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Autore: Pro and Pad_production    04/08/2016    6 recensioni
Dopo aver frequentato il suo primo anno alla scuola di Magia e Fattucchieria di Yogurts, il giovane mago Harry Botter è pronto ad affrontare il secondo anno insieme ai suoi amici Rum Whiskys ed Hermanda Risponde-a-ogni-domanda. Cosa li attenderà quest’anno? Quali stramberie avrà in serbo per loro il preside di Yogurts, il professor Alba Solente? Scopritelo insieme a noi con il Cesso dei Misteri!
Dopo il successo (?) de La Lapislazzula Ancestrale, la seconda parodia firmata Pro and Pad_ production.
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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Nelle puntate precedenti:

Harry Botter decide di passare il resto delle vacanze nella casa dei Whiskys, la Fiaschetta, provocando l'esaurimento nervoso a tutti i membri della povera famiglia.
Dopo essersi perso con la Fiammifometro ed essersi ritrovato per gli squallidi vicoli di Bordell Alley, noto quartiere a luci rosse, Harry riesce a ritrovare il suo amico Rum e famiglia, alla quale si aggiunge anche Hermanda. Qui i tre ragazzi conosceranno il celebre danzatore Ghirlandoil Sballock, il quale coinvolgerà il giovane Harry in una delle sue performance alla libreria Il Dindarolo, che finirà in un disastro colossale: dopo aver devastato mezzo negozio e una rissa tra il signor Whiskys e Liscius Badboy, padre dell'acerrimo nemico di Harry, alla famiglia Whiskys e al loro fastidioso ospite non rimane altro che tornare a casa, senza aver concluso nulla.

 
***






L’estate ormai si era conclusa. I Whiskys erano arrivati sull’orlo dell’esaurimento per via della presenza alla Fiaschetta del fastidioso ospite. Si presero però delle piccole vendette: infatti, ogni sera, era diventata abitudine mettere su uno spettacolino dove Drinco e Bevo rievocavano la performance di Sballock e Harry; “alla Dirty Dancing” era diventato il motto dei gemelli Whiskys e, anche se lo avevano ripetuto fino allo sfinimento, continuava a farli sganasciare ogni volta.
Il giorno più bello per il signore e la signora Whiskys fu senza alcun dubbio il giorno precedente alla partenza per Yogurts. Quell’anno si sarebbero liberati anche di Ginger: finalmente avrebbero potuto assaporare un po’ di tranquillità e avere la casa libera da qualsivoglia marmocchio. Per l’occasione avevano organizzato una grande festa dove, a fine serata, stapparono una bottiglia contenente un mix di liquori ad alta gradazione che il signor Whiskys aveva fatto invecchiare e messo da parte proprio per celebrare quest’evento speciale. La bottiglia aveva delle dimensioni tali che il signor Whiskys dovette arrampicarcisi sopra per togliere il tappo e una volta fatto saltare con un sonoro pop!, l’alcool al suo interno, a contatto con l’ossigeno, si incendiò culminando in una fragorosa esplosione finale che li mise tutti a nanna.
Il giorno dopo si svegliarono per miracolo e, dopo aver constatato di essere tutti interi e che non c’era stata nessuna vittima, si scatenò il pandemonio perché ovviamente nessuno era pronto per la partenza.
Tutti si precipitarono a fare i bagagli. Harry, preso dal panico, iniziò a gettare a raffica tutto quello che gli capitava a tiro tra sassi, pezzi di sughero, qualche gnomo da giardino e altra robaccia presa in giro; non si accorse nemmeno che nella gabbia c’era una quaglia pitturata di bianco al posto del suo tacchinone albino Vercinge.
Alla fine di questi devastanti preparativi dell’ultimo minuto, la Fiaschetta era deturpata.
«  Tutti all’Apetta! » urlò il signor Whiskys controllando l’orologio.
Harry si stava proprio domandando come potessero otto persone e i rispettivi bagagli con tanto di zoo al seguito, entrare in una piccola e scassata Ape 50 a cabina stretta giallo canarino.
E infatti non ci entravano.
Era più di un’ora che cercavano un modo di incastrarsi lì dentro, era un’estenuante partita a Tetris. Il signor Whiskys stava diventando scemo a cercare la combinazione giusta per far entrare tutto, ma senza risultato. Esasperato, prese i bagagli e li gettò così come capitava, mise in moto e partì lasciandosi dietro moglie e figli.
Si rese conto del suo fatale errore solo quando arrivò a destinazione e  si affrettò a tornare indietro, sudando freddo. Alla seconda partenza, con ben due occhi neri, il signor Whiskys ripartì, ma ancora una volta dovette fare dietrofront: i gemelli erano scesi di soppiatto e si erano dati alla macchia. Una volta recuperati, e anche loro con gli occhi neri, non fecero in tempo a partire che Pepsi tirò il freno a mano facendo inchiodare l’Apetta; il signor Whiskys ruppe il parabrezza con una craniata e tornarono di nuovo indietro per recuperare l’elogiuo* di inizio anno scolastico di Pepsi.
« Io devo andare al bagno! » squillò prontamente la vocina di Ginger dopo nemmeno mezzora dalla terza partenza. E di nuovo tornarono verso la Fiaschetta, pur di non sentire la più piccola dei Whiskys assillarli per tutto il viaggio.
« Ora basta ».
Il signor Whiskys, innervosito, scese dalla macchina e, con aria di uno che è appena evaso dall’ospedale psichiatrico, prese una corda ed iniziò a legare i figli dietro al cassone.
« Ecco, si parte! » esclamò infine, con un tic nervoso che gli era venuto all’occhio sinistro. Senza dire altro accese il trabiccolo che sbuffò, senza dare cenno di partire.
Era finita la benzina.
« AAAAH! ».
Tutto questo era troppo per il povero uomo che, in preda all’esaurimento, svitò il tappo e diede una poderosa alitata dentro al serbatoio. Subito la macchina si rianimò tutta pimpante.
Senza guardarsi indietro, rimontò sulla vettura e partì.
Rum, in tutto questo, ne aveva approfittato anche lui per fare una tappa in bagno. Sentendo il rumore del motore uscì di corsa da casa senza nemmeno aver il tempo di alzarsi i pantaloni.
« Papààà! »
« Forza, Rum, che ce la fai! » lo incitò uno dei gemelli legato come un salame sul retro dell’Apetta.
« Fermati, papà! » gridò disperato Rum mentre incespicava nei suoi pantaloni, correndo nel cortile della Fiaschetta.
Ma ormai il signor Whiskys era partito di cervello e invece di fermarsi diede ancora più gas, facendo rombare pericolosamente il motore del trabiccolo.
L’Apetta stava per alzarsi dal suolo.
« Rum, salta! » urlò Harry.
Il povero Rum fece un salto e per miracolo riuscì ad aggrapparsi alla marmitta del veicolo, ma nello slancio perse i pantaloni.
E così fece il viaggio fino alla stazione.
Arrivarono per un pelo. Il signor Whiskys parcheggiò direttamente sui binari. Pepsi, l’unico dei figli oltre a Ginger ad aver viaggiato nell’abitacolo insieme ai genitori, andò a slegare i fratelli e Harry.
La famiglia si precipitò in fretta e furia al distributore di cibo per gatti, la barriera magica che conduceva al Binario Bo’e Quarantaquattro Gatti per raggiungere la vecchia e sgangherata locomotiva dell’Espresso di Yogurts.
Tra carrelli che cozzavano e bagagli che si perdevano per strada, tutti attraversarono il distributore scomparendo.
Harry e Rum erano gli unici rimasti indietro.
Quest’ultimo era in uno stato pietoso, sembrava non reagire agli stimoli esterni, Harry lo staccò a fatica dalla marmitta, ma l’amico continuava a balbettare flebilmente con sguardo allucinato.
« Papà… ferma la macchina, papà… accosta, papà…», faceva davvero pena, il fatto che non avesse i pantaloni aumentava quello spettacolo pietoso e, siccome era stato vicino al tubo di scappamento dell’Apetta, la sua faccia era per metà nera di gas di scarico. 
Harry lo caricò sul carrello insieme ai loro bagagli, alla nuova Vercinge e a Scrosta.
Sapeva che era tardi e che il treno stava per partire da un momento all’altro, quindi prese una gran rincorsa e mollò il carrello in direzione del distributore.
«VAI, RUM! » urlò il ragazzino occhialuto in mezzo alla stazione, attirando l’attenzione di parecchi Babbei.
Il carrello invece di trapassare dolcemente il distributore, ci si schiantò contro e Rum, non si sa come, rimase incastrato lì dentro, schiacciato contro il vetro in mezzo alle stantie scatolette di cibo per gatti.
Con lo schianto il ragazzo sembrò riprendersi  pian piano.
« Ma cos…? Dove mi…? » biascicò
« Rum, ma come diavolo hai fatto ad incastrarti così bene lì dentro? »
« Sei stato tu?! » proferì con rabbia l’amico, vedendo la faccia sorridente di Harry «Tirami fuori di qui! » continuò battendo i pugni sul vetro « E perché non ho i pantaloni?! ».
« Aspetta, fammi vedere se ho degli spiccioli » Harry si frugò le tasche.
« Na, na » esclamò dopo aver controllato « non mi bastano… Signore, scusi, ha per caso degli spiccioli per tirare fuori dalla macchinetta il mio amico scemo? »
« Harry, appena esco fuori di qui ti uccido, parola mia! ».
I passanti, piuttosto che aiutarli, se la svignavano via infastiditi. Per poter rimediare qualche soldo, Harry improvvisò uno spettacolino. Fu solo per pietà che signora anziana gli diede un po’ di monete.
Finalmente Rum fu sputato fuori dalla macchinetta, non senza poche difficoltà.
« Harry, sai cosa vuol dire questo? Il passaggio è chiuso ed il treno è partito già da un pezzo » fece Rum togliendosi una scatoletta dalla maglia.
« E quindi? »
« E QUINDI NON POSSIAMO ANDARE A SCUOLA!!! »
« E quindi?! »
« WHOAAA!!! » Rum raggiunse di corsa la macchina, desideroso di allontanarsi il prima possibile da quella piaga del suo amico.
« Rum, aspetta, ma che fai? Te ne vai via senza il tuo migliore amico? »
«  Va all’inferno! » disse Rum tuffandosi in macchina « Me ne vado a Yogurts da solo, ok?! Io, da solo! E tu non puoi venire con me, vedi? Ho già chiuso la sicura e non sono così stupido da aprire lo sportello, per nessun motivo al mondo! Yogurts arrivo! » sbraitò Rum da dentro la vettura con uno sguardo folle.
« Ruuum? Dove vai senza questi? » disse Harry con aria furbetta, mostrando la montagnetta di bagagli sulla quale era seduto.
***
Ormai erano in viaggio da ore e non avevano la minima idea di dove stessero andando.
Rum teneva una cartina gigantesca in mano, mentre con i piedi teneva il volante.
« Siamo, arrivati? »
« No »
« Siamo arrivati?! »
« N… »
« Ora? ».
In tutta risposta Rum fece fare all’Apetta il giro della morte nel tentativo di disarcionale la piattola seduta sul sedile del passeggero. Ma Harry si era attaccato al sedile con i denti e con le unghie.
« Bravo idiota, adesso hai dato una bella mescolata ai bagagli, sempre se ci sono ancora… ».
Rum si voltò per controllare come era la situazione fuori sul cassone, ed ebbe la fugace visione di Vercinge e Scrosta terrorizzati: quest’ultimo si era aggrappato con le zampette alle sbarre della gabbia e tremava come una foglia, Vercinge, dallo spavento, aveva fatto talmente tante uova da riempire la gabbietta.
« Direi che dietro va tutto bene! » commento Rum tranquillo.
Continuarono il viaggio, tra un battibecco e l’altro, fino a che il sole non tramontò. I fari dell’Apetta non funzionavano e per vedere qualcosa erano stati costretti ad accendere un fiammifero.
« Rum, con quel fiammifero mi sembri la piccola fiammiferaia! » lo prese in giro Harry
« Ma vuoi chiudere quel forno di bocca? Se continui a parlare mi deconcentri »
« Mi spieghi che speri di vedere con quella patetica fiammella?  » infierì Harry, cercando di togliere il fiammifero di mano a Rum.
Ingaggiarono una lotta  per il cerino e tra gli urli non si accorsero che l’Apetta iniziava a sbuffare e a decelerare.
« Fff! » soffiò infine Harry
« Ecco, adesso lo hai spento! Complimenti, ora non so dove stiamo andando! »
 « Rum, è da quando siamo partiti che non sai dove stiamo andando! » puntualizzò Harry
« …Fammi cercare i cerini » lo ignorò Rum, mettendosi a rovistare per terra.
In quel momento il trabiccolo, ansimando e cigolando, iniziò a precipitare a rotta di collo.
« AAARGH! RUM, LASCIA QUEI CAZZO DI CERINI! LA MACCHINAAAA! » urlò il ragazzo aggrappandosi al collo dell’amico.
« AAAAH! LA MACCHINAAAA!!! ».
SBRAAANG!
L’Apetta si schiantò ferocemente in mezzo a quelle che sembravano fronde di fresche frasche.
« Rum... credo di essermela fatta nei pantaloni! »
« Preferivo non saperlo, ma dove siamo? » chiese Rum, sfilando le unghie dal sedile
« Non lo so, vedo solo rami… »
« Ecco, ci siamo pure infrattati adesso, non arriveremo mai a Yogurts… »
STUNK!
« Harry, non mi sembra il caso di prendere a testate il vetro » fece Rum infastidito
« Guarda che io non ho fatto niente! »
Stavano per ricominciare a litigare, quando più colpi colpirono l’Apetta in diversi punti.
« Ma cosa…? »
« Rum, qualcosa ci sta picchiando! » urlò istericamente il ragazzino. Poi strappò di mano la bacchetta a Rum e si affacciò fuori dal finestrino per vedere cosa stava accadendo. Inavvertitamente quello che sembrava un ramo, gli sfilò la bacchetta e la spezzò di netto in due per poi ributtarla nella vettura, proprio addosso a Rum.
« La mia bacchetta, razza di idiota! Che cosa gli hai fatto?! »
« Ma è stato il ramo! » si giustificò prontamente Harry.
« Harry, smettila di farneticare, mi sa che hai preso una botta in testa… »
Ma la botta in testa la prese Rum, quando un altro ramo lo afferrò per la maglia e lo sbatacchiò di qua e di là.
« Harry, chiudi i finestrini! » disse mentre cercava di liberarsi dalla morsa legnosa.
Non si sa come, ma Rum riuscì a liberarsi, mentre Harry metteva soddisfatto la sicura all'Apetta.
« Ecco » fece quest’ultimo « ora voglio proprio vedere come fa ad entrare » concluse con tono di sfida.
Un sinistro rumore di lamiera gli fece alzare la testa: il tettuccio venne letteralmente scoperchiato come una scatola di sardine.
« Uh, guarda, adesso è anche decappottabile! »  sorrise Harry.
Rum non ebbe il tempo di ribattere che i due ragazzi vennero alzati di peso da due lunghi rami simili a liane e finalmente videro dove erano finiti: l’Apetta si era andata ad incagliare in un’enorme fratta, che muoveva e agitava i suoi rovi come un polpo indemoniato.
« AAAAAAH! »
« Ehi, ma quella è Yogurts! » osservò Harry che non rinunciava a parlare anche in situazioni simili.
« Almeno una cosa ci è andata bene! » urlò Rum, mentre la fratta continuava a farli volare come se fossero sulle montagne russe.
« Sì, ma come scendiamo da qui?! » proseguì il ragazzo.
In tutta risposta, la fratta li fece roteare un paio di volte e poi li lanciò contro il castello. Prima di atterrare i ragazzi urtarono i nidi del campo di Chicken posti in alto sui pali, sbalzarono poi gran parte del tetto della catapecchia di Hagrid, fracassarono una serra, per poi frantumarsi nel cortile, facendo sollevare parecchie zolle di erba. Avevano lasciato letteralmente il segno. La fratta da lontano ondeggiava minacciosamente e iniziò a lanciargli quello cha capitava a tiro, tra frutti, sassi e anche i bagagli che erano caricati sulla stessa Apetta; provò anche a lanciargli contro la vettura, ma questa prese il volo per sparire tra gli alberi della Foresta.
« Papà… » fu l’unica cosa che riuscì a dire Rum guardando il trabiccolo andare via.
« Oh sì, ti ucciderà Rum » disse Harry infierendo sull’amico che piagnucolava, con la bacchetta rotta in mano e lo sguardo rivolto verso il cielo dove aveva visto scomparire l’Apetta.
« Va be’, fammi togliere questi pantaloni, che sembrano più il pannolone di Sgorby… » aggiunse Harry.
Ora erano entrambi in mutande, al buio in mezzo al cortile devastato della scuola. Il loro aspetto era imbarazzante: avevano pezzi di rami e foglie tra i capelli, vetri e calcinacci e resti di quello che avevano distrutto ricopriva interamente i loro vestiti. 
« Allora che si fa, si entra? » domandò Harry, visto che Rum non sembrava avere intenzione di muoversi da lì.
Così si incamminarono doloranti e scorticati verso il portone, portandosi dietro i bauli, i loro animali traumatizzati, che probabilmente dopo quella esperienza non sarebbero più stati gli stessi, insieme ai due chili di uova deposti da Vercinge per la paura. Scrosta era rimasto quasi stecchito e non si era mosso dalla posizione che aveva sull’Apetta.
Appena entrati, misero da parte i bagagli e attraversarono l’ingresso.
« Dai, vediamo a che punto è lo Smucchiamento! ».
I due ragazzi spalancarono piano le porte della Sala Grossa.
« Oh, come è bello, marcondirondirondello, essere di nuovo tra le mura di questo allegro castello ».
Pepsi era in piedi davanti al pulpito del preside e proclamava solennemente il suo elogio di inizio anno. Solente, accanto a lui, annuiva alle parole del giovane Valletto, con interesse, sorseggiando di tanto in tanto il drink che teneva in mano. Dal tavolo degli insegnanti Harry riuscì a vedere la professoressa Misnerva Domani massaggiarsi gli occhi con la punta delle dita: aveva un’espressione tra il disperato e il raptus omicida. Vicino a lei, Hagrid si era addormentato con il volto nella scodella e aveva usato come tappi per le orecchie dei cucchiai e qualche tovagliolo.
« Lo Smucchiamento non è ancora iniziato! »
« Chissà da quant’è che va avanti… » domandò Rum ridendo sotto i baffi.
« Oh, è da un pezzo che va avanti… » disse una sgradevole voce familiare alle loro spalle.
« Non è Hermanda, vero? » chiese Harry senza voltarsi.
Presero coraggio e da bravi Cogliondoro quali erano, si voltarono.
Non era affatto Hermanda.
Gli si parò dinanzi quell’indecente figuro che era il loro insegnate di Intrugli.
Saverius Bidon, più unto che mai, aveva la tipica aria di chi è stato ad ascoltare un elogio di Pepsi e ora sghignazzava come se Natale fosse arrivato in anticipo.
« No, direi proprio che non è Hermanda » rispose Rum squadrando Bidon quasi schifato, nonostante lui fosse in mutande.
« Va be’ » fece Harry con un sorrisetto accomodante « Allora ci si vede, eh? ».
Fecero per andarsene, ma Bidon li afferrò per le orecchie.
« Certo che hai la faccia proprio come il culo, Botter » rispose Bidon « Sarò anche reduce dal discorso di quel Cogliondoro di tuo fratello » proseguì rivolto a Rum, « ma non mi sono di certo scordato che voi siete nei guai! ».
Vennero trascinati di peso nell’ufficio del professore, che si trovava nei sotterranei.
« Dentro! » ordinò Bidon
« Io non ci voglio entrare lì dentro… puzza » piagnucolò Harry; in risposta il professore lo scaraventò nella stanza e poi guardò Rum.
« Io entro da solo, grazie » fece Rum entrando nell’ufficio
« Con permesso… ».
Harry aveva già iniziato a ficcare il naso tra gli scaffali, dove erano sistemate in ordine maniacale una serie di ampolle, ampolline e ampollette, ognuna con la sua etichetta minuziosamente compilata e pignolamente appiccicata.
« Cos’è questo, e qui dentro che c’è? E se sputo qui dentro? E se mischio questo con quest’altro? E se agito questo? E se stappo ques… bleah, ecco da dove viene la puzza! ».
« ORA BASTA! » tuonò Bidon « Smettila di frugare tra la mia roba! », ma si interruppe, perché dal corridoio proveniva un gran baccano.
« SOLENTEEEEE! CHE CESSI QUESTA PAZZIA, COME PRESIDE DEVI TAPPARE LA BOCCA A PEPSI, O LO SMUCCHIAMENTO NON AVVERRÀ MAI!!! ».
SBAM!
La porta si spalancò ed entrò Solente più in forma che mai, chiaramente alticcio. Aveva un fazzoletto in testa, legato sotto il mento come una nonnina, di un vivace color prugna e una lunga veste tutta rattoppata. Ad Harry sembrava una befana.
« Harry! Vecchio ragazzo mio, hic! » esclamò Solente con gli occhietti lucidi e i rossi sulle guance. Nel frattempo Misnerva aveva puntato Harry, proprio come un gatto con il topo.
« Botter e company! » disse con occhi fiammanti « Eccoli qua, bene. Bella bravata, complimenti! Adesso potrò espellervi » disse con gioia, mentre Bidon si sfregava la mani, contento.
« Avete perso l’Espresso di Yogurts, avete preso una vespa volante e avete attraversato l’intera contea, rischiando di essere avvistati dai Babbei, avete… »
« Deturpato la Fratta Malmenatrice! » le suggerì Bidon
« Sì » annuì la professoressa « avete deturpato la Fratta Malmenatrice… »
« Le mie bottigliette! Non dimentichiamoci delle mie pregiate bottigliette »
« Bidon, non gliene frega niente a nessuno delle tue luride bottigliette incrostate di quella roba puzzolente! » sbottò Misnerva spazientita.
« Quanto ho aspettato questo momento, finalmente posso cacciarvi da questa scuola… »
« Vai, Misnerva, suonagliele! » la incoraggiò Bidon.
Quella strana ed inquietante alleanza spaventò a morte i due ragazzi, che stavano cominciando a pensare seriamente che la loro carriera scolastica sarebbe finita in quel momento.
« Suvvia, ragasci! » biasciò Solente, mettendosi tra Misnerva e Bidon, con le braccia sulle loro spalle « Pace e amore, sono ragazzate, sono sgggiovani, devono divertirsci! ».
« Signor preside! » dichiarò Bidon deciso « Hanno infranto la legge! Sono stati avvistati da Babbei in pieno giorno… »
« E chi non è shtato avvistato da Babbei? » osservò Solente
« Un po’ di sano esibiscionismo non ha mai fatto male a nessuno! »
« SOLENTE! » intervenne prontamente la professoressa Misnerva Domani « Questi ragazzi sono una minaccia per l’intero istituto… »   
« Bashta! Io non shtarò qui a condannare queshti ragasci perché hanno avuto il corasgggio di divertirsi! Hic! ».
Harry e Rum scoppiarono in un applauso commosso, mente Harry scuoteva per le spalle Rum dicendo quasi in lacrime « Io l’ho sempre detto che tanto c’è Solente! ».
« Ma preside… » provò a dire Bidon
« Scinque punti a Cogliondoro! »
« Lei non può… »
« Diesci punti a Cogliondoro! »
« INSOMMA SOLENTE! »
« Venti punti a Cogliondoro, hic! E mi fermo qui, perché mi sciono shtufato » concluse Solente.
« Ragasci, è stato un piascere, congratulazioni e complimenti! Fantashtici come sempre, hic! » disse stringendo le mani dei ragazzi con gli occhiali appannati « E ora vado da Madamada… Medema… Madera… quella gran scignora della Sbronz! Hic! Con permescio ».
Così vestito da Befana e barcollando, il professor Solente uscì dai sotterranei e Harry e Rum si sbrigarono a fare altrettanto, prima che Misnerva e Bidon si riprendessero dallo shock.
Per evitare di assistere all’elogio di Pepsi, si diressero direttamente in sala comune.
Arrivati davanti all’ingresso, proprio davanti al quadro c’era ad aspettarli, con uno stranio marchingegno in mano, niente popò di meno che…
« Oh no… Hermanda! » esclamarono all’unisono.
Non vedevano la loro amica da quell’infausto giorno a Ladron Alley.
Tu-tu-tu tu-tu-tu-tu-tu- TUTUTUTUTUUUU!
Il macchinario in mano alla ragazza aveva iniziato a lampeggiare a fischiare all’impazzata.
« Il mio rilevatore magico ha captato qualcosa! » disse da sotto il suo ammasso informe di capelli, poi alzò lo sguardo e li vide.
« Oh, eccovi finalmente! Ma dove vi eravate cacciati? E perché siete senza pantaloni? ».
Harry e Rum, pur di non starla a sentire, sfondarono il quadro ed entrarono come due arieti nella sala comune.
Era irriconoscibile.
Drappi e arazzi neri pendevano dalle pareti, la sola fonte di luce erano delle tetre candele che illuminavano fievolmente la sala.
C’erano alcune persone raccolte in silenzio e, vicino a due bare, se ne stavano in piedi i gemelli Whiskys, vestiti come becchini. Drinco aveva anche una pala in mano.
« Erano dei così bravi ragazzi! » disse uno di loro, soffiando nel fazzoletto
« Ma che diavolo state facendo? » chiese Rum ai fratelli
« Ragazzi, siete voi?! Non siete fantasmi, vero? »
« Miracolo, Bevo! » esclamò gioioso il gemello « Sono vivi! ».
Harry e Rum non avevano capito se i due ragazzi facessero sul serio o li stessero solo prendendo in giro.
« Guarda che Misnerva mica ci ha fatto fuori » disse Rum
« È vero! Siamo stati graziati da Solente! » aggiunse Harry compiaciuto.
« Oh, ma noi non ci preoccupavamo che Misnerva vi avesse uccisi » disse Drinco con un ghigno
« Aspettate solo che Madre lo venga a sapere… ».
E fu con un’occhiata di terrore che si concluse il loro rientro devastante a Yogurts.


Note delle autrici

È passato un anno, ce ne rendiamo conto...
Tecnicamente, Prongs, siamo anche un po' in anticipo!

*Prongs controlla il calendario*

Vedi, l'altra volta era il 24 Agosto, oggi è solo il 4!
Sì, sì... proprio vero! Ben fatto, vecchia mia!

*si stringono la mano*

Ok, a parte gli scherzi, eccoci di nuovo qui!
Non sappiamo cosa aspettarci,
sappiamo solo che la nostra parodia ci era mancata!
Questo capitolo ha visto passare le stagioni durante la sua stesura,
ma ci siamo divertite un mondo a scriverlo!
Speriamo che vi piaccia...
Piacere a chi, Prongs? Credi che sia rimasto qualcuno?
Qualcuno ci sarà...

*fissano intensamente lo schermo*

Ma sì, qualcuno arriverà
e chiunque sarà... grazie!
Grazie ai vecchi lettori che leggeranno
e ai possibili nuovi arrivati, che sono i benvenuti ;)
Non sappiamo dire quando potremo scrivere il prossimo capitolo,
possiamo solo dirvi che non abbiamo mai abbandonato la parodia,
perché continuiamo a scrivere e ad appuntare mille idee,
nella speranza di avere abbastanza Giratempo un giorno
per poter mettere tutto per iscritto e pubblicare xD
Be', è stato un piacere essere di nuovo qui
e ricordate sempre...

Fatto il misfatto! ;)




 
   
 
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