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Autore: Horse_    01/08/2016    3 recensioni
{Sequel Una vita senza di te significa non vivere per niente.}
(Per capire qualcosa consiglio di leggere anche l’altra storia)
Ian e Nina hanno appena capito cosa provano veramente l’un per l’altra e, dopo una notte d’amore e passione, si preparano per tornare a casa. Sono entrambi decisi ad iniziare una nuova vita insieme con i loro figli, perché sono stati separati fin troppo, ma, una volta tornati a casa, dovranno fari i conti con la cruda realtà. Ian è sposato con Nikki, che è ancora sua moglie, mentre Nina sta, quasi in modo fisso, con Eric. Una notizia sconvolgente porterà i due a separarsi definitivamente, ma sarà per sempre? Riusciranno a lottare contro tutto e tutti per stare finalmente insieme con i loro bambini e con il loro vero amore?
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev, Nuovo personaggio, Paul Wesley
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Thirty-Seventh Chapter.

Pov Nina.

I bambini sono entusiasti di visitare il parco. La decisione è stata presa all’ultimo minuto e, fortunatamente, ogni cosa ha coinciso con i nostri piani, a partire dall’apertura del parco fino alla disponibilità dell’hotel. Io e Ian abbiamo deciso di far fare loro qualcosa di alternativo e, visto che siamo in Florida, abbiamo optato per questo parco naturale. Potrebbero essere i due giorni più terrificanti della mia vita, visto che gli animali che ci vivono sono assolutamente tra quelli di cui sono più spaventata, ma l’importante è che i bambini si divertano. 

Dormiremo una notte in albergo e staremo qui tutto oggi pomeriggio e tutto domani, per poi ripartire alla sera senza problemi, visto che il parco dista circa un’ora da Miami. Siamo vestiti in maniera molto casual e i bambini indossano un berretto azzurro e tengono in mano una macchina fotografica e al collo un binocolo, regalo di mio padre di qualche anno fa. 

Ian mi mette un braccio attorno ai fianchi e io gli appoggio un bacio sulle labbra, poi tira fuori la cartina per capire con che cosa iniziare e dove andare. E’ enorme, ma non può essere diversamente visto che è un parco nazionale.

 

“Per oggi, visto che abbiamo appena parcheggiato la macchina, direi di escludere Loop Road.”- dice Ian.

 

Mi pare sia il percorso da fare in auto su una strada sterrata circondata da alberi, piante e coccodrilli, più qualche altro strano animale.

 

“Che cos’è, papà?”- domanda Stefan.

“E’ un percorso che si fa su una strada sterrata circondata dalla natura. Ai bordi della strada e, molto spesso anche in mezzo, vi si trovano alligatori, coccodrilli, serpenti, tartarughe e molte specie di uccelli.”- spiega Ian a tutti e tre, confermando le mie ipotesi.

“Davvero? Ma è una cosa fantastica! Se… Se non possiamo farla oggi, possiamo farla domani?”- domanda Joseph.

“Certo, domani sarà la prima cosa che faremo.”- lo rassicura Ian.

“Ma sono liberi? Non sono nelle gabbie, quindi?”- domanda Stefan.

“Liberi, senza nessuna costrizione!”- conclude Ian entusiasta.

 

Stefan ha preso da me l’odio per gli insetti e i ragni (Joseph prima mi ha fatto una spiegazione accurata a cosa appartengono e all’ordine), ma adora tutti gli altri animali, mentre Joseph adora proprio tutto. Hanno preso comunque entrambi dal padre; non che io odi gli animali, ma diciamo che provo simpatia per alcune specie limitate, non su tutto.

 

“Potremmo fare la Royal Palm Visitor Centre o la Shark Valley oppure Anhinga Trail. Le ultime due sono molto simili, ora vi spiego di che cosa si tratta.”- ci dice Ian, vendendo tutti e tre molto perplessi. -“La prima è una visita all’interno del parco, immersi all’interno della natura dove si possono vedere uccelli, pesci, tartarughe e qualche alligatore o coccodrillo. Le altre due sono più specifiche per coccodrilli e alligatori. Si fanno tutte e tre a piedi su passerelle.”

“E’ sicuro?”- domando io.

“Certo che è sicuro.”- conclude Ian accarezzandomi un braccio.

“Potremo sceglierne due e ci occuperanno quasi sicuramente tutto il pomeriggio, per questo ho escluso Chokoloskee Bay. Preferirei farla domani pomeriggio o domani mattina, quando ci sono meno zanzare.”

“Sarebbe?”- domando io.

“Una gita in barca e, anche lì, potremmo vedere coccodrilli e alligatori nel loro habitat naturale e, se siamo fortunati, anche qualche delfino.”- mi spiega lui e i bambini annuiscono euforici.

“Dobbiamo farlo assolutamente!”- esclama Joseph, mentre Stefan annuisce concordando con il fratello.

 

Alla fine optiamo per Shark Valley e per Royal Palm Visitor Centre, mentre domani faremo tutto il resto. 

Iniziamo con la Shark Valley, un percorso lungo il parco fatto di una passerella, dove si può passeggiare tranquillamente in mezzo alla flora e la fauna, in modo totalmente sicuro, per mia fortuna. I bambini ci stanno davanti, tenendo in una mano la macchina fotografica, pronti per scattare foto agli animali, e il binocolo per osservare meglio gli animali distanti. Io e Ian stiamo qualche passo dietro di loro, mano nella mano. Ogni tanto ci fermiamo per riposare -per farmi riposare- e, grazie al cielo, c’è qualche panchina in legno lungo la passerella. 

Ci fermiamo per l’ennesima volta e, mentre i bambini si avvicinano ai bordi della passerella per scattare qualche foto al panorama, protetti comunque da una staccionata che impedisce loro di cadere in acqua, io e Ian ci fermiamo su una panchina.

 

“Come ti senti?”- mi domanda preoccupato appoggiandomi una mano sulla gamba. -“Sei stanca?”

“Sto bene, davvero.”- gli sorrido dandogli un bacio sulle labbra. -“Non sono stanca.”

“Ne sei sicura? Forse avrei dovuto smistare i percorsi dove bisogna camminare e farne uno domani, anziché farli tutti e due oggi.”- mormora lui preoccupato.

“Non preoccuparti, va bene così. Magari domani saremo più stanchi ed è un bene fare il percorso in macchina e quello in barca. Ti stai preoccupando troppo.”- gli dico accarezzandogli una guancia.

 

Mi sento bene, veramente. Certo, ogni tanto sento proprio il bisogno di fermarmi per riposare qualche istante, ma ormai è tutto passato. Ho affrontato mesi di infermo, ma poi l’operazione è riuscita alla perfezione ed ora le mie gambe funzionano. Non posso nascondere il fatto che, molto spesso, ho pensato di non farcela e di non riprendere più a camminare, ma con l’aiuto della mia famiglia, dei bambini e dei miei amici ce l’ho fatta. Una parte importante, se non quella più importante, ce l’ha avuta Ian, senza ombra di dubbio. Mi è stato accanto ogni istante, come meglio ha potuto, preoccupandosi unicamente di me -e dei bambini- tralasciando tutto il resto. Ma è questo che fa l’amore, dopotutto, ti spinge a stare accanto alla persona che ami, senza nessun tipo di barriera e costrizione.

 

“Mamma! Papà! Guardate che belle foto abbiamo scattato!”- urlano i bambini entusiasti sventolandoci sotto gli occhi le macchine fotografiche.

 

Sorridiamo entrambi, poi guardiamo le foto che hanno scattato ai bambini. Sono decine e molte sono sempre le stesse, ma loro sono così felici e noi lo siamo per loro. Promettiamo loro di portarle a stampare e di fare un bel album, così avremo il primo ricordo della nostra famiglia unita. 

Joseph e Stefan sembrano entusiasti dell’idea. Rimaniamo qualche altro minuto ad osservare il panorama, poi decidiamo di proseguire. Continuiamo a camminare lungo la passerella in legno, esattamente come abbiamo fatto poco prima. Stiamo parlando tranquillamente, quando Joseph, dopo aver assottigliato gli occhi, corre avanti, molto probabilmente perché ha visto qualcosa. Stefan lo segue a ruota ed io e Ian gli andiamo dietro. E’ una fortuna che il posto sia sicuro, altrimenti a quest’ora si sarebbero già presi una bella sgridata. Joseph indica qualcosa in mezzo all’erba, non poco distante da noi. E’ nascosta in mezzo agli alberi, ma è comunque distinguibile. 

Ma quello è un puma. 

 

“E’ un puma! E’ un puma!”- urla Joseph euforico. -“E’ la prima volta che ne vedo uno!”

“Si sta muovendo!”- esclama Stefan, euforico quanto il fratello.

 

Io sto pregando che rimanga lì, fermo dov’è. Siamo al sicuro, ma non si sa mai.

 

“E’ una pantera della Florida, per la precisione.”- spiega loro Ian abbassandosi all’altezza dei suoi figli. -“Siamo davvero fortunati a vederla, è molto rara.”

“E’ in via d’estinzione, quindi?”- domanda Stefan dispiaciuto.

“Purtroppo si, al mondo ci sono pochissimi esemplari. Non è bellissima?”- chiede Ian.

 

I bambini annuiscono incantati, poi iniziano a scattare subito delle foto. 

 

“Non verrà qui, vero?”- domando io.

“Siamo al sicuro. E’ impossibile che riesca a raggiungerci.”- mi dice Ian accarezzandomi la spalla.

“Ti credo… L’importante è che rimanga ferma lì, immobile.”- gli dico continuando a guardare l’animale.

 

Ian sorride scuotendo la testa, mentre io tengo lo sguardo fisso sul felino. Sebbene sia preoccupata non posso negare la bellezza dell’animale. E’ tranquillo e molto probabilmente non si è accorto di noi, ma anche se l’avesse fatto penso che non sarebbe cambiato nulla. 

 

“Papà?”- lo chiama Stefan.

“Dimmi tesoro.”- lo invita Ian a parlare.

“Che differenza c’è tra la pantera della Florida e il puma? Mi sembrano identici.”- gli dice Stefan.

“Effettivamente è molto difficile distinguerli, ma cercherò di spiegartelo in breve. Per prima cosa qui,in questo parco, non ci sono puma. La pantera della Florida si riconosce per le dimensioni più piccole, il teschio più largo e le zampe più lunghe.”- spiega Ian.

 

Mi perdo ad osservarlo per qualche istante e sorrido. Gli animali sono il suo mondo, conosce ogni cosa su di loro e io adoro ascoltarlo, così come i gemelli, che, ogni qualvolta inizi a spiegare qualcosa, pendono dalle sue labbra.

 

“Ow. E tu hai mai visto un puma, papà?”- domanda Joseph.

“Si, tesoro, proprio in Florida, ma non in questo parco.”- spiega Ian.

“Possiamo andare a vedere anche noi i puma?”- domanda ancora Joseph.

“Diciamo che è complicato. Ne ho visti un paio nell’Isola di Vancouver, in Canada.”- spiega Ian.

“Ma non ti hanno attaccato, vero?”- domanda Stefan.

“No, certo che no. Ero al sicuro dentro una jeep e non mi avrebbero potuto fare niente. Magari quando sarete più grandi ci andremo, se a vostra madre, nel frattempo, non viene un infarto.”- dice Ian ridacchiando.

 

Lo guardo truce, poi però scuoto la testa e sorrido. So che non farebbe mai qualcosa per metterli in pericolo e mi fido di lui. Arriviamo a fine giornata tutti e quattro interi. Dopo aver finito il primo percorso siamo passati al secondo e abbiamo visto tanti altri animali, per la maggior parte uccelli, alligatori e coccodrilli. 

Dopo aver cenato siamo saliti in camera dell’albergo -camera che assomiglia molto ad un mini appartamento. L’ha prenotato Ian e devo dire che ha davvero fatto un’ottima scelta, complice il fatto che conosce i proprietari e alcune persone che lavorano all’interno del parco. Abbiamo lavato i bambini e poi ci siamo lavati a turno, per evitare che potesse accadere qualcosa. Ora siamo seduti sul divano a guardare la televisione. Guardare è una parola grossa visto che Joseph e Stefan sono indecisi su che cosa guardare e Ian sta cambiando i canali alla ricerca di trovare qualcosa che possa piacere loro. Io ho la testa appoggiata sul suo petto, mentre un suo braccio è avvolto attorno alla mia vita e l’altro impegnato a tenere il telecomando. Potrei addormentarmi seduta stante, ma il mio intento viene rovinato dal telecomando che cade per terra e dai muscoli di Ian che si tendono all’inverosimile.

 

“Papà! Mamma! Ma siete voi!”- esclamano i bambini.

 

Apro gli occhi di scatto e sussulto nel vedere la nostra immagine sullo schermo al telegiornale. Faccio in tempo a leggere qualcosa e a captare il minimo indispensabile, perché Ian, dopo essersi ripreso dallo shock, afferra il telecomando e cambia subito canale. La notizia della nostra storia si sta diffondendo anche nei canali più importanti, logico. In pochi giorni l’ha saputo tutto il mondo. Non è la prima volta che finiamo in televisione, siamo degli attori e questo è più che logico, ma non voglio che questo venga sbattuto in faccia a tutti. 

 

“Papà? Mamma? Ma perché eravate in televisione se siete qui?”- domanda Joseph.

“Già… Sembrava una cosa seria…”- borbotta Stefan.

 

Io e Ian ci guardiamo per istanti interminabili negli occhi, non sapendo cosa dire loro. La verità? Molto probabilmente non capirebbero.

Il mio cellulare inizia a squillare e il nome di mia madre continua a lampeggiare sullo schermo. Non l’ho voluta informare perché trovavo più giusto dirglielo a voce, non per telefono. Ha qualche social, ma ormai non li utilizza più da tempo.

 

E’ mia madre.”- dico a Ian.

“Tranquilla, spiegale quello che sta succedendo.”- mi dice, poi si volta verso i bambini. -“Mi occuperò io di loro, anche se dopo penso dovrei chiamare la mia.”

 

Annuisco e mi alzo dal divano, per poi andare in camera a rispondere.

Prima che possa dirmi qualcosa l’anticipo io.

 

-So perché stai chiamando e si… Avrei dovuto dirtelo, ma preferivo dirtelo di persona visto la gravità della situazione.-

-Per quanto sia ancora sotto shock per tutto quello che è capitato ti comprendo, non voglio abusare di ciò. Volevo sapere come stai, come state. So che… So che tutto quello che sta accadendo va contro la vostra volontà.- mormora dolcemente.

 

Sospiro stanca e mi siedo sul letto.

 

-Noi… Sta andando alla grande, se solo non stesse succedendo questo. E potrei sembrare drammatica, visto che ormai ho tutto quello che voglio, ma… Voglio solo che i bambini abbiano una vita normale, chiedo tanto? Magari mi sto fasciando la testa prima del tempo e non accadrà nulla di quello che mi sto immaginando, ma… Tutti i social sono in delirio da giorni, i giornali e ne stanno parlando perfino in televisione. Ho già dovuto subire tutto questo dopo la rottura con Ian, figuriamoci ora con due bambini di mezzo. Non ho paura per me, non voglio che i bambini diventino centro di polemiche.- sbotto.

-Tesoro, è normale che tu sia così preoccupata. Sei una madre che si preoccupa per i suoi figli, per il loro benessere e la loro serenità. Ian cosa ne pensa?- mi domanda.

-Cerca di vedere la parte positiva… Ma è preoccupato anche lui.- le spiego.

-Andrà tutto bene, ma rimane il fatto che dobbiate fare qualcosa.- mi dice lei.

-Lo so e lo faremo, ma non so cosa.-

-Più andrete avanti senza fare nulla, peggio sarà.- conclude mia madre. -Perché continueranno ad alimentare dicerie su di voi e su di loro, sai quanto possa essere cattivo il mondo dello spettacolo. Basta anche solo che diciate loro di voler essere lasciati in pace.-

 

Ha ragione ed è l’unica cosa ragionevole da fare. Sappiamo tutti che non smetteranno mai di alimentare le voci su di noi e, senza una nostra smentita o un nostro intervento, la situazione potrebbe solo peggiorare. Non saremo famosi in tutto il mondo, ma in America si, in modo particolare, per ragioni logiche, negli Stati Uniti. Si parla di noi, si è continuato a parlare di noi per anni. E’ stato un miracolo -o fortuna- aver tenuto nascosti i gemelli per tutti questi anni, ma ho sempre saputo che sarebbe arrivato questo momento.

 

-Si, dobbiamo fare qualcosa.-

-Ora godetevi solo la vostra vacanza.- mi consiglia mia madre. -Ci penserete al vostro ritorno, almeno secondo la mia opinione. Non è giusto che vi roviniate dei momenti di serenità per questo.-

-Hai ragione. Stiamo così bene in questo periodo, i bambini sono felicissimi. Non li ho mai visti così… Spensierati. Certo, anche prima di conoscere Ian lo erano, ma… La sua mancanza, indirettamente, incombeva sulle nostre vite… Ora sono veramente felici, mamma.- le dico.

-L’ho sempre saputo e adoro tutto questo. La mia preoccupazione più grande è sempre stata quella e sapere che sono felici, totalmente felici, mi rende euforica. Sapere che tutti e tre siete felici è la cosa più bella del mondo.- mi dice lei dolcemente e posso sentirla sorridere.

-Sono veramente felice con Ian, mamma… Quando sono con lui mi sembra di essere un’altra persona, di essere semplicemente me.-

-Perché con lui non hai bisogno di fingere, puoi essere te stessa ed è la sensazione più bella del mondo.- conclude lei.

-Lo è, mi fa sentire viva come non mi sentivo da tempo. E non voglio che la nostra felicità venga rovinata.-

-Non verrà rovinata, prima o poi tutto questo sarebbe dovuto venire fuori ed è, forse, un bene che lo sia venuto fuori ora e non più avanti. Supererete anche questo e magari ci saranno anche dei vantaggi.- mi dice lei. -Parlatene e decidete cosa fare, ogni vostra decisione andrà bene a tutti.-

-Grazie, mamma. Grazie per tutto…- mormoro.

 

Per quanto sia in grado di prendere le mie decisioni da sola, consultare mia madre ha sempre una buona influenza su di me. Sa darmi i giusti consigli e sa rassicurarmi. Molto spesso vado in panico per niente e ci pensa lei a riportarmi sulla retta via. Avevo bisogno di sentirla e di sapere cosa fare. Ian, fin da quando si è scoperta la cosa, ha sempre voluto dire qualcosa pubblicamente, mentre io l’ho sempre frenato. Non volevo che la nostra vita fosse messa ancor di più sotto i nostri riflettori dopo le nostre dichiarazioni, ma non agire è peggio. Faremo un’intervista pubblica o pubblicheremo noi stessi qualcosa, è inutile cercare di nascondersi.

 

-Ci sono sempre per te, tesoro, ricordalo. E cercate di spiegare la situazione ai bambini, capiranno. Magari rimarranno perplessi, ma almeno sapranno come comportarsi.- mi dice.

 

Anche qui ha ragione. Spiegheremo loro come stanno le cose, in modo semplice, e non è necessario che vengano a sapere tutto, per ora, ma, giustamente, hanno bisogno di sapere, di conoscere.

 

-Lo faremo, parleremo loro. Ci hanno visti alla televisione e hanno cominciato a farci domande, è giusto che sappiano.-

 

Parlo un altro po’ con mia madre, poi attacco. Mi dirigo in salotto, trovandoli tutti e tre addormentati sul divano. Sono stata al telefono così tanto? Mi perdo per qualche istante ad osservarli, tutti e tre. I gemelli hanno la testa appoggiata sul grembo di Ian, mentre questo ha le mani appoggiate sulla loro schiena. 

Sto quasi per andarmene in camera, visto che, momentaneamente, non ho la forza per portare i gemelli in camera e nemmeno per sollevare Ian, perché logicamente non ce la farei mai, quando proprio la testa di quest’ultimo si solleva di scatto.

 

“Pensavo dormissi.”- gli dico sorridendo.

“Volevo aspettarti. Non riesco ad addormentarmi senza di te affianco.”- mi dice ed io quasi mi sciolgo. -“Li porto a letto.”

 

Annuisco e lo aiuto a togliersi i bambini dal grembo. Ian porta nella loro camera prima Joseph e poi Stefan, poi mi raggiunge a letto. Io sono in pigiama già da prima, mentre lui mi segue a letto, togliendosi solo la maglietta bianca, rimanendo così a petto nudo. 

 

“Ho deciso cosa fare.”- gli dico, non appena mi accoccolo contro il suo petto.

 

Mi avvolge la vita con le sue possenti braccia, per poi appoggiarmi un bacio tra i capelli. 

 

“Si?”

 

Annuisco, per poi lasciargli un bacio sulle labbra.

 

“Tu e mia madre avete ragione. Più stiamo zitti e peggio è. Dobbiamo fare una dichiarazione pubblica, non mi importa se tramite Facebook, Twitter o intervista.”- gli spiego.

“La faremo. Ora godiamoci questi giorni e poi faremo tutto. Potremmo scrivere qualcosa sui social e dopo, una volta tornati, affrontare la parte più importante.”- mi dice.

 

E’ una cosa ragionevole. Potremmo farlo domani sera, un giorno in più o un giorno in meno non cambia niente.

 

“Lo faremo e domani parleremo anche con i bambini.”- gli dico.

“Mi sembra giusto. Ho detto loro che glielo avremmo spiegato e hanno capito, senza fare più domande.”- mi dice coprendoci entrambi.

“Ti amo, lo sai?”- gli dico.

 

Sorride raggiante, per poi darmi un bacio sulle labbra.

 

“Anche io, sei la donna della mia vita, Nina, lo sei sempre stata.”- mormora stringendomi più forte a se. -“Mi hai dato tutto quello che potessi desiderare.”

“Anche tu… Sei sempre stato tu l’unico uomo che abbia mai amato…”- mormoro.

 

E crolliamo così, entrambi abbracciati, con la consapevolezza che niente e nessuno avrebbe più potuto distruggere quello per cui abbiamo lottato così strenuamente. 

 

 

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Buon primo agosto! Dio, è quasi finita l’estate u.u

Ringrazio subito le quattro ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo e a cui risponderò subito. Mi è piaciuto sapere cosa ne pensaste di tutto quello che sta capitando, mi piace sempre confrontarmi anche con gli altri.

Ieri ci sono stati i TCA e TVD non ha vinto niente. Per il primo anno non ha vinto niente. Non so se sia per la mancanza di Nina o per altro, ma fatalità manca Nina e niente. 

Comunque, torniamo al capitolo. Capitolo di passaggio, anche se c’è un punto molto importante.

Vediamo Ian, Nina e i gemelli ancora in vacanza, ma la loro tranquillità viene turbata da un fatto fondamentale: la loro storia non solo è andata a finire sui social, ma anche in televisione. In America sono persone famose e sicuramente si parla -si è parlato di loro- nei canali di gossip, così come accade da noi qui in Italia con i nostri attori. 

I gemelli, ovviamente, iniziano a fare domande. Sono dei bambini intelligenti e curiosi e hanno cominciato a capire qualcosa, che verrà svelato loro nel prossimo capitolo :)

Alla prossima ^^

  
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