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Autore: malpensandoti    31/07/2016    5 recensioni
Zayn la guarda stralunato e mentre Leila gli dà un buffetto sulla guancia e poi un bacio, Harry cerca di ricordare il motivo per cui continui a partecipare a quelle stupide serate a quattro.
Sorprendentemente, non ne trova neanche uno.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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avevo promesso a me stessa e a tantissime altre persone che non avrei mai più pubblicato nulla, maaaaaaa
diciamo che in questa noiosa estate mi è venuta in mente questa cosa? e ho deciso di buttarla già in un paio di serate
il risultato è molto molto peggio di quanto mi aspettassi, però non avevo voglia di lasciarla nel computer a marcire, quindi. eccola qui, insomma
premetto che degli one direction non m'importa più praticamente nulla, quindi mi dispiace se la presenza di zayn nella storia vi darà fastidio o altro, è un ragazzo come un altro. come harry, d'altronde: è che immaginarmi dei personaggi già 'definiti' è molto meno impegnativo!
a ogni modo, spero che la storia vi piaccia e che soprattutto vi faccia sorridere! è un po' una stupidata, però c'è un po' di me, qui dentro
fatemi sapere cosa ne pensate!
buona estate e tutti quanti <3
caterina

 




 




GIRLS LIKE YOU
 
 
don't you know people write song
about girls like you?
 
 
 
 
 
 
 
Il braccio magro di Zayn scorre agilmente sulle spalle dritte di Leila. Harry avrebbe voglia di strapparglielo via a morsi.
Fuori dal cinema la strada è ricca di luci, nel parco davanti alle loro teste centinaia di persone camminano lente tra le bancarelle artigianali e le giostre per i più giovani, festeggiando con orgoglio l'arrivo dell'estate.
“Devo dire che non mi è piaciuto così tanto come pensavo – sente Leila mormorare, pensierosa come quando non capisce qualcosa – Insomma, tanto di cappello per Robert De Niro, però mi aspettavo decisamente di più dalla trama, ecco”
Zayn ride contro la sua tempia e Harry è a tanto così dall'alzare gli occhi al cielo: è davvero necessario essere sempre così appiccicati?
“Non puoi dire una cosa del genere, babe – dio, quanto lo odia – Nessuno può criticare Taxi Driver in questo modo. Non si fa e basta, capito? Giusto, Jo?”
La sua migliore amica ha gli occhi spalancati, li sbatte un paio di volte e si morde il labbro titubante. “Ognuno ha le proprie idee, Zayn – ribatte, in modo pacato – Se a Leila non è piaciuto il film, è giusto che lo dica. Ce ne sono di migliori”
Zayn la guarda stralunato e mentre Leila gli dà un buffetto sulla guancia e poi un bacio, Harry cerca di ricordare il motivo per cui continui a partecipare a quelle stupide serate a quattro.
Sorprendentemente, non ne trova neanche uno.
Beh, uno sì, forse. Leila. Leila è il suo motivo. Così come Leila è la sua più grande e spaventosa domanda, come molte delle sue risposte.
Lo fa per lei, perché è la sua migliore amica e sfortunatamente anche la ragazza per cui ogni giorno perde la testa. È innamorato di lei da così tanto tempo che ormai ci ha fatto l'abitudine, come una costante, un dolore incessante che con gli anni sembra affievolirsi.
La ama alla mattina, quando fanno colazione e si dividono la solita fetta di cheesecake ai mirtilli. La ama quando insieme varcano la soglia del liceo e si sentono grandi, quando al pomeriggio girano tutti i negozi del centro per un'unica maglietta, quella che alla fine è così cara da non essere più poi così tanto bella. La ama alla sera, con il buio che fa brillare i suoi occhi azzurri e i sacchetti del ristorante cinese lasciati in giro per la cucina. E la ama anche qui, anche adesso, anche mentre la guarda stringersi forte tra le braccia del suo ragazzo.
Forse, si dice, continua a venire a queste stupide serate perché nonostante tutto ci spera ancora. Spera che un giorno Leila capisca e che soprattutto ricambi.
Più semplicemente, però, continua a venire perché anche se fa male, è comunque meglio di niente.
Jo poi non è così pessima. Non parla praticamente mai, certo, ma è gentile e soprattutto sembra essere in imbarazzo quasi quanto lui.
“Che dite, facciamo un giro?” propone Leila, indicando il parco.
Harry e Jo fanno un passo indietro. “Io devo proprio andare – dice lei – Le mie sorelle sono a casa da sole e vorrei tornare a casa prima che si spaventino troppo”
Leila annuisce comprensiva e Harry pensa che sia la ragazza più bella che abbia mai visto. “Anche io vado – mormora poi – Domani mattina vorrei svegliarmi presto per aiutare mia madre in casa”
“D'accordo allora, ci vediamo. Grazie per la magnifica serata” Leila sorride a entrambi, abbraccia il suo migliore amico con foga e bacia una guancia di Jo.
“Ci si vede in giro, amico” è quello che gli dice Zayn, con una pacca sulla spalla.
Harry sorride teso e inspira. Lo vede lasciare un bacio sulla fronte di Jo e si domanda come diavolo faccia un cazzone come lui ad avere una fidanzata così meravigliosa e una migliore amica tanto buona da sopportarlo. Assurdo, non può essere.
Lasciano la coppia alla propria solitudine, insieme e imbarazzati camminano verso i quartieri residenziali che circondano il centro.
Nessuno dei due parla: Harry tiene la fronte aggrottata puntata verso l'asfalto nero e cerca in tutti i modi di togliersi dalla mente l'idea di Leila e Zayn che fanno sesso. Perché lo fanno, certo che lo fanno, ma vederlo proiettato nel proprio cervello non è la stessa cosa di saperlo e basta.
Deve smetterla, smetterla di farsi così male, di credere che ci sia posto anche per lui, che qualcosa possa cambiar-
“Ti è piaciuto il film?”
Scuote la testa e sbatte gli occhi, i suoi muscoli si irrigidiscono per la sorpresa.
Jo tiene le mani infilate nella felpa nera e larghissima che indossa e cammina lenta, incrociando le caviglie passo per passo, la bocca arricciata in un'espressione piena di pensieri.
La sua voce è diversa dai mormorii con cui è solita rispondere durante quelle serate. È più potente, più definita.
“Beh-”
“Perché, vedi – lo interrompe, guarda fissa davanti a sé la strada sempre più vuota – Io ho una teoria su Taxi Driver. Come qualcosa che riguarda le stelle, i pianeti, il Sole. Questa teoria afferma che in nessun universo, nemmeno in quelli ipoteticamente esistenti e paralleli, esiste una persona che può aspettarsi di più dalla trama. Non esiste, non può essere. Qualcosa è andato storto, tipo 'Houston, abbiamo un problema', capito?”
Harry si blocca in mezzo alla strada buia, la testa riccia improvvisamente pesante. Jo ci mette qualche secondo a capire di averlo lasciato indietro e, quando si volta a guardarlo, il suo volto è strano, i suoi occhi sono pieni di un qualcosa che in cinque serate passate insieme lui non è mai stato capace di cogliere. Ha lo sguardo vivo, acceso, che brucia forte.
“Cosa?” si ritrova ad esclamare.
Jo scuote il capo biondo platino e alza le pupille al cielo nero, ricominciando a camminare. Quando lui la raggiunge, continua a parlare. “Come può non piacerle Taxi Driver?”
“Beh, tu hai detto che ognuno ha i pro-”
“Taxi Driver non è un gusto, Harry – è la prima volta che lo chiama per nome. È un suono quasi ruggente – Non è come quando da Tesco non sai se comprare la pizza con la doppia mozzarella o quella con i pepperoni. È come la pizza e basta. Anzi no, come Tesco. Come il cibo. Non può non piacerti il cibo e quando non ti piace, è perché sei malato”
“Stai dicendo che Leila è malata?” le domanda lui, ancora più confuso di qualche secondo fa.
Jo saltella sul posto come una bambina e sbuffa talmente forte che i suoi capelli si alzano per qualche secondo sopra ai suoi occhi bruni. Se li sposta dietro alle orecchie quindi, e Harry per la prima volta nota le sue mani: bianche, paffute e piccole, diverse da quelle di Leila.
No – gli risponde con enfasi – Sto dicendo che...beh, sì. Forse è malata, ecco”
Quel commento gli fa storcere il naso. Harry si volta a guardarla e “Non è malata – esclama, un po' seccato – Lei è...”
Bellissima, sensuale, dolce, affascinante, Leila.
I suoi pensieri silenziosi devono fare un gran baccano, perché Jo scuote la testa per l'ennesima volta e “Dio mio, Harry – mormora, con un sorriso storto – Perché non glielo dici e basta?”
“Dirle cosa?”
“Che sei innamorato di lei, ovvio. E che queste serate fanno schifo, anche”
Le sue guance prendono fuoco, la sua schiena si irrigidisce involontariamente e i piedi gli si impiantano contro l'asfalto, come incollati su quella strada residenziale.
“Cosa? – balbetta, in preda al panico – Come? Perché dici così? Che cosa sai? Chi te l'ha detto?”
Anche Jo si è fermata, adesso. Il suo sguardo è lo stesso di prima, il suo sorriso è piccolo e divertito. “È piuttosto ovvia la cosa, ma non ti preoccupare. Leila dice che è carino il fat-”
“Aspetta, cosa?”
Le Converse si muovono da sole, la raggiungono in una falcata e tutto sembra iniziare a girare vertiginosamente. Le sue mani tremano, le sue dita raggiungono il braccio sottile della ragazza prima ancora che la sua mente possa realizzarlo.
Jo fissa quella presa un po' burbera con sorpresa, si scansa con una spallata e si aggiusta la felpa scivolata dalla spalla. Risponde: “Zayn ha detto che per Leila è una cosa davvero carina il fatto che tu sia innamorato di lei”
Il gelo inizia dai polmoni, colpisce lo stomaco e la gola fino a raggiungere gambe e cervello. Respira forte, Harry, così forte che quasi riesce ad assaporare distintamente ogni più misero odore di quella schifosa serata. Gli si congelano le ossa, gli occhi diventano lucidi come le stelle sopra quella strada.
Non dice nulla per un po', e Jo è come se scomparisse insieme a tutto il resto.
L'attimo dopo sono di nuovo fermi tra le macchine parcheggiate e le case che dormono, lei non sorride più e la sua espressione è tesa: sembra che soffra insieme a lui.
“Tu non lo sapevi?” gli chiede.
Harry la lascia andare all'improvviso, si passa le mani sudate tra i riccioli che Leila adora. “Se sapevo di essere innamorato di lei? Certo – esclama – Se sapevo che lei lo sapesse? No, cazzo. No. Dio, che...che schifo”
Le dà le spalle, tira su con il naso e si sente stupido. Come è successo? Com'è possibile?
“Non è colpa tua, Harry – la voce di Jo è quasi dolce, fastidiosa – Le cose vanno bene per alcuni, male per altri. Insomma, lei è ancora con te, no? Forse non come vorresti tu ma è comunque lì”
È così. Il fatto che il loro rapporto sia rimasto invariato nonostante Leila sia a conoscenza di quell'amore così grande per Harry è sia una rassicurazione che una conferma: non cambierà mai nulla, quindi. Rimarranno amici, migliori amici e basta.
“Vieni – Jo gli prende la mano, ma non gliela stringe – Ti offro qualcosa da bere”
 
 
 
 
 
Casa di Jo è femminile e molto elegante, per quanto poco Harry riesca a vederla. Lei afferra due bottiglie di Coca-Cola dal frigo e lo conduce al piano di sopra. Si affaccia per controllare entrambe le stanze delle sue sorelle e poi “Seguimi” gli sussurra, facendogli strada sopra un'altra rampa di scale.
Harry rimane in silenzio ed obbedisce, non ha per niente voglia di parlare.
La camera da letto di Jo è nel sottotetto, grandissima e buia, illuminata da un nastro di luci led bianche che scende dal soffitto. Vi sono disegni ovunque, schizzi di colore su fogli sparsi sulla scrivania e sulla moquette pallida. Alle pareti spuntano decine di scritte differenti, più e meno grandi a seconda della posizione e il letto a una piazza si affaccia su una finestra che dà sul letto.
Jo stappa entrambe le bottiglie con le chiavi sulla scrivania e gliene offre una, poi entrambi si siedono sul materasso alto, fissano la cartina geografica appesa.
“Le puntine sono i posti in cui sei andata o...?”
La vede sorridere appena. “Solo quelle colorate – risponde – Quelle bianche invece indicano i posti in cui mi piacerebbe andare. È tutto diviso in base ai colori, vedi? Dio, amo i colori. Non sono la cosa più bella che esiste in natura?”
Harry fa spallucce, beve un sorso di Coca-Cola e sbatte gli occhi per via delle bollicine. “Immagino di sì” risponde monocorde.
Jo sbuffa. “Sei una noia mortale, Harry. Te l'hanno mai detto?”
“Che c'è? Mi dispiace se non mi entusiasmano così tanto i colori. Sono solo...colori”
La vede alzarsi di scatto e iniziare a muoversi nervosamente nella stanza.
“Leila” esclama poi, e si ferma.
Lui non capisce, non capisce più nulla. Ma quel nome è fastidioso adesso, lo disturba.
“Cos-”
“Leila è...lei è viola. Il viola si forma con il rosso e il blu, è un colore intermedio, un colore che è contrasto. Tu la ami, vero? La...la desideri, la vuoi. Il tuo amore è grande, è fuoco, è rosso. Tu però sei blu, blu come i suoi occhi che pensi non vedano nulla, blu che è malinconia, è dolore. Non farai mai il primo passo, non le dirai mai che dentro di te il tuo amore arde. Lasci che il blu ti invada, lasci che...che ti macchi con il suo dolore. Non...non è magnifico?”
Harry deve abbassare gli occhi, a quel punto: lo sguardo di Jo è forte, troppo forte per lui. Non lo regge perché semplicemente dice la verità. Non avrebbe mai pensato che la ragazzina gentile con cui è uscito in tutte quelle serate potesse fargli così male con uno stupido discorso sui colori.
Deglutisce, si schiarisce la voce e sente gli occhi pizzicare. “Non è magnifico – mormora, la voce così sottile da risultare stridula, bagnata – È solo triste”
“Una cosa non esclude l'altra – ribatte Jo prontamente, facendo una giravolta – Non hai mai visto qualcosa di bello e triste allo stesso tempo?”
“Come può qualcosa essere bella e triste allo stesso tempo?”
Lei gli sorride furba. “Resta qui per altre quattro ore. Ti faccio vedere una cosa”
Ed Harry resta.
 
 
 
“Sei un'artista?”
Jo si volta a guardarlo sorpresa, poi gli sorride. “Un giorno, forse – risponde, avvicinandosi a lui e ai disegni che tiene in mano – Adesso faccio spendere soldi ai miei per colori e pennelli”
Lui annuisce lentamente e osserva minuziosamente le piccole opere che ha raccolto dalla confusione della scrivania: sono per lo più volti di persone dai tratti più che verosimili e i colori assurdi, pennellate differenti che creano un effetto strano. Quello che più lo colpisce, però, è la mancanza di determinati dettagli in ciascun viso.
“Questo è Zayn – esclama all'improvviso, riconoscendo i tratti del ragazzo – E...non ha gli occhi”
Jo accanto a lui fa un sorriso storto e inclina il capo. “Lo so. Quella è mia madre, e non ha la bocca. E mio padre, invece, non ha le orecchie”
Si guardano per qualche secondo e per un attimo – uno solo – Harry sente l'intero corpo paralizzarsi sotto a quegli occhi bruni.
In due mesi di conoscenza, non ci ha mai fatto caso: eppure Jo è bella ed è diversa da come l'ha sempre vista. È semplice restare lì insieme a lei a guardarsi e restare zitti.
Poi Jo inizia a osservargli le labbra, il naso, gli zigomi e i capelli. “Un giorno ti farò un ritratto – mormora – E lo farò senza bocca, perché tu non dici niente. E sarà un peccato perché le tue labbra sono davvero belle”
Poi sospira, si volta e si butta sulla poltrona in polistirolo che c'è accanto alla libreria.
Harry arrossisce, non commenta e si focalizza di nuovo sulla cartina geografica.
“Sei stata in un sacco di posti” mormora in modo stupido.
“Mh-mh”
“Tokyo, Sydney, Bangkok, Oslo, Copenaghen, Barcellona, New York, Rio...”
“Sì. Mi piacciono le grandi città”
Harry rimane in silenzio per un po'. “Leila le detesta, invece – si ritrova a raccontare – Odia lo smog, il traffico, i parchi affollati e il caldo. Dio, quanto odia il caldo. L'estate scorsa siamo andati in Spagna insieme alla mia famiglia, lei è stata l'intera settimana chiusa in hotel con l'aria condizionata”
Dirlo adesso ad alta voce non fa così ridere come quando Leila è con lui, tutt'altro. È una storia triste.
Ogni cosa è triste.
Chiude gli occhi e Jo è in piedi accanto a lui, la sua mano piccola gli sfiora i polpastrelli e la sua voce è
dolce mentre gli dice: “Vieni, è quasi ora”
 
 
 
Harry non è mai stato su un tetto di una casa. Le tegole gli danno fastidio sotto ai jeans e i suoi denti battono tra di loro per il freddo di prima mattina. È goffo, imbranato contro il muro del camino e ha il terrore di sentire il tetto sotto di lui tremare e poi cedere, lasciandolo morire dentro a quella casa grande e costosa.
Jo invece ha tutta l'aria di essere stata lì almeno un migliaio di volte: è perfettamente tranquilla accanto a lui, tiene le gambe incrociate e il cappuccio della felpa che quasi copre i suoi occhi scuri.
“Adoro la mia stanza – la sente dire, dopo qualche minuto iniziale di completo silenzio – Ha le finestre che si affacciano sai ad est che ad ovest, ci hai fatto caso? In questo modo, si possono vedere sia l'alba che il tramonto”
“Stiamo aspettando questo, giusto? – le domanda Harry – L'alba?”
Lei annuisce con energia e sorride, incrociando le braccia al petto.
Quindi tornano in silenzio.
Si riesce a scorgere il mattino da quest'altezza. Sopra le loro teste il cielo è ancora blu, ma oltre i tetti del quartiere, Harry riesce a vedere il colore farsi sempre più chiaro, fino a diventare una pennellata di arancione acceso.
In quel silenzio sottile, tutto sembra muoversi velocemente e restare fermo: il cielo cambia incessantemente, eppure Harry si sente inspiegabilmente calmo, immobile come il tempo.
A un tratto, il sole non è che un cerchio perfetto e colorato, tanto piccolo e scuro da poterlo guardare senza timore, senza abbassare gli occhi. Respira forte e l'aria che lo avvolge e gli entra dentro è fredda, gelida come le sue mani.
A un tratto, capisce di essere, sa di esistere, di essere vivo, di provare un qualcosa di così grande da fargli bagnare gli occhi. Si rende conto di non averlo mai realizzato veramente fino a quel momento, di averlo dato per scontato come se fosse una cosa da poco.
Non è così. Dio, non è assolutamente così.
“È bello, vero? – sussurra Jo – Ed è sempre qui, sempre a tua disposizione. L'uomo ha fatto tanti di quei casini su questo pianeta che una vita intera non basterebbe ad elencarli tutti, eppure questa è una cosa che nessuno potrà mai cambiare. Ogni giorno, per tutti i giorni, il sole sorge e tramonta. Puoi perdere l'amore della tua vita, puoi soffrire, avere paura, puoi scappare, puoi nasconderti nel buio e fingere di non esistere ma non funziona, perché il sole è sempre lì e tutti i giorni ti ricorda che anche quando non vuoi, anche se fa male, ogni cosa procede e si muove. Con o senza di te”
La sua voce s'infrange contro quell'alba che mozza il fiato, e Harry è così a corto di parole che semplicemente sbatte gli occhi e finge che quelle lacrime non esistano.
È così bello e così triste.
Sopraffatto da quelle emozioni contrastanti, torna a guardarla. Di nuovo, non capisce.
“Tu sei diversa. Tu...non sei la stessa ragazza che accanto a Zayn non dice una parola ed è solo gentile. Perché?”
La vede sorridere e inclinare la testa da un lato. Sembra quasi timida mentre gli risponde. “Perché Leila è silenziosa, e non dice quasi mai parolacce. E non scappa di casa, non guarda mai il cielo, non si veste con gli abiti da uomo e di sicuro non è innamorata di Zayn quanto me. Non lo ama in quel modo distruttivo che mi copre la vista. Vedo solo lui, capisci? E lui nella mia testa vede tutto tranne...tranne me
C'è di nuovo silenzio, e il giorno che si alza davanti a loro. Lui respira. “È triste”
Ma Jo lo sorprende per l'ennesima volta: spalanca le braccia e si mette a ridere. “Eppure guarda! – dice a voce alta – Guarda! Non è una cosa bellissima?”
E Harry, con gli occhi fissi nei suoi annuisce piano e “Sì – concorda, perché è così – è davvero una cosa bellissima”
 

 

 

 

  
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