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Autore: HatoKosui    01/08/2016    1 recensioni
Ame e Aoi sono due sorelle che si strasferiscono alla Iwatobi in un periodo inusuale, quasi alla fine della scuola. Hanno un passato strano, la più grande è chiusa in se stessa, la sorella minore, Aoi, dal canto suo si sente sola, persa in situazioni più dolorore di quanto sembri. Conoscono il vicino di casa Makoto e i ragazzi della Iwatobi, ma Ame sembra provare orrore e fastidio per tutto quel che riguarda l'acqua tanto da sopportarne a malapena la vista... Aoi cerca di aiutarla chiedendo aiuto a Rin, conosciuto da poco, ma nessuno si aspetta un'altro disastro imminente: il male non viene mai da solo!
[Storia senza pretese, che avevo scritto un anno fa e che ho publicato ora perchè mi hanno letteralmente pregato... Nonostante tutto ci tengo particolarmente a sentire le vostre opinioni, e spero con tutto il cuore che piaccia (anche perchè i ragazzi meritano eh u.u)!]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Haruka Nanase, Nuovo personaggio, Rin Matsuoka, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Capitolo 10: Respiro.

 

 

-La madre di...

Rin guardò la ragazza tra le sue braccia molto stupito, poi tornò alla signora. Qualcosa scattò nella sua mente, qualcosa che per qualche motivo fece accelerare in modo anormale il suo cuore.

-Lei è...!

La donna sorrise piegando la testa di lato, in modo gentile, proprio come faceva Aoi di solito.

-Non avrei mai immaginato che mia figlia si fosse fidanzata con un ragazzo così carino

Rin arrossì in po'.

-Cosa..?! -La guardò cercando di calmarsi -Si sta sbagliando, noi due non siamo fidanzati!

La donna si rabbuiò, facendosi più seria, con qualche venatura di preoccupazione negli occhi che non sfuggì a Rin.

-Davvero? Io pensavo che...

Il ragazzo la bloccò sul nascere.

-No, no. Il mio nome è Rin Matsuoka, sono solo un amico di sua figlia.

“Credo. O un conoscente...?”

La donna sembrò sorprendersi, tanto che si fece avanti e toccò con una mano il ragazzo, guardandolo con occhi sbarrati.

-Matsuoka?- Ripeté e Rin, molto confusa annuì -Non ci credo!

La donna si mise le mani sulla bocca e dopo un secondo di evidente stupore, scoppiò in una fragorosa risata. Rin continuò a fissarla, anche se quella risata gli sembrò la cosa più bella mai sentita la mondo. Era genuina, era un accessorio che fece della donna nella media che aveva davanti una donna con fascino, nonostante fosse adulta. Era veramente bella.
“Mi sembra di aver sentito solo un'altra volta una risata del genere... possibile che non mi ricordi da chi?”

-Tutto ok?

Chiese in fine il ragazzo, molto confuso. La donna si fermò, si pulì una lacrimuccia vicino all'occhio e poi accarezzò veloce la spalla del rosso.

-Caro Squaletto, sono io, ci siamo già incontrati! Non era un posto molto bello dove fare conoscenza, ma è impossibile che tu non ti ricordi di me...

Rin aprì gli occhi, la guardò, la fissò.

-Squaletto...?- Ancora una volta qualcosa scattò nella sua mente. -Oh, OH! Lei è... al funerale...!

La donna annuì contenta.

-Esatto, ci siamo visti al funerale di tuo padre. Ero così giovane allora, così bella... ed Aoi era piuttosto piccola, come te.

Rin sorrise, molto più contento, spiegandosi perché si ricordasse di quella risata.

-Si eravamo molto piccoli.

La donna guardò sua figlia in braccio al ragazzo ed improvvisamente aggrottò le sopracciglia.

-Rin, che ne dici se la sdrai su quella panchina? Così mi racconti un po' anche che cosa è successo.

Il ragazzo annuì, andando a sedersi, posando prima Aoi. La donna si sedette più lontano, dalla parte dei piedi, Rin esitò un attimo. Lisa, la signora, sorrise guardandolo.

-Aoi non ama essere troppo coccolata da me... anzi, di solito mi respinge, per questo forse è meglio che io rimanga qui.

Rin rimase basito. -Aoi la respinge?

-Aoi... Aoi non è molto aperta, ancora meno della sorella... ah, te la ricordi la sorella..?

Rin dissentì con la testa.

-Non l'ho mai incontrata... però l'ho vista in giro, a scuola.

-Capisco. Sai come sta?

-No, mi dispiace. Dovrebbe parlare con altre persone...

Il rosso, dicendo ciò, si mise seduto accanto alla testa di Ame, che però poggiava sul freddo marmo della panchina. Allora, sia Rin che la donna, fissarono il corpo della ragazza ed in fine Rin, imbarazzato, le alzò la testa, posandola sulle sue gambe. La donna sorrise di lato, alzando un po' le sopracciglia. Rin arrossì e si girò.

“Ma che sta succedendo?” Si domandava. Non c'era motivo di essere in imbarazzo.

-Insomma, Rin hai il numero di qualcuno che posso chiamare per avere delle notizie serie su mia figlia Ame?

Il rosso fissò la donna.

-Le posso dare il numero di mia sorella Gou, che dovrebbe conoscerla.

-Grazie mille.

-Si figuri.- Rin si sistemò, ma non sapendo dove appoggiare la mano, visto che Aoi era in mezzo, rimase fermo a mezz'aria, guardandola accigliato. Lisa gli prese di scatto l'arto, e lui sobbalzò un po', guardandola sorpreso.

-Dai, non guardarmi così.- Disse lei, sorridendo gentile. -Mettila qui, così.- Portò la mano del ragazzo sul ventre della pacifica Aoi, che seguitava a dormire in pace e continuò. -Con mia figlia devi essere deciso. Ha un carattere strano, non ti dico di no, ma quando si sente protetta, quando gli dimostri il tuo affetto lei... lei si fa trasportare e si scioglie.

Rin guardò prima la sua mano, sul ventre di Aoi, che sentiva i movimenti di quest'ultimo, che si abbassava e alzava a ritmo, pacifico e tranquillo. Poi guardò la donna, che fissava la figlia in modo tenero, con occhi lucidi e rimase sorpreso, quelle parole gli rimbombarono nella testa, facendogli uno strano effetto.

“Mi piacerebbe vedere come si scioglie. Forse non lo ha mai fatto.... ”

-Insomma, Rin- Cambiò improvvisamente discorso Lisa -Come sei arrivato a doverla portare in braccio?

Il rosso si tirò su di morale e sbuffò sconsolato.

-Non è la prima volta che si addormenta così. Vedi- Il ragazzo le diede subito del “tu” e la donna sorrise contenta per questo -tua figlia l'ho incontrata un po' di tempo fa.

Il rosso raccontò alla donna tutto quello che era accaduto nei giorni precedenti e quello che aveva fatto sul bus, per arrivare in fine al perché Aoi fosse addormentata su di una panchina dell'ospedale.

La donna sorrise in modo tirato, alla fine del discorso.

-Eeeeh, quanta pazienza che ci vuole.- Si lamentò, sventolando una mano -Come al solito Aoi non parla per niente.

Rin aggrottò lo sopracciglia.

-Che intende?

La donna fissò la figlia, poi sorrise ancora. -Nulla, anche da piccola faceva così. Una volta si è perfino addormentata nella vasca... quel giorno ritrovai il bagno allagato di quattro dita. Non ti dico la fatica per raccogliere tutta quell'acqua!

Rin sorrise al pensiero, emettendo una risata sommessa. La donna si poggiò con le mani alla panchina.

-Ti porgo le scuse da parte sua. Non è che ha qualche malattia, sai, ma ha sempre sofferto il sonno, perché non riusciva a dormire la notte. Poi, ultimamente era peggiorata....

-Perché?

Chiese, veramente curioso. Lo era davvero, si sentiva in dovere di esserlo, come se qualcosa dentro di lui gli gridasse “Aiutala, ha bisogno di questo.”

Forse si sentiva così perché ci era passato anche lui, dopo il funerale del padre.

-Ti ha raccontato del padre?

Rin sobbalzò di poco sul posto e si girò imbarazzato.

-No! Cioè si, mi ha detto qualcosa, anche se non direttamente, diciamo che so ...

La donna piegò la testa di lato e lo guardò in modo sghembo.

-Dunque l'hai spiata?

Rin fu colto nel segno e la guardò di scatto. “Come ha fatto a capirlo?!”

-No!

-Oh, beh, non fa nulla, insomma, non glielo dirò.

Rin guardò Lisa con occhi sgranati, poi abbassò la testa colpevole.

-Non volevo sentire quello che diceva. Io ero lì solamente per parlare. Poi lei stava raccontando e così ho aspettato.

-Ma lei questo non lo sa.- Finì la donna.

-Mh, no.

Lisa fece spallucce. Rin sorrise, rilassato.

-Beh, allora saprai che suo padre è qui in ospedale.- Rin Annuì. -E saprai anche che sua sorella Ame ha dei problemi riguardo questo.

Ancora Rin annuì, serio. La donna passò a fissare la figlia.

-Ebbene, quando Ame era piccola, Aoi non dormiva bene la notte, anzi, spesso non dormiva affatto. A differenza di Ame, che è sempre stata sana come un pesce, Aoi ha manifestato da subito problemi di respiro, dovuti a degli alti livelli di allergia. Così, insieme a suo padre, decidemmo di insegnarle a nuotare, per facilitare almeno un po', il suo respiro, portandola al mare.

Rin annuì, attento. “Ecco perché smise di nuotare”

-Sembrava che le cose andassero meglio, che respirasse meglio, così continuammo con le cure e con le vacanze al mare, dove oltretutto incontrammo i tuoi genitori!

Rin sorrise per un attimo. La donna si rabbuiò un po'.

-Poi successe l'incidente, Ame rimase ferita ed entrambi andarono in ospedale. Ora... Aoi non fece un fiato. Non pianse, non urlò, non chiese spiegazioni. Si tenne tutto dentro, come suo solito. Comparata alla mia debolezza, lei fu dieci volte migliore di me. Però io lo so, lo so che la notte non dorme, che non riesce a calmarsi, che fa finta di niente anche con la sorella. Lo so. E non posso farci nulla, perché non ci riesco... sai, probabilmente si addormenta sempre con te perché le dai sicurezza, quella che non riesco a darle né io né la sorella.

Rin rimase perplesso. Veramente sbigottito. Lui non conosceva Aoi da molto, certo, ma l'aveva sempre vista con un sorriso, un atteggiamento normale, spensierato e felice, preoccupato e stanco, ma molto allegro. Eppure era così differente da quello che sembrava....

-Non penso. Probabilmente è solo troppo stanca.

La donna annuì, ridendo.

-Probabile.

Rin fissò il viso della ragazza sopra le sue gambe.

“Non capisco come sia possibile nascondere in questo modo. Non è possibile...”
La bionda mugugnò qualcosa, proprio in quel momento, girandosi e mettendo anche una mano sulla coscia del rosso che la guardò falsatamene contrariato. Emise qualche suono strozzato e la madre si sporse in avanti.

-Si sta svegliando.

Rin continuò a guardarla ed in effetti dopo solo qualche secondo i suoi occhi iniziarono ad aprirsi, piano e con calma. Rin tenne la sua mano ferma sul suo ventre, forse senza neanche pensarci troppo, ma quando Aoi incontrò i suoi occhi entrambi arrossirono in modo istantaneo.

-WAAAA!- La ragazza si tirò su di scatto, bordeaux. -R...rin?! Che... che cos'è successo?!

Il rosso la guardò accigliato -Ti... ti sei addormentata.

Aoi, seduta in modo molto femminile sulla panchina, abbassò lo sguardo, in preda all'imbarazzo, completamente senza parole.

-G...giusto...

-Sei sempre la solita.

-WAAA, mamma!?

-Ciao tesoro.

-Ma... ma che ci fai qui! Che succede...?!

La donna sorrise, pacifica. -Nulla, ho incontrato il tuo bellissimo fidanzato e mi sono fermata a chiacchierare con lui riguardo i suoi progetti per la casa, i bambini, il cane...

Aoi arrossì di getto e strinse i pugni davanti a se, stizzita.

-MAMMA! Ma che dici, ti sembrano cose su cui scherzare..?

-Oh, scusa, ho detto cane? Volevo dire gatto, gatto!

Aoi aggrottò le sopracciglia, mentre Rin le fissava allibito, non sapendo se ridere o fare qualcosa per fermarle.

-Mi prendi in giro?- Disse Aoi, fissando male la madre, ma alla vista della sua faccia imbronciata, con le guance rosse come due fragole, la postura da bambina, sopra ad una panchina di un'ospedale, fu troppo per Rin, che esplose ridendo.

Aoi e la madre lo guardarono e Lisa si spostò, all'insaputa della figlia, a guardarla. E la vide, le lesse negli occhi l'interesse per quel ragazzo, la sorpresa di vederlo ridere in quel modo nonostante avesse fatto una figuraccia.

-Rin, non sei corretto ad allearti con il diavolo.

La madre sorrise e si alzò di scatto.

-Allora, il diavolo qui presente deve entrare prima che chiudano. Venite con me?

Aoi rimase ferma e fissò Rin, preoccupata di dover giustificare le condizioni del padre, ma il rosso si alzò dalla panchina e si asciugò una lacrima.

-No, io devo andare in un altro reparto, per delle ricette.

-Ah, giusto.

Aoi si alzò, fissando quei due, che andavano tanto d'accordo e rimase in silenzio.

-Allora ci sentiamo- Disse Lisa, intendendo anche per il numero di Gou.

Rin annuì e poi guardò Aoi, anche se non sapeva bene cosa dirle.

-Ehm... io vado, ci sentiamo a ritorno.

Aoi annuì, ancora rossa per il pensiero di aver combinato quel casino. La madre si intromise.

-Se volete posso riportarvi io al ritorno, ho la macchina.

Aoi annuì, senza pensarci due volte.

-No, io torno con il bus, perché ho gli allenamenti questa sera e devo tornare prima.

Aoi rimase dispiaciuta, ma si limitò a sorridere.

-Allora ci sentiamo al più presto -Disse Lisa. Rin sorrise.

-Assolutamente.

Aoi gli rivolse un largo sorriso – che tirò fuori con fatica.

-Grazie di tutto, Matsuoka-san.

-Prego.

E si salutarono prendendo strade diverse.

 

°°°

 

Aoi tornò a casa sua che era buio ed incontrò Ame che correva a perdifiato. Non le chiese nulla, perché la sorella, con un sorriso in faccia, ma l'atteggiamento di chi ha rischiato di essere sbranato da un cane, entrò in casa, si chiuse in camera e non uscì fino alla mattina dopo.

Passata un'altra giornata di scuola, Ame, che era stranamente accondiscendente, si fermò ad osservare gli allenamenti dei ragazzi in piscina. Aoi rimase con lei, veramente sbigottita nel vedere la sorella così pacifica.

-Ame tutto ok?

Le chiese, sedendosi sulla panchina vicino a lei, mentre guardavano i ragazzi nuotare.

-Si, certo.

Disse solamente, ma neanche la guardò.

-Se lo dici tu.

Aoi tornò a guardare i ragazzi ed incontrò lo sguardo di Makoto, che le sorrise. Allora lei si avvicinò, visto che era appoggiato al bordo.

-Makoto-san...

Il castano le sorrise amabile. -Anche solo Makoto va bene.

Aoi annuì, imbarazzata. Lui stranamente continuò. -Senti... volevo chiederti un favore. Si insomma, se ti va.

Aoi, vedendo nel panico, si abbassò alla sua altezza. Lui si grattò la testa con aria agitata.

-Si, insomma, avrei bisogno di qualcuno che controlli i bambini domani mattina e nel pomeriggio, perché ho gli allenamenti e...

Il volto di Aoi si illuminò. -Davvero?!

Makoto la fissò sorridendo. -Se per te non è un problema...

-Ma certo che no!- Portò le mani unite di fianco al viso, contenta -Sono disponibilissima, anzi, non vedo l'ora!

Il castano sorrise, vedendola così felice, ma una voce fuori campo lo portò alla realtà.

-Aoi-chan, da qui ti si vedono le mutandine...!

-Nagisa...!!!

Gli disse Rei, rosso in viso, dall'altra parte della piscina. Makoto si girò a guardare Aoi d'istinto, ma la ragazza di tirò immediatamente su, visto che aveva la gonna della divisa ed era piegata sulle ginocchia. Strinse i pugni e arrossì vistosamente, ma la sua faccia non era arrabbiata, anzi, gonfiò le guance e disse.

-Nagisa, ora vengo lì e ti soffoco!

E con passo spedito iniziò a fare il giro della piscina, per poi cercare di prendere Nagisa che era in acqua. Ame, seduta sulla panchina, guardava la sorella che poggiata sulle ginocchia, sul bordo della piscina, cercava di allungarsi per prendere Nagisa che ridendo scappava. La ragazzo sorrise, anche se per un attimo ebbe l'istinto di andarla a fermare.

“Aoi sa nuotare. Anche se cade....anche se cade c'è sempre Haru. E Nagisa, Makoto, Rei.”

Cosi si rimise seduta bene e sorrise di pochissimo, anche se il suo cuore ancora non si calmava dall'agitazione.


Note dell'autrice

Dopo un bel pò, sono contenta di potervi salutare! 
Mi dispiace per il grande ritardo, ma questo per me non è un bel periodo, anzi, ho fatto molta fatica a scrivere e spero vivamente che il capitolo piaccia e sia all'altezza degli altri... comunque, fatemi sapere, mi raccomando! 
Un Abbraccio :*

HK

  
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