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Autore: Marianna 73    27/07/2016    16 recensioni
Scelte che uniscono, trascinano, separano e ricongiungono. Scelte che condizionano un'esistenza ma che spesso poco possono contro l'amore.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Per un istante tutto quanto pare fermarsi nella grande cucina ancora pervasa dalla penombra: il crepitio delle fiamme, il movimento convulso con cui Marie si porta d'istinto la mano alle labbra non appena scorge la figura di Oscar oltre la soglia, il frinire allegro dei grilli oltre i battenti  socchiusi della finestra.
T
utto quanto si arresta e converge in un unico punto sospeso tra quel'azzurro e quel verde, per cristallizzarsi ed esplodere in un universo di frammenti tintinnanti, dilaniato dalla potenza catalizzante di quegli sguardi che allacciati, l'uno nell'altro si perdono e si ritrovano, e rinascono milioni di volte in un istante.
Nulla di ciò  che valeva un attimo prima ha più importanza: non il progetto di partire senza essere visto, non la presenza sussultante della nonna, non il mostrarsi con indosso solo la camicia da notte leggera che la svela, impudica, a quelle iridi affamate. Occhi soltanto, e milioni di parole e pensieri e lacrime e rabbia e desiderio che urlano mute e si infrangono su un bisogno, uno soltanto, il più urgente di tutti: ritrovare il sapore della propria bocca perduta nell'altra, ché senza conoscerlo ora, subito, senza pudore o prudenza, sono certi le loro vite non potrebbero che finire...
Poi le lancette del tempo tornano a ticchettare, il fuoco a crepitare ed i grilli, assordanti e festosi, a riempire di suoni la stanza; gli sguardi non si sciolgono ma la coscienza ritorna e riaccende il respiro nel petto, richiamata dal suono stridente con cui Marie spinge la sedia su cui stava seduta per allinearla al tavolo e muove incerta un passo verso il nipote ancora appoggiato, pietra pulsante e calda, al bordo del camino.
Ne cerca sicura una guancia e nel
posarvi  una carezza lieve lo lascia con un sussurro.
"Salgo in camera tua André..."

Non attende risposta e scivola, poco più che un'ombra vestita di indaco, accanto ad Oscar, ferma sulla soglia, non senza abbracciarla con lo sguardo e regalare un sospiro dolente a ciò che che è rimasto della bambina che doveva essere un uomo: una donna, bellissima e dallo sguardo segnato dal pianto, messa alla prova dall'amore.
Sono soli, ora.
Soli con i loro cuori e col bisogno sempre più  spasmodico di tornare a parlarsi e a sentirsi con quel linguaggio silenzioso, loro soltanto, fatto di pelle e sguardi.
Di ritrovarsi, una carezza dopo l'altra, un bacio dopo l'altro. Di viversi ancora, come prima di quelle parole e di quelle urla, di cui non resta, adesso che una labile traccia.

Questo dice il battito turbinoso dei cuori, nel silenzio caldo della cucina, questo e molto, molto altro.
P
arla di solitudine e desiderio, quel battito cadenzato, e di gioia, luminosa come una mattina di sole, per il semplice rivedersi.  E di un piccolo sprazzo di speranza...

Sei qui, André... Sei tornato....Dio quanto mi sei mancato... ti prego... ti prego... avvicinati e abbracciati e stringimi, e dimmi che non mi lascerai più... ti prego...

Dannazione Oscar, quanto sei bella... quanto sei mia... non puoi immaginare quanto ho avuto bisogno di te in questi giorni... Ti prego  vieni da me, lascia che ti culli e ti baci e ti porti via...

Un piccolo sospiro solleva loro il petto all'unisono poi, governate da un'alchimia misteriosa, anche le voci risuonano insieme.
"
Ciao..."
"
Ciao..."
Un sorriso, subito dopo, e una risata piccola e schiva, che non riesce a superare la barriera della gola, né  a raggiungere gli occhi. Rimane sospesa, a guizzare sulle labbra un istante, poi fugge, scalzata dal bisogno di toccarsi che è diventato tormento.
Pochi passi e sono vicini, tanto da sfiorarsi nel ritmo affannoso del fiato e da respirarsi l'un l'altra i capelli e le labbra: rose e il ricordo del miele disciolto nella tisana la sera prima sulla bocca schiusa di lei e cenere e vento e lo zucchero grezzo che ha addolcito il the poco prima, e una briciola di torta, minuscola e bianca, all'angolo delle labbra sensuali di lui.
Nuovamente all'unisono, come prima le voci, si muovono le mani che lasciano la postura lungo i fianchi per salire a percorrersi senza sfiorarsi, sino ad arrivare a disciplinare un ricciolo dorato che sfiora impertinente uno zigomo e a far scivolare via quella briciola per poi indugiare, ingovernabili, su quella pelle ritrovata. Una mano grande ed abbronzata cui appoggiare la guancia e un velo di barba da assaporare con le dita, cosi rude e maschio da togliere il fiato. Poi, senza più  riuscire a far altro che accettare la volontà del cuore, ritrovare la voce, anche se spezzata da un'emozione diversa da ogni altra provata prima
"
Non sai quanto mi sei mancata, Oscar..."
"
Mi sei mancato da morire, André..."
E infine la stoffa ruvida della camicia di lui e la sua pelle salata e abbronzata alla base della gola e la seta bionda dei suoi capelli, oro impregnato di spigo e di casa ed il calore di un corpo che si plasma sull'altro, le mani strette alla vita ed alla schiena, gli occhi serrati forte e né forza né fiato per proferire una parola.
Nulla, intorno.
Il mondo è fermo, sotto ai loro piedi e osserva muto la mano di lui salire alla nuca e indugiare un istante, quasi
un richiamo silente al capo biondo di lei che si piega all'indietro per accogliere la sua bocca.
Ed il mondo, quello che prima si era fermato in attesa, ora ritorna e rinasce in quel bacio lunghissimo e fondo, che è tenerezza e furia, pretesa e abbandono.
Che è inizio e fine, tutto e nulla.

Non piu rabbia o delusione o solitudine... solo labbra, e il proprio sapore ritrovato nel fondo della bocca dell'altro.
Non hanno quasi piu
fiato quando si lasciano, un ultimo sospiro nella gola, ma non riescono a staccarsi del tutto: le fronti restano unite e le labbra dolenti e bagnate, continuano a cercarsi in mille piccoli tocchi famelici e lievi.
Di nuovo, un sovrapporsi di voci e parole.
"Lo sapevo che saresti tornato, André... che non mi avresti mai lasciata... ora tutto può  tornare come prima"
"Lo sapevo che avresti capito Oscar ... l'ho sempre saputo... ora ce ne andremo insieme..."
Ancora un bacio, quasi rabbioso, gli occhi serrati stretti, le mani bramose della sua seta che già sfiorano il collo e assetate scendono a cercare il solco proibito tra i seni. Un mormorio basso a risalire dalla gola, nel percepire l'assalto al suo seno e le mani che tirano nervose il colletto della sua camicia, per trovare la sua pelle, il suo odore... per saturare i sensi, per provare ad annullare la consapevolezza che quelle parole ha acceso in ciascuno di loro, e che malgrado tutto li pervade.
Le palpebre si sollevano nel momento esatto in cui le labbra si lasciano, un filo iridescente di loro, ultimo testimone tangibile di quel bacio, balugina da bocca a bocca per un istante poi si dissolve, come quella labile gioia appena abbozzata... l'azzurro ed il verde già lo sanno, quando si ritrovano e la bruma del desiderio, che ancora indugia greve nelle pupille sgranate, non basta ad annullare la ragione.
"
Tutto come prima?"
"
Andarcene?"
Si
 divincola svelta, Oscar, il suo corpo flessuoso e forte rompe in un istante il conforto di quell'abbraccio e poco importa se quel calore già le manca ed ogni fibra della sua pelle grida per riaverlo.
Indietreggia per fronteggiarlo, il seno acceso che rivela la violenza delle sue emozioni nel suo movimento furioso, la fronte corrugata.
"
Credevo fossi tornato per me..."
André  resta immobile, solo con un movimento fluido riporta le braccia orfane del tepore di lei lungo i fianchi, ogni energia impegnata ad imbrigliare il desiderio potente che quella bocca ha risvegliato nel suo sangue e che ora batte doloroso nel ventre.
Una contrazione improvvisa, ad indurirgli la mascella, poi le palpebre scendono a velare appena lo sguardo ed il verde brilla di sfida quando le risponde.
"
Ed io credevo che tu avessi compreso che il nostro amore viene prima di tutto..."
C'è sorpresa, nella voce di Oscar quando riprende a parlare.
"
Quindi non sei tornato per... quando ti ho visto qui ho pensato che avessi deciso di restare al mio fianco, che tutto sarebbe tornato come prima..."
Ne cerca gli occhi, lo sguardo reso ambra infuocata dalle fiamme che vi si riflettono.

Sembra esitare, ora, come se quella domanda avesse paura a porla.
"Allora perché  sei qui?"

Nessuna esitazione nella risposta di André, solo una sofferenza accorata che gli increspa per un istante la voce.
"H
o ricevuto una proposta per un lavoro fuori Parigi ed ho deciso di accettarla. Sono tornato per salutare mia nonna e prendere le mie cose. Non sono venuto per restare."
Tace anche se vorrebbe continuare, sorpreso
suo malgrado dalla reazione che quelle parole suscitano sul volto di Oscar.
La vede impallidire e ondeggiare leggermente, come se la sua voce si fosse mutata in uno schiaffo improvviso. Ed il desiderio di provare a far divenire il loro amore una certezza concreta si alimenta a quello sconcerto e muove le sue labbra.
"Ma quando sei arrivata e ti sei buttata tra le mie braccia io... Io...ho sperato..."
Prova a resistere ancora un istante a quella richiesta che il suo cuore sta urlando poi cede, di schianto.
"Partiamo insieme, Oscar, ti prego... potremo vivere del mio lavoro e reinventarci una vita... potremo essere felici, lo so..."

Anche Oscar è  immobile, ora. E c'è un ronzio spaventoso nella sua testa, oltre al quale non riesce a sentire nulla.
Ci sono solo quelle parole, quelle che parlano di un lavoro lontano da Parigi e
ribadiscono la sua volontà di lasciarla.
Nulla riesce a superare il baratro spaventoso in cui quell'affermazione la sprofonda.
Non il resto del
discorso, non il tono velato di dolcezza che ha accompagnato le ultime parole di lui, non la percezione di quell'invito a vivere l'amore spogliandosi dell'orgoglio che ancora la avvinghia, che caparbiamente domanda che lui continui ad annullarsi nel nome delle sue scelte.
"
Quindi non sei qui per me..." riesce a sussurrare.
"Io conto meno di questo tuo nuovo desiderio di realizzare te stesso... Mentivi quando dicevi
di amarmi aldisopra di ogni altra cosa... erano tutte bugie,  André!"
"
No!"
Sale di tono la voce, nell'urgenza di negare quell'abominio.
"Non erano bugie!"
Muove un passo, per raggiungerla ma deve fermarsi, non deve toccarla o il calore di quel corpo vibrante davanti a lui gli farà perdere la ragione.
"Ti ho amata, e ti amo, più  della mia stessa vita..."
Ritorna bassa la voce, non c'
è bisogno di urlarlo, l'amore, lo sa bene.
"È  proprio perché  ti amo così tanto che non sono più disposto ad aspettare... è  il mio amore per te che vale più di ogni altra cosa, Oscar....davvero non lo capisci?"

Ci sono lacrime negli occhi di lei, le bagnano dense le ciglia rendendole grevi quasi quanto la sua voce "No, Andrè. .. Non è vero..."
Anche le guance sono lucenti di pianto, ora, ma la voce si fa più ferma e più  forte.
"Se tu mi ammassi davvero così tanto resteresti con me,  non mi chiederesti di gettare nel fango la mia vita per seguirti..."
Ora è il turno di lui di
sussultare, quasi fosse stato raggiunto dal fuoco che vede riflesso in quello sguardo, straziato da quelle parole  che gli mozzano in gola il respiro.
"
Nel fango..." sussurra,  gli occhi fissi nei suoi.
"Certo... perché per te vivere al mio fianco alla luce del sole significa questo vero?"
Gli si fa ancora più  accosto, immune adesso a quel profumo, a quelle curve
aggraziate che la luce della finestra inizia pian piano a disegnare.
"Ammettilo, Oscar... dillo che non sai che fartene del mio amore, fuori dal tuo Palazzo dorato..."

Li ama quegli occhi verdi, e ama quelle labbra che sussurrano ad un palmo dalle sue e non vorrebbe altro che sentirsele di nuovo addosso... ma lo detesta, ferocemente, per quanto riesce a mettere a nudo la sua anima, anche quella parte che nessuno tranne lui conosce,  quella che si compiace della sua esistenza di donna nobile, forte ed indomita, a cui tutti ubbidiscono come ad un uomo.
"Sì!" grida rabbiosa, e senza
più riuscire a a dominarsi gli afferra i lembi della camicia e lo strattona forte.
"Sì André!  Lo ammetto! Amo la vita che faccio! Amo il mio lavoro!" Una pausa per riprendere fiato.
"E voglio continuare a essere cio che sono!"
Cerca la sua bocca e le ultime parole le sussurra sulle labbra  impassibili di lui.
"E ti rivoglio con me, perché  tutto torni ad essere come prima..."
Sfiora la bocca di lui
prima  di allontanare il viso dal suo e cercarne lo sguardo.
"Se mi ami quanto dici devi restare..."

Non deve pensarci che il tempo di un respiro, anche se forse è il più doloroso che gli abbia gonfiato il petto in tutta la sua vita.
"No Oscar,"  risponde, allontanando le mani di lei che erano rimaste aperte sul suo petto.
"Non resterò...tu non hai bisogno di un uomo da amare...
quello che vuoi è un servo che ubbidisca ai tuoi ordini durante il giorno e che ti faccia godere la notte..."
Alza un poco il mento, incurante dello sdegno che accende le iridi azzurre di lei.
"E io non voglio più essere solamente questo, per te." Intercetta la sua mano che velocissima è  già  partita per colpirlo forte su una guancia e sorride mesto al suo sibilo.

"Come osi, André?"
"
Oso perché  ti amo..." risponde.
"E me ne vado per lo stesso motivo. Perché  ti amo troppo... e questo mio amore è tutto ciò che posso salvare della mia vita."
Un'ultima stretta alle sue dita che tiene ancora saldamente tra le mani,  poi la lascia andare e cerca quell'azzurro che è stato il suo solo orizzonte, in tutti quegli anni, per perdervi l'anima un'ultima volta. "Addio Oscar. Ti auguro di essere felice.

Raggiunge svelto la sua camera e con sollievo scopre che la nonna ha già preparato una sacca con i suoi abiti e lo attende muta vicino allo scrittoio.
Non esita quando verga poche righe per prendere commiato dal suo servizio né quando chiude il foglio e lo consegna alla mano tremante di Marie.
E sono ancora fermi i suoi gesti quando si allaccia il mantello ed afferra la sacca.
Trema solo un attimo, quando raccoglie il corpo d'uccellino della nonna tra le braccia e ritrova nei suoi abiti il profumo della sua infanzia.
"Abbi cura di te, nonna." sussurra, chino sul suo collo.
"E abbi cura di lei, ti prego..."

Sente il suo cenno affermativo e la stringe ancora più  forte.
"E dille... dillle..."
Il dolore rischia di travolgerlo non appena ritrova i suoi occhi scolpiti nel suo cuore.
Nulla.

Non c'era nulla che valesse la pena chiedere le venisse riferito.
Nulla che potesse cancellare il silenzio di Oscar di fronte alle sue accuse.
Nulla che giustificasse l'assenza di quelle parole, le uniche che lo avrebbero fermato, e che lei non aveva detto.

Non restava più  nulla.
"Ti scriverò presto." conclude mentre sente un piccolo singhiozzo scuotere quella schiena fragile e comprende che deve andare, che non può reggere allo strazio della nonna e non può più  contenere il suo, nemmeno un altro istante.

È  già in sella quando permette alle lacrime di bagnargli le guance... Non le asciuga, si limita a dar di sprone al cavallo e a lanciarsi al galopo fuori dal cancello... Le asciugherà il vento, pensa, ed il tempo.

È  rimasta ferma, impietrita, nella stessa posizione in cui André l'ha lasciata.
Nella mente un turbinio di pensieri a rincorrersi, impazziti, spiazzati da quella confessione che l'ira aveva strappato alla sua anima e dall'effetto deflagrante che le sue parole avevano avuto sul cuore di André.
"
Ma io ti amo..." sussurra.
"Tu non sei soltanto un servo... io ti amo, ti ho sempre amato..."
Un rumore di zoccoli al galoppo le fanno voltare il viso verso il riquadro luminoso della finestra, in tempo per veder sfrecciare il cavallo di André, e comprendere, con una chiarezza che le schianta il cuore che se ne sta andando, che sta correndo lontano da lei, che forse non lo
rivedrà mai più.
E che quanto
lo amasse e quanto fosse importante per lei il suo amore,  non era stata capace di dirglielo.

 

continua....

 

So che non è  come avreste voluto ma so che molte di voi lo avevano già compreso... l'amore, a volte, non basta. Non se si è  testardi come loro... Ma come ha detto una cara amica nel suo commento è  anche impossibile che un amore così grande si perda, quindi continuate a sperare!
Con questo capitolo "Scelte" si ferma per la pausa estiva. È  un periodo che voglio dedicare interamente alla mia famiglia quindi spero mi perdonerete se vi lascerò per qualche settimana.
Prima di salutarvi un pensiero ad un'amica che ha dovuto allontanarsi un poco e alla quale auguro di ritrovare presto il verde e l'azzurro della serenità.
A voi tutte il mio caloroso abbraccio e come sempre grazie, grazie, grazie.

Buone vacanze!

 

 

 

 

 

   
 
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