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Autore: mgrandier    08/08/2016    16 recensioni
"Se in quell’istante avessi avuto il coraggio di abbassare lo sguardo,
evitando quegli occhi trasparenti come cristallo e taglienti come il filo di una lama,
allora, forse, avrei avuto la libertà.
La libertà di obbedire."
Genere: Introspettivo, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Un nuovo giorno
 
Per l’ennesima volta, in quella notte infinita, si rigirò nel letto, cercando una soluzione al tormento che, in un dormiveglia fatto di incubi e immagini cupe, l’aveva condotto attraverso il buio dei propri timori. Socchiuse gli occhi nella camera popolata delle ombre che il cielo notturno adagiava come un telo scuro lungo le pareti spoglie, cercando di leggere nelle forme immobili e famigliari almeno un minimo riflesso del giorno nascente.
Scosse il capo, portando sconsolato i palmi sul volto.
Aveva raggiunto la camera poco dopo che Madame aveva lasciato la cucina, portando dentro di sé il sapore amaro del dubbio ormai concreto che una minaccia silente potesse ancora gravare su Oscar, misto alla dolcezza delle parole che la donna gli aveva riservato. Aveva cercato conforto nell’acqua fresca della toeletta, portandosela più volte al viso, e poi passando le mani umide tra i capelli, districando le ciocche e i pensieri in gesti nervosi, e infine si era abbandonato sul letto, con i vestiti addosso, auspicando il sollievo di un sonno che non era mai davvero giunto con il suo abbraccio consolatore.
Si levò a sedere, le membra indolenzite e la camicia sgualcita aperta sul petto, stringendo le dita al bordo del materasso, indugiando un poco sul da farsi; ma poi mosse i piedi, cercando gli stivali abbandonati a terra, si piegò per afferrarli e li infilò rapido, per alzarsi dal letto e raggiungere la porta, diretto all’unico angolo del palazzo in cui avrebbe potuto scaricare un poco di tensione.
Non si curò di portare con sé nemmeno un lume, certo di potersi muovere senza problemi nelle viscere del palazzo, e così percorse il corridoio lasciandosi guidare dal semplice contatto con il muro, sfilando lungo il vestibolo e raggiungendo l’atrio principale, con lo sguardo sottile nello scrutare la penombra, e la mente vigile, attenta a qualsivoglia rumore.
Avanzò solo di un passo, nell’atrio, prima di arrestare il proprio incedere per schiacciarsi contro una parete, nel buio fitto del vestibolo, oltre la spalla della porta, messo in allerta da un mormorio lontano.
- Stai pronto: non appena avrò terminato di scrivere la lettera, voglio che tu parta per consegnarla a Vaillard. – la voce del Generale Jarjayes giunse assolutamente riconoscibile, ferma e perentoria, pur nel tono appena percettibile.
- Certo, Signor Generale. – la risposta, un poco più udibile, rivelò ad André la presenza di Jerome – Mi occupo della carrozza e preparo il mio cavallo. Sarò da voi al più presto.
André trattenne il fiato, nervoso.
Avrebbe desiderato parlarne a Oscar, darle conferma di quanto avevano ipotizzato … ma sapeva di non potersi azzardare a raggiungerla in camera nel cuore della notte, soprattutto dopo aver visto il Generale ancora sveglio e preso dalle sue macchinazioni. Esitò qualche istante, torturandosi le labbra, e poi scosse il capo, arreso all’impossibilità di agire immediatamente, ma determinato nella precisa volontà di comprendere cosa stesse accadendo.
 
Lasciata la scuderia con un considerevole anticipo rispetto al consueto, in sella a Cesar e Alexander si avviarono al passo verso il grande cancello al limite nordorientale del parco; dal momento in cui si erano incontrati per la colazione, si erano scambiati solo qualche sguardo nascosto e poche frasi di circostanza, celando dietro il velo della consapevolezza di non potersi parlare apertamente, un leggero imbarazzo.
Varcata la soglia del parco, aumentarono l’andatura, percorrendo veloci la via che ogni giorno li conduceva alla reggia e procedendo spediti fino a quando giunsero a costeggiare il canale; poco oltre, tra la strada e la riva, si insinuava un lembo del bois, che con la sua cortina di fusti fitti e sottili, separava la via per Versailles dal corso dell’acqua. Allora André vide Oscar voltarsi a cercarlo, tirando a sé le redini per rallentare Cesar, fino quasi a fermarlo, attendendo che lui la raggiungesse e potesse seguirlo; parve incerta e poi assorta nell’osservarlo, prima di scendere a terra, accompagnando il cavallo oltre la ripa scoscesa, fino a inoltrarsi tra i fusti, per approssimarsi all’argine del canale.
André la seguì silenzioso, per raggiungerla laddove aveva lasciato Cesar libero a brucare l’erba fresca della riva; sistemò Alexander e si dispose accanto a lei, che lo attendeva con lo sguardo basso sull’acqua limpida.
- Se ho imparato davvero a conoscerti … - esordì lei, lo sguardo sempre fisso sull’acqua - … hai qualcosa da dirmi. –
André chinò il capo, sorridendo tra sé, prima di risponderle – Hai ragione … ho qualcosa da dirti, qualcosa di cui non avrei potuto parlare questa mattina a Palazzo: questa notte ho visto rientrare tuo padre, molto tardi. –
Oscar si volse a lui di scatto, fissandolo in attesa che proseguisse.
- Era con Jerome … e gli dava indicazioni per consegnare una lettera a un tale Monsieur Vaillard. Ti dice nulla questo nome? –
Lei annuì tendendo le labbra, facendosi più vicina – E’ un uomo che frequenta l’entourage di mio padre, una sorta di corriere, al quale si rivolge per la trasmissione di comunicazioni, lettere, dispacci … -
- Capisco … quindi non possiamo dedurre nulla in merito al destinatario finale di quella missiva. – concluse sbuffando.
- Già … a meno che non riusciamo a contattare qualcuno a lui vicino, che possa aver colto qualche dettaglio. – ipotizzò Oscar.
André scosse il capo – Probabilmente Vaillard è già partito, attento a non disperdere informazioni importanti. –
Oscar annuì lentamente e André la seguì con lo sguardo, mentre lei gli si avvicinava ancora, fino a farsi così prossima da poterlo raggiungere sollevando un braccio.
- Hai l’aria stanca … - sussurrò lei, portando un palmo al suo viso, lasciando una carezza leggera con il pollice nel solco che segnava la guancia al di sotto dell’occhio.
- Per la verità, non ho riposato molto … - ammise André accennando un sorriso – … ma ho avuto nottate peggiori di questa. –
Oscar sgranò gli occhi.
– Davvero? – chiese lei un poco sorpresa, e lui non poté che annuire.
- Sai … ai balli a corte non mi diverto gran ché, ultimamente … - cercò di sdrammatizzare, ma si accorse di come lei si fosse adombrata.
- Mi dispiace così tanto … - mormorò – Davvero, André, io … -
- Oscar … - la chiamò allora André stringendo le dita attorno al polso sottile di lei, e attendendo che il suo sguardo gli si mostrasse – Ti ho già detto cosa ne penso: passa oltre … ti prego, come l’acqua limpida di questo canale, che scorre decisa aggirando ostacoli e superando anse e strettoie … - attese la sua reazione, quel tendersi appena percettibile delle labbra e lo sguardo più morbido e sottile posato su di sé - … Non fermarti … -
Il braccio teso si fece rilassato, morbido sotto la sua presa, e lei si avvicinò, fino a piegare il gomito, portando il proprio braccio sulla schiena e lasciando che lui, seguendone il gesto, la cingesse nel proprio abbraccio. La poté così osservare, vicinissima al proprio viso, intenta a scrutarlo, accarezzandolo con uno sguardo attento e curioso, quasi volesse cogliere, sotto la luce vivace del primo mattino, ogni minimo dettaglio. Assaporò il gusto dolce di quel lasciarsi osservare, scoprire e gustare, rimanendo impassibile e cercando di celare quel sorriso che premeva per affiorare. Ne avvertì il peso leggero e sensuale sul petto, quel contatto che aveva già conosciuto e che ancora gli legava le viscere in un rinnovato piacere.
- Lo sai cosa dicono di te a Versailles? – gli chiese a bruciapelo ad un soffio dalle sue labbra, con gli occhi socchiusi e un’espressione imperscrutabile.
André si ritrasse sorpreso, lasciando la presa sulla sua schiena e permettendole di allontanarsi appena un poco..
- Cosa … di cosa parli? – le domandò a sua volta, disorientato, mentre lei, scuotendo un poco il capo, raggiungeva a grandi passi Cesar e ne afferrava le redini, prendendo a inoltrarsi tra gli alberi, sollevando poi le spalle in una sorta di risolino soffocato.
André si affrettò a raggiungere Alexander, montando in sella e recuperando il terreno perso, fino a fermarsi accanto a Cesar, al limitare della macchia, dove la costa erbosa risaliva verso la strada – Non credevo che ti interessassi ai pettegolezzi di Versailles … -
Oscar superò la ripa, montò in sella e si volse ad attenderlo.
- Il fatto che io non vi partecipi, non significa che non li senta … - precisò allora lei, con aria sibillina, lasciandolo perplesso e spronando Cesar al passo.
- Allora, cosa dicono di me? – chiese quindi incuriosito, mentre già lei si allontanava.
Lei lo cercò ancora, sorridente e misteriosa, e lo scrutò qualche istante, scorrendo con lo sguardo dal suo volto fino alla punta dei suoi stivali scuri, per poi risalire lentamente al viso, prima di sorprenderlo di nuovo – Beh … Credo che sia il caso che tu non lo sappia. –
 
Varcando la soglia dello studio del primo livello, dopo che un soldato appostato davanti ai battenti gli aveva fatto cenno di non accomodarsi in attesa informandolo che era atteso dal Comandante Jarjayes, André venne immediatamente accolto da Oscar con una espressione sollevata.
- André! Finalmente ci hai raggiunto … abbiamo bisogno di te per poter fare il punto della situazione … -
André si fece vicino, salutando i due ospiti con un educato cenno del capo, chinandosi appena, e scorgendo il Tenente Girodel e il Conte di Fersen, seduti di fronte alla scrivania che occupava Oscar, ricevette il saluto silenzioso e un poco teso di entrambi. Osservò come non vi fossero altri soldati di guardia in ufficio e comprese che probabilmente la discussione avesse toccato gli argomenti sensibili e delicati che in poche settimane, avevano sconvolto completamente la vita di Oscar e la sua.
- Vieni, André, - lo chiamò Oscar indicandogli una sedia già sistemata accanto alla propria – c’è posto anche per te … -
Rimase per un istante spiazzato, consapevole del fatto che solitamente, nell’ufficio di Oscar, si limitasse ad assisterla rimanendo in piedi, o al più l’attendesse occupando una delle sedie sistemate accanto all’ingresso dello studio, in posizione defilata, senza mai prendere parte direttamente ai colloqui ufficiali. Osservò la sua mano affusolata poggiata allo schienale imbottito, riavendosi nel tornare ad udire la sua voce.
- Il Tenente Girodel ha confermato che mio padre ha raggiunto la Reggia, ieri sera, anche se non ci è chiara la ragione per cui l’abbia fatto. -
André sedette accanto ad Oscar, ascoltando il suo racconto e volgendosi al Tenente in cerca di conferma, mentre Oscar lo invitava direttamente a raccontare, chiamandolo in causa.
- Girodel, potete ripeterci cosa avete visto, esattamente? –
Il Tenente annuì serio, prima di rivolgersi direttamente ad André raccontando quello che, probabilmente, aveva già spiegato a Oscar e al Conte di Fersen.
- Il Generale è giunto alla reggia a tarda ora. Ha lasciato la carrozza nella cour, come se dovesse fermarsi a Versailles solo per poco tempo, e si è diretto rapidamente verso l’ingresso settentrionale, accompagnato solo dal suo attendente. – Girodel fermò il racconto, come riflettendo un istante sui fatti, portando una mano al mento, mostrandosi pensieroso; poi riprese – L’ho visto fermarsi a discutere con un uomo corpulento, in abiti borghesi scuri come la notte, che portava un cappello sul capo e teneva stretto con la mano sinistra una sorta di bastone da passeggio. Così mi sono immediatamente avvicinato, nella speranza di cogliere l’argomento di conversazione … Purtroppo, al mio sopraggiungere, il Generale si è affrettato a congedarsi, allontanandosi immediatamente, mentre anche l’uomo con il quale si era intrattenuto si è ritirato nei corridoi di servizio. –
André non riuscì a trattenere un sospiro deluso, scuotendo un poco il capo e socchiudendo gli occhi.
- Aspetta, André. – lo riprese prontamente Oscar – Nonostante tutto, un dettaglio da cui ripartire, lo abbiamo. –
Il Tenente annuì appena – Esatto. Sebbene al mio arrivo il Generale si sia affrettato a congedarsi, mentre mi avvicinavo a loro, ho potuto udire le ultime battute del loro scambio. –
- Quindi?- chiese André speranzoso.
- Credo che il Generale abbia chiesto all’uomo Dove? Dove? mentre, con fare concitato, lo afferrava per i gomiti, scuotendolo energicamente; quello, per niente intimidito, si è divincolato dalla sua presa rispondendo in malo modo, intimandogli di mantenere la calma e poi … poi ha mormorato qualche parola a mezza voce, tra le quali mi è stato possibile cogliere solo un nome … - il Tenente attese un istante, mentre André tratteneva il fiato, nell’urgenza di conoscere quell’importante dettaglio – … Madame Challant. –
Per qualche istante, regnò il silenzio, mentre il Tenente, interrotto il suo racconto, si volgeva al Conte e Oscar serrava le labbra, puntando lo sguardo e i suoi dubbi, sul volto di André.
André aggrottò la fronte, pensieroso, mentre il Conte di Fersen si schiariva la voce.
- Per quanto ne so, ieri sera, nel Grand Appartement, si è esibita una soprano italiana di grande talento, Amandine Challant … Il Sovrano in persona ha assistito, con tutta la sua cerchia più stretta, a questa esibizione. – spiegò il Conte – Probabilmente, tra i presenti qualcuno potrebbe aiutarci e aver forse notato il sopraggiungere del Generale o il fatto che abbia potuto conferire con qualcuno … probabilmente proprio con la stessa Madame Challant a cui accennava il Tenente. -
- Comandante … - si intromise il Tenente Girodel rivolto a Oscar – permettetemi di occuparmi di questo chiarimento … Se siete d’accordo, andrei immediatamente a porre alcune domande ad una persona che non credo abbia ragione di mentire … -
Oscar assottigliò lo sguardo cercando André e una sua conferma, mentre il Tenente, prontamente, precisava – Gradirei se André potesse presenziare a questo colloquio. –
 
 
Angolo dell'autrice: finalmente dal mare...  Il mio segreto sfida la connessione ballerina e torna puntuale con il suo aggiornamento del lunedì e tanti spunti che spero vi daranno materiale per riflettere. Un abbraccio grande a tutte coloro che leggono, seguono, ricordano, preferiscono e lasciano il loro pensiero facendomi giungere il loro calore! Un bacione e a presto!
  
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