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Autore: vitalyleto261271    30/07/2016    1 recensioni
Fu quella notte a cambiare la vita di Denise, piano piano tutte le cose che vedeva nei film dell'orrore le se presentavano come reali.
Lontana da casa e dagli affetti rimasti, stava cercando di ricomiciare a vivere e a cambiare la sua vita, ma nemmeno lei sapeva quanto sarebbe cambiata una volta giunta a Londra.
Mi hanno sempre detto che il modo migliore di superare una delusione è il metodo "chiodo schiaccia chiodo", e devo dire che nella mia vivace adolescenza di chiodi ne ho schiacciati abbastanza, forse perché non mi sono mai innamorata veramente.
Dicono che quando t'innamori provi sensazioni contrastanti tra cuore e cervello.
Lo stomaco è pieno di farfalle; una voragine si apre nel petto quando vieni lasciato; i continui litigi; il bello di far pace; gelosia, possessività e tante altre cose.
Ma io queste cose non le ho mai provate... Forse non sono normale, o forse lo sono troppo.
Ma adesso la mia domanda è un'altra: se il metodo C.S.C. funziona in amore, ci sarà un metodo per dimenticare una persona cara che ti ha lasciato per sempre?
Genere: Drammatico, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Mi svegliai la domenica mattina, con il cellulare che squillava. Erano i miei. Con voce roca risposi: "Buongiorno mamma. Sì, sì sto reagendo. Sì, tanti. No, no sono solo amici. Davvero? Quando? Certo che sì, c'è una camera in più. Uffa Mà... Tra lavoro e studio non ho tempo per i ragazzi, papà come sta? A scuola va tutto bene, ho la media del 9, tranne per la grammatica... Ok mamma, manda un bacio a papà, e a presto!" Mi alzai dolorante ripensando a quel cafone di Damian, mi diressi in cucina, dove trovai Donna che preparava del caffè italiano. "Buongiorno, volevo portartene una tazza a letto! Così ti raccontavo di ieri sera... Ma quei fiori? Non sei indifferente al cafone, e se li hai tenuti non è indifferente nemmeno per te." Presi il caffè e risposi: "I fiori non sono i suoi, sono uno scherzo del tuo uomo, quando lo becco lo faccio blu. Ieri sera mi sonno successe troppe cose" e raccontai a Donna sia dello scippo, che di Damian. Donna rispose: "Non ci credo, ti ha detto così? Giuro, non sapevo nulla dello scherzo dei fiori... Mi sento così strana, lo so che sono solo due giorni, ho paura. Forse è solo infatuazione, mi sento così presa. Eppure di solito non sono così, ho quasi paura che finisca. Va bè, vado a lavoro, oggi tocca a me. Perché non passi alla boutique con Elo e Ben dopo? A proposito di Ben, hai visto lo schizzo su tela che le ha fatto? E' impressionante: ha quasi riprodotto Eloise come se fosse una foto." Dissi a Donna che dopo sarei andata a guardarlo, e che il mese prossimo sarebbero venuti i miei e se potevamo ospitarli per un fine settimana. "Ma ti pare, senza problemi -rispose Donna- e sicuramente anche Eloise sarà d'accordo, va bè ciao, vado!" Passai il pomeriggio con Ben ed Eloise e a guardarli sembrava stessero in piena sintonia. Comprai una borsa nuova e una tuta. Dopo un po' lasciai Ben e Eloise al centro commerciale, avviandomi verso casa. Mi preparai una caraffa di thé, mi stesi sul divano coperta dal plaid e accesi la TV per guardare qualche notizia. Quello che mi colpì di più furono i volti dei ragazzi che mi avevano scippato, erano proprio mal ridotti. Uno di loro diceva: "Ci ha aggredito senza che noi avessimo fatto nulla, ci ha presi a calci e pugni, nonostante fossimo in 5." Un altro ragazzo con il volto tumefatto e un braccio ingessato disse: "Ci ha picchiati uno per uno, doveva essere indemoniato." Spensi la TV pensando che si fossero picchiati da soli, Damian non avrebbe avuto il tempo materiale di conciarli in quel modo Mi misi scarpe e giubbotto e mi diressi verso KFC, presi del pollo fritto con patatine e lo mangiai strada facendo. Passò così una settimana, con donna sempre più sfinita da Sebastian e Ben ed Eloise sempre più appiccicati. Damian aveva mantenuto la promessa, non si era fatto più vivo. Raven e Blake erano ancora a Parigi, e Leon iniziò ad accompagnarmi a casa tutte le sere; si sentiva in colpa per ciò che era successo. Passarono 3 settimane, e quella sera uscimmo tutti insieme, e conobbi anche Ana e Rose, le compagne di Raven e Blake. Iniziavo a sentirmi in colpa per Damian, che non usciva con i suoi amici per non infastidirmi. E francamente iniziavo a sentirmi di troppo, visto che ero l'unica a non essere in coppia, e me ne tornai a casa prima del previsto. Il taxi partì bruscamente dopo avermi lasciato sotto casa. Mi girai di scatto per lo spavento, aprii il portone e mentre lo chiudevo mi accorsi che c'era qualcuno che mi guardava dal marciapiede di fronte, poco prima non c'era nessuno. Lo riconobbi subito, era Damian... "Hey ciao" e un po' imbarazzata gli dissi "Se vuoi seppellire l'ascia di guerra è la serata giusta, sono di ottimo umore. Dai, su, i nostri amici stanno insieme, è ridicolo che finiamo sempre per litigare, comportiamoci da adulti... Ma scusa, che ci fai da queste parti? Stavi facendo semplicemente un giro o ti ha mandato Sebastian a controllare che fossi sana e salva?" Lui attraversò la strada senza rispondere, aveva una faccia strana. "Hey, ma che ti è successo? Rispondi però. Vuoi entrare? Ecco, ci risiamo, mi stai dando sui nervi." feci per entrare ma lui bloccò la porta. "Mi hai invitato ad entrare o mi sbaglio?" il suo sguardo era profondo, quasi volesse penetrarmi, io abbassai il mio, mi sentivo strana e intimorita. "No, no... Entra pure. Ti preparo qualcosa di caldo, ti sarai congelato fuori. So fare un buon caffè e anche del thé, accomodati dai." Lui entrò e si sedette incrociando le gambe, sul divano. "Che musica ascolti? Hai fame? Vuoi qualcosa?" Lui continuava a guardarsi intorno quasi incuriosito e senza rispondere. "Va bè, pensaci su. Vado a cambiarmi, ci metto un attimo." Appoggiò il braccio sulla testiera del divano, "Non bevo, ho mangiato a sufficienza per oggi, il thé non mi piace, grazie, e per il caffè è tardi, poi non dormo. Magari un po' di musica, e non mi va che ti cambi, quel vestitino mi fa venire in mente che se lo avessi indossato la sera che ci siamo conosciuti sarei stato molto più gentile con te. Scherzo, dai non prendertela. Comunque complimenti, hai delle bellissime gambe." La sua voce sembrava carica d'ironia e mi stava salendo di nuovo la rabbia. Andai in camera a cambiarmi. Quando tornai da lui aveva già scelto la musica e mi fece cenno di sedermi accanto a lui. "Hey, ma non senti che freddo? Perché hai aperto la finestra? Si gela." Lui rispose: "Ho fumato una sigaretta, non volevo rimanesse la puzza. Hey, carino questo pigiama antistupro, non è sexy... Ma tenero, come non sei tu. Hai indossato del profumo?" Stava un'altra volta dando sui nervi, "Ascoltami Damian, non voglio privarmi della compagnia delle mie amiche, e nemmeno privarti di uscire con i tuoi quando ci sono io, quindi possiamo cominciare ad andare d'accordo, o fare finta di niente." Lui sorrise e annuì, e io risposi con un sorriso, "Comunque non ho messo del profumo... Dev'essere il pigiama: l'antisesso di papà. Mamma l'avrebbe scelto diverso, anche nel colore. Puoi offrirmi una sigaretta? Non mi va di salire in camera a prenderle. Cavolo, abbiamo qualcosa in comune! Ti piace questa musica, io l'adoro." Lui prese il telecomando e spense lo stereo. "Ma tu parli sempre così tanto? Ma guardati, sembri una bambina. Cappuccetto rosso. Tuo padre ha azzeccato anche il colore." Faticavo a stare zitta, e infine sbottai "Io parlo molto, ma tu parli troppo. E non vuol dire che sei loquace, ma che parli a sproposito. Ma fai sempre così oppure qualche volta sai essere gentile per più di dieci minuti?" Lui si alzò, incrociò le braccia e si avvicinò con un sorriso ironico: "Sai che c'è, hai ragione, tu mi hai invitato ad entrare ma non sei stato ancora tanto gentile con me, anzi... Mi hai fatto venire in mente il motivo per cui sono qui questa sera." Si avvicinò ancora, abbassò la testa e mi poggiò le labbra sul collo, e anche se la cosa non m'infastidiva lo scansai dicendo "Scusa, ma che vuoi? E che fai? E' per questo che sei qui? Per cosa? Ti sei fatto un'idea sbagliata di me, non sono quel tipo di ragazza che se la tratti di merda ti casca ai piedi. Vattene, che è meglio." Lui si avvicinò e mi tirò a sé, "Che hai capito? Non sono mica io a volerlo, sei tu. E' Sebastian che vuole impormi di trovare una compagna, dice che tu saresti l'ideale per me, visto che anche tu hai perso qualcuno per sempre, visto che anche tu stai soffrendo, e che ti senti in colpa per la sua morte, sono qui per accontentarti, non volevi stare al suo posto? Vedrai, sarà piacevole, ma devi volerlo. Sennò sarà poco soddisfacente. Ero nera, e cercavo di liberarmi dalla presa che iniziava a farmi male, "Ascoltami bene, non so chi vi ha detto queste cose su di me, e nessuno può sostituire Dennis. Lui era speciale. E poi, che pensiero morboso: pensi che il sesso guarisca tutto? Anche la morte di un fratello? Sono schifata, da te e anche dalla banda a cui vai dietro se ti hanno suggerito questo rimedio. Hai esagerato ancora una volta, Damian. Vattene o non rispondo di me." Lui mi lasciò, allargò le braccia e il suo viso era confuso e costernato, "Sesso? Chi ha parlato di sesso? Cioè, non che non ne avessi voglia, ma prima devo prepararti, e forse dopo... Ma tu ci stavi pensando, wow, dev'essere da tempo che non stai con un uomo, eh? Sarai meno dolce, ma va bene lo stesso. Lo diventerai." Ero fuori di me, e risposi a tono "Io non sarei dolce per te, e per informarti, io non sono mai stata con un uomo, sono vergine. Uffa." Gli si illuminò il viso, sembrava felice di quella scoperta, "Questo cambia le cose" disse, "Dobbiamo rimediare, vedrai, sarò dolce come il miele!" Lui si avvicinava e io indietreggiavo, provavo a sfuggire, il cuore mi andava a mille, ma non riuscivo a togliere gli occhi da Damian, che si avvicinava sempre di più. Iniziai a scivolare di lato. Cazzo, ero sola in casa con un uomo che per quanto attraente potesse essere voleva fare di me il suo giocattolo sessuale personale. Ma lui disse "Ascoltami Denise, sarai felice come lo è Donna. Sarai una nuova te. E con il tuo profumo invitante non riesco a contenermi, baciami se ne hai voglia. Io lo farei, ma devi farlo tu, non posso prenderti con la forza." Mi tranquillizzai e cercai di fargli credere che lo stavo assecondando, presi le mie mani e le poggiai sui miei fianchi, ebbi una scossa. Gli accarezzai i capelli e il viso, gli passai il pollice sulle labbra e lui lo baciò, e qualcosa dentro di me mi stava facendo dimenticare il pericolo che stavo correndo poco prima. Ero inebriata, lui mi strinse ancora di più, tanto da poter sentire la sua muscolatura nervosa e dura a contatto col mio corpo. Lo baciai a lungo, non riuscivo a staccarmi, era come se nessuno mi avesse mai baciata, o almeno non così. A fatica lui si staccò con uno strattone e arretrò di un passo, e mi disse: "Sei merce rara e devo maneggiarti con cura. Ma le tue amiche lo sanno che sei vergine? Finalmente anche un po' di fortuna dalla mia parte, e da quando ho perso Lydia, mio figlio e sono diventato ciò che sono non avevo mai incontrato una come te. Mi darai una nuova vita. Forse dovrei dirti di più, ma devo aspettare che sia tu a volerlo sapere, si usa così tra di noi. E spero proprio che tu lo voglia, Denise. Io non sono un ragazzo qualunque, non sono nome gli altri. Hey, il rombo della macchina di Sebastian." Mi avvicinai alla finestra e un po' stupita dissi: "Ma hanno appena parcheggiato." "Lo ha invitato ad entrare?" Mi chiese lui. "Certo, è normale, è il suo ragazzo!" Si tolse la camicia e mi arruffò i capelli, "Hey ma che fai, rivestiti!" Lui mi prese in braccio come per portarmi in camera. "Baciami così non capiranno. Devi essere mia. Se Seb scopre che sei vergine mi darà del filo da torcere. Poi ti spiego, assecondami se vuoi aiutarmi..." Lo baciai appena sentii la porta che si apriva. Donna ci guardò stupita e disse: "Allora era questo il motivo per cui sei tornata a casa. Si scoprono gli altarini!" Seb lo incoraggiò, "Comportati bene, mi raccomando. Siete più simili di quanto crede." Io con fare ironico gli dissi: "Gli darò una bella lezione, ho qualche arretrato. Buonanotte!" Entrammo nella mia stanza, avevo il cuore a mille. "E ora? Vuoi spiegarmi qualcosa oppure devo andare per esclusione facendo delle ipotesi? Per esempio, che significa che Seb ti darà del filo da torcere sapendo che sono vergine? In che cosa devo aiutarti? Di sicuro di Dennis lo avranno raccontato Eloise e Donna a Sebastian. Tu parli in modo strano, Damian. Hai detto che devo volerlo per troppe cose, prima. Devo aver voglia di baciarti, di sapere... Spiegami questa sceneggiata. Devo avere anche voglia di farmi portare a letto da te." Attendevo con ansia delle risposte alle mie mille domande. Lui si leccò le labbra dicendo: "Sei sicura che vuoi che risponda prima alle domande? Non è che poi ti tiri indietro? Non voglio spaventarti, tu vali molto per quelli come noi. E se tu non vuoi io non posso. Io non sono un tipo normale." Iniziavo ad alterarmi di nuovo e non capivo dove volesse andare a parare. "Che non eri normale lo avevo capito! Mi sento spaesata, Damian. Non capisco, perché dovrei volerlo? Non basta frequentarsi, piacersi e innamorarsi? Ammetto che mi piaci e che prima quando ci stavamo baciando ho avuto delle sensazioni meravigliose, hai un torace che farebbe impazzire chiunque, ma da qui a violentarti... Certo, sto un po' indietro con i tempi, ma sono un poco all'antica e vorrei fossi tu a prendere iniziativa. Io non ho esperienza, potrei deluderti... E se poi mi pentissi? E se mi innamorassi?" Damian un po' stordito rispose "L'ultima domanda è la più facile, Ana e Rose erano come te, vergini. E staranno con Blake e Raven per sempre. Anche Seb aveva una vergine, sai? Ma molto tempo fa è morta di vecchiaia. Anche se in verità non è mai stata completamente sua. Non sarete completamente nostre finché non prenderete l'elisir. Ana e Rose lo hanno preso, e anche se non sono come noi, con le nostre abitudini perché Raven e Blake sono nati così, io lo sono diventato. Per me sarà diverso." Sembravo una demente, "Scusa, cosa siete? Una specie di setta? Se è un nuovo modo di spaventarmi ci stai riuscendo benissimo. Elisir? Per sempre? Nulla è per sempre, Damian. E io lo so bene. Caspita, non sapevo che a Seb piacessero le donne attempate. Cosa stai cercando di dirmi?" Mi avvicinai alla finestra e l'aprii per prendere una boccata d'aria. Damian si avvicinò, "Ho un unico modo per farti capire ciò che siamo." Prese le forbici dal comodino, se le passò sulla mano tagliandosi con decisione. Ero impressionata, ma quello che accadde dopo m'impressionò ancora di più. Il taglio si era rimarginato dopo 30 secondi. "Che cazzo fai! Che diavoleria è mai questa? Beh, adesso mi dirai che è l'elisir che prendete che ti fa cicatrizzare le ferite così in fretta, vero? Ascolta, Damian, non hai bisogno di trucchi stupidi da prestigiatore, se vuoi portarmi a letto devi conquistarmi, almeno provarci, si fa così di solito. Comincio ad essere stanca, ho la testa che mi gira e piena di domande ancora senza risposte. Quindi o sei più chiaro o te ne vai." Mentre gli dicevo così prese la mia mano e se la portò verso il torace, posizionando il palmo ben al centro. Era gelato. "Caspita, sei freddo. Vuoi un cardigan? Buon dio!" Ritirai la mano con uno scatto degno di un gatto, lo fissai negli occhi e avevo paura di sapere. La mia curiosità era morta proprio com'era nata, dal momento che sentii, anzi, che non sentii il suo cuore che batteva. Lui abbassò lo sguardo, "Hai paura? Hai capito cosa sono? Cosa siamo? Non urlare, non ti farò alcun male. Non l'ho mai fatto a nessun essere umano." Ero spaventata, che cos'era Damian? Perché il suo cuore non batteva e il suo corpo era freddo? Era un trucco? Stavo dormendo? No, ero sveglia e terrorizzata. Corsi verso la porta ma lui la raggiunse prima di me tappandomi la bocca con la mano, Denise, non urlare. O Seb si accorgerà che sai cosa siamo, e farà in modo che tu non lo sappia più. Mi prometti che se tolgo la mano non urli?" Avevo gli occhi annebbiati dalle lacrime, scossi la testa come per dire "Sì", e lui mi liberò la bocca. "Sei... Non è possibile, tu non sei vivo. Ho paura, non farmi del male, farò ciò che vuoi." Lui scosse la testa, "Non ciò che voglio io, ciò che vuoi tu. Voi non avete idea di ciò che siamo finché non vi concedete. Sei fortunata, puoi scegliere, ma fai in modo che Sebastian non sappia mai che sai cosa siamo, capito?" Ero terrorizzata e nemmeno tanto lucida, "E' un incubo. Tu- tu non sei reale, è sicuro. Io sono morta 8 mesi fa insieme a Dennis e questo è l'inferno, sicuramente. Oppure sono in coma e non sto nemmeno a Londra. -sembravo una folle- Come cazzo fai a parlarmi, se sei morto? Anche Dennis può farlo? Voglio chiedergli perdono per quello che gli ho fatto, voglio prendere il suo posto. Che diavolo sei? Ho paura!" "No Denise, -disse lui- tuo fratello non può parlarti, almeno non come me. Posso assicurarti che è stato fortunato a non incontrare Sebastian. Noi non siamo vivi, non siamo liberi. Siamo solo dei parassiti che si nutrono." chiuse gli occhi, e quando li riaprì ebbi come un battito in meno: due gocce di sangue gli sgorgarono dagli occhi, "Che ti succede, Damian? Stai sanguinando. Cosa sei, Damian." "Io sono il peggior incubo che si possa avere, sono quello che tu tutti pensano o vogliono credere non esista. Vengo dai Carpazi, ricordatelo, dove tutto ebbe inizio. E neanche io, da vivo, ci credevo. Sono un bevitore di sangue, un vampiro. Adesso lo sai." Continuavo a pensare che mi stesse prendendo in giro, e quando glielo dissi il colore dei suoi occhi cambiò, da grigio a scarlatto, mostrandomi poi i suoi canini. Quasi svenni. "No, no, non svenire... Resta con me, spero che dopo la paura torni la ragione, perché sia che diventi la mia compagna o no, io dovrò proteggerti, se non vuoi fare una brutta fine. Un vampiro che svela il segreto senza aver copulato con la persona stessa verrà punito con la morte. Ma non sarò io a morire, sono già morto. Quindi hai più opzioni: metti le tue cose in valigia e scappa con me subito, fingere di non sapere, che per te è difficile, sei come un libro aperto oppure darti a me, farti bere e bermi a tua volta. Io non posso infettare ma posso salvarti. Tu da vergine liberi me, e io da padrone libero te. Ma soltanto dopo l'elisir. Noi non ci uccidiamo a vicenda, sai perché vanno in giro per il mondo, Raven e Blake? Ti hanno raccontato la storia degli scopritori di talenti. Non si allontanano molto dalla realtà: stanno mettendo su un esercito. Questo è un altro segreto di cui non dovresti essere al corrente. Non c'è ancora molto da sapere. Adesso devi solo assecondarmi, decidi tu quello che pensi sia meglio per te. In ogni caso avrai bisogno di una preparazione. Shh, sta salendo qualcuno. Vai sotto le coperte e zitta." Mi sfiorò le labbra con un dito e aprì la porta, e lo sentii che parlava con Sebastian. "Fai piano, sta dormendo. E' tardi, è quasi giorno, dobbiamo sbrigarci." Sebastian s'informò su quello che era successo e Damian rispose: "Questa è una frana completa, prima ti fa credere chissà che e poi si addormenta sul più bello. Ma quanto l'avete fatta bere? Poi, come se non bastasse le arriva il ciclo, come se fosse un problema per me, lei si sentiva a disagio. Devo ammetterlo amico mio, avevi ragione, come sempre." Sebastian parlò soddisfatto dei progressi di Damian, "Stai crescendo, creatura mia. Il nostro esercito avrà un nuovo membro e lei sarà felice con te." Se ne andarono ma io non avevo il coraggio di uscire dalle coperte, restai lì a piangere e maledirmi su quanto fossi stata stupida, fino a che non mi addormentai stremata.
   
 
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