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Autore: shelivesforhim    03/08/2016    2 recensioni
Il vecchio Sofocle diceva: "Una sola parola ci libera di tutto il peso e il dolore del mondo, e quella parola è amore."
Magnus, o meglio dire, la sua mente che non smette un secondo di pensare, spera che questa parola lo liberi ancora.
Post City of Lost Souls.|| Magnus POV.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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ciaaaaaao piccoli nephilims!
mi è dispiaciuto tanto non poter aggiornare subito, per una serie di motivi..but i'm back, con un flashback (viva i giochi di parole)
e ho in mente tante cose per questa storia hehehe
come sempre, vi ricordo che il mio box recensioni aspetta e accoglie a braccia aperte le vostre opinioni, quindi, datevi da fare, ci conto.

aku cinta kamu.



UN MESE E MEZZO PRIMA.

Fogli su fogli, codici su codici, magie, indizi e la tua impotenza di fronte a tutti questi segnali che non riesci a decifrare; faresti di tutto pur di aiutare il tuo piccolo uomo in questa battaglia contro un nemico invisibile, per aiutare i suoi amici, i suoi fratelli, e non lo fai solo per il tuo grande cuore, cinico a prima vista dopo anni di sofferenze, o meglio dire secoli, lo fai perchè anche te sai di essere in pericolo se Sebastian Verlac non viene immediatamente stanato e ucciso.
Hai già patito abbastanza paura negli anni d'oro del circolo del patetico Valentine Morgenstern, con le sue idee e la sua mania di persecuzione simile ad un mondano altrettanto maledetto, Adolf Hitler.
Il suo profondo odio verso una razza "inferiore", i Nascosti, ti avevano fatto vivere nel segreto, e ciò per te era un dolore, abituato come sei a vivere sotto la luce di qualche riflettore, con le risate della gente attorno, i complimenti e le feste.

Anche se bisogna ammettere che erano gli anni nel mezzo della tua insensibilità; il tuo cuore spezzato dalla capoclan vampira ancora non aveva ripreso a battere del tutto.

A proposito di quella stronza, pensi.

Alec dovrebbe essere fuori da qualche ora di troppo, ora che ci ragioni su.
Probabilmente impegnato in qualche caccia di demoni Shax, ammetti come sia cambiato negli ultimi giorni, da quando ha ascoltato il nome di William Herondale dalle labbra della bionda, convincendosi di conseguenza di essere solo un altro dei trofei del tuo ego.
Oh, se solo Alexander avesse potuto guardarsi con i tuoi occhi; per te era luce dopo il tunnel della disperazione, vita dopo la morte, il respiro preso dopo essere risaliti dal fondo di un lago, condannati a morte.
Per te era bellissimo, e lo pensavi davvero: era bello nella sua timidezza, nel suo essere misterioso, nel vivere sempre sotto la luce di Jace, nonostante poi Alec avesse una propria luce, che solo i veri esperti di bellezza potevano cogliere.
Era quella bellezza talmente tanto pura che non aveva il bisogno di essere sbattuta di fronte agli occhi di tutti, come quella di Jace.

Era una perla preziosa, e si sa: questi amati gioielli, sono l'evoluzione di cicatrici di ferite profonde delle ostriche e forse erano le cicatrici dei dolori nascosti di Alec a renderlo così prezioso.

Invece lui si dava per scontato, per inutile e ora chissà cos'è che pensava in quella fredda notte.
Rimani incantanto con la matita in bocca, con le mani stanche appoggiate ai libri che parlano di antica conoscenza, mentre la tua testa, invece che illuminarsi di risoluzioni, si complica di problemi sentimentali.

"Where do you go when you go quiet?
You remind me of my father,
a magician,

able to exist in two places at once.

In the tradition of the men of my blood,
you come home at 3am and lie to me.

What are you hiding?"


Apri l'ennesimo libro della serata, alla ricerca di risposte per aiutare il "mondo" che tanto amano i Nephilim, ma gira e rigira, trovi solo una risposta inaspettata e tagliente per te.

Magia nera.

Incantesimi per togliere l'immortalità.


Neanche ai tempi di lady Belcourt ti eri fermato a leggere queste cose, perchè hai sempre tenuto la tua vita stretta con gli artigli.
Ma ora quasi ci sussulti, quasi ci pensi.
Forse stavolta è la volta buona, pensi.
Forse Alexander Lightwood non ti spezzerà il cuore.
Forse lui vale la pena di essere vissuto, a fondo, vecchiaia compresa.
Guardi le parole spaventose dell'incantesimo, gli ingredienti amari della pozione, perfino gli effetti collaterali e rabbrividisci, al punto che chiudi di scatto il libro e lo riponi nello stesso luogo in cui l'hai trovato, scuotendo la testa, cercando di rimanere il più cosciente possibile in tutta questa pazzia.

Alexander, dove diavolo sei?!
Ti chiedi.


Forse la sua presenza, i suoi teneri baci, potrebbero distrarti.
Forse.

Sono le due passate e ti accorgi che mai ha fatto così tardi; vorresti chiamarlo, urlargli e chiedergli dove sia, poi butti via il pensiero di prendere il telefono e l'unica cosa che butti è il tuo corpo esausto sul letto.
Le tue ricerche possono anche aspettare l'alba di domani.


"You can taste the dishonesty,
It's all over your breath as you pass it off so cavalier.

But even that's a test
Constantly aware of it all
My lonely ear
Pressed against the walls of your world"


Sei in un dormiveglia di ansia, provi a sognare, ma nulla, ti rigiri sul letto come un'anima in pena, ancora.
"Lo sto perdendo."
E' una frase che rimbomba nella tua mente, mentre rimbomba anche il suono della porta di casa rinchiusa; è ritornato.

Per un inspiegabile motivo pensi che sia meglio fingere di dormire, ma non ci riesci; gli dai l'impressione di essere stato appena svegliato dai suoi rumori e dai soffici baci che ti lascia sulla fronte e sulla labbra.
Ha la pelle fredda, ha il viso colpevole.

"Beh, visto che mi hai svegliato, facciamo in modo che ne sia valsa la pena."
Gli sussurri in maniera maliziosa tirandolo per la sua sciarpa, quella blu che si intona in maniera perfetta ai suoi occhi; non ti importa del contrasto fra la tua pelle accaldata e la sua fredda, è questo essere così diversi l'uno dall'altro che vi rende unici, una forza della natura quando siete insieme, simile alla forza con cui premi le tue labbra sulle sue cercando di trasmettergli la mancanza e il vuoto che quella sera hai provato senza la sua presenza al tuo fianco.

Ma da parte sua non c'è amore, c'è quasi una rabbia repressa che ti toglie in modo brusco la vestaglia, sdragliandosi su di te e mordendoti in continuazione le labbra, quasi a fartele sanguinare.
Con le sue mani ti stringe con forza, quasi a volerti spezzare le ossa, mentre con furia si toglie i vestiti.

Ti ripeti che non è il ragazzo timido che hai baciato all'ingresso di casa, ma allo stesso tempo quello non è Alexander.

E ora, ad un mese di distanza, sai perché era così; ribolliva di rabbia dopo che Camille ci aveva tenuto a raccontargli, non risparmiandogli tutti i particolari più forti, delle vostre notti di passione nella Londra vittoriana, e con il suo orgoglio di cacciatore voleva fartelo uscire dalle sue labbra, il suo nome, come un'invocazione, seguito da quel "ti amo, come non ho mai amato nessuno" che eri solito dire; perchè in effetti era vero, Alexander non era paragonabile minimamente ai tuoi precedenti amanti.

Ma in realtà ti era già chiaro dal primo momento, perché non puoi ingannare 800 anni di furbizia; il corpo muscoloso del cacciatore profumava di donna, aveva il profumo di morte e bellezza.
Il profumo di Camille.


Provi a rinnegartelo, non è possibile, di lei non c'è più traccia!
Lo rinneghi a te stesso mentre la sua rabbia si sfoga contro il tuo corpo, lasciandoti segni, sul collo, sulle clavicole, sul petto, scendendo sempre più e risalendo ogni volta solo per morderti il labbro inferiore, che all'ennesimo morso perde la prima goccia di sangue.

Approfitti di quella scusa per dirgli:
"Alec, ti prego, no."

Ti alzi di scatto e vai nel bagno accanto alla camera, lasciandolo pensoso sul letto, a chiedersi cosa abbia sbagliato.
Sbattuta la porta dietro di te ammiri il tuo corpo martoriato dalla gelosia del tuo amante.

Non sai se amarlo od odiarlo.
Non sai se sbattergli immediatamente in faccia il fatto che tu abbia capito o se illuderlo ancora che tu sia veramente così stupido da non accorgerti del suo "complotto."
L'intuizione è l'emozione d'inizio, il fischio della rottura, del dolore, ormai lo sai bene.

Nell'indecisione lo ami, come hai sempre fatto; la colpa infine è sempre tua, se hai avuto tanti amanti, se ancora non ti sei aperto sul tuo passato e per questo, riapparendo con un "scusami", sommesso, ti rigetti nelle braccia della bestia con le sembianze di Alexander, permettendo che ti distrugga ogni centimetro del tuo corpo con "amore", mentre la tua mente plasma la vendetta.

D'altronde, è il tuo piatto preferito, che deve essere rigorosamente servito freddo.
  
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