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Autore: Victoire    24/04/2009    1 recensioni
"Non avendo mai sperimentato la convivenza con altri vampiri non sapeva cosa aspettarsi pur essendo stata aiutata ad immaginare il tutto dal suo dono speciale, le visioni che spesso le affollavano la mente."
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Quando Alice vide sfrecciare via due sagome non poté fare a meno di contrarre le sopracciglia in un’espressione di disappunto.
Jasper ed Edward stavano correndo assieme, il primo era leggermente indietro rispetto all’altro.
Nulla di così strano.
Quei due avevano legato molto nell’ultimo periodo.
Edward aveva dimostrato particolare attenzione per il ragazzo e questo aveva fatto sentire Alice più sicura. Pur non conoscendolo, pur non avendo mai avuto modo di leggere nel suo futuro, era l’unico del quale si fidasse a tal punto da lasciarlo solo con Jasper che, nella maggior parte del tempo, era una mina vagante.
Si costrinse a distogliere lo sguardo dai due ragazzi che ancora correvano.
Scese dall’albero con un balzo aggraziato e si diresse con passi lenti verso la grande casa bianca, quella che oramai era diventata la sua dimora.
Effettivamente casa Cullen era la sua prima vera casa.
Rifletté un attimo su come sarebbero andate le cose se lei non avesse seguito le sue visioni, se avesse ignorato il suo innato istinto.
Emise solo un sospiro sommesso prima di varcare la soglia e di udire la voce di Esme che le si rivolgeva.
<< Alice, mi aiuteresti a dare una ritoccatina al vestito nuovo? >>
La ragazza stese le labbra sforzandosi di sorridere e di lasciare tutto il resto da parte.
<< Certo Esme >>
La donna ricambiò il sorriso e la precedette su per le scale, diretta verso l’immensa cabina armadio di sua proprietà.
Una volta entrate Esme chiuse la porta e fece girare la chiave nella toppa.
Senza emettere suono alcuno si diresse verso il maestoso letto matrimoniale suo quale era posato un abito blu notte comprato solo qualche giorno prima per la cena di gala alla quale avrebbe dovuto accompagnare Carlisle.
Indossò l’abito velocemente e posò le mani sui fianchi.
Era davvero una donna bellissima e sicuramente lo era stata anche prima della trasformazione.
Alice le girò attorno con le labbra leggermente contratte per lo sforzo ma non individuò nessuna imperfezione su quell’abito meraviglioso.
<< Non c’è nulla che non vada >> commentò, cercando di mantenere un tono cordiale.
Si sforzò persino di sorridere per un istante ma quasi istantaneamente distolse lo sguardo dalle iridi scure di Esme.
La donna le diede le spalle e si accomodò ai piedi del grande letto, puntò quindi lo sguardo su Alice e le indicò con il palmo aperto il posto accanto a sé, invitandola anche con la dolcezza dello sguardo a prendere posto lì.
La ragazza ci mise qualche tempo per accettare. Spostò il peso da un piede all’altro, un vezzo umano nel quale talvolta si rifugiava, e alla si sedette proprio dove le era stato indicato.
La mano di Esme si mosse istantaneamente andandosi a posizionare sulle mani che Alice teneva strette in grembo.
<< Non vorrei essere invadente ma..come vanno le cose con Jasper? >>
Alice la guardò stranita per un attimo << Non posso lamentarmi >> si limitò a rispondere, scrollando appena le spalle.
<< Posso fare qualcosa per te?Sembra quasi che tu non ti trovi a tuo agio >>
Se fosse stata ancora un’umana probabilmente sarebbe arrossita. Sollevò gli occhi scuri e cercò quelli della donna. << Tu sei perfetta Esme. Siete stati tutti perfetti con me. Vi ringrazio >>
Esme scosse il capo, socchiudendo appena le palpebre << Non devi ringraziare bambina, non ce ne è alcun bisogno >>
Si fissarono ancora e ancora, incapaci di produrre un qualunque altro suono. Smisero persino di respirare.
<< Sei sicura che nessuno tra di voi sia contrario al mio stare qui? >>
La donna si accigliò. << Sicurissima >> ribattè senza esitazioni.
Alice annuì e si alzò in piedi, si diresse verso la porta e girò la chiave nella toppa. Pose la mano sulla maniglia e la fece scattare producendo un suono forte e deciso. Tirò il battente verso di sé e compì un passo in avanti senza ancora abbandonare la maniglia.
<< Esme? >>
<< Si? >>
<< Non sei invadente. Non lo saresti in nessun caso >>
pronunciò soltanto, prima di sparire alla vista della donna che un giorno avrebbe chiamato Mamma.
  
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