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Autore: Takeshi Inazuma    03/08/2016    0 recensioni
Mi chiamo Takeshi Inazuma (稲妻 武), maestro ninja dell'Ordine Dei Cinque Elementi.
Quello che sto per descrivervi qui è un ordine antichissimo, risalente probabilmente alla nascita dei primi ninja, e dell'arte del ninjitsu.
Cercherò di descrivere approfonditamente l'Ordine, aggiungendo anche parecchie mie avventure con i miei compagni.
Se credete mi stia inventando tutto, bhe, sappiate che è così. Sono solo le storie fittizie di un pazzo esaltato che crede di far parte di chissà quale fantomatico ordine segreto.
Ma se vi capitano cose strane, se siete in grado di fare cose come camminare sui muri, o battere un bullo in un solo colpo, cercate l'uomo dall'occhio rosso. E ricordatevi che, la fiamma più brillante non è visibile a chiunque...
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Konnichiwa.
Oggi ho intenzione di parlarvi delle principali armi usate dai ninja dell'Ordine.
Sono parecchie, ne citerò una quarantina. 
Anche perché un ninja poi usa l'arma che vuole. Tranne le armi da fuoco, che sono considerate disonorevoli, un ninja usa qualsiasi altro tipo di arma. E' libero di usare anche una spada inglese o una sciabola araba. Qui vi descriverò quelle di origine giapponese o cinese principalmente usate dai ninja. Troverete armi scontate, come gli shuriken (le famose stelle ninja), ma anche armi insolite, come la lunga nodachi.

1. Kunai
Se avete visto o letto Naruto, saprete di cosa sto parlando. Si tratta di coltelli da lancio dalla lama a forma di diamante o di prisma. Hanno un anello all'estremità  del manico per poter essere legati ad una corda o ad una catena, in modo da conferirgli maggiore versatilità.
Inizialmente un attrezzo agricola, si sviluppò ben presto come arma.

2. Shuriken
Questa è probabilmente l'arma più caratteristica del ninja. Pochi sanno però che le così dette stelle ninja esistono di due tipi: i bo shuriken e gli hira shuriken. I primi sono sostanzialmente dischi o quadrati di metallo i cui bordi sono affilati. I secondi sono invece i classici shuriken dalla classica forma appunto "a stella". 
Di ognuno dei due esistono vari tipi. Esistono quelli con tre, quattro, dieci punte. Esistono le forme più svariate, come le svastiche, gli aghi...

3. Bō
Si tratta di un bastone lungo circa un metro e 80, oggi usato principalmente per le arti marziali. In genere è fatto di quercia bianca o rossa (come quello che uso io), oppure, data la difficoltà nel trovare questi materiali, almeno in Giappone, di faggio o di altri legni duri ma flessibili. Certe volte viene fatto anche di bambù.
Nonostante la sua semplicità è un'arma temibile in battaglia. Questo perché, almeno nelle mani di un esperto, è una delle armi più versatile.

4. Hanbō
L'hanbō, letteralmente "mezzo bastone", è un bastone da combattimento usato nelle arti marziali, che misura 90 centimetri di lunghezza, l'esatta metà del bō, come il nome suggerisce.
Quest'arma viene usata soprattutto dai guerrieri anziani, poiché passeggiano con quest'arma camuffata da bastone da passeggio.
Spesso i ninja vi nascondono una lama all'estremità.
Talvolta viene usato come hanbō il fodero della spada (saya). Io stesso mi sono ritrovato in tale situazione.

5. Tanbō
E' un bastone che misura 60 centimetri (un terzo del bō).
Generalmente però, un combattente taglia il tambō secondo le misure più appropriate al proprio corpo, ovvero la distanza tra l'anca e la caviglia. Questa distanza assicura che il tambō possa essere maneggiato liberamente senza che colpisca inavvertitamente il terreno.
Molti utilizzano due di queste armi come manganelli.

6. Tonfa
Il tonfa è un'arma tradizionale delle arti marziali, specialmente cinesi e giapponesi. È composto da una impugnatura (tsuka), lunga 12 cm, e da un corpo (yoka), di lunghezza variabile dai 50 ai 60 cm circa. La misura ottimale varia da persona a persona ma in generale, una volta impugnato, deve sporgere all'incirca di 3 cm dal gomito. Il tonfa è da ritenersi un'arma a tutti gli effetti in quanto, se utilizzato senza l'adeguato addestramento e l'utilizzo di tecniche ad hoc, può inferire gravissime lesioni, quali traumi o ossa fratturate. Grazie alla sua versatilità il tonfa è oggi entrato a far parte della dotazione di alcune forze di polizia: Stati Uniti d'America, Canada, Germania e Svizzera. La tonfa è uno strumento anche d’attacco, ma soprattutto di difesa, infatti che viene chiamato anche “para avambraccio” perché in grado di parare anche gli attacchi di spada. Questo strumento viene utilizzato in coppia, uno per mano, e la sua forma è ispirata a quella del manico di un particolare mortaio per cereali, alla manovella per tirare l'acqua dai mulini e a uno strumento agricolo per piantare le patate. Sull'arsenale ninja fa parte infatti di una delle prime armi che hanno usato questi ultimi, che in principio utilizzavano attrezzi contadini.

7. Bokken
Il bokken è una riproduzione essenziale dellakatana. Utilizzato nell'allenamento. Per addestrare un guerriero all’uso della spada, il bokken è fondamentale, il suo peso, la sua forma, nell’uso continuo di questo attrezzo il guerriero impugnerà la katana con familiarità e la giusta conoscenza. Capita spesso però che in situazioni disperate persino il bokken riesce a diventare un’arma utile per scampare alla morte.

8. Kama
Il Kama è un attrezzo agricolo tradizionale tipico del Giappone e di Okinawa, simile ad una piccola falce usata per mietere il grano, e utilizzata anche come arma. Prima di essere usata nelle arti marziali, il kama fu usato estesamente in Asia per tagliare i raccolti, soprattutto il riso. Si usa anche nelle arti marziali provenienti da Malesia, Indonesia e dalle Filippine dove è reperibile in varie forme. Il Kama è usato inoltre nelle arti marziali cinesi, anche se non frequentemente. Da entrambe queste aree il Kama fu portato a Okinawa, e lì integrato nelle pratiche del te (letteralmente "mano", un'antica pratica marziale dell'isola).

L'utilizzo del ferro per gli strumenti agricoli risale a circa 700 anni fa. Nella stessa epoca vennero importate le prime armi dal Giappone e dalla Cina. Il kama è stato usato come arma per la prima volta durante una rivolta contadina nel 1314, all'epoca del tre regni, contro un signore di Gyokujo. In seguito venendo a contatto con le tecniche cinesi di arti marziali, il Kama-jutsu si è evoluto sino ai giorni nostri. La tecnica consiste nell'utilizzo simultaneo di due falcetti. Una variante del Kama-jutsu adopera i due falcetti legandoli ai polsi con una funicella (himo tuki nichogama). Il Kama era l'arma preferita di Shinko Matayoshi il quale, per la grande maestria in quest'arte, veniva soprannominato "Kama no ti Mateshi" (Matayoshi mani di falce).

9. Sai
Anche questa un'arma abbastanza conosciuta dei ninja. Questa è l'arma che utilizzava Michelangelo delle tartarughe ninja.
La sua forma è essenzialmente composta da una sorta di bastone arrotondato e appuntito, con due lunghe proiezioni non affilate (tsuba) attaccate al manico. La parte finale del manico viene denominata tirapugni. I Sai vengono costruiti in varie forme: quelli Tradizionali sono arrotondati, mentre alcune riproduzioni hanno adottato un ottagono nel rostro centrale. Gli tsuba sono tradizionalmente simmetrici, tuttavia, il Sai chiamato Manji, sviluppato da Taira Shinken impiega due tsuba uno opposto all'altro. Si crede che il sai sia sempre stato un'arma, benché alcuni ipotizzano si sia originato come uno strumento dell'agricoltura usato per misurare i gambi, campi arati, piantare il riso, o come fermi per le ruote dei carri, anche se le prove di questi usi sono limitate. Questi metallici forconi orientali erano usati per lo più dalle kunoichi ma nello stile Kojiki gli uomini non ne facevano a meno se occorreva, e ne conoscevano in ottimo modo l’uso. Sembra che la storia dei sai abbia inizio in Cina, e che siano stati introdotti in Giappone successivamente da alcuni monaci cinesi cultori delle arti marziali. Queste armi possono anche venire usate come armi da lancio se occorre.

10. Naginata
La naginata è un'arma inastata giapponese costituita da una lunga lama ricurva monofilare, più larga verso l'estremità, inastata grazie ad un lungo codolo su un'impugnatura di lunghezza variabile ma in genere più breve rispetto a quella della lancia in uso ai guerrieri (bushi) giapponesi, la yari. L'arma, per forma ed utilizzo, ricorda i "falcioni" del medioevo europeo. Apparsa nei campi di battaglia del Periodo Kamakura (1185-1333), durante l'Era Tokugawa il naginata divenne un'arma desueta in battaglia ma continuò ad essere utilizzata per il combattimento individuale e per la difesa degli edifici o delle dimore private. Probabilmente per questo il suo uso si diffuse specialmente tra le donne della classe militare, le buke, vere amministratrici della casa. L'arte marziale (detta naginata-do o naginatajutsu) che ne trasmette l'uso faceva comunque parte del bagaglio tecnico classico del guerriero (bujutsu) e nel budō moderno esistono alcuni stili indipendenti che ne tramandano una forma stilizzata analoga alla scherma kendō trattasi dell'Atarashii Naginata. Questa anticha alabarda veniva spesso usata nelle guerre giapponesi, anche dai samurai, ma la sua lama in principio era più spessa e seghettata. I ninja poi resero il filo della lama dritto, ancor più sottile e affilato, capace di produrre lacerazioni dai sei pollici in su con la sola punta della lama. Lunga circa 150 cm, su cui è innestata una lama ricurva, di forma analoga al wakizashi ma più spessa e con una forte curvatura verso la punta. Gli shinobi (ninja) fecero diventare la naginata un utile arma sia negli scontri singoli che nelle grandi battaglie.

11. Nodachi
Una nodachi tiene il medesimo disegno e aspetto generale di una tachi, ma è considerevolmente più lunga, in quanto può raggiungere una lunghezza che varia solitamente da 1,4 m a 1,8 m circa. Molte nodachi presentano una tsuka, o impugnatura, molto più lunga rispetto alla katana semplice, e per questo appaiono esteticamente sproporzionate, tuttavia una nodachi ottimale dovrebbe presentare un rapporto kissaki/tsuka di 4/1. Le nodachi sono state utilizzate sui campi di battaglia dalla fanteria per contrastare la cavalleria.

La nodachi è una particolare spada a due mani usata in principio dai samurai. Data la sua impugnatura così lunga potrebbe sembrare sgraziata come arma, ma questa spada è stata ideata per abbattere i nemici a cavallo o da cavallo, e come tutte le spade giapponesi è potente e leggera per accompagnare dei colpi fatali con poco sforzo. Questa spada è stata adoperata molto in guerra, e anche i ninja iniziarono ad adoperarla nelle loro battaglie personali e non, ma soprattutto il suo utilizzo nelle caste ninja fu quello di abbattere obbiettivi grandi come guerrieri cavalieri o nemici provvisti di armi lunghe come lancia, naginata ecc.

12. Nagamaki
Il nagamaki è un'insolita arma inastata giapponese, a metà strada tra il falcione (naginata) e la spada (tachi), particolarmente in uso tra il XII ed il XIV secolo. Monta una pesante lama lunga 2-4 shaku (60-120 cm) su di un'impugnatura di lunghezza più o meno simile (60-90 cm). Arma peculiarissima, il nagamaki esula dalle normali tipologie di classificazione e può essere accomunato solo allo spiedo da guerra in uso in Europa nel XV secolo.

Il nagamaki comparve durante l'Epoca Kamakura (1192–1333) e restò in uso fino all'Epoca Muromachi (1392–1573). Si ritiene che fosse l'arma prediletta da Oda Nobunaga (1534-1582) e che Uesugi Kenshin (1530-1578) avesse una propria guardia scelta di bushi armati di nagamaki. Allo stato attuale della ricerca, si ritiene che il nagamaki sia stato sviluppato dagli armaioli nipponici partendo dalle lunghe spade da campo, nodachi e ōdachi, destinate a contrastare le cariche di cavalleria sempre più in uso in Giappone durante il XIV secolo. Il medesimo processo evolutivo avrebbe portato anche allo sviluppo del naginata, sorta di equivalente del falcione dell'Europa medievale. La linea e la modalità d'utilizzo del nagamaki, soprattutto nella versione a lama lunga, ricordano molto un'arma cinese, lo zhǎnmǎ dāo, sviluppato durante il regno della Dinastia Song (960-1279). Il peculiare rapporto lama-impugnatura del nagamaki, la sua natura ibrida di "spada inastata" ed il suo stretto rapporto con il naginata, arma inastata vera e propria, permettono invece di sviluppare un parallelismo con un'arma occidentale, lo spiedo da guerra, e con la sua variante inastata, il brandistocco.

13. Shuāng gou
La spada uncinata è un’arma antica cinese, originaria più precisamente della Cina settentrionale, che gli studiosi e gli storici ritengono avere origini antichissime: si parla addirittura del periodo dei regni combattenti, tra il 453 aC e il 221 a.C. L’arma veniva realizzata pensando all’utilizzo che ne avrebbe fatto il combattente in coppia, e presenta alcune peculiarità assolutamente uniche. La spada uncinata cinese, anche detta spada a testa di tigre, è un’arma bianca pensata per l’utilizzo in coppia e dalle caratteristiche estremamente insoliti. La spada è provvista di un paramano, anzitutto, che assolve sia alla classica funzione di protezione, sia a quella di causare danni agli oppositori, dato che sul paramano è disposta una lama a mezzaluna affilata. Sotto il manico troviamo uno spuntone che poteva essere utilizzato per impartire il colpo di grazia al nemico. La lama, infine, è lunga e termina con un ripiegamento della stessa a forma di uncino. La spada uncinata o spada a testa di tigre (in cinese Shuang Go), veniva usata generalmente in coppia: l’utilizzo singolo di una spada uncinata era assai raro, in quanto è nell’accoppiata che le caratteristiche dell’arma possono farsi valere con maggior forza. Oltre a poter colpire di taglio con il lato della lama il guerriero che impugnava le due spade uncinate poteva trafiggere l’avversario con l’uncino, oppure disarmarlo con lo stesso. Inoltre era anche possibile agganciare i due uncini. Con questo movimento si poteva far roteare le due armi agganciata andando a colpire a distanza maggiore e con una terribile forza di rotazione il nemico, ferendolo con la mezzaluna sul manico o lo spunzone sotto di esso. L’utilizzo contemporaneo di due spade uncinate, date le caratteristiche complesse dell’arma, richiedeva come ovvio una formazione specifica. Questa era fornita durante l’addestramento alle arti marziali. Nata nel settentrione della Cina, l’arma fu dapprima caratteristica del kung fu delle regioni settentrionali cinesi, per poi diffondersi in tutto il paese. 
Fin dall'inizio venne adottata dai ninja, essendo un'arma in Giappone spesso il nemico non sapeva come fronteggiarla.
Sono una delle mie armi preferite, anche se non le uso spesso.

14. Lu jiao dao
Si tratta di due armi corte, dotate di lame incrociate a forma di mezzaluna. Gli incroci delle lame fanno sì che si vengano a creare quattro artigli, e ciascuno dei quali può essere utilizzato come lama principale. I lu jiao dao sono formate da un'unica forma di metallo, tutta affilata, chi utilizza tali armi, le tiene per la parte centrale, che è ricoperta affinché non ci si tagli con la lama, e se ne usa una per l'attacco e una per la difesa. Essendo abbastanza piccole, vengono portate a coppia nei tradizionali vestiti cinesi. Queste armi sono associate con l'arte marziale Baguazhang, conosciuta per la sua varietà di armi utilizzate. Sono usate soprattutto per disarmare l'avversario, rompere un'arma lunga ed altri svariati colpi della lotta ravvicinata. Sono appunto efficaci contro armi lunghe tipo lance, spade e comunque armi che prevedono un combattimento a distanza. A differenza delle armi più lunghe, i lu jiao dao sono molto maneggevoli e quindi possono essere usati con grande rapidità e precisione; inoltre si può facilmente rompere la guardia dell'avversario. Esistono delle varianti diverse di lu jiao dao, alcune hanno due lame più lunghe delle altre. La parte con le lame lunghe viene utilizzata come arma principale, invece dal lato delle lame corte si ha la guardia.

15. Jitte
Il Jitte o Jutte, letteralmente "dieci mani", è un'arma bianca manesca del tipo manganello originaria del Giappone. Composta da una sbarra di ferro immanicata in un'impugnatura, dispone di una sorta di guardia composta da una seconda stanga metallica, di ridotte dimensioni, che diparte dal manico descrivendo un angolo retto quasi fosse una baionetta. Era arma precipua dei funzionari dell'ordine pubblico. Nonostante non sia munito di punta o lama, il Jitte è un’attrezzo di grande utilità in battaglia e comunque in grado di infliggere danni considerevoli all’avversario. 
Spesso nelle mie missioni porto con me una di queste armi.

16. Tantō
Il tantō, coltello, è uno strumento importante per i ninja. Benché non fosse in acciaio di alta qualità come le katane, i ninja lo utilizzano come strumento multiuso, come sollevare le porte aperte, scavare buche o piccoli fossi oppure lanciato come uno strumento da battaglia. Il tantō è un coltello tipico del Giappone con lama di 30 cm. In battaglia, il bushi (guerriero giapponese) lo portava dietro alla schiena, per comodità, in quanto l'estrazione della katana e del wakizashi doveva essere fluida e senza intoppi. Rispetto alle armi del daishō, il tantō era quasi sempre privo di tsuba.

17. Tekagi Shuko
Dopo aver visto l’efficacia di un tirapugni, i ninja hanno deciso di crearne uno ancor più pericoloso, il tekagi, un tirapugni con tre lame corte, o chiamati anche gli Artigli Ninja. Tradizionalmente si presentano con tre spuntoni di ferro con le punte ricurve, comunque capace di creare danni ma con l’inconveniente che l’attacco riusciva solo se il bersaglio veniva colpito correttamente dalle punte degli spuntoni. Successivamente furono creati dei tekagi più efficaci, dei tirapugni con tre lame affilate a forma di artiglio per una maggior praticità durante l’attacco, in grado sia di infilzare lì obbiettivo ma anche di tagliarlo. 
Piccola considerazione personale. Se li indossi ti fanno assomigliare molto a Wolverine.

18. Tekko
In origine il tekko, che significa mano di ferro o metacarpo di ferro, era semplicemente una staffa da equitazione, la quale era prontamente disponibile ed era facile da trasformare in un efficacissimo tirapugni. Il tekko è anche un'arma che può essere facilmente nascosta e trasportata. L'uso in coppia di quest'attrezzo ha delle similitudini con alcune armi tradizionali cinesi. Col tempo prendendo spunto da questi primi e rudimentali tirapugni vennero create altre armi inerenti ma più efficaci e comode da indossare rispetto agli improvvisai staffi da equitazione. È stato proprio il tekko a indurre l’idea di creare i Tekagi Shuko.

19. Nekote
Questa particolare arma veniva usata più dalle kunoichi (ninja di sesso femminile), ma nel bagaglio armamentario di uno shinobi solitamente non mancavano. Fu ideata dai ninja come ulteriore risorsa per in modo da essere comunque armati nel caso si ritrovassero a mani vuote durante uno scontro. Questi anelli (in principio di cuoio mentre adesso di metallo) andavano riposti tra le dita e i polpastrelli, provvisti di una lama a forma di artiglio felino lunga cinque sei centimetri in acciaio saldato. Questi artigli da gatto si rivelarono una trovata molto efficace nelle prime battaglie dove vennero usati, potevano addirittura uccidere se mirate nei giusti obbiettivi come l’area della gola, delle vene o dei tendini. In oltre erano anche efficaci armi da stritolamento. 

20. Shuko
Gli shuko vennero creati pensando ai tekagi, cercando di trovare un modo per arrampicarsi ed aderire meglio durante situazioni di fuga o di inseguimento che richiedevano l’attraversamento di pareti ripide o scivolose. Possono essere inseriti sia nel palmo delle mani che nella pianta dei piedi e risultano essere molto efficaci nell’arrampicamento su qualunque superficie. Tuttavia sono stati usati anche in combattimento con ottimi risultati. In ogni caso molti ninja preferiscono imparare l'arte di camminare su pareti verticali (sì, tipo Naruto), invece di usare questo attrezzo (il sottoscritto ad esempio).

21. Shobo
Lo Shobo era un’arma di piccole dimensioni usata per attaccare in pieno volto, al naso, al collo o all’inguine. Era formato da un bastone tagliente corto ed un anello posto al centro che veniva infilato nel dito medio. Ottimo per combattere o per mandare a 'fanculo la gente con stile.

22.  Tessen
Il ventaglio è un oggetto che sia i giapponesi che i cinesi utilizzano da secoli come attrezzo armonioso per gli spettacoli. In Giappone poi venne utilizzato anche come arma. I samurai utilizzavano i ventagli come attrezzi per allenarsi nei movimenti armonici di lotta, e come attrezzo per allenare l’articolazione dei polsi. I ninja adoperarono lo stesso sistema per usare i ventagli, ma idearono anche un ulteriore aggiunta per rendere il ventaglio una vera e propria arma. Crearono dei ventagli di ferro con delle estremità appuntite ed affilate facendone un’arma pericolosa. Il tessen-jutsu è un’arte complessa ed insolita usata specialmente dalle kunoichi per via dell’eleganza dello strumento, più usuale per una donna. Al suo interno, potevano anche essere presenti degli scomparti per inserirci vari Shirai.
Lungo tipicamente circa 35 cm, ne esistono di due tipi: 
Il Tessen Menhari-gata, di seta o di washi (una carta molto resistente), decorato, a volte anche con lamine di oro o argento, o trattato con petrolio. Ha le stecche fatte o rinforzate con ferro (a volte tutte, in genere 8 o 10, a volte solo quelle esterne).
Il Tenarashi-gata, oggetti completamente in ferro a forma di ventaglio chiuso. I tenarashi-gata erano i più popolari tra i samurai, i quali li usavano anche contro gli avversari di rango inferiore, perché usare la spada contro questi era considerato disdicevole (non ninja non ci facciamo questi problemi).
Una grande esperta nell'usa di quest'arma è Shan.

23. Makibishi/Tetsubishi
I makibishi sono armi usate dai ninja. Essi vengono usati durante le fughe e per bloccare l'avversario per un breve attimo: il ninja getta decine di makibishi per terra, che grazie alle quattro punte di ferro, che perforano le scarpe (fatte di paglia), impediscono all'avversario d'inseguirlo. Inoltre le punte di un makibishi sono spesso uncinate per aumentare il dolore causato ad un eventuale malcapitato che le avesse pestate.

I tetsubishi Sono usati con lo stesso principio e scopo dei makibishi, la loro unica differenza è la forma. I tetsubishi sono costituiti da un unico pezzo di metallo, dritto e appuntito, mentre i makibishi sono costituiti da due dardi di metallo intrecciati fusi e uncinati.
Questi piccoli oggetti erano molto efficaci contro i nemici. I ninja non li usavano solo per coprire la loro ritirata sul momento, ma studiando il terreno di scontro prima di una missione li disponevano a seconda della direzione che sapevano avrebbero dovuto prendere durante la loro fuga, disperdendoli nei prati, invisibili agli occhi di chi inseguiva erano di grandissima utilità. Nel tempo furono presi come spunto dalle forze speciali odierne per bucare i pneumatici dei mezzi di trasporto.

24. Kakusareta Supaiku
Il Kakusareta supaiku è una delle armi più efficaci da nascondere. Piccole lame affilate e ben appuntite da usare quando l’avversario meno se lo aspetta. In principio venivano usate corna di cervo, cinghiale o di legno. Successivamente furono ideati piccoli manici in grado di contenere la punta di una freccia, e in fine fu creata una vera e propria lama, o da un unico pezzo di metallo o con manico in osso. La conformazione di quest’arma fa si che inserita nella mano venga usata insieme ad un pugno, in grado quindi di squarciare o sfondare. Una cosa abbastanza dolorosa, credetemi. L'ho provato parecchie volte.

25. Mizugumo
I mizugumo sono dei galleggianti che i ninja utilizzavano per attraversare, fiumi, guadi, o in altre superfici d’acqua. Erano composti da una speciale corteccia di legno e sughero, lavorati in maniera particolare, in modo da reggere un peso umano e rimanere bilanciati allo stesso tempo nonostante ci si trovasse sull’acqua. I mizugumo venivano spesso legati ai piedi per muoversi in acqua ma anche lanciati e disposti precedentemente per una fuga premeditata. Grazie ad un piombino situato sotto la base in legno situata al centro, restavano a galla e non venivano spostati dalla corrente. I Ninja si lanciavano poggiando i piedi nella base in legno situata al centro, mentre il contorno circolare serviva a mantenere stabile il resto. Anche in questo caso, come per gli shuko, c'è un arte ninja apposita per camminare sull'acqua, quindi non sono molto usati. Vengono più che altro usati per giustificare la "magia" del nunjutsu ai profani.

26. Nunchaku 
Anch'essa una delle armi più tipiche dei ninja, il nunchaku è formato dai kon, i due bastoni, le cui estremità si chiamano konto (la superiore) e kontei (l'inferiore), e da himo, la corda o la catena che li unisce. La lunghezza ideale dei due bastoni è rappresentata dalla lunghezza dell'avambraccio. Il diametro della base del bastone è di 2,5-3 centimetri, mentre l'estremità superiore si restringe a due centimetri. La lunghezza della catena o della corda che unisce i due bastoni dev'essere lunga come la larghezza del palmo della mano, ma deve avanzare un anello della catena, altrimenti diventa difficile il controllo dell'arma. Alcune tecniche di freestyle non possono essere applicati al nunchaku con la corda, in quanto l'attrito fra quest'ultima e il bordo interno dell'arma per un modesto periodo di tempo possono consumarla.
Il nunchaku è nato da uno strumento per battere il grano e ideato dal morso usato per gli equini. Si tratta di due bastoni legati da una funicella. L'antico nunchaku era un po' più corto dell'attuale (veniva tenuto nascosto sotto gli abiti per difesa personale). Esiste una variante a tre bastoni del nunchaku, chiamata san Setsu-kon, in cinese Sān jié gùn. Oggi è una delle armi marziali più usate, famose ed efficaci.

27. Setsu-kon
Il Setsu-kon, o in cinese San Jie Gun è un'antica arma cinese, tuttora utilizzata nelle arti marziali cinesi. Formato da tre bastoni di uguale lunghezza, dai 40 agli 80 centimetri, uniti tra loro da una catena. È anche chiamato Sanjiebian (三节鞭), frusta a tre sezioni. Viene classificato come arma flessibile. L'uso dell'arma consiste principalmente nel far roteare i due bastoni esterni mantenendo la presa nel bastone centrale, ma i grandi maestri compivano rapide rotazioni attorno al proprio corpo cambiando velocemente presa durante il movimento. Qualcuno pensa che derivi da un'imitazione di un morso per cavalli, ma più probabilmente si tratta di una evoluzione della battitrice “Shaozi”.

28. Kusarigama
Il kusari gama è un'arma giapponese, derivata dal kama, utilizzata sia nel combattimento a distanza che nel corpo a corpo. Furono i ninja ad ideare l’unione del kama ad una catena con un manico in piombo o acciaio per bilanciare il peso durante il lancio. Proprio così, un lancio, perché l’idea di creare tale arma era era di poter afferrare il nemico con la falce senza rischiare di perderla proprio grazie alla catena, mantenendo il controllo dell’avversario, e qual’ora occorresse riutilizzare l’arma in questione, continuando a combattere ad una determinata distanza.
Lo stile di combattimento basato sul kusarigamaè detto kusarigamajutsu. È formato da una catena alle cui estremità sono fissate un falcetto (Kama) e un peso d'acciaio. Il peso è l'arma vera e propria, usata per colpire l'avversario prima che riesca ad avvicinarsi o per bloccargli la spada; il falcetto viene usato solo per finire l'avversario una volta reso inerme. Quest' arma possiede due funzioni, tagliare e frantumare, ci voleva una certa abilità per saperla usare in modo quantomeno adeguato. Il kusarigama era prevalentemente utilizzata dai ninja, quasi mai dai samurai.

29. Kyoketsu Shoge
Il kyoketsu-shoge , che significa letteralmente "correre intorno per i campi e le montagne", è un'arma giapponese, formata da una lama a doppio taglio, con un'altra lama ricurva attaccata vicino all'elsa con un angolo di 45-60 gradi. La seconda lama è attaccata a una corda, catena o filo lungo da 30 a 45 cemtimetri, che termina poi con un grosso anello di metallo. Si pensa che si sia sviluppata prima del più conosciuto kusarigama (falce e catena) e, come quest'ultima, era un'arma dei ninja. Poiché costoro appartenevano solitamente alla classe contadina, non sorprende che la lama del kyoketsu-shoge fosse originariamente un attrezzo agricolo.
Usata quasi esclusivamente dai ninja, il kyoketsu-shoge aveva una moltitudine di applicazioni utili. La lama poteva essere usata per assestare colpi sia di taglio che di punta. La catena o la corda, talvolta fatta di capelli umani o di crine di cavallo per la forza e la resilienza, poteva essere usata per scalare, bloccare o legare un nemico e molti altri usi simili. La lunga gittata dell'arma combinava uno strumento da taglio insieme alla capacità di colpire o intrappolare un nemico a quella che l'utilizzatore percepiva come una distanza "sicura". Quando l'utilizzatore era abile con quest'arma, essa poteva essere usata per bloccare una spada e strapparla dalle mani dell'avversario rendendola inerme. La corda e l'anello del kyoketsu-shoge erano usati talvolta per avvolgere le gambe di un nemico e farlo inciampare. Tipicamente l'anello rotondo era piatto, ma rotondo nella sezione trasversale per consentire una presa più ferma e solida nonché per avere uno spessore maggiore contro i fendenti di taglio, dal momento che l'anello era usato anche per colpire e parare. Questo strumento si usava anche come ausilio per le scalate e, a tal fine, poteva essere lanciato e sganciato a forma di V.

30. Suruchin
Il suruchi o surujin è una tipica arma giapponese da lancio, utilizzata soprattutto nel Kobudo di Okinawa. Essa consiste in un due pesi, generalmente di pietra o metallo, attaccati alle estremità di una corda o catena, che una volta lanciata serve per intrappolare o stordire gli avversari.
L'origine del suruchin risale all'età della pietra e veniva usato per difendersi dagli animali feroci. Originariamente veniva costruito con la corda di corteccia che si chiama surukaa e che ha dato origine al nome di quest'attrezzo. La tecnica del Suruchin consiste nel far roteare l'arma con lo scopo di colpire o di agganciare gli arti o il collo dell'avversario. Il suruchin può avere diverse lunghezze 3 shaku (90 cm), 5 shaku (150 cm), 6 shaku (180 cm) o 8 shaku (240 cm).

31. Manriki-gusari
Il manriki-gusari è una delle armi segrete del ninja, e la forma di questo strumento è abbastanza semplice. I pesi sono fissati su entrambe le estremità dell'arma e questi, sono collegati ad una catena. La lunghezza della catena è diversa a seconda della scuola ninja. Il manriki-gusari è un'arma di autodifesa o di attacco, a seconda di come viene usata, ed è così piccola da poter essere celata in una semplice tasca. In genere pesano tra 300 e 400 g. I ninja usavano molto spesso quest’arma con lo scopo di immobilizzare alle gambe il nemico in fuga o di soffocarlo mirando al collo, ciò dipendeva dalla distanza. In uno scontro corpo a corpo veniva utilizzata anche come arma d’accatto, lanciando il peso sul volto dell’avversario per poi finirlo.

32. Kusari-tantō
Il Kusari-tantō è una delle armi più pericolose della serie a corda o catene. Il manriki-gusari non era del tutto letale, aveva solo i pesi che potevano esserlo se lanciati nella direzione giusta del cranio, e il kyoketsu shoge nonostante avesse buoni propositi per essere letale era scomoda per certi versi, anche perché era stato ideato per prede di maggiore spessore come cavalieri o guerrieri bardati di armatura. I ninja così idearono un’arma che doveva essere efficace a lunga o a breve distanza, e ben affilata. Il peso dello shoge era troppo elevato per poter controllare alla perfezione la catena, così fu installata al suo posto una vera e propria lama simile a quella dell’aikuchi o di un tantō, che poteva anche essere usata come questa ovvero da pugnale. Alla base invece fu applicata una piccola sfera di piombo o acciaio, con lo scopo di bilanciare il peso dell’arma e avere un ottimo controllo una volta lanciata contro l’avversario. La lama era dotata di uno spazio alla base a forma di uncino, per infliggere danni considerevoli alle carni o anche per un aggancio di fortuna. Il Kusari-tantō era in grado di tener testa anche ad armi lunghe come la katana e la naginata se usato correttamente.

33. Kusari-fundō
Il Kusari-fundō è un'arma a catena corta appesantita in cima. Quest'arma è molto simile al kusarigama in quanto ad utilizzo, infatti è un'arma a corto raggio, circa 46–76 cm di lunghezza totale. È generalmente composto da una catena di acciaio inciso non riflettente o corda spessa per ragioni di allenamento, con due pesi identici o asimmetrici, di solito non appuntiti, alle due estremità. L'arma può essere usata per colpire, accalappiare o intrappolare un avversario o la sua arma. Il kusari-fundō sarebbe stato "inventato" da una guardia del Castello Edo, Masaki Toshimitsu, per disarmare, immobilizzare o uccidere gli intrusi nel castello imperiale senza spargere sangue, in quanto era suolo considerato sacro.
Come per il kusari-gama, il manriki-gusari e il kyoketsu-Shoge, gli attacchi usano le punte appesantite in movimento così da avere il massimo momento per l'impatto. Le traiettorie d'impatto includono:
"Tenchi furi": colpi dall'alto o dal basso
"Yoko furi": colpi in dentro o in fuori orizzontalmente
"Happo furi": colpi in dentro o in fuori diagonalmente
"Naka furi": colpi dritti davanti

34. Kaginawa
Un Kaginawa è un tipo di rampino nato in Giappone in età feudale. Il nome deriva dalla combinazione di "kagi" che significa gancio e "nawa" che significa corda. I kaginawa possono presentare varie configurazioni, da uno a quattro ganci, e corde di lunghezza variabile. Potevano essere usati per scalare un muro, assicurare una barca o appendere attrezzatura durante la notte.
I ninja però ne facevano anche un’arma utilizzandola come arpionare per acciuffare o immobilizzare il nemico, qual’ora fosse necessario.
La corda è molto lunga, poiché serve ad aiutare il ninja qualora i suoi salti (che grazie all'hono raggiungono distanze incredibili) non fossero sufficienti.

35. Yumi
Lo yumi , anche wakyū 和弓, è l'arco in uso presso le antiche popolazioni del Giappone. Caratteristiche tipiche dello yumi sono le dimensioni. Nella variante "lunga", l'arma supera abbondantemente i 2 metri di lunghezza, ha una forma asimmetrica, la parte superiore rispetto all'impugnatura è più lunga della parte inferiore ed è composta in lamine di legno.
Le frecce utilizzate (Ya 矢) sono tradizionalmente ottenute dal bambù.
Lo yumi può essere di due tipologie:
Daikyū (大弓), lungo, per l'arciere appiedato.
Hankyū (半弓), corto, per l'arciere a cavallo.
Per entrambe le tipologie dell'arma esiste una specifica arte marziale:
il Kyudo (弓道) per l'arco lungo, e lo Yabusame (流鏑馬) per il tiro da cavallo.

36. Ishiyumi
La balestra è l'arma ninja che più si avvicina alle armi da fuoco. Con l’avvento dell’era moderna che incombeva, aggiornavano le loro armi e i metodi d’assalto. Degli assassini silenziosi come i ninja non potevano privare il loro arsenale di uno strumento efficace per gli attacchi a distanza come la ishiyumi (balestra). In principio utilizzavano questa particolare arma come tutti gli altri guerrieri, ma poi ingegnarono un sistema per creare delle piccole balestre da installare sugli avambracci. Non erano in miniatura solo le balestre ma anche le frecce, piccole e veloci, e grazie alla difficoltà nell’evitare queste piccole frecce, si scoprì un’arma utilissima per gli attacchi a distanza e a sorpresa. Queste piccole frecce in oltre erano impregnate di veleno, al fine di riuscire a finire l’avversario a prescindere che fosse stato colpito in un punto vitale o meno. Furono inventati persino dei sistemi per creare delle Tessen-ishiyumi, ovvero dei ventagli che sparavano piccole frecce avvelenate. 

37. Fukiya
La cerbottana è un’arma antichissima usata in principio dalle tribù indigene di tutto il mondo. I ninja ne fecero un buon uso approfittando del fascino che aveva quest’arma per i loro scopi, ovvero il silenzio. Un’arma così silenziosa non poteva che far parte dell’arsenale di un ninja. Le frecce l erano fatte a mano solitamente di bamboo come la stessa cerbottana, composte da una punta in ferro o in legno. Le punte venivano imbevute da veleni potentissimi, mortali o allucinogeni. Il fukiya, la cerbottana giapponese, solitamente aveva una lunghezza di 77 cm circa, tale lunghezza permetteva di sparare i dardi mantenendo la traiettoria e la precisione, ma i ninja adoperavano una fukiya di 50cm senza compromettere il tiro. I dardi (fukibari), erano di circa 20 centimetri. A differenza delle cerbottane occidentali moderne, la fukiya ha il boccaglio, in modo che il tiratore possa mantenere costantemente le labbra attaccate all’arma e respirare mentre tira.
La fukiya aveva anche un altro uso per i ninja. Il tubo veniva usato come fonte di respirazione in caso si nascondessero immersi nell’acqua, e il suo interno era dotato di uno scomparto dove erano inserite delle erbe per consentire al ninja di sopravvivere in caso di bisogno.

38. Suringu
Il Suringu non è altro che la Frombola, una fionda primitiva e antichissima usata da diverse culture non solo orientali. I clan ninja la costruivano intrecciando e lavorando la pelle dei bovini. Alla base veniva messo un pezzo di ferro o un sasso, e poteva essere lanciato fino a 400 metri di distanza creando gravi danni, anche mortali se veniva lanciato sul capo di un nemico.

39. Shinobi-bi
Questo cannone lungo circa 75 cm, veniva occultato sotto terra e la sua miccia veniva accesa quando il nemico si avvicinava. In principio lanciava palle di fuoco incendiare, con il miglioramento tecnologico delle sfere di metallo in grado di sfondare tronchi di legno spesso.
Vi era anche un altro tipo di cannone, l’Hokunibiya, che era un’arma importata dalla Cina, che in principio era uno strumento per sparare i fuochi d’artificio. Simile ad un cannone in grado di sparare una grossa freccia, copriva distanze di circa 500-1000 metri. Il fusto del cannone era di legno ed aveva una ricarica esplosiva al suo interno, che permetteva ad una grossa freccia esplosiva di essere lanciata.

40. Sodezutsu
Questo piccolo cannone, chiamato anche Sode-Teppo, in bamboo era il primo prototipo dello Shinobi-bi. I ninja ne portavano uno o due con se, e usata bene quest’arma non era solo in grado di uccidere ma anche in grado di creare degli incendi.

41. Higurumaken
L’Higurumaken era uno shuriken con una carica esplosiva a miccia legata ad esso. Veniva usato per attacchi a sorpresa, per le segnalazioni e per appiccare incendi.
Piccola parentesi comica. Vi è mai esploso uno di questi nella manica? Meglio...

42. Uzumebi
L’Uzumebi era una mina terrestre fatta con un contenitore di legno pieno di polvere pirica, con schegge o sferette d’acciaio intrise di veleno. Quelle più evolute avevano anche spolette o micce tarate a tempo, che le facevano esplodere in momenti predeterminati.

43. Horokubiya
L’Horokubiya è fatto con due tazze di ceramica unite tra loro, e riempite con polvere da sparo e palline di metallo. Viene usato come una bomba a mano o una granata.

44. Ninjatô
Questa è una delle due spade che porto sempre con me, insieme alla Muteki No Raion (Leone Invincibile), la mia katana.
Viene legata alla cintura (sul fianco sinistro, oppure destro se mancini). Nel caso lo shinobi avesse dovuto scalare una parete o compiere azioni, che sarebbero risultate impedite portando il ninjatô al fianco, lo legava alla schiena. La sua lunghezza non doveva superare i 60cm e non doveva essere più corta di 40cm. Differiva dalla katana in quanto non aveva la classica curvatura ma era diritta; l'impugnatura era più lunga per un'estrazione più veloce e i materiali con i quali il ninjatô era costruito erano diversi.
Mentre la katana era forgiata più volte per darle la classica curvatura e l'affilatura, il ninjatô era fatto in acciaio meno elaborato, e l'estrazione veniva eseguita in maniera diversa: in primo luogo un ninja non impugnava il ninjatô con il dorso della mano rivolto verso l'alto ma verso il basso, una volta estratta l'arma era tenuta con una sola mano con la punta rivolta verso il basso. Questa impugnatura inconsueta con la quale lo shinobi impugnava il ninjatô era dettata dal fatto che il ninja eseguiva dei gìri (tagli) totalmente diversi da un normale colpo di spada inoltre prima di ogni gìri vi era un kasumi (annebbiamento) atto a distrarre l'avversario per qualche attimo durante il quale lo shinobi sfruttando quest'apertura nella guardia dell'avversario eseguiva il gìri (mai uno soltanto ma sempre una serie di gìri atti ad uccidere l'avversario).

45. Katana
Una delle cose che rendono particolarmente affascinante lo studio delle lame giapponesi è che le migliori Katane mai forgiate, a tutt'oggi, sono quelle del periodo antico e cioè le spade realizzate circa 700 anni fa. In seguito i segreti dei maestri forgiatori si sono persi e solo di recente ci si è sforzati di recuperarli, ma nonostante tutto, ancora oggi non si riesce a riprodurre lame di qualità paragonabile a quelle del mondo antico. Grosso modo, le Katane possono essere così suddivise in base al periodo:

-Joko-To (645-980) Spade antichissime progenitrici della Katana.
-Koto (980-1600) Spade antiche, le lame migliori qualitativamente parlando.
-Shinto (1600-1867) Spade nuove, prodotte in periodo di pace, corte, leggere, appariscenti e di minore qualità.
-ShinShinto (1868-1912) Spade nuovissime, in questo periodo si tenta di riscoprire i segreti delle spade Koto per produrre nuovamente lame di qualità.
-Gendaito (1912-oggi) Spade moderne, costruite nel primo 900 per i collezionisti e per i templi (relativamente poche in verità).
-Gunto (seconda guerra mondiale) Spade prodotte industrialmente per gli ufficiali dell'esercito della seconda guerra mondiale, di bassa qualità.
-Shinsakuto (oggi) Spade contemporanee, prodotte oggigiorno, sono grandi e appariscenti, costano molto.
L'ordine naturalmente conosce ancora i segreti delle antiche katane, ma produce spade solo per i suoi adepti.

Qui sotto voglio mettervi una foto del mio ninjato e della mia katana.
La katana, risalente al periodo koto, è stata chiamata Muteki No Raion (Leone Invincibile) dal suo primo possessore e capostipite della mia famiglia Kajun Inazuma. Dalla firma sulla sua lama (村正) si capisce che è stata prodotta dal leggendario fabbro Muramasa Sengu. Sebbene si crede che queste spade siano maledette e che vadano bagnate nel sangue prima di essere rinfoderate, io non ho mai avuto problemi, e penso siano tutte cazzate. Muramasa era un ottimo fabbro, ai livelli del leggendario Masamune.
Il ninjato è invece di fattura moderna, come si può dedurre dal fodero.

La maggior parte delle informazioni le ho prese dal sito http://www.ninjutsukojiki.com/, facendo solo qualche modifica, considerazione, e cambiando da passato a presente i verbi.
   
 
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