Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Leatessa    03/08/2016    1 recensioni
POSTATO CAPITOLO 28
Dalla storia:
“Possibile che nella nostra famiglia, nessuno e sottolineo nessuno, sia in grado di comportarsi normalmente? Chi ha avuto questa idea? Io non intendo partecipare … non contate su di me …”.
Quelle furono le ultime parole famose di Albus Potter. Ovviamente, come giusto che fosse, prese parte all’iniziativa.
Quella domenica mattina, Rose lo buttò giù dal letto di malagrazia. Lo spinse sotto la doccia e tra una lamentela, un Merlino e un Salazar invocati a pieno Impeto riuscì a trascinarlo al villaggio.
-Lily, quindici anni di astuzia e prodigi, innamorata e senza freni darà inizio alla rivoluzione. Jim e Al aiuteranno il padre e la sua squadra di Auror nelle missioni più disperate. Il resto della combriccola sarà lì a dare una mano, l'amicizia riuscirà a tenerli tutti uniti?
La paura costringerà vecchi nemici e muovi amici a riunirsi ad uno stesso tavolo, per risolvere una serie di gialli che sconvolgeranno l'intero mondo magico!
Buona lettura...
{Capitoli:Prologo/Intro/Alla scoperta dei Black/Le disavventure di Lily&Tunia/La terrorista/Segreti di Famaglia/Le scelte sbagliate}
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Famiglia Black, Famiglia Dursley, Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, James Sirius/Dominique, Lily/Scorpius, Teddy/Victorie
Note: Lime | Avvertimenti: Incest, Triangolo | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'FORBIDDEN lOVE '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
INTRODUZIONE: PARTE QUARTA
 
 
 
 
La neve era andata via veloce com’era arrivata, pensò Lily. La primavera era ormai giunta e solo a pensare al caldo che sarebbe giunto di lì a poco, Lily si sconfortò oltre ogni modo.

Hoqwarts era in uno stato di calma piatta. Le vacanze di pasqua erano ormai finite da un pezzo e gli studenti stavano chini sui libri come se non ci fosse niente di meglio da fare. Rose studiava storia della magia in compagnia di Sophia. La biblioteca non era piena di studenti, essendo una bella giornata solo una ragazza come Rose che malamente sopportava il sole poteva rintanarsi in biblioteca. A Sophia, Rose alle volte le faceva un po' pena, con tutti i suoi problemi mentali.
Sophia osservò Rose con cura mentre si alzava per andare alla ricerca di qualsivoglia libro. A lei di star lì a studiare non importava molto, avrebbe preferito rimanere in sala comune e fare battute sprezzanti a Potter e Malfoy ma no, si era fatta costringere dalla sua cara amica a farle compagnia, in un modo davvero ignobile.

Rose alzò le punte dei piedi per afferrare il libro che finalmente aveva trovato. Una mano, scura, lo afferrò al posto suo per poi baciarla sulla guancia. Marckus Zabini la strinse a se e la bacio di nuovo, sulla guancia. Sempre sulla guancia. "Devi smetterla di comparire così, Marck" lo canzonò Rose girandosi verso di lui e baciandolo come si deve. "Prefetto Weasley, non sono qui per questo! Non che mi dispiaccia, ovvio".
Rose afferrò la pergamena che le porgeva il suo quasi fidanzato. La pergamena era ufficialmente firmata dalla preside Severa e, informava i Capiscuola e i prefetti di un ballo imminente, che si sarebbe tenuto alla fine di aprile, intitolato "polvere di stelle". Rose da che ricordava l’unico ballo mai tenuto ad Hoqwarts era quello del Ceppo non di certo quella roba con le stelle. E poi perché mai organizzare un ballo? A che pro?
"Abbiamo il compito di comunicarlo agli studenti." Rose pensò che peggio di così non poteva andare. "Poi, dimmi un po', é il caso che ti inviti ufficialmente?"

Rose si prese qualche minuto buono prima di proferire parola. La situazione peggiorava. "Sarebbe un’uscita ufficiale e tutti verrebbero a sapere di noi se andassimo insieme al ballo." disse non pensandoci due volte. La loro relazione si stava evolvendo?
"Siamo d'accordo? O la Weasley serpeverde si sta tirando indietro?" Per quanto Rose potesse essere una serpeverde di certo non era il coraggio a mancarle. O si? "Andiamo insieme. Mi sembra giusto. Così la finiremo con questo gioco del nascondino in modo definitivo."
Rose era molto soddisfatta della piega degli eventi, per quanto continuasse a ripetersi che peggio di così non poteva proprio andare. Che poi, le cose andavano bene per lei ma, per gli altri era tutt'altra faccenda.

 
***
James aveva un po’di problemi da qualche tempo. L’amicizia con Tessa era sul filo di un rasoio. Si parlavano a malapena e lei non faceva altro che evitarlo. Di quello che era accaduto tra loro, quella notte, non ne avevano fatto più parola e come pensava, Tessa non aveva avuto l'accortezza di confidarsi nemmeno con la sua amica Augusta. Era una tristezza infinita tutta quella storia.

Lui e Dominique non si sentivano da settimane. Le lettere erano sempre più striminzite e lui si rendeva conto, giorno dopo giorno, che non aveva un granché da dirle. E molto probabilmente era lo stesso per lei. Almeno questo pensava James leggendo le sue missive.

 
Quella sera Tessa fu graziata dell'obbligo o onore a detta del Caposcuola, di informare la sala comune della festa che la preside Severa stava organizzando, per la fine del mese. "Polvere di stelle" era un nome ridicolo e la festa lo sarebbe stata altrettanto. Il caos e le proteste in sala comune la innervosirono più di quanto fosse consentito. Ecco i primi problemi, si ritrovò a pensare! "Diamoci una calmata! Alla festa possono partecipare gli studenti dal quinto anno in su. Ad esclusione degli studenti o studentesse che avranno la fortuna o la sfortunata, di essere invitati o invitate da uno ragazzo, ragazza più grande. E ora, nelle proprie stanze, subito." Finì Tessa già troppo stanca di tutta quella storia e dell'eccitazione che avrebbe portato. Se ci fosse stata Dominique, il venire a sapere di un evento simile l'avrebbe rallegrata molto di più. Con la sua migliore amica era molto più facile divertirsi, con questo non voleva dire che Agie non fosse di buona compagnia, però proprio come lei non amava buttarsi tra folla salvo che non fosse palesemente costretta. E il novanta percento delle volte era proprio Dominique che le smuoveva e le portava a divertirsi. Ma lei non c'era, si ritrovò a pensare Tessa. La sua migliore amica era dal lato opposto del globo e, lei non poteva di certo definirsi "migliore amica" di quei tempi, dato quello che aveva combinato con James. Era la peggiore delle migliori amiche. Avrebbero dovuto darle una medaglia a tal proposito.
Questo evento avrebbe creato diversi problemi. A tutti. Per prima a lei.

 
***

Una settimana prima del ballo, che sembrava, anzi no, stava mandando tutti nel panico, nella sala comune di serpeverde si discuteva irragionevolmente sull'argomento. Albus era convinto fosse una buona idea. Era une idea di Lily d'altronde.

"Non dire mai più una babbanata del genere. Io ci andrò con Sophia al ballo, ecco. Giusto?" Disse soddisfatto Scorpius allungando una mano verso la ragazza.  Sophia temporeggiò un po' prima di affermare che lei un Cavaliere lo aveva già. Il caposcuola di Corvonero l’avrebbe portata al ballo e questo bastava per renderla più felice del solito. 

Scorpius al contrario non lo era per niente. "Vedi é un buon piano!" Ma proprio per niente. Perché? Perché aveva affermato in presenza del suo migliore amico, che non aveva granché voglia di invitare qualcuna per quella ridicola festa?
" Quale piano? State per mettervi nei guai?" Petunia li osservava decidendo se far compagnia al gruppo più mal assortito che la casa serpeverde avesse mai visto o proseguire per la sua strada. Si sedette. "Non proprio. Dato che non abbiamo nessun interesse a strappare cuori a giovani donzelle, l’idea é quella di portare Lily, te e Alice al ballo!" Iniziò Albus convinto. Voleva farla finita in fretta, di star lì a discuterne ancora non se ne parlava proprio. L' idea era accettabile e Scorpius l' avrebbe accontentato. Per forza!
"Io ho già un cavaliere! Uno di voi tre dovrà fare a meno di me...ora vi lascio alle vostre questioni importanti ..." Che Petunia avesse già un Cavaliere non rientrava propriamente nel suo concetto di piano perfetto. Nemmeno in quello di Lily probabilmente. E Albus iniziò ad ammettere, che tutta quella buffonata, faceva acqua da tutte le parti.

Nott che di quella faccenda poco aveva udito, si alzò di scatto affermando che lui a quel punto era libero. "Hippy, sarai concorde nell’ammettere che sono stato più veloce di te a tirarmene fuori! By by".  Così dicendo lasciò la sala comune per andare alla ricerca di quella che sarebbe stata la sua prossima conquista.
"Non esiste, non andrò al ballo con quella nana di tua sorella!" Affermò con foga cercando di far ragionare Albus. Ma com’era possibile che una conversazione del genere stesse avvenendo? Lui al ballo con la Potter? Mai. Albus si era giocato il suo ultimo neurone buono per come la vedeva lui.
"Restiamo così. Io porto Alice e tu Lily... Poi si divertiranno da sole. Devono solo entrare... Non hanno bisogno di noi!? " puntualizzò. Possibile che il suo migliore amico non riuscisse ad afferrare il concetto? Voleva solo sdraiarsi e chiudere gli occhi. Dormire.

Albus era certo sarebbe andata così. Lui e Scorpius avrebbero trovato un altro modo per divertirsi. E le ragazze altrettanto. Era solo una festa alla fine dei conti. Una festa insensata che porco Salazar, Severa si era fumata uno spinello babbano per aver dato vita a qualcosa del genere.
"No, no, e ancora no" Beh lui ci aveva provato, aveva lottato con le unghie e con i denti. Ma vatti mettere contro due Potter! Peggio perderli che trovarli quelli là.


Una discussione identica o almeno simile avveniva nello stesso momento nella sala comune dei Grifondoro. Augusta e William sarebbero andati insieme. La loro corrispondenza estiva era andata molto oltre negli ultimi mesi. Avevano iniziato una tranquilla relazione e quell'occasione per Agie era molto importante in quanto suo padre sarebbe venuto a sapere della relazione, essendo lui più giovane vicepreside di Hoqwarts.
Tessa si impose sui suoi amici con molta razionalità. "Io potrei andare al ballo con Fred e James con la mia compagna di stanza Samantha Tullé".
"Cosa? Come? Perché? No, io salto resto qui... La Tullé! Sei impazzita del tutto McGonagall?" Quella proposta era senza senso. Non sarebbe mai uscito con la Tullé. Mai, si ripromise che James Potter.

"Non devi farci nulla... Lei sa che sei fidanzato. Ho messo le cose in chiaro." Cercò di spiegarsi bene Tessa.
"Fidanzato? Cosa hai raccontato pazza che non sei altro?" James si rese conto che la situazione gli stava sfuggendo di mano. Come era possibile che Tessa, Tessa avesse sparso la voce su lui e Nicky? "Cosa credi di aver capito? Non ho fatto nomi... Razza di troglodita di un Potter!"
Le stava scontando tutte si sentì di ammettere James. Tutti i peccati che aveva commesso. Non poteva andare avanti così ancora per molto o sarebbe esploso e addio a James Potter!

Tessa cercava in tutti i modi di non avvicinarsi troppo a James. La loro amicizia aveva subito un brutto colpo. Tessa ci pensava tutte le notti. Le labbra di James, le sue mani, il suo corpo. James dentro di lei. Non poteva non soffermarsi sui quei ricordi e ciò le impediva di essere razionale, costringendola ad evitare James e a trattarlo più male di come avrebbe fatto di solito.
La situazione era sistemata così e non avrebbero dovuto pensarci oltre. Una volta passata la sera della festa, tutto ad Hoqwarts sarebbe tornato alla normalità.
 
***
 

Lily non era molto soddisfatta della situazione. Si stava vestendo. Si stava vestendo troppo bene. E per Malfoy. Volente o nolente, Lily si era ritrovata in questo pasticcio. Che per altro era una sua idea. L'idea non era malaccio se proprio bisognava essere onesti. Alice Longbatton, la sua migliore amica, aveva da un bel po', una cotta per Albus e lei, per il bene della sua migliore amica e perché l' idea di loro due insieme la esaltava,  aveva combinato sto pasticcio. All'inizio si era detta che avrebbe sopportato quel buzzurro aristocratico per un bene superiore: l’Amore. Ora, a meno di un’ora Lily era furiosa con se stessa e felice per la sua amica, causa smaltimento neuroni.

Rose era quasi pronta. Si alzò e sistemo le pieghe della gonna. Sophia entrò nella stanza tutta in ghingheri con una lettera in mano. "Per te, é arrivata poco fa! Orario strano per le missive né?"
La lettera che Rose aveva appena ricevuto le arrivava direttamente da sua madre. Hermione non le scriveva spesso. Rose preferiva sentirsi con il padre che con la madre, dato che  i tanti sbalzi d'umore del padre erano gestibili in confronto alle lamentela continue della madre.
Rose aprì la lettera certa che la madre avesse avuto un momento di sconsiderata nostalgia. Non era proprio così. Hermione Granger, aveva appena sconvolto la sua primogenita. Le annunciava con poche e spicce parole che stava divorziando. E sarebbe stato opportuno, per Rose, mostrarsi preparata, non appena la notizia fosse stata sulla bocca di tutti. Il mattino seguente per rendere bene l'idea.
Rose non si capacitava di come fosse stato possibile che la sua famiglia si fosse spezzata a quel modo. La sola idea dei suoi genitori separati era una pugnalata al cuore. Lei e Hugo, era certa, non erano pronti ad una notizia del genere. Rose uscì dal dormitorio con l'intento di raggiungere il fratello, nella sala comune dei Grifondoro.

Marck, la aspettava di tutto punto nella loro sala comune e per poco non ebbe un colpo quando, la sua fidanzata, senza degnarlo di uno sguardo, uscì dalla sala comune per iniziare la scalata dei sette piani. Zabini, di farsi tutte quelle scale, vestito a quel modo, non aveva granché voglia. Avrebbe sudato ne era certo. Ma, Marckus Zabini, era un giovane assai curioso di quello che accadeva alla sua fidanzata e, quatto quatto, iniziò l'inseguimento.

Rose, ingombra di quel vestito e con i tacchi ai piedi, ci mise più tempo del previsto a raggiungere la sala comune del fratello. Sudaticcia, si maledisse per non aver avuto la briga di pensare, che tutta quella faccenda, potesse benissimo aspettare il giorno dopo. Ormai era quasi arrivata. Menomale.
Parlare con Hugo fu un’impresa da Titani! Rose fermò la prima malcapitata, una sua compagna di corso in realtà, chiedendole cortesemente di andar a chiamare il fratello. Sempre se cortesemente fosse il vocabolo adatto da utilizzare. Scorpius avrebbe detto che in quel preciso momento, Rose Weasley era terrificante.

 
Hugo raggiunge la sorella a malincuore. Aveva deciso di starsene in sala comune a studiare e non andare al ballo, evitato in modo al quanto furbo, qualsiasi macchinazione della sua cuginetta. Era una vera peste quanto ci si metteva di impegno quella li. L' incontro con Rose era del tutto inaspettato. Al contrario della cugina Lily, che passava molto tempo nella sala comune verde argento, per decantare odi al fratello e litigare con Malfoy, Hugo non ci aveva mai pensato, minimamente, di metterci piede. Lui e Rose si incontravano in luoghi comuni, si salutavano e di grazia si informavano della salute reciproca, per il resto se non avessero entrambi portato il cognome Granger - Weasley, non avessero avuto quel color carota in testa e gli occhi azzurri, sarebbero potuti passare per due indifferenti sconosciuti.
 
Hugo voleva bene alla sorella, questo era un dato di fatto ma, per carattere tendeva a star lontano da tutto ciò che gli incuteva un certo timore. Poteva affermare con orgoglio che al mondo erano solo due le cose che annientavano il suo lato Gryffindor: sua madre e sua sorella.
Rose stava appoggiata al muro e piegando la testa di lato aspettava che il fratello uscisse dal ritratto. Quando lo vide arrivare, non era più tanto sicura di quello che doveva fare. Andare dal fratello era la prima cosa che le era venuta in mente. Voleva essere confortata.

 
"Dovresti essere al ballo, se sei acconciata a quel modo?" Hugo non aveva tutti i torti! Rose, che non aveva pensato molto negli ultimi dieci minuti, gli passò la pergamena che la madre le aveva inviato, sperando che Hugo capisse. Capisse che doveva consolarla. Ma se prendeva da suo padre...
Hugo osservò le parole della madre. Brevi, concise, come lei. Osservò poi la sorella, aveva un che di strano. Avrebbe dovuto dire qualcosa, se lo sentiva. Qualunque cosa sarebbe andata bene. Rose non era una bambina dopotutto.

 
"Hai lo sguardo di una che é appena caduta dal pero! Come dire, sconvolta..." Tentò, Hugo cercava di sondare il terreno, in perfetto made in Weasley, per essere precisi. "Sconvolta? Mamma e papà si stanno lasciando..."
Hugo proprio non capiva. "Rosi, mamma e papà parlano a malapena. Mamma sta in casa giusto il tempo per darsi una ripulita, papà é sempre al negozio. Quante volte abbiamo cenato insieme l' estate passata? A Natale? Rosii!.." Rose ci era arrivata da sola. La passata estate, avevano cenato insieme solo una volta. Sempre troppo impegnati loro. Il lavoro. I problemi di James. Il ministero. Maledetto, sarebbe dovuto crollare su se stesso, seduta stante. Pregò Rose. "Sorellina di qualcosa... Era sotto i nostri occhi."

 
Hugo in realtà non voleva essere così severo. Rose in lacrime era l' ultima cosa che avrebbe mai voluto vedere. Così la bacio sulla fronte e le impose di andare a divertirsi. Poi rientrò in sala comune. Avrebbe trovato qualcosa da fare.
 
Rose si sedette, sconvolta, dopo aver vagato per il settimo piano, con l'intento di scendere e tornare di sotto. Alla festa. Marck le si sedette vicino. Rose non era stupida. Se lui era lì, voleva dire che aveva assistito a tutto. Proprio una bella figura.
"Torniamo nella sala comune" si sentì dire, dal ragazzo che aveva deciso di frequentare, dopo mille turbe mentali. Sorrise. Marck era quello giusto. "Voglio ballare un po'..." Rose non sarebbe tornata in dormitorio. Non avrebbe mandato all'aria tutti i preparativi e di certo avrebbe detto al mondo che lei sì, stava con uno Zabini. Che venissero pure a dire qualcosa, li avrebbe sbranati vivi. Tutti.

 
La festa proseguiva lenta. Lily ed Alice abbandonati i cavalieri non avevano più lasciato la pista. Era la loro prima festa. Ed erano eccitatissime. Anche Petunia le raggiunse poco dopo. Il suo cavaliere era un idiota. E lei, non l'avrebbe mai ammesso, preferiva alla lunga stare con la cugina che tornarsene da sola nella sala comune.
 
James che non ne poteva più di quella situazione da mesi, con coraggio, non che gli mancasse diciamola, e sperò lui, un po' di fortuna, seguì Tessa fino al bagno delle ragazze.
Quella sera avrebbero parlato. Punto.
Tessa non si stupì molto di quella situazione. Sapeva che prima o poi quel momento sarebbe arrivato. Cosa dire non lo sapeva molto mene. Ma anche James dalla faccia non era un granché convinto.

 
"Ho pensato a tutto. Ti senti in colpa per aver tradito la tua amicizia con Nicky. É plausibile. Giusto che sia così..." James ci stava provando. Doveva buttarsi. Di pancia, come diceva Lily. "E' lo stesso errore che ho fatto io. Ma, io sono arrivato ad una conclusione e convinto che sia quella giusta, ho lasciato Dominique." Non aveva finito. Aveva altro da dire. Ma lo sguardo di Tessa era un misto tra sdegno e soddisfazione. Strano.
Si sentì spronato a continuare.
"Io e te, dovremmo provarci. Ci penso da quella notte. É strano, ne prendo atto. Ma perché no? Abbiamo un gran feeling, anche in intimità come abbiamo potuto constatare. Sappiamo tutto uno dell'altro... E voglio baciarti, non guardarmi come se avessi dei funghi in testa!"

 
Tessa aveva ascoltato James. Con calma. Aveva ragione lui. Anche lei voleva baciarlo. E non manco di dirlo. Forse avrebbe dovuto tacere. Perché James non ci pensò due volte e avverò la loro richiesta. James non si sarebbe mai fermato ad un bacio. E lei, ne era consapevolmente d'accordo. Rispose al bacio, alle carezze, agli sguardi. Si diede a James come la mattina del primo dell'anno. E James prese tutto di lei. Corpo, mente e spirito. Marchiò con il fuoco ciò che era suo. Lei.
 
***
 
Lily sapeva che la primavera stava per lasciare il posto all'estate. Sperando, vivamente, che non fosse afosa come la precedente. Raccolse le ultime cose e si incammino verso la sala comune di Al. Aveva in mente uno scherzo per quel mono neurone di Malfoy che doveva pagare per averla messa in imbarazzo la sera precedente.
 

Hermione e Ron, insieme, erano andati a prendere i figli al binario nove e tre quarti. Tutti insieme si erano diretti al bar babbano più vicino, per discutere a detta di Hermione della faccenda.
 
Rose non voleva parlarne, sua madre non era di certo ad Hoqwarts quando quel fiume di gufi aveva consegnato la gazzetta con una foto di famiglia sbattuta in prima pagina. Una foto di loro quattro con scritto sopra a lettere cubitali:  Membro del Wizengamot divorzia. La Granger é le sue priorità.
Cera da dire, che l’articolo era molto lavorato e fasullo in molti punti. Ma quando mai qualcuno dava peso a questo? Quella mattina, la sala comune si era interessata di lei e di Hugo, come fossero i nuovi Harry Potter del 2000. Uno schifo in pratica.
Hugo aveva preso la notizia meglio di come ci si aspettasse, o almeno così sembrava. Quella mattina in sala grande aveva continuato a fare colazione e aveva fatto finta di non badare ai pettegolezzi. Ora, stava lì con la sua famiglia a discutere di come avrebbero passato le vacanze. Ridicolo.

 
"Ho preso un loft in un quartiere magico di Londra. Ho fatto già preparare le vostre stanze..." Diceva Hermione. Alla pronuncia di loft dalla bocca di sua madre, Rose si senti salire bile di zucchero su per tutto lo stomaco. "Io tengo la casa. La casa é vostra. Siete cresciuti lì e miseriaccia potete starci quanto volete!" Disse Ron. Che aveva lottato per la casa. Aveva sempre voluto una bella casa. Grande, spaziosa. Felice. Quella era casa sua.
"Se per mamma non é un problema. Sto a casa mia. Lily abita lì vicino. Ci sono Jim e Al... Non avrei granché da fare qui a Londra per tutta l'estate" Hugo di stare a Londra e con sua madre, non se la sentiva. Meglio a casa sua con i cugini e la nonna che gli preparava crostate di giuggiole, si disse.

 
Rose, presa di coraggio, rivelò ai genitori, che per l'inizio delle vacanze, non aveva intenzione di stare ne da uno, ne dall'altra. "Io e Marck andiamo in Spagna, una quindicina di giorni. Quanto torneremo, ve lo presenterò. Poi, credo che starò da mamma. Per comodità, gli Zabini abitano a Londra. Per me é più facile vedermi con il mio fidanzato."
 
Hermione vide tutto ciò come sinonimo di ribellione. Ron che alle parole Zabini e fidanzato aveva avuto un colpo, ci mise un po' a dire qualcosa. Di sensato. "Non hai il permesso!"
Rose che era stufa marcia. E voleva solo partite con il suo fidanzato. S’incammino spedita verso la stazione dove lui l’aspettava. Lei non era per niente una ragazza ribelle si disse, convinta, per scacciare le parole della madre.

 
Quell'estate a discapito delle previsioni, non fu per niente calda. Piogge torrenziali e una calma piatta per il clan Potter - Weasley che Lily si annoiò a morte, per due mesi, era solenne rettificarlo.
L'estate successiva, precisamente l'estate del 2022, Lily si preparava psicologicamente al fatto che, una volta terminata la vacanza, avrebbe iniziato il suo quinto anno. E, non era un anno qualsiasi dato che, sarebbe stato il primo senza il suo fratellone...
 
 

​Buongiorno a tutti e scusate per il ritardo della pubblicazione ma, sono partita per le vacanze.
Con questo capitolo finisce l'era delle introduzioni e dal prossimo inizierà la storia vera e propria.
Ringrazio chi segue e lascia commenti  alla storia.
Un bacio a tutti.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Leatessa