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Autore: KohakuZ    07/08/2016    0 recensioni
Lupi, anime gemelle ed un Kris che mostra un lato di sè un po' meno cool.
Buona lettura!
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Kris, Kris, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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1^ capitolo
 
 
Dunque…
Questa storia vuole essere un semplicissimo esperimento. Per cui non so assolutamente quando la aggiorno, non so assolutamente se più tardi nella mia vita mi sentirò una stupida ad averla scritta (probabilmente sì -.-) ERGO vi chiedo immensamente perdono per tutte le cavolate che state per leggere. A questo punto vi chiederete perché pubblico questa storia anziché tenermela per me: la risposta è che mi interessava avere opinioni da altrui parte (non so se questa espressione esiste ma mi piaceva): recensitemi vi prego!! Ho bisogno di sapere dove potrei migliorare, per cui critiche costruttive! Mi raccomando!
 
GRAZIE!
Buona lettura
 
(L’idea non è mia ovviamente: l’idea mi viene da alcune fanfiction inglesi. Io ho cercato di crearne una simile aggiungendoci, spero, un tocco di originalità)
 
 
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(POV vuol dire Point Of View, cioè punto di vista: Kris POV significa dunque che questa parte è scritta dal punto di vista di Kris – per chi non lo sapesse)
 
 
Kris POV
 
11 settembre (proprio in questa data infausta dovevo decidermi a iniziare un diario…)
 
 
I ragazzi hanno deciso qualche mese fa che era ora di trasferirsi. Aria inquinata dicevano. “Mi verrà una bronchite di questo passo” dicevano (in realtà si lamentavano soprattutto Tao e Sehun – tipico da parte dei marmocchi). Però non posso biasimarli. A Seoul c’era veramente da star male. Durante l’estate abbiamo cercato di trovare un posto decente dove andare. Avevamo tutti voglia di cambiare aria (letteralmente) e avevamo optato per un posto completamente diverso da Seoul. Così, dopo ore interminabili passate a strapparsi i capelli di fronte a Google Maps, Tao saltò su dicendo che aveva visto dal gelataio una foto di un’isola italiana e che sarebbe voluto andare nel Paese di Giulio Cesare (parole testuali – non chiedetemi il senso di questo exploit culturale). Certo noi non avevamo problemi di soldi (a volte essere lupi mannari e non aver bisogno di comprare cibo ai supermercati è un vantaggio enorme) e l’Italia è sempre stata un Paese considerato bello, almeno dal punto di vista turistico. Io e Suho organizzammo tutto.
 
Il 15 di agosto eravamo pronti a partire, con occhiali da sole, valigie (in cui c’era letteralmente tutta la nostra casa), passaporti, documenti vari e un biglietto di sola andata per Milano Malpensa in mano, all'aeroporto di Seoul, diretti verso una nuova vita (possibilmente meno ricca di anidride carbonica).
 
Arrivati all'aeroporto ci attendeva un pulmino (che diligentemente avevamo già prenotato in Corea) che ci avrebbe portati direttamente a piazzale Roma di Venezia.
 
Era proprio lì il posto ideale, secondo noi. Nessuno aveva dubbi che una città come Venezia potesse offrirci esattamente ciò che cercavamo. Aria pulita grazie alla zona pedonale che occupa praticamente tutto il suolo veneziano. Una città bellissima da visitare e da godersi in santa pace.
 
L’unico problema poteva essere rappresentato dal fatto che Venezia è una città isolata e solo andando con la macchina ci sarebbe stato possibile raggiungere un posto dove sfogare la nostra… natura selvaggia.
Ma questo si poteva sopportare: la maggior parte di noi aveva comunque già la patente.
 
La lingua non era un problema: tutti noi ce la cavavamo con l’inglese (chi più, chi meno) e comunque Venezia è sempre in cerca – grazie al turismo – di persone in grado di parlare cinese o coreano. In ogni caso passammo la seconda metà di agosto ad ambientarci nel nuovo posto dove trovammo diversi lavori con i quali guadagnare un po’ di soldi. Almeno questo vale solo per alcuni di noi che avevano già finito la loro carriera universitaria. Io per esempio dovevo ancora finire. Avevo iniziato in Corea un corso di lingua e letteratura inglese. Venezia poi offre molte possibilità dal punto di vista universitario ed io mi iscrissi al corso, appunto, di lingua e letteratura inglese avanzato all'università Ca’ Foscari.
 
A questo punto ritengo opportuno spiegare alcune cose sul funzionamento del cosiddetto essere “lupo mannaro”: è una persona normale che può decidere di trasformarsi quando vuole in un lupo. In realtà “quando vuole” è un eufemismo: i più giovani di noi fanno fatica a controllare questa abilità e le emozioni forti possono tirar fuori il lato più istintivo di noi, costringendoci a trasformarci; chiaramente gli esseri umani non sanno nulla di noi e le emozioni possono costituire un grosso problema; problema aumentato dal fatto che una volta al mese il nostro autocontrollo viene meno durante il periodo di luna piena. Il vantaggio di muoverci in branco ci permette di controllarci e aiutarci a vicenda.
 
Altra cosa importante da sapere: noi invecchiamo in maniera diversa rispetto agli umani. Da quando nasciamo a quando compiamo 20 anni, cresciamo esattamente come crescerebbe un giovane umano. Ma dai venti anni in poi il nostro corpo si aggiusta (non chiedetemi esattamente come) in modo da permetterci di rimanere ventenni per sempre.
 
OK scherzavo. Non è esattamente così. In realtà ci permette di rimanere ventenni fino a che non troviamo la nostra “anima gemella”. È una particolare persona il cui carattere si incastra perfettamente con quello di un altro individuo e si può dire con certezza che questi due tizi si ameranno fino alla morte. Si parla della forma più alta e nobile di amore, per cui l’uno è disposto anche a dar la vita per l’altro. Quindi, una volta che due anime gemelle si sono incontrate, il loro organismo si adatta vicendevolmente l’uno all'altro, permettendo così che ai due di invecchiare insieme. Noi siamo caratterizzati, come ho già detto, da un’indole più istintiva e da sensi più sviluppati che ci permettono di trovare il nostro compagno/compagna a prima vista. A volte anche a primo odorato si potrebbe dire. (In realtà anche gli umani avrebbero un’anima gemella ma solo pochi riescono ad accorgersene – poi alcuni umani sono fortunati perché sono destinati a lupi mannari che quindi “compiono il lavoro sporco” di trovarli –).  Insomma quando percepiamo che ci troviamo nei pressi di questa persona è come se il mondo si fermasse, come se non ci fosse nient’altro se non noi e l’anima gemella ecc. ecc. Almeno questo è come il fenomeno viene descritto da chi di noi lo ha già vissuto. Io no. Io devo ancora trovare la mia anima gemella. E sono ben più di tre anni che ho vent'anni (a proposito… che stupidaggine quel Twilight… come se non avessimo niente di meglio da fare che correre dietro a persone che luccicano). Insomma non è così comune aspettare così tanto per trovare la propria anima gemella. In realtà passano normalmente al massimo due anni. Non quasi quattro…
 
Per questo ero abbastanza contento all'idea di un trasferimento. Forse avrei trovato la mia compagna in un posto diverso. Chi lo sa… O forse mi sono appena allontanato da lei inesorabilmente.
 
Per adesso non ha comunque troppa importanza, almeno per me. A Kai (che ha già trovato la sua metà) il mio atteggiamento sembra inconcepibile. Io però non vedo come sbavare continuamente alla sola vista dell’anima gemella possa essere una buona cosa. Tsk. Sono un ragazzo serio, io. Kai non può aspettarsi da me che mi metta un grembiulino alle sei di mattina pur di preparare la colazione da portare a letto per la fantomatica “Lei”… Sempre sperando che sia una Lei. Kai ha trovato un Lui per esempio. Ha trovato Kyungsoo. E sembrano andare molto – forse troppo – d’accordo.
 
Il nostro gruppo, o “branco”, si compone di 12 persone, me compreso: siamo tutti molto giovani, per questo solo quattro di noi hanno già trovato un compagno.
 
Kai – il cui vero nome è Jongin – ha 21 anni e ha trovato Kyungsoo circa un anno fa. Aveva compiuto vent'anni soltanto da una settimana quando lo ha trovato. Compagni di corso all'università. Kai ha avuto appena il tempo di festeggiare il suo compleanno e poi tornare in università dopo la pausa invernale che è caduto nella morsa dell’amore nel corso di economia. Ce lo avrà raccontato almeno cinquanta volte.
 
Luhan invece è inciampato, ventunenne, nel suo amore. Letteralmente. Stava facendo jogging alle sei di una mattina di primavera, quando si scontrò con Xiumin. E così portò a casa un altro “Lui” con un caviglia slogata, insieme ad un occhio nero.
 
Noi altri invece stiamo ancora aspettando. Io e Suho siamo quelli che hanno aspettato di più (infatti Kai non tormenta solo me per la questione “dell’anima gemella mancata”).
 
Manchiamo dunque io, Suho, Chanyeol, Baekhyun, Chen, Lay e infine Sehun e Tao (che sono i due più giovani oltre a Kai – li chiamiamo Maknae).
 
Bene, “caro diario”, adesso, mentre sto scrivendo, siamo al giorno 11 di settembre e da oggi ho intenzione di tenerti regolarmente informato su quello che succede. Soffro di nostalgia cronica (sempre che questa possa essere una malattia) ed ho assolutamente bisogno di scrivere alcuni avvenimenti per non rischiare di dimenticarli.
 
 
 
Alice POV
 
11 settembre
 
 
Bene.
 
Bene bene bene.
 
Ho scoperto (già da due mesi) che le lezioni all'università cominciano a metà di settembre. Dannazione. Neanche il tempo di finire la maturità che subito bisogna fiondarsi a studiare. Non mi sono ancora rassegnata all'idea che fra pochi giorni mi rimetto a studiare.
 
In realtà, se devo essere sincera, la cosa non scoccia troppissimo. Ecco. Insomma.
 
Del resto vado a studiare giapponese e quello mi ha sempre interessato tantissimo. In realtà sembra che sia l’unica cosa che mi interessa veramente studiare. Credo di avere ormai la nausea al solo pensiero di studiare qualsiasi altra materia.
 
In ogni caso oggi, 11 settembre (spero che almeno non porti male), vado a Venezia, in un collegio per universitari, e inizierò fra poco un corso di Giapponese all'università Ca’ Foscari.
 
Se ripenso soltanto all'anno scorso: sembrava solo un sogno studiare giapponese. E invece eccomi qui, pronta con le valigie in mano e la testa sulle spalle (si spera), a partire alla volta di Venezia.
 
Mia madre mi sta chiamando. Oggi mi accompagna lei in macchina. Almeno mi rassicura un po’ e mi aiuta ad orientarmi, in modo da sapere già la strada che dovrò fare per andare a lezione.
 
Per adesso smetto di scrivere. Stasera se avrò voglia ti aggiornerò (ho sempre trovato molto stupido rivolgersi ad un diario in seconda persona però non posso farne a meno).
 
 
***~~~
 
 
Eccomi. Sono qui. A Venezia. Nel collegio. In stanza con una ragazza – Lidia – sconosciuta. Sperando che continui ad essere simpatica così come si è dimostrata oggi.
 
Lei studia alla mia stessa università ma alla facoltà di lettere moderne. Ha sempre sognato di diventare insegnante. Beata lei che già sa cosa le potrebbe piacere. Io invece non riesco proprio a vedermi in nessun lavoro. In effetti mi sto un po’ buttando nel buio. Ma la speranza è l’ultima a morire. Ed io cerco sempre di aggrapparmi a lei. Speriamo che stavolta non mi deluda.
 
Ho deciso che in questi pochi giorni mi faccio dei giri per Venezia in modo da costruirmi una specie di minima mappa mentale. Odio non avere tutto sotto controllo. Poi ho deciso che dedico almeno un’ora e mezzo al giorno a riprendere l’abitudine di studiare. Magari dalle tre alle quattro e mezza mi metto alla scrivania e mi inizio a leggere, sottolineare e schematizzare il libro di storia giapponese. Non può che farmi bene.
 
Per adesso ti saluto diario e se succederà qualcosa degno di nota lo scriverò.
 
 
 
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Introduzione fatta!!!
 
Bene io sono stata a Venezia qualche volta e una mia amica ha passato l’estate scorsa a dirmi che voleva andare a Ca’ Foscari. Mi è sempre sembrato un posto bello dove studiare e allora mi son detta: sarà anche un bel posto dove ambientarci una storia.
 
Spero che il tutto abbia senso. Spero di non aver fatto errori di grammatica, di senso o cose del genere.
 
Se aveste tempo per scrivermi una recensione mi fate un grandissimo favore.
 
Ora vi lascio.
 
Aur revoir~~
  
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