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Autore: Jaredsveins    03/08/2016    12 recensioni
Dean e Sam Winchester sono dei cacciatori. Nel corso della loro vita hanno affrontato di tutto: licantropi, vampiri, fantasmi, Wendigo..ma nonostante ciò, decidono di prendersi una meritata pausa che, ahimè, non sarà destinata a durare.
Il motivo? Un incontro tra Sam e due persone che stravolgerà tutto quanto.
Dal primo capitolo
“Sam, sei sicuro di star bene?”
“So quello che ho visto e smettila di negare, mi fai solo incazzare di più.” Sam andò in salotto e accese la TV, intenzionato ad ignorare il fratello che lo stava solo facendo infuriare (che stronzo).
“Sammy, io sono rimasto qui...te lo giuro!” Disse il cacciatore, esasperato. “E poi non bacerei mai un ragazzo, ma ti sei rincoglionito per caso?”
“No, Dean. Io ti ho visto!” Sam allargò le braccia. “E se proprio vuoi saperlo, visto che continui a negare, ti ho anche chiamato e ti sei pure girato!” Il minore si abbandonò sullo schienale del divano e chiuse gli occhi, ripensando a quel che era successo.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Another case for the Winchesters..


Four months later...

Il petto nudo di Castiel aderì perfettamente alla schiena di Dean, che trattenne il respiro. Il biondo era con le mani al muro, le gambe leggermente aperte e la guancia poggiata alla spalla. Il respiro era pesante e il cuore batteva all'impazzata...quella “visita” a casa di Castiel era decisamente finita in modo inaspettato.

Erano passati quattro mesi dalla storia del mutaforma, e i Winchester avevano lasciato Miami per riprendere la loro vita da cacciatori (una merda, in poche parole). Riprendere il ritmo era stato difficile, poiché si erano abituati ad avere un tetto sopra le loro teste. Tuttavia, spettri e mostri non avevano esitato a ripresentarsi. E vai così, con la solita routine.

Dean, nonostante tutto e con sua grande sorpresa (o forse no), aveva pensato a Castiel quasi ogni giorno (cioè sempre). Nei giorni successivi alla storia del mutaforma, il biondo era stato molto irrequieto e, ovviamente, la cosa non era sfuggita a Sam. Aveva provato nascondere i suoi sentimenti, ma suo fratello lo conosceva fin troppo bene. E così una sera, dopo esser tornati da un covo di vampiri, avevano parlato.

Sam aveva praticamente messo Dean con le spalle al muro, e questi era stato costretto a raccontargli tutto. E con tutto, si intende TUTTO: i baci dati a Castiel, il pompino di prima mattina, l'erezione che soffocava nei jeans al solo pensiero di fare sesso con Cas, l'inspiegabile tristezza che provava, ormai da mesi, al pensiero di non stargli accanto (era fottuto). E Sam lo aveva capito, non lo aveva nemmeno giudicato; al contrario, gli aveva consigliato di andarlo a trovare. Così, tanto per salutarlo. E Dean sentì il cuore uscire dal petto al solo pensiero. Sentiva la mancanza di quegli occhi da stupro.

Motivo per cui, adesso, era eccitato e alla mercé di Castiel.

Non appena si presentò davanti la sua porta, e superata la sorpresa iniziale di Cas, si erano praticamente avvinghiati. Avevano raggiunto la camera da letto con serie difficoltà, inciampando spesso, ma alla fine arrivarono sani a salvi.

“Sei sicuro di volerlo fare?” Sussurrò il moro al ragazzo tremante contro il muro.

“Non sarei qui altrimenti.”

“Quindi sei venuto solo per questo?”

“No, ma sotto sotto ci speravo.” Ribatté sicuro il biondo. Aveva praticamente il culo che strofinava sull'erezione di Castiel, quindi la vergogna era andata a farsi benedire già da un po'.

Il moro mise le mani nei capelli di Dean e, tirandoglieli appena, gli fece inclinare il capo, così da avere il collo bene esposto. Come inspirò profondamente, venne inebriato dall'odore pungente dell'altro. Socchiuse le labbra e, senza tante cerimonie, affondò i denti nella carne dell'amante, che si dimenò appena per la sorpresa. Fece un passo avanti e premette l'erezione pulsante tra i glutei di Dean. Passò le mani sui fianchi, sugli addominali, sul petto e poi sulle braccia. Chiuse gli occhi al sospiro di Dean e poggiò la fronte tra le sue scapole.

“Stai bene?” La voce di Dean era sussurro appena udibile.

“Sì, devo solo riabituarmi.” Castiel lo fece voltare e gli prese il viso, guardandolo negli occhi.

“Io non sono lui, Cas.”

“Lo so.” Ringhiò il ragazzo dagli occhi blu, baciando ferocemente l'amante che lo ricambiò con un gemito di sorpresa. Castiel era eccitato, ma anche arrabbiato. E non lo era con Dean, ma in generale. Perché, sebbene fossero passati quattro mesi, la ferita era ancora aperta. E trovare Dean dietro la porta di casa, non era stato per niente d'aiuto. Così aveva realizzato che gli era mancato davvero, che non poteva stare lì impalato. Quindi lo aveva baciato e, non sentendosi respinto, era andato oltre. Non era con un bugiardo che stava per avere un rapporto, ma con qualcuno che si era presentato alla porta solo per stare un po' con lui. Quindi vaffanculo la razionalità.

Dean lasciò che Castiel lo spingesse sul letto e gli strizzò letteralmente il sedere appena fu sopra lui (e quello di Cas non era semplicemente un culo, ma piuttosto un'unione divina di ogni cosa che un culo dovrebbe essere*). Cercò le sue labbra e lo spinse contro sé, facendo scontrare le loro erezioni.

Castiel realizzò che baciare Dean era sempre stato meraviglioso, ma averlo così voglioso sotto di sé era anche meglio. Così, a malincuore, interruppe il contatto e con il fiatone, gli chiese “E' la tua prima volta con un uomo?”

“Sì.”

Fantastico, sempre meglio. Quando Cas aveva conosciuto “l'altro” Dean, era tutto tranne che vergine. Anzi, ci sapeva fare a letto. Infatti era un po' strano avere qualcuno identico a lui, che non osasse più di tanto. E la cosa non gli dispiaceva, perché questo sottolineava che Dean e lo stronzo che lo aveva preso in giro, non erano la stessa persona.

“Va bene, allora ci andremo piano.” Castiel aprì il cassetto del comodino e prese il lubrificante.

Dean tacque e abbassò lo sguardo sull'erezione dell'amante, trovandosi a bocca asciutta. La dimensione di Castiel non era indifferente, gli avrebbe fatto un male cane. Ma nonostante ciò, non si tirò indietro. La voglia che aveva di Cas superava di gran lunga la “paura” del dolore. E poi era abituato a dolori ben peggiori. Quello in confronto sarebbe stata una passeggiata.

'Adesso fai pure questi paragoni. Geniale, Dean.' Pensò il biondo, mentre Castiel si spalmava il lubrificante sulle dita. Piegò le ginocchia e allargò appena le gambe, seguendo le istruzioni dell'altro. Era l'unica cosa che poteva fare, visto che era rigido come una corda di violino.

Castiel massaggiò la fessura di Dean e si sporse in avanti, baciandolo con calma questa volta. Doveva farlo rilassare, sentiva quanto era nervoso. Schiuse le labbra e con la lingua accarezzò quelle di Dean, mentre spingeva il dito nell'anello di muscoli dell'amante. Premette le labbra sulle sue e poi si spostò sul resto del viso, riempiendolo di baci leggeri. Iniziò a muovere il dito circolarmente e lo ritrasse, per poi spingerlo nuovamente all'interno di Dean.

Era fastidioso e Dean si chiese dove potesse essere il piacere in tutto ciò. Infatti, la sua convinzione iniziò a vacillare un po', nonostante Cas lo stesse riempiendo di baci per farlo distrarre. Solo dopo un po' si abituò a quell'intrusione, iniziando quasi a sentire piacere.

Castiel guardò l'amante e si morse il labbro, era perfetto. Come aveva fatto in quei quattro mesi a non averlo accanto? Lo voleva da morire, e andarci piano si stava verificando difficile. Per questo si maledì appena introdusse il secondo dito, senza tanta delicatezza.

“Ma che cazzo, Cas!” Ringhiò Dean, stringendo le lenzuola nei pugni.

“Quante lamentele per due dita. Come farai a prendere il resto?”
Aspetta, lo stava sfidando per caso? Dannato bastardo.

Castiel trattenne una risata davanti l'espressione indignata di Dean, e iniziò a muovere le dita circolarmente, andando a fondo. E fu lì che vide Dean iniziare a cedere.

'Forse non è poi così male.' Pensò il biondo, mentre si spingeva contro la mano di Castiel che lo fissava. Porca puttana, quegli occhi sarebbero stati uno delle cause del suo orgasmo. Non aveva mai visto degli occhi così, da nessuna parte. Dean schiuse le labbra e iniziò ad ansimare, mentre le dita diventarono tre. Non era più fastidioso, anzi. Sentiva di volerne di più, sentiva di volere Castiel dentro sé. “Basta con i convenevoli Cas, vai al sodo.”

Cas nascose un sorriso divertito e annuì (chissà perché si aspettava una frase del genere). Prese dell'altro lubrificante e lo mise sulla propria erezione, poggiando poi la cappella sulla fessura di Dean. “Farà male.”

“Non mi interessa, muoviti.”

E così Castiel iniziò a farsi spazio dentro Dean, che si irrigidì. Gli interessava eccome, invece! Il giorno dopo non sarebbe riuscito a camminare, poco ma sicuro.

Dean si morse il labbro a sangue e strinse le lenzuola nei pugni, mandando la testa indietro mentre Cas lo prendeva.

“Se fai così è peggio.”

Il biondo cercò di rilassarsi e respirò profondamente, ripetendo a se stesso che sicuramente ne sarebbe valsa la pena. Dean ringraziò mentalmente Castiel quando si fermò al suo interno, dandogli il tempo di calmarsi.

“Sei strettissimo, è meraviglioso.” Mugolò il moro, poggiando la fronte al petto dell'amante. Gli era mancato..da morire. E per lui fu impossibile stare fermo più di tanto, infatti non tardò a roteare i fianchi e schiacciarli sul sedere di Dean.

Dopo diverse spinte di Castiel, il biondo trattenne il respiro e giurò di aver sentito una scarica di piacere percorrerlo da capo a piedi. “Fallo ancora.”

“L'ho trovato mi sa, mh?”

“Non so cosa tu abbia trovato, ma fallo di nuovo.” Pregò Dean, aggrappandosi a Castiel che da quel momento in poi iniziò a muoversi sul serio. Adesso Dean era davvero soddisfatto della sua scelta, poiché se fosse rimasto a casa non avrebbe provato nulla del genere. Gli piaceva Cas, e averlo dentro di sé era semplicemente troppo appagante. Poi continuava a colpire la sua prostata, causandogli scossoni da capo a piedi.

“Dammi le mani.” Ansimò Castiel, intrecciando le dita a quelle di Dean che affondò il naso nell'incavo del suo collo. Il moro aumentò l'intensità delle spinte e sentì il piacere crescere, fino a quando non si liberò dentro Dean, che nel frattempo aveva iniziato a gemere. Era indecente quel ragazzo, e quando gemeva era anche meglio.

Il biondo venne poco dopo, irrigidendosi come un sasso. Strinse le mani di Cas talmente forte che temette di avergliele rotte, ma non gli importava.

Ne era decisamente valsa la pena.

 

“Dormi?” Castiel poggiò una mano al petto di Dean, che si alzava e abbassava velocemente.

Lo avevano fatto ancora e ancora, e adesso erano sfiniti. Dean non scopava così da fin troppo tempo, porca miseria.

“Sì.” Borbottò.

“E allora perché rispondi?”

Dean rise e si girò su un fianco, guardando Castiel. “Cosa c'è?”

Cas aggrottò le sopracciglia e inclinò il capo, confuso. “In che senso?”

“Andiamo, Cas. E' da dieci minuti che mi fissi come se volessi chiedere qualcosa, lo intuisco.”

“Da cosa lo intuisci? Da come le mie sopracciglia sono corrugate? Dalla sudorazione? Dimmi, Sherlock.” Il moro scherzò, trovandosi già preparato all'espressione perplessa di Dean. “Tra una caccia e l'altra guardalo, è una serie davvero tan-”

“Cas.” Dean si fece serio e si mise a sedere, incitando l'amico a fare lo stesso. “Seriamente, cosa c'è che non va?”

Castiel si morse il labbro e abbassò lo sguardo. “Nulla...è solo che sono curioso di sapere una cosa.”

Dean rise e incrociò le braccia. Era inutile, capiva subito quando qualcuno gli nascondeva qualcosa. “Spara.”

“Il falso Dean” Iniziò Castiel, mimando delle virgolette con le dita. “E' sempre stato molto vago sulla sua famiglia. Mi ha detto che i suoi sono morti, e che lui è rimasto in un collegio fino alla maggiore età.”

“Stronzate.” Ribatté deciso Dean.

“Ecco, appunto. Qual è la verità?”

Il biondo andò sulla difensiva, non amava parlare di quel che era successo ai suoi genitori. “Perché vuoi saperlo?”

“Sono solo curioso. E poi, voglio conoscerti.”

“Conoscendo quel Dean, è come se conoscessi me. Lo sai, vero?”
“Voi due non siete uguali.” Sbottò Castiel, alzandosi dal letto. “Non lo siete.”

Dean schiuse le labbra e rimase scioccato dalla reazione dell'altro.

Castiel gli diede le spalle e si rimise i boxer, accendendosi poi una sigaretta. Aprì la finestra e si sedé sulla mensola, guardando fuori solo per non far notare il dolore sul suo viso. Perché non gli rispondeva e basta? Odiava i giri di parole, nonostante lui fosse il primo a farne uso. Ma non era quello il punto, Castiel meritava di sapere. Ci teneva a conoscere QUEL Dean. Quello che lo aveva salvato, aiutato e portato via da altri immensi anni di prese in giro.

“Ma Cas, una caratteristica dei mutaforma è proprio questa: assimilano atteggiamenti e pensieri della vittima, in questo caso io.”

“Allora perché poco fa mi hai detto di non essere lui?” Ribatté Castiel, che non ricevette alcuna risposta. Quindi negò con il capo e continuò a fumare la sua sigaretta. Stava desiderando ardentemente che Dean la smettesse di dire cazzate. Lui non conosceva quel mutaforma, non sapeva come si era comportato con lui nel corso degli anni. Potevano anche avere gli stessi atteggiamenti o ricordi, ma Dean e quello stronzo erano diversi. Dean aveva dimostrato di avere un cuore, il mutaforma no. Dean aveva combattuto fino alla fine, pur di aiutare Sam e non lasciarlo solo. Dean, nonostante non conoscesse Castiel, aveva rischiato la vita pur di salvarlo. Il mutaforma, invece, aveva cercato di ucciderlo, di togliere di mezzo il suo sosia e Sam.

Quindi no, dannazione! Quel mostro e Dean non erano uguali.

“I miei genitori sono morti quando io e Sam eravamo molto piccoli. Io avevo 8 anni, Sammy solo 4. Sono stati dei vampiri ad ucciderli, ecco perché io e mio fratello siamo diventati dei cacciatori. Fummo affidati a nostro zio, Bobby, che si è preso cura di noi e ci ha aiutato a diventare ciò che siamo oggi. Ecco la verità.”

Castiel annuì appena e buttò il mozzicone dalla finestra, per poi raggiungere Dean, trovandosi così faccia a faccia con lui. “Io voglio solo conoscerti. Voglio conoscere la tua storia, le tue esperienze..”

“Perché ti interessa? Ti farai solo del male. Io sono come-”
“Ti ho detto di smettere di paragonarti a lui!” Urlò Castiel. “Voglio conoscerti perché non ho intenzione di accettare di aver sprecato due anni della mia vita per niente! Voglio che ne esca qualcosa di buono.”

“E io sono tutto fuorché qualcosa di buono, Cas! La mia vita è un cazzo di casino! Saresti sempre in pericolo e-”
“Non mi stai dicendo di no.”
“Ci stavo arrivando.” Borbottò Dean, per poi voltarsi e iniziare a prendere i vestiti. “Credo che sia ora di andare.”

“Ho rischiato di morire a causa di un mutaforma.” Disse con enfasi Castiel. “Ci sono dentro, che tu lo voglia o no. Io non ho intenzione di stare a braccia conserte, sapendo che lì fuori qualcuno potrebbe fare la mia stessa fine.”

Dean sospirò e si infilò la maglietta, negando con il capo. Sapeva che prima o poi Castiel gli avrebbe detto qualcosa del genere. Ed era assurdo, se chiunque altro fosse stato al posto suo, sarebbe scappato a gambe levate da un mondo come quello. Lui aveva avuto una storia con un mutaforma, ma non aveva idea di cos'altro ci fosse lì fuori. E Dean non voleva trascinarcelo.

“E' la mia vita, Dean. E decido io cosa farne! Quindi non tagliarmi fuori, per favore.” Sospirò Castiel, avvicinandosi al ragazzo di spalle, per poi poggiare la fronte alla sua schiena. “Tu fai questa vita, perché sei stato guidato dal desiderio di vendicare i tuoi genitori. Io voglio entrare a farne parte, per lo stesso motivo. Non ho perso la mia famiglia, ma ho perso l'uomo che amavo e con cui avrei voluto passare il resto della mia vita, nonostante lui non volesse.”

Il biondo si sciolse e si voltò, abbracciando forte Castiel. “Non farmene pentire.”

Castiel sorrise e negò con il capo, stampando un bacio sulle labbra di Dean. Si strinsero e continuarono a baciarsi, ma furono interrotti dal cellulare del cacciatore.

Era un messaggio di Sam.

Dean, porta subito il tuo culo qui. Ho appena incontrato il mio sosia.

 

Merda.





NOTE: Ed eccoci qui, alla fine di questa storia. *asciuga lacrimuccia*
So che probabilmente sarete con gli occhi spalancati e un "ma guarda tu sta stronza" bloccato tra le labbra, lo so. *patta* Ma volevo dare un finale d'effetto, che nessuno si sarebbe mai aspettato..e spero di esserci riuscita.
Morto un mutaforma se ne fa un altro. *va via per non essere linciata*
MA prima di andare via devo ringraziare la cara Julss per avermi betato questa storia e le dolcissime ragazze che hanno recensito ogni capitolo. Ringrazio anche chi ha messo la storia tra le preferite, le seguite e le ricordate. E' grazie a voi se sono ancora motivata a scrivere, quindi vi ringrazio davvero.
Inoltre ho una novità: sono in pausa. (credo) Ho scritto un casino per due mesi di fila e ora sono un po' stanca, non so perché. Ho tantissime idee in mente e proprio questa mattina me n'è venuta una che vorrei scrivere prima possibile.
Quindi questo è un arrivederci e ci si vede presto!

Curiosità: la frase "
e quello di Cas non era semplicemente un culo, ma piuttosto un'unione divina di ogni cosa che un culo dovrebbe essere" è della meravigliosa Howlingfang a cui ho chiesto consiglio per questa cosa. HAHAH Luv ya!

Ora mi levo davvero dalle palle. Bye!
-Feffe

 

  
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