Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Segui la storia  |       
Autore: Mr Lavottino    02/08/2016    7 recensioni
STORIA AD OC
--- Sequel di Total Drama's Killer ---
Chris ha preso delle nuove "cavie" per i suoi giochi, questa volta li abbandonerà su un'isola deserta, dove dovranno sopravvivere a tutti i costi. Anche la resistenza è a conoscenza di ciò, di fatti cercherà di impedire al gangster di proseguire con questo scempio.
Genere: Horror, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altro personaggio, Chris McLean, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Bondage, Contenuti forti | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Total Drama's Series'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
- Sei stata tu?- domandò Costance, con voce bassa. Loanne non rispose. – Ti ho chiesto se sei stata tu!- urlò, probabilmente per la prima volta da quando era sull’isola. La grigia iniziò a ridere istericamente, aprendo le braccia.
- Esatto l’ho ucciso io. – si toccò le labbra con la mano, imbrattandola con quella sostanza rossastra, facendolo giusto in tempo, perché poco dopo la rosa le saltò in collo.
Il coltello le scappò di mano, finendo vicino al copro di Aaron, motivo per cui la rosa, seppur piccola, riuscì a sopraffarla. Le unghie finte che portava sempre le erano tornate utili, visto che ci stava graffiando il corpo della grigia, che cercava di respingerla con pugni e calci, ma la rabbia della ragazza non si sarebbe calmata con così poco, tanto che sembrava sfavorita.
Ma ci mise poco a ripristinare l’equilibrio, la colpì in volto con un pugno e poi le saltò in collo, iniziando a colpirla, senza l’obiettivo di ucciderla, solamente per farle male e godeva a quella visione. La ragazzina che metteva le mani davanti, mentre lei le scostava e poi, con un gesto rapido della mano, la colpiva con forza.
- E ora inizia il bello.- si abbassò verso di lei, sussurrandole quelle parole all’orecchio, ma tutto ciò che ottenne fu un pugno sullo stomaco, cosa che la fece innervosire ulteriormente. Prese un sasso da terra, pronta a spaccarle la faccia, ma ovviamente Costance fece resistenza, tentando di  bloccarla con quelle braccia fine che si trovava, le quali ovviamente non reggevano il confronto con quelle della grigia.
E poi lì, a guardarle azzuffarsi, c’era Julien. Se ne stava lì, con le gambe ch gli tremavano e gli occhi spaventati, incapace di aiutare la rosa, che continuando così sarebbe sicuramente morta.
- Hai rotto il cazzo, smettila di fare resistenza, tanto morirai ugualmente!- strillò Loanne, scostano gli con forza la mano, pronta a romperle la testa, ma un evento del tutto inaspettato modificò gli eventi che si era immaginata nella sua testa, ovvero quello in cui lei uccideva Costance e poi scappava dall’isola. Aaron si alzò barcollando e, con un ultimo gesto disperato, prese il coltello a terra e tagliò la gola della grigia, impedendole così di ammazzare la rosa che, ormai con le lacrime agli occhi, si era quasi rassegnata a fare quella fine.
- E-Ehi, t-troia, mai d-dare le spalle al nemico.- le disse all’orecchio, mentre affondava sempre di più il coltello nella sua carne. Questa si contorse dal dolore, toccandosi la gola non appena il castano lasciò la presa sul suo incavo, facendola cadere a terra come un oggetto. Beh, di sicuro sarebbe finita all’inferno, questo era ovvio, ora Lucifero doveva decidere solo con quale peccato condannarla, perché per lei, davvero, se ne sprecavano. Era una peccatrice di accidia per via del suo carattere, ovviamente peccava di superbia e di lussuria, e anche di tutti gli altri, ma questi erano quelli che tendeva a “seguire” più spesso. Da quando era su quella maledetta isola la sua condizione mentale si era aggravata, portandola pian piano a impazzire definitivamente, facendole fare delle cose mostruose, ma delle quali non si pentiva minimamente, perché infondo lei lo sapeva, era cosciente di essere strana, di essere malata. Aveva ucciso suo fratello, aveva spinto Sophia al suicidio, e le altre brutte azioni erano talmente tante che non si potevano nemmeno contare, l’unico suo rimorso sarebbe stato quello di non aver ucciso i suoi genitori.
Non fece nemmeno in tempo a chiudere gli occhi, che morì dissanguata dalla profondità del taglio. Il suo corpo cadde a terra, coperto si sangue e con le pupille dilatate, simbolo che, per quanto la sua fosse stata una morte veloce, non era stata del tutto indolore, soprattutto perché, come aveva detto Aaron, aveva fatto un errore basilare, ovvero dare le spalle al nemico.
- S-Stai bene?- chiese il castano a Costance, poco prima di caderle addosso.
- Questo dovrei chiedertelo io!- strillò lei, iniziando a piangere a dirotto. Lui le accarezzò la testa, con un sorriso dolce stampato in volto, seppure coperto di sangue.
- N-Non piangere, i-i tuoi bellissimi o-occhi si rovineranno.- la guardò negli occhi e poi, con un gesto veloce, posò le sue labbra su quelle della rosa, lasciandola di stucco. Si staccò da quel contatto dopo pochi secondi e la guardò, con un sorriso amaro. – B-Beh, modestamente mi s-sarebbe piaciuto che r-ricambiassi.- le disse, facendola piangere ancora di più. Costance lo prese per le guance, baciandolo nuovamente, sempre con le lacrime agli occhi e con i continui singhiozzi, fonte dell’unico rumore in quel momento, vista la scena.
- Così va bene?- chiese, senza riuscire a trattenere quelle gocce, che continuavano a cadere a terra, mischiandosi con il sangue di Loanne.
- Perfetto.- riuscì a dire, prima di sputare sangue dalla bocca, simbolo che a breve sarebbe morto. Le poggiò la sua testa sulle sue ginocchia, guardandolo tentando di mostrarsi forte, ma fallendo miseramente. Aaron alzò la mano destra e la poggiò sulla guancia della ragazza, come per farle forza.
- Ti amo. – sussurrò, mentre la vista si faceva sfocata e gli occhi iniziavano a chiudersi.
- Anch’io. – riuscì a dire, facendo così sorridere il ragazzo, che morì con un’espressione felice in volto. E così Costance pensò che la vita era proprio bastarda, lei che non aveva mai ottenuto niente finalmente riceveva ciò che le serviva, ovvero una persona che la accettasse per ciò che era, senza soldi o altro di mezzo, e gliela portavano via così, senza darle nemmeno il tempo di guastarsi a pieno quelle emozioni positive che aveva nel cuore, ormai rimpiazzate dalla tristezza che stava provando in quel momento. Sentiva l’amaro in bocca, perché si era accorta troppo tardi di essersi innamorata di quel ragazzo, che inizialmente trovava seccante e che, alla fine, oltre che a portarla sempre in giro, le aveva pure salvato la vita.
Julien la lasciò sfogarsi, guardando con espressione triste la scena, con il colore rosso che dominava sugli altri colori, troppo spenti per poter competere con quello della sostanza, colore che solitamente non era abituato a vedere, ma che in sole due settimane l’aveva abituato alla sua visione, tanto che non provava più disgusto a vedere un cadavere, almeno finché tutto intero. Costance aveva il vestito completamente sporco di sangue, come le mani e una guancia, ovvero quella che il ragazzo le aveva tocca poco prima di morire, ma non se ne preoccupava, forse perché era troppo scossa da ciò che era accaduto, oppure perché la tristezza si era impadronita di lei, rendendola immune a qualsiasi cosa.
- Dovremmo andare.-suggerì dopo un po’ il rosso, guardandola da dietro, con la paura che gli rinfacciasse il non averla aiutata prima, perché lui odiava quando qualcuno gli faceva notare i suoi errori, soprattutto se grossi come quello.
- Voglio seppellirlo.- la rosa si alzò, appoggiando delicatamente la testa del castano sulla sabbia, facendo impregnare i capelli del liquido rossastro, mentre, ancora con le lacrime agli occhi, guardava il ragazzo davanti a se, come se lo stesse minacciando.
- D’accordo, facciamolo.- acconsentì lui. Si sentiva estremamente in colpa, motivo per cui sarebbe perfino andato sulla luna se solo lei glielo avesse chiesto. Cercarono un punto dove scavare una buca, ma ne trovarono una naturale, dove il rosso, dopo aver portato il corpo di Aaron sulla schiena ed esssersi imbrattato la maglietta, poggiò il cadavere, ricoprendolo poi di foglie. Costance non ce la fece trattenere le lacrime, tanto che scoppiò nuovamente, lasciando che quelle gocce calde le offuscassero la vista, senza provare nemmeno a farle smettere.
- Dove andiamo adesso?- chiese lei, sedendosi a terra e premendo le gambe contro il seno piatto, per poi bloccarle con le mani.
- Aspettiamo gli altri tre. Dopo ciò che gli abbiamo fatto mi pare il minimo.- suggerì Julien, ancora angosciato. La morte di Aaron non era colpa sua, eppure non riusciva a darsi pace in alcun modo, perché la triste scena a cui era stato costretto ad assistere lo aveva fatto deprimere, e la cosa non aiutava, non in quella situazione. Cosa avrebbe fatto sua cugina Elly in quella situazione? Se lo chiedeva sempre, perché lei per lui era come un punto di riferimento, motivo per cui, quando aveva saputo della sua morte, era caduto in una mini-depressione durata circa un mese, ma poi riuscì fortunatamente a superare quel periodo buio, tornando il solito Julien, comandino ed egoista.
- Verranno?- eccola, la domanda che non voleva sentire ma che, purtroppo, la rosa aveva fatto, perché infondo era ovvio chiedersi una cosa simile, visto tutto il putiferio che era successo.
- Spero di sì. – incrociò le dite, cercando di dimostrarsi forte agli occhi della ragazza, dato che ora che aveva perso Aaron sembrava più spenta del solito, e probabilmente non si sarebbe più accesa. Aspettarono lì, sperando che i tre si facessero vivi, mentre erano seduti su degli scogli, con lo sguardo puntato verso la nave che rasentava la loro salvezza, anche se il panorama era rovinato dal cadavere di Loanne, che non avevano avuto la voglia ne il coraggio di seppellire, perché un demonio come quello non meritava nemmeno una degna sepoltura.
 
 
 
- Sentite, non so voi due piccioncini cosa vogliate fare, ma io voglio andare a prendere quella fottuta barca, così da poter scappare da qui.- dopo un’ora di silenzio, Kynaston si alzò i piedi, facendo fare un brutto rumore alla panca su cui era seduto, e attirando a se l’attenzione dei due, che lo guardarono inespressivi, analizzando le parole appena dette dal castano, constatando qual era la miglior scelta da fare.
- Potrebbero averla già usata i quattro rimasti.- Ace gli ricordò che, dopo che aveva ucciso Agatha, il numero di persone nel gruppo di Loanne era sceso a quattro, motivo per cui potevano prendere la barca e scappare, lasciandoli lì.
- Non mi interessa, meglio andiamo lì, magari troveremo qualcosa di utile.- indicò il pezzo di carta tra le sua mani, dato che c’era la possibilità che, vicino alla barca, qualcuno potesse aver lasciato un messaggio.
- Hai ragione. Ci conviene andare.- lo appoggiò il rosso, alzandosi in piedi, in direzione della porta, pronto a uscire, ma si bloccò all’improvviso, stringendo con forza la maniglia.
- Che c’è?- domandò il castano, alzando un ciglio e con le braccia incrociate. Nihal voltò lo sguardo verso loro due, con fare preoccupato.
- È possibile che ci ammazzino non appena arrivati lì, quindi state in guardia, non dobbiamo fare altre morti.- i due lo guardarono negli occhi con espressione seria, rispondendo affermativamente con un movimento della testa, per poi seguirlo mentre usciva dalla struttura. Non corsero, ne tantomeno andarono di fretta, tanto che arrivarono al luogo che era buio, dato che ci avevano messo il doppio del tempo, visto che si erano anche fermati a cercare del cibo, poi videro la barca, vicino alla riva.
- Che cazzo è?- Kynaston indicò un punto non precisato nell’oscurità che si stava muovendo, proprio davanti a loro. L’ombra muoveva le braccia, come a volerli invitare ad andare lì, cosa che fecero, sempre con estrema prudenza.
- Chi sei?- chiese semplicemente Ace, sempre in guardia e pronta a colpire se necessario, ma, avvicinandosi, si resero conto che, il tizio che sbracciava per chiamarli a se, era Julien.
- Vedo che siete arrivati.- attaccò lui il discorso, mentre il castano lo guardava con disprezzo, visto che aveva contribuito alla morte di Wiktor, anche se non sapeva che aveva fatto più di Agatha.
- Testa di cazzo, ci aspettavi?- sbottò Kynaston, avvicinandosi pericolosamente al rosso, venendo però fermato da Nihal, che prese le redini.
- Dov’è Loanne?- chiese, guardandolo, con gli occhi celesti che brillavano in quel buio, che a momenti non permetteva nemmeno di distinguere chi aveva davanti.
- È morta. Anche Aaron.- tagliò corto, dato che non voleva parlarne, visto che stava facendo di tutto per dimenticarsi quella scena.
- Hai prove?- rispose di rimando quello, mentre il rosso si incamminava in un punto non precisato della spiaggia.
- Ecco il cadavere.- indicò il corpo della grigia, stesa a terra in una pozza di sangue, con tanto di occhi aperti.
- Perfetto, noi domani scapperemo da qui.- lo avvisò, mentre toccava il collo della ragazza, per vedere se era effettivamente morta, cosa che fece ovviamente schifare Kynaston, che ebbe da ridire sull’azione dell’altro, che però non lo ascoltò, preferendo evitare inutili battibecchi, seppur amichevoli. Si guardò la mano, notano come questa si fosse tinta di roso scuro, per poi andarla a sciacquare in acqua.
- Vorremmo venire con voi.- disse con tono di voce piuttosto alto, probabilmente perché non sapeva bene come dirlo, visto che era la prima volta che si affidava a qualcuno spontaneamente.
- Scherzi? Dopo quello che avete fatto sarebbe il minimo lasciarvi morire qui.- sputò con acidità Kynaston, mentre continuava a guardare nauseato il cadavere davanti a lui.
- Va bene.- rispose però Nihal, facendo sussultare il castano, che voltò lo sguardo verso di lui, trovandolo accovacciato davanti all’acqua, mentre faceva scorrere avanti e indietro la mano.
- Eh?- riuscì a dire l’altro, incredulo di aver davvero udito quelle due parole, che suonavano come un perdono nei confronti dei due.
- Però ricordati che non ci dimenticheremo ciò che avete fatto. Mai.- disse quelle parole con tono minaccioso, calcando maggiormente l’ultima parola, probabilmente nella speranza di intimorirlo, come a volergli far intendere che un altro affronto non sarebbe stato tollerato dai tre. Il rosso nemmeno rispose, per paura di irritarlo, così andarono tutti a dormire.
La mattina seguente Kynaston, Nihal e Julien spinsero la barca in acqua, ponti a partire. Quel pezzo di legno, visto che non sembrava molto resistente, era composto da due panche ai lati, dove ci si sarebbero seduti i rematori, e un’ultima al centro, destinata ai passeggeri, che teoricamente sarebbero dovuti essere due, ma Ace aveva preso Costance in collo, così da permettere al castano di sedersi, visto che i due rossi avevano deciso di remare.
Iniziarono, non senza qualche brivido di paura, preparati a ciò che, probabilmente andavano in contro, visto che i remi non sembravano molto robusti, cosa che peggiorò ulteriormente la situazione. Il cielo però, dopo qualche minuto, iniziò a scurirsi, simbolo che a breve sarebbe iniziato a piovere, e il vento aveva iniziato ad alzarsi, tanto che in poco tempo iniziarono a sbattere contro le onde, visto che stavano remando contro corrente, cosa non molto sicura.
La barca riuscì a resistere per una decina di minuti, ma alla fine, a causa di Nihal, al quale scivolò il remo dalle mani per via dell’acqua, essa iniziò ad andare a casaccio, rischiando di rivoltarsi. L’imbarcazione dondolava pericolosamente, mentre andava sempre più alla deriva e a breve si sarebbe schiantata sugli scogli, distruggendosi completamente, ma Julien, bloccando il remo in modo che la barca potesse girare, riuscì a indirizzarla verso la riva, giusto poco prima che un’onda enorme si schiantasse su questa, facendoli precipitare tutti e cinque sulla riva, fortunatamente salvi.
- Porca puttana!- urlò Kynaston, poco prima di vomitare quel poco che aveva mangiato la sera prima, schifandosi del suo stesso vomito. Gli altri si limitavano a respirare affannosamente, ringraziando le divinità celesti per essere sopravvissuti, ma consapevoli che allo stesso tempo erano rimasti bloccati su un’altra isola.
- Dove siamo?- domandò Costance, mentre l’albina lasciava la presa sui suoi fianchi, stendendosi a terra.
- Credo sull’isola accanto a quella da dove veniamo.- ipotizzò Nihal, che si ricordava quello strano monte a forme di teschio, visto che l’aveva visto il primo giorno, mentre esplorava l’isola con Ace, Julien e Santos.
- Tutto questo casino per niente?- Julien calciò la barca, rompendola ulteriormente.
- Chi è?- una voce che non avevano sentito prima li fece voltare, facendogli capire che, fortunatamente, l’isola non era disabitata come credevano. Un uomo alto, con la carnagione scura e una cuffietta bianca gli venne in contro, con un mitra in mano, puntato verso Julian, dato che era la fonte del rumore.
- Ehm, siamo dei naufraghi, veniamo dall’altra isola.- si affrettò a rispondere l’albina, spaventata all’idea di dove diventare uno scolapasta a causa dell’arma in mano al nero, che però la abbassò, sospirando come sollevato.
- Cazzo, quindi vi siete salvati solo voi?- disse, più rivolto a se stesso, con sguardo abbattuto.
- Come, scusa?- domandò Kynaston, pensando che, forse, quel tipo sapeva qualcosa.
- Niente. Seguitemi, prego.- fece cenno con la mano di seguirlo, cosa che il gruppo fece senza nemmeno un po’ di diffidenza, visto che non sarebbe stata molto d’aiuto. Camminarono per un po’ per un sentiero, visibilmente artificiale, che probabilmente collegava all’accampamento del soldato, visto che non sembrava essere solo. E infatti, quando uscirono dalla piccola macchia in cui si erano addentrati, videro delle tende montate, con tanto di jeep parcheggiata vicino.
- Ehi, DJ, finalmente sei tornato! Ma che diavolo… aspetta, sono loro?- un ragazzo spuntò fuori da una delle tende color militare. Aveva i capelli neri con una cresta verde in cima, gli occhi azzurri e diversi piercing sul volto. Guardava i ragazzi con uno sguardo ebete, come se non avesse mai visto un essere umano.
- Già, sono gli unici sopravvissuti.- spiegò quello, mentre il moro si avvicinava ulteriormente, come per guardarli meglio.
- Ah, e così lui è vivo, eh?- guardò il nero, che rispose con cenno affermativo della testa, cosa che lo portò a toccarsi la mosca che aveva sotto le labbra con le mani. – Bene, mi presento. Io sono Duncan e lui è DJ. Facciamo parte della resistenza ed eravamo venuti qui apposta per salvarvi.- un urlo di gioia, di Julien, emerse dalla folla, mentre ascoltavano quelle parole, che da tanto aspettavano di udire.
- Perché non siete venuti prima?- domandò Nihal, intrecciando il suo sguardo gelido con quello del punk, che ricambiò volentieri.
- Pensi sia facile trovare un’isola deserta senza sapere nemmeno dov’è?- lo sfotté, incrociando le braccia e mettendo il busto davanti. – Allora, non ho voglia di giocare all’amicone, quindi ve lo dico subito: avete presente lui, il signorino Nihal Barlow? Ecco, questo bel ragazzo è stato mandato da Chris MClean, ovvero colui che vi ha rinchiuso lì. – si fermò, per indicare il luogo da cui erano arrivati – Per controllarvi e rendere “più interessanti” le cose. Quindi, in poche parole, è una spia. - il rosso rimase a bocca aperta, mentre gli altri quattro lo guardavano, con un’espressione sconvolta in volto, più di tutti Ace.
- È vero?- domandò, abbassando lo sguardo e stringendo i pugni. Quello non rispose, grattandosi il collo, come a voler evitare l’argomento, visto che aveva davvero paura di risponderle. – Dimmelo!- urlò, alzando lo sguardo bicolore verso di lui.
-È vero.- tagliò corto, mentre un colpo sulla sua guancia arrivò, direttamente dall’albina, che lo colpì con così forza da fargli voltare la faccia.
- Sapevo che c’era qualcosa che volevi dirmi, ma pensavo riguardasse solo te! E invece tu sapevi tutto!- delle lacrime iniziarono a scendergli dagli occhi, mentre Kynaston e Julien lo guardavano con sguardo arrabbiato, cosa che fece perfino Costance.
- Mi dispiace.- sussurrò, ricevendo però solo un altro colpo, ancora più violento del primo.
- Chi cazzo se ne frega se sei dispiaciuto! Hai idea di cosa hai fatto?- chiese, quasi per farlo sentire apposta in colpa, usando anche un tono molto arrabbiato.
- Mi dispiace interrompere la vostra lite, ma io avrei altro da dire. Voi resterete in vita, ma questo verme lo uccideremo.- si passò la mano sul collo, mimando il gesto dello sgozzamento, mentre l’albina alzava di scatto la testa, come spaventata.
- Non potete farlo!- urlò, stringendo ancora di più i pugni, tanto da farsi dei tagli sui palmi delle mani. Duncan la guardò alzando un ciglio, come se non capisse cosa stesse dicendo.
- Lo hai appena schiaffeggiato e ora lo vuoi anche difendere? Come sono complicate le donne.- si toccò la fronte, per poi passarsi la mano sui capelli e sbuffare, annoiato da tutte quelle perdite di tempo.
- Ha ragione. Sarà pure un traditore di merda, ma è grazie a lui che siamo arrivati qui.- Kynaston , a sorpresa del rosso, sembrava non volerlo morto, anche se l’espressione truce sul suo viso gli faceva intendere che prima o poi glielo avrebbe fatta pagare, confermando il suo pensiero nei confronti del castano, era decisamente maturato.
- Va bene, se insistete tanto allora vi ammazzo tutti.- estrasse una pistola dalla tasca, pronto a colpire, ma in quel momento un oggetto cadde da terra, emanando una nuvola di fumo, e, un istante dopo, Nihal perse conoscenza.
 
Quando si risvegliò si accorse di essere in una grotta, illuminata da delle torce appese alle pareti, e steso su delle foglie. La testa gli doleva e per questo motivo fece fatica ad alzarsi. Vedeva tutto un po’ sfocato, tanto che rischiò di ricadere a terra, riuscendo però a reggersi al muro, e iniziò a percorrere il corridoio davanti a se, anche perché era l’unico. Non appena giunse alla fine una alquanto inaspettata sorpresa lo accolse, tanto che un sorrisetto si formò sul suo volto.
- Keel?- domandò, come per essere sicuro, mentre l’altro gli faceva l’occhiolino e gli veniva in contro. Aveva i capelli rossi, gli occhi neri, era altissimo e un tatuaggio copriva tutto il collo, cosa che lo faceva assomigliare molto a Nihal.
- Ehi, Nihal! Quanto tempo! Sbaglio o mi sembri messo un po’ male?- lo sfotté, con malo gusto, mentre l’altro a stento tratteneva un coniato di vomito.
- Ma vai in culo. – riuscì a dire, prima di iniziare a tossire rumorosamente.
- Cazzo, vi rivedete dopo tre mesi e questa è la prima cosa che vi dite?- da un angolo buio spuntò fuori un altro volto a Nihal conosciuto.
- Rui, perché non vieni qui, invece di rompere il cazzo?- quello si avvicinò, mostrandosi sotto la luce della torcia. Capelli neri, occhi celesti, basso e senza alcun “segno particolare”. Corse incontro al rosso e lo abbracciò, facendolo leggermente spaventare, soprattutto quando sentì il commento da dietro le quinte di un’altra voce, che ben ricordava.
- Smettila di fare il gay, asessuato.- anche Damian si rese visibile, avvicinandosi ai tre. Portava ancora quel cappello sopra i capelli castani, e una magliettina rossa che si abbinava con i suoi occhi verdi.
- Stai zitto, stronzo.- lo sfotté Nihal, facendo ridere gli altri due. – Dove sono gli altri?- chiese, poi, vedendo i loro sguardi abbuiarsi.
- L’albina, quella con i capelli rosa e il rosso sono stati catturati. Siamo riusciti a salvare solo te e il moro, che sta dormendo di là. – lui colpì la parete con un pugno, imprecando – Non ti preoccupare, li riprenderemo.- lo rassicurò Keel, sedendosi poi su un sasso.
- Non c’è un po’ di cose che mi dovete dire? Tipo perché la resistenza vuole uccidermi?- i tre si guardarono, come a decidere chi dovesse comunicargli tutto ciò che avevano passato da quando lo “credevano” morto, alla fine iniziò Keel a parlare, facendogli un riassunto generale della faccenda.
- Allora, dopo che sei “morto” ci hanno portato al quartier generale della resistenza, dove ci hanno addestrato per circa due mesi e mezzo. Poi ci hanno fatti trasferire qui e sono sorti diversi problemi. La resistenza ha affondato la nave di MClean, ha ucciso tutte le persone a bordo tranne lui, che è stato preso in ostaggio. Una sera Damian ha sentito Duncan, il capo dei ribelli, anche se credo che tu abbia avuto modo di conoscerlo, parlare con Chris e dirgli “Dove hai portato Nihal?” la cosa ci fece sospettare qualcosa, così siamo andati a chiederglielo, e ci ha informato che non solo eri vivo, ma che loro volevano ucciderti.- spiegò rapidamente, lasciandolo a bocca aperta.
- Quindi anche Diana lo sapeva?- per la prima volta da quando era lì aveva chiesto di lei, anche se aveva notato la sua assenza sin da subito, ma Rui scosse la testa in segno negativo.
- No, lei ancora non sa nemmeno che ti abbiamo salvato, avrebbe potuto fare qualche azione avventata. Sta dormendo nell’altra stanza.- disse poi il moro, vedendogli abbassare la testa, visto che non aveva minimamente idea di cosa dirle non appena l’avrebbe rincontrata.
- Comunque, sappi che ci siamo staccati dalla resistenza quindi.- fu fermato dal rosso, che gli parlò sopra.
- Me ne sono accorto.-
- Cazzo fammi finire, allora dicevo.- un’altra interruzione.
- Scusami, non volevo.-
- Mi stai prendendo per il culo?-
- Può darsi.-
- Fammi finire, cazzo! Abbiamo salvato MClean e vuole parlarti, ci sono cose di cui non può metterci al corrente a meno che non ci sia tu. – riuscì a dire Rui, dopo le numerose interruzioni da parte di Nihal.
- D’accordo, lo incontrerò subito.- decise di concentrarsi su quello, che era decisamente più importante, anche se si sarebbe dovuto trattenere dal colpirlo al volto molto violentemente, visto quello che gli aveva fatto passare, tra l’altro anche due volte.
- Si può sapere che cos’è tutto questo casino?- e proprio mentre si era convinto di mettere le relazioni in secondo piano, Diana entrò nella stanza, strusciandosi gli occhi, dato che si era appena svegliata, e con addosso dei pantaloncini corti e una maglietta che le lasciava intravedere l’ombelico. Non appena mise a fuoco la scena quasi svenne.
Nihal, proprio quel Nihal che era morto per salvarla era lì, davanti ai suoi occhi. Gli corse addosso, piangendo come una disperata, visto che non capiva. L’aveva visto chiaramente morto, o meglio aveva visto le macerie sotterrarlo. Lui ricambiò l’abbraccio, stringendola a se.
- Sei vivo?- chiese, tra i vari singhiozzi. Le accarezzò la testa, con un’espressione felice in volto e poi, con il tono più dolce che gli riuscì le rispose.
- Sì, sono vivo.- sussurrò quelle parole, mentre la castana continuava a piangere. I suoi occhi verdi non la smettevano di lacrime, perché sorpresa, sollevata e confusa.
- Mi sei mancato.-
- Anche tu. –
 
 
 
 
ANGOLO AUTORE:
Tadaaaaaaaaaaaan.
Aaron eroe nazionale, Loanne finisce male. Ebbene ecco a voi la resistenza, visto che la volevate tanto XD.
In questo numero abbiamo assistito alla riunione del cast di TDK, ma nel prossimo scioccanti verità verranno a galla, facendovi confondere, in modo cruento.
La fine si avvicina (mancano tre o quattro capitoli), e le verità verranno presto a galla, come lo scontro Ace VS Diana che aspettate tanto.
P.S.: nel caso non abbiate capito bene l’aspetto degli OC presentati, date un’occhiata al capitolo due di Total Drama Killer’s.
P.S.S.: aggiornamento flash post febbre.
   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: Mr Lavottino