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Autore: Syra44    24/04/2009    7 recensioni
- Tu dici? Ma tesoro... loro possono essere anche le persone più profonde di questo mondo, ma io... sono come dire... ah, sì, ecco: perfetta. - E se una Mary Sue, per vendetta, andasse a turbare la pace che regna a Central City? [Spiegazioni all'interno] [Dedicata al RoyAi fan forum, con affetto]
Genere: Commedia, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa, Un pò tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1: Come una Mary Sue desidera un arrivo… e com’è in realtà

Capitolo 1: Come una Mary Sue desidera un arrivo… e com’è in realtà

Stesso giorno, stessa ora, 1915, Universo di FMA, Central City

 

Era normale, a Central City, vedere le stranezze più inconsuete. Uomini che al posto degli arti esibivano automail scintillanti, alchimisti pronti ad impegnarsi nelle loro ricerche, e anche ragazzi con indosso armature medievali.

Tutto perfettamente nella norma. Più o meno.

Allora perché ogni uomo, donna, bambino, animale o strana creatura che fosse la fissava come un ibrido tra una chimera e un marziano?

Mary Sue si guardò ancora intorno, stupendosi degli sguardi che la gente le riservava. Certo, era abituata alle occhiate invidiose delle altre ragazze, ammirate dei passanti e, soprattutto, completamente ammaliate dei ragazzi.

Ma come la fissavano gli abitanti di Central City, non l’aveva mai fissata nessuno.

Allora, si disse Mary Sue, è così che si sentono attrici e modelle.

Sicuramente lei, con i suoi riccioli blu, i suoi occhi verde smeraldo, le labbra carnose, la dentatura perfetta, il corpo sinuoso e la tutina aderente alla Catwoman, era riuscita a catalizzare l’attenzione su di sé, e evidentemente la gente che la fissava era semplicemente estasiata al suo cospetto. Sì, sicuramente. Così come erano sicuramente delle allucinazioni dovute alle stanchezza del viaggio interspaziale i bambini che la indicavano sghignazzanti e le facce sdegnate dei più anziani.

- E così, la mia vendetta avrà inizio… - mormorò tra i denti, ridendo poi con quella sua risata leggera e cristallina, ma malvagia allo stesso tempo. Una risata che suonava spaventosamente inumana.

 

Edward ed Alphonse Elric, quel giorno, speravano solo di non dover sfacchinare ulteriormente. L’ultima missione era stata estenuante, e non vedevano l’ora di potersi finalmente rilassare.

- Ouch! -

Come non detto. Le ultime parole famose.

Ed finì a terra, quasi soccombendo sotto il “dolce peso” di quella che a prima vista gli era parsa una enorme massa di capelli blu. Cercò di spostare la “strana cosa” da sopra di sé, cercando di rialzarsi, ma quella, sopra di lui, cominciò a muoversi, e Ed vide apparire a pochi centimetri di distanza dal suo il volto di una ragazza.

Il primo pensiero che ebbe fu che la ragazza era… inquietante.

Sembrava apparentemente perfetta, né un brufolo, né un’impurità a segnarle il viso niveo e candido. Gli strani capelli blu le contornavano il viso in maniera tale da sembrare quasi modellati per aderire a quel volto, mentre gli occhi, di un insolito verdolino che gli ricordava vagamente i broccoli bolliti, splendevano di una strana luce, una luce quasi… sadica.

La ragazza lo fissò con espressione innocente, poi sorrise dolcemente.

Ed pensò che quello strano essere non doveva essere umano: quale normale ragazza avrebbe sorriso a chi le era appena caduto addosso?

 

Mary Sue non riusciva a credere di avere una tale fortuna. Aveva intravisto da lontano i famosissimi fratelli Elric; dopotutto, non era così difficile riconoscere un gigante di ferro ed un nanetto che si spacciava per Cappuccetto Rosso. Da quel che ricordava, erano i protagonisti del manga ambientato nel mondo in cui era finita, quindi era indispensabile contattare, diventare amica e sedurre almeno uno di loro. Poi sarebbero venuti i loro amici, ma non era quello il momento di pensarci.

Aveva così finto di camminare ben assorta e per puro caso da quelle parti, e a simulare di essere travolta dal Fullmetal Alchemist. Così, con un’abile mossa acquisita con l’esperienza, era riuscita a cadere sopra di lui. E adesso, mentre lo fissava, sorrideva, proprio come avrebbe fatto un felino con la sua preda.

Ormai si fissavano negli occhi da almeno un minuto, e lei era sicura che il suo sguardo ammaliatore stesse già causando disagio e attrazione nel ragazzo che aveva scelto come vittima, mentre il realtà il poveretto temeva semplicemente di avere a che fare con una strana creatura alchemica.

- Signorina, sta bene? - esclamò preoccupato Al.

Quella frase ebbe il potere di risvegliare entrambi: Ed scosse la testa, con espressione stupita, quasi come se fosse tornato da un secondo viaggio nel portale; l’altra invece appariva piuttosto scocciata.

Ah, maledetto fratello ferrato! Stavo per sedurre il più vecchio dei fratelli, sono sicura che lui aveva già sentito il classico bollore che gli uomini provano in mia presenza! Sarebbe bastato non rovinare l’atmosfera!

- Ehm… - provò allora Ed - potrebbe togliersi di dosso, adesso? - aggiunse, con tono più scocciato di prima. Una vena aveva cominciato a pulsare sulla tempia del ragazzo, ma Mary Sue era ben lungi dall’essersene accorta.

- Fratellone, cerca di essere un po’ più gentile! - esclamò il minore dei due, e senza problemi sollevò entrambi da terra e li aiutò a rimettersi in piedi. Sebbene avesse usato una certa accortezza e un certo riguardo nei confronti di Mary Sue, fu fissato male e guardato come il peggiore dei mostri.

- Grazie - commentò la ragazza, acida. Poi si rivolse ad Ed, cambiando nettamente tono della voce ed espressione e cominciando a sviolinare in modo talmente evidente che il celebre Mozart ebbe un rigurgito nella tomba, sentendosi chiamato in causa essendo stato anche un violinista: - Oh, che sbadata, non mi sono ancora presentata. Il mio nome è Marianna Assuntina della Rocca delle Fonti XII, ma potete chiamarmi semplicemente Mary Sue. E tu… cioè, voi, come vi chiamate?  - e dopo la sua presentazione, a suo giudizio frizzante e giovanile, strizzò l’occhio.

Sapeva che le strizzatine d’occhio faceva sempre un certo effetto sugli uomini. Nel mondo da cui proveniva, era riuscita a conquistare due attori famosi, tre atleti olimpionici, ventisette ragazzi della sua scuola e, ovviamente, il figo di turno che le aveva giurato fedeltà ed eterno amore dopo una sola notte passata insieme, nonostante prima avesse mostrato verso di lei indifferenza e disprezzo. Ah, com’era strano l’amore!

- Edward Elric - bofonchiò Ed.

- E io sono suo fratello minore, Alphonse El… -

- Sì, sì, va bene, ho capito, Edo-chan, Aru-chan - esclamò sorridendo Mary Sue.

- COSA?! - urlò Ed, sull’orlo dell’esaurimento, cercando invano di scagliarsi sulla ragazza. Insomma, una perfetta sconosciuta appena uscita dalla scatola di una Barbie aveva osato chiamarli in quel modo ridicolo! Non poteva tollerare una cosa simile!

- Fratellone, calmati! - urlò Al - A parte il fatto che non puoi picchiare una perfetta sconosciuta, ma poi… -

- Ma poi cosa?! -

- … beh, ci stanno fissando tutti - completò Al, continuando a trattenere il fratello nonostante si fosse fermato.

Probabilmente picchiare una sconosciuta in un luogo pubblico sotto gli occhi di tutti i presenti non era una buona idea, pensò velocemente Ed. Quindi si fermò del tutto, e fissò la ragazza negli occhi. Respirò profondamente, e cercò di fingere che quella tipa completamente suonata, a suo giudizio, non esistesse.

- Andiamo, Al - disse voltandosi e avviandosi verso il Quartier Generale.

- Arrivo, fratellone! Arrivederci, signorina! - e corse via dietro Ed, dando le spalle alla ragazza e allontanandosi velocemente.

Mary Sue rimase spiazzata per un secondo.

Non sono capitolati ai miei piedi.

Mi hanno lasciata sola.

Mi HANNO MOLLATO! Hanno osato mollare me, la primadonna delle fanfiction, la regina dei cliché, l’imperatrice della seduzione! No, non possono fare a ME una cosa del genere!

- Ehi, voi! Aspettatemiii! – urlò, correndo come una forsennata dietro ai fratelli Elric.

- Che cosa vuole?! - ringhiò Ed voltandosi di scatto. 

Mary Sue rimase semplicemente sconvolta: non era possibile, un uomo che si rivolgeva in modo aggressivo a lei?

Oppure…

Sorrise diabolicamente. Ma certo, sicuramente l’alchimista era già cotto di lei e si comportava in quel modo per non mostrarsi debole e sentimentale, e soprattutto perché voleva metterla alla prova e stupirla. Nel suo mondo, la maggior parte dei ragazzi agiva così; per questo era sicura di aver fatto centro.

Mentre Mary Sue continuava imperterrita a utopizzare sui sentimenti dell’Elric più anziano, Al ne aveva approfittato per rimproverare il fratello per la sua scortesia l’ennesima volta, e poi, con estrema gentilezza, si rivolse a Mary Sue, interrompendo il flusso dei suoi pensieri.

La ragazza fissò con sguardo omicida quello che in pochi minuti era diventato per lei “un inutile pezzo di metallo”, mentre la povera vittima si rintanava dietro il fratello chiedendosi cosa avesse mai fatto di male.

- Beh, dove siete diretti? - chiese Mary Sue fingendo indifferenza.

Ed rischiò seriamente di perdere il controllo per l’ennesima volta: insomma, ma chi diavolo era quella strana tipa? Perché diavolo sembrava volersi attaccare a loro come il sottotenente Breda con i suoi panini?

Poi, improvvisamente, un’idea si fece largo nella mente dell’alchimista. Un’intuizione, che forse non si sarebbe rivelata affatto sbagliata…

- Dobbiamo recarci al Quartier Generale di Central. Io sono un’alchimista di Stato. - disse allora Ed.

Mary Sue sorrise sentendo finalmente una frase non ostile nei suoi confronti: sì, finalmente Ed si era reso conto dei suoi sentimenti per lei, e probabilmente l’avrebbe portata con sé per dichiararle il suo eterno amore! E con lui, faceva quota centouno dichiarazioni in due settimane…

- Oh, non sono mai stata in un Quartier Generale! - sviolinò per l’ennesima volta – Mi piacerebbe tanto, tanto, tanto vederne uno… -

- Ma certo… - rispose Ed, sorridendo malignamente - saremo felici di farle da guida… -  

Mary Sue saltò dalla felicità: evviva, ce l’aveva quasi fatta! Ora le bastava solo un completo da donnina allegra e sarebbe stata pronta alla conquista del Fullmetal Alchemist.

- Fratellone, ma cosa stai facendo? - mormorò Al all’orecchio del fratello, mentre Mary Sue, persa nei suoi vaneggiamenti, immaginava le mille e una notte insieme al suo nuovo giocattolo.

- Ascolta, Al: fidati di me. Quella… “cosa”… non credo sia umana. Dobbiamo assolutamente accertarcene… prima che sia troppo tardi. -  

 

 

 

 

 

Piccola nota dell’autrice:

Rieccomi qui, con il primo vero capitolo! Scusate se ci ho messo un po’ ad aggiornare, ma ho molti progetti per la testa ed un sacco di impegni. Il capitolo probabilmente non è molto divertente, non so far ridere ç_ç Cercherò di impegnarmi di più nel prossimo, promesso. 

E ora rispondo alle recensioni! ^^

 

Swwtcicia: Agnese, grazie del duplice commento ^^ Sono felice che mi seguirai anche qui. Cercherò di impegnarmi con questa storia, dato che è la prima comica che provo a fare. Ti ringrazio ancora per i complimenti! Ciao, ci sentiamo!

 

einas: Mi fa piacere che la fanfic ti abbia colpito, e che entrambi/e condividiamo l’odio per le Mary Sue XD Ciao, e grazie del commento.

 

Ino chan: Grazie del complimento, in effetti lo scopo del prologo era appunto quello di incuriosire il lettore. Spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo. Ciao!

 

Rinalamisteriosa: Ciao Katia! Mi fa piacere che la fic ti sia piaciuta, e che ti abbia incuriosito, era quello il mio scopo ^^ Spero continuerai a seguirmi. Ciao, e grazie ancora!

 

beat: Sei l’unica che ha fatto un commento sul destino della povera autrice XD E sì, di guai ce ne saranno, dopotutto con le Mary Sue non si mai XD Grazie del commento, alla prossima.

 

 nueblackcrowfriend: Grazie per i complimenti ^^ E complimenti a te per la gestione di un centro che si occupa di una santa missione come quella di liberarci dalle Mary Sue XD A presto.

 

Grazie anche a chi ha solo letto il prologo. Beh, un bacio a tutti e al prossimo capitolo!

Vostra affezionata Syra44

  
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