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Autore: belikeunicorns    30/07/2016    2 recensioni
Lea, una ragazza di 15 anni, attende impaziente che il ragazzo giusto bussi alla sua porta. Dopo che Theo, un suo compagno di classe per cui aveva una cotta, le ha spezzato senza pietà il cuore, decide di arrendersi definitivamente e di cancellarlo una volta per tutte sia dalla testa, sia dal cuore. Ma basterà anche solamente un gesto dolce nei suoi confronti da parte di Theo a rovinare i suoi piani per dimenticarlo.
Genere: Fluff, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Era ormai buio, e molto probabilmente l'ora di cena era già passata, me lo diceva il mio stomaco che continuava a brontolare perché non toccava cibo da quella mattina.
Però poco mi importava in quel momento. L'unica cosa che volevo fare era stare lì, sdraiata su quel materasso a guardare le stelle della sera dalla alta finestrella di quella capanna, nonostante la fame, la noia, e il pensiero che quello che stavo facendo era totalmente inutile.
Ma alla fine rimanere sola in quel piccolo posto, era quello che mi meritavo. Non avevo versato nemmeno una lacrima, non lo ritenevo più necessario, ma la tristezza non aveva esitato a fare spazio nei miei pensieri. Dopotutto era colpa mia. Avevo l'occasione di avere qualcuno che mi amava davvero, senza mezzi termini e senza tradimenti, qualcuno che mi aveva voluto aspettare sebbene inizialmente provavo qualcosa per il suo migliore amico e rifiutandolo dopo avergli fatto credere che magari qualcosa sarebbe potuto esserci. A pensarci, sembra tutto un miscuglio così confuso.
E devo dire di essermi comportata da vera incoerente. Detestavo Theo per avermi fatto credere qualcosa dopo il bacio a casa mia il giorno in cui ci eravamo incontrati per il progetto. Sotto sotto lo odiavo perché mi aveva illusa e perché mi aveva fatto provare qualcosa. 
Eppure, odiando questo suo atteggiamento, mi ero comportata in egual modo con Jake.
Mi ero comportata davvero male nei confronti suoi e dei suoi sentimenti, e aveva un sacco di occasioni per odiarmi.
Poteva odiarmi per avergli fatto provare sentimenti che magari non avrebbe voluto, con un bacio. E anche se gli piacevo prima, forse quello che era successo alla sua festa di compleanno era ciò che aveva innescato tutto. Non lo so.
Poteva odiarmi quando lo avevo rifiutato la prima volta, e la seconda dopo avergli fatto nuovamente credere qualcosa. 
Anche se aveva dei buoni motivi per odiarmi, non lo aveva mai fatto perché non voleva odiarmi. Ma in quel momento io lo avevo perso rovinando tutto. 
Sdraiata su quel materasso, non pensavo ad altro. Non mi interessava se mia madre si infuriava con me per non essere rientrata, anche se molto probabilmente avrebbe presupposto che ero da Sophie a dormire e mi ero dimenticata di avvisare. Non mi interessava della fame e non mi interessava se il giorno dopo ci sarebbe stata scuola, era l' ultimo giorno, non aveva importanza.
L'unica cosa a cui pensavo era Jake e a quanto ero stata stupida.
Gli occhi erano stanchi, e le palpebre mi stavano calando, così avevo deciso di chiudere gli occhi. Mal che vada mi sarei fatta una dormita lì e sarei passata a casa prima di andare a scuola dato che mi svegliavo sempre presto senza l'aiuto di nessuna sveglia.
Ma in quel momento qualcuno aveva aperto la porta quasi come se la volesse buttare giù, e poi un tonfo sul letto che mi aveva fatto riaprire gli occhi.
-Cretina!- mi aveva urlato afferrandmi con entrambe le mani le spalle, -Sei pazza per caso?!-
-Jake...- avevo detto quasi in un sussurro. Mi ero ripromessa di non piangere e per tutto il tempo in cui avevo aspettato neanche una lacrima mi aveva solcato il viso, ma in quel momento mi erano uscite come qualcosa di automatico.
-Sei una cretina...- aveva detto con una voce più calma dopo un sospiro.
Non sapevo cosa dire, mi veniva solo da piangere.
-Dai, smettila di piangere, non fare la bambina...- aveva detto sciogliendo la stretta alle spalle e distogliendo lo sguardo da me.
-Non ci posso fare nulla, va bene?- avevo detto singhiozzando e cercando di asciugare le lacrime col dorso della mano.
Per un po' eravamo stati seduti a distanza col silenzio che ci circondava. Nessuno diceva niente e nessuno si guardava. 
Dopo essermi calmata gli avevo chiesto come mai era lì. Era l'unica cosa che mi veniva da chiedere, pensavo non sarebbe più venuto.
-Mi aveva chiamato Sophie preoccupata.- aveva iniziato, -Mi aveva chiesto se ti avevo visto da qualche parte dato tua madre l'aveva chiamata allarmata perché era già tardi e non eri ancora rientrata. Pensava fossi da Sophie e ti fossi dimenticata di avvisare come al tuo solito. Ti ha dovuto coprire, dicendole che era così, ma poi mi ha chiamato e dato che so quanto sei cretina, sono venuto qui.-
-Non so, ma una parte di me non voleva che tu ci fossi davvero...- aveva detto dopo una risata.
-E perché..?- gli avevo chiesto.
-Perché se tu non fossi stata qui, significava che non mi avresti aspettato davvero e che quindi magari non ti importava a tal punto.-
-E' per questo che non sei venuto?-
-Però in un certo senso, una parte di me desiderava trovarti qui...- 
-E ad essere sincero,- aveva aggiunto, -Non volevo venire perché avevo paura di venir rifiutato una terza volta.-
Mi era venuta naturale una risata. Che cosa davvero... divertente? Ancora non saprei descriverla con esattezza. Quella situazione, quella sua frase... Era tutto così buffo, malinconico e soprattutto così confuso che il pensiero mi faceva quasi sorridere, non so il perché.
In quell'istante avrei potuto fargli una delle mie solite ramanzine, come ad esempio "I problemi vanno affrontati ugualmente!", "Non è così che ci si comporta!" e cose di questo genere.
Ma mi ero limitata ad avvicinarmi a lui prendendogli il viso fra le mani e sorridendogli in modo sincero.
-E se il mio non sarebbe stato un rifiuto?-
Uno sguardo stupito mi guardava, quasi come se non ci credeva nemmeno che l'avevo detto.
-Aspetta, tu...?- aveva provato a chiedermi, ma lo avevo interrotto con un bacio che subito dopo aveva ricambiato.
-Sì.- gli avevo risposto, -Ti amo.-
E subito il suo viso si era arrossato. Mi guardava ancora come se quello per lui fosse un sogno, qualcosa di troppo bello per essere reale.
E in quel momento ancora non lo sapevo, ma Jake sarebbe stato davvero uno di quegli amori troppo belli per essere dimenticati ( o forse l'unico da lì al futuro, chi lo sa).
Per quanto riguarda Sophie, suo padre, nel giro di un'estate, era riuscito a trovare un lavoro migliore in una città vicino alla nostra. Non frequentavamo più la stessa scuola, ma grazie alla vicinanza, riuscivamo a vederci spesso senza troppe ore di viaggio.
Charlie si era dichiarato a lei dopo anni l'ultimo giorno di scuola, e son contenta di dire, che non avevo mai visto una coppia più felice di loro.

Ripensando a tutto, ma proprio tutto quello che era accaduto, un po' mi viene da ridere, ma la malinconia resta sempre sebbene in piccola quantità.
E' stato tutto davvero un grande casino e un gigantesco miscuglio di sentimenti che in parte è finita male ma anche bene. Trovo che tutti questi problemi mi siano comunque serviti a capire un po' meglio che cosa volevo. Nonostante gli altri ostacoli da superare, e anche se è abbastanza banale, si può dire che tutti hanno avuto una sorta di lieto fine.
Chissà che cosa ci riserverà ancora il futuro.



Angolo Autrice^^
Dunque, siamo arrivati alla fine di questa storia che si è prolungata davvero tanto a causa della mia pigrizia nell'aggiornare (e vi giuro che non smettero mai, ma proprio MAI di scusarmi riguardo ciò). Vorrei scusarmi anche per gli errori che ci son stati, son desolata, davvero.
Ad ogni modo vorrei ringraziare voi, miei lettori, che han seguito questo mio racconto dall'inizio alla fine e che hanno portato molta pazienza con me.
Davvero, non smetterò di ringraziarvi, anche perché uno scrittore non è niente senza i suoi lettori.
E nulla, ancora scusa e grazie,
L.
   
 
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