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Autore: DeadlyNadder 92    29/07/2016    3 recensioni
Sono passati mesi, ormai Astrid e Bruta sono al corrispettivo del nono e ottavo mese di gravidanza.
Le cose a Berk vanno meravigliosamente, eccetto qualche piccola litigarella tra Moccicoso e Bruta che andava a finire nei migliori dei modi.
Straordinario è l'avvenimento che anche se la ragazza era incinta riuscivano sempre a trovare modi particolari per fare l'amore.
Diciamocela tutta, anche Hiccup e Astrid non si risparmiavano ma tutto quanto in certi parametri. Era quasi arrivata al termine della gestazione e Hiccup voleva evitare qual si voglia danno fisico sia hai figli che alla donna amata.
Cinque anni dopo,Tufo e Hel si frequentano ancora. Sembrano essersi aiutati a vicenda nel migliorarsi.
Pensate che ora Tufo si dimostra per quello che è senza alcun timore!
Gambedipesce e Vör pensano ancora in un futuro insieme. Le loro insicurezze sono molte, ma si aiuteranno a superarle e fortificarsi.
Stoick e Valka? Beh, loro sono ancora a Berk e ci rimarranno per tanto altro tempo.
Skaracchio invece? Forse avrà trovato l'amore, chi lo sa.
Una cosa è certa....Alcuni di loro non si conosceranno mai abbastanza.
Allert: Sporadici spoiler su Dragons: Race to the Edge.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Se da una parte c'è un genero e un suocero che stanno incominciando ad accettarsi e a conoscersi, dall'altra abbiamo un corteo numeroso di donne che stavano vestendo di tutto punto la sposa che si lasciava maneggiare senza troppi problemi.

"Nonono, non va bene cosi!
Dovete sciogliergli i capelli!"

"Ci metteremo anni per sceglierle tutte quante....."

"Non mi interessa, Hölga.
Tufo la vuole con i capelli sciolti e, con i capelli sciolti, gliela doneremo."

"Ma Vör...!"

"Ma Vör nulla, ora sbrigatevi; lo sposo è già pronto e noi abbiamo solamente vestito la sposa. Dobbiamo darci una mossa, manca poco per far si che finalmente questi due si possano riferire l'uno all'altro come marito e moglie!"

"Parli bene tu...."

"Non ho sentito bene, cosa hai detto; scusa?"

"Che parli bene.
Hai solamente una treccia da sciogliere, qui ne abbiamo almeno un centinaio."

"La mia treccia è composta da tredici trecce più piccole i cui sono composte da altre tredici, poi sono intrecciate tra di loro e, successivamente rintrecciate sino a formarle una unica. 
E per la precisione, le trecce che Hella ha tra i capelli sono...."

"340."

Dissero in coro le due ex amiche che rimasero a guardarsi in silenzio.
Ovvio che lo sapevano, era stava Vör stessa ad intrecciargliele perché alla ragazza gli davano fastidio sul viso.
Distolsero lo sguardo l'una dall'altra, la sposa tornò a guardare davanti a se; non aggiunse altro, Vör invece, a contrario da quando si credesse, si mise a sciogliere pazientemente le trecce all'amica intonando una canzoncina che venne trattenuta dalla bionda.

"Scusami, ma come fai a sapere che hanno già vestito lo sposo?"

"Mh?
Dal semplice fatto che ho visto Lars e Gustav rientrare e, successivamente, riportare Hildegard a casa da Hölla."

"E da dove l'ha visto?"

"Dalla finestra, ovvio!"

Risposero insieme Vör e Valka che scoppiarono a ridere divertite. 
Il tempo volava sin troppo via e, il gruppo, doveva darsi veramente una mossa. Ormai i capelli di Hel erano stati sciolti e mancava solamente di pettinarla e acconciarla per le nozze.
'Andate piano, ad Hel da fastidio quando gli si tirano i capelli.' disse la bionda che andò a pettinare, con attenzione, la parte centrare della capigliatura. 
Valka e Hölga, invece, si presero la responsabilità di pettinargli i corrispettivi lati. Ogni tanto si poteva sentire un gemito sofferto da parte della bionda e le consecutive scuse fatte dall'ultima. Lei aveva i capelli corti, non sapeva come pettinare e prendersi cura di una chioma cosi lunga come quella della giovane vichinga. 
Passarono altri minuti, finalmente, dopo tanto tempo, il gruppo arrivò alle punte. Ancora si domandavano da quanto non li tagliava e come facesse a sopportare tutto quel peso, tutti se lo chiesero eccetto Vör che sapeva perfettamente che era un impegno invero simile. Una volta che Vör terminò la sua parte di lavoro, che comprendeva anche il sistemare il fermaglio tra i capelli e incorniciato il suo volto con un sussurrato 'Sei una meraviglia', ella si eclissò affermando che doveva preparare e consacrare alcune cose che sarebbero servite.

"Alla fine di tutto li rivoglio come prima."

"Proveremo a rifarti le treccine cara."

"No.
Voglio che me le faccia chi me le ha fatte." 

"E chi te le ha fatte?"

"Dragonsdóttir."

Il gruppo si guardò in silenzio; tutte quante erano state più furbe dei ragazzi e, con permesso di Hel, una sola era passata a casa di tutte per prendere i corrispettivi abiti che avrebbero indossato. La ragazza fu gentile ad ospitarle a casa sua e dargli il libero accesso a tutte le camere e al bagno, dove, alla fine, si recarono due a due per sistemarsi. 
Sarebbero partite direttamente da casa sua e avrebbero intrapreso la via più lunga, cosi da dare possibilità anche a chi si stava recando alla Sala di accompagnare la sposa medesima.
Valka si sedette sul letto; lei sarebbe stata l'ultima a vestirsi poiché desiderava stare un attimo da sola con lei. Persino Bruta e Astrid usufruirono della cordialità, andando, dopo le cinque coppie di donne che entravano e uscivano dal bagno per lavarsi, a fare altrettanto.
Hel ancora si guardava incredula, si vedeva cosi bella; mai in vita sua, eccetto in compagnia di Tufo che riusciva a farla vedere cosi ogni giorno che passava.
Si guardava esterrefatta i capelli, finalmente sciolti, che ricadevano in morbidi boccoli sulle spalle; sino a ricoprire la schiena e le gambe. Non si immaginava di avere dei capelli cosi lunghi, che sfioravano il polpaccio; portò la mano dietro la testa, poté tranquillamente sentire che c'erano due trecce che le contornavano il capo come una coroncina e, poi, tra di essi, un fermaglio tanto intrigato e lavorato che diede per certo che il creatore fosse Tufo.
Posò le mani sulla pelliccia attorno al collo, cosi morbida e bianca; poteva passarci senza alcun problema le dita all'interno senza mai ritrovarsi tra di esse alcuni pelucchi; cosi come per le maniche che andò a passare sul volto sorridendo dolcemente.
Si, li c'era senz'altro lo zampino di Tufo e, per la lavorazione della pelliccia c'era anche la mano di Vör.
Abbassò lo sguardo, i suoi fianchi erano messi in risalto da stoffa bianca; per come era lucente doveva essere qualcosa tipo satin o raso, per questo si era senza alcun dubbio riferito al Mercante Johann. 
Ricadeva su di essi sino ad aprirsi a campana, lo strascico non era molto lungo, ma era della misura giusta; poté anche notare che sul fianco dentro c'era un piccolo bottoncino bianco e, sul fondo dello strascico stesso, tra le increspature dei bordi, una piccolina asola che sarebbe servita per tirarla su durante il cammino verso la Sala Meade.
Fortuna che aveva scarpe comode, dei stivaletti carinissimi; tutti bianchi con una folta pelliccia bianca a riprendere sia il colletto che le maniche.
Se muoveva lentamente il capo poteva sentire un piccolo tintinnare, al tatto erano degli orecchini lunghi; elaborati proprio come il fermaglio.
Si voltò verso Valka, sfoggiò un sorriso cosi ampio che lasciò trasparire tutta l'allegria e la felicità che provava in quel momento. 
La donna pattò il posto vicino a lei, la sposa vichinga si andò a sedere al suo fianco.

"Hel, c'è qualcosa nei tuoi occhi che manca...."

"Che manca..?"

"Si.
Oggi hai tutto, finalmente convoli a nozze con Tufo... eppure li dentro c'è una luce che trasmette la mancanza di qualcosa...."

"No, non mi manca nulla."

"Sicura?"

"Si, certo."

"Hel, tu sai vero che con me puoi parlare..."

"Si, lo so e di questo te ne ringrazio."

"....."

"Va bene, l'ammetto...
Mi manca mio padre. Insomma, lui dovrebbe essere qui!
Diamine, mi sto sposando, non sto andando a pesca con un uno yak ubriaco."

"Secondo me tuo padre ci sarà."

"No, non ci sarà.
Lui non c'è mai. Lui non c'era e non ci sarà mai. 
Con chi credi che ho festeggiato i miei compleanni? Il primo pesce pescato da sola? Le festività tradizionali? Con Vör non con lui."

"Ti manca anche lei, non è vero?"

"No.
Non la perdonerà mai e poi mai!"

"Ma perché?
Cosa ha fatto che ti ha spinto ad essere cosi arrabbiata con lei?"

"Nessuno se ne rende conto?
Lei ha abbracciato un ragazzo che non era il fidanzato, questa cosa è imperdonabile!
Oltre ad una mancanza di rispetto per Gambedipesce lo è anche verso di lei. Ha stretto tra le braccia un pazzo maniaco che dopo aver trattata male la ama!"

"Piccola, io capisco che sei arrabbiata; ma non è un motivo per essere tale.
Un abbraccio non vuol dire nulla, se era stato un bacio o qualcosa di più avrei capito ma è solo una stretta.
Tu sai com'è fatta lei. E' convinta che c'è qualcosa di buono dentro ognuno di noi e, a costo di rimetterci del suo, deve necessariamente dimostrare che ha ragione.
Gambedipesce, anche se hanno litigato, ha capito ed ha compreso che era meglio un abbraccio che.... si ecco.... condivideva con lui qualcosa di più personale come il letto."

"No!
Tu non capisci!
E' uno sconosciuto! Una persona di cui non ha mai sentito parlare e, all'improvviso, dopo che è stata sbattuta dentro una gabbia e ridotta in una carcassa che si reggeva a malapena in piedi, si prende la briga di abbracciarlo!"

"Hel, tesoro, capisco tranquillamente.
Sai, anch'io all'inizio mi comportavo cosi con Stoick. 
Ogni ragazza che incontrava l'abbracciava e lui, non potendo fare nulla per evitarlo, le abbracciava. E io ci stavo male, c'è stato un periodo che non abbiamo parlato per mesi interi; eravamo quasi arrivati a non rivolgersi parola per quasi un anno intero..... Ma alla fine capì che accadeva per il semplice fatto che lui donava libertà a chi non ne aveva."

"Donava libertà a chi non ne aveva?"

"Si.
Devi sapere che quando ancora non eri nata, le donne qui a Berk erano destinate ad essere solamente un oggetto da sfoggio per i maschi.
Non avevamo alcun diritto, dovevamo sottostare al comando degli uomini senza dire nulla, al matrimonio non era chiesto neanche il nostro parere o consenso; tutto nasceva previa nozze combinate; eravamo una merce da scambio.
Ma Stoick non voleva questo, lui è da sempre stato un uomo per la parità dei sesso e, vedendomi fare come mi pareva e piaceva aveva avuto la conferma che le donne dovevano fare quel che ritenevano giusto con la loro testa.
Cosi, man mano, aiutava tutte le donne del villaggio a riprendersi la loro indipendenza; quelle che erano qui oggi, erano alcune di quelle ragazze che hanno conquistato la loro libertà."

"Ha salvato anche te, Valka?"

"In un certo senso si.
Io ho sempre fatto come volevo, non mi importa di quello che dicevano i miei genitori; io volevo solamente vivere la mia vita e l'ho fatto.
Lui si è preso la preoccupazione di insegnarmi a combattere, con scarsissimi risultati e, io, in cambio; gli avrei promesso di rimanere sempre e comunque cosi com'ero. La ragazza ribelle alle regole che l'ha fatto innamorare.
Vedi Hel, anche se io e Stoick avevamo litigato per lo stesso motivo l'ho perdonato perché ho capito che non lo faceva apposta ma che voleva solamente una cosa buona e giusta.
Cosi come per Vör.
Lei non l'ha fatto apposta, lei l'ha fatto perché riteneva giusto farlo. Era certa che cosi facendo avrebbe ricevuto in cambio l'unica cosa che desiderava veramente: Che Dagur ritrovasse in se quella traccia di dolcezza e bontà."

"Quindi lei...."

"Dovresti perdonarla...."

"Ci...Ci penserò..."

"Sicura di quel che dici?"

Un minuto di silenzio percosse la camera da letto della vichinga portandola a scuotere lentamente il capo.
No, non sarebbe mai riuscita a perdonarla definitivamente. Poteva sopportare occasionalmente la sua presenza, magari rivolgergli una parola carina, ma mai perdonare e tornare come prima; gli sarebbe risultato più che difficile, anzi. Più che impossibile!
Fece un profondo respiro, inutile, più Valka cercasse di convincerla per un bene comune e più lei si allontanava dall'idea di tornare come prima. 
Qualcuno bussò alla porta, lo sguardo di entrambe le ragazze si portò su di essa attendendo che qualcuno si annunciasse e, cosi, fu.
Difatti dalla parte opposta c'era un Astrid vestita di tutto punto che comunicò a Valka che sarebbe rimasta lei con Hel nel tempo in cui si sarebbe vestita.
La vichinga si alzò, prese il volto tra le mani della fanciulla e gli lasciò un bacio sulla fronte dicendogli che era di una bellezza immaginabile. Lei abbassò lo sguardo, rise appena per poi stringerla a se. Non sapeva neanche perché, ma in quel momento, agli occhi suoi, quella donna risultava essere come una madre amorevole e gentile che mai aveva avuto. Ella la strinse a se, gli accarezzò amorevolmente il capo e gli disse di non preoccuparsi che tutto sarebbe andato per il meglio e che, per grazia divina, quella sera poteva trascorrerla come moglie felicemente sposata con l'uomo che amava.
Hel annui, lentamente si distanziò da lei per concederle di andarsi a preparare. Cosi fu, la donna uscì dalla camera dando il cambio alla moglie del Capo che, con educazione, si adentrò all'interno di essa per raggiungere l'amica ancora seduta sul letto a maneggiare nervosamente con il colletto in pelliccia.

"Stai tranquilla, sembra un passo spaventoso, ma non lo è affatto.
Quando ti ritroverai li, davanti a Tufo e potrai perderti nei suoi occhi tutta la paura se ne andrà via.
Sai già cosa dire come promesse?"

"Vogliamo un rito tradizionale, insomma, tante tappe le abbiamo bruciate velocemente; anche i vestiti non sono proprio quelli tradizionali, ma le promesse; che sono quelle più importanti le vogliamo di poche parole ma sentite. Entrambi non sopportiamo parlare a lungo per una cosa che sappiamo entrambi, siamo abbastanza sintetici; preferiamo dimostrare le cose con i gesti."

"Breve ma Intenso; buona scelta Hel. 
Dimmi, sai già cosa succederò domani mattina?"

"Mi risveglierò con lui?"

"Oltre a questo.... Ah, ricordati che da tradizione vuole, i coniugi devono consumare la prima volta proprio la notte del matrimonio..."

"L-Lo s-so....."

"Non avere paura, non è terribile come cosa.
Anzi, è molto piacevole, posso garantirtelo e, se vuoi una conferma in più, anche Bruta può dirtelo...."

"Farebbe senso sapere le emozioni di tua cognata sulla prima notte di nozze.... Non vorrei scandalizzarmi ad immaginarmi la scena di lei e Moccicoso che...."

La bionda rimase in silenzio.
L'amica aveva ragione, non era affatto una bella scena; soprattutto se si sapevano i nomignoli che si davano durante le loro performance.
Entrambe rabbrividirono emettendo un verso di disgusto; ora chi glielo avrebbe tolta dalla mente quella scena disgustosa?
Si guardarono; altri minuti di silenzio presero posto nella stanza prima di sentire un esplosione di allegre e felici risate che l'andarono a cacciare via prepotentemente. Astrid, una volta che smise di ridere, andò a raccontare quel che sarebbe successo entro la sera e la mattina del giorno successivo; la ragazza annuì ad ogni minima parola, fece numerose domande a cui vennero date immediate risposte.
Hel non pensava che esistessero cosi tante procedure per rendere valido una semplice funzione religiosa come quella del matrimonio, credeva che fosse una cosa veloce e senza troppi giri ma si sbagliava di grosso. 
Ancora una volta la porta richiamò la loro attenzione suscitando in Hel un sospiro di liberazione.
Astrid gli posò la mano sulle spalle, la incoraggiò e gli confermò ancora una volta che tutto sarebbe andato per il meglio. Annuì.
Se avesse detto che non aveva paura avrebbe mentito spudoratamente, stava letteralmente morendo dal terrore; non credeva neanche che il matrimonio riuscisse a portarle cosi tante emozioni in una volta sola.

"Andiamo, strada facendo tutto passerà..."

Disse gentilmente la Hofferson che, facendogli segno con il capo, si avviò verso la porta che aprì per far passare la futura donna maritata.
Deglutì a forza; aveva le gambe che tremavano e il respiro corto, ogni passo che faceva per uscire da quella abitazione e più si sentiva svenire. Brutta cosa la tensione, fortuna che, al suo fianco, sopraggiunse anche Bruta che la prese sottobraccio trascinandola letteralmente fuori con quella sua tipica irruenza che la caratterizzava.
Una volta che le tre ragazze arrivarono all'uscio della porta, poterono vedere come una scia di fiori colorati segnava la via che dovevano seguire per raggiungere la Sala Meade.
Come prestabilito avrebbero preso la via più lunga, cosi che, man mano, tutti gli abitanti del Villaggio che si stavano avviando nella location potessero raggiungerla al fianco della sposa. Caso strano, durante il cammino fatto di risate e altri consigli, ad aggregarsi al corteo nuziale di Hel furono solamente le donne; probabilmente i maschi si erano giù tutti quanti riuniti con lo sposo.

"Qui c'è lo zampino di Vör!"

Esclamò la Signora Larson, che si portò al fianco di Valka guardandola complice.
Le due iniziarono a parlare animatamente di come la ragazza, anche se aveva litigato con la migliore amica, si era data un gran da fare per renderle unico quel giorno; ad Hel,sentire quelle parole gli fece un gran piacere, soprattutto ora che; anche se non era presente al corteo, la sentiva particolarmente vicino grazie a quei fiori.
Da lontano si poterono udire i primi rumori che si riversavano sulle scalinate della Sala che avrebbe ospitato la cerimonia.
'Arriva la sposa!' urlò a gran voce Bruta che andò ad attirare lo sguardo di Moccicoso. Quanto amava quella voce, cosi squillante e allegra, riusciva perfettamente a rendere piacevole anche la situazione più scura.
Ognuno di loro si mise da un lato, tutti quanti, ad alternanza di uomini e donne, presero posto lungo la scala lasciando il cammino libero al corteo accompagnatore della giovane Hel. 
La ragazza, una volta arrivata davanti alla scalinata alzò gli occhi guardando l'imponente struttura che, in quel momento, le incuteva un gran terrore.
La Jorgenson e la Haddock le posarono le mani sulle spalle, si guardarono complici prima di spingerla di comune accordo sul primo scalino; cosi che, ella, non poté che fare altro che percorrerla. 

"Io..."

"Ci siamo noi, tranquilla...."

Disse dolcemente Valka che la guardò con fare rassicurante.
In quel momento, la ragazza necessitava solamente di rassicurazione e manifestazioni d'affetto; mai in vita sua avrebbe desiderato avere l'unica che riusciva ad infondergli coraggio come faceva Vör. Probabilmente lei voleva unicamente al suo fianco l'amica... forse in fase di ripensamento sull'ex.
Si guardò attorno. 
Ovunque guardasse c'erano persone che conosceva, a partire da Moccicoso sul secondo scalino sino a Skaracchio sul penultimo. Al centro della scala, dove si bloccò per prendere una boccata di aria fresca, vi era Stoick e in parallelo colei che avanzò di fretta per prendere il suo posto, Valka. 
La donna annuì lentamente, dentro i suoi occhi Hel poté trovare un pizzico di tranquillità che la spinse a percorrere a testa alta gli ultimi scalini che la dividevano dal suo sposo.
   
 
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