ECCO
IL PROSSIMO CAPITOLO… QUESTA VOLTA VI HO FATTO ASPETTARE UN
PO’… CHIEDO
UMILMENTE PERDONO, MA AI MIEI PROFESSORI NON GLIENE FREGA NIENTE DEL
FATTO CHE
DEVO SCRIVERE UNA FF DEMENZIALE SU TWILIGHT, PERCUI OVVIAMENTE MI HANNO
RIEMPITA DI COMPITI!
CAPITOLO
3
- Tu
sei Isabella Swan, vero?
Mi chiese un secchioncello
brufoloso, che probabilmente aveva già imparato a memoria
tutta la mia
biografia (dato che la Meyer si è data la pena di
scriverla).
- Bella.
Precisai subito: Isabella
era troppo lungo e quando ero alle elementari non riuscivo a scriverlo
per
intero, così avevo dovuto abbreviare un po’ il mio
nome.
- Dov’è
la tua prossima lezione?
Mi chiese ancora, con la sua
odiosa voce da Bifloman. Ecco, lo avrei chiamato così:
Bifloman.
Presi la mappa del tesoro
che mi avevano dato in segreteria e controllai:
- Educazione
civica, con Jefferson, edificio 6.
Risposi, pregando Buddha,
Allah e il santo Graal perché Bifloman non fosse in classe
con me. Per fortuna
fui esaudita, ma Bifloman si offrì ugualmente di
accompagnarmi. E che due p***e
di lui!
- Mi
chiamo Eric.
Disse poi. “guarda,
me ne
sbatto di come ti chiami, devi solo girare alla larga, secchione!”
pensai,
irritata. Avevo bisogno di farmi un bel po’ di male per
tirarmi su il morale,
ma non volevo correre il rischio di inciampare e di venir
“eroicamente salvata”
da Bifloman, finendo dritta tra le sue braccia. Avrei sbattuto la testa
sul
muro a casa, quel pomeriggio.
Bifloman, inutile dirlo, mi
ruppe le scatole per tutta la strada fino all’edificio 6,
anche se io, più che
edificio, l’avrei chiamato baracca per sfollati o qualcosa
del genere. Era
minuscolo, squallido e deprimente.
Durante la lezione di
trigonometria e quella di spagnolo, in assenza di Bifloman, ci fu
un’altra sua
degna compare che continuò a chiacchierare allegramente per
tutto il tempo,
raccontandomi dettagliatamente i cavoli suoi e di tutti gli altri tre
abitanti
di Forks.
- Lo
vedi quello biondo? – mi chiese Jessica, si chiamava
così la rompiscatole – è
Mike, Mike Newton. Non è un figo pazzesco? Pensa, se
l’è fatta con tutte le
ragazze di questa scuola, e cioè io, Angela, quella con la
quinta e la bidella.
Forse anche con un paio di prof, per fasi promuovere, non
saprei…
- Si,
e io chi sono? – chiesi, incavolata nera – sono una
ragazza anche io, no?
Oppure io non conto?
- Oh,
si certo… - disse Jessica – bhe, la prendi la
pillola, vero? Perché Mike è
allergico al lattice, sai, poi gli vengono tutti i brufoli
sul…
Presi un vaso di piante che
si trovava per caso sulla nostra strada verso la mensa e glielo spaccai
in
testa, poi ne presi un altro e ripetei l’operazione sulla mia
capoccia.
Quando Jessica si fu ripresa
dal colpo (io ormai ci avevo fatto l’abitudine) andammo in
mensa, dove mi
sedetti al tavolo con lei. Jessica, rimasta in piedi perché
le avevo fregato la
sedia, fece subito le presentazioni.
- Quello
secchione e brufoloso, il cesso per intenderci, si chiama Eric.
Urlò, in modo che tutta
Forks la sentisse (il diretto interessato alzò il coltello
con cui stava
tagliando la pizza con la chiara intenzione di sperimentarne gli usi
alternativi).
- L’hai
già conosciuto – continuò Jessica,
imperterrita – per cui non c’è bisogno
che
ti dica quanto è stupido. Quella là invece
– mi disse poi, indicando una
ragazza castana con la faccia da ameba – quella autistica che
se ne sta in un
angolino a farsi il suo cavolo di cubo di Rubrik che tanto non riesce a
finire,
è Angela. Meglio che non le parli, tanto anche se lo fai non
ti risponde.
Non che io avessi intenzione
di parlarle, comunque.
- Quella
con la quinta si chiama Lauren, ma non ha davvero la quinta,
è solo che si
mette i calzini di suo padre nel reggiseno.
Continuò Jessica,
indicando
una biondina che, cedendo di non essere vista da nessuno, si stava
ficcando
nella scollatura le salviette dei suoi amici.
- E
quello – bisbigliò Jessica con voce roca
– quello è…(rullo di tamburi) Mike
Newton!!!
- Aha…
siii, figo…
Dissi, sarcastica. Se Mike
era figo eravamo proprio messi bene. Era un biondino con la faccia
tonda ed i
capelli impiastricciati di gel, così sembrava che avesse un
porcospino giallo
in testa. E poi aveva un’aria da stupratore professionista
che non mi piaceva
per niente.
- Ah,
dimenticavo – strillò Jessica, strattonandomi la
manica della felpa per
attirare la mia attenzione - quello nero…
Cominciò, ma fu
interrotta
dal ragazzo che stava indicando con il dito (Jessica era
un’esperta di
galateo). Quello le lanciò in faccia le sue patate,
utilizzando il vecchio ma
efficace metodo del cucchiaio-catapulta, ed esclamò:
- Ehi!
Non mettiamoci a fare i razzisti adesso! E poi non è vero
che sono nero, sono
solo un po’ abbronzato.
Come no. Sembrava che fosse
caduto in un secchio di catrame tant’era nero.
- Bhe,
quello abbronzato si chiama Tyler. Viene a scuola
con un furgoncino che
ha rubato chissà dove, ma in verità non ha
neanche la patente, perché
l’esaminatore ce l’aveva con i neri. Prima o poi
tirerà sotto qualcuno, lo dico
sempre.
NOTARE L’INTUITO
INCREDIBILE
DI JESSICA, CHE TRA L’ALTRO AVEVA GIA’ LETTO
TWILIGHT, NEW MOON, ECLIPSE E
BREAKING DAWN. ALICE CULLEN MANDO’ UN’OCCHIATACCIA
A JESSICA, CHE RISCHIAVA DI
RUBARLE IL POSTO DI VEGGENTE, MA FU NOTATA DALLA NOSTRA CARA BELLA.
- Ehi,
chi è quella?
Chiesi, girandomi verso la
ragazza che aveva mandato un’occhiataccia a Jessica. Era
seduta ad un tavolo
dall’altra parte della mensa assieme ad altri tre ragazzi ed
una ragazza. Ma in
quel momento notai che uno dei tre ragazzi… orrore!!! Aveva
i capelli rossi!
- Argh!
Chi è quello!
Esclamai di nuovo,
nascondendomi dietro all’unico tovagliolino che Lauren non si
era ancora
ficcata nelle tette.
- Quelli
sono i Cullen – rispose Jessica.
- I
culi?
- Ma
no! I Cullen! C-U-L-L-E-N.
- Sarà
la declinazione latina.
Dissi, con aria saputa, ed
alzai le spalle. In verità io non avevo mai saputo cosa ci
fosse dopo rosa, rosae,
rosae e sinceramente non volevo saperlo.
Rimasi a guardare i cinque
ragazzi seduti attorno al tavolo (perché erano
già seduti quando li vidi, anche
se nel film Alice e Jasper entrano ballando il Valzer, Rosalie ed
Emmett si
tengono per manina tipo Hansel e Gretel ed Edward entra per ultimo,
dopo che
gli hanno steso davanti il tappeto rosso).
Erano tutti pallidi come
delle cose molto bianche che adesso non mi vengono in mente e che non
sono le
mozzarelle Vallelata, ed erano tutti molto belli. A parte il ragazzo
con i
capelli rossi, che per quanto potesse essere bello aveva i capelli
rossi.
- Sono
tutti fratelli, - mi spiegò Jessica - ma credo che siano
solo fratelli
adottivi, perché a casa loro fanno un bordello…
- Un
bordello?
- Sì,
lo vedi quello grosso che sembra un gorilla figo? Quello è
Emmett, e sta con la
bionda stronza, Rosalie.
- Perché
stronza?
- Tesoro,
ma l’hai letto Twilight?
“Si, si, brava
Jessica”
un’altra oca che si beveva tutte le scempiaggini che spara la
Meyer. Povera
Rosalie.
- Poi
lo vedi quello biondo e figo? (non come Jackson Rathbone, che sembra il
bello
addormentato nel bosco) lui sta con Alice, quella con i capelli neri
che fuori
scuola ha il banchetto della Chiromante.
- Aha…
e quello?
Chiesi, indicando il tizio
con quei capelli osceni. Rossi, ma dico, non poteva tingerseli?
- Quello…
quel patagnocco assurdo… quel figo da….
sbav…
- Jessica!
Vergognati, come puoi dire una cosa del genere di uno con i capelli
rossi! Ma
dico, hai visto di che colore ha i capelli?
- Embè?
Disse Jessica, ma in quel
momento Edward (Jessica si era dimenticata di dirmi il suo nome, ma in
verità
avevo letto Twilight anch’io) si girò verso di me
e mi mandò uno sguardo di
puro odio. Ma cosa voleva da me? Comunque anch’io gli mandai
un’occhiata che se
fossi stata Clark Kent lo avrei incenerito, ma quando mi accorsi di non
essere
Superman distolsi lo sguardo in fretta: a guardare per troppo tempo i
capelli
rossi si rovina la retina.
Intanto Jessica stava ancora
sbavando (non so se per Edward, o per Mike, o per tutti e due, o
perché era
handicappata) e Mike mi stava fissando con una faccia da maniaco che
non mi
piaceva per niente. Ma a cosa diavolo pensava quel pervertito?
VOLETE SAPERE A COSA PENSAVA
MIKE? BHE, MA CHIEDIAMOLO AL NOSTRO EDDUCCIO, NO?
Me ne stavo seduto in mensa
con i mie fratelli, e come sempre stavamo giocando ad Harry Potter.
- Ma
dai, non è giusto, che palle! Perché devo sempre
essere io Ron!
Esclamai, imbronciato.
- Perché
hai i capelli rossi, mi sembra ovvio.
Disse Emmett. Gli era andata
bene a lui, che aveva i capelli neri: era Harry Potter.
- E
poi dovrei essere io Harry – dissi – io da umano
avevo gli occhi verdi,
dovrei…
- E
ora ce li hai gialli, taci.
Mi interruppe Emmett, che
non aveva nessuna intenzione di cedere il ruolo di Harry. Rosalie,
essendo
bionda, era Fleur Delacour. Anche a lei era andata di culo, ovviamente.
- Ehi,
aspettate, e io che sono biondo chi sono?
Chiese Jasper. Ci voltammo
tutti e quattro verso di lui con una faccia da “secondo
te?”.
- Ma
no! Draco Malfoy no! – piagnucolò lui –
perché devo sempre essere il cattivo?
- Potevi
nascere con i capelli di un altro colore. – disse Alice, che
nel caso non
l’abbiate capito non era molto dolce come fidanzata
– a proposito, io chi sono?
- Cho,
l’amichetta di Harry – rispose Jasper, per ripicca.
- Ah,
no! Io con Emmett non ci voglio stare!
Esclamò lei. In quel
momento
alcuni studenti entrarono nella stanza, chiacchierando allegramente dei
cavolacci loro. Alzai lo sguardo e…
- Argh!
Mi nascosi dietro a mio
fratello Emmett. Non ci potevo credere: la stronza del pick-up.
Sbirciai oltre
alla spalla di Emmett, che mi stava guardando come se fossi scemo.
Si, era proprio lei: faccia
da pazzoide, capelli castani, stessi vestiti.
- Edward,
ma che fai? Va bene, dai, ti faccio fare Harry Potter per sta volta.
Disse, prendendomi di peso e
scaraventandomi sulla mia sedia.
- C’è…
c’è… c’è la pazza
del pick-up!!!
Esclamai, cominciando a
costruire una barricata di vassoi, cibo e borse che mi nascondesse
dalla vista
quell’orribile creatura.
- Chi???
Chiesero i miei fratelli.
- Quella
che mi ha… cioè, nessuno, nessuno.
“è
matto, poverino”
pensò Alice.
“ma col cavolo
che gli
faccio fare Harry Potter!” stava pensando invece
Emmett.
Non potevo dir loro niente,
o mi sarei fregato da solo: ufficialmente ero stato aggredito da un
licantropo,
non da una pazza schizofrenica alla guida di una scatola di latta
incastrata su
quattro ruote.
Cercai i pensieri della
pazza, per scoprire dove abitasse, così avrei potuto
aggredirla nel suo letto,
di notte.
“Mike…Mike…
Mike ti amo…
dio, quanto sei figo!” no, quella era Jessica.
“Ma ci
sarà qualche altro
fazzoletto, Cristo Santo?” Lauren, non
c’erano dubbi.
“Allora…
se il giallo sta
qua… no, ma aspetta, questo non dovrebbe stare qua, ecco
perché non mi veniva…
aspetta, ma il blu… mmm… se giro così
e poi… accidenti, ho incasinato tutto!”
Angela Weber. Sbuffai: erano tre anni che cercava di fare quello
stupido cubo,
che io, grazie ai miei due neuroni altamente sviluppati, avrei saputo
fare in
quindici secondi.
“Mi si sta
afflosciando
il ciuffo, accidenti…” quello era Mike.
“Quant’è
gnocca… quant’è
gnocca Bella!” Eric… che gusti del
cavolo.
Ma per quanto ascoltassi e
mi sforzassi, non riuscivo a sentire i suoi pensieri. In quel momento i
nostri
sguardi s’incrociarono. Le mandai uno sguardo di odio puro
che lei ricambiò,
poi si voltò verso Mike Newton che la fissava con una faccia
da pervertito e
stava pensando “Mmm… questa Bella Swan
è proprio bruttina… però è
l’unica
ragazza della scuola che non mi sono fatto e io voglio mantenere il mio
record…”
(FINALMENTE, ALLA FINE DEL
CAPITOLO, IL CARO EDDY SI E’ DEGNATO DI DIRCI COSA PENSAVA
MIKE NEWTON MENTRE
GUARDAVA BELLA CON LA SUA FACCIA DA MANIACO)
“Ma che
schifo!” Pensai.
Quella Bella mi dava davvero fastidio: non solo si permetteva di farmi
cadere
gli alberi in testa, ma non riuscivo nemmeno a sentire i suoi pensieri.
“Bhe”, mi dissi
alla fine,
“sarà troppo stupida per pensare, ecco tutto. Se
pensasse qualcosa io lo
sentirei, ma probabilmente non ha neanche un cervello.”
- Ehi,
Ed, sei vivo?
Mi chiese Emmett, tirandomi
una gomitata in pancia.
- Si…
Grugnii, immusonito.
- Chi
guadavi?
Mi chiese Jasper,
sospettoso. Farsi i cavoli loro mai, vero?
- Nessuno.
Risposi io. “Si
nessuno,
come no… secondo me stava guardando Mike Newton…
ma i vampiri possono essere
gay?” pensò Rosalie, che ce
l’aveva con me perché non avevo voluto provare
con lei le mosse del Kamasutra da riproporre ad Emmett.
- Ah,
tra parentesi, come va con il licantropo?
Mi chiese Alice, e vidi
quello che aveva visto: io che andavo a zonzo per un po’,
ammazzavo Bella Swan
e poi tornavo a casa dicendo di aver convinto il licantropo ad
andarsene.
Accidenti, perché Alice doveva sempre rovinare tutto???
- Ehm…
Alice… ti dispiacerebbe se parlassimo un
po’… in privato?
ECCO A VOI UN PERFETTO
ESEMPIO DI COME METTERSI NEI CASINI CON LE PROPRIE MANI.
BENE, IL CAPITOLO FINISCE
QUI, PERCHE’ HO SCRITTO VERAMENTE TANTE MINCHIATE E SE AVESSI
PARLATO ANCHE
DELLA LEZIONE DI BIOLOGIA SAREBBE DIVENTATO TROPPO LUNGO. MA IL
PROSSIMO
CAPITOLO E’ QUASI PRONTO!!!
TRA PARENTESI, A QUANTO PARE
NON CI SARA’ UN SEQUEL DI BREAKING DAWN PECHE’
OLTRE AL CREPUSCOLO, ALLA LUNA
NUOVA, ALL’ECLISSI E ALL’ALBA LA MEYER NON SA
PROPRIO CHE ALTRO INVENTARSI. IO
SUGGERIREI ROTAZIONE E RIVOLUZIONE… NON E’
PARTICOLARMENTE ARTISTICO, PERO’
C’ENTRA!!!
COME AL SOLITO UN GRAZIE ENORME A TUTTI QUELLI CHE HANNO FATTO LE RECENSIONI E ANCHE A TUTTI QUELLI CHE HANNO LETTO. E VISTO CHE AVETE LETTO IL CAPITOLO E CHE IO SONO UNA ROMPIBALLE, PERCHE’ NON MI FATE UNA RECENSIONE PICCOLA PICCOLA? SI ACCETTANO ANCHE CRITICHE E CONSIGLI NATURALMENTE!