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Autore: puffolettaHP    25/04/2009    14 recensioni
- Io... t-tu mi hai...
- Ti ho salvata sì. - la interruppi, passandomi una mano tra i capelli e sfoggiando la mia migliore espressione da Clark Kent - Mi devi la vita, effettivamente se non ti avessi salvata con il mio coraggio ed il mio eroismo a quest'ora saresti bell'e spiaccicata sotto a quel furgoncino... ma non c'è bisogno che mi ringrazi...
Lei, pallida come un cencio, si appoggiò al fianco del Pick-up e mormorò. - Stavo per morire...
- Sì, è vero, stavi per morire... - decisi di sfoggiare tutte le mie doti di consolatore - a quest'ora, se non ci fossi stato io, saresti un cadavere schifosissimo e molliccio, tutto insanguinato, con le ossa rotte e la testa spiaccicata e spaccata a metà... pensa che schifo, avresti tutto il cervello che ti cola per terra, mezzo spiaccicato sui vestiti e sul cofano del tuo cator... ehm, del Pick-up... e magari ci sarebbe un occhio staccato che rotola in giro per il parcheggio... ma t'immagini che schifo?
Lei squittì, facendosi ancora più pallida e scandalizzata. Le diedi una pacca sulla spalla e, con un sorriso che voleva essere rassicurante, terminai il mio discorso.
- Ma non è andata così, quindi su col morale! Non c'è motivo di preoccuparsi, sei viva, no?
Lei emise un verso a metà fra il grido di guerra di Tarzan ed il ruggito di un orso bruno incazzato nero e si alzò in piedi di scatto, guardandomi con gli occhi fiammeggianti d'ira. Indietreggiai di alcuni passi, intimorito.
- Ehm... ti ho salvata, ricordi? - dissi, incerto, vedendo che aveva preso in mano il paraurti staccato del furgoncino e me lo stava brandendo contro con ferocia.
- Tu mia hai salvata! - gridò lei, come se mi stesse accusando di aver dato fuoco alla sua casa. Perplesso, indietreggiai ancora e balbettai.
- Ehm... infatti, ti ho salvata... dovresti essermi riconoscente... quindi perchè non cominci a mettere giù quel paraurti?

Genere: Commedia, Demenziale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'LA VERA STORIA DI EDWARD E BELLA'
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ECCO IL PROSSIMO CAPITOLO… QUESTA VOLTA VI HO FATTO ASPETTARE UN PO’… CHIEDO UMILMENTE PERDONO, MA AI MIEI PROFESSORI NON GLIENE FREGA NIENTE DEL FATTO CHE DEVO SCRIVERE UNA FF DEMENZIALE SU TWILIGHT, PERCUI OVVIAMENTE MI HANNO RIEMPITA DI COMPITI!

 

 

CAPITOLO 3

 

 

-         Tu sei Isabella Swan, vero?

Mi chiese un secchioncello brufoloso, che probabilmente aveva già imparato a memoria tutta la mia biografia (dato che la Meyer si è data la pena di scriverla).

-         Bella.

Precisai subito: Isabella era troppo lungo e quando ero alle elementari non riuscivo a scriverlo per intero, così avevo dovuto abbreviare un po’ il mio nome.

-         Dov’è la tua prossima lezione?

Mi chiese ancora, con la sua odiosa voce da Bifloman. Ecco, lo avrei chiamato così: Bifloman.

Presi la mappa del tesoro che mi avevano dato in segreteria e controllai:

-         Educazione civica, con Jefferson, edificio 6.

Risposi, pregando Buddha, Allah e il santo Graal perché Bifloman non fosse in classe con me. Per fortuna fui esaudita, ma Bifloman si offrì ugualmente di accompagnarmi. E che due p***e di lui!

-         Mi chiamo Eric.

Disse poi. “guarda, me ne sbatto di come ti chiami, devi solo girare alla larga, secchione!” pensai, irritata. Avevo bisogno di farmi un bel po’ di male per tirarmi su il morale, ma non volevo correre il rischio di inciampare e di venir “eroicamente salvata” da Bifloman, finendo dritta tra le sue braccia. Avrei sbattuto la testa sul muro a casa, quel pomeriggio.

Bifloman, inutile dirlo, mi ruppe le scatole per tutta la strada fino all’edificio 6, anche se io, più che edificio, l’avrei chiamato baracca per sfollati o qualcosa del genere. Era minuscolo, squallido e deprimente.

Durante la lezione di trigonometria e quella di spagnolo, in assenza di Bifloman, ci fu un’altra sua degna compare che continuò a chiacchierare allegramente per tutto il tempo, raccontandomi dettagliatamente i cavoli suoi e di tutti gli altri tre abitanti di Forks.

-         Lo vedi quello biondo? – mi chiese Jessica, si chiamava così la rompiscatole – è Mike, Mike Newton. Non è un figo pazzesco? Pensa, se l’è fatta con tutte le ragazze di questa scuola, e cioè io, Angela, quella con la quinta e la bidella. Forse anche con un paio di prof, per fasi promuovere, non saprei…

-         Si, e io chi sono? – chiesi, incavolata nera – sono una ragazza anche io, no? Oppure io non conto?

-         Oh, si certo… - disse Jessica – bhe, la prendi la pillola, vero? Perché Mike è allergico al lattice, sai, poi gli vengono tutti i brufoli sul…

Presi un vaso di piante che si trovava per caso sulla nostra strada verso la mensa e glielo spaccai in testa, poi ne presi un altro e ripetei l’operazione sulla mia capoccia.

Quando Jessica si fu ripresa dal colpo (io ormai ci avevo fatto l’abitudine) andammo in mensa, dove mi sedetti al tavolo con lei. Jessica, rimasta in piedi perché le avevo fregato la sedia, fece subito le presentazioni.

-         Quello secchione e brufoloso, il cesso per intenderci, si chiama Eric.

Urlò, in modo che tutta Forks la sentisse (il diretto interessato alzò il coltello con cui stava tagliando la pizza con la chiara intenzione di sperimentarne gli usi alternativi).

-         L’hai già conosciuto – continuò Jessica, imperterrita – per cui non c’è bisogno che ti dica quanto è stupido. Quella là invece – mi disse poi, indicando una ragazza castana con la faccia da ameba – quella autistica che se ne sta in un angolino a farsi il suo cavolo di cubo di Rubrik che tanto non riesce a finire, è Angela. Meglio che non le parli, tanto anche se lo fai non ti risponde.

Non che io avessi intenzione di parlarle, comunque.

-         Quella con la quinta si chiama Lauren, ma non ha davvero la quinta, è solo che si mette i calzini di suo padre nel reggiseno.

Continuò Jessica, indicando una biondina che, cedendo di non essere vista da nessuno, si stava ficcando nella scollatura le salviette dei suoi amici.

-         E quello – bisbigliò Jessica con voce roca – quello è…(rullo di tamburi) Mike Newton!!!

-         Aha… siii, figo…

Dissi, sarcastica. Se Mike era figo eravamo proprio messi bene. Era un biondino con la faccia tonda ed i capelli impiastricciati di gel, così sembrava che avesse un porcospino giallo in testa. E poi aveva un’aria da stupratore professionista che non mi piaceva per niente.

-         Ah, dimenticavo – strillò Jessica, strattonandomi la manica della felpa per attirare la mia attenzione - quello nero…

Cominciò, ma fu interrotta dal ragazzo che stava indicando con il dito (Jessica era un’esperta di galateo). Quello le lanciò in faccia le sue patate, utilizzando il vecchio ma efficace metodo del cucchiaio-catapulta, ed esclamò:

-         Ehi! Non mettiamoci a fare i razzisti adesso! E poi non è vero che sono nero, sono solo un po’ abbronzato.

Come no. Sembrava che fosse caduto in un secchio di catrame tant’era nero.

-         Bhe, quello abbronzato si chiama Tyler. Viene a scuola con un furgoncino che ha rubato chissà dove, ma in verità non ha neanche la patente, perché l’esaminatore ce l’aveva con i neri. Prima o poi tirerà sotto qualcuno, lo dico sempre.

 

NOTARE L’INTUITO INCREDIBILE DI JESSICA, CHE TRA L’ALTRO AVEVA GIA’ LETTO TWILIGHT, NEW MOON, ECLIPSE E BREAKING DAWN. ALICE CULLEN MANDO’ UN’OCCHIATACCIA A JESSICA, CHE RISCHIAVA DI RUBARLE IL POSTO DI VEGGENTE, MA FU NOTATA DALLA NOSTRA CARA BELLA.

 

-         Ehi, chi è quella?

Chiesi, girandomi verso la ragazza che aveva mandato un’occhiataccia a Jessica. Era seduta ad un tavolo dall’altra parte della mensa assieme ad altri tre ragazzi ed una ragazza. Ma in quel momento notai che uno dei tre ragazzi… orrore!!! Aveva i capelli rossi!

-         Argh! Chi è quello!

Esclamai di nuovo, nascondendomi dietro all’unico tovagliolino che Lauren non si era ancora ficcata nelle tette.

-         Quelli sono i Cullen – rispose Jessica.

-         I culi?

-         Ma no! I Cullen! C-U-L-L-E-N.

-         Sarà la declinazione latina.

Dissi, con aria saputa, ed alzai le spalle. In verità io non avevo mai saputo cosa ci fosse dopo rosa, rosae, rosae e sinceramente non volevo saperlo.

Rimasi a guardare i cinque ragazzi seduti attorno al tavolo (perché erano già seduti quando li vidi, anche se nel film Alice e Jasper entrano ballando il Valzer, Rosalie ed Emmett si tengono per manina tipo Hansel e Gretel ed Edward entra per ultimo, dopo che gli hanno steso davanti il tappeto rosso).

Erano tutti pallidi come delle cose molto bianche che adesso non mi vengono in mente e che non sono le mozzarelle Vallelata, ed erano tutti molto belli. A parte il ragazzo con i capelli rossi, che per quanto potesse essere bello aveva i capelli rossi.

-         Sono tutti fratelli, - mi spiegò Jessica - ma credo che siano solo fratelli adottivi, perché a casa loro fanno un bordello…

-         Un bordello?

-         Sì, lo vedi quello grosso che sembra un gorilla figo? Quello è Emmett, e sta con la bionda stronza, Rosalie.

-         Perché stronza?

-         Tesoro, ma l’hai letto Twilight?

Si, si, brava Jessica” un’altra oca che si beveva tutte le scempiaggini che spara la Meyer. Povera Rosalie.

-         Poi lo vedi quello biondo e figo? (non come Jackson Rathbone, che sembra il bello addormentato nel bosco) lui sta con Alice, quella con i capelli neri che fuori scuola ha il banchetto della Chiromante.

-         Aha… e quello?

Chiesi, indicando il tizio con quei capelli osceni. Rossi, ma dico, non poteva tingerseli?

-         Quello… quel patagnocco assurdo… quel figo da…. sbav…

-         Jessica! Vergognati, come puoi dire una cosa del genere di uno con i capelli rossi! Ma dico, hai visto di che colore ha i capelli?

-         Embè?

Disse Jessica, ma in quel momento Edward (Jessica si era dimenticata di dirmi il suo nome, ma in verità avevo letto Twilight anch’io) si girò verso di me e mi mandò uno sguardo di puro odio. Ma cosa voleva da me? Comunque anch’io gli mandai un’occhiata che se fossi stata Clark Kent lo avrei incenerito, ma quando mi accorsi di non essere Superman distolsi lo sguardo in fretta: a guardare per troppo tempo i capelli rossi si rovina la retina.

Intanto Jessica stava ancora sbavando (non so se per Edward, o per Mike, o per tutti e due, o perché era handicappata) e Mike mi stava fissando con una faccia da maniaco che non mi piaceva per niente. Ma a cosa diavolo pensava quel pervertito? 

 

VOLETE SAPERE A COSA PENSAVA MIKE? BHE, MA CHIEDIAMOLO AL NOSTRO EDDUCCIO, NO?

 

Me ne stavo seduto in mensa con i mie fratelli, e come sempre stavamo giocando ad Harry Potter.

-         Ma dai, non è giusto, che palle! Perché devo sempre essere io Ron!

Esclamai, imbronciato.

-         Perché hai i capelli rossi, mi sembra ovvio.

Disse Emmett. Gli era andata bene a lui, che aveva i capelli neri: era Harry Potter.

-         E poi dovrei essere io Harry – dissi – io da umano avevo gli occhi verdi, dovrei… 

-         E ora ce li hai gialli, taci.

Mi interruppe Emmett, che non aveva nessuna intenzione di cedere il ruolo di Harry. Rosalie, essendo bionda, era Fleur Delacour. Anche a lei era andata di culo, ovviamente.

-         Ehi, aspettate, e io che sono biondo chi sono?

Chiese Jasper. Ci voltammo tutti e quattro verso di lui con una faccia da “secondo te?”.

-         Ma no! Draco Malfoy no! – piagnucolò lui – perché devo sempre essere il cattivo?

-         Potevi nascere con i capelli di un altro colore. – disse Alice, che nel caso non l’abbiate capito non era molto dolce come fidanzata – a proposito, io chi sono?

-         Cho, l’amichetta di Harry – rispose Jasper, per ripicca.

-         Ah, no! Io con Emmett non ci voglio stare!

Esclamò lei. In quel momento alcuni studenti entrarono nella stanza, chiacchierando allegramente dei cavolacci loro. Alzai lo sguardo e…

-         Argh!

Mi nascosi dietro a mio fratello Emmett. Non ci potevo credere: la stronza del pick-up. Sbirciai oltre alla spalla di Emmett, che mi stava guardando come se fossi scemo.

Si, era proprio lei: faccia da pazzoide, capelli castani, stessi vestiti.

-         Edward, ma che fai? Va bene, dai, ti faccio fare Harry Potter per sta volta.

Disse, prendendomi di peso e scaraventandomi sulla mia sedia.

-         C’è… c’è… c’è la pazza del pick-up!!!

Esclamai, cominciando a costruire una barricata di vassoi, cibo e borse che mi nascondesse dalla vista quell’orribile creatura.

-         Chi???

Chiesero i miei fratelli.

-         Quella che mi ha… cioè, nessuno, nessuno.

è matto, poverino” pensò Alice.

ma col cavolo che gli faccio fare Harry Potter!” stava pensando invece Emmett.

Non potevo dir loro niente, o mi sarei fregato da solo: ufficialmente ero stato aggredito da un licantropo, non da una pazza schizofrenica alla guida di una scatola di latta incastrata su quattro ruote.

Cercai i pensieri della pazza, per scoprire dove abitasse, così avrei potuto aggredirla nel suo letto, di notte.

Mike…Mike… Mike ti amo… dio, quanto sei figo!” no, quella era Jessica.

Ma ci sarà qualche altro fazzoletto, Cristo Santo?” Lauren, non c’erano dubbi.

Allora… se il giallo sta qua… no, ma aspetta, questo non dovrebbe stare qua, ecco perché non mi veniva… aspetta, ma il blu… mmm… se giro così e poi… accidenti, ho incasinato tutto!” Angela Weber. Sbuffai: erano tre anni che cercava di fare quello stupido cubo, che io, grazie ai miei due neuroni altamente sviluppati, avrei saputo fare in quindici secondi.

Mi si sta afflosciando il ciuffo, accidenti…” quello era Mike.

Quant’è gnocca… quant’è gnocca Bella!” Eric… che gusti del cavolo.

Ma per quanto ascoltassi e mi sforzassi, non riuscivo a sentire i suoi pensieri. In quel momento i nostri sguardi s’incrociarono. Le mandai uno sguardo di odio puro che lei ricambiò, poi si voltò verso Mike Newton che la fissava con una faccia da pervertito e stava pensando “Mmm… questa Bella Swan è proprio bruttina… però è l’unica ragazza della scuola che non mi sono fatto e io voglio mantenere il mio record…

 

(FINALMENTE, ALLA FINE DEL CAPITOLO, IL CARO EDDY SI E’ DEGNATO DI DIRCI COSA PENSAVA MIKE NEWTON MENTRE GUARDAVA BELLA CON LA SUA FACCIA DA MANIACO)

 

“Ma che schifo!” Pensai. Quella Bella mi dava davvero fastidio: non solo si permetteva di farmi cadere gli alberi in testa, ma non riuscivo nemmeno a sentire i suoi pensieri.

“Bhe”, mi dissi alla fine, “sarà troppo stupida per pensare, ecco tutto. Se pensasse qualcosa io lo sentirei, ma probabilmente non ha neanche un cervello.”

-         Ehi, Ed, sei vivo?

Mi chiese Emmett, tirandomi una gomitata in pancia.

-         Si…

Grugnii, immusonito.

-         Chi guadavi?

Mi chiese Jasper, sospettoso. Farsi i cavoli loro mai, vero?

-         Nessuno.

Risposi io. “Si nessuno, come no… secondo me stava guardando Mike Newton… ma i vampiri possono essere gay?” pensò Rosalie, che ce l’aveva con me perché non avevo voluto provare con lei le mosse del Kamasutra da riproporre ad Emmett.

-         Ah, tra parentesi, come va con il licantropo?

Mi chiese Alice, e vidi quello che aveva visto: io che andavo a zonzo per un po’, ammazzavo Bella Swan e poi tornavo a casa dicendo di aver convinto il licantropo ad andarsene. Accidenti, perché Alice doveva sempre rovinare tutto???

-         Ehm… Alice… ti dispiacerebbe se parlassimo un po’… in privato?

 

ECCO A VOI UN PERFETTO ESEMPIO DI COME METTERSI NEI CASINI CON LE PROPRIE MANI.

BENE, IL CAPITOLO FINISCE QUI, PERCHE’ HO SCRITTO VERAMENTE TANTE MINCHIATE E SE AVESSI PARLATO ANCHE DELLA LEZIONE DI BIOLOGIA SAREBBE DIVENTATO TROPPO LUNGO. MA IL PROSSIMO CAPITOLO E’ QUASI PRONTO!!!                   

TRA PARENTESI, A QUANTO PARE NON CI SARA’ UN SEQUEL DI BREAKING DAWN PECHE’ OLTRE AL CREPUSCOLO, ALLA LUNA NUOVA, ALL’ECLISSI E ALL’ALBA LA MEYER NON SA PROPRIO CHE ALTRO INVENTARSI. IO SUGGERIREI ROTAZIONE E RIVOLUZIONE… NON E’ PARTICOLARMENTE ARTISTICO, PERO’ C’ENTRA!!!

COME AL SOLITO UN GRAZIE ENORME A TUTTI QUELLI CHE HANNO FATTO LE RECENSIONI E ANCHE A TUTTI QUELLI CHE HANNO LETTO. E VISTO CHE AVETE LETTO IL CAPITOLO E CHE IO SONO UNA ROMPIBALLE, PERCHE’ NON MI FATE UNA RECENSIONE PICCOLA PICCOLA? SI ACCETTANO ANCHE CRITICHE E CONSIGLI NATURALMENTE!

  
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