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Autore: atzuki97_drarry    07/08/2016    1 recensioni
[DRARRY] [Accenni ROMIONE]
E' il sesto anno per Harry Potter alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, è tempo di verità, altri misteri e nuovi amori.
Harry dovrà ricredersi su tutto ciò che ha creduto fino a quel momento, sopratutto su tutto ciò che riguarda lo studente da lui più odiato, Draco Malfoy. Cosa accadrebbe se tutto ciò che è stato narrato non fosse andato esattamente come è stato detto? E se l'ossessione del giovane Potter non dipendesse solo dai propri sospetti come lui stesso crede? E se la pressione straziante di Draco non riguardasse solo il compito a lui assegnato?
(Premetto che questa è la mia prima Fanfiction su Harry Potter, spero di aver fatto il possibile per far uscire qualcosa di decente, la Fanfiction riporterà alcune piccole parti (quelle che riterrò più essenziali per lo sviluppo della FF) così come scritte nel libro o leggermente modificate, mentre tutto il resto ovviamente è nato dalla mia mente malata di Drarry. Spero che questa storia sia di vostro gradimento.)
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Il trio protagonista, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry, Ron/Hermione
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
Capitoli:
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Harry passò gran parte dell'ultima settimana prima della fatidica partita di Quidditch a rimuginare su tutto quello che stava accadendo intorno a lui, solitamente a pochi giorni da una partita avrebbe sentito in corpo quella tipica sensazione di frenesia e ansia che caratterizza qualsiasi capitano intenzionato a vincere la coppa del Quidditch che si rispetti , invece lui, da pessimo giocatore, aveva tutt'altri pensieri per la testa, non sapeva neppure contro chi giocavano se non fosse stato per Ron che al contrario di Harry entrava nel pallone sempre più man mano che si avvicinava la partita contro, ringraziamo il fato, Serpeverde. Questo portò a Harry a uno dei suoi pensieri principali: Malfoy. Il Serpeverde, come Harry, era il cercatore della propria squadra di appartenenza, solitamente questo piccolo dettaglio nel corso degli anni lo aveva fatto infuriare perché era di sua convinzione che non meritasse il titolo a causa dei suoi frequenti colpi bassi in campo o semplicemente perché odiava avere a che fare con lui anche nel gioco che amava; questa volta però era diverso, Harry aveva la necessità di vederlo e di chiarire diversi punti lasciati in sospeso, ma questo sembrava impossibile, dopo la visita ad Hosgmeade era quasi del tutto sparito: lo aveva visto girare per i corridoi si e no tre volte, non si vedeva né a colazione né tanto meno a cena, durante le lezioni sembrava perso nei suoi pensieri e al termine di esse scappava chissà dove. Era irraggiungibile. 
E non era l'unico, il preside sembrava del tutto assente, dov'era Silente, e che cosa faceva? Harry si portò istintivamente una mano nella tasca della divisa dove teneva la boccetta con il ricordo ottenuto da Lumacorno, non se ne separava mai, era troppo prezioso.
Stava decisamente succedendo qualcosa di strano, almeno i suoi due migliori amici sembravano non essersi dissolti pure loro magicamente nel nulla, anche se il timore che questo potesse accadere iniziava a farsi spazio nella mente di Harry, si stavano allontanando, altrimenti avrebbero subito cercato Harry per raccontargli cosa li avrebbe portati alla sala da tè della signora piediburro. Sopratutto Ron, Harry si sentiva maggiormente deluso dal suo migliore amico dato che fino a pochi giorni prima il ragazzo stava rischiando grosso pur di recuperare la lettera d'amore dell'amico.
Ma prima aveva cosa più importanti a cui pensare, ma prima, Erbologia.

Le lezioni di Erbologia non erano tra le preferite di Harry, ogni giorno doveva avere a che fare con mandragole urlanti e strani arbusti che cercavano di farti il solletico anche nelle zone meno consone del corpo. Non aiutava neppure vedere Ron ed Hermione cosi vicini tra loro mentre cercavano di addomesticare una sorta di pianta carnivora dandole leggere pacche sulla testa erbosa e con i denti aguzzi. Per carità, Harry era al settimo cielo per quello che stava accadendo tra i due, ma doveva ammettere quell'atmosfera lo faceva sentire incredibilmente solo. 
La lezione era condivisa con i Serpeverde, ma ovviamente ancora una volta Malfoy non era presente a lezione. Harry sospirò mentre si avvicinava ai suoi due amici che ancora non sembrava essersi accorti della sua presenza, al contrario di Pansy Parkinson che sembrava aver notato nell'immediato il ritardo del Grifondoro, continuava a tenergli gli occhi puntati addosso, un inquietante sorriso rendeva il viso della ragazza se possibile ancora più brutto. Harry decise di non darle troppo peso.
-Salve ragazzi- disse con finto entusiasmo.
-Oh! Harry!- esclamò Hermione come presa di sorpresa -Ci chiedevamo quando saresti arrivato-
-Sicuro- rispose Harry vedendo i due ragazzi allontanarsi per fargli spazio al lungo tavolo della serra -Allora ragazzi... Novità?-
Ron prese la parola con fare un po' nervoso e impacciato -La Professoressa Sprite ci ha detto di dividerci in gruppo da tre per questa lezione, sei fortunato Harry, non si è accorta neppure del tuo ritardo dando per scontato che saresti stato in gruppo con noi- 
Harry capì di aver appena ricevuto una risposta a casaccio proprio perché nessuno dei due amici si chiese come mai fosse arrivato in ritardo, la risposta sarebbe stata sempre la solita: Paranoie da prescelto.
Ovviamente non era quello che Harry avrebbe voluto sentirsi dire ma lasciò comunque sorvolare tutto per un momento più opportuno. Si avvicinò al loro compito e non staccando gli occhi dalla pianta indossò i guanti e gli occhiali protettivi. 
Era calato un imbarazzante silenzio nella postazione mentre i tre erano alle prese nell'addomesticare la pianta, Hermione era intenta a consultare il suo libro Alberi carnivori nel mondo, Ron sembrava essere entrato in depressione, stava con la testa china nel fissare il tavolo in legno mentre le sue mani si contorcevano in modo decisamente nevrotico.
-Ron, tutto bene?- Harry aveva rinunciato al tentativo di far amicizia con quella strana creatura verde che si ostinava a sputargli in viso ogni volta che tentava di accarezzarlo, non vedeva quasi più dai suoi occhiali protettivi quindi decise di sistemarseli sulla fronte.
-No- rispose Ron tremante, sembrava quasi che stesse per vomitare sul nostro compito -Harry, tra poco giocheremo la partita che deciderà chi andrà in finale contro Corvonero e in queste settimane agli allenamenti ho giocato come un sacco di cacca di drago-
-Non è vero- ribatté Harry con decisione sperando che il tono autoritario aiutasse a consolarlo -Sei uno dei più grandi portieri che Grifondoro abbia mai avuto. Il tuo unico problema sono i nervi-
Ron guardò con la coda dell'occhio l'amico, ma il suo sguardo non trasmetteva ringraziamento e il suo umore non sembrava per nulla migliorato. Quando Hermione però attirò la sua attenzione tramite il suo sguardo fiero e incoraggiante, Ron sembrava essersi rilassato magicamente e ringraziò entrambi con un tremulo sorriso.
Harry preferì non cogliere attenzione su ciò che era appena successo, piuttosto spostò del tutto l'attenzione su Pansy Parkinson. La ragazza ora aveva smesso di guardarlo e sembrava concentrata a rianimare a suon di sberle la pianta carnivora svenuta tra le braccia di Blaise Zambini. Harry era certo che il terzo componente del gruppo di studio sarebbe stato Draco Malfoy ma al suo posto, seduto a fissare i due con aria disinteressata, si trovava Theodore Nott; il che faceva dedurre che i tre erano già consapevoli che Malfoy non sarebbe arrivato.
Harry mai come in quel momento avrebbe voluto con se le orecchie oblunghe create dai gemelli Weasley.
-Secondo voi come mai Malfoy sembra sparito ultimamente?- chiese distratto Harry ai suoi due amici.
Ron rispose con una scrollata di spalle -Sarò monotono ma per me nasconde qualcosa. Non importa se la McGranitt non vuole prestarci ascolto-
Hermione lanciò un'occhiataccia torva ad entrambi -Non credete di star dando un giudizio troppo affrettato? Occorrono prove prima di poter accusare qualcuno di qualsiasi cosa-
-Oh andiamo Herm- iniziò Ron senza notare l'espressione leggermente sorpresa dell'amico -Il passatempo preferito di Malfoy era quello di prenderci in giro continuamente, era sempre tra i piedi, adesso sembra sparito nel nulla. Non ti sembra sospetto?-
-Anche se fosse cosa vorreste fare? Cercarlo con la mappa del malandrino?-
Il sorriso scaltro che le rivolse Harry le fece maledire di aver aperto bocca, si passò una mano tra i capelli disperata e si rivolse a Ron -Ti prego, non dirmi che tu sei d'accordo con lui-
-Lo farebbe comunque anche senza il nostro appoggio-.

Le ore di lezione successive furono un vero tormento, Harry non vedeva l'ora che finissero per poter vedere dove si cacciasse Draco ultimamente. E' vero, lo avrebbe incontrato faccia a faccia a breve durante l'imminente partita di Quidditch ma che male c'era voler anticipare un po' le cose? Era travolto dalla curiosità. E poi nessuno gli avrebbe assicurato che Malfoy si sarebbe presentato al campo, era meglio agire subito.
L'ultima lezione della giornata era difesa contro le arti oscure. Piton non era cambiato di una virgola, anzi, si poteva dire che appariva più aspro del solito, se questo fosse possibile.
I punti tolti a Grifondoro quel giorno furono parecchi, tra cui 10 in meno perché Hermione aveva eseguito un'incantesimo maniera sublime al primo tentativo, accusandola di tirarsela troppo.
I punti erano due: o anche al professor Piton mancava la presenza di Draco Malfoy, il suo alunno prediletto, oppure la persona con cui aveva avuto un battibecco la McGranitt era proprio Piton. Ecco spiegato l'accanimento per la partita di Quidditch, Harry non si era sbagliato sulla sua ipotesi. Non restava che scoprire il motivo, ma non era la priorità del momento, lo avrebbe aggiunto alla lunga lista delle cose da fare.

Finita la lezione, Harry e Ron non persero tempo a dirigersi al dormitorio Grifondoro mentre Hermione preferì dirigersi subito al dormitorio femminile per completare i compiti assegnati e restarne fuori.
-Hermione non cambierà mai- disse Ron con aria rassegnata mentre svoltavano l'angolo di un lungo corridoio adornato alle pareti con lunghi arazzi rossi e gialli.
-Già- risponde Harry in toni un po' duri - Invece tra voi qualcosa è cambiato, non è così?-
Harry, che camminava a passo spedito pochi passi più avanti, sentì Ron fermarsi sul posto. Quando Harry si girò lo vide agitato: se ne stava lì fermo a torturarsi freneticamente le mani mentre gli rivolgeva uno sguardo misto di imbarazzo e preoccupazione -Io.. tu.. mi dispiace! come l'hai capito?- 
-Oh andiamo! È palese. E poi vi ho visti alla sala da tè di Madama Piediburro. Piuttosto non riesco a capire come tu abbia potuto nascondermi una notizia del genere- Harry si spostò una ciocca di capelli dalla fronte in un gesto che esprimeva estrema stanchezza -Devo dedurre che la lettera che IO ho recuperato le è piaciuta- concluse incrociando le braccia al petto come a voler dire "prego, non c'è di che".
-Harry, mi dispiace ok? Io volevo dirtelo. Quando sei andato in cerca di Malfoy, la Mcgranitt è andata su tutte le furie e senza dirci una parola è corsa subito a cercarti. Io e Hermione siamo rimasti soli, ero terrorizzato, sapevo che ne avrebbe approfittato per sapere cosa dovevo darle.. Alla fine sono andato nel panico, mentre tentavo di estrarre dalla tasca la lettera le mie mani non volevano saperne di smettere di tremare così la feci cadere per terra, Hermione la raccolse subito per iniziare a leggerla senza dire prima una sola parola, non appena finì credetti di svenire per la vergogna. Hermione era scoppiata a ridere davanti alla mia faccia sicuramente bianca come un cencio, pensavo credesse fosse uno scherzo, poi invece... - Ron assunse qualche tonalità più accesa del colore dei suoi capelli -Poi... Disse che avrei dovuto scegliere qualcosa di meno famoso per dedicarle delle parole d'amore "Romeo e Giulietta" è un classico anche nel mondo magico a quanto pare.-
Harry non poté trattenere un sorriso -Ha davvero valutato quello che hai scritto anziché stupirsi della confessione?-
-No- rispose sorridendo a sua volta -No, lei per tutto il tempo mostrava un sorriso meravigliosamente dolce.. Harry, lei mi ricambiava e io non me ne ero mai accorto.-
Harry per quanto infastidito dalla segretezza di Ron gli rivolse un gran sorriso entusiasta, era veramente felice per entrambi, Ron se ne accorse e parve rincuorato -È stata lei a propormi di andare in quel locale-.
-Sono davvero contento per te Ron, davvero, ma non mi hai ancora detto perché non hai condiviso la notizia con me-
-Lo avrei fatto, Hermione preferiva farlo quando il tutto diveniva ufficiale- Harry in risposta gli rivolse solamente uno sguardo scrutatore carico di attesa -Amico, è solo che hai davvero troppo a cui pensare ultimamente, Hermione ha pensato che sarebbe stato meglio dirti tutto non appena la relazione iniziava a prendere una piega più importante-
Harry fatica a digerire la cosa, ma capiva anche che una neo-coppia necessitava di tanta premura e privacy, non era di certo un asso nel capire i sentimenti amorosi, anche se aveva subito riconosciuto quelli dei suoi due migliori amici. E poi non aveva il diritto di arrabbiarsi con Ron per omertà dato che lui stesso stava nascondendo un bel po' di cose.

Ron attendeva ancora risposta, ma Harry semplicemente annuì con un leggero sorriso, quindi si girò per proseguire il percorso verso la loro meta, Ron, come se gli avesse letto nella mente, lo fermò per rivolgergli la domanda che Harry aveva fin ora temuto -Tu invece... Sicuro di non aver nulla da dirmi? Novità?- Harry non sorrideva più, non sapeva se con quella domanda l'amico voleva dimostrare di essere a conoscenza di qualcosa di cui non era ancora pronto a ragionare o se la sua era semplice curiosità. Nel dubbio cercò di mantenersi un'aurea neutra intorno a sé -nessuna- rispose prima di tornare suoi passi.

Arrivati nella loro camera da letto, Harry non perse tempo e quasi si tuffò verso il proprio baule ai piedi del letto e lo aprì di fretta quasi dimenticando la presenza di Ron alle sue spalle, ma quest'ultimo non fece molto caso ai modi di Harry e si limitò ad attenderlo guardandosi intorno. -Trovata!- urlò Harry rimettendosi in piedi con la mappa del malandrino in mano. Senza perdere tempo estrasse la bacchetta e la puntò sulla mappa che appariva ancora come una normalissima pergamena agli occhi dei due ragazzi -Giuro solennemente di non avere buone intenzioni- recitò, e la mappa si rivelò mostrano loro un'infinità di nascondigli segreti, studenti e professori in giro per Hogwarts.
-Guarda, Harry!- disse entusiasta Ron puntando il dito sulla mappa.
Harry sussultò pensando che Ron avesse già trovato Malfoy ma quando Harry seguì con lo sguardo la zona indicata capì già dal luogo chi stesse indicando l'amico. -Hermione si trova in biblioteca, come sempre, e quindi?-  chiese un po' irritato. Ron lo guardò sorpreso, cercò di farfugliare qualcosa in risposta ma alla fine tutto quello che gli uscì dalla bocca fu "Niente".
Harry scrollò le spalle e iniziò la sua ricerca.

Dopo parecchi minuti di ossessiva osservazione della mappa, di Draco ancora nessuna traccia.
-Non è che Malfoy ha preso il tuo mantello dell'invisibilità, Harry?- chiese Ron puntando il suo sguardo verso il baule, aveva già gli occhi contornati da leggere occhiaie. -È impossibile che non si veda da nessuna parte-
-No- rispose con voce che esprimeva arresa -Il mantello era lì quando ho preso la mappa. E poi questa è in grado di scovare anche chi la utilizza, se Malfoy l'avesse presa l'avremmo visto comunque-.
Ron annuì leggermente riportando poi la testa china sulla mappa, lo stesso fece Harry. Il tempo passava e Draco non si vedeva, in compenso notarono che la professoressa McGranitt e Piton ogni volta che si incontravano nello stesso corridoio, uno dei due tornava indietro dei suoi passi e cambiava direzione, Harry si era deciso che prima o poi avrebbe messo luce alla faccenda. Dopo poche ore Harry non staccava occhio dalla mappa, Ron era andato via da un pezzo ricordando all'amico di non perderci la nottata alla ricerca di Malfoy, l'indomani li aspettava la partita contro i Serpeverde, e ad entrambi aspettava del meritato riposo. Infatti Ron non si trattenne nemmeno tanto nel riportare ad Hermione tutte le novità della serata e in pochi minuti tornò al dormitorio per dormire, non disse una parola quando Harry non lo notò neppure entrare, sperava semplicemente che ascoltasse le parole dette poco prima per il bene della squadra. Ma non furono quelle a convincere Harry ad andare a letto una o due orette più tardi, ma, lo convinse il pensiero che avrebbe probabilmente visto Draco alla partita. Era la speranza che lo aveva accompagnato l'intera giornata.
Richiuse la mappa puntando nuovamente la bacchetta su di essa recitando: "fatto il misfatto". E brontolando che non aveva fatto un bel niente si diresse al proprio letto, poggiò la bacchetta, la mappa e gli occhiali sul comodino e senza neppure mettersi il pigiama si addormentò esausto.

  
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