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Autore: _Corin    05/08/2016    2 recensioni
01. In cui Nico è ammalato e Will è il suo dottore (ma rischia di essere davvero poco professionale, quando si tratta di lui).
02. In cui Nico e Bianca rimangono all'Hotel Lotus fino alla fine della guerra. Will è il fortunato prescelto per recuperarli (con tutto ciò che ne consegue).
03. In cui Nico vede demoni ovunque, Percy parla con le sirene del gabinetto, i loro amici sono degli impiccioni e il dirimpettaio ha degli ottimi gusti.
04. In cui sorprendentemente non ci sono morti o feriti o iceberg, solo molto zucchero.
05. In cui Will fa una scommessa e vince tutto.
06. In cui lavorare in una casa di riposo non è poi così orribile (e il merito potrebbe essere dell’infermiere con il sorriso più luminoso del mondo).
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico/Will, Quasi tutti
Note: AU, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Oh My Doctor

 

 

NdA: Missing moment qualsiasi di un qualsiasi giorno in cui Will e Nico sono semplicemente tanto carini e felici (e il mondo non rischia di implodere da un momento all’altro, anche se Leo ci sta lavorando).

In cui Nico è ammalato e Will è il suo dottore (ma rischia di essere davvero poco professionale, quando si tratta di lui). Tanto fluff, tanto amore, tanti germi.

 

 

 

«Etciù!»

«Salute».

Will sfila il termometro dalla bocca imbronciata di Nico con un sorriso intenerito.

«Io non sono affatto ammalato» ribadisce ancora una volta il ragazzo, cercando di imprimere nelle sue parole quanta più convinzione riesce a racimolare. Peccato che esca qualcosa di molto simile a “io non sodo – etciù! - affaddo ammalado”.

«Be’, il termometro dice il contrario.»

Nico si alza di scatto dal lettino dell’infermeria, con l’espressione adorabilmente confusa. «Cosa? Non è vero!»

Riesce a dire prima che Will lo rispinga a sdraiarsi. «Voglio vedere! Non può assolutamente essere vero!»

«Giù, stai giù Nico; non le vuoi le pastiglie, dico bene?»

Nico ha una sensazione di dejà vu, e per un attimo è Bianca a tenerlo ancorato alle coperte, ferma e apprensiva. Poi è Maria di Angelo. Quando torna a essere quello di Will, il volto che lo guarda preoccupato, chiude gli occhi con un sospiro.

«Stai bene?» gli domanda il ragazzo, passandogli una mano sulla fronte e una sul polso, due carezze che hanno l’intento di sincerarsi della sua temperatura e del suo battito.

«Benissimo. Se controlli il termometro…»

«Sono piuttosto sicuro che tu non abbia una temperatura corporea di dodici gradi, ghiacciolino mio» Nico socchiude gli occhi quando Will gli passa le mani fra i capelli e lo fissa attraverso le ciglia. «E so anche che non sai di, uhm, tè al limone?»

Nico sa che dovrebbe essere imbarazzato, forse anche schifato, perché Will ha appena posato le labbra dove prima c’erano le sue, e anche perché Will conosce il suo sapore meglio di quello del tè al limone.

Invece dice solo: «Attento, potresti prenderti i miei germi».

Will gli rivolge un sorriso di quelli che fanno luce. «Ecco, lo sapevo, lo hai ammesso, sei malato. Come tuo dottore, prescrivo una settimana in infermeria sotto il mio vigile sguardo».

Nico sbuffa, il calore corporeo che sale di un altro po’ – forse è la febbre, forse l’imbarazzo, forse solo il sorriso di sole di Will.

«Come se cambiasse qualcosa dal solito» borbotta, ma in realtà è felice e basta – quando ha la testa che pesa il triplo del normale può ammetterlo, perlomeno a se stesso.

Will si sdraia accanto a lui con il sorriso ancora stampato sulle labbra. Will è bollente – la sua normale temperatura, come se il sole gli scorresse nelle vene – ma non come Nico – che fra l’altro si sente avvampare, ancora di più, e forse prenderà fuoco.

Il lettino è troppo piccolo per entrambi, ma non gli dispiace. In realtà, gli piace da impazzire.

Sbuffa – qualcosa tipo “dovrei riposare, io”, ma non ci crede nessuno dei due – e poi Will lo bacia.

«Non dovresti, davvero, ti passerò qualcosa».

Will sogghigna malandrino – Nico non lo può vedere, ma sente le labbra che si curvano contro le sue.

«Sono il tuo dottore. Lasciami fare».

 

Una settimana dopo, Nico è stato dimesso e Will si trova nella casa numero tredici, a fissare il soffitto di ossidiana, affondato fra le coltri color sangue di un letto inquietantemente morbido – è sicuro che potrebbe sprofondarci e sparire, ma forse sono solo i pensieri annebbiati.

«Io non sono assolutamente malato. Assolutamente. Devo andare in infermeria, Paolo si è slogato una caviglia».

«In realtà entrambe».

«Devo andare in infermeria».

Nico lo fissa un paio di secondi, prima di fargli cenno con la mano verso la porta. «Vai».

Will si mette in piedi con convinzione, ma la testa gli gira e in due secondi la sua faccia è nuovamente affondata nel cuscino di Nico.

«Okay, forse sto male».

Nico gli porge il termometro – quello che è misteriosamente scomparso dall’infermeria due giorni prima.

«Grazie al cielo ho gli anticorpi».

 

   
 
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