chiedo solo perché certi individui respirino la mia stessa aria-. Hermione si sentiva più a suo agio, adesso che stavano tenendo una conversazione quasi normale. –Solo quello?- aggiunse lei. –Pensa a tutti quelli che spenderanno galeoni su galeoni per aggeggi di difesa contro i Mangiamorte, come se un allarme intruso comprato da TuttoMagia* potesse salvarli da un attentato-. –Oh quelli, lasciamo stare. Quando la gente ha paura diventa patetica. Si aggrappa ad ogni minimo aiuto sebbene sia inutile. Mi fanno quasi pena-.  Hermione si sentì sorpresa dallo scoprire che il ragazzo era intelligente, e anche molto. Avrebbe potuto sostenere una conversazione articolata con lei senza battere ciglio. Peccato che tanta materia grigia fosse sprecata in quel modo. Era un ragazzo così superficiale, arrogante e viziato che la sua mente brillante veniva distrutta nel momento stesso in cui entrava in contatto con il pensiero del sangue puro. I ragazzi come lui le facevano pena, quasi ribrezzo. Era un misto di rabbia e delusione. In un impeto di nervosismo, sbottò: -E a te cosa importa, tu non devi avere paura di niente, no? Comunque vadano le cose, ne uscirai sempre illeso. Il papino ti proteggerà-. Draco parve irritarsi, ma poi rise, ma non con il suo solito ghigno, ma con una risata sarcastica, che ad alcuni sarebbe potuta apparire offesa. –Perché, dovrebbe importarmi qualcosa? Qui la Mezzosangue sei tu, non io-. Hermione si aspettava quella risposta e infatti non diede segno di irritarsi, anzi alzò un sopracciglio facendo intendere di essere superiore a quelle idiozie. Draco intanto tossì più forte, e si portò una mano al petto in preda ai dolori lancinanti della malattia. La ragazza riconobbe i sintomi e aprì l valigetta di legno per estrarre una fialetta di un liquido color glicine. –Cosa diavolo è?!- -Bevi.- rispose Hermione fredda. E come se fosse la cosa più naturale del mondo, gli alzò gentilmente il capo e gli imboccò la disgustosa miscela contenuta nel piccolo tubo di vetro. –E’ solo un antidolorifico, nulla di che-. Proseguì posando una borsa di ghiaccio sulla fronte del serpeverde e aggiungendo un'altra coperta. –Purtroppo è una febbre causata da un incantesimo, coi metodi normali non posso fare nulla per migliorare la tua condizione, se non aspettare che tu guarisca da solo. L’unica cosa che posso fare è cercare di attenuare i disagi della malattia il più possibile-. –Non ho bisogno di essere accudito da te, Mezzosangue-. Digrignò con rabbia. –Voglio tornare a casa, immediatamente-. –Lo vorrei anche io, ma purtroppo non puoi- rispose Hermione calma, come se stesse parlando con un bambino alquanto capriccioso. –E se vuoi smettere di essere curato e soffrire come un cane per tutta la sera, fa’ come ti pare-. Draco guardò la ragazza che lo aveva zittito: Granger o non Granger sapeva di aver bisogno delle sue cure e in quel momento non era proprio nella posizione di ribattere. La ragazza non era bella, questo era ovvio. I suoi orribili capelli crespi, i denti da castoro e quell’aria da perfettina la rendevano imparagonabile alla curata e formosa Pansy Parkinson, che gli correva dietro da praticamente sempre. Però tutto quello che non aveva ricevuto in bellezza l’aveva acquistato in intelligenza e in un carattere coi controcazzi. Insomma, la ragazza perfetta per fargli saltare tutti i nervi. –E perché diavolo lo fai? Se è un metodo per rendermi riconoscente, sappi che non lo sarò-. Fece una pausa, ridacchiando piano. –Fossi nella tua posizione, ti lascerei marcire in preda ai dolori. Questo lo sai, vero?-  -Certo che lo so- rispose Hermione senza scomporsi –Ma io non sono te. Quando qualcuno ha bisogno di aiuto, divento superiore a queste sciocchezze. Ed è questo che ci differenzia-. –Si, ma tu sei mia nemica. Io sono tuo nemico. Questa sciocchezza non è-. –Nemico?- disse Hermione con una risata pungente. –Tu-Sai-Chi è il mio vero nemico. Tu al massimo sei una patetica scocciatura-  –Fottiti, Mezzosangue-.
 
Detto questo la conversazione si concluse. La ragazza ritornò a letto, decisamente molto più stanca di prima, mentre Draco giaceva con gli occhi socchiusi nell’oscurità, in preda a pensieri vertiginosi che non avevano nulla a che fare con la malattia.
 
 
*per chi non lo ricordasse Leotordo è il gufetto di Ron, un tipetto che vola dappertutto, fa casino e becca da qualunque parte. Un po’ come me quando ho tanta fame.
 
*alcune cose sono di mia invenzione, come l’incantesimo di offuscamento e quelli di rivelazione. In questo caso TuttoMagia sarebbe un negozio magico di prodotti casalinghi o quant’altro (immaginatelo come volete).  Se mi diverto? … Si, mi diverto.
 
 
IL COMMENTO DI SILENTE
Ho deciso di creare questo nuovo angolo dedicato a riflessioni, curiosità, pensieri e inediti sul capitolo. Ditemi nella recensione se la trovate un’idea carina altrimenti cestino tutto e finedellastoriaddiociao.
 
Allora, questo capitolo è un po’ più corto degli altri perché come vedete è molto particolare. Inizialmente doveva descrivere tutta la notte più il mattino seguente e quindi la conversazione fra Draco ed Hermione sarebbe stato un breve e misero dialoghetto, ma quando ho iniziato a scriverlo mi sono fatta prendere un po’ la mano e ci ho creato un intero capitolo intorno. In confronto al secondo capitolo sono piuttosto soddisfatta, dai. Ora una riflessione importante sui personaggi, in questo caso Draco ed Hermione (I poveri cristi storpiati e ristorpiati nei modi più assurdi da tutte le storie del web). In quasi tutte le fan fiction possiamo notare come la ragazza sia terribilmente offesa, irritata e infastidita (chi più ne ha più ne metta) da un noncurante e bastardo Draco. Fino a poco tempo fa pensavo anche io fosse così, ma rileggendo il libro del Calice di Fuoco ho notato sin da subito che è un errore madornale perché Hermione gli insulti di Draco, non se li caga proprio! Ogni volta lo ignora come se fosse un insetto o dice agli altri di lasciarlo stare. Insomma, gli fa capire di essere superiore e che questi insulti non la toccano. Questo l’ho fatto capire anche in questo capitolo : la mia adorata Hermione sa come farsi rispettare e sa ancora come usare bene il cervello. La cosa di Ginny e Fred mi sembrava dolcissima e non ho proprio resistito a metterla. Come vedete Harry e Ron non sono in secondo piano e i miei piccioncini sembra che non abbiano perso il loro favoloso sarcasmo.
 
 
 
Detto questo, vi saluto!
 
 
 
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