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Autore: Guerildor    05/08/2016    0 recensioni
Ho letto la saga di Harry Potter letteralmente decine di volte. Sono innamorato del mondo creato da zia Jo, mi ci perdo ogni volta come fosse la prima. Probabilmente se potessi usare un solo incantesimo una sola volta userei Oblivion per poter rileggere i libri con la stessa emozione della prima volta, ma c'è una cosa che non ho mai apprezzato.
La gestione delle coppie. Zia Jo ha giustamente relegato a ruolo marginale le relazioni amorose dei protagonisti col risultato che, secondo me, le coppie finali (Hermione/Ron e Ginny/Harry su tutte) risultano finte. A me piace scrivere di Harry Potter lasciando la magia ai libri e descrivendo situazioni scomode, umane, reali. Le mie storie non sono intese come parte integrante dei libri, ma come le storie di un cinico che preferisce personaggi reali a magia comoda. Ed è dalla rottura tra Ginny e Harry che voglio partire, la fine di un matrimonio lungo, per cercare di descrivere un Harry che probabilmente per la prima volta in vita sua si sente codardo.
Spero che a qualcuno, questo punto di vista, possa piacere.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Il Secondo Trio (Neville, Ginny, Luna), Il trio protagonista
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Il diciassettesimo compleanno

La storia con Ginny era stata perfetta, almeno per qualche anno.
Dopo la Battaglia di Hogwarts il loro amore era esploso. Passavano ogni momento insieme. Giocavano a Quidditch, e in sella alle loro scope si allontanavano in barba a qualsiasi decreto di sicurezza del Ministero. Ginny era bravissima, non quanto Harry, ma era davvero una giocatrice eccellente. Harry la guardava fiero mentre faceva acrobazie sulla Nimbus 2007 che lui stesso le aveva regalato per il suo diciassettesimo compleanno. Quando aveva scartato il pacco, che ad essere sinceri aveva ben poco di misterioso vista la forma tipica del manico, Ginny aveva cominciato a prenderlo a pugni davanti a tutta la sua famiglia. "Harry, è troppo! Non dovevi! Ti amo! Stupido! Non dovevi!"
"A me non hai mai regalato un manico di scopa! Sono il tuo migliore amico! Stupido! Dovevi!" urlò Ron, e unì i suoi pugni a quelli di Ginny.
Harry ricordava la sera del diciassettesimo compleanno di Ginny come uno dei momenti più felici della sua vita.
Voldemort era stato sconfitto appena qualche mese prima. Il dolore per la scomparsa di Fred, Tonks, Lupin e tutti i caduti della Battaglia era ancora nell'aria, ma la sconfitta del male aveva portato freschezza nella vita di ognuno, anche dei più colpiti.
George aveva profuso il suo impegno nel lavoro, era raro vederlo alla Tana o in qualunque posto che non fosse Tiri vispi Weasley, ma partecipò alla festa. Il suo regalo per Ginny fu probabilmente il più gradito della serata da Ginny, anche più della Nimbus. Con una fattura ben piazzata George "tatuò" una puffola pigmea rosa shocking sul petto di Ron. Annunciò la fattura come "fattura inchiostrante luminescente permanente Weasely, l'ultimo lavoro mio e di Fred!".
Ci vollero due mesi prima che gli ultimi residui di Puffola sparissero dalla pelle di Ron, e ci vollero "soltanto" due mesi perché Hermione lavorò giorno e notte a una controfattura.
"Maledizione, se quei due avessero usato il loro talento per gli incantesimi avrebbero potuto dare filo da torcere a Vitious...". fu il commento di Hermione quando riuscì finalmente a eliminare gli ultimi scarabocchi luminescenti dal petto di Ron.
"Mi manca Fred" fu tutto quello che riuscì a dire Ron.

La serata si concluse con alcuni fuochi d'artificio direttamente dal magazzino del negozio di George e tutti si unirono a un lungo applauso per celebrare una Ginny bellissima in un vestito melanzana che faceva a botte con i suoi lunghi capelli fiammanti.

"Sei bellissima" disse Harry tenendo Ginny per mano nel giardino della Tana.
"Grazie per la Nimbus, non dovevi, davvero".
"No, non dovevo, ma volevo. Lo considero un investimento, quando diventerai una giocatrice professionista renderai la nostra famiglia ricchissima!".
Risero insieme, ma entrambi pensavano silenziosamente all'importanza di quella frase. Per quanto scherzosa, non avevano mai parlato veramente di un futuro.
"Quindi cosa farai l'anno prossimo? Tornerai a Hogwarts?" chiese Ginny mentre calciava via uno gnomo che stava origliando la loro conversazione.
"Non credo. Non mi piace l'idea di una Hogwarts senza Silente...".
"Credimi, senza Silente si stava male, ma almeno non ci saranno Piton e i Mangiamorte a rendere il tutto un incubo...".
Piton. I ricordi di Piton erano stati protagonisti dei sogni di Harry sin dalla notte della Battaglia.
Aveva odiato quell'uomo di un odio sincero, puro, genuino. Quell'odio non era stato intaccato dalla scoperta del coraggio e del sacrificio di Piton. Non si dimenticano sei anni di soprusi in qualche minuto. Ma in qualche modo Harry aveva cominciato ad ammirare Piton. Era un odioso, cattivo, sarcastico, beffardo, cinico, sadico stregone, ma probabilmente il più coraggioso che Harry avesse mai conosciuto.
"Se ti dicessi che mi piacerebbe chiamare uno dei nostri futuri figli Severus come la prenderesti?" chiese Harry col sorriso.
"Frena gli unicorni, signor Potter. Ho appena compiuto diciassette anni e sono nel pieno della mia bellezza, non mi piace l'idea di un bambino che mi cresce nella pancia".
"Sai che invece a me piace?" commentò Harry accarezzandole il ventre e sporgendosi per baciarla.
Uno gnomo temerario infilò la testolina tra la bocca dei due amanti ridendo di gusto.
Lo lanciarono, insieme, talmente lontano da stabilire un nuovo record nel lancio dello gnomo.
"Ti amo, Ginny Weasley".
"Ti amo, Harry Potter".

                                                                            *


Harry inviò tre lettere a Hogwarts quel giorno. Una per ognuno dei suoi figli. Probabilmente la cosa più difficile che avesse fatto nella sua vita.

   
 
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